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Autore: Mountain D Henry    06/07/2015    4 recensioni
Saga ambientata un anno dopo il time skip su tre isole inventate. Le notizie fedeli all'opera del maestro Oda terminano alla saga di Punk Hazard. I protagonisti sono i Mugiwara che, dopo aver sconfitto due imperatori, si metteranno in viaggio per incontrare un altro imperatore, Shanks Il Rosso. Nuovi personaggi, poteri e sentimenti amplieranno il meraviglioso mondo di Oda, contaminandolo per mezzo della mia fantasia. Proverò a non mettere troppo in disordine un mondo così perfettamente delineato. Buona lettura!
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jinbe, Monkey D. Rufy, Nico Robin, Shanks il rosso | Coppie: Rufy/Nami
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Amicizia 2.0

Coal Mine Island
Porto di Mancastle
Sunny
13:00 a.m.



Nella piazzetta subito fuori la Ruspa Zoppa erano rimasti Henry, Robin ed Etonar.
C’era una piccola fontanella al centro di questa piazzetta con una strana statua che rappresentava una qualche divinità di quell’isola.
Henry, dopo aver affidato il suo mantello a Robin, si era girato e aveva fatto alcuni passi verso il suo avversario.
«Tu.... Tu… Tu… Tu hai osato togliere i vestiti alla mia Robiiiiiiin!» gridò scuro in volto l’uomo-grifone.
«Eheheheheheh! Cos’è la tua fidanzata?!» lo provocò il nano.
«Tu non sai, stolto di un nano! 15 anni… 15 anni sono stato solo...» iniziò a dire Henry prima di essere interrotto da Etonar «E allora?! E’ colpa tua se sei un gigante idiota! Invece di stare solo potevi andare in un bel bordello! Ce n’è uno dietro l’angolo! Eheheheheh!».
«… solo in mezzo a una foresta. E lei! – Henry indicò Robin – è la prima persona di cui mi sia fidato in questi 15 anni. E’ la persona a cui voglio più bene in questo mondo!» dichiarò l’uomo-grifone.
“Henry, Henry, Henry” Robin ripeteva nella sua testa quel nome che le dava tanta gioia, quel nome che ora le scaldava il viso e che trasformava in vapore quelle lacrime di gioia.
«Non la passerai liscia! Twolegged-step!» gridò Henry prima di trasformarsi in un vero e proprio uomo-grifone.
Aveva due gambe umane lunghe e muscolose ricoperte da pelle di leone.
La stessa pelle copriva pure il busto, il torace e i pettorali.
Più in alto dei pettorali e sulle braccia, la pelle leonina lasciava spazio ad un piumaggio bruno-dorato.
Aveva delle grandi e robuste ali che gli uscivano dalla schiena.
“Sembra un angelo!” pensò Robin.
Il cranio era quello di un leone ma la tipica criniera di pelo aveva lasciato spazio alle piume del grifone.
«Vuoi dire le tue ultime parole, nano pervertito?» urlò fuori di sé il grifone.
«Eheheheheh! Non potevi essere altro che un uccello, testa di ca**o!» lo insultò Etonar.
«Combattiamo!» disse Henry.
Il nano estrasse un coltello dalla sua cintura e si scagliò contro il suo avversario piantandogli la lama nel suo quadricipite.
"Wow, è veloce questo maledetto nano!" pensò Henry.
«Non dovevo già essere morto?!» lo stuzzicò Etonar.
«Cos'è, hai furia!?» ribatté l'uomo-grifone.
Il nano estrasse un altro coltello dalla sua cintura e velocemente corse verso il gigante.
Con grande agilità Etonar riuscì a colpire le gambe ricoperte di haki dell’avversario.
Henry, appena bloccato questo colpo, tentò di rispondere con un poderoso pugno ricoperto di haki ma l’avversario velocemente evitò il colpo.
«Sei piuttosto veloce, uomo-uccello! Eheheheheheh Ma io lo sono di più! Quindi anche se non ti posso far sparire i vestiti, la vittoria è mia! Eheheheheh!» sghignazzò Etonar.
“Mmm, voglio sbarazzarmi di questo nano al più presto. Potrei usare la Speed-step oppure la King-step oppure…” pensava Henry.
«Ah sì? Se credi di essere così superiore perché non provi a colpirmi proprio qui?!» disse indicando le sue parti intime «Dovrebbe essere alla tua altezza, nano!».
«Vuoi essere evirato, gigante stupido!? Eheheheheh! Ok!» rispose Etonar.
“Oshoshoshoshosh! Ci è cascato!” pensò Henry.
Etonar strinse con forza il coltello che aveva provato ad usare nel secondo affondo e si lanciò nel terzo.
Mentre il nano correva svelto verso il pube del suo avversario, l’uomo-grifone caricò il suo pugno destro e, quando mancava meno di un metro urlò «Impact Claw X!».
Il pugno colpì in pieno Etonar lanciandolo a grande velocità contro la fontana nella piazza.
L'acqua zampillava alta sulla piazza ricadendo un po' dappertutto.
Fra le macerie della fontana giaceva dolorante il nano.
«Noi volevamo solo sentirci accettati! Purtroppo da quella notte… da quando il re, nonno di Kap, è impazzito… » disse Etonar prima di perdere i sensi.

