Buona
domenica a tutti!
Questo
capitolo segna l’inizio dell’ultima ma densa fase del programma,in cui ne
continueremo a vedere di tutti i colori!
Grazie
mille a:
Angel Texas Ranger: Daaai, vediamo se in questo
capitolo riuscirai a perdonare Andrea come la tua omonima! =D Andrea chiede
perdono anche a te! ^^
vero15star:
Eh si, purtroppo è un mio difetto far diventare la situazione un po’ pesante,
ma sono sicura che saprò farmi perdonare definitivamente con questo cap e il
prossimo! Ne varrà la pena aver aspettato tanto, credimi! E, riguardo Andrea…
Per ogni cosa c’è una ragione, ti assicuro che ci tiene veramente a Deb… Anzi, te lo lascio
scoprire leggendo il cap!^^
kirya:
Grazie, continui a farmi emozionar con i tuoi complimenti! Si, le cose stanno
decisamente migliorando, e continueranno a farlo nel corso del cap!
Giulls:
Una storia tra un ventiduenne e una sedicenne?! Mmm… No, guarda, non ho proprio
capito a chi ti riferisci! xD Che coincidenza, comunque! Riguardo la tua
domanda, mancano ancora venti capitoli perché
la fic non si ferma alla fine del programma, ma prosegue con la storia di Debora
dai sedici ai diciassette anni e poi ai diciannove, quando le succederà
qualcosa di…. magnifico!
95_angy_95:
Andrea vuole baciare Deb perché…. Lo scoprirai leggendo, eheh! Certo, lei non
ci capisce più niente ormai, ma forse un po’ di ragione le sta ritornando! E la
demenza ritornerà a Niko nei prossimi capitoli,a partire dal 37!
_New_Moon:
Noooo, ti giuro che anche i adoro i The Bastard Sons Of Dionisio, oltre a
Noemi, Enrico, Matteo e Serena! Comunque in questo cap scoprirai qualche motivo
in più circa il comportamento di Andrea, spero ti piacerà! ^^
Non
so quando aggiornerò, forse mercoledì o giovedì.
La
vostra milly92.
Capitolo 35
L’Ultima Settimana Ha Inizio
Quando
mi svegliai, all’una e mezzo, mi sentivo catapultata in un’altra dimensione: mi
sembrava di trovarmi un giorno avanti, che quella notte vissuta fosse durata
un’eternità a tal punto di valere per un intero giorno. Andrea aveva mantenuto
la promessa, eccedendo di soli 30 minuti perché “Non aveva avuto il coraggio di
svegliarmi prima visto che dormivo come un angioletto”.
Di
conseguenza, visto che ci misi parecchi minuti a riprendere conoscenza, arrivai
a pranzo mezz’ora dopo, anche perché mi ero appena ricordata che mancavano solo
tre giorni al mio sedicesimo compleanno e mi ero persa in contemplazioni varie,
con indosso dei bermuda, una camicetta lilla a mezze maniche e un finto sorriso
stampato in faccia, visto che mi veniva ancora da sbadigliare.
“Ehi,
infermiera!” mi accolse Max sorridendo, mentre Niko sorrideva dall’alto del suo
brodino e mi faceva cenno di sedermi vicino a lui.
“Salve
colleghi, ditemi che le riprese di E.R. sono finite che un sola puntata mi è
bastata!” risposi, prendendo posto vicino a Niko. “Samanta, hai cucinato tu?”
chiesi educatamente, visto che lei continuava a fissarmi, decisa a non litigare
per l’ennesima volta.
“No,
io mi sono svegliata poco prima di te” rispose, prima di tuffarsi con la faccia
nel suo piatto.
“Ho
cucinato io” s’intromise Andrea, con una finta aria modesta, seduto di fronte a
me.
“Ah,
vedo che le vecchie lezioni di cucina sono servite!” sorrise Lara. “E’ davvero
buono, complimenti!” si complimentò.
“Grazie,
Lara…”.
