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Autore: giu_ggiola    05/07/2015    2 recensioni
Mentre sospirava all’idea di tutto questo, si riaffacciò sulla sua mente una discussione vecchia avuta con il fratello maggiore.
“Albus, sei talmente sciocco che potresti finire in Tassorosso!” ridacchiò James, mentre gli tirava una pappa gialla addosso, che secondo la madre, sarebbe dovuta essere purea.
“Finiscila James!” disse esasperata la madre, e con un colpo di bacchetta fece tornare la pappetta, che in quel momento era a mezz’aria, direttamente nella bocca di James.
Dopo essersi ripreso dal gusto orribile, il fratello tornò alla carica “Avanti mamma! Guardalo ha proprio la faccia da Tassorosso…oppure” e gli occhi di James si illuminarono di un malsano divertimento “Perché no? Potrebbe diventare un Serpeverde!” Ginny quasi si strozzò, forse per la rivelazione a cui non aveva mai pensato oppure perché aveva trovato un rimasuglio strano dentro il suo cucchiaio di purea.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lorcan Scamandro, Louis Weasley, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Non c’è niente, niente al mondo, di così magico, come sei tu. Sulla terra, su questa terra, vorrei ballare, ballare perché ci sei anche tu. Come fanno le stelle a non incantarsi, quando tu le guardi? Come fanno i fiori a non voltarsi, quando tu li sfiori? Io vorrei essere il cielo, che ti racchiude stretto e sicuro. Come vorrei essere per te, quello che il cielo è per il mare, come vorrei essere per te quello che l’acqua è per il fiore…” un voce si sollevava dall’interno di una delle stanze.

Se ci si fosse avvicinati, si sarebbe visto, in quello scorcio di quotidianità, una donna, che con voce gracchiante cantava. Lei, mentre gorgogliava, si muoveva a ritmo di danza, comandando con la sua bacchetta un piumino.
Il piumino, più aggraziato della strega, danzava tra file di oggetti, cercando di ristabilire un po’ di pulizia. Ed ecco che passava prima tra alcuni trofei, opachi e mal tenuti, c’erano targhe che riportavano “Ordine di Merlino Prima Classe, al Signor Harry Potter, per i suoi servigi resi al mondo magico”, questa era quasi invisibile, davanti ad essa, infatti, c’era una coppa, che recitava “Primo Premio. Alla Cacciatrice -Holyhead Harpies- Ginevra Molly Weasley”. Era un premio scintillante, sulla coppa si muoveva una figura dorata, una donna su una scopa, con una grossa palla sotto il braccio destro. A guardarla troppo a lungo veniva il mal di testa.

C’erano diplomi scolastici, una lettera di Hogwarts incorniciata, e messa in bella mostra. Sulla mensola del camino, dove ora il piumino si destreggiava, si trovavano tantissime foto, e tutte si muovevano, creando un caos di figure e colori. In una c’era una bambina con i capelli rossi, non doveva avere più di due anni. Rideva sdentata a un altro ragazzino, chiomato di rosso, e che in quel momento faceva le boccacce verso la bambina.
In un'altra foto, due bambini, di due e tre anni si stavano contendendo quella che sembrava essere una piccola scopa giocattolo, il primo, scuro di capelli piangeva, mentre il secondo rideva, nel vedere che l’altro era ripetutamente colpito da un cuscino galleggiante.
Altre foto si susseguivano in uno scintillare di cornici d’argento e d’oro chiaro. La donna che danzava, faceva girare vorticosamente un bambino dai capelli verdi. La stessa donna, era stretta dalle braccia di un uomo, e le loro mani s’intrecciavano sulla pancia gonfia di lei. Poi due ragazzini scuri, insieme con un ragazzo con i capelli blu, correvano dietro ad un bambino, che spiccava il volo su una piccola scopa.
Un bambino rosso e uno dai capelli neri penzolavano a testa in giù, agganciati a un tubo con le gambe, e salutavano freneticamente chi aveva scattato la foto.
Ora il piumino era passato ad un tavolino, su cui erano appoggiati alcuni oggetti, tra cui uno specchio e una specie di trottola, che se ne stava in piedi, senza minacciare di perdere l’equilibrio.