 

Chopper era sdraiato fra la polvere e le rovine delle bancarelle.
“Quell’asino è forte!” pensò la renna.
Sir Raglio si stava avvicinando a lui.
Ad ogni passo si sentiva il rumore sordo degli zoccoli sul terreno.
«Tecnica del Pugno Spaccategole!» urlò Jinbe appena arrivato.
La forte onda d’urto costrinse Sir Raglio a indietreggiare.
«Jinbe! Grazie.» lo salutò Chopper.
«Dovere, giovane amico mio!» rispose l’uomo-pesce per poi aggiungere «Chi è il nostro avversario?».
«Il nostro avversario si chiama Sir Raglio, ed è un asino che ha mangiato il frutto del diavolo Rainbow Rainbow. E’ veloce come la luce!» spiegò il dottore.
«Mmmm, un avversario difficile! Mi ricorda un certo ammiraglio della marina …» disse Jinbe.
Intanto l'asino si era rimesso in piedi ed era pronto a dare battaglia ai suoi due avversari.
«Tienilo a bada per un po’ mentre io penso a come sconfiggerlo!» ordinò Chopper.
«Yosh! Conto su di te!» rispose l’uomo-pesce mentre Sir Raglio si avvicinava a lui minaccioso.


«Brutto okama, sei piuttosto forte!» ammise Sanji.
Era già da alcuni minuti che il cuoco dei mugiwara si batteva con Tolen.
«Grazie, anche tu! Però io vincerò e sai perché?» disse Tolen.
«No.» rispose Sanji.
«Perché tu non accetti di essere gay, mentre io sì! Hihihihihihi!» sghignazzò l’omosessuale.
«Io non sono come te!» urlò il cuoco.
"Maledetti okama... Eppure anche fra di loro ci sono persone buone. Emporio, Mister Two... Avrei voluto esserci per Rufy quella volta..." pensava il biondo.
«Sai, una volta mi sono battuto con un okama. Era un tizio strambo ma anche una persona molto buona. Una persona che ha dato una grossa mano ad uno dei miei più cari amici quando io non potevo.» disse Sanji.
«Lo avrà fatto per interesse!» ipotizzò Tolen.
«No, lo ha fatto per l’amicizia! Si è sacrificato per un amico.» rispose il biondo.
«Che idiota! Ci sono solo due sentimenti che valgono la pena di essere provati: l’amore e l’odio. Il resto è spazzatura!» replicò l’okama.
«Non è vero, l’amicizia è una cosa meravigliosa! E’ vero, amare una donna è forse la cosa più bella del mondo per un uomo come me! Però… Però avere degli amici è altrettanto importante per un essere umano! Senza l’amicizia ci perdiamo una gamma quasi infinita di sensazioni, sapori, consistenze, odori… E’ come cucinare senza spezie o amare senza poter sentire il calore della donna amata.» disse Sanji.
«Hihihihihi! A quanto pare sei un poeta! Quanto sei gay!» lo provocò Tolen.
«Sono fiero di essere simile a un okama come Mister Two! Melancholy Memories!» gridò Sanji prima di assestare un poderoso calcio infuocato al suo avversario.
