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Autore: Chemical Lady    05/07/2015    0 recensioni
Raccolta di Missing Moments di mia invenzione sulla coppia Loki/Freyja, ispirata da un mio Gdr.
Un connubio tra mitologia e Marvel.
Spero vi piaccia, se è così, fatemelo sapere!
****
In giovinezza, la Dea della Guerra e dell’Amore era assai differente da ciò che sarebbe poi divenuta e la causa di quell’indurimento era da ritrovarsi nell’uomo che, in quel frangente, sedeva distaccato al suo fianco.
Quella era solo la prima di una lunga serie di coltellate nel cuore che Loki le avrebbe inferto.
Genere: Angst, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Violenza
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His love will conquer all
~di Chemical Lady~
 
 
 
 
 
The silence of this sound is soon to follow
 


~Parte Seconda.
 
«Un giorno prenderai il mio posto, dovrai essere pronta per allora. In te ripongo la mia più sincera fiducia, figlia mia. Un giorno, i midgardiani offriranno il blót di primavera e autunno a te e sempre a te invocheranno il tilárs ok friðar»
Freyja sentiva tutta la tensione di quell’importante giorno sulle spalle, mentre attendeva che Fulla, l’ancella della Madre di Tutti, terminasse di sistemarle la ghirlanda di fuori sul capo, tra le ciocche elegantemente acconciate.
Si torceva le mani, la bella Freyja, nonostante non dovesse rivestire ruolo alcuno se non quello di attenta osservatrice. Se l’era aspettato che, un dì, la Madre avrebbe pronunciato quelle dolci parole, ma non credeva che esse sarebbero venute così in fretta. Sapeva di essere ancora impreparata, inesperta e grazie al Padre aveva ancora molto tempo per affinare le sue doti e prepararsi a dovere. La sua magia non era paragonabile a quella di Loki, figurarsi a quella della stessa Frigga, che con tanto amore le stava ancora insegnando tutto ciò che c’era da sapere. Si sentiva inferiore ad entrambi e in cuor suo sapeva che non poteva nasconderlo.
Giovane, insicura Freyja, com’eri ingenua.
 La cerimonia sarebbe stata molto importante, come ogni anno, ma in quello in particolare avrebbe dovuto prestare la massima attenzione perché, forse, da quello successivo in poi avrebbe addirittura aiutato Frigga.
Insieme alla Madre, uscì dagli alloggi reali, trovando immediatamente oltre la porta i loro accompagnatori in attesa.
Sul volto di Frigga si disegnò un’espressione stupita, quando al posto di Loki, vide il bel Baldr, vestito con una casacca dei colori del cielo d’estate e una cappa dorata appoggiata sopra di essa. A Freyja non sfuggì quella sorpresa, che però sfumò in un sorriso quando ella si accostò all’amico, che si inchinò a lei, porgendole il braccio.
«Mia principessa.» disse con tono educato, prima di scambiare uno sguardo con Odino in attesa di approvazione. Compiacere il sovrano era una cosa nella quale Baldr eccelleva sempre. Questi sorrise divertito da tanta formalità, prima di porgere il braccio alla moglie, al quale ella subito si aggrappò.
«Andiamo, ci aspettano grandi festeggiamenti.» si limitò a dire il Padre di Tutti, sfilando con la sposa lungo i corridoi sorvegliati dalle guardie nella loro armatura migliore. Freyja camminava piano, decisa a tenere i genitori un poco distanti. Poi si sporse appena verso il giovane Baldr, sussurrandogli quasi nell’orecchio.
«Ti ringrazio per aver accettato di accompagnarmi. Già mi figuravo dall’altra parte del fianco di mio Padre, a camminare come una bambina che non vuol lasciare le sottane dei genitori.» Baldr sorrise un po’ mesto, prima di rispondere con tono complice.
«Non potevo sperare in un progetto migliore, visto che colei che amo mi ha di nuovo rifiutato.» Di come Nanna potesse rifiutava un giovane di belle maniere e gentil aspetto come il Dio più bello fra i belli, Freyja ne era all’oscuro. Quell’eterno rincorrersi le metteva una certa tristezza e più volte si era domandata se fosse il caso di utilizzare il Dono che il Padre di Tutti le aveva fatto per ‘aiutare’ quell’amore nascente. Quando lo faceva con i Midgardiani era molto semplice. Loro la veneravano per ciò, alzavano altari in suo nome sui quali donavano fiori e monili che potessero compiacerla, purché lei li aiutasse a trovare la loro metà. Ad Asgardr invece era molto, molto diverso.
Lei stessa si chiedeva se sarebbe mai riuscita ad amare qualcuno nel modo totalitario in cui amava il fratello. Si spaventava, alle volte, se pensava che forse non avrebbe mai guardato nessuno nello stesso modo in cui guardava Loki. Altre volte, poi, si chiedeva perché dovesse farlo. Perché cercare il rimpiazzo alla perfezione innanzi hai suoi occhi? Non aveva fatto altro che pensarlo, da quella mattina, quando le aveva detto che avrebbe accompagnato Rinda al banchetto dei giorni di blót.
Forse se avesse saputo quanto importante sarebbe stato per Freyja averlo con sé, non l’avrebbe fatto. O forse aveva scoperto semplicemente di provare qualcosa per quella donna così piena di sé. Non era il caso di riempire la mente di così tante preoccupazioni, però. Esse potevano rimanere relegata nella parte più profonda del suo cuore, laddove sarebbero parse legittime.
La cerimonia era stata molto rapida, ma agli occhi di Freyja era durata due vite dei mortali.
Lei e Frigga se ne stavano su un piccolo balcone, dietro di loro Baldr e Odino parlavano sottovoce, di cosa alle due donne era oscuro. Sotto di loro, nei giardini, tutti attendevano in decoroso silenzio. Frigga allargò semplicemente le braccia e, in un istante, una miriade di germogli nacque lungo tutta Asgard e così su Midgard.
Freyja la guardava incantata da quella magia così bella, così pura… Frigga, ai suoi occhi, era meravigliosa. Si chiese se anche lei sarebbe parsa così, un giorno, quando l’esperienza avrebbe disegnato sul suo viso un dedalo di nuovi solchi per segnarne la saggezza acquisita.
La Madre chiuse gli occhi, procedendo col rito, prendendo ciò che le serviva dalla terra e dall’aria. Non la vide, ma una sfera luminosa di un colore blu così puro da sfiorare le sfumature della luce stellare, iniziava a formarsi fra le sue mani. Frigga aveva spiegato a lei e a Loki che ciascuno aveva un potere unico, raro. Essi prendevano una colorazione unica, in base alla forza e soprattutto allo spirito di colui che lo poteva governare. Loki aveva le tonalità dello smeraldo, Frigga le profondità del cielo. Freyja aveva un potere più delicato, fatto di grazia e di Amore che assumeva le sfumature di un rosa antico, leggermente tendente al rosso, forse, ma che non si caricava di quella tonalità così intensa. La magia di Frigga era come il vento, sapeva essere dolce e impetuosa a seconda delle necessità; quella di Loki era forte, decisa, come uno schiaffo in pieno viso. La magia di Freyja invece era totalmente diversa, non solo perché intaccava il libero arbitrio, ma anche perché lo faceva con grazia, come una carezza sulle gote.
Secondo Odino era una grossa responsabilità, così come quello della Madre e del fratello e lei non doveva sottovalutarlo.
Frigga alzò le mani, sollevando quella sfera nel cielo, ed essa continuò a crescere e crescere, sino a che la Dea non chiuse le braccia ed essa esplose, ricadendo come polvere d’argento sulle piante e sulla terra, facendo sbocciare i fiori e inverdendo le foglie. Ciò che rimase spirò, andando a donare anche a Midgard la rinascita della primavera dopo l’inverno che Skaði aveva gettato sui fiordi e sui boschi. Dal basso si alzarono cori esultanti e quando il capo delle Anziane, la saggia Nòtt, fece scendere le tenebre della notte come un pesante tendaggio su Asgardr, aiutata dal figlio Auðr che accese le stelle del firmamento rendendole più brillanti che mai, la festa vera e propria ebbe inizio.
 