Assaggiai,e
mi dissi che quasi quasi poteva assomigliare al ragù di mia madre. “Si,
complimenti, è squisito” dissi.
Mi
sorrise apertamente, mentre Francesco diceva: “Ma no, non vedete che fa schifo?
Guardate, guardate!” mostrando il suo piatto vuoto. Che clown che era, mi
dissi, mi sarebbe mancato quando tutto sarebbe finito…
“Ah,
Deb, stamattina Giovanni ha portato una lettera per te, tieni” disse Max dopo
pranzo, mentre me ne stavo sul divano cercando di non riaddormentarmi. Per
fortuna c’era Daniele che stava studiando, ragion per cui non c’era pericolo
grazie a quel ronzio fastidioso.
“Oh,
grazie, spero che non siano solo appunti per altre interrogazioni…” dissi,
prendendo la busta. Lo so, era egoista, non studiavo per bene da secoli, ma
ormai la voglia non c’era…
Aprii
la busta, e vi trovai una lettera della mia famiglia.
Cara Debora, come va? Ormai ti sei
proprio dimenticata di noi, eh… Abbiamo visto in tv che hai fatto il cambio di
life coach, secondo noi vinceranno proprio i Gold Boyz, e poi sono così
simpatici! Ti seguiamo sempre in tv, e ormai ci sei quasi tutti i giorni. Sei
dimagrita? Sembri davvero snella, e poi se sempre così curata e bella! Sei la
nostra stella, ormai, e ci manchi davvero tanto anche se siamo contenti perché
ti vediamo sempre allegra e solare. Martedì verremo, di sicuro non ci perdiamo
la finale, abbiamo i posti riservati vicino la fidanzata di Massimo e i
genitori di Niko! Salutaci tutti, ci vediamo martedì! Ti vogliamo bene,
Mamma, Papà e
il tuo fratellino
Terminai
di leggere con un piccolo sorriso dipinto sulle labbra, prima che Max mi
togliesse il foglio di mano, ovviamente.
“…Abbiamo
visto in tv che hai fatto il cambio di life coach, secondo noi vinceranno
proprio i Gold Boyz, e poi sono così simpatici! I genitori di Debora tifano
per voi e… Si siederanno vicino Beatrice!”
disse sorpreso, leggendo.
“Non
tifano solo per loro, credono solo che vinceranno, tifano anche per te e Niko…”
precisai, soprassata dalle risate generali.
“Ah,
ok” ebbe il tempo di dire lo zio, cercando
di calmare le risate mentre gli altri leggevano la lettera.
Intanto,
un’ora dopo eravamo in riunione con il capitano e il vocal coach, intenti nel
fare un discorso tutto pomposo circa la finale e l’impegno.
“Siete
l’unico gruppo rimasto, ma sotto sotto me lo aspettavo che sareste stati voi i
“Survivor” di questa categoria. Il pubblico vi adora, siete l’immagine che loro
cercano in un artista, e personalmente credo che voi potreste rappresentare i
vincitori. Perciò, voglio che vi impegnate il triplo del solito! Sapete che non
credo a quella sciocchezza del “L’importante è partecipare, non vincere” ,
eheh!” iniziò Luke, strappandoci un sorriso.
“Si,
il pubblico li ama, e crede in loro, me lo hanno scritto anche i miei in una
lettera oggi!” confermai.
“Si,
in quella lettera dove la informavano che sarebbero venuti alla finale…” disse
sarcastico Giuseppe.
“E
che c’entra?”.
“Erano
troppo felici di rivederti, perciò si sono lasciati prendere la mano e volevano
incoraggiarti visto che sei la nostra life coach….”.
“Ma
che, anzi, sono tristi perché devono aspettare ancora una settimana…”.
“Uh,
perché, verranno alla finale?” chiese Kevin all’improvviso, dopo mezz’ora
dall’annuncio.
Ci
guardammo, scuotendo il capo, mentre questa volta toccava agli altri ridere.