Tolen cadde a terra.
«Quanta potenza! - sputò un po' di sangue - Quindi ami proprio questo tuo amichetto! Sei un vero e proprio omosessuale!» gli urlò contro l'okama.
Sanji tirò via la mascherina che gli aveva dato Chopper e si accese una sigaretta.
«Io non posso amare sessualmente un uomo, non sono nato così. Però posso voler bene ai miei amici che siano uomini, donne o animali! E' una cosa che non puoi capire...»
L'okama sganciò le punte delle sue scarpe rivelando la presenza di due lame affilate.
«Morirai bastardo!» urlò Tolen lanciando i suoi fendenti.
Sanji ricoprì d'haki le sue gambe e gridò «Double Chevilles1» andando poi a colpire con tutta la sua forza le caviglie del suo avversario.
Si sentirono due «Crack!».
Le caviglie di Tolen si erano frantumate.
«Ueeeeeeeeeehh!» si mise a piangere il povero Tolen.
«Ho perso! Come è possibile?! Ueeeeeeehhh!» piagnucolava l’okama.
Sanji si fece un tiro.
Il sapore del tabacco, il sapore della vittoria e della malinconia.
«Hai perso perché le mie motivazioni erano più forti delle tue!» sentenziò il cuoco.
«Come può essere!? Io volevo rapirti, volevo abbattere un imperatore, volevo non essere più discriminato, volevo…» disse Tolen prima di scoppiare nuovamente a piangere.
«Io combattevo per i miei amici.» ribadì il biondo prima di andarsene, giacca in spalla.
 

Brook aveva sfoderato la spada respingendo l’attacco di Gladis, ma i problemi non erano finiti.
Aveva i piedi incollati a terra e la sua avversaria si stava preparando ad utilizzare nuovamente il suo potere.
«Non posso permettermi di deludere i miei nakama! Ti batterò qui e ora.» disse lo scheletro.
«Fufufufufu! Credi di potermi battere?! Ma sai quanti anni ho? 88! Nessuno mi batte in esperienza! Fufufufufu!» affermò la vecchia.
«Yohohohohoho! Io ho 89 anni! Yohohohoho!» rise Brook.
«Come!? Esiste un uomo più vecchio di me? Allora muori subito, brutto scheletro!» sentenziò Gladis prima di gridare «Daeki Daeki Bullet!».
Brook però fu ancora più veloce «Canticchiamento della tormenta nevosa!».
Lanciò la sua spada in bocca alla vecchia. congelando lo sputo colloso addosso alla sua avversaria.
Gladis tossì senza riuscire a rimuovere quel blocco che le impediva di respirare.
Dopo alcuni secondi di sofferenza svenne.
Lo sputo colloso ai piedi di Brook si sciolse e con esso anche quello nella gola della vecchia.
«Yohohohoho! Io sarò vecchio, ma almeno non mi sbavo addosso! Anche perché di bava non ne ho! Yohohohoho! Skull Joke!» rise Brook mentre si incamminava verso la Sunny.
 

