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Autore: pensa_e_potrai    07/07/2015    3 recensioni
"Ma ti sei bevuta il cervello Granger?" Draco la stava guardando come avesse detto la cosa peggiore al mondo. "Innanzitutto non parlarmi così. E poi non ti ho chiesto di avere un figlio con me, ti ho chiesto solo di aiutarmi ad adottarlo, tu poi potrai tornare a fare la tua vita di sempre." Spiegò precisa Hermione. Niente di più, niente di meno. "E io cosa ci guadagno?" Hermione fece spallucce, sapeva che lo avrebbe detto. Se c'era uno che non faceva mai nulla senza un proprio tornaconto era Malfoy. "Quello che vuoi." "Perfetto." Draco sorrise con un lampo di malizia. Aveva già in mente cosa chiederle.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Ovviamente, dopo quella sera i rapporti tra i due conviventi peggiorarono, proprio quando Hermione pensava che sarebbero riusciti a seppellire l'ascia di guerra. L'unica cosa che aveva capito da quella serata era che Draco, oltre ad essere razzista in fatto di sangue, era anche omofobo.
Offeso dalla scusa che aveva fabbricato, Malfoy evitava categoricamente di rivolgerle la parola, e tutte le volte che lei gli chiedeva anche la cosa più banale, lui le rispondeva con uno sbuffare rumoroso e un "ok tesoro" molto femminile.
Il solo dialogo normale che avevano avuto la settimana successiva alla cena con Rachel, era stato breve e interessato.

Draco andò su tutte le furie. -Insomma Granger!-
-Hermione.- Lo corresse la ragazza, sbuffando.
-Che palle... Hermione.- Sorrise sarcastico. -Sono quasi due settimane che sto ai tuoi ordini in questa specie di topaia Babbana. Voglio sapere quando diamine pensi di stare ai patti e rispettare anche la mia condizione.-
-Presto Draco, presto.- Lei sospirò stancamente. In quei giorni il ragazzo era intrattabile, neanche fosse stato morso da una tarantola. -Ma prima fammi il piacere di dirmi almeno quale sia.- In effetti, Malfoy non aveva nemmeno accennato a ciò che volesse in cambio del suo aiuto, ma a occhi e croce, sembrava qualcosa a cui tenesse.
-E la sorpresa dove sarebbe? Voglio lasciarti almeno un po' di suspense.- Rispose ambiguo, facendo uno strano gesto con la mano, muovendo le dita come se suonasse un pianoforte, ma più lentamente. Hermione lo guardò interrogativa.
-Vorrei sapere a cosa vado incontro.- Gli rispose.
-A nulla che ti dispiacerebbe, credimi.- Draco improvvisò un sorrisetto tutt'altro che rassicurante. Cosa voleva da lei?

Hermione stava pensando a quella conversazione da giorni. Non credeva che avesse qualcosa da cedere a Draco, qualcosa che gli importasse così. Fabbricò le ipotesi più assurde, da quella di scusarsi per tutto ciò che gli aveva detto in quegli anni (cosa troppo improbabile, considerando la poca importanza che Malfoy dava a ciò che gli diceva lei), a quella di un servizio che avrebbe potuto fargli. Ma lei, cosa aveva da offrirgli? Certo, conosceva molto bene una grande estensione di incantesimi e pozioni, ma anche lui era un mago capace, quindi quello era da scartare. Le avrebbe forse chiesto qualcosa che non aveva a che fare con la magia?
Hermione ripose quella domanda tra le altre che la tenevano occupata, cioè:
-Cosa facesse Ron in quel momento;
-Chi fosse la nuova fiamma di Rachel.
La prima, a pensarci, non le importava più di tanto, perché non avrebbe né voluto né dovuto sapere nulla su di lui, a meno che Rachel non lo avesse ucciso veramente, ma in quel caso sarebbe stata avvertita di sicuro, quindi non doveva preoccuparsi. Ciò che le interessava era la seconda delle domande.
Per quello, stava letteralmente interrogando l'amica Babbana da quando le aveva dato la notizia. Ma al telefono, non le dicev nulla, quindi Hermione si recò al bar in anticipo, un venerdì pomeriggio.
Nelle brevi pause tra un'ordinazione e l'altra, Hermione provò ad introdurre l'argomento del misterioso corteggiatore di Rachel, ma lei non rispose, e rinviò la conversazione alla fine del turno, nonostante le insistenze della riccia, che era impaziente di sapere.
Dopo la cena le due si erano invertite radicalmente i ruoli: Hermione aveva assunto quello di colei che interrogava altra, ma non era interessata all'amore, e Rachel quello dell'interrogata che si limitava a sbuffare e ridere.
-Allora, adesso non hai scampo. Raccontami tutto di questo fantomatico lui.- Hermione, dal retro del bancone, prese una bottiglia d'acqua per sé e una di birra per Rachel. Si accomodarono sulle sedie di legno meno malandate che trovarono, e cominciarono la conversazione.
L'altra le disse tutto ciò che sapeva, ed Hermione si stupì per le poche informazioni che Rachel seppe darle. Le raccontò semplicemente del suo aspetto, del fatto che fosse alto, gli occhi azzurri, la pelle chiara, un bel ragazzo a suo parere, ma non seppe dirle nulla della sua vita, solo il nome.
-Dice di chiamarsi Richard, ma non mi ha detto il cognome, ed io nemmeno. Vogliamo rimanere abbastanza anonimi.- La bocca di Hermione si allargò in un rosolino, leggermente perplesso, ma divertito.
-Tu hai letto troppi romanzi rosa.- Capì la strega.
-Se è per questo anche tu. Ma almeno ci vediamo di persona, e non ci scriviamo delle lettere.- Rachel rise di gusto, mentre sorseggiava la birra dalla bottiglia. Lei, diversamente da Hermione, reggeva qualsiasi tipo di alcolico, mentre la riccia non ne aveva mai bevuti, e temeva gli effetti che avrebbero avuto su di lei.
-Come in "Orgoglio e pregiudizio"?- Hermione si interessò maggiormente alla conversazione.
-Esatto.-
-A me una storia così non dispiacerebbe. Si capisce che chi credi di conoscere non è mai come appare.- Hermione si mise a fantasticare. Come si sarebbe comportata se avesse incontrato qualcuno di ambiguo, e se magari, avesse scoperto che era completamente diverso da come pensava? Dolce? Romantico? Sognatore?
-Stai pensando al bel biondino?- Rachel la tirò giù dalle nuvole, sbattendola nuovamente sulla terra.
-Ma dai Rachel. Se non lo hai ancora capito, è gay.- Hermione si complimentò con sé sessa per la sua idea. Quella scusa non solo l'aveva aiutata la sera della cena, ma l'avrebbe salvata da tutte le fantasticherie romantiche di Rachel.
-Lo so, ma magari non è come appare.- Fischiettò lei.
-Tu sei pazza.- Hermione scosse la testa.
-Però sarebbe una buona idea. Potrei addirittura scrivere un libro con questa trama.- Hermione si chiese se prenderla sul serio o meno. L'altra era talmente strana a volte, che non sapeva come riuscire a capirla.
-Io lo comprerei.- Sentenziò.
-Davvero?- Rachel apparve sorpresa.
-Sì, così scoprirei quante cose ti sei inventata.- Hermione scoppiò a ridere, seguita dall'altra.

~~~
Sia Hermione che Draco sedevano nel piccolo soggiorno: lei sulla poltrona e lui sul divano. Hermione stava leggendo, mentre Draco fissava il vuoto, senza parlarle.
Il suo sguardo venne catturato da un barbagianni dalle piume linde, che graffiava con le unghie contro il vetro della finestra, e reggeva una pergamena arrotolata e chiusa da un nastro nero.
Draco si alzò dal divano, Hermione, che gli chiese se sapesse chi gli avesse scritto. Quel gufo... lo conosceva bene. Ma non poteva essere che...
Prese la lettera dal becco del gufo e lo guardò volare via, prima di sciogliere il nastro e lasciarlo cadere, ansioso di scoprire l'oggetto della carta, e soprattutto il mittente.
Mentre gli occhi scorrevano lungo le righe della pergamena, essi si sgranavano sempre di più, per ridursi a due fessure alla fine della lettera, mentre fissavano la firma particolarmente elaborata.
Draco piegò la lettera in quattro parti e la strappò con un gesto secco e rabbioso, accartocciando i resti e buttandoli nel cestino della cucina.
-Cosa ti prende? Stai bene?- Hermione lo seguì, e formulò le domande con un filo di voce, sinceramente preoccupata.
-Zitta, taci.- Le rispose in malo modo, gli occhi che gli bruciavano e la sola voglia di ridurre in mille pezzi tutto ciò che trovava davanti a sé.
Uscì dall'appartamento sbattendo la porta, e si sedette sotto al porticato.
Si mise le mani tra i capelli, tirandoli anche, con la sola voglia di farsi del male. Sentiva il bisogno di gridare, di sfogarsi, anche di piangere.
Come aveva potuto scrivergli? Come faceva ad avere il coraggio di invitarlo, dopo quello che aveva fatto?
Sua madre era morta, solo per causa sua. Lo odiava, sia in profondo che in superficie.
Fin da quando era piccolo, provava solo una grande ammirazione nei suoi confronti, anche un profondo rispetto, e un pizzico di paura.
Ma non odio. Fino a quel momento. Durante la guerra, contrariamente a ciò che si pensava, non lo aveva odiato. Lui aveva voluto diventare un Mangiamorte, temuto da tutti e rispettato dall'interno Mondo Magico, se non di più.
Ma dopo quello che aveva fatto... Dopo che era stato sbattuto ad Azkaban, ancora...
Come aveva fatto ad uscire così presto?
Come aveva reagito, non trovandolo a casa? Non voleva saperlo.
Forse, aveva fatto bene a trasferirsi in quella specie di catapecchia. Lì, Lucius non lo avrebbe mai trovato, e lui non avrebbe dovuto più vederlo. Mai più.

   
 
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