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Autore: milly92    18/01/2009    5 recensioni
Debora è una normalissima ragazza di quasi sedici anni che purtroppo non esita a sentirsi “Sfigata” in ogni occasione, così decide di partecipare ai provini per diventare la “Life coach” del suo aspirante cantante preferito di un programma musicale, Music’s Planet, che si chiama Niko. Con suo grande stupore ce la fà, ma purtroppo per lei quell’evento non è un arrivo, bensì un inizio: ce la farà a vivere nel frenetico mondo della tv, dove contano solo l’aspetto esteriore, i soldi e il potere? Resisterà alle varie offese, orari stancanti e un certo aspirante cantante che la manda in tilt? E se poi all'affetto per Niko si aggiungesse anche quello per Andrea, basato più sul sentimento che sull'aspetto esteriore?? Dedicata a tutti coloro che amano sognare un (bel) po’ e che sanno che essere adolescenti e crescere NON è assolutamente semplice… Baci, milly92 ^^
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Just Believe In Yourself- Debora's Confessions'
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L’Ultima Settimana Ha Inizio

Buona domenica a tutti!

Questo capitolo segna l’inizio dell’ultima ma densa fase del programma,in cui ne continueremo a vedere di tutti i colori!

Grazie mille a:

Angel  Texas Ranger: Daaai, vediamo se in questo capitolo riuscirai a perdonare Andrea come la tua omonima! =D Andrea chiede perdono anche a te! ^^

vero15star: Eh si, purtroppo è un mio difetto far diventare la situazione un po’ pesante, ma sono sicura che saprò farmi perdonare definitivamente con questo cap e il prossimo! Ne varrà la pena aver aspettato tanto, credimi! E, riguardo Andrea… Per ogni cosa c’è una ragione, ti assicuro che ci  tiene veramente a Deb… Anzi, te lo lascio scoprire leggendo il cap!^^

kirya: Grazie, continui a farmi emozionar con i tuoi complimenti! Si, le cose stanno decisamente migliorando, e continueranno a farlo nel corso del cap!

Giulls: Una storia tra un ventiduenne e una sedicenne?! Mmm… No, guarda, non ho proprio capito a chi ti riferisci! xD Che coincidenza, comunque! Riguardo la tua domanda,  mancano ancora venti capitoli perché la fic non si ferma alla fine del programma, ma prosegue con la storia di Debora dai sedici ai diciassette anni e poi ai diciannove, quando le succederà qualcosa di…. magnifico!

95_angy_95: Andrea vuole baciare Deb perché…. Lo scoprirai leggendo, eheh! Certo, lei non ci capisce più niente ormai, ma forse un po’ di ragione le sta ritornando! E la demenza ritornerà a Niko nei prossimi capitoli,a partire dal 37!

_New_Moon: Noooo, ti giuro che anche i adoro i The Bastard Sons Of Dionisio, oltre a Noemi, Enrico, Matteo e Serena! Comunque in questo cap scoprirai qualche motivo in più circa il comportamento di Andrea, spero ti piacerà! ^^

Non so quando aggiornerò, forse mercoledì o giovedì.

La vostra milly92.

Capitolo 35

L’Ultima Settimana Ha Inizio

Quando mi svegliai, all’una e mezzo, mi sentivo catapultata in un’altra dimensione: mi sembrava di trovarmi un giorno avanti, che quella notte vissuta fosse durata un’eternità a tal punto di valere per un intero giorno. Andrea aveva mantenuto la promessa, eccedendo di soli 30 minuti perché “Non aveva avuto il coraggio di svegliarmi prima visto che dormivo come un angioletto”.

Di conseguenza, visto che ci misi parecchi minuti a riprendere conoscenza, arrivai a pranzo mezz’ora dopo, anche perché mi ero appena ricordata che mancavano solo tre giorni al mio sedicesimo compleanno e mi ero persa in contemplazioni varie, con indosso dei bermuda, una camicetta lilla a mezze maniche e un finto sorriso stampato in faccia, visto che mi veniva ancora da sbadigliare.

