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Autore: Respirandoparole    07/07/2015    2 recensioni
Tutti noi deriviamo dal nostro passato, chi ne è privo non ha una storia, non è persona. Edera non ricorda niente del proprio passato solo di essersi svegliata in una stanza bianca attorniata da un equipe di medici dagli occhi stanchi. Ha ricominciato la sua vita come una ragazza normale, con degli amici e dei genitori eppure a volte si nota qualcosa di strano in lei, qualcosa che spaventa perché nessuno riesce a spiegarlo. Spaventa gli altri ma soprattutto spaventa lei.
Genere: Angst, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Estate.
Era finta nel momento esatto in cui la campanella della prima ora aveva sancito l'inizio del terzo anno di liceo. L'entrata della sede del Giovanni Pascoli era gremita di adolescenti.
Molti dovevano ancora rendersi conto che era appena cominciata: i compagni di Edera stavano cercando di capire come un ragazzo del linguistico avesse potuto scegliere di trasferirsi al classico il terzo anno e i primini ridevano leggendo lo striscione che i futuri maturandi avevano attaccato al cancello : "Fuggite finché siete in tempo". Avrebbero capito in fretta che in quella scritta c'era ben poco di sarcastico.
-Fiamma! - Laura abbracciò l'amica
-Edera! Allora? Con Paride come va?
-Ha detto che dobbiamo parlare.
-Di che?
-Non so. - Fiamma sorrise
-Non può starti lontana. Chi non conosce se stesso è un mistero. Tu sei un meraviglioso mistero ragazza.
-Non so, non mi da l'idea che siano buone notizie
-Fidati, è che vuole tenerti sulle spine. Ora dobbiamo entrare, la campanella è suonata da un pezzo.
Il busto di Giovanni Pascoli con il suo sguardo di pietra guardò disinteressato ognuno degli studenti salire i pochi gradini che portavano nell'atrio e poi sparire inghiottiti dai portoni di legno.
 
Silenzio.
Nell'aula da dieci minuti il silenzio era rotto solo dall'insopportabile voce di Tessa che esponeva il tomo da 1324 pagine sull'origine e l'evoluzione dell'arte che aveva letto durante l'estate. Sarebbe andata avanti così per altri venti almeno visto con quanta precisione esponeva ogni capitolo. Edera era appoggiata al muro con lo sguardo perso fuori dalla finestra. Aspettata. Aspettava la fine del primo giorno come avrebbe aspettato la fine di tutti quelli che sarebbero seguiti. Voleva fuggire. E invece era lì, ad ascoltare una vocina stridula e odiosa parlare di un libro sconosciuto anche al suo scrittore. Si perse nel volo delle rondini, si perse ad ascoltare i loro garriti distanti, si perse a pensare quanto sarebbe stato bello essere al posto loro. È così tra disegni insensati e pensieri annoiati arrivò la campanella della quinta ora. Avevano una scheda libro da scrivere per la settimana seguente.
-Ho deciso che la tua amica bionda con le trecce è amabile come il pepe nel caffè.- ateneo si avvicinò ad Edera che stava facendo la cartella.
-Tessa? Non sei l'unico. Abituati ad essere sempre un gradino sotto di lei. Sempre.
-Mh, devo proprio?
-Decisamente 
 Edera e Theo risero allontanandosi fianco a fianco verso la fermata dell'autobus. Da lontano li guardavano in molti, quella coppia sgangherata di pazzia e domande, sempre a ridere come se non ci fosse un domani. A quelli che tenevano i polsini dei maglioni stretti nei pugni, a quelli che avevano tanti conoscenti ma pochi amici ma anche a quelli che ne avevano tanti, quei due facevano invidia. Facevano invidia le loro risate fatte guardando il cielo che sembravano spargersi nel vento come manciate di polvere di stelle, facevano invidia i loro sguardi complici, i loro abbracci stretti, chiusi come a dire per voi ci siamo ma adesso esistiamo solo noi. 
Ginger arrivò correndo, le mani strette sul manubrio della bici, i capelli rossi pieni dei riflessi dorati di un sole caldo e delle spire di un'aria che profumava del primo freddo.
-Allora ragazzi, a quando la grande notizia? 
-Quale notizia? - Edera si ritrovò il braccio di Ginger attorno alle spalle
-Non fate i preziosi... Quando vi metterete insieme?
-Mai, non cominciare anche tu con questa storia.
-Eddai ragazzi... Mi serve uno scoop per il giornalino.
-Suggerisco un'intervista ad amici eterogenei di vecchia data per scoprire cosa ne pensano. -intervenne Theo.
-Io metterei queste interviste in contrapposizione ad alcune fatte a persone che non hanno mai avuto un grande amico del sesso opposto, per vedere la differenza tra le idee.- Edera guardava Ginger in attesa di una risposta.
-Mi chiedo perché al giornalino ci lavora gente come me quando in giro ci sono menti come le vostre.
-Perché le nostre menti sono troppo fragili e stanche per mettersi a scrivere articoli.
Ginger rise montando sulla bicicletta.
-A domani ragazzi.
-A domani Ginger.
Si sedettero sulla panchina ad aspettare l'autobus impazienti di tornare a casa. Theo teneva il cellulare un mano, Edera guardava il cielo.
-Cosa guardi? - ora  Theo fissava il punto su cui erano fermi gli occhi di Edera cercando di capire cosa ci fosse di interessante da osservare.
-Le rondini. Stanno volando basso e il cielo è coperto di nuvole. Entro questa sera comincerà a piovere. Tu piuttosto, con chi messaggi? - Lei si sporse oltre il braccio di lui per sbirciare la conversazione.
-Si da il caso che il sottoscritto abbia fatto colpo quest'estate.
-La cosa mi stupisce
Spiritosa...
-Voglio sapere tutto. Ogni cosa. Ogni dettaglio. Se mentirai me ne accorgerò. - Tra le ciglia di Edera si era impigliato un sorriso ironico.
-Devo consegnarle una relazione entro qualche giorno o preferisce una dichiarazione verbale, signora inquisitrice?
-A me basta che parli. Allora? Come si chiama ?
-Silea 
-Approvato? Età?
-Quindici anni.
-Approvato. Residenza?
-Vefalgo. Come noi.
-Bene. Come e dove l'hai conosciuta?
-Al mare, abbiamo amici in comune. Ti spiacerebbe lasciarmi parlare? Questa cosa mi sta mettendo ansia. - Edera soffocò una risata
-Dai, ti ascolto.
-Ci sentiamo da circa un mese, l'ho conosciuta con Caleb, è la cugina di una sua amica.  Andavamo a fare il bagno insieme, uscivamo la sera, andavamo a prendere le crêpes... E sai com'è, una cosa tira l'altra, mi dai il tuo numero, scrivimi, ci sentiamo... 
-E tu in un mese non hai trovato il tempo di scrivermi un messaggio per dirmelo?- arrivò l'autobus e salirono schiacciandosi contro le altre persone.
-Volevo dirtelo di persona. Volevo vedere che faccia avresti fatto... Non è stata molto soddisfacente... - disse Theo alzando la voce per sovrastare il chiacchiericcio che c'era a bordo e il rombo del motore.
-Che faccia avrei dovuto fare?
-Non lo so... Sicuramente diversa da quella che hai fatto... Va va beh, ci si accontenta. Ora ascolta: mi serve un consiglio. Non so come chiederle di stare con me.
-Siete già usciti insieme?
-No.
-Tu sei completamente pazzo: non puoi chiedere a una di stare con te dopo solo un mese che vi sentite e senza neanche averla portata fuori... 
-Ma...
-Niente ma! Prima dovete uscire insieme e non una volta sola...
-E tu cosa consiglieresti di fare?
-Ma non lo so... Andate a fare una passeggiata in centro, andate al cinema, a mangiare qualcosa, al bar...
-Il bar mi pare una buona idea.
-Non al Ponte: quello è il nostro posto.
-Mi pareva ovvio. Che poi sai che faccia darebbero Nick se mi vedesse con un altra...
-Già, probabilmente verrebbe a dirmelo. E io dovrei stare lì a spiegargli che no, non sono gelosa e no, non mi piaci, si: siamo solo migliori amici. E allora lui starebbe lì a raccontarmi nel dettaglio com'era lei e cos'avete fatto... Sarebbe interessante.
-Sarebbe comico- Theo ed Edera si guardavano chiaramente divertiti
-Comunque prima o dopo te la farò conoscere... Dovresti vedere com'è bella, com'è simpatica, ha un sorriso come non ne ho mai visti... - Edera alzò gli occhi al cielo con un sorriso esasperato, infilò un auricolare all'orecchio e con l'altro continuò ad ascoltare distrattamente i vagheggiamenti dell'amico su come fosse stratosferica la cugina di un'amica a caso di suo fratello Caleb.
 
~Angolo dell'autrice~
Ecco il secondo capitolo, anche qui niente fantascienza ma tranquilli: non ho sbagliato genere, c'è solo una grande introduzione. Spero che vi sia piaciuto magari fatemelo sapere, ho bisogno di consigli.
   
 
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