“Comunque,
cari “Survivor” e “Survivor girl”, ihih, da oggi inizieremo a lavorare sul
serio…” continuò Luke.
“Perché
infatti dal 15 marzo ad ora abbiamo dato la caccia al lazo alle mosche
utilizzando i fili del microfono…” disse sarcastico Andrea sottovoce.
“Non
parlare proprio tu, Andrew” lo zittì Francesco con un’occhiata piccante.
“…La
finale, qualunque sia il risultato, non sarà la fine bensì l’inizio delle
vostre carriere… Perciò, su, passiamo all’assegnazione della cover, la vostra ultima cover….”.
Fu
una riunione strana, durante la quale non facemmo altro che parlare della
finale e del bilancio di questi mesi.
“Ma
ci pensi?”.
Quel
pomeriggio me ne stavo nella mia stanza, con i capelli bagnati avvolti in un
asciugamano, intenta nel guardare il giardino fuori la mia finestra. Mi voltai,
al suono di quella voce bassa e rauca, e mi trovai Niko davanti.
“Ehi,
non si bussa nemmeno!” protestai, mentre smaltivo il colpo.
“La
porta era aperta, scusa” spiegò.
“Si,
ok, ma comunque dovresti conservare la voce per le prove…”.
“No,
tranquilla… Comunque volevo chiederti una cosa…”.
Al
ricordo dell’accaduto di quella notte sentii il cuore accelerare per l’ansia.
“Si, dimmi” lo invitai falsamente tranquilla, squadrandolo.
“Credo
di aver sognato di averti baciata… o è la verità?”.
Bum.
Bum. Bum.
Tipico battito di chi non sa cosa fare. Mentire o
essere sincera?
“Oh,
beh, vedi, ecco, in realtà… Si” dissi infine. “Ma tranquillo, so che non eri in
te, visto che non sapevi nemmeno di averlo fatto, quindi… Ok, è tutto ok!”.
Fece
una faccia strana prima di sorridere. “Grazie, avevo questo dubbio… Scusami, la
febbre mi dà sempre alla testa, una volta quando avevo la febbre dissi
alla ragazza del mio amico che mi era
venuta trovare che lui la tradiva, figurati….”.
“Alla
faccia… Mi va bene quel bacio, và” dissi imbarazzata.
“Già…”.
“Ora
io vado ad asciugarmi i capelli, altrimenti mi si asciugano in testa e mi
prendo anch’io la febbre oltre che un gran mal di testa con conseguente
cervicale…” mi congedai.
Niko
annuii. “Quel “Ma ci pensi” era dovuto ad una piccola riflessione, stavo
dicendo: “Ma ci pensi che tra 7 giorni non ti vedrò più con questo turbante in testa e tu non mi farai
più da crocerossina!”.
“Grazie
per il pensiero, caro poeta!” risposi ridendo, mentre lui usciva ed io entravo
in bagno. Mi guardai allo specchio, con la testa in tilt. Mi aveva baciata, per
lui non valeva nulla quel gesto e il peggio erano che non importava nemmeno a
me.
“Meglio
così” sospirai, mentre mi pettinavo la chioma ribelle e prendevo phon e spuma.
“Cavoli, dov’è il beccuccio?! Qui c’è solo il diffusore… Mah…”.
Decisa
a provare qualcosa di nuovo, l’asciugai con il diffusore…
“Aaaargh!”.
Venti
minuti dopo mi guardavo allo specchio: i capelli erano così ricci che avrebbero
fatto invidia anche a Giuseppe! Ma erano gonfi, così decisi di sminuirli un po’
con la spuma…
“Debora,
sai dove… Oh!”.
Lara
era entrata in bagno e mi guardava sconcertata.
“Hai
preso tu il beccuccio e lo hai cambiato con il diffusore?” le chiesi.
