Fanfic su attori > Robert Downey Jr
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Autore: RoxyDowney    07/07/2015    1 recensioni
...Robert aveva deciso di collaborare a quella produzione con la sua presenza che non avrebbe avuto alcun compenso per sostenere quella fondazione e con la sua casa di produzione che avrebbe dato il contributo necessario per completare la produzione...
...L’unico scoglio che dovevano superare ora era Hannah e la sua ritrosia per come lo definiva lei, uno spreco ingente di denaro che poteva venir investito in qualcosa di più costruttivo di una pellicola che, come massima aspettativa avrebbe partecipato al festival di Cannes come documentario...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Restò basito tra quelle lenzuola con lo sguardo perso nel vuoto cercando di capire. Era stato un sogno molto vivido o semplicemente Hannah si era alzata presto per tornare alla villa?
Il dubbio rimase in lui mentre sotto la doccia prima e in bagno dopo cercava di svegliarsi ed essere presentabile e intanto con la mente ripercorreva la serata in ogni frammento di ricordo. Finì quasi per convincersi di essersi immaginato tutto ciò che era successo con Hannah finché uscendo dal bagno, notò la lanterna sul tavolino e la porta finestra che dava sul mare era chiusa. Un sorriso si aprì sul suo volto e uscì a passi svelti per raggiungere la villa quanto prima.
Il cielo era di un blu accecante e Robert si stupì di se quando alla seconda svolta intravide la villa senza finire per percorrere il parco in lungo e in largo.
La notò subito, indossava una camicia bianca e dei pantaloni alla cavallerizza beige che valorizzavano quelle curve armoniose che non voleva dimenticare. Sorseggiava una tazza di thè osservando forse indecisa sulla scelta da compiere vari biscotti, torte e brioches che erano stati sapientemente disposti sulla tavola. Prima di avvicinarsi osservò i suoi amici, che si stavano gustando la loro colazione senza nemmeno accorgersi del suo arrivo sulla terrazza.
-Buongiorno… La crostata sembra ottima.
Hannah si voltò verso di lui accennando un sorriso, i suoi occhi s’illuminarono come se anche lei stesse ricordando la notte appena trascorsa ed il soffermarsi davanti alla tavola fosse solo una scusa per restare indisturbata durante quei pensieri.
-Ciao. Dovresti provarla, è davvero molto buona.
Robert sorrise e annuì al cameriere che attendeva una sua conferma prima di servirgliene una fetta in un piattino.
-La proverò sicuramente ma la devo accompagnare ad una grossa tazza di caffè.
-Non hai dormito bene stanotte?
-No al contrario… ho dormito benissimo ma, avrei preferito un risveglio meno solitario.
Hannah abbassò lo sguardo e lentamente s’incamminò verso la tavola, dove attorno alla quale alcuni erano già seduti.
-Tu hai riposato… un po’?
Annuì sorridendo leggermente imbarazzata.
-Sono… sono stata bene con te, stanotte…
Robert la guardò e rimase incantato da quanto fosse disarmante quel sorriso, era semplicemente bella e dovette distogliere lo sguardo perché si rese conto che l’effetto che stava avendo su di lui non era adatto a quel momento.
-Va tutto bene? Ho forse detto qualcosa che non va?
-Al contrario… Le tue parole, il tuo sguardo mi fa venire voglia di afferrarti per mano e trascinarti nel mio appartamento…
-Ehi! Voi due! Avete finito di confabulare tra voi? Pensate di unirvi a noi?
Robert vedendo un leggero imbarazzo nascere sulle gote di Hannah risolse la situazione senza alcun problema
-Confabulare? Qui si lavora caro mio… non come a quel tavolo! A quanto vedo il vostro unico pensiero è il cibo stamattina! Sarà bene che li raggiungiamo e iniziamo a farli lavorare che ne dici Hannah?
Robert le mise una mano sulla schiena e la accompagnò al suo posto postandole la sedia e facendola accomodare
-Grazie.
Robert sapeva che in quel grazie c’era ogni cosa.
Tra un caffè e l’altro iniziarono a pianificare una scaletta di massima per la stesura della scenografia e per stilare un cronoprogramma. Di tanto in tanto Robert osservava Hannah che parlava a tutti loro dando spunti e indicazioni su lei, su Albert e il suo primo pensiero fu che quel dover ricordare e condividere con loro potesse farle pensare di aver commesso un errore quella notte. Poi, sulla stessa onda pensò che in vita sua non era mai stato così vulnerabile negli affetti. Era sempre stato un uomo sicuro di se ed ora stava vivendo in uno stato di costante ansia, temendo di poter perdere qualcuno che non sapeva nemmeno se poteva considerare “sua”.
