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Autore: Tabychan    07/07/2015    0 recensioni
Quando camminiamo, sotto ai nostri piedi c'è molto più di quanto immaginiamo. Terra, foglie, acqua, insetti. Un intero mondo. Ma se andassimo ancora più sotto?
Tre ragazzi vivono sopra.
Tre sotto.
Uno sta cercando la sua strada.
Possono mondi uguali e opposti mescolarsi? Sotto credono di no, sopra non sanno niente.
Per ora.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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La tenue luce dell'alba cominciava delicatamente a farsi strada tra l'oscurità della notte, tingendo il cielo di uno sfocato colore rosato, mentre altre luci, artificiali, prepotenti, ambigue, si spegnevano per segnare la fine di un'altra nottata. Tra queste, anche la variopinta insegna al neon del Wonderland smise di illuminare di verde e rosa il marciapiede davanti all’ingresso, mentre all’interno del locale i ragazzi si stavano ripulendo da olii, brillantini e tutto ciò che poteva piacere alle clienti del night club.
Jude non amava rimanere per ultimo, ma durante il suo turno una ragazza particolarmente entusiasta le aveva strappato un bottone della giacchetta bianca e quindi il proprietario del locale, un bizzarro uomo che adorava il suo mestiere e si faceva chiamare solo “Re di Cuori”, colse l’occasione per prendergli le misure e ordinare un nuovo abito. Il Re teneva molto agli abiti dei suoi dipendenti, nonché al suo, sebbene sapesse che sulla scena non sarebbero durati molto: i ragazzi erano lì per mostrare ciò che stava sotto. Nel caso di Jude, questo consisteva in un corpo da modello, non particolarmente largo ma scolpito a regola d’arte, pelle d’avorio, capelli chiarissimi e occhi verde chiaro, color menta. Inizialmente pensava che lavorare al Wonderland sarebbe stata una pagliacciata, che sarebbe stato sufficiente strapparsi a ritmo di musica maglia e pantaloni e ammiccare alle clienti, ma l’entusiasmo del Re lo fece con il tempo affezionare al suo personaggio e ai suoi colleghi. Le clienti, invece, continuava a ritenerle in linea di massima piuttosto inconsistenti, sebbene tenesse queste opinioni per sé. Ripose il suo costume nell’armadio e si chinò per raccogliere il suo giubbotto, si voltò verso la porta e d’improvviso impallidì alla vista di ciò che gli si presentava davanti.
Un grosso mazzo di rose rosse, almeno una ventina, era tenuto a fatica in mano da un ragazzo poco più basso di Jude, pelle abbronzata, capelli neri e occhi blu intenso. Luke era uno degli spogliarellisti più giovani del locale e la sua aria sbarazzina da ragazzetto del liceo aveva ben presto catturato un buon numero di fans, sebbene la star restasse il suo amico biondo. Nonostante in quel momento sembrasse più morto che vivo.
-Ci sei rimasto male, Bianconiglio? Volevi le carote? – chiese Luke.
Jude sbattè velocemente le palpebre e si guardò intorno agitato, realizzando forse solo in quel momento dove si trovasse. Si appoggiò una mano sul viso ridendo tra sé e se la passò poi tra i capelli, recuperando la sua solita espressione tranquilla.
-Scusa leprottino, un piccolo lapsus. Non amo le rose, sai? – Gli strappò il mazzo di mano e diede una rapida occhiata ai fiori, controllando l’eventuale presenza di biglietti o messaggi. Trovò solo l’etichetta del fiorista a cui erano stati commissionati, un negozio del centro commerciale aperto 24 ore su 24 piuttosto famoso nelle vie del centro.
-Sei allergico? Non lo sapevo. Probabilmente nemmeno la ragazza che te li ha mandati, ma quello è perché le tue clienti ti credono perfetto. – Continuò a canzonarlo il ragazzo moro.
-È uno strano regalo, probabilmente colei che me lo ha mandato doveva essere parecchio ubriaca. –
-Era la tipa che ti ha rotto la giacca, l’ho incontrata mentre uscivo. –
-Per l’appunto. Ha lasciato detto qualcosa? O era con qualcuno? –
-Solo lei e la sua vergogna, si è scusata tantissimo e dice che vorrebbe farsi perdonare da te in persona. –
-Quanta gentilezza. Cosa le hai risposto? –
-Che ti avrei riferito tutto con piacere. –
-Sei stato sincero, almeno. – Jude sorrise e scompigliò i capelli all’amico, dirigendosi verso l’ingresso.
-Sei troppo cattivo con le tue ammiratrici, Jude. Loro impazziscono per te. Se avessi il tuo successo almeno la speranza gliela concederei. –
-Si chiama “istinto di sopravvivenza”, leprotto. Mi ritroverei a gestire situazioni al di fuori delle mie capacità. –
-E allora preferisci scappare, proprio come il vero Bianconiglio? O ti piace l’idea di sapere di avere un’Alice che ti rincorre? –
-Cerco solo di non farmi tagliare la testa. – Jude fece un cenno di saluto al ragazzo, che ricambiò. Gettò le rose nel cassonetto dell’umido, avendo cura che nessuno lo vedesse, e si avviò.
   
 
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