CAPITOLO 34
Tutta la verità
"Sembro
un pedofilo, però mi piace anche così..." commentò Draco guardando Antares
che continuava a dormire tranquillamente stretta alla sorella e sempre avvolte
in una coperta morbisissima.
"Beh,
ti capisco..." sussurrò Legolas (Whahahahah!!! n.d.Anty, Nini conosce il
motivo!!) donando un dolce sguardo a Niniel che stringeva nel pugnetto il suo
dito indice "Sono cresciute durante la notte... avranno più o meno due
anni, giusto?"
Dania
annuì sorridente.
"Esatto...
ma vi assicuro che non erano affatto così tranquille come sembra! Mi facevano
impazzire ed ero pure incinta di Dior! Si è presa un bel po' di scossoni la mia
povera piccolina!"
"Ma
Dior?" chiese Draco guardando la donna. In quel momento il sole del
mattino inondava l'infermeria e mai come allora si accorse di quanto Dior
assomigliasse alla propria madre: stessi occhi scuri luccicanti e folti capelli
mori. Antares era quella più di tutte aveva fattezze Elfiche mentre Niniel era
un bel mix di entrambi i genitori: una esatta via di mezzo tra i colori scuri
della madre e quelli chiari del padre "Intendo dire, anche a lei
succede?"
"No.
A lei no."
"Come
mai?" fece stupito Legolas alzando gli occhi verso la donna.
"Questa
è una delle cose che spetta a loro raccontare." rispose accennando con il
capo alle figlie "Lo so che per voi è difficile. Le mie bambine
difficilmente si affezionano a qualcuno, solitamente evitano legami, tendono a
scappare quando le cose cominciano a diventare troppo serie..." Draco
annuì convinto "... ma mai prima d'ora avevano manifestato dei sentimenti
così profondi. Credo che non abbiano mai messo in conto il fatto di innamorarsi
davvero."
Legolas
e Draco si guardarono e arrossirono, poi abbassarono nuovamente lo sguardo
imbarazzati.
"Penso
che abbiano cercato in tutti i modi di proteggervi da loro allontanandovi, ma
allo stesso tempo erano attratte da voi e da ciò che provavano standovi
accanto. So che vi avevano messo in guardia da loro stesse e so anche che vi
racconteranno tutto; sta a voi decidere se volete comunque continuare a
frequentarle oppure no, nessuno giudicherà la vostra scelta." terminò
appoggiando le mani sulle spalle dei due biondi (Ma pensa Nini... noi con due
biondini... non è che ci piacciano poi tanto i biondi nella realtà, a parte
Brad Pitt o Lucius Malfoy -che cmq non è biondo in realtà!!- n.d.Anty Già! Pensa te... ma te ne accorgi ora?
n.d.Nini scandalizzata Ho la febbre!!
n.d.Anty veramente ammalata Sì ma sei comunque una stordita! n.d.Nini Tiva!! Ma Nini? Lo sai che mio frat mi ha
detto che c'è un ristorante giapponese vicino a piazza Duomo... ci andiamo??
n.d.Anty Contaci! n.d.Nini Volete proseguire?? n.d.Edo <=== Oddio!!!
E tu cosa ci fai qui??? n.d.Anty sconvolta).
Era
ormai scesa la sera.
La
giornata era trascorsa tranquillamente, Harry, Ron e Hermione sembravano
tornati il trio che erano una volta, Draco, aveva passato il pomeriggio
allenandosi e chiacchierando con Blaise Zabini davanti al fuoco verde dei
sotterranei Serpeverde.
Sembrava
come se le sorelle Anglachel non fossero mai esistite, uno strano sogno da cui
si erano risvegliati ma che aveva portato via con sé una parte di loro.
Draco
se ne stava appoggiato allo stipite del portone di Hogwarts intento a guardare
la pioggerellina fine che stava a poco a poco sciogliendo la neve dal parco; la
cravatta slacciata, la camicia fuori dai pantaloni e la sigaretta penzolante
dalle labbra.
"Che
ci fai qui?" la voce dell'uomo fu preceduta dal profumo che ben conosceva:
ecco uno dei cambiamenti avvenuti dall'arrivo delle sorelle: suo padre.
E
non era un cambiamento da poco, per lui, con tutto il contorno che c'era stato:
sua madre e sua sorella.
Scosse
la testa e aspirò una bella boccata di fumo, porgendo poi il portasigarette al
padre che ne prese una a sua volta.
"Riflettevi?"
"Boh,
non lo so... non pensavo a qualcosa in particolare... mi lasciavo sommergere
dal fiume dei miei pensieri."