Dopo qualche scambio di fendenti i due spadaccini si erano presi una pausa per studiarsi meglio.
«Ehi zittella!» Zoro richiamò l’attenzione della sua avversaria «Tu sei molto brava e hai delle tecniche molto interessanti…».
«Ti vuoi già arrendere?» lo interruppe la spadaccina.
«Ohohohohoh! Sei spiritosa!» disse ridendo sguaiatamente Zoro «Tuttavia non sei al mio livello.».
«Ne sei sicuro?» chiese Pata.
«Ti batterò con una sola spada!» sentenziò il cacciatore di pirati riponendo tutte le sue lame «Per tuo vantaggio la lascio pure nel fodero!».
«Arrogante. Ti sconfiggerò!» gli urlò contro la ragazza «Tecnica a tre spade: tridente della vendetta!».
Zoro portò la mano all’elsa della Shusui e mentre la sua avversaria si avvicinava con le 3 pata urlò «Canto del Leone morente!».
Il fendente fece volare via tutte le spade di Pata, slogandole i polsi.
«Questo faceva male!» disse la donna.
La spadaccina si alzò da terra e si mise in ginocchio.
Piangeva.
«Hai vinto! Ti prego… se vuoi… prendi la mia vita!» disse singhiozzando la donna.
Zoro la guardò.
Voleva guardarla negli occhi, ma la donna aveva il capo chino con la fronte a terra.
Ci fu un attimo di silenzio.
Pata aveva paura, non voleva veramente morire ma quello è il destino di uno spadaccino giusto e onorevole.
La sconfitta porta alla morte.
Pianse ancora un po', poi alzò un attimo lo sguardo da terra per pregare il suo non il suo avversario ma il suo dio.
In quel momento si incorciarono gli sguardi dei due spadaccini.
"Quegli occhi non meritano la morte" pensò Zoro.
"Quegli occhi... Roronoa Zoro, sei tu il mio dio?" pensò la donna.
Pata smise di piangere.
«Non è mia intenzione toglierti la vita. Diventa più forte e magari ti darò la rivincita!» sentenziò Zoro.
La donna ricominciò a piangere.
Era molto grata a quell’uomo, al suo nuovo dio.
“E’ così forte, buono, saggio… Oh, Zoro!” pensò Pata.
«Ehm ehm! – la donna si schiarì la voce – Non è che vuoi uscire con me?!».
Zoro rimase pietrificato.
“Che le prende?! No-no-non è u-u-un comportamento co-co-consono a una spadaccina!” disse dentro di se il cacciatore di pirati.
«Allora?! Usciamo insieme???» si ripeté la donna.
«Mi… ehm ehm … dispiace ma ho delle faccende da sbrigare! Addio!!!» disse prima di scappare a gambe levate.
«Non scappare! Sono innamorata di te, prenditi le tue responsabilità!!!» gridò la donna. 


Franky e Dev non stavano propriamente combattendo, stavano più che altro facendo una sorta di contest a tema “guerrieri robot”.
«Questa la chiamo "Magma Blade"!» proclamò Dev facendo uscire dal suo braccio destro una lama incandescente.
«SUPER! Il tuo braccio a lame incandescenti è SUPER! Ma credo di avere una cosa che ti lascerà senza parole!» esclamò Franky.
«Hihihihi! E’ impossibile che resti senza parole, io sono un genio del male!» ribatté il ragazzino mentre riponeva la lama ancora calda nel suo braccio.
«Se sarò in grado di sorprenderti allora ti arrenderai, che ne dici?» propose il cyborg.
«Non lo so…» rispose Dev.
«Allora forse non sei tanto sicuro di te…» lo provocò Franky.
«Ok, ok! Se mi sorprendi mi arrenderò!» accettò Dev.
“Ahahahahahaha Ora ci penso io a SUPER-sorprenderlo!” pensò il cyborg.
Franky prese due panini tondi da una delle bancarelle lì vicino e li appoggiò per terra.
Poi gridò «Coup de Boo!» e “volò” in cielo.
Arrivato a circa 20 metri di altezza, smise di emettere il gas alla cola dal sedere e con una piroetta
degna di un grande tuffatore gridò ancora «Franky Nipple Laser!».
Dai suoi capezzoli uscirono dei raggi laser che colpirono il terreno subito sotto il cyborg.
Si alzò un gran polverone.
Dopo qualche secondo la polvere si ri-posò sul terreno e Dev vide Franky in piedi in una posa assurda.
Nelle mani del cyborg c’erano due ottimi frati.
Dev lo guardò perplesso «Frati?! Come mai dovrebbero sorprendermi?».
«Perché sono quei due panini che avevo appoggiato per terra prima! SUPER!» urlò Franky mettendosi nella sua classica posa «Assaggiali!».
Dev ne prese uno in mano e incominciò ad addentarlo.
“Mmmm, non sono male! E così ha messo nell’aria dello zucchero in forma gassosa attraverso il Coup de Boo e poi lo ha fatto cristallizzare sopra i panini con il laser, producendo inoltre i classici buchi delle ciambelle… Mmmm! Squisito!!!” pensava il ragazzino mentre cominciava a piangere dalla gioia.
«Mi arrendo!» dichiarò Dev «Ti prego, diventa mio maestro!».
«Maestro?» chiese perplesso il carpentiere.
«Sì, voglio imparare a fare cose buone con la mia scienza!» replicò il ragazzino.
«Ahahahahaha! Ricorda sempre: non importa come vengono usate le cose che crei, devi sempre essere orgoglioso di ciò che hai costruito! Comunque io non posso restare qui, devo andare in giro per il mondo con la mia SUPER nave!» rispose il cyborg ridendo.
«Almeno teniamo una corrispondenza!» lo implorò Dev.
«Ok! Sarò il tuo maestro a distanza. Qua la mano, discepolo!» rispose Franky porgendogli la grande mano destra.
Dev scese dal suo esoscheletro e strinse la mano al suo nuovo maestro.
«Grazie!».
 