 
Loki non era ben certo di cosa stava provando, in quel momento. Si era levato Rinda dai piedi dopo un ballo, nemmeno terminato come si deve. Semplicemente era stufo del cincischiare smodato di quella donna, di come criticasse qualsiasi cosa le capitasse a tiro di occhio. Loki poi non aveva resistito oltre quando l’aveva vista squadrare Freyja, che danzava a qualche metro da loro con Baldr. Naturalmente, Rinda s’era ben guardata dal dire cosa l’era passato per la mente, se non un’evidente gelosia per tutte le attenzioni che stava ricevendo la principessa asgardiana, ma il Dio non era uno stupido e non ci aveva messo un secondo a lasciarla lì, al centro della pista, a cercare di celarsi agli sguardi di tutti i presenti.
Lui invece non si era curato di come aveva trattato la donna, così come non si curava di come trattava Thor quando esagerava con le stupidaggini. Era andato a sedersi al tavolo del Padre, dove aveva cercato di ignorare il fratello che stava come di suo solito, parlando di sciocchezze con i suoi compagni. Loro compagni, avrebbe dovuto pensare Loki, ma non riusciva molto bene ad inserirsi nel quadretto che si era creato Thor attorno, nonostante ne facesse ampiamente parte.
Il solo mondo del quale si sentiva parte integrante era lì, davanti a lui, e stava danzando con un altro uomo.
Nonostante sapesse di essere ben visibile a tutti, soprattutto viste le enormi corna che aveva accuratamente scelto per il suo elmo, non poteva staccare gli occhi da quella scena, che pareva distante da lui anni luce.
Freyja rideva, mentre Baldr continuava a parlare e a parlare, passando le mani su quelle della bionda, sui suoi fianchi, sulla schiena lasciata nuda dall’ambito bianco intarsiato di scaglie dorate… Anche la ghirlanda di sgargianti fiori che teneva sul capo, leggermente storta a causa di quel tanto danzare e ridere, pareva cadere con assoluta perfezione su quelle ciocche dorate. Era bellissima, così bella che Loki rimase in silenzio a guardarla danzare per tutta la durata del banchetto, domandandosi per quale dannato motivo non l’avesse accompagnata come ogni anno. Lo sapeva benissimo il perché, anche se non riusciva ad accettarlo.
Aveva iniziato a guardare la sua bella sorella con occhi diversi, ormai da qualche tempo.
Aveva preso ad interpretare i piccoli atti quotidiani che condividevano in modo diverso, più profondo. Poteva cercare tutte le spiegazioni del mondo, ma il punto era che era perdutamente e irreversibilmente innamorato di Freyja e la cosa non era digeribile. Non era semplice da accettare, perché sentiva che non sarebbe mai potuta essere sua. Una consapevolezza che lo uccideva. Non tanto poiché era sua sorella, ad Asgardr era tutt’altro che strano quel tipo di legame, ma perché sentiva in cuor suo di non meritarla.
Loki, per tutta la sua vita, avrebbe avvertito quel medesimo senso di inadeguatezza, verso di lei. Verso il suo modo di sembrare così perfetta, così distante da lui. Aveva sempre parole dolci per lui, accortezze uniche. Lui faceva del suo meglio, ma sapeva di non essere quel tipo di persona. La cosa lo faceva soffrire, ma non tanto vederla ballare prima con Baldr, che sapeva non essere una vera minaccia in quanto totalmente perso (e totalmente privo di capacità intellettive) di un'altra donna, ma con un altro uomo.
Freyr.
Di lui sapeva poco o nulla, ma quando l’aveva visto stringerla un po’ troppo aveva deciso. Freyja non avrebbe danzato con nessun altro, se non lui, di li alla fine dei loro giorni. Freyja sapeva molto poco del bellissimo uomo che le aveva chiesto di danzare con lui, prendendo il posto di Baldr che aveva giustamente colto la propizia occasione per andare da Nanna.
Sapeva che si chiamava Freyr, era noto a corte nonostante fosse il figlio di un altro mondo, un mondo che per molti secoli era stato nemico di Asgardr, ma che in quel momento viveva con esso una pallida tregua. Era il principe di Vanaheim e suo padre, Njörðr, ne era il re.
