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Autore: Alexander Bane    06/07/2015    0 recensioni
Nel cielo stellato della Gola Alpha, affascinanti luci rosse danzano ammaliando gli abitanti del villaggio. Melody, però, è chiusa in casa dai genitori. Ma quelle luci potrebbero non essere tutto ciò che sembrano. Sui versanti di un monte, Darevonn Beneath e Lumia Rosseaux dovranno fronteggiare le fiamme del passato e la mente umana, contro un avversario temibile quanto ignoto: Il Principe.
È ora di riaprire le menti e chiudere i legami.
È tempo di svelare i segreti della mente umana.
È tempo.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quelle luci lo avevano svegliato qualche ora prima del dovuto.
Ancora sonnolente, si affacciò alla balconata indossando ancora l'accappatoio notturno.
Stordito dall'improvvisa luce rossa, rientrò nell'ampio salone scavato nel versante ovest della montagna, e si concesse qualche secondo per osservarlo in tutto il suo splendore.
Scavato in un insenatura che sprofondava fino al cuore del monte, la forma di quel posto era tale che la luce dei primi raggi di sole del mattino proiettasse immagini sul muro disadorno in fondo alla stanza, seguendo i motivi sul parapetto della balconata.
Ma ora, quelle luci rosse vaganti proiettavano solo ombre disordinate e che rapidamente sfuggivano allo sguardo, correndo come bambini.
 
Sospirò scompigliandosi i capelli castani ed aprendosi l'accappatoio blu sul petto, voltandosi verso la balconata.
Il gelido vento notturno lo accarezzò con la delicatezza con la quale fu abituato ad essere sfiorato dalla sua donna, i suoi occhi videro ora ciò che si svolgeva sopra alle foreste.
La luce rossa percorse le sue retine, alterando il loro marrone come uno scanner ottico.
Egli non arretrò, anzi, si sporse dal parapetto in marmo per osservare meglio la situazione.
 
Quelle luci rosse, con le loro code rosine, si rincorrevano e giocavano nel cielo nero come bambini nel giardino, accompagnate da altre luci con la leggiadria di danzatrici esperte.
Una luce più grande delle altre si levò verso il cielo, si esibì in qualche altro passo di danza e poi svanì nel nulla, portando con sé, una ad una, tutte le altre.
Nella valle ritornò l'usuale buio notturno, rischiarato solo dalla luna.
 
La balconata risultò più nera del solito ai suoi occhi già abituati alla luce, ed egli affannò al ritornare nella sua camera seguendo la fievole illuminazione lunare.
Percorse il corridoio di sinistra e svoltò in quello a sinistra, attorno alle colonne portanti in marmo, fino a raggiungere la rossastra porta della sua camera.
Sedutosi sul soffice letto disfatto, afferrò un paio di occhiali da lettura e riprese in mano il suo libro, senza però aprirlo.
Rimase invece a guardare la copertina con ricami d'oro sul duro legno d'ebano, esitando.
Non pareva più dell'umore per leggere.
 
Si stese a petto in su sopra alle lenzuola, fissando le pitture sul soffitto.
Si perse nel vuoto con lo sguardo.
Qualcuno bussò alla porta, con tocco leggero ed insicuro.
-Avanti- fece lui, schiarendosi la voce.
La porta si aprì cigolando appena, ed una ragazza dai capelli castani con qualche punta blu mise un piede nella stanza.
La pelle pallida lasciò trasparire gli occhi blu profondo, timidi ed esitanti, posarsi sulla figura del ragazzo.
Alzò appena lo sguardo, e nei suoi occhi si intravide il tremolare della fiamma della lampada sul comodino.
 
-...Hai visto le luci?-
La sua voce era bassa e limpida, col rispetto di uno schiavo al padrone.
-Sì, le ho viste, per qualche minuto- replicò egli, mettendosi seduto.
-Erano così belle...come stelle...piccole nane rosse che volteggiano leggiadramente nel cielo...- proseguì lei, zittendosi subito dopo, come se avesse parlato troppo.
Ancora, nei suoi occhi si intravide un luccichio.
Il ragazzo accennò ad un lieve sorriso, guardando la sua leggera vestaglia disordinata.
-Sembra che tu ti sia svegliata di soprassalto, Lumia- sospirò egli, notando le occhiaie sotto gli occhi di lei.
Ella arrossì, sorridendo timidamente.
-Ho visto il rosso sulle pareti, ed ho temuto che fosse successo qualcosa...- sussurrò ancora, portandosi le dita magre e lisce sul cuore.
Improvvisamente arrossì più di quel poco per lei normale.
Egli seguì il suo sguardo fino al proprio petto scoperto.
-Oh, perdonami...- si ricoprì il petto con gesto rapido.
-Da quanto sei sveglia?-
 
La domanda parve metterla in imbarazzo.
Si appoggiò allo stipite della porta, sfregando le dita dei piedi sul tappetino.
-Da quando quelle luci sono apparse nel cielo- rispose, con tono di chi tenta di far intendere di voler eludere una domanda.
 
-E da quanto ci sono quelle luci, piccola osservatrice?- sorrise nel vedere quel lieve sprizzo di vita nei suoi modi.
-Quelle luci hanno danzato per ore..ed ore..- Così dicendo, ella portò una mano nell'aria davanti a sé e tracciò degli archi immaginari, a ricreare i moti delle luci.
Egli la guardò con sguardo apprensivo.
-Dovresti riposare, Lum..- provò a replicare lui, ma la sua frase fu interrotta a metà dal corpo sottile di ella che si posò con leggiadria sull'estremità opposta del letto.
-Erano così belle, Darevonn...- sussurrò ella con una debole emissione di fiato, coprendosi col lenzuolo e chiudendo le palpebre.
Il ragazzo guardò per qualche secondo il suo corpo acquietarsi sotto la coperta, poi spense la luce e si rimise in piedi, avvicinandosi alla porta.
 
Incamminandosi per i corridoi, vide per le balconate le ultime stelle spegnersi sotto i primi fievoli raggi del sole.
E da quel momento, seppe che anche quella giornata per lui sarebbe iniziata qualche ora prima.
 
Ma ciò che lo preoccupava, è che non sapeva quando sarebbe finita.
 
   
 
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