Il telefono di Hannah suonò costringendola ad interrompere quella riunione ed allontanarsi qualche passo per rispondere. Robert continuava ad osservarla, la sua eleganza innata era sempre in lei anche in quei piccoli gesti. La vide scurirsi in volto e chiudere in fretta la chiamata. Li raggiunse ma rimase in piedi vicino alla tavola, con il cellulare stretto tra le mani.
-Mi dispiace ma per oggi non posso esservi d’ulteriore aiuto.
Si congedò così dalla tavolata e si avviò verso l’entrata della villa dicendo al cameriere di far preparare l’auto. Robert la seguì e la trovò all’entrata che attendeva con la borsa sulla spalla e digitava sulla tastiera del cellulare molto in fretta
-Tutto bene?
Hannah alzò lo sguardo e lo vide accanto a se.
-No. Purtroppo c’è un problema con una spedizione. In dogana ci stanno facendo problemi e chi dovrebbe gestire queste emergenze, non le sta gestendo, così ora ci devo andare io se voglio che quel carico parta stanotte.
-Sono sicuro che si risolverà tutto.
-Ne sono certa anche io, ma non posso nascondere che mi scoccia dover buttare la giornata in un hangar dell’aeroporto anziché restare qui…
-Vuoi che venga con te? Posso accompagnarti se vuoi…
-No! Non scherziamo! Perché dovrei infliggerti una punizione del genere?
Robert rise e Hannah con lui. L’auto con l’autista si fermò di fronte all’ingresso in quell’istante e Robert mantenne le distanze anche se dentro di se si sarebbe voluto chinare e baciare le sue labbra.
-Trascorrete una buona giornata
-Anche tu e… torna presto!
Hannah sorrise e raggiunse l’auto. Robert la guardò allontanarsi per poi raggiungere la tavola dove Fred si stava alzando mentre gli altri erano già spariti.
-Dove sono gli altri? E tu? Dove stai andando?
-Visto che non si lavora mi hanno proposto una battuta di caccia, non ho mai provato quindi… tu che farai?
-Non so, sicuramente non verrò a caccia con voi!
-Ok, ok! Lo immaginavo infatti ho già detto che tu non saresti venuto. Ci vediamo dopo!
Robert si mise a sedere al suo posto e guardò la crostata nel suo piatto. Ne addentò un morso ed accettò dell’altro caffè che gli stava proponendo il cameriere.
-Downey il solitario…
Robert si voltò e vide Kim spuntare dalla porta indossando dei pantaloncini di jeans davvero troppo corti e una canottiera dalla quale poteva intravedere il bikini che indossava.
-Fino poco fa ero in compagnia.
-Lo so, vi ho sentiti.
Disse indicando una finestra proprio sopra la sua testa
-Pensavo che ve ne foste andati, per questo sono scesa a fare colazione.
-E poi sarei io il solitario?
Kim sorrise mentre mordeva un cubetto di melone rimestando con la forchetta alla ricerca di chissà quale frutto all’interno della ciotola di macedonia.
-Che programmi hai per oggi?
-Nessuno in verità, penso lavorerò un po’ alla stesura di…
-Ehi ehi ehi! Non inizierai a parlarmi di lavoro a quest’ora del mattino! E poi da quanto ho capito oggi nessuno lavora, quindi che vuoi fare lo stacanovista che con una giornata come questa pensa a lavorare? Non esiste!
Robert appoggiò la schiena alla sedia su cui era seduto e la osservò, c’era qualcosa in lei che lo attraeva ma non era ancora riuscito ad inquadrare “cosa”.
-Quale sarebbe la tua alternativa?
Kim sorrise, come sempre otteneva ciò che voleva senza sforzarsi poi molto.
-Ci vediamo tra dieci minuti sulla spiaggia fuori dal tuo appartamento ok? Mettiti un costume!
Robert annuì e la guardò rientrare in casa chiamando una cameriera a gran voce. Decise poi di avviarsi al suo appartamento. Doveva mettersi il costume e lavarsi i denti… i dieci minuti sarebbero stati appena sufficienti.
 

   
 
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