“Ehi, infermiera!” mi accolse Max sorridendo, mentre Niko sorrideva dall’alto del suo brodino e mi faceva cenno di sedermi vicino a lui.

“Salve colleghi, ditemi che le riprese di E.R. sono finite che un sola puntata mi è bastata!” risposi, prendendo posto vicino a Niko. “Samanta, hai cucinato tu?” chiesi educatamente, visto che lei continuava a fissarmi, decisa a non litigare per l’ennesima volta.

“No, io mi sono svegliata poco prima di te” rispose, prima di tuffarsi con la faccia nel suo piatto.

“Ho cucinato io” s’intromise Andrea, con una finta aria modesta, seduto di fronte a me.

“Ah, vedo che le vecchie lezioni di cucina sono servite!” sorrise Lara. “E’ davvero buono, complimenti!” si complimentò.

“Grazie, Lara…”.

Assaggiai,e mi dissi che quasi quasi poteva assomigliare al ragù di mia madre. “Si, complimenti, è squisito” dissi.

Mi sorrise apertamente, mentre Francesco diceva: “Ma no, non vedete che fa schifo? Guardate, guardate!” mostrando il suo piatto vuoto. Che clown che era, mi dissi, mi sarebbe mancato quando tutto sarebbe finito…

“Ah, Deb, stamattina Giovanni ha portato una lettera per te, tieni” disse Max dopo pranzo, mentre me ne stavo sul divano cercando di non riaddormentarmi. Per fortuna c’era Daniele che stava studiando, ragion per cui non c’era pericolo grazie a quel ronzio fastidioso.

“Oh, grazie, spero che non siano solo appunti per altre interrogazioni…” dissi, prendendo la busta. Lo so, era egoista, non studiavo per bene da secoli, ma ormai la voglia non c’era…

Aprii la busta, e vi trovai una lettera della mia famiglia.

Cara Debora, come va? Ormai ti sei proprio dimenticata di noi, eh… Abbiamo visto in tv che hai fatto il cambio di life coach, secondo noi vinceranno proprio i Gold Boyz, e poi sono così simpatici! Ti seguiamo sempre in tv, e ormai ci sei quasi tutti i giorni. Sei dimagrita? Sembri davvero snella, e poi se sempre così curata e bella! Sei la nostra stella, ormai, e ci manchi davvero tanto anche se siamo contenti perché ti vediamo sempre allegra e solare. Martedì verremo, di sicuro non ci perdiamo la finale, abbiamo i posti riservati vicino la fidanzata di Massimo e i genitori di Niko! Salutaci tutti, ci vediamo martedì! Ti vogliamo bene,

Mamma, Papà e il tuo fratellino

Terminai di leggere con un piccolo sorriso dipinto sulle labbra, prima che Max mi togliesse il foglio di mano, ovviamente.

 “…Abbiamo visto in tv che hai fatto il cambio di life coach, secondo noi vinceranno proprio i Gold Boyz, e poi sono così simpatici! I genitori di Debora tifano per voi e… Si siederanno vicino Beatrice!disse sorpreso, leggendo.

“Non tifano solo per loro, credono solo che vinceranno, tifano anche per te e Niko…” precisai, soprassata dalle risate generali.

“Ah, ok” ebbe il tempo di dire lo zio,  cercando di calmare le risate mentre gli altri leggevano la lettera.

Intanto, un’ora dopo eravamo in riunione con il capitano e il vocal coach, intenti nel fare un discorso tutto pomposo circa la finale e l’impegno.

“Siete l’unico gruppo rimasto, ma sotto sotto me lo aspettavo che sareste stati voi i “Survivor” di questa categoria. Il pubblico vi adora, siete l’immagine che loro cercano in un artista, e personalmente credo che voi potreste rappresentare i vincitori. Perciò, voglio che vi impegnate il triplo del solito! Sapete che non credo a quella sciocchezza del “L’importante è partecipare, non vincere” , eheh!” iniziò Luke, strappandoci un sorriso.