"Dal
fiume?? Dio, pensavo che alla tua età i pensieri fossero solo un rigagnolo che
attraversa l'impulsività, la spavalderia, gli ormoni..." sorrise
aspettandosi un'occhiataccia dal figlio, che infatti non tardò ad arrivare
"Pensavi a lei?"
Draco
abbassò la testa e si lasciò scivolare a terra, la sigaretta saldamente stretta
tra le dita bianche.
"Continuo
a dirmi di non pensarci, di aspettare di sapere tutto da lei prima di
scegliere, ma non è facile."
"Nessuna
decisione lo è, specialmente quando sono implicati sentimenti così forti."
anche Lucius trasse una profonda boccata e analizzò per bene la sensazione che
gli dava il fumo a contatto con le sue vie respiratorie.
Piacevole.
Sbagliata
ma piacevole.
Quale
genitore lascerebbe fumare così tranquillamente il proprio figlio ben sapendo
il danno che può causare?
Ma
lui non era un buon genitore; forse lo sarebbe stato, ma con quale diritto
avrebbe potuto costringere Draco a smettere di fumare se lui stesso la trovava
una cosa piacevole?
No,
decisamente non si sentiva un buon genitore.
"Non
dovresti fumare, Draco..." asserì con calma stupendosi lui stesso di ciò
che aveva formulato la sua bocca.
"Nemmeno
tu." fu la tenue risposta di Draco che sorrise divertito.
"Già,
nemmeno io..." ragionò con calma.
Tuttavia
non avrebbe smesso e nemmeno Draco.
"A
te non interessa sapere ciò che ti racconterà, perché a te di cosa lei
sia non te ne frega niente!" Draco si voltò di scatto a guardarlo, poi
abbassò il viso sconfitto, torturandosi la bocca con i denti.
"Tu
la ami e non ti interessa ciò che accadrà, le conseguenze che avrà. Se lei è
davvero maledetta, beh, tu continuerai ad amare quella maledizione e non te ne
pentirai mai."
Draco
continuò a non rispondere: era davvero così. Lui l'amava, non aveva mai amato
nessun'altra e l'avrebbe seguita ovunque, a costo di morire ma convinto a
seguire i suoi occhi e il suo sorriso anche nella tomba, senza pentimenti.
"Tipico
di voi Black. L'amore viene prima di tutto."
Draco
sgranò gli occhi a quell'ultima affermazione.
Già...
lui era per metà Black... cosa aveva detto una volta Belthil?
'la
mente fredda e la forza dei Malfoy, la passionalità e fragilità dei Black', mente di Malfoy, cuore di Black.
"E
sai? Vi invidio da morire!" fu la confessione dell'Ex Mangiamorte
"Non guardarmi così! Io ho rinunciato a Dania quando l'avevo tra le mani e
la mia vita... beh, non è andata esattamente come speravo." si interruppe
per poi proseguire "Tua madre aveva e ha ancora un'ardore ed una
passionalità uniche, Andromeda, diseredata e fuggita dalla sua famiglia per
amore, Sirius Black, beh, è morto per i propri amici e per colui che consierava
come un figlio, Bellatrix, invasata sì, ma folle d'amore per il Signore Oscuro.
Ogni Black vive per il proprio amore, voi siete fiamme inestinguibili. Morite
amando."
"Anche
voi sapete amare, padre." questa volta toccò a Lucius sgranare gli occhi e
fissarli in quelli così simili del figlio "Ami me, Dania e anche Niniel,
Antares e Dior. Si vede papà, anche se tu non lo credi... beh, sappi che è
così. Non credo di essere così totalmente e irrecuperabilmente Black. I Malfoy
sono più razionali è vero, ma sono possessivi con chi gli appartiene, in senso
buono del termine; io penso che anche questo sia amore, una forma diversa ma
comunque amore e poi siamo gelosi; se non amiamo di cosa siamo gelosi?" si
strinse le gambe con le braccia e Lucius non potè far altro che muovere una
mano andando a scompigliare i capelli fini del figlio (quello era tutto un
marchio Malfoy, pensò orgoglioso).
"Ma
sì, vedrai che tutto si sistemerà per il meglio!"
"Lo
spero, padre."
"Sai,
ho parlato con Draco..." cominciò Lucius guardando la figura di Dania che
usciva dal bagno coperta da un accappatoio turchese.
Dania
si fece attenta a ciò che il suo futuro marito le stava dicendo: sapeva bene
che ogni passo verso Draco per lui era una conquista enorme.
"...
e mi ha fatto riflettere... ero andato da lui per confortarlo ma alla fine mi
sa che è stato lui a confortare me." ammise aprendosi in quel mezzo
sorriso che Dania (e non solo lei!! n.d.Anty) reputava sexyssimo. La donna
avanzò verso di lui, guardandolo mentre si sfilava il mantello e lo appendeva
con attenzione maniacale alla spalliera della poltrona.