Il suo modo di danzare era ben diverso da quello fanciullesco e giocoso che aveva avuto sino a quel momento con Baldr, che dopotutto non aveva intenzioni diverse dal divertirsi con una buona amica ad un ballo.
La mano di Freyr era solida sulla sua, mentre giravano su loro stessi. La presa sui suoi fianchi era decisa, mentre la sollevava da terra per farle fare una piccola giravolta. Non si spinse comunque oltre. Non parlò nemmeno, limitandosi a sorriderle gentile, quasi dolce. Freyja non riusciva a capire il motivo, ma in quel sorriso sembrava intriso di una certa malinconia, che però non ebbe né il cuore né il tempo di indagare. Appena la musica cessò, mutando in qualcosa di più lento, sentì una mano sulla schiena. Una mano fredda e familiare, che la fece rabbrividire. Si era sempre chiesta perché Loki avesse costantemente le mani gelate. Non che la cosa la infastidisse più di tanto, c’era abituata, era soltanto singolare.
«Se permettete, ora vorrei danzare con mia sorella.»
 Il tono usato dal Dio indicava che quello era un ordine mascherato da cortesia. Freyja si sentì quasi arrossire per quanto esso paresse intriso di un interessante possessività. Freyr invece non reagì esattamente come si era aspettata. Guardò Loki in modo strano e per un istante i suoi occhi si oscurarono. Poi si limitò a fare un breve inchino a Freyja, prendendole la mano e baciandola.
«A presto, mia Lady.»
«Arrivederci, buon Freyr.» rispose lei educata, ricambiando la cortesia chinando il capo. Quando l’uomo se ne andò, la Dea si ritrovò però sola in mezzo alla pista. Adocchiò Loki mentre stava lasciando la sala, passando tra due gigantesche colonne alla volta degli appartamenti reali.
Freyja sospirò, sentendo che era arrivato il momento per una di quelle scenate. Senza esitazione alcuna, sollevò leggermente l’orlo dell’abito, decisa a seguirlo e fermarlo. Lo raggiunse soltanto perché lui l’aveva voluto, o l’avrebbe tranquillamente seminata visto che le scarpe e gli abiti di lei non erano adatti ad un inseguimento.
Lo prese per l’avambraccio, tirandolo verso di sé e guardandolo negli occhi con disapprovazione. Lui non sembrava per niente interessato a quella che si prospettava una bella scenata in piena regola, tanto che attese a braccia incrociate che la sorella dicesse qualcosa. Qualsiasi cosa. Non dovette, per fortuna, attendere a lungo.
Freyja lasciò il suo braccio, sospirando profondamente, esasperata.
«Alle volte ti comporti come un gigante di ghiaccio.»
Lui alzò le sopracciglia, prima di lasciarsi andare in una risatina senza alcun colore. Freyja odiava quando le sorrideva a quel modo. Sembrava tutto una presa in giro, senza importanza alcuna. Odiava quando Loki faceva così.
«Stai dicendo che sono alto?»
«Sto dicendo che sei freddo.»
A quello, Loki, non seppe come rispondere. Semplicemente, tenne gli occhi ben puntati in quelli azzurri di Freyja, deciso a non dargliela vinta. Non pensava di aver fatto nulla di male, dopotutto. Era lei nel torto. Non l’aveva degnato di un solo sguardo, per tutta la serata, troppo presa dal fare la bambina con Baldr o scambiarsi languidi sguardi con Freyr. Forse era quello il problema? Aveva interrotto qualcosa? Istintivamente, Loki scattò sulla difensiva senza che lei avesse detto nulla.
«Forse dovresti tornare a danzare col vanadiano, prima che decida di andarsene.»
Lei abbassò gli occhi sul pavimento, definitivamente sconfitta. Cosa poteva dirgli, quando faceva così? Nulla. Portò una mano al capo, sfilandosi la ghirlanda di fiori, che poi spinse contro il petto di Loki, mentre lo superava.
«Con quest’ultima sgradevole uscita, concludo la mia serata. Buonanotte, fratello.»
Il Dio non si voltò nemmeno a guardarla, rimanendo solo fermo con quella coroncina in mano. Poi realizzò la presenza delle guardie nel corridoio, che fulminò con uno sguardo, prima di avviarsi a sua volta verso le camerate della famiglia reale. Davvero non comprendeva come facessero, ogni volta, a discutere in quel modo stupido e infantile, ma non sapeva se darsi o meno tutta la colpa.
 