“Si, il pubblico li ama, e crede in loro, me lo hanno scritto anche i miei in una lettera oggi!” confermai.

“Si, in quella lettera dove la informavano che sarebbero venuti alla finale…” disse sarcastico Giuseppe.

“E che c’entra?”.

“Erano troppo felici di rivederti, perciò si sono lasciati prendere la mano e volevano incoraggiarti visto che sei la nostra life coach….”.

“Ma che, anzi, sono tristi perché devono aspettare ancora una settimana…”.

“Uh, perché, verranno alla finale?” chiese Kevin all’improvviso, dopo mezz’ora dall’annuncio.

Ci guardammo, scuotendo il capo, mentre questa volta toccava agli altri ridere.

“Comunque, cari “Survivor” e “Survivor girl”, ihih, da oggi inizieremo a lavorare sul serio…” continuò Luke.

“Perché infatti dal 15 marzo ad ora abbiamo dato la caccia al lazo alle mosche utilizzando i fili del microfono…” disse sarcastico Andrea sottovoce.

“Non parlare proprio tu, Andrew” lo zittì Francesco con un’occhiata piccante.

“…La finale, qualunque sia il risultato, non sarà la fine bensì l’inizio delle vostre carriere… Perciò, su, passiamo all’assegnazione della cover, la vostra ultima cover….”.

Fu una riunione strana, durante la quale non facemmo altro che parlare della finale e del bilancio di questi mesi.

“Ma ci pensi?”.

Quel pomeriggio me ne stavo nella mia stanza, con i capelli bagnati avvolti in un asciugamano, intenta nel guardare il giardino fuori la mia finestra. Mi voltai, al suono di quella voce bassa e rauca, e mi trovai Niko davanti.

“Ehi, non si bussa nemmeno!” protestai, mentre smaltivo il colpo.

“La porta era aperta, scusa” spiegò. 

“Si, ok, ma comunque dovresti conservare la voce per le prove…”.

“No, tranquilla… Comunque volevo chiederti una cosa…”.

Al ricordo dell’accaduto di quella notte sentii il cuore accelerare per l’ansia. “Si, dimmi” lo invitai falsamente tranquilla, squadrandolo.

“Credo di aver sognato di averti baciata… o è la verità?”.

Bum. Bum. Bum.

Tipico  battito di chi non sa cosa fare. Mentire o essere sincera?

“Oh, beh, vedi, ecco, in realtà… Si” dissi infine. “Ma tranquillo, so che non eri in te, visto che non sapevi nemmeno di averlo fatto, quindi… Ok, è tutto ok!”.

Fece una faccia strana prima di sorridere. “Grazie, avevo questo dubbio… Scusami, la febbre mi dà sempre alla testa, una volta quando avevo la febbre dissi alla  ragazza del mio amico che mi era venuta trovare che lui la tradiva, figurati….”.

“Alla faccia… Mi va bene quel bacio, và” dissi imbarazzata.

“Già…”.

“Ora io vado ad asciugarmi i capelli, altrimenti mi si asciugano in testa e mi prendo anch’io la febbre oltre che un gran mal di testa con conseguente cervicale…” mi congedai.

Niko annuii. “Quel “Ma ci pensi” era dovuto ad una piccola riflessione, stavo dicendo: “Ma ci pensi che tra 7 giorni non ti vedrò più con  questo turbante in testa e tu non mi farai più da crocerossina!”.

“Grazie per il pensiero, caro poeta!” risposi ridendo, mentre lui usciva ed io entravo in bagno. Mi guardai allo specchio, con la testa in tilt. Mi aveva baciata, per lui non valeva nulla quel gesto e il peggio erano che non importava nemmeno a me.

“Meglio così” sospirai, mentre mi pettinavo la chioma ribelle e prendevo phon e spuma. “Cavoli, dov’è il beccuccio?! Qui c’è solo il diffusore… Mah…”.