"Mi
ha detto che so amare." Dania sgranò i suoi begli occhi neri allibita.
"Sì,
beh, ti occorreva che qualcuno te lo dicesse?" davvero, non capiva.
Lucius
si voltò a fissarla: i capelli cadevano in boccoli disordinati sulle sue
spalle, il suo bel viso era rivolto verso di lui e quegli occhi... Dio, adorava
quegli occhi, tanto scuri da poterci annegare dentro, magnetici e bellissimi.
Alzò una mano ad accarezzarle una guancia.
In
fondo, in fondo lo sapeva, di saper amare; solo, aveva paura di non essere
ancora stato perdonato o di essere ancora l'uomo che tutti odiavano ma ora,
specchiandosi in quelle iridi d'ebano capì che lui era davvero cambiato.
Ora
sapeva amare.
"Non
lo so..."
"Ma
io lo so benissimo che tu sai amare, me lo dimostri sempre... che ne dici di
dimostrarmelo anche ora?" fece maliziosa mentre prese a sbottonare
lascivamente i bottoni della sua camicia di seta e le mani di lui erano già
scese ad aprire la cintura dell'accappatoio.
C'era
anche qualcun altro che quella sera non aveva voglia di starsene seduto
tranquillamente davanti ad un fuoco e precisamente si trattava di Ginny Weasley
e Blaise Zabini. I due facevano coppia fissa ormai dal giorno del compleanno di
Dior e la fantastica sensazione di venire pietrificati li aveva uniti ancora di
più.
Ovviamente
con tutti i problemi che comportava il fatto di essere una Grifondoro ed un
Serpeverde.
"Ma
dai?? Eri davvero tu?" gli chiese la bella rossina attaccandosi al braccio
del ragazzo che la superava di parecchi centimetri. Blaise Zabini era un gran
bel ragazzo: fisico statuario, capelli neri ed occhi color ametista. Aveva una
pelle perennemente abbronzata eredità mediterranea, dal momento che il padre era
italiano.
"Ti
giuro di sì!" rispose lui divertito andando a scostare il proprio braccio
per portarlo attorno alla vita della ragazza.
"Cioè
mi stai dicendo che alla festa di Halloween abbiamo ballato insieme tutta la
sera senza sapere che eravamo noi?"
"Ehmm..."
il ragazzo strizzò gli occhi poi sorrise "Esatto!"
"Allora
è il destino!" commentò lei ridendo e facendosi più vicina lui.
"O
il mio fascino attirafemmine!!" spiegò lui con pazienza, come se si
trattasse di una cosa talmente logica da non dover nemmeno essere messa in
discussione.
"Sì,
forse..." lo accontentò lei guardandolo con quegli occhioni azzurri che lo
facevano impazzire.
"Sai,
credo proprio di trovarmi davanti alla versione femminile dei gemelli
Weasley... ma dopotutto hai la mia più grande stima ancora dal tuo quarto anno,
quando hai scagliato quella fattura Orcovolante sul visino di Draco!!"
Ginny scoppiò a ridere ripensando alla scena di due anni prima, ponderando poi
come era cambiato il rapporto con il giovane Malfoy.
"Ma
non è il tuo migliore amico?"
"Sì,
ed è perché lo conosco bene che hai tutta la mia stima!" spiegò
continuando a sorridere; non che per lui fosse difficile, era sempre di buon
umore.
"Sai
Blaise? I miei genitori non saranno molto contenti ma ti accetteranno, perché
sei un gran bravo ragazzo!" Blaise, inaspettatamente abbassò gli occhi e
Ginny si ritrovò a prendergli il viso tra le mani per capire la sua strana
reazione.
"I
tuoi sì, Ginny, ma i miei non credo proprio!" ammise sottovoce.
"Cosa
stai dicendo?"
"Mia
madre... a lei non interesserebbe più di tanto, lei non è così fissata sul
sangue e balle del genere, se la prenderà perché non sto con una ragazza
'economicamente vantaggiosa' però ti rispetterà. Mio padre no." continuò
con voce bassa e a tratti rotta. Ginny fece per parlare ma Blaise la precedette
"Ho parlato con Draco, oggi pomeriggio e gli ho chiesto di darmi una
mano."
"In
che modo?"
"Beh,
andrò a stare da lui una volta terminata la scuola, inoltre Lucius Malfoy mi ha
offerto la sua protezione e mi ha promesso anche di parlare con mio padre... da
giovani erano amici." spiegò alzando finalmente gli occhi da terra.