«Hi-oh!» ragliò Sir Raglio prima di schiantare a terra il suo avversario.
Jinbe era molto stanco.
Quell'asino aveva un potere problematico.
Innanzitutto quando il suo avversario era sottoforma di luce risultava velocissimo e intangibile; inoltre ogni volta che lo toccava gli causava delle gravi bruciature. 
Insomma ne aveva prese “di tutti i colori” combattendo contro un avversario-arcobaleno.
«Hey Jinbe, ho una idea!» disse Chopper.
«Era l’ora, amico mio!» rispose Jinbe.
«Scusa, avrei voluto risolvere prima questo problema ma purtroppo era abbastanza difficile…» iniziò a dire la piccola renna prima di essere interrotto dall’amico «Taglia corto!».
«Il nostro avversario ogni volta che attacca si trasforma in luce per circa 3-5 secondi. La luce si rifrange passando attraverso un mezzo diverso dall’aria, ad esempio…».
«L’acqua!» lo interruppe Jinbe.
«Grazie Chopper!» gridò l’uomo-pesce «Adesso so come sconfiggere questo dannato asino!».
«Hi-oh!» ragliò ancora l’asino prima di ritrasformarsi in luce di 7 colori e attaccare nuovamente.
«Colpo d'Acqua!» gridò Jinbe.
L’acqua deviò la traiettoria della luce, facendo schiantare a terra l’asino.
Jinbe velocemente gli saltò addosso e, approfittando dello stato solido del suo avversario, gli diede il colpo del K.O. « Tecnica del Pugno Spaccategole!».
Sir Raglio era ko.
«Evvai!» gridò Chopper facendo salti di gioia.
«Chopper-kun, dammi una mano a tornare alla nave!» disse l'uomo-pesce prima di cadere a terra.
 