Decisa a provare qualcosa di nuovo, l’asciugai con il diffusore…

“Aaaargh!”.

Venti minuti dopo mi guardavo allo specchio: i capelli erano così ricci che avrebbero fatto invidia anche a Giuseppe! Ma erano gonfi, così decisi di sminuirli un po’ con la spuma…

“Debora, sai dove… Oh!”.

Lara era entrata in bagno e mi guardava sconcertata.

“Hai preso tu il beccuccio e lo hai cambiato con il diffusore?” le chiesi.

Lei rise, aggrappandosi al muro, prima di dire: “Beh, si, l’ho usato sul mio phon… Ma stai bene!” aggiunse. “Ora sei davvero la rappresentante dei Gold Boyz, ihih”.

“Di Giuseppe vorrai dire…” la corressi, ma dopotutto mi piaceva come mi stavano quei ricci che avevano sostituito i miei capelli mossi.

Anche gli altri rimasero sbalorditi dal mio nuovo look, ma dissero di averlo apprezzato.

“Mmm… dovrei utilizzarlo anche io il diffusore, cosa ne dici?” mi prese in giro Giuseppe dopo cena, mentre me ne stavo in giardino ad imparare il preterito indefinito dei verbi irregolari spagnoli.

Di, diste, dio, dimos, disteis… Oh, taci, anzi, dammi una mano!” lo zittii, dandogli la fotocopia su cui stavo studiando.

“Ma cos’è, arabo?” chiese interrogativo, leggendo.

“E’ spagnolo!” protestai indignata.

“E allora parla con Andrea, non con me…” se la squagliò, riferendosi al fatto che studiava lingue all’università.

“Uff!” protestai, mentre si allontanava e mi lasciava da sola con lo spagnolo.

Restai così un’altra mezzoretta prima di essere interrotta da un: “Hola, Debora, me han dicho que necesitas una mano para estudiar! Yo creo que necesitas ayudo para hacerte el pelo, pero no hace nada… Què tal?”. Alzai lo sguardo, notando Andrea e tentando di non sciogliermi a causa del sorriso perfetto come la sua pronuncia. Indossava una maglietta nera a mezze maniche e dei semplici jeans, ma  in cuor  mio pensai che non era mai stato più bello.

“Una mierda” sorrisi sarcastica. Andrea rise, prima di prendere le fotocopie in mano e leggere. “Dai, scherzavo, ti stanno bene i capelli e poi… E’ facile, è solo memoria!”.

“Appunto” risposi affranta. “La memoria non è il mio forte, preferisco capire le cose piuttosto che impararle a memoria senza capire, e poi mi confondo sempre con il latino” sbuffai. “Forse è meglio se per stasera mi dedico all’italiano”.

“Ma no, perché, dai, vedi che tra mezz’ora li saprai tutti a memoria!”.

Andrea prese il libro e mi diede la fotocopia. “Leggili uno per uno ad alta voce e poi cerca di ripeterli!”.

Lo guardai scocciata, prima di prendere il foglio e dire: “Speriamo, vorrei prendere almeno 8 al test”.

“Stai studiando per il test?”. Andrea mi squadrò pensieroso. “Pensavo fosse per l’interrogazione! Allora fai così, oltre che a studiarlo a memoria esercitati anche a scriverli su un foglio con tanto di accenti….”.

Sembrava una cavolata, ma alla fine mi servì utilizzare il mio metodo. Nel giro di quaranta minuti li sapevo tutti a memoria!

“Grazie, Andrea, diciamo che dopo stasera ti ho perdonato al 100% …” dissi, cercando di risultare scherzosa anche se volevo davvero dirglielo.

Lui sorrise, scrollando le spalle. “Per una volta sono io che ho salvato te!” se ne uscì. “Sono contento che tu mi abbai perdonato, non me l’ aspettavo. So di essere stato un bastardo, ma devi sapere che mi sei mancata tremendamente” spiegò, prendendo le mie mai tra le sue. Era serio, quasi frustrato.