Ginny
lo abbracciò di slancio affondando le mani trai suoi capelli e aspirando con
forza il suo profumo dal colletto della camicia.
"Io
ti amo, Blaise e farò di tutto per poter stare con te." dichiarò con voce
sicura aumentando la stretta della braccia attorno al suo collo.
"Lo
stesso per me, piccola Weasley!"
Ci
volle quasi una settimana perché le gemelle tornassero alla loro vera età e
dessero i primi segni di risveglio.
Infatti,
Niniel si svegliò di sopprassalto nel bel mezzo della notte; stava facendo un
sogno meraviglioso: c'erano tutte le persone a lei più care: mamma, Antares,
Dior, i suoi nonni, i suoi compagni di scuola, Legolas... eppure ad un certo
momento si era trasformato in un incubo. Non ricordava bene cosa fosse successo
ma la sensazione di angoscia l'avvertiva anche ora che era sveglia.
Si
tirò a sedere sul letto dell'infermeria cercando di ricordare cosa fosse
successo: la Lumenryos che sboccia, il dolore, il fuoco, la mano di Anty...
Antares!!
Si
girò di scatto e sospirò di sollievo notando che nel letto accanto al suo
riposava la propria gemella apparentemente incolume, proprio come lei.
Erano
arse di nuovo.
Rispetto
al passato gli episodi si facevano più radi, tuttavia molto più intensi:
sicuramente avevano dormito per giorni e giorni senza svegliarsi mai.
Chissà
se Legolas era venuta a trovarla?
Chissà
se Legolas avesse più voluto vederla, dopo tutto quello che era
successo!
Si
portò una mano a stropicciare gli occhi rimasti chiusi per troppo tempo.
Gettò
un altro sguardo alla sorella prima di alzarsi con cautela dal letto, facendo
attenzione che tutti i suoi muscoli fossero pronti per tornare al lavoro e,
dopo un paio di passi traballanti, riuscì a riacquistare equilibrio e
raggiungere la finestra da cui era ben visibile una luna piena rotondisima.
E fu
proprio in quel momento che Legolas la vide.
I
lunghi capelli ramati coprivano metà schiena, la camicia da notte bianchissima
risaltava il suo corpo longilineo e, dettaglio non da poco, poteva notare le
sue orecchie così perfettamente Elfiche.
Sorrise.
Quando
Niniel si sentì avvolgere da due forti braccia, fece per cacciare un urlo di
spavento ma una mano gentile le volse il viso e delle labbra soffici e calde
calarono sulle sue, impedendo la fuoriuscita di qualsiasi suono.
Non
indossava gli occhiali, ma non le servivano delle diottrie in più per
riconoscere Legolas; si rilassò nel suo abbraccio e ricambiò il bacio con una
passione che non credeva di avere, come se la paura, l'angoscia, la
disperazione di perdere l'uomo che amava potessero annullarsi nella sua bocca.
Anche
Legolas stava riversando un mare di sentimenti in quel bacio: aveva deciso di
aspettare tutta la narrazione della verità, ma l'averla vista, aver visto che
era tornata ad essere la sua Niniel, che era sempre la stessa adorabile ragazza
che parla a sproposito, aveva mandato tutti i suoi piani a quel paese!
C'era
una cosa sola che voleva: ed era lì tra le sue braccia.
Ci
aveva messo un po' a capirlo, ma l'aveva fatto e ora non si sarebbe fatto
sfuggire nemmeno un secondo.
Nemmeno
un secondo lontano da lei.
Qualche
ora dopo che Niniel si fu svegliata anche Antares diede segni di risveglio;
Draco si trovava proprio lì accanto a lei quando si accorse che la ragazza
cercava con poco successo di aprire gli occhi, allora il biondino sussurrò un
"Nox" per aiutarla: immediatamente le luci della stanza si spensero
lasciando come unica fonte di luce l'alba.
Antares
schiuse gli occhi e si guardò attorno spaesata.
"Where's Fernando?" (Wahahahahah!! <= Niniel che si rotola in terra
dal ridere mentre Antares cerca di ucciderla) chiese guardando Draco che,
spiazzato, fu solo in grado di urlare.
"E
chi è Fernando?!?!" l'urlo risvegliò completamente la ragazza che si tirò
a sedere e fissò Draco, ancora con la bocca aperta.
"Oh...
mi sa che sognavo..." spiegò la ragazza passandosi una mano sul viso.
"E
perché sognavi un certo Fernando? Chi sarebbe costui??"
"Ma
io che diavolo ne so!! Un sogno è un sogno... ma tu come stai?"