Usopp stava afforntando già da diversi minuti il leader del KKK.
Kap con le sue due lame lo costringeva a un combattimento corpo a corpo, cosa a cui Usopp non era proprio abituato, e quindi il buon cecchino scappava cercando di rimanere tutto intero.
«Perché mi vuoi rapire, strano tizio senza naso?» chiese per l'n-esima volta il cecchino.
«Te l’ho già detto. Io voglio diventare imperatore. Voglio costringere tutti ad accettarmi!» urlò Kap.
«Perché non ti accettano? Forse per il naso?! Vabbeh, anche io ho un naso strano… eheheheheh!» rise nervosamente Usopp.
«Tu non puoi capire…» replicò l’uomo dai capelli rossi sempre più infuriato.
«Prova a spiegarmi!» chiese Usopp che aveva smesso per un attimo di scappare.
«Va bene, tanto non può cambierà nulla! Tanti anni fa mio nonno era il re di questa isola. Era Karl della casata Klan. Un giorno purtroppo impazzì e fece saltare in aria il castello al centro dell’isola per uno stupido sogno. Tutti dovevano essere uguali… Che idiozia! Fatto sta che il suo sogno maledetto ha condannato la nostra famiglia all’esilio! La gente ci odiava, ci tirava i mattoni addosso, provava a ucciderci! Io nacqui diversi anni dopo la morte di mio nonno ma, nonostante ciò, sono sempre stato trattato come un assassino, come la peggior feccia di questa isola sporca di carbone fin dentro l’anima! Il mio naso… Una volta lo avevo, ma a scuola quei maledetti dei miei compagni scoprirono le mie origini. Un giorno mi misero in un angolo e incominciarono a tagliuzzarmi con dei coltelli. Fu molto doloroso. La mia rabbia crebbe e con essa la mia voglia di sangue. Così tolsi loro le lame e cominciai a sgozzarli come pecore! Eheheheheheh! Così imparano! Ricordati, naso lungo: imponiti sugli altri, spaventali, addomesticali o rischierai di trovarti un coltello conficcato nella gola! Eheheheheheh!» sghignazzò in modo malvagio Kap.
Usopp tremava di paura "E' un dannato psicopatico! Brrrrr Perché devo incontrare questa gente pericolosa... Però... In fondo è solo un povero diavolo che ha incontrato solo dolore e tristezza nella sua vita...".
«Ho pietà per te!» sentenziò Usopp.
«Hai pietà? Non la voglio! Voglio solo rapirti!» ribatté l’uomo senza naso.
«Ho pietà perché non conosci l’amicizia, perché ti abbandoni all’odio, perché…».
«Perché sei un debole! Eheheheheh!» lo interruppe Kap.
«Ho pietà perché nonostante il tuo grande piano tu fallirai, fallirai perché hai incontrato il grande capitano Usopp! Io come Franky, Robin, Nami, Chopper, Henry… tutti noi siamo stati soli, tristi, odiati, derisi… Però non ci siamo arresi! Abbiamo cercato di fare sempre la cosa giusta e abbiamo trovato degli amici! L’amicizia è magica. L’amicizia fa guarire da tutti i mali che affliggono la nostra anima. Ho pietà di te perché non hai veri e propri amici!» dichiarò Usopp.
«Come osi, brutto naso lungo! Morirai!» urlò Kap «Doppia Lama del Giudizio!».
Usopp fece un salto all’indietro prendendo la mira col suo kabuto «Stella Verde Impact Wolf!».
Il lupo azzannò le lame di Kap prima di esplodere mettendolo K.O.!
 
L’associazione KKK era caduta per mano dei mugiwara.
 
 
 
Angolo dell'autore
Che bello risentirci care lettrici e cari lettori :)

E' stato un periodo abbastanza travagliato, "blood, toil, tears and sweat" avrebbe detto il buon vecchio Churchill (a proposito, siamo nel 50esimo anno dalla sua scomparsa).
Tutto ciò che volevo fare qui sul EFP è andato in secondo piano ma finalmente riesco a riprendere questa storia a cui voglio tanto bene.

Come promesso questa è la versione completa e migliorata del capitolo "Amicizia".
Purtroppo la prima versione l'avevo scritta di furia e quindi era venuta un po' male.

Nel prossimo capitolo (che uscirà entro il 14) avremo degli approfondimenti sulle coppie principali (RuNami e HenRobin), con tanta dolcezza e amore.
Inoltre saranno inseriti tutti quei premi che avete vinto nei quizzoni (eccetto quello di Bulma che sarà nell'ultima isola).

Spero che abbiate apprezzato le migliorie al capitolo.
Sono sicuro che l'incremento della dimensione psicologica e fisica dei combattimenti renda finalmente onore allo scontro decisivo fra KKK e Mugiwara.

Un caro saluto,
Henry.
   
 
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