“Io non voglio rimproverarti circa il fatto che hai scelto Rossella, è solo che vorrei… capire…” mormorai, senza sapere cosa dire.

“Ero geloso, Deb, mi sono  ingelosito vedendoti vicino a Daniele, quando hai poggiato la testa sulla sua spalla. E’ una sciocchezza, lo so, ma per quel gesto così banale mi sono sentito divorato dalla gelosia, così ho accettato le avances di Ross, e, vedendo che la cosa ti ingelosiva, ho deciso di rimettermi con lei” disse, con un tono tormentato che rispecchiava il suo volto.

“Cosa?” domandai flebilmente.

“Deb, non dirmi che non ti sei resa conto di tutti i segnali che ti ho mandato nelle ultime settimane! Volevo vedere se ti ingelosivi, quanto ci tenevi  a me! Ogni volta che abbracciavo Rossella ti vedevo sbuffare, in un certo senso ero contento!”. La sua voce ormai era supplichevole, e si avvicinò ancora di più a me.

“E se Rossella non fosse stata eliminata? Cosa avresti fatto?” domandai stordita per quella specie di confessione.

“Non lo so” ammise. “Ma voglio che tu sappia la verità, Deb, voglio che tu sappia che d’ora in poi da me riceverai solo stima,rispetto e soprattutto affetto”.

Feci una faccia sorpresa, ma comunque mi dissi di approfittare del momento e chiedere tutta la verità. “Ho capito ma vorrei che tu parlassi chiaro, Andrea. Che senso aveva fare tutta questa commedia? A parte che non mi ricordo questo momento tra me e Daniele, ma tu sai che a me lui non interessa! Perchè non mi hai parlato? Cosa ti costava? Io… ci sono stata davvero male” ammisi.

Il ragazzo sospirò e si alzò. “Vieni, camminiamo un po’” mi invitò, tendendo la mano, come per invitarmi ad afferrarla.

La guardai, esitante, prima di allungare lentamente il braccio e stringere la sua mano calda. Andrea fece un piccolo cenno e la strinse ancora di più, conducendomi  in una zona del giardino isolata anche perché erano tutti nel loft.

“Vedi, nella mia condizione non dovrei distrarmi e tu sei una calamita per la mia distrazione. Le ultime settimane per me sono state magnifiche, e non sai quanto mi sono pentito di non averti conosciuta bene dall’inizio! Ma, ritornando alla distrazione, in verità ho fatto il cretino con Rossella perché credevo che non avrei più avuto il coraggio di avvicinarmi a te dopo tutto quello che avevo fatto. E invece è bastato il bacio di Niko a far scattare in me definitivamente il desiderio di averti al mio fianco. Ora capisci?” spiegò, poggiando una mano sulla mia spalla. Restai immobile, intenta nello studiare il suo bellissimo volto, i suoi occhi scuri come capelli, la sua espressone dolce al chiarore della luna.

“Si, capisco” mormorai flebilmente. Ora capivo per davvero, riuscivo a captare la sua sincerità, e niente poteva dissuadermi dal perdonarlo. “Sei perdonato, Andrea, ora al 110% ” dissi.

Sorrise nuovamente, prima di avvolgermi con le sue braccia. Mi sentii protetta, al sicuro, e lo strinsi a mia volta. Alzai lo sguardo sentendo la voglia di dire milioni di cose.

“Deb, detto ciò… Tu cosa ne pensi? Ci tieni a me? Ho qualche speranza?” domandò cautamente, togliendomi una ciocca riccia da davanti agli occhi e poggiandola dietro l’orecchio.

“Certo che si” sussurrai decisa a dire la verità. Si aprì per l’ennesima volta in un sorriso e avvicinò il volto al mio, prendendolo tra le sue mani. Stavo prendendo mentalmente  nota di baciarlo una volta per tutte, di farmi avanti, poi però iniziai a pensare al fatto che sarei risultata goffa visto che mi sarei dovuta alzare sulle punte per potergli arrivare…

E, ovviamente, fui interrotta dalla voce di Lara che ci raggiunse come da molto lontano. “Ragazzi, venite in salotto, c’è una riunione organizzata da Massimo!” disse, facendoci segno di muoverci.