Draco
la guardò rendensosi conto che si era davvero finalmente risvegliata ed era la
sua solita, sontrosa ed acida ragazza.
Il
suo viso si aprì in un ghigno inquietante, tanto che Antares indietreggiò
inconsapevolmente.
Draco
la circondò con le proprie braccia premendole la testa sul proprio petto.
"Draco..."
la voce soffocata di Antares, proveniente da qualche parte della sua camicia
interruppe la sua gioia.
"No
Anty, fa parlare me!" la scostò da sé ma le impedì di parlare "Non mi
interessa, ok? Non mi interessa COSA sei o se ti succedono queste cose 'strane'
ma ciò che provo per te non cambia, non lo farà mai!"
Antares
sorrise... Dio, com'era dolce il suo Draco quando cercava di spiegare qualcosa:
si concentrava tutto, diventava serio e strizzava gli occhi.
"Beh,
volevo ben sperare..." fu il commento della ragazza che fece ridere per
poco il biondino che presto tornò serio e con un'aria tormentata sul viso.
"Bene,
ora che ci siamo spiegati, tu spiega a me: chi diavolo è Fernando???"
(Già
Anty, chi è Fernando? n.d.Niniel con ghigno stampato sulla faccia Vuoi morire sul serio? n.d.Anty incavolata
nera con i suoi stupidi sogni e Nini che infierisce)
Dopo
pranzo Harry, Draco e Legolas vennero gentilmente invitati dal professor
Silente a seguirlo nel proprio ufficio per discutere alcune questioni; era
ovvio che la 'questione' erano le gemelle che, infatti, erano già sedute nello
studio insieme a Dania e Lucius Malfoy.
"Niniel,
stai bene?" domandò preoccupato Legolas: secondo lui era ancora troppo
presto per alzarsi ma il sorriso della ragazza lo tranquillizzò.
"Benissimo,
grazie!" ed era vero, poiché quel lungo sonno le aveva ristorate a fondo
ed erano cariche di energia!
"Bene!"
esordì Silente prendendo posto dietro la propria scrivania "Se vogliamo
accomodarci..." e con un gesto della mano fece apparire altre tre poltrone
per i nuovi arrivati "Ora, tocca a voi!" esclamò guardando le gemelle
con quei suoi enigmatici occhi azzurri.
"Vai
tu Niniel, sei più brava di me a raccontare!" disse veloce Antares mentre
la sorella le rivolgeva uno sguardo assassino.
"Ok..."
sospirò Niniel rassegnata "Sarà meglio partire dall'inizio. Nostro padre
Sirion, come ormai avrete capito, era un Elfo. Il suo destino si intrecciò con
quello di mamma proprio tra le mura di questo castello; papà insegnava Difesa
Contro le Arti Oscure, dal momento che aveva girato il mondo e studiato in
diverse Terre, mamma, beh, lei era una studentessa di Grifondoro innamorata
persa del suo bel professore biondo..."
"è
la storia di mamma e papà o la tua?" chiese sarcastica Antares facendo
arrossire la gemella che le diede un bel calcione sullo stinco destro
zittendola. Lucius, Draco, Harry e Silente ghignarono apertamente mentre
Legolas contava le crepe del del pavimento e Dania entrava in modalità madre
commossa.
"Dicevo..."
ricominciò la Grifondoro riportando l'attenzione nello studio "... erano
entrambi a Hogwarts e si innamorarono. Quando mamma terminò i suoi studi di
magia, si sposarono pur sapendo che, a causa di un'antica maledizione, non
avrebbero mai potuto avere figli."
"La
maledizione di cui parlammo tempo fa nella serra..." affermò Legolas per
comprendere meglio il corso degli eventi.
"Esattamente!
Un paio di anni dopo, però, ecco la sorpresa!"
"Già!"
si intromise Dania "Aspettavamo un bambino. Sirion mi raccontò della
maledizione ma non vi diedi così tanto peso, si sa che gli Elfi sono pieni
zeppi di leggende, ero così felice della mia gravidanza, ma quando lo dissi a
mio marito, non fu esattamente la scena idilliaca che mi aspettavo!"
sospirò mentre i begli occhi neri tornavano indietro nel tempo "Litigammo
e alla fine decidemmo di cambiare stato per il bene delle bambine. Ci
trasferimmo nella Terra di Mezzo, a Gran Burrone per la precisione, convinti
che niente avrebbe potuto farci del male. Nacquero le mie bambine e, pochi anni
più tardi scoprii di essere nuovamente incinta."
"Dior..." sospirò Harry.
"Sì,
Dior." un sorriso triste si disegnò sulle labbra della donna "Tutto
andava nel migliore dei modi, se non fosse che, nel mondo magico, un bambino di
un anno aveva sconfitto il mago che seminava morte e distruzione, cavandosela
con una sola cicatrice." tutti gli sguardi si puntarono su Harry che arrossì
e abbassò lo sguardo mormorando un piccolo "proseguiamo?"
Antares
prese la parola "Sauron, il super-cattivo della Terra di Mezzo, non era
stato del tutto eliminato dopo la distruzione dell'Anello, covava negli abissi
del monte Fatuo ma anche lui apprese la sconfitta di Voldemort e la cosa non
gli piacque. La profezia su di te aveva avuto ragione, Harry, e non era affatto
tranquillo sapendo che un'altra profezia gravava sul destino del mondo."
"Dalle
ceneri rinascerà un fuoco, l’ombra sprigionerà una scintilla, libera sarà la
lama ora imprigionata e il canto di due fenici saluterà l’alba nuova..."
mormorò Lucius.
"Esattamente.
Sauron, dopo svariate ricerche, capì che eravamo noi i soggetti di quella
profezia e ci diede la caccia. Scappammo, ma lui ci trovò."
"Ricordo
ancora come se fosse ieri..." sussurrò Dania guardando il pavimento e
perdendosi nei propri ricordi.
"Ci
ha trovati!!!" l'urlo di Sirion prese Dania completamente di sorpresa.
Era
notte, una notte come tante altre.
Aveva
messo a dormire le gemelle mentre Dior, ancora molto piccola, si era lamentata
per tutta la serata.
"Scappa,
Dania!!" vide suo marito, il bell'Elfo biondo di cui era perdutamente
innamorata, prendere una spada e lanciarsi al piano di sotto.
Si
voltò un'ultima volta a guardare la donna che avrebbe protetto a costo della
propria vita "Prendi le bambine e scappa il più lontano possibile!!"
"Sirion!!!"
Dania urlò disperata vedendo il proprio uomo gettarsi con coraggio verso la
morte: le mani ben salde sull'elsa della spada, lo sguardo determinato e duro.
Non
poteva vedere ciò che accadeva fuori dalla piccola casa in cui si erano
rifugiati da pochi anni.
Non
perse altro tempo e corse in camera a prendere le bambine; agguantò con un
braccio Dior che dormiva profondamente ma un lamento sfuggì alla propria gola
quando, voltandosi verso i lettini delle sue primogenite, vide che erano vuoti.
Si
gettò per le scale urlando. Dior, svegliatasi di soprassalto, si aggrappò con
forza al seno della madre, gli occhioni neri spalancati e smarriti.
"NIENOR!!!!
LORIEN!!!!" chiamò le figlie per dei minuti, finché il fiato le venne meno
e la sua gola bruciava come fuoco per lo sforzo. Si appoggiò ad un muro con la
schiena, fuori il rumore delle spade, della lotta.
Strinse
maggiormente Dior al petto e si lanciò al di fuori, intenzionata ad aiutare il
proprio marito e a salvare le propie figlie ma uno spettacolo doloroso la
scosse: Sirion giacava a terra, trafitto da parte a parte da una spada
completamente nera. La figura oscura di Sauron si stagliava sulle sue figlie
che, tremanti e immobilizzate dalla paura, si stringevano l'un l'altra senza
riuscire a staccare gli occhi da quella presenza spaventosa.
"NOOOOOO!!!"
Dania urlò con quanto più fiato aveva in gola ma Sauron non si fece spaventare,
velocemente scagliò un potente incantesimo sulle bambine ma nello stesso
istante una piccola pianta di Lumenryos Blanca sbocciò dopo ben 75 anni di
quiete.
L'incantesimo
si fuse con le particelle brillanti che cadevano come una pioggia di diamanti
dal cielo, la luce fu talmente accecante che Dania, nonostante tutto, si
ritrovò a serrare gli occhi.
"Quando
riuscii a vedere nuovamente, mi accorsi che buona parte del giardino, compresa
la Lumenryos, era raso al suolo. Ricordo che scivolai a terra, accanto al corpo
di Sirion, Dior che scappava dalle mie braccia; c'era un'imponente macchia nera
dove prima c'era Sauron, la sua spada era spezzata a terra, inutilizzabile. E
al posto delle mie bambine c'era un cumolo di cenere. " Dania prese un
grande respiro mentre la voce le tremava e gli occhi le erano diventati umidi
"Rimasi lì per delle ore, credo, o forse furono giorni, non lo so. Non
riuscivo a pensare a niente, non riuscivo ad alzarmi, a muovermi, nemmeno Dior
si lamentava, si era rannicchiata accanto al corpo di suo padre. Fu l'arrivo di
Belthil a scuotermi. Anche lei era visibilmente distrutta per la morte del suo
unico adorato figlio e delle sue nipotine; ma ebbe il coraggio di smuovere la
cenere e trovare i corpi di Ninenor e Lorien, intatti e dormienti, se non fosse
che erano tornate neonate."
Seguì
un silenzio carico di pensieri e interrogativi.
"Posso
fare una domanda?" ruppe il silenzio Draco attirando su di sé gli sguardi
dei presenti "Ma... perché prendete fuoco, cioè, qual'è il motivo scatenante?"
Niniel
sospirò "Beh... non lo sappiamo nemmeno noi. Nostro nonno, Elrond, fece
delle ricerche su di noi ma non si scoprì mai nulla."
"Noi
pensiamo che sia dovuto alla... 'interferenza'? Posso chiamarla così? No, forse
non è il terminie più adatto ma intendo dire che il potere distruttivo di
Sauron si sia scontrato con quello generativo della Lumenryos e noi stiamo lì
in mezzo, tra vita e morte..." cercò di spiegare Antares.
"Quando
noi prendiamo fuoco, beh, è come morire, credo..." continuò Niniel
spostandosi con fare pensoso una ciocca di capelli dietro l'orecchio e
sistemandosi gli occhiali sul naso "... Sauron in un certo senso è
riuscito ad ucciderci ma la Lumenryos l'ha in un qualche modo impedito. Anche
nonno Elrond è convinto nel dire che se quella notte non ci fosse stata la
Lumenryos noi saremmo morte."
"Ma..."
questa volta era intervenuto Legolas "... voi avete davvero diciassette
anni? Invecchiate come i maghi o come gli Elfi?"
"No,
abbiamo davvero diciassette anni." spiegò la gemella Serpeverde
"Mamma è una strega e papà aveva rinunciato alla propria immortalità
quando si sposò. Noi invecchiamo come qualsiasi persona 'normale'."
Legolas
sogghignò all'indirizzo della propria ragazza "Vedi che non sono il primo
ad impazzire?" disse riferendosi ad un dialogo avvenuto tempo prima nella
piscina di Malfoy Manor.
Niniel
sorrise raggiante mentre i presenti facevano andare gli sguardi da lui a lei
senza capire.
"Io
volevo aggiungere una cosa..." intervenì Harry "...voi sapete già che
dovrete sconfiggere Sauron? Perché Hermione..."
"La
Signorina Granger mi ha riferito l'esito delle sue fruttuose ricerce, quindi
vorrei chiarire io come stanno le cose." rispose gentilmente Silente
"Ho parlato anche con Belthil per fare luce in quanto sta accadendo."
l'anziano preside congiunse le punte delle dita e, con i suoi enigmatici occhi
azzurri, abbracciò i ragazzi presenti.
"Ormai
tutti conosciamo la profezia che afferma che tu, Harry, sarai destinato a
sconfiggere Voldemort, ma non viene menzionato Sauron. Ora, prendiamo in esame
l'altra profezia: come mi ha fatto notare la Signorina Granger, nel nostro
mondo magico si parla di 'salvezza', non di 'distruzione' e non di
'dominazione' ma 'liberazione' del mondo. Secondo il nostro parere e secondo
anche quello di Elrond di Gran Burrone, la leggenda trascritta dagli Elfi non è
totalmente attendibile perché aveva per di più lo scopo di scoraggiare le
unioni di Elfi e Maghi a causa di antiche controversie. Non ho ormai alcun
dubbio nell'affermare che voi siate le due fenici descritte dalla profezia,
tanto è vero che nella visione di Harry e Lucius queste due fenici 'salutano
l'alba nuova', confermando il parere secondo cui voi 'salverete' e non
'distruggerete'. Al termine di tutto ciò mi pare evidente che per riportare la
pace nel nostro mondo e nella Terra di Mezzo i vostri poteri debbano essere
uniti."
I
tre giovani interessati dalle profezie annuirono consapevoli.
"Voi
lo sapevate già, vero? Ancora la prima volta che ci siamo visti sull'Hogwarts
Express..." commentò Harry guardando le gemelle che si scambiarono
un'occhiata prima di annuire "Ma scusate, in tutto questo Dior non centra
vero? Lei è al sicuro?"
"Oddio,
nessuno è al sicuro, caro..." rispose Dania "Ora lei è a Gran Burrone
sorvegliata a vista."
"Lei
non è direttamente legata alla profezia, solo che spesse volte è finita nei
casini a causa nostra e non avremmo mai potuto sopportare che lei venisse usata
da Sauron per giungere a noi, non dopo quello che è successo al suo
compleanno..." spiegò Antares.
"Anche
il dispositivo di costrizione -una specie di limitatore di magia- che porta al
braccio, a lei non è che serva è solo che in Italia dopo un casino combinato da
noi ci è andata di mezzo anche lei..." continuò Niniel ma fu interrotta
dalla gemella che commentò acida "Noi? Tu semmai! La sottoscritta ha
cercato di limitare i danni!"
"Non
rinfacciarmelo tutte le volte, sono dieci anni che ti chiedo scusa, ok?"
s'infuriò Niniel allungando le mani verso il collo della gemella (Brruttto
bagarospo!!! n.d.Niniel) .
"Bambine!"
urlò scandalizzata Dania mentre gli altri ghignavano alla scena, solo Lucius
era rimasto pensieroso.
"Scusa
Silente, ma la spada apparsa al giovane Potter?" la domanda attirò
l'attenzione di tutti: si erano completamente dimenticati di quel particolare.
"Sono
felice che tu mi faccia questa domanda, Lucius anche se non posso fornire una
vera risposta. Harry mi spiegò che quella sfera gli fu donata da Ron, che a sua
volta la ricevette da Bill. Ho chiesto personalmente a Bill dove l'avesse
trovata e lui mi disse che era tra gli scarti della Gringott. La signorina
Granger ha fatto delle ricerche anche in tal proprosito, che sono valse ben
cinquanta punti a Grifondoro, e ha scoperto che quella sfera era una specie di
contenitore."
"E...
conteneva cosa, esattamente?" fu la logica domanda di Harry che davvero
non capiva cosa potesse contenere.
"Amore."
I
presenti rimasero un momento interdetti.
"Amore?"
fece Legolas sgranando i begli occhi azzurri "L'amore si può...
contenere?"
"Beh,
diciamo che quella sfera aveva la funzione di far vedere ad una persona il
volto della persona amata; è quindi logico che chi l'aveva con sé ricercava
amore e, una volta trovatolo, la passasse a qualcun altro. In questo modo, e
dopo centinaia di anni, la sfera roccoglieva un po' di questo sentimento da
tutte le persone che l'avevano avuta in possesso."
"Ok,
questo posso capirlo, è un po' come quelle collane maledette che diventano più
letali a seconda del numero di vittime che hanno mietuto..." commentò
Lucius "... ma perché tramutarsi in una spada?"
"Già!"
fece solidale il professore di Erbologia "L'amore è un sentimento nobile,
è alla base della vita, perché si è trasformata in una spada, un'arma che può
uccidere?"
"I
vostri dubbi sono fondati ma io sono dell'idea che quella spada è innocua per
chi prova amore, è carica di amore e non potrebbe far altro che caricarsi
ulteriormente, mentre invece, se colpisce un cuore privo di amore diventa
letale."
"Non
mi è chiaro..." esordì Draco "... se quella spada è piena di amore,
come può essere letale per chi ha un cuore vuoto, non dovrebbe...
riempirlo?"
"Su
questo, non posso darvi spiegazione. Posso solo dire che il destino è
meraviglioso. E' meraviglioso il fatto che voi tre salvatori vi siate riuniti
sotto il tetto di Hogwarts, trovo meraviglioso che Legolas abbia accettato
proprio quest'anno il posto di docente ed è altrettanto meraviglioso che quella
sfera sia giunta nelle nostre mani dopo anni di pellegrinaggi e si sia
manifestata proprio in questo frangente, altro non posso dire, se non: abbiate
fede."
Rieccoci!
Che
scatole, direte voi, ehhh... pazienza! Assecondateci.
Eccola,
tutta la verità, nient'altro che la verità.
Questo
capitolo è dedicato al nostro ben tornato Simone. Ehi, sì bello nostro
(sei l'unico maschietto, lasciati spupazzare un po' da Anty e Nini!!), siamo
tornate e aver letto la tua recensione ci ha dato nuova energia, grazie.
Antares si inginocchia davanti a te 'Mea culpa!'. Hai proprio ragione, è una vita che non ci sentiamo ma questi anni di università sono stati un delirio. Ma ora, che la vostra Anty nazionale si è laureata e non trova mezzo lavoro (Nini, mi sto rassegnando a fare la cameriera tu-sai-dove!!), ha tanto tempo libero, almeno quando cerca di non uccidere o di farsi uccidere dal papà!! Grazie di cuore, Simone caro!!! Spero tanto che il cap ti abbia tolto la curiosità.
Un
grazie di cuore anche a ninny che nonostante la fretta, trova sempre il
tempo per farci un salutino. Un bacione anche a te, e a tutti quelli che ci
sopportano!!!
A
presto!!
Antares
& Niniel