Lei
rise, aggrappandosi al muro, prima di dire: “Beh, si, l’ho usato sul mio phon…
Ma stai bene!” aggiunse. “Ora sei davvero la rappresentante dei Gold Boyz,
ihih”.
“Di
Giuseppe vorrai dire…” la corressi, ma dopotutto mi piaceva come mi stavano
quei ricci che avevano sostituito i miei capelli mossi.
Anche
gli altri rimasero sbalorditi dal mio nuovo look, ma dissero di averlo
apprezzato.
“Mmm…
dovrei utilizzarlo anche io il diffusore, cosa ne dici?” mi prese in giro Giuseppe
dopo cena, mentre me ne stavo in giardino ad imparare il preterito indefinito
dei verbi irregolari spagnoli.
“Di, diste, dio, dimos, disteis… Oh,
taci, anzi, dammi una mano!” lo zittii, dandogli la fotocopia su cui stavo
studiando.
“Ma
cos’è, arabo?” chiese interrogativo, leggendo.
“E’
spagnolo!” protestai indignata.
“E
allora parla con Andrea, non con me…” se la squagliò, riferendosi al fatto che
studiava lingue all’università.
“Uff!”
protestai, mentre si allontanava e mi lasciava da sola con lo spagnolo.
Restai
così un’altra mezzoretta prima di essere interrotta da un: “Hola, Debora, me
han dicho que necesitas una mano para estudiar! Yo creo que necesitas ayudo
para hacerte el pelo, pero no hace nada… Què tal?”. Alzai lo sguardo, notando
Andrea e tentando di non sciogliermi a causa del sorriso perfetto come la sua
pronuncia. Indossava una maglietta nera a mezze maniche e dei semplici jeans,
ma in cuor mio pensai che non era mai stato più bello.
“Una
mierda” sorrisi sarcastica. Andrea rise, prima di prendere le fotocopie in mano
e leggere. “Dai, scherzavo, ti stanno bene i capelli e poi… E’ facile, è solo
memoria!”.
“Appunto”
risposi affranta. “La memoria non è il mio forte, preferisco capire le cose
piuttosto che impararle a memoria senza capire, e poi mi confondo sempre con il
latino” sbuffai. “Forse è meglio se per stasera mi dedico all’italiano”.
“Ma
no, perché, dai, vedi che tra mezz’ora li saprai tutti a memoria!”.
Andrea
prese il libro e mi diede la fotocopia. “Leggili uno per uno ad alta voce e poi
cerca di ripeterli!”.
Lo
guardai scocciata, prima di prendere il foglio e dire: “Speriamo, vorrei
prendere almeno 8 al test”.
“Stai
studiando per il test?”. Andrea mi squadrò pensieroso. “Pensavo fosse per
l’interrogazione! Allora fai così, oltre che a studiarlo a memoria esercitati
anche a scriverli su un foglio con tanto di accenti….”.
Sembrava
una cavolata, ma alla fine mi servì utilizzare il mio metodo. Nel giro di
quaranta minuti li sapevo tutti a memoria!
“Grazie,
Andrea, diciamo che dopo stasera ti ho perdonato al 100% …” dissi, cercando di
risultare scherzosa anche se volevo davvero dirglielo.
Lui
sorrise, scrollando le spalle. “Per una volta sono io che ho salvato te!” se ne
uscì. “Sono contento che tu mi abbai perdonato, non me l’ aspettavo. So di
essere stato un bastardo, ma devi sapere che mi sei mancata tremendamente”
spiegò, prendendo le mie mai tra le sue. Era serio, quasi frustrato.
“Io
non voglio rimproverarti circa il fatto che hai scelto Rossella, è solo che
vorrei… capire…” mormorai, senza sapere cosa dire.
“Ero
geloso, Deb, mi sono ingelosito
vedendoti vicino a Daniele, quando hai poggiato la testa sulla sua spalla. E’
una sciocchezza, lo so, ma per quel gesto così banale mi sono sentito divorato
dalla gelosia, così ho accettato le avances di Ross, e, vedendo che la cosa ti
ingelosiva, ho deciso di rimettermi con lei” disse, con un tono tormentato che
rispecchiava il suo volto.