La seguimmo in salotto, intenti nello squadrarci un po’ confusi. Non sapevo cosa fare dopo quelle parole… A che scopo me le aveva dette? Comunque, almeno, ero sollevata.

Samanta, Dario e Giuseppe se ne stavano su uno dei divani, mentre Niko battibeccava con Max circa l’antibiotico che non voleva prendere (“Vuoi cantare martedì si o no?” lo stava minacciando lo zio) come un bambino e Dante, Francesco e Daniele guardavano la scena sghignazzanti sull’altro divano, il mio preferito, quello che solevo chiamare il “Megadivano”poiché era più ampio e comodo.

“Deb, che fine hai fatto?” mi chiese Daniele, facendomi segno di sedermi vicino a lui.  Lo raggiunsi, mi sedetti e dissi: “Studiavo spagnolo, non riesco a credere che tra otto giorni sarò a scuola a fare i vari test” con un’aria un po’ mogia. Andrea prese posto poco lontano, continuando a guardarmi.

“A chi lo dici, io continuo a ripetere che ci stanno maledicendo per il fatto che noi siamo qui a spassarcela” mi diede man forte.

“Si, ci faranno neri, specialmente il mio prof di lettere classiche” acconsentii , fingendomi spensierata.

Ci lanciammo uno sguardo terrorizzato, prima di sorriderci.

“Allora, gente, vi starete chiedendo perché ho indetto questa riunione” ci interrupe Max, stando seduto su uno sgabello preso dalla cucina al centro della stanza.

Seguii un mormorio di assenso prima che lui continuasse: “Vedete, tra una settimana saremo nelle nostre case, con le nostre famiglie,il vincitore magari starà festeggiando, ma saremo tutti ritornati alla cosiddetta vita reale, la mattina non faremo più colazione insieme, non potremmo più vivere l’ansia delle esibizioni, l’assegnazione dei brani, non faremo più le lotte per usare la doccia per primi …. E forse potremmo avere qualche rimpianto, perché non saremmo più qui in compagnia, ed io non voglio che questo succeda. Insomma, voglio che questi ultimi giorni siano indimenticabili per tutti noi, vorrei che ognuno di noi facesse tutto ciò che ha sempre voluto fare e dire ma non ne ha mai avuto il coraggio. Meglio un minuto di vergogna che una vita di rimpianti, questo deve essere il nostro motto! Più che altro è un avviso… Cosa ne dite?”.

Sentendo quelle parole sentii gli occhi bruciarmi vivamente, e mi accorsi che avevo iniziato a piangere involontariamente dopo essermi voltata e aver incrociato di nuovo lo sguardo di Andrea, preoccupato come il mio. Quelle parole mi avevano fatto ricordare tutto, il fatto che l’avventura giungeva al termine, e mi avevano toccata profondamente. Mi guardai intorno e vidi che quasi tutti avevano gli occhi lucidi, tranne Samanta e Lara.

Mi alzai rapidamente, dirigendomi in cucina per prendere un tovagliolo per asciugarmi il viso, quando notai che Max mi aveva seguito insieme a Daniele. Non volevo che quell’avventura terminasse, specialmente dal momento che io ed Andrea ci eravamo chiariti.

“Ehi, ma stai piangendo per… per quello che ho detto?” mi chiese preoccupato, mentre mi asciugavo il viso.

Annuii, nascondendomi il viso nel tovagliolo.

“Ma perché? Dai, non volevo farti commuovere, sono stato molto tragico, le cose non saranno così…” tentò invano di consolarmi, mentre Daniele mi circondava il braccio con una spalla.

“No, è tutto vero, sarà così!!!” risposi, sedendomi.

“Ti prendo un bicchiere d’acqua” mormorò Daniele a bassa voce.