Lì c’erano quattro enormi foto. La prima era di tre ragazzi, uno rosso e altissimo, con il braccio sulla spalla di una ragazza bassina e riccia che guardava sorridendo il ragazzo alla sua destra, anche lui non troppo alto. Il suo volto era incorniciato da ciuffi disordinati di capelli scuri, e sul candore della sua pelle, come due fari si aprivano i suoi occhi, verde chiaro. La foto seguente, fece sorridere la donna, che non aveva smesso un attimo di canticchiare, era la foto di una famiglia. La donna rossa, stringeva la mano di quello che era suo marito, lo stesso ragazzo dagl’occhi verdi della prima foto, solo un più vecchio. Lui poggiava l’altra mano sulla testa di una piccola bambina, che sorrideva, mostrando i buchi neri al posto dei denti. Ai lati della bambina con i capelli rossi, c’erano altri due bambini, il primo con i capelli rossi, uguali a quelli della madre, ma con la stessa identica faccia del padre, faceva l’occhiolino. Il secondo rideva e guardava un ragazzo molto più grande, che con le braccia, si appoggiava alla sua testa. Era il bambino dai capelli blu, ma con almeno una decina d’anni in più.
La terza foto era stata scattata a un matrimonio, la giovane donna rossa, ora vestita di bianco, roteava felice in braccio al marito, che aveva gli occhiali storti sul viso.
Per ultima, la quarta foto, era talmente caotica che a un primo sguardo, non si sarebbe capito che cosa ci fosse immortalato.
Sicuramente spiccavano come funghi moltissime teste fiammanti. Però c’erano due ragazzi con la pelle scura, abbracciati da una donna, altrettanto bruna. Poi c’erano due teste, biondo platino, due teste scure si muovevano all’unisono, seguite da due ragazze, una coi capelli biondi, l’altra coi capelli castani. Sembrava la foto di una comitiva in vacanza, non si sarebbe potuto attribuire un nome a quella foto, ecco perché, la cornice recitava “La Famiglia Weasley-Potter”. Il piumino smise di muoversi esattamente sopra un pianoforte nero.  La donna, ancora mormorando la canzoncina, si sedette su un divano. Parve stanca, sospirò e guardò l’orologio, mormorando tra se “Signor Potter, ma dove sei?”

Aveva fatto bene a concedersi quella vacanza, la gravidanza stava iniziando a farsi sentire. Le su caviglie si gonfiavano così come il suo ventre. La testa gli girava, e spesso, sentiva montare dei conati di vomito, questa volta non per la qualità del suo cibo. Rise, all’autoironia che era riuscita a farsi, ma d’altronde, lei poteva prendersi in giro, gli altri invece…

Si sfiorò con l’indice il profilo della pancia. C’era già passata tre volte, e si ricordò, che nonostante l’esperienza, ognuno dei suoi figli, compreso Teddy, era stato una vera sfida. Non sapeva se il carattere, l’avevano acquisito da lei o dal marito, ma sicuramente erano stati davvero tremendi. Persino quando nacque Lily, pensò, si era ritrovata a temere, che sua figlia le somigliasse, non voleva che fosse un uragano come lei, avrebbe preferito un po’ di tranquillità, ecco perché sperava che quel bambino, che ora stava crescendo dentro di lei, fosse meno simile ai fratelli.
Sgranò gli occhi, e si vergognò del suo pensiero. Certo i suoi figli non erano semplici, e a volte la facevano davvero impazzire, però questo non significava che non li volesse, anzi, non avrebbe cambiato una sola lentiggine dei suoi figli. Li adorava, li amava in un modo che non sapeva spiegare. Si ricordava che cos’era l’amore, certo, ne aveva provato molto, prima per la sua famiglia, poi per Harry. Lui l’aveva amato talmente tanto, che se fosse stato necessario, per il suo bene, avrebbe rinunciato a stare con lui. Poi era arrivato Teddy. Era giovane, aveva solo vent’anni. Lei e Harry avevano appena iniziato la loro vita insieme, si erano sposati e avevano trovato una casa, proprio a Godrics’s Hollow, cosa che nei primi tempi aveva fatto piacere a Harry.  Teddy passava gran parte del suo tempo dai Potter. Harry non aveva mai voluto fargli mancare una famiglia, così stava con lui, anche quando era troppo piccolo per capire chi fosse. Un giorno, quando Harry e Ginny, si trovavano a casa, arrivò una triste notizia. Andromeda, la madre di Tonks, nonna di Teddy, era morta. Teddy aveva cinque anni, così, Harry divenne il suo tutore legale, e lo portarono a casa con loro.

