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Autore: lexismoak    07/07/2015    4 recensioni
Post 3x23. Mentre sono in viaggio verso una località sconosciuta, Oliver e Felicity si fermano per una breve sosta in un bar. Traduzione fanfiction inglese.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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ON THE ROAD WITH OLICITY


Felicity si svegliò con i capelli in bocca. Rifiutando di aprire gli occhi, portò le mani sul suo volto per togliere quelle ciocche di capelli dal suo viso. Il vento soffiava gentilmente battendo contro la sua pelle, e poteva sentire il suo seno premuto contro delle pelle calda. La sua fronte si strinse in un momento di confusione, ma non appena si ricordò di dove fosse, spalancò gli occhi. Era rannicchiata sul sedile del passeggero di un’ automobile, e aveva una splendida vista del profilo di Oliver contro il tramonto, mentre guidava la macchina verso … qualsiasi luogo in cui volesse andare. Il movimento di lei catturò la sua attenzione, tanto che i suoi occhi incontrarono quelli di Felicity per un momento.
“Ciao” le disse dolcemente mentre tornava a guardare la strada. “Fatto bei sogni?”. Alla domanda Felicity si fece pensierosa.
“Sto cercando di trovare un sogno che potrebbe essere più dolce di viaggiare verso il tramonto senza pensieri, mentre qualcuno di bello come te è seduto al posto del conducente. No … non trovo niente. Ohh … forse si, una macchinetta del caffè nel quadro di comando della macchina”. Nel dire questo le venne veramente voglia di caffè e si sedette meglio sul sedile.
Lui aprì la bocca come per parlare, ma sembrò cambiare idea e semplicemente domandò “Bello?”
“Oh, ti prego, stai zitto. Lo sai che sei bello”. Felicity si guardò attorno, ammirando ciò che li circondava. Si rese conto che la brezza stava diventando un po’ più fredda, e la pelle d’oca cominciò ad apparire sulle sue braccia.
“Possiamo fