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Autore: glins    07/07/2015    6 recensioni
Faberry! What if?
Storia che segue gli avvenimenti della season 6, ma basandosi sulla Faberry.
Altre coppie: Brittana, Klaine e Samcedes sicure.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Mercedes/Sam, Quinn/Rachel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quinn, in quel weekend non aveva avuto neanche la forza di uscire per andare a casa di Santana o di Brittany e sfogarsi.
 
Erano state le ragazze infatti a recarsi da lei, dato che non si era fatta sentire per niente, e si erano trovate davanti una Fabray dallo sguardo spento e l'aspetto trasandato.
 
La bionda aveva raccontato tutto alle sue amiche, di come quella volta non fosse riuscita a reprimere la gelosia, che l'aveva portata a compiere quel gesto.
 
Le due erano rimaste in silenzio per tutto il tempo, leggermente sorprese che finalmente la loro amica avesse dato libero sfogo ai suoi sentimenti e poi la latina le aveva detto che almeno si era tolta un peso.
 
 
Ma non immaginava quanto questo si fosse, in realtà, appesantito.
 
 
La paura per la reazione che Rachel potesse avere era troppa.
 
 
Nonostante ciò, si lasciò andare alla dolce compagnia e alle cure delle sue migliori amiche che restarono a dormire da lei dopo aver ordinato delle pizze e guardato un film insieme.
 
Avevano deciso di andare per negozi il giorno dopo, Quinn non era ancora pronta a tornare.



 



Rachel, dal canto suo, era paralizzata.
 
Quel weekend non aveva avuto modo di metabolizzare per bene quello che era successo, divisa com'era tra appuntamenti al centro commerciale con Kurt e varie faccende con i suoi papà. 
 
Quando però si fermava a riflettere per qualche secondo, non trovava spiegazioni al gesto di Quinn.
 
O meglio, le trovava, ma non voleva crederci.
 
Non voleva fare viaggi mentali.
 
 
Perciò concludeva associando quel bacio ad un impulso, un gesto fatto per non si sa quale ragione, ma che non contava nulla.
 
Le sue tesi iniziarono a perdere credibilità quando il pimo giorno della settimana, la bionda non si presentò al glee.
 
Ma poteva essere ovviamente malata, non era detto.
 
Che avesse la mononucleosi?
 
O cavolo, ce l'aveva anche lei ora?
 
 
Questi pensieri vennero interrotti dal campanello di casa che suonò ad ora di cena.
 
Rachel aprì la porta confusa.
 
"Chi vuole un po' di pizza vegana?" esordì Kurt sollevando due cartoni della pizzeria.
 
"Kurt... non ti aspettavo" disse stranita, facendolo entrare.
 
"Beh oggi mi hai detto che i tuoi papà partivano per lavoro, e allora eccomi" sorrise adorabilmente il ragazzo, e la diva in cambio lo abbracciò sorridendo.
 
Si sistemarono in soggiorno, mangiando pizza e guardando la tv.
 
Quando i cartoni furono vuoti e in televisione c'erano noiosi programmi su ricche spocchiose in crisi da menopausa, il ragazzo prese parola.
 
"Allora..."
 
Oh no, pensò Rachel.
 
Quando Kurt iniziava con "allora" non era un buon segno.
 
C'era odore di interrogatorio nell'aria.
 
"...che mi racconti?" Chiese, però, semplicemente il ragazzo, mantenendo lo sguardo sullo schermo e prendendo un sorso dalla sua birra.
 
"Kurt, ormai passiamo tre quarti della nostra vita insieme, cosa avrei da raccontarti che non sai?"
 
"Sai a cosa mi riferisco" la richiamò Kurt posando i suoi occhi limpidi su di lei.
 
Rachel abbassò lo sguardo.
 
Voleva dirglielo ma non sapeva davvero in che modo.
 
"Rachel non voglio farti pressioni, semplicemente credo ti farebbe bene parlarne e arrivare così a-"
 
"Mi ha baciata" disse seccamente la bruna.
 
 
Ecco, questo era il modo, diretto e schietto.
 
 
Probabilmente troppo, dato che Kurt restò immobile per cinque secondi. 


 
Poi si mise dritto, guardando di fronte a sé con una faccia pensierosa.
 
Prese un lungo sorso dalla sua lattina per poi esordire con "spiegami tutto, nei dettagli, ora"


 
Dopo una spiegazione breve ma accurata, Kurt mantenne quell' espressione pensierosa
 
"Ora capisco perché oggi non si è presentata"
 
Rachel annuì storcendo la bocca.
 
"Ora che vuoi fare?"Chiese poi il ragazzo guardandola.
 
"Niente" disse con fare ovvio la diva. 
 
"Niente?" Chiese incredulo l'altro.
 
"Beh è scappata subito dopo, evidentemente neanche lei sapeva cosa stava facendo, è stato chiaramente un gesto impulsivo"
 
"Non puoi essere seria"
 
"Sì Kurt, lo sono, e ora non voglio più parlare di questa cosa"
 
"Ma lei-"
 
"No Kurt, non voglio parlarne"  continuò la bruna pregando con lo sguardo.
 
"Okay..." si arrese Kurt "di cosa vuoi parlare allora?"
 
"Il glee club" iniziò la diva diventando decisamente più entusiasta "vincere le amichevoli è stato fantastico ma non basta, dobbiamo sollevare il morale, farli scatenare"
 
Il ragazzo dagli occhi zaffiro restò a pensarci per qualche secondo, poi fu colto da un'illuminazione.
 
"Che ne dici di una festa? Nel tuo seminterrato" propose, beccandosi un'occhiata truce dall'amica. 
 
"Cosa? Dobbiamo farli scatenare e divertire per sollevare il morale, quale modo migliore di una festa?"
 
"Non lo so Kurt..."
 
"Oh andiamo! Sará una cosa tranquilla"
 
"E va bene! Ma invitiamo anche Blaine"
 
"Cosa? Perché? "
 
"Perché dobbiamo cercare di ritornare in buoni rapporti con lui o la scalata per le provinciali sarà un inferno"
 
"So che è una scusa per farci stare insieme"
 
"Cosa? Assolutamente no" disse Rachel con fare innocente prendendo i cartoni delle pizze e andando in cucina per buttarli.


 
"Povero me" disse Kurt al nulla, rimasto solo nella stanza.



 
 
**



 
 
La sola notizia della festa aveva già entusiasmato tutti.
 
Anche Quinn.
 
 
La bionda si era leggermente ripresa dopo il pomeriggio di shopping terapeutico, quindi era stata in grado di comportarsi in modo pressoché normale, esattamente come Rachel. 
 
Sembrava quasi che non fosse successo niente. 
 
Che l'avesse sognato? 
 
Nah, impossibile che quello che aveva provato fosse stato frutto della sua immaginazione.
 
Era stato tutto troppo vero.
 
 
Talmente vero, che le rimbombava ancora nel petto.


 
Con la testa piena di questi pensieri, notò finalmente Sam nel corridoio che parlava con due giocatori della squadra di football.
 
Si diresse verso di lui e rivolse uno sguardo eloquente ai due ragazzi, che si dileguarono. 
 
Sam si voltò guardandola e la sua espressione passò da sorridente a terrorizzata.
 
"Oh no... quello è lo stesso sguardo che aveva Santana quando stavo con Brittany e cantammo 'She's mine'"
 
Quinn assunse l'espressione più confusa che ci fosse al mondo.
 
 
Perché era toccato a lei avvisare quel bocca da trota della festa?
 
 
"Giuro, lascerò stare Rachel, ma ti prego, non iniziare a cantare"
 
"Sam" lo richiamò la ragazza alzando la voce "non sono qui per questo"
 
"Ah no?" Chiese Sam, questa volta aveva lui un'espressione confusa.
 
"No, perché dovrei?" Disse retoricamente Quinn con un sorriso nervoso.
 
Sam aprì la bocca per rispondere, ma la bionda riprese senza attendere risposta. 
 
"Comunque sono qui per dirti che domani faremo una festa a casa di Rachel, alle 8, sii puntuale"
 
Detto ciò, Quinn sparì tra i corridoi, lasciandosi dietro un Sam con un'espressione entusiasta. 
 
E con qualche piano in testa. 


 
 
**


 
 
"Una cosa tranquilla eh?"
 
La voce di Rachel a stento sovrastava la forte musica che usciva dalle enormi e potenti casse del grande seminterrato, mentre rivolgeva quella domanda retorica al suo migliore amico, brillo almeno quanto lei.
 
"È il tuo ragazzo che ha rovinato tutto, io avevo portato solo qualche birra" disse alzando le mani con aria innocente e con voce strascicata, per poi scoppiare a ridere con la sua amica, passandole la bottiglia di whisky. 


 
Effettivamente era vero, Kurt aveva portato solo qualche birra per la serata...okay più di qualche, aveva portato quattro cassette, ma Rachel l'aveva immaginato che non sarebbero andati avanti a succo di frutta e the inglese.
 
Tutto si era aggravato, però, quando Sam era arrivato verso le nove e mezza, scaricando bottiglie di vodka, tequila, Jack Daniel's e chi più ne ha più ne metta, dal suo pickup.


 
Le poche birre rimaste erano state abbandonate in un angolo e tutti si erano gettati sui superalcolici.


 
L'alcool scorreva a fiumi, il volume della musica era sempre più alto e i balli si facevano sempre più frenetici e sensuali.


 
I ragazzi delle Nuove Direzioni erano a dir poco scatenati, per alcuni di loro era probabilmente la prima sbronza della vita, ma anche i più grandi erano ad alti livelli di ubriachezza. 


 
Mercedes era nel bel mezzo di quello che doveva essere una sorta di twerk con Blaine, che aveva tutta l'attenzione di Kurt, Artie faceva acrobazie improbabili con la sua sedia, Brittany e Santana erano alle prese con un ballo tutt'altro che casto e Sam e Quinn ballavano vicini.
 
 
Troppo vicini.
 
Oh, davvero troppo.



 
Gli occhi di Rachel restarono incollati a quella scena, o meglio alla bionda, come avevano fatto per tutta la serata.
Sam aveva nella mano sinistra una bottiglia di vodka che di tanto in tanto la bionda gli rubava, l'altra mano era salda sul fianco della ragazza, mentre i loro corpi ondeggiavano in modo sensuale al ritmo di "Hey Mama" di David Guetta.
 
Erano chiaramente andati.
 
Quinn indossava dei pantaloni neri con scarpe col tacco dello stesso colore, sopra una camicetta sbottonata al punto giusto.
 
Era uno stile insolito per lei, ma cavolo quanto le stava bene.
 
Rachel avrebbe voluto toccare e ballare con quel corpo tonico.
 
E decise di farlo.
 
Se fosse l'alcool o se semplicemente lo volesse, Rachel non lo sapeva, ma di certo i litri di whisky e vodka che le scorrevano nel corpo erano d'aiuto.
 
Fece un ultimo, lungo sorso dalla bottiglia che aveva in mano, la posò sul tavolo e si diresse verso i due biondi.
 
Barcollò per i primi passi, forse a causa del vestito striminzito e di quel tacco, che definire alto era un eufemismo, oltre che per colpa dell'eccesso di whiskey che si era concessa. 
 
La sua andatura di fece più decisa, vedendo quanto Sam continuasse ad avvicinarsi alla sua bionda.
 
 
La sua bionda?
 
Sì, la sua bionda.
 
Quella sera Rachel e l'alcool avevano deciso che Quinn sarebbe stata la loro bionda.


 
 
Giunta a pochi passi dalla coppia iniziò a muovere il bacino a tempo di musica, mentre la canzone di prima sfumava, dando spazio a "Get on your knees" di Nicki Minaj. 


 
Gli occhi di Quinn saettarono sul corpo di Rachel, che si trovava esattamente qualche passo dietro Sam, che le dava le spalle.
 
Quegli occhi nocciola percorsero quelle infinite gambe, slanciate dal tacco vertiginoso, e rimaste per lo più scoperte da quei pantaloncini inguinali, e fosse benedetto chiunque avesse reso legale quel capo d'abbigliamento, per poi risalire la pancia piatta fasciata da una comoda maglia semi trasparente che lasciava scoperta una spalla.
 
Alzò poco più lo sguardo e si andò a scontrare con un paio di occhi scuri che non la lasciarono un attimo, mentre Sam cercava di prendere la bottiglia, che la bionda gli aveva rubato, come un bambino.


 
Quinn gliela lasciò volentieri per dedicarsi completamente a quello sguardo profondo e a quel corpo meraviglioso, che la stavano invitando a fondersi in quella danza già carica di passione.


 
L'ex cheerleader si allontanò dal coach, che neanche ci fece caso impegnato com'era a limonare con quella bottiglia, e si diresse con passo lento e deciso verso la diva, i loro occhi ancora incatenati.
 
Quando fu a pochi centimetri, iniziò anche lei a muoversi a tempo di musica.
 
A quel punto, la mora si girò, facendo aderire la sua schiena al petto di Quinn e portando una mano tra quei capelli color grano e l'altra ad intrecciarsi con una delle mani della bionda, che avevano preso a percorrere i suoi fianchi da sopra la maglia.


 
A circa metà canzone, Quinn stava lasciando un bel segno violaceo sulla spalla scoperta di Rachel e la sua mano libera accarezzava l'addome piatto da sotto la maglia, mentre l'altra si lasciava a dei sospiri. 


 
Fortunatamente erano tutti troppo ubriachi per poter far caso a quella scena.


 
Fu quando Rachel gettò la testa all'indietro e Quinn iniziò a lasciare piccoli baci e morsi sul suo collo, che la bruna perse totalmente la testa.


 
Si staccò dalla bionda e, senza dire niente e senza neanche guardarla, la trascinò al piano di sopra, nella sua camera.


 
Una volta chiusa la porta, spinse l'ex cheerleader contro la porta ed iniziò a baciare quel collo candido mentre le sue mani sbottonavano la camicia, e una volta aperta, andavano a graffiare leggermente gli addominali dell'altra. 


 
Quinn si lasciò andare a quelle attenzioni, per poi ritrovarsi di fronte il viso più bello che avesse mai visto.


 
Erano a pochi centimetri di distanza e i loro sguardi oscillavano tra le loro labbra e i loro occhi.
 
Entrambe avvertirono il forte odore d'alcool in quel fondersi di respiri.
 
Lentamente, si avvicinarono, e quando furono a due millimetri la bionda parlò, o meglio, sussurrò. 


 
"Fermami ora se non vuoi, perché non sarò in grado di riprendere il controllo dopo"
 
Per tutta risposta, un paio di labbra rosee si avventarono sulle sue.
 
 
Ed entrambe persero qualsiasi facoltà razionale.


 
Arrivarono al letto senza staccare le loro labbra, mentre si sfilavano i tacchi e la camicia di Quinn finiva sul pavimento, insieme alla maglia di Rachel.


 
La bionda spinse gentilmente l'altra sul materasso, portandosi su di lei e scendendo a baciarle la gola.
 
La bruna si beò di quei tocchi e neanche si rese conto che i suoi pantaloncini erano spariti.
 
Prese in mano la situazione e sganciò abilmente il reggiseno nero di Quinn, per poi ribaltare le posizioni e portarsi sopra la bionda.
 
Iniziò a baciarle i seni mentre si disfaceva dei pantaloni e degli slip.


 
Le mani dell'ex cheerleader trovarono prima il gancio del reggiseno e poi il bordo degli slip, lasciando entrambe nude, con le loro pelli a contatto.




 
Rachel prese a succhiare uno dei capezzoli di Quinn, mentre stimolava l'altro con le dita, strappandole profondi gemiti.
 
Si alternò tra quei due bottoncini e quando fu soddisfatta del suo operato, scese a baciarle l'addome, mentre una sua mano si infiltrava tra le gambe iniziando un lento massaggio.
 
Continuò la sua discesa, e quando si trovò faccia a faccia con la femminilità di Quinn, ci si tuffò dentro senza preavviso, facendo sobbalzare e gemere ancora di più la bionda.
 
Passò più volte la lingua tra le sue pieghe e poi avvolse le labbra attorno a quel fascio di nervi pulsante, succhiandolo, mentre le dita scivolavano dentro senza difficoltà.
 
Quinn portò una mano una mano tra i capelli di Rachel, mentre con l'altra stringeva le coperte affianco.
 
Le bastò qualche spinta decisa per raggiungere l'apice con un gemito più lungo degli altri.


 
 
La bruna, una volta raccolti gli umori della sua bionda, risalì per baciarla, ma non ne ebbe il tempo, perché si ritrovò stesa sul materasso, con le labbra di Quinn a mordere e succhiare il suo collo, mentre due dita erano già dentro di lei e il pollice della bionda stimolava il suo clitoride.
 
Neanche per lei ci volle molto perché scaricasse, con un urlo liberatorio, quella tensione che si era accumulata nel basso ventre dal momento in cui la ragazza si era presentata a casa sua.



 
Quinn si lasciò cadere affianco a lei sul materasso, mentre Rachel cercava di regolarizzare il respiro.



 
Erano sudate, stanche, ubriache, ma appagate come non mai.


 
Ed esauste, con i corpi nudi a sfiorarsi, si addormentarono.


 
 
 
**




 
 
Quando Quinn si svegliò la mattina dopo, la prima cosa che notò, fu che aveva un forte mal di testa.
 
E che era nuda.
 
 
Perché era nuda?
 
 
Non aveva la forza di aprire gli occhi e vedere dove si trovava, così decise di provare a capire perché fosse in quello stato.


 
Pochi secondi, i ricordi riaffiorarono, seppur confusi, e si ritrovò ad aprire gli occhi e a mettersi seduta di scatto.



 
Gravissimo errore.
 
La stanza aveva iniziato a girare e le fitte alla testa erano aumentate, così chiuse gli occhi in una smorfia di dolore e si stese di nuovo.


 
Quando la sensazione di svenire da un momento all'altro fu sparita, aprì di nuovo gli occhi e spostò lo sguardo sull'altra parte del letto.


 
 
Vuoto.
 
E freddo.


 
 
Quindi Rachel si era alzata già da un bel pezzo e se n'era andata.
 
O magari era di sotto.


 
Si alzò, si vestì e scese nel soggiorno.
 
 
Nessuno. 
 
 
Andò in cucina e trovò solo uno scatolo di compresse e un bicchiere d'acqua.
 
 
Nessun biglietto.
 
Niente di niente.
 
 
Approfittò, però, e prese una di quelle compresse, sperando aiutasse il suo povero cervello.
 
Dopodiché si diresse in seminterrato sperando fosse lì con gli altri, anche se era all'incirca mezzogiorno, o a sistemare, ma quando scese le scale, trovò solo un gran caos.


 
Prese il suo cellulare per vedere se le avesse lasciato un messaggio.
 
 
Posta in arrivo: 0


 
Quinn fece una smorfia.
 
Messaggio ricevuto.
 
Rachel se n'era andata e non le aveva lasciato un biglietto o un messaggio o briciole di pane o qualsiasi altra cosa. 


Era un chiaro segno che si fosse pentita e non volesse neanche parlarne.
 
Così cercò la sua borsa e tolse il disturbo, con le lacrime che già minacciavano di scendere.


 
Dall'altro lato del marciapiede, Rachel uscì dall'ombra degli alberi sotto cui si era rifugiata nell'attesa che la bionda si svegliasse e se ne andasse.


 
 
 
**
 
 
 
Quel giorno Rachel e Kurt avevano dato a tutti il permesso di saltare il glee club, dato che la sera prima era stata devastante.
 
Ed inoltre, erano i primi ad aver bisogno di una pausa.
 
Pausa che non si stava rivelando del tutto rilassante come si sperava.


 
 
"Non ci posso credere che l'hai lasciata così nel tuo letto" esclamò il ragazzo, seduto sulla sedia girevole di camera sua.
 
Era quasi in preda ad un esaurimento nervoso.
 
"Che potevo fare Kurt?" Rispose Rachel seduta sul letto a gambe incrociate.
 
"Beh potevi aspettare che si svegliasse, parlarne e affrontare i vostri sentimenti"
 
"Non ci sono sentimenti Kurt, okay?"
 
"Ma se fino a qualche settimana fa avevi iniziato a metabolizzare la cosa" disse, a quel punto confuso, il ragazzo.
 
"Mi sbagliavo. Non può esserci alcun sentimento. Io devo concentrarmi sul mio futuro, devo pensare a riprendermi la mia carriera, non farmi coinvolgere in qualunque cosa sia tutto ciò"
 
"Non hai problemi a farti coinvolgere con Sam però!"
 
"È diverso" disse debolmente la diva abbassando lo sguardo
 
"È diverso perché quello che provi per Quinn è qualcosa di grande e tu lo sai e hai paura, perché non ti è mai capitato di-"
 
"Kurt!" esclamò Rachel, il tono supplichevole.
 
"Mi dispiace Rachel, semplicemente non concordo con quello che hai fatto"
 
“Puoi almeno accettarlo? So che è difficile, perché il mio non è stato un bel gesto e perché tu sei una fan girl accanita... ma ti prego, considera il mio punto di vista"
 
Kurt la studiò con i suoi occhi azzurrissimi e alla fine cedette.
 
D'altronde forzarla l'avrebbe fatta chiudere ancora di più e poi che cavolo, era la sua migliore amica.
 
"Va bene... ma non mollo, sia chiaro, pregherò Alexander McQueen ogni sera" disse andandosi a sedere vicino all'amica. 


 
Rachel rise e alzò gli occhi al cielo, poi si fece seria e lo guardò. 
 
"Tu piuttosto? Successo niente?"
 
Kurt distolse lo sguardo e arricciò le labbra.
 
"Kurt..." lo richiamò Rachel con sguardo di rimprovero.
 
"È stato solo un bacio okay?" si arrese lui.


 
"E dovrei crederti?"
 
"E io dovrei crederti quando dici che qualsiasi cosa ci sia con Quinn non è niente?"
 
"Touché"
 
 
I due sospirarono. 


 
"Siamo nella merda " constatò Rachel.
 
"Fino al collo" le diede ragione Kurt.


 
"Domani dovrei uscire con Sam, ma puoi immaginare che non mi vada di stare sola con lui... che ne dici se tu e il vecchietto venite con noi?"
 
"Per la millesima volta, non è vecchio"
 
"Ha cinquant'anni, Kurt"
 
"Beh è molto giovanile in compenso" cercò di difendersi il ragazzo sotto lo sguardo scettico dell'amica
 
"e comunque okay, neanche a me va di stare solo con Walter dopo quello che è successo con Blaine"
 
Restarono circa dieci secondi sul letto, in silenzio, poi Kurt diede voce ai suoi pensieri.


 
"Ho un dubbio... come sapevi dove mettere le mani e cosa fare e... insomma che ne sapevi tu di sesso lesbico?"


 
Rachel per tutta risposta arrossì leggermente e portò, involontariamente, lo sguardo su una foto di lei, Kurt e Santana nel loro vecchio appartamento di New York, appesa alla bacheca sopra la spalliera del letto.
 
Kurt lo notò e seguì lo sguardo, poi la guardò a metà tra il divertito e lo scioccato.
 
"RACHEL BERRY! Sapevo che tutto quell'andare d'accordo non era un caso" esclamò per poi essere zittito da una cuscino in piena faccia.


 
 
 
**



 
 
Quel giorno Quinn poteva saltare il glee, come tutti gli altri, così appena tornata a casa si dedicò ad una lunga doccia, mangiò qualcosa e verso le 5 si addormentò guardando la tv.


 
Il giorno dopo si svegliò quasi all'alba e decise di fare un po di jogging, poi passò il resto della giornata a studiare.
 
Non rispose né ai messaggi né alle chiamate dei suoi amici, voleva stare da sola.
 
Peccato che sua madre non glielo permise quella sera.


 
Erano in cucina a mangiare, appena le sette di sera.
 
 
Oh, le vecchie abitudini di Judy.


 
Quinn stava giocherellando col suo cibo.
 
"Tutto bene tesoro?" Chiese apprensiva la madre.
 
"Sì, tutto bene"
 
"Com'è andata la festa l'altro giorno"
 
"Ehm... bene, sì. Tu come sei stata alle terme con Tom?"
 
"Oh benissimo, era tutto meraviglioso, davvero. Qualche volta ti ci porto" 
 
 
Quinn le regalò un piccolo sorriso, e Judy non riuscì più a trattenersi.
 
"Okay, che succede?" Sbottò poggiando la forchetta nel piatto e pulendosi la bocca.
 
"Cos- niente"
 
"Sei una pessima attrice Lucy"
 
"Mamma..."
 
"Niente mamma. È da quando sono tornata che sei strana, sei silenziosa e non lo sei mai, hai sempre qualcosa di noioso da dire sull'università o su tutte quelle materie strane. Sei di nuovo incinta?" Chiese con sguardo indagatore.
 
"Io.. no.. no mamma, una volta mi basta e avanza"
 
"Sei ricercata?"
 
"Mamma!" Disse esasperata Quinn.
 
"Continuerò finché non sputi il rospo, Fabray"
 
"Ti rendi conto che hai appena chiamato tua figlia per cognome vero?"
 
"Sì me ne rendo perfettamente conto, come mi rendo conto che ultimamente le tue visite qui sono diventate un po' troppo frequenti e il tuo umore è altalenante e il tuo sguardo sempre perso nel vuoto"


 
Quinn abbassò la testa.
 
 
"Allora... chi è? "
 
"Nessuno..."
 
"Okay se tu non vuoi parlare lo farò io" 
 
Quinn la guardò confusa, mentre Judy appoggiava i gomiti sul tavolo congiungendo le mani.
 
 
"C'è una certa persona, mora, alta quanto i nostri nani da giardino, logorroica e con un'ossessione per Broadway che ti ha, non si sa come, rubato il cuore dai tempi del liceo, hai cercato di superarla, non ci sei riuscita e ultimamente hai forse visto un briciolo di speranza che ti ha portata a venire qui ancora e ancora e ancora, campando sulle spalle della tua povera madre, e tra voi è successo qualcosa. E prima che cerchi di salvarti in qualsiasi modo, no, non ho appena descritto Blaine Anderson" Disse sorridendo a sua figlia, che era rimasta a bocca aperta.



 
"Tu-"
 
"Sì, io lo sapevo. Dal tuo diploma, quando tu e quella piccola Berry non riuscivate a staccarvi gli occhi di dosso e non posso ancora credere che non sia successo niente per tutti questi anni"
 
"Beh in realtà noi... cioè... ci siamo baciate"
 
"E ti aspetti che ti creda?" chiese facendo assumere un'espressione confusa alla figlia "Oh Quinnie, dopo 45 anni di vita riesco a riconoscere qualcuno che ha fatto sesso"
 
 
E Quinn divenne rossa come un peperone.
 
 
"Soprattutto qualcuno che l'ha fatto con la persona che ama... e poi i tuoi amichetti sul collo parlano chiaro"
 
E Quinn divenne bordeaux come la poltrona del salotto.
 
 
Judy intanto prese a sparecchiare, aspettando che sua figlia si riprendesse.
 
Quando lo fece, sua madre aveva appena finito di mettere i piatti in lavastoviglie.
 
"Cosa devo fare?" Chiese debolmente Quinn.
 
"Devi aprire il tuo cuore"
 
"Ma se poi mi faccio male?"
 
"Almeno vivrai senza rimpianti"
 
Quinn abbassò lo sguardo sulla superficie del tavolo da cucina.
 
Judy allora si andò a sedere vicino a lei e le prese la mano.
 
 
"Sai... se c'è una cosa che ho imparato sull'amore, è che ne vale sempre la pena. Vale sempre la pena dichiararsi, dare tutto ad una persona, a prescindere da come finisca. Perché l'amore ti rende migliore, anche nel caso in cui finisca male... in amore non si perde mai Quinnie, o si vince o si impara. Ma per farlo devi rischiare, e ovviamente il rischio fa paura... ma è meglio soffrire oggi, piuttosto che rimpiangere domani"
 
 
Judy diede un bacio sulla fronte a sua figlia e poi sorrise guardandola negli occhi, verdi come i suoi, ma con una sfumatura marrone, ereditata da Russell.
 
Dopodiché si congedò, lasciando Quinn sola con i suoi pensieri.


 
 
Quinn restò qualche secondo a pensare e poi prese la sua scelta.
 
Uscì di corsa da casa sua e salì in macchina, partendo a tutta velocità, sotto lo sguardo orgoglioso di Judy che la guardava dalla finestra della sua camera.
 
Portò poi lo sguardo su una foto di lei e Russell e ripeté tra sé e sé "o si vince o si impara", mentre una lacrima le scendeva sulla guancia. 



 
Nel frattempo Quinn aveva infranto almeno metà del codice stradale e se in quella città ci fossero stati controlli le avrebbero tolto anche il diritto di camminare a piedi.
 
Parcheggiò in malo modo davanti la scuola e corse più veloce che poteva verso l'aula canto.
Quando però spalancò la porta trovò solo Blaine, immobile.


 
Quando si girò verso di lei, aveva gli occhi lucidi, ma la bionda non ci fece molto caso.
 
"Blaine... hai visto Rachel per caso?" Chiese ancora col fiatone, ma con un sorrisetto sulle labbra.
 
"Sì... lei e Kurt sono andati via poco fa con Sam e Walter... uscita a quattro" Rispose con voce piatta l'usignolo, scrollando le spalle.


 
Il sorriso morì sulle labbra di Quinn.
 
"Volevi dichiararti anche tu?"


 
Quinn sollevò lo sguardo sorpresa.
 
"Oh andiamo... era evidente" disse con un sorrisetto Blaine.
 
"Già, a quanto pare sono molto trasparente"
 
Blaine cercò di farle un sorriso che risultò più come una smorfia.
 
"senti, dato che i nostri amati hanno preferito qualcun altro, vogliamo andare a prendere qualcosa e... parlarne magari? Se ti va, ovviamente"


"Certo.." disse Quinn sorridendo, dopo averci pensato un po' su "mi farebbe piacere"


E così insieme si avviarono verso l'uscita della scuola, consapevoli entrambi che quella sera avrebbero trovato qualcuno che li comprendesse.



 
 
**
 
 
 
"Sì mia figlia ha iniziato ad imprecare come un camionista quando hanno sbagliato quel touchdown, a volte mi chiedo chi sia l'uomo tra i due"
 
Walter parlava di football con Sam da più o meno mezz'ora, quando annunciò che sarebbe andato a fumare una sigaretta.
 
Kurt lo seguì a ruota per fargli compagnia.
 
Sam colse il momento per parlare con Rachel.
 
"Rachel tutto okay? Sei molto silenziosa e non è una...ecco...una cosa molto Berry" iniziò.
 
"Sì Sam sto bene " gli sorrise lei.
 
"Sai cosa è veramente brutto? Che le persone mi credano più stupido di quanto sia. Cioè lo so  di non essere un tipo intellettuale, ma certe cose le capisco Rach"
 
E Rachel si sentì incredibilmente in colpa, ma restò dell'idea di non parlare al ragazzo con cui si frequentava della ragazza con cui era stata a letto pochi giorni prima.
 
"Scusami è che... non penso sia il caso di parlarne"
 
Sam rimase ad osservarla mentre giocava con la sua insalata.
 
"È Quinn vero?"
 
Rachel alzò di scatto la testa e pensò di ribattere, ma alla fine si arrese, l'aveva già preso in giro abbastanza e inoltre non poteva più negare.
 
"È così evidente?"
 
"Più o meno da sei anni, sì"
 
"Mi dispiace se ti sei sentito usato Sam" si scusò, cercando di non dare troppo peso alla frase del ragazzo.


"No no, in realtà pensavo di essere io quello che ti stava usando sai... è che provo ancora qualcosa di troppo forte per Mercedes"
 
"Almeno questo mi fa sentire meno in colpa" gli sorrise Rachel e Sam ricambiò. 
 
"Senti... dato che nessuno di noi due è pronto ad avere qualcosa, che ne dici se restiamo amici? Insomma possiamo sempre uscire, ma magari come... amici"
 
"Sì" disse la bruna annuendo "amici"
 
In quel momento tornarono Kurt e Walter e i quattro parlarono e si divertirono per il resto della serata.
 
 
E Rachel riuscì magicamente a distrarsi, con un peso in meno sul petto.
 
 
E anche Quinn, dall'altra parte di Lima, in un pub tra drink e karaoke con Blaine, riuscì a distrarsi.



 
 
Entrambe avevano trovato dei cari amici, ma per qualche ragione, non si erano ancora trovate l'un l'altra.





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Eccomi qui, no, non sono morta.
Anzi, mi scuso, come sempre, per la lunga attesa, ma ho avuto faccende personali abbastanza serie, che mi hanno poi portato ad una sorta di blocco dello scrittore, per cui non sono riuscita a dedicarmi molto alla storia.
Ma il capitolo è qui, nonostante non sia molto contenta della stesura, spero che per voi sia valsa l'attesa e mi dispiace per eventuali errori di battitura.
Fatemi sapere che ne pensate, e mi scuso in anticipo se non riuscirò a rispondere a tutte le recensioni.


Alla prossima! :D
   
 
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