Ginny aveva dovuto imparare in fretta a fare la madre, e si sorprese, nello scoprire che era una cosa gli piaceva da morire. Non era semplice, soprattutto perché non aveva avuto il tempo di “prepararsi” come diceva spesso ad Harry. Prima di quel giorno, Ginny non era sicura di voler avere figli, soprattutto, non così tanti come ne aveva avuti sua madre. Era soffocante a volte dover vivere sotto lo stesso tetto con tante persone, usare maglie smesse, e non avere mai nulla di nuovo per se. Teddy, invece gli aveva fatto cambiare idea, non c’era sensazione più bella di crescere un figlio. E lei lo sentiva suo, come se fosse carne della sua carne. Anche Harry, si dimostrò un padre eccezionale, “Oltre ogni Previsione…” precisava sempre lui, quando qualcuno si complimentava con lui.

Ecco perché tre anni dopo, quando scoprirono di aspettare un bambino, Ginny perse totalmente la testa. Era euforica, ogni giorno della sua gravidanza lo passava a sorridere a tutti e a ridere per ogni cosa. Aveva iniziato a leggere libri sulla maternità, comprare vestitini e decorare la casa, in attesa di suo figlio. Non si sarebbe certo aspettata, che dopo il primo anno, quel bambino sarebbe diventato, la peste più assurda che avesse mai incontrato. Harry rideva quando James iniziava a gattonare, mordendo Teddy, distruggendo ogni cosa che gli capitasse a tiro. La cosa peggiore fu, quando una sera Harry tornò, tutto allegro con un pacco e lo porse a James. James aveva solo un anno allora, ma iniziò immediatamente ad alzarsi da terra, volando sulla sua scopa giocattolo. Non solo era un terrore sulla terra ferma, ora era anche un pericolo dell’aria. Teddy invece era sempre stato molto tranquillo, quieto. Ginny non credeva che, dalla pace e dalla tranquillità che aveva provato nel crescere Teddy, si potesse passare a quell’inferno. Ecco perché nei primi mesi era meno intenzionata che mai a fare un altro figlio. Finché, una sera, non vide le due pesti dormire. Teddy se ne stava sul divano, la bocca spalancata e i capelli lunghi e viola che cadevano sul viso. James, che aveva quasi raggiunto l’anno d’età, era raggomitolato addosso al fratello. Stringeva un libro di favole, che evidentemente non era riuscito a finire di leggere al piccolino. Ginny si commosse talmente tanto, che quella notte chiese a Harry “Ma se la nostra famiglia si allargasse ancora un po’?”.

È così fu, esattamente un anno dopo nacque Albus. Lui era totalmente diverso rispetto a James. Eppure appena Harry, lo presentò al piccolo Jamie, fu subito guerra. Non avrebbe mai saputo dire il perché, forse James era geloso di non essere più al centro dell’attenzione. Oppure aveva bisogno di trovare qualcuno con cui scannarsi, forse era solo che Albus fece innamorare talmente tanto Teddy, che lo privò così dell’unico amico che avesse mai avuto. Teddy esattamente tre anni dopo, partì per Hogwarts, cosa che straziò il cuore della signora Potter. Non aveva mai provato un’angoscia simile, mista anche alla felicità di veder crescere il suo ometto. Anche Harry parve turbato, ma pochi mesi dopo la partenza di Teddy, finalmente nacque Lily. Harry era su di giri, ogni giorno portava alla signora Potter un mazzo di rose. Ginny era entusiasta, finalmente una femmina. Ecco com’erano andati gli ultimi anni della sua vita. Era stato tutto molto veloce, a volte drammatico. Certe volte credeva di non potercela fare, altre invece si accorgeva della famiglia meravigliosa che aveva a fianco. Nulla avrebbe potuto abbatterla, davanti a questa circostanza. Ecco perché, dopo aver cambiato un po’ di case, alcune perché cacciati dai vicini, quando Teddy ebbe finto con il massimo dei voti la scuola, si sistemarono in quella casetta di campagna, così simile alla Tana ma così calda e accogliente.

Ginevra iniziò a parlare della possibilità di avere un altro figlio con il marito. Harry, in principio era scettico. Pensava che la famiglia fosse già larga così com’era. “Insomma, non sei stanca di cambiare pannolini e di pulire vomiti di bambini?”. Era una sera in cui, Lily l’aveva fatta particolarmente dannare, era sparita per tutto il giorno nella campagna, senza dire nulla, ed era tornata con un grosso bozzo sulla fronte. “Non credo sia questo il punto Harry…” disse stremata la donna. Si buttò sul suo letto e rimase con le gambe a penzoloni. “Be, io amo i nostri figli Ginevra…” era sempre strano quando la chiamava così, ma lei sapeva che lo faceva solamente quando le parlava di cose serie. “…però, insomma, non dico che abbiamo problemi economici, ma sai, vorrebbe dire ricominciare tutto da capo, e poi avrebbe molti anni di differenza rispetto a Lily, ad Albus e a James. Per non parlare di Teddy! Insomma come credi che la prenderebbero? Quando è nato Albus, James ha iniziato a pizzicarlo ogni volta che lo vedeva, solo per gelosia. Come credi che si sentirebbero?” Ginny alzò gli occhi al cielo, come se le preoccupazioni del marito fossero cose futili. “Harry, mi sembra che abbiano reagito bene quando è nata Lily, ora non vedo perché dovrebbero odiare questo bambino senza motivo…” Harry non era convinto e chiese “Tesoro, ma perché vuoi un altro figlio?”.

Ginevra si era posta la stessa domanda, tutte le volte che aveva deciso di allargare la sua famiglia. Adorava il suo lavoro, avere un altro figlio avrebbe voluto dire concentrarsi su qualcos’altro che non fosse lei, ed erano anni che lei si concentrava su tutt’altro fuorché se stessa. Ecco perché al seguente ragionamento, concluse che lei non voleva affatto pensare a se stessa. O meglio, non voleva avere un’egoistica visione della sua vita, non era più da sola, la sua famiglia le aveva dato una felicità talmente grande, che non sarebbe più stata capace di concentrarsi solamente sulla sua carriera. Ogni volta che James si addormentava vicino ad Albus, che Albus confortava i pianti di Lily, con la sua pacata gentilezza, che la piccola faceva fare pace ai due fratelli, nel suo tono risoluto, ogni traguardo, ogni sconfitta, ogni dolore ed ogni gioia che erano entrati in quella famiglia, la sorprendevano a scoprirsi dire  “Ma io ne voglio ancora…”. Ed era esattamente così che lei si sentiva, ne voleva ancora. Non le bastava mai. Aveva bisogno di più amore di quello che già non fosse presente tra di loro. Voleva avere un altro bambino, insegnargli a camminare, a parlare, a stare su una scopa. Insegnargli il coraggio del suo papà, della sua famiglia, fargli capire quanto il mondo fosse bello, come l’avevano amato, come l’avevano voluto. Da una parte si sentiva un po’ egoista, ma dall’altra pensava che tutto questo, non era solo per se stessa, ma per il bambino, che sarebbe dovuto ancora nascere. Lei voleva che ci fosse un altro piccolo essere al mondo, una sua estensione, a questo non voleva rinunciare. Ecco perché, quando lo spiegò al marito, si ritrovo ad essere emozionata, come la prima volta che aveva varcato le soglie del campo di Quidditch. Il marito d’altra parte, vedendo come la moglie era appassionata, convinta e sicura, si convinse a sua volta.

Non sarebbe stato facile, “…Però saremmo insieme, sempre.” Le diceva il marito sicuro. Avevano scoperto di aspettare un bambino alla metà di Aprile, dell’anno in cui Albus sarebbe andato a Hogwarts. Esattamente quattro mesi dopo, quando la pancia iniziava a farsi insistentemente gonfia, avevano deciso di dirlo ai loro amici. Non perché non volessero raccontarlo prima, ma come gli aveva detto il loro Guaritore, c’era il rischio di perderlo. Infatti, prima che nascesse Lily, Ginny aveva abortito, cosa che l’aveva lasciata scossa per parecchio tempo, prima di continuare con risoluzione a provarci. Era stato un duro capitolo della sua vita di madre, che lei avrebbe preferito dimenticarsi, ma che il marito le consigliava di non scordare. “Ogni dolore ci insegna qualcosa…” le diceva, e la donna sapeva che aveva ragione.

Così, in quel momento Ginny ripensava a tutto quello che era successo, da quando lei era entrata in quella chiesa e aveva detto sì, all’uomo con la cicatrice. I dubbi ritornavano, ogni tanto, soprattutto in quel momento. Pensava al suo piccolo Albus, era preoccupata, non aveva ancora ricevuto notizie, non sapeva se era stato smistato nella casa in cui voleva andare, non sapeva se si trovava bene, magari dei bulli lo stavano picchiando! Pensò con panico Ginny. Odiava quei momenti in cui Harry non era lì con lei, a prendersi gioco delle sue ansie di madre appiccicosa.  Almeno, sotto le sue battute, sentiva la certezza del marito, e si rasserenava. Tornò a toccarsi la pancia e pensò, a quanto sarebbe stato doloroso separarsi anche da quel bambino, quando sarebbe toccato a lui stare a Hogwarts. Si scacciò quel tormento dalla testa, mentre pensava alla sua Lily, che ora dormiva al piano di sopra, e a come poter arrangiare una cena decente. La radio si era accesa, a un tocco di bacchetta e la donna tornò a canticchiare.

“Non avevi detto che odiavi Celestina Warbeck?” chiese una voce maschile dietro di lei. Ginny, lasciò cadere a terra il piumino e si girò, tutta sorridente, andando incontro al marito. Era entrato da una porticina a vetri, sperando di cogliere di sorpresa la moglie, mentre faceva qualcosa d’imbarazzante.
“Sei tornato!” cacciò un urlo la moglie, e Harry sorrise pacato “Sono tornato prima per non lasciarti da sola, scommetto che hai passato tutto il tempo a pensare ad Al…” e Ginny annuì triste alle parole del marito. “Anche io…non so, chissà dove è finito, se ha già fatto amicizia con qualcuno, magari si trova male, oppure suo fratello James l’ha infilato in uno sgabuzzino chiudendolo dentro..” era agitato, e la donna rimase piacevolmente sorpresa nel vedere il marito preoccuparsi. “Harry, non mi sembra il caso di farsi venire una crisi isterica no?” e risero insieme, vedendo come l’uomo continuasse ad andare avanti e indietro sul tappetto rosso. “Giusto, giusto…” tossicchiò in direzione della moglie.

Mentre Harry, con un silenzioso ringraziamento di Ginny, preparava la cena. Nella casa si sparse odore di arrosto e Ginny leggeva ad alta voce le notizie prese dal profeta. “I Cannoni quest’anno fanno meno schifo del solito, anche se dubito che riusciranno a vincere più di una partita…” Harry rise, ripensando alle vecchie glorie del Quidditch.
“Qua dice che è stata trovata una donna uccisa…” asserì Ginny, girando la pagina, con voce glaciale.
Harry, mentre si succhiava il dito sporco di sugo, si girò di scatto, prendendo il giornale. Lesse l’articolo attentamente, e con la faccia preoccupata.
 
 
 

Wiltshire Inghilterra, una donna di quarant’anni trovata morta sulla soglia di casa.