“Ma che, sono sicuro che ci incontreremo al più presto….” tentò nuovamente lo zio, sedendosi a sua volta e accarezzandomi i capelli.

Scossi il capo, mentre cercavo di calmarmi e prendevo il bicchiere d’acqua che Daniele mi stava porgendo. “Dici così perché per te è diverso, ti sposerai, vivrai con Beatrice e, se vincerai, vincerai un contratto discografico, mentre io me ne starò da sola nella mia città senza di voi, senza un tubo da fare e presa dalla malinconia…”.

“Ma no, e poi vivi nella stessa città di Daniele, su…”.

“Eh, infatti, Deb, ci faremo coraggio a vicenda…”.

“Non nel senso che credi tu, scemo” lo rimbeccò Max, cercando di farmi ridere.

“No, lui mi ha promesso che uscirà con una mia amica…” lo zittii, prima di respirare a fondo e notare che tutti stavano venendo in cucina.

“Max, volevamo dirti che siamo tutti d’accordo con la tua proposta” sussurrò Niko.

“Eh, anche io e Deb, vero?” disse subito Daniele.

Nel frattempo, mentre annuivo, i Gold Boyz mi si avvicinarono. “Lacrime post discorso?” chiese Francesco comprensivo.

“Si” risposi, cercando di non guardare Andrea.

“E perché mai? C’è tempo per le lacrime, su” mi incoraggiò lui, abbassandosi al mio livello e costringendomi a guardarlo. Mi resi conto ancora di più del fatto che mi aveva detto che per lui ero importante…

Mi sentivo una bambina stupida e piagnona, ma allo stesso tempo mi sembrava impossibile che quel discorso non avesse fatto lo stesso effetto agli altri.

“La smetto solo se mi promettete che non vi dimenticherete di me e che ci vedremo” imposi, anche se sapevo che era inutile, non potevi imporre ad una persona di non dimenticarti…

“Anche volendo non potremmo dimenticarti, e poi sei pur sempre la nostra life coach, ti porteremo in giro con noi con qualche scusa” mi rassicurò Giuseppe, più solare che mai.

“Si, infatti, stai tranquilla e pensa a divertirti…” disse Andrea, facendomi l’occhiolino.

“Capirai, tra prove e studio….” dissi sarcastica, mentre lui accennava una risata nervosa.

“Ehi, siamo noi quelli che devono provare e andare incontro alla finale, quindi vedi di tirarti su che ci serve il tuo supporto da life coach” fece Dante con finto tono hitleriano.

Aveva ragione, non dovevo fare così, avevo tutta una vita a disposizione per piangere, dovevo pensare a vivere gli ultimi giorni nel migliore dei modi, specialmente io che non avevo una sfida da affrontare. E, soprattutto, dopo il chiarimento con Andrea, dovevo adempiere al mio dovere nel migliore dei modi.

“Quindi, gente, sorridete e preparatevi ad una settimana indimenticabile!” esclamò Max  poco dopo, scatenando i sorrisi, malinconici e speranzosi, di tutti noi.

 

 

Qualche Anticipazione:

 

Udendo ciò lui sorrise come un’ebete, come faceva tutte le volte che udiva le parole “Beatrice” e “Matrimonio”.

________

“Evvai! Si!” dissi tra me e me, sorridendo, mentre ripensavo a quando avevo conosciuto Silvia e lei mi aveva “Insultato” circa il mio peso.

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 “Stasera balli con me?” chiese poi, aumentando la presa e avvicinandosi ancora di più al mio viso.

________

“Finchè era Rossella ti ho lasciato fare, ma ora non lo tollero più. Non ha nemmeno sedici anni, ti rendi conto? E poi vedo che tu ne sei più preso, e non voglio che….”

________

Si girò, e quando alzai lo sguardo notai che sorrideva, mi stava regalando un vero sorriso a 32 denti. “Perfetto!” esordì, stringendomi a sé e abbassando il viso per arrivare alla mia altezza.

 

 

 

 

 

  
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