Freyja sapeva che Loki sarebbe andato da lei.
Avrebbe atteso come ogni volta un ragionevole lasso di tempo, nel quale sicuramente si era interrogato circa la gravità della situazione e le possibili soluzioni. Poi aveva fatto passare altro tempo, per non mostrare alla bionda che stava correndo da lei, come un disperato. Infine, quando ormai la Dea aveva rinunciato alla possibilità di addormentarsi, aveva avvertito la porta della sua stanza aprirsi piano, per poi richiudersi subito dopo. Dei piedi nudi avevano percorso lo spazio tra il letto e la porta e poi qualcuno si era messo accanto a lei, sotto alle coperte.
«Mi dispiace.»
Per cosa, solo Loki lo sapeva. Forse era l’aver invitato Rinda al suo posto, forse per quella futile scenata di gelosia. Forse per entrambe le cose o forse perché Freyja era stupida e faceva cose che nemmeno le bambine si sarebbero sognate e lui era mortificato per questo. Lei non lo sapeva, ma non avrebbe comunque detto altro.
Era rimasta ferma, sul fianco a fissare Asgardr oltre la grande vetrata della sua stanza, poi aveva atteso il suo ragionevole lasso di tempo, quello che usava lei per fargli capire che era offesa, prima di voltarsi e appoggiare il capo sulla sua spalla.
Non era raro che dormissero insieme, dopo aver litigato.
Non era raro che dormissero assieme in ogni caso. Eppure qualcosa stava cambiando per entrambi, ma nonostante le preoccupazioni, quello era il solo modo che avevano per chiudere gli occhi e abbandonarsi al sonno…

 
  
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