"La donna, citata sui registri dei nati babbani, stilato più di vent’anni fa durante il periodo del terrore, è stata rinvenuta da alcuni Auror, dopo che l’allarme gnaulante era stato attivato. Palesemente colpita con una maledizione Cruciatus, prima di essere uccisa, rispondeva al nome di Kathleen Smith, rinomata studiosa di mitologia magica, allevatrice di draghi e scrittrice di alcuni famosi libri sulla lievitazione. Si spera che l’Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia, di cui è posta a capo la signora Hermione Weasley, faccia luce su quest’oscura faccenda. Soprattutto metta in chiaro il motivo per cui, questa strana morte sia avvenuta a meno di un chilometro dalla famosa Villa Malfoy. Il signor Draco Malfoy, che attualmente lavora all’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale, risiede da tutta la vita in Villa Malfoy, nel Wiltshire. Si spera che il signor Draco Malfoy, non sia in alcun modo implicato in questa spiacevole faccenda, ma supponiamo che gli Auror, con a capo il signor Harry Potter, o il prescelto, sappiano far luce su ruolo che ha avuto il signor Malfoy, non dimenticando il suo precedente stato di collaborazione, insieme al famigerato mago, pluriomicida e babbanofobo, Tom Riddle."

Harry smise di leggere e guardò la moglie, che con aria accigliata e preoccupata si torturava la piccole mani.
Lo sapevi vero?” chiese al marito in tono accusatorio. “Si” ammise Harry, senza giustificarsi. “Perché non me lo hai detto, si può sapere?” era contrariata. Spense il fuoco sotto l’arrosto, mentre aspettava una risposta del marito, che puntualmente arrivò, in tono di scuse “Non volevo farti preoccupare…”
Ginny, sbattendo la pentola sul tavolo e facendo volare schizzi ovunque disse “Certo, perché infetti in questi anni ho dimostrato di non saper gestire situazioni preoccupanti, vero?  Non ho partecipato a una guerra magica? Non ho quasi perso mio marito in questa? Non ho dovuto vederti morto, anche se per finta, davanti a me, pensando di aver perso ogni cosa? Non ho visto mio fratello morire e due dei miei migliori amici con lui? No vero? Perché tenermi informata delle cose, VERO? HARRY POTTER!” sovrastò la stanza con la sua figura “non ti comportare come se fossi una bambina che non è in grado di difendersi, ci siamo chiariti?” Harry, senza ribattere chinò il capo e tornò a pulire pazientemente le macchie di sugo.

“Quindi…” dopo essersi calmata “Cosa sta succedendo?”. Harry scosse la testa, ritornando alla sua faccia angosciata “Non lo sappiamo, in realtà questa morte non è chiara a nessuno. Io e Hermione stiamo facendo gli straordinari per questo. Cerchiamo di capire se c’è un possibile collegamento tra questa Smith e i mangiamorte, fino ad ora però sembra che lei non fosse coinvolta, in nessuno dei fatti riguardanti Riddle o altri mangia morte.” Ginny si fece pensierosa “Potrebbero averla uccisa per vendetta o per altri motivi?”. Harry fece cenno di no “Non credo, sembra opera di qualcuno che ha premeditato l’atto. Non ci sono tracce del colpevole da nessuna parte, come se fosse sparito. Un delitto passionale, sarebbe stato meno curato nei dettagli, e soprattutto non ci avrebbero fatto trovare il corpo. No…” terminò l’uomo “Hanno voluto farcelo trovare, come un segnale, capisci?” La donna rossa rabbrividì, al pensiero che qualcuno fosse così noncurante della vita altrui. “E Malfoy?” domandò Ginny. L’uomo si corrucciò, come se non avesse voluto pensarci. “Non so, sembra sospetto, e a quanto pare la Gazzetta vorrebbe addossargli la colpa, di sicuro sembra più semplice che pensare ad altri maghi oscuri in circolazione. Malfoy è una pista, finché non troviamo prove a sufficienza però non possiamo ritenerlo colpevole.” E la moglie lo raggiunse, posandogli una mano sulla schiena e massaggiandola. “Nel frattempo spero che Albus non si immischi nelle faccende dei Malfoy, il figlio di Draco è a Hogwarts. Preferirei che James  e Albus non fossero influenzati da queste sciocchezze.” Disse puntando il giornale “Allo stesso tempo preferirei che si tenessero lontani da quel Malfoy, anche se dice di non aver più alcun pregiudizio verso il mondo dei babbani, non mi ci giocherei la mano.” Ginny non parve essere d’accordo, ma non voleva far litigare il marito, e a dirla tutta, l’esplosione che aveva avuto poco prima, le procurò parecchi capogiri, anche se non voleva ammetterlo al marito. Harry d'altra parte, non osava contraddirla più di tanto, per paura che si agitasse, mettendo a rischio lei e il loro piccolo bimbo.