“Cosa?”
domandai flebilmente.
“Deb,
non dirmi che non ti sei resa conto di tutti i segnali che ti ho mandato nelle
ultime settimane! Volevo vedere se ti ingelosivi, quanto ci tenevi a me! Ogni volta che abbracciavo Rossella ti
vedevo sbuffare, in un certo senso ero contento!”. La sua voce ormai era supplichevole,
e si avvicinò ancora di più a me.
“E
se Rossella non fosse stata eliminata? Cosa avresti fatto?” domandai stordita
per quella specie di confessione.
“Non
lo so” ammise. “Ma voglio che tu sappia la verità, Deb, voglio che tu sappia
che d’ora in poi da me riceverai solo stima,rispetto e soprattutto affetto”.
Feci
una faccia sorpresa, ma comunque mi dissi di approfittare del momento e
chiedere tutta la verità. “Ho capito ma vorrei che tu parlassi chiaro, Andrea.
Che senso aveva fare tutta questa commedia? A parte che non mi ricordo questo
momento tra me e Daniele, ma tu sai che a me lui non interessa! Perchè non mi
hai parlato? Cosa ti costava? Io… ci sono stata davvero male” ammisi.
Il
ragazzo sospirò e si alzò. “Vieni, camminiamo un po’” mi invitò, tendendo la
mano, come per invitarmi ad afferrarla.
La
guardai, esitante, prima di allungare lentamente il braccio e stringere la sua
mano calda. Andrea fece un piccolo cenno e la strinse ancora di più,
conducendomi in una zona del giardino
isolata anche perché erano tutti nel loft.
“Vedi,
nella mia condizione non dovrei distrarmi e tu sei una calamita per la mia
distrazione. Le ultime settimane per me sono state magnifiche, e non sai quanto
mi sono pentito di non averti conosciuta bene dall’inizio! Ma, ritornando alla
distrazione, in verità ho fatto il cretino con Rossella perché credevo che non
avrei più avuto il coraggio di avvicinarmi a te dopo tutto quello che avevo
fatto. E invece è bastato il bacio di Niko a far scattare in me definitivamente
il desiderio di averti al mio fianco. Ora capisci?” spiegò, poggiando una mano
sulla mia spalla. Restai immobile, intenta nello studiare il suo bellissimo
volto, i suoi occhi scuri come capelli, la sua espressone dolce al chiarore
della luna.
“Si,
capisco” mormorai flebilmente. Ora capivo per davvero, riuscivo a captare la
sua sincerità, e niente poteva dissuadermi dal perdonarlo. “Sei perdonato,
Andrea, ora al 110% ” dissi.
Sorrise
nuovamente, prima di avvolgermi con le sue braccia. Mi sentii protetta, al sicuro,
e lo strinsi a mia volta. Alzai lo sguardo sentendo la voglia di dire milioni
di cose.
“Deb,
detto ciò… Tu cosa ne pensi? Ci tieni a me? Ho qualche speranza?” domandò
cautamente, togliendomi una ciocca riccia da davanti agli occhi e poggiandola
dietro l’orecchio.
“Certo
che si” sussurrai decisa a dire la verità. Si aprì per l’ennesima volta in un
sorriso e avvicinò il volto al mio, prendendolo tra le sue mani. Stavo
prendendo mentalmente nota di baciarlo
una volta per tutte, di farmi avanti, poi però iniziai a pensare al fatto che
sarei risultata goffa visto che mi sarei dovuta alzare sulle punte per potergli
arrivare…
E,
ovviamente, fui interrotta dalla voce di Lara che ci raggiunse come da molto
lontano. “Ragazzi, venite in salotto, c’è una riunione organizzata da Massimo!”
disse, facendoci segno di muoverci.
La
seguimmo in salotto, intenti nello squadrarci un po’ confusi. Non sapevo cosa
fare dopo quelle parole… A che scopo me le aveva dette? Comunque, almeno, ero
sollevata.
Samanta,
Dario e Giuseppe se ne stavano su uno dei divani, mentre Niko battibeccava con
Max circa l’antibiotico che non voleva prendere (“Vuoi cantare martedì si o
no?” lo stava minacciando lo zio) come un bambino e Dante, Francesco e Daniele
guardavano la scena sghignazzanti sull’altro divano, il mio preferito, quello
che solevo chiamare il “Megadivano”poiché era più ampio e comodo.
“Deb,
che fine hai fatto?” mi chiese Daniele, facendomi segno di sedermi vicino a
lui. Lo raggiunsi, mi sedetti e dissi:
“Studiavo spagnolo, non riesco a credere che tra otto giorni sarò a scuola a
fare i vari test” con un’aria un po’ mogia. Andrea prese posto poco lontano,
continuando a guardarmi.
“A
chi lo dici, io continuo a ripetere che ci stanno maledicendo per il fatto che
noi siamo qui a spassarcela” mi diede man forte.
“Si,
ci faranno neri, specialmente il mio prof di lettere classiche” acconsentii ,
fingendomi spensierata.
Ci
lanciammo uno sguardo terrorizzato, prima di sorriderci.
“Allora,
gente, vi starete chiedendo perché ho indetto questa riunione” ci interrupe Max,
stando seduto su uno sgabello preso dalla cucina al centro della stanza.
Seguii
un mormorio di assenso prima che lui continuasse: “Vedete, tra una settimana
saremo nelle nostre case, con le nostre famiglie,il vincitore magari starà
festeggiando, ma saremo tutti ritornati alla cosiddetta vita reale, la mattina
non faremo più colazione insieme, non potremmo più vivere l’ansia delle
esibizioni, l’assegnazione dei brani, non faremo più le lotte per usare la
doccia per primi …. E forse potremmo avere qualche rimpianto, perché non
saremmo più qui in compagnia, ed io non voglio che questo succeda. Insomma,
voglio che questi ultimi giorni siano indimenticabili per tutti noi, vorrei che
ognuno di noi facesse tutto ciò che ha sempre voluto fare e dire ma non ne ha
mai avuto il coraggio. Meglio un minuto di vergogna che una vita di rimpianti,
questo deve essere il nostro motto! Più che altro è un avviso… Cosa ne dite?”.
Sentendo
quelle parole sentii gli occhi bruciarmi vivamente, e mi accorsi che avevo
iniziato a piangere involontariamente dopo essermi voltata e aver incrociato di
nuovo lo sguardo di Andrea, preoccupato come il mio. Quelle parole mi avevano
fatto ricordare tutto, il fatto che l’avventura giungeva al termine, e mi
avevano toccata profondamente. Mi guardai intorno e vidi che quasi tutti
avevano gli occhi lucidi, tranne Samanta e Lara.
Mi
alzai rapidamente, dirigendomi in cucina per prendere un tovagliolo per
asciugarmi il viso, quando notai che Max mi aveva seguito insieme a Daniele. Non
volevo che quell’avventura terminasse, specialmente dal momento che io ed
Andrea ci eravamo chiariti.
“Ehi,
ma stai piangendo per… per quello che ho detto?” mi chiese preoccupato, mentre
mi asciugavo il viso.
Annuii,
nascondendomi il viso nel tovagliolo.
“Ma
perché? Dai, non volevo farti commuovere, sono stato molto tragico, le cose non
saranno così…” tentò invano di consolarmi, mentre Daniele mi circondava il
braccio con una spalla.
“No,
è tutto vero, sarà così!!!” risposi, sedendomi.
“Ti
prendo un bicchiere d’acqua” mormorò Daniele a bassa voce.
“Ma
che, sono sicuro che ci incontreremo al più presto….” tentò nuovamente lo zio,
sedendosi a sua volta e accarezzandomi i capelli.
Scossi
il capo, mentre cercavo di calmarmi e prendevo il bicchiere d’acqua che Daniele
mi stava porgendo. “Dici così perché per te è diverso, ti sposerai, vivrai con Beatrice
e, se vincerai, vincerai un contratto discografico, mentre io me ne starò da
sola nella mia città senza di voi, senza un tubo da fare e presa dalla
malinconia…”.
“Ma
no, e poi vivi nella stessa città di Daniele, su…”.
“Eh,
infatti, Deb, ci faremo coraggio a vicenda…”.
“Non
nel senso che credi tu, scemo” lo rimbeccò Max, cercando di farmi ridere.
“No,
lui mi ha promesso che uscirà con una mia amica…” lo zittii, prima di respirare
a fondo e notare che tutti stavano venendo in cucina.
“Max,
volevamo dirti che siamo tutti d’accordo con la tua proposta” sussurrò Niko.
“Eh,
anche io e Deb, vero?” disse subito Daniele.
Nel
frattempo, mentre annuivo, i Gold Boyz mi si avvicinarono. “Lacrime post
discorso?” chiese Francesco comprensivo.
“Si”
risposi, cercando di non guardare Andrea.
“E
perché mai? C’è tempo per le lacrime, su” mi incoraggiò lui, abbassandosi al
mio livello e costringendomi a guardarlo. Mi resi conto ancora di più del fatto
che mi aveva detto che per lui ero importante…
Mi
sentivo una bambina stupida e piagnona, ma allo stesso tempo mi sembrava
impossibile che quel discorso non avesse fatto lo stesso effetto agli altri.
“La
smetto solo se mi promettete che non vi dimenticherete di me e che ci vedremo”
imposi, anche se sapevo che era inutile, non potevi imporre ad una persona di
non dimenticarti…
“Anche
volendo non potremmo dimenticarti, e poi sei pur sempre la nostra life coach,
ti porteremo in giro con noi con qualche scusa” mi rassicurò Giuseppe, più
solare che mai.
“Si,
infatti, stai tranquilla e pensa a divertirti…” disse Andrea, facendomi
l’occhiolino.
“Capirai,
tra prove e studio….” dissi sarcastica, mentre lui accennava una risata nervosa.
“Ehi,
siamo noi quelli che devono provare e andare incontro alla finale, quindi vedi
di tirarti su che ci serve il tuo supporto da life coach” fece Dante con finto
tono hitleriano.
Aveva
ragione, non dovevo fare così, avevo tutta una vita a disposizione per
piangere, dovevo pensare a vivere gli ultimi giorni nel migliore dei modi,
specialmente io che non avevo una sfida da affrontare. E, soprattutto, dopo il chiarimento
con Andrea, dovevo adempiere al mio
dovere nel migliore dei modi.
“Quindi,
gente, sorridete e preparatevi ad una settimana indimenticabile!” esclamò Max poco dopo, scatenando i sorrisi, malinconici e
speranzosi, di tutti noi.
Qualche Anticipazione:
Udendo
ciò lui sorrise come un’ebete, come faceva tutte le volte che udiva le parole “Beatrice”
e “Matrimonio”.
________
“Evvai!
Si!” dissi tra me e me, sorridendo, mentre ripensavo a quando avevo conosciuto
Silvia e lei mi aveva “Insultato” circa il mio peso.
________
“Stasera balli con me?” chiese poi, aumentando
la presa e avvicinandosi ancora di più al mio viso.
________
“Finchè
era Rossella ti ho lasciato fare, ma ora non lo tollero più. Non ha nemmeno
sedici anni, ti rendi conto? E poi vedo che tu ne sei più preso, e non voglio
che….”
________
Si
girò, e quando alzai lo sguardo notai che sorrideva, mi stava regalando un vero
sorriso a 32 denti. “Perfetto!” esordì, stringendomi a sé e abbassando il viso
per arrivare alla mia altezza.