Mammaaaaa, Papaaaaaaà!” entrò una ragazzina, aveva due codini rossi e sventolava nel cielo una lettera sigillata. “Ehi!” la prese in braccio il suo papà, sfumando la sua espressione afflitta in una sorridente.
“Guarda, guarda!” disse Lily, indicando la lettera che teneva in mano “è arrivata poco fa, Orion mi ha bussato alla finestra con il becco” e guardò il padre tutta allegra “è di Albus!”. Harry posò a terra la figlia ed entrambi si sedettero sul divano, mentre Ginny apparecchiava la tavola.
“leggila ad alta voce tesoro!” disse la donna in uno sbatacchiare di piatti.

Harry, con mani tremanti aprì la busta, mentre sua figlia, con un’aria curiosa e impaziente lo osservava attentamente.
“Cari Mamma, Papà e Lily, C’è l’ho fatta! Sono diventato un Grifondoro!” a queste parole Ginny lasciò cadere un piatto per terra, e con la sua pancia pronunciata si piombò davanti al marito, saltellando di gioia. Harry, più posato si limitò a stringere il pugno e a dire “Evviva!” poi continuò la lettura, mentre Lily ancora applaudiva.
“Sono molto contento, il castello è meglio di quanto immaginassi e domani mattina inizierò le lezioni, secondo Louis (che è in Grifondoro!) domani avremo lezione di Pozioni, spero che non sia così difficile come dice papà. Anche Rose è dei nostri eppure quello strambo figlio di Scamander” “Hai visto? Quei due non smettono mai di stare insieme!” rise la madre di gusto e Harry proseguì “Devo scrivere a Luna, saranno come noi, un gruppo inseparabile” disse Harry leggendo il cognome Scamander “Già, ma dovresti insegnare a tuo figlio a non chiamare “strambe” le persone” asserì piccata Ginny. Harry rise di gusto, e annuì alla moglie, sempre risoluta quando si trattava di difendere qualcuno.
“È successa una cosa strana…” continuò Harry “ Scorpius Malfoy è stato scelto per Grifondoro, io Rosie e Lu abbiamo provato a farci subito amicizia, come ci ha detto la zia Hermione. Ora lui sembra così triste, non vorrei che il padre lo uccidesse per questo. Vi scriverò presto, ma non fatelo sapere a James! Lily mi raccomando, controlla che a casa fili tutto liscio, ti lascio il comando. Vi voglio bene. Albus S.” Così, mentre Lily compiaciuta iniziava a pensare al suo regno di comando, non aveva potuto notare i sorrisi congelati sui volti dei genitori.

“Un Malfoy…” disse Ginny e l’uomo completò la frase “a Grifondoro?”. Erano esterrefatti, come se, semplicemente, non sarebbe mai potuta succedere una cosa simile. Dopo un attimo, mentre Harry fissava le parole scritte dal figlio sua moglie gli disse “Beh Harry… tanti saluti ai tuoi progetti.” Harry la guardò e provò a sorriderle, anche se proprio non ne fu capace. “Se ora ti senti preoccupato, pensa a Ron, come sarà quando scoprirà che sua figlia ha fatto amicizia con un Malfoy”. Harry non poté fare a meno di pensarci, e ridacchiò, immaginando la faccia dell’amico “Oh al fatto che sua moglie gli ha consigliato di diventarci amica…” disse l’uomo, provocando in Ginny una risata incontrollata, “Quei due si uccideranno prima o poi” concluse. Ginny terminò di preparare e Harry, ora che si era allontanata ripensò alle parole della Gazzetta su Malfoy. Aveva paura, che Scorpius potesse coinvolgere in questa vicenda Albus, solo che ora era troppo tardi per avvertirlo di stare attento. Così facendo lo avrebbe messo in allarme inutilmente.

Lavarsi le mani e poi a tavola!” gridò la moglie dalla cucina. Harry dovette arrendersi, non trovando alcuna soluzione al suo dilemma, ma ammise a se stesso che Albus era molto più maturo di lui, soprattutto per quanto riguardava i pregiudizi. Così, scegliendo di rispondere al figlio più tardi, si alzò dal suo comodo divano, poggiando la foto di lui insieme a Louis a testa ingiù, che poco prima aveva preso per osservare il figlio partito.
 
 
N.d.A. Eccomi ancora qui! Sempre più in fretta del previsto, in questi giorni sto scrivendo molto, presa da una forte corrente. Prima di iniziare a fare le mie precisazioni vorrei solo ringraziare Ramo97, che si è preso molto a cuore la recensione di questa storia! “Amico, stai facendo un ottimo lavoro…” a parte gli scherzi grazie, sono felice dei consigli che mi dai e dei tuoi giudizi! Spero di stupirti ogni capitolo di più. Ringrazio ovviamente anche tutte le altre persone che stanno leggendo con passione la mia storia, capitolo per capitolo, siete fantastici, sia voi che mi seguite, che mi avete ricordata e che mi avete messo tra le vostre storie preferite (Preferite ragazzi!! Stupendo!) sia voi che recensite, ma anche quelli che leggono silenziosi, magari apprezzando quello che ho scritto. Quindi senza essere troppo melensa vi dico GRACIAS! Siete stupendi.
 

Ora passiamo alle cose serie. Ho fatto davvero fatica a scrivere questo capitolo, tant’è che ho dovuto scriverlo due o tre volte. Avevo un idea in mente precisa, far passare la storia verso Ginny ed Harry, non volevo concentrarmi solo su Albus, ma volevo esplorare gli altri personaggi, per cui credo che sia importante sapere come hanno influenzato la vita di Albus. Così, ne ho approfittato per dare qualche scorcio del passato della famiglia Potter. L’idea delle foto mi pareva stupenda, credo che avere tante foto in casa sia un modo meraviglioso per ricordarsi del passato ( e io sono molto nostalgica). Mi piaceva l’idea che Ginny fosse una (im)perfetta casalinga. Lei lavora certo, è indipendente, come lo è sempre stata, ma si occupa della sua casa, come Harry quando può. Spero che questo ripercorrere della vita di Ginny non sia troppo tedioso, in questo momento sono abbastanza accaldata per accorgermi di possibili errori che vi faranno tediare. Se dovesse fare schifo rimedierò. Passiamo a Kathleen Smith, una donna misteriosamente uccisa, perché? Chi è stato? Harry e Hermione si trovano a dover risolvere un bel rompicapo. Fate attenzione anche a come la Gazzetta, subito cerca di incolpare qualcuno…ovviamente questo perché è una via comoda per lavarsene le mani. È un po’ quello che fanno i media di oggi trovo, cercano un bersaglio da colpire, così da non dover pensare a chi sia veramente il colpevole.  In ultimo volevo precisare che Harry non odia Draco, ricordatevi che gli ha salvato la vita due volte durante la battaglia di Hogwarts, però non si fida, almeno non pienamente. I vecchi pregiudizi sono sempre duri a morire, con questo non credo che Harry voglia incolparlo della morte della donna, però diciamo che ci ha fatto un pensierino. Con questo ho concluso le mie gigantesche note d’autore. Ancora una cosa, volevo che Teddy fosse andato a vivere con Harry e Ginny da piccolo, per aumentare il legame che c’è tra di lui e gli altri Potter, quindi mi dispiace per Andromeda… ma è andata così, è morta nel sonno, quindi niente sofferenze, non preoccupatevi.
Sperando che non vi siate addormentati lungo queste precisazioni vi ringrazio di cuore dell’attenzione, ci rivediamo nel prossimo capitolo (A Hogwarts si spera). Un grandissimo abbraccio giu_ggiola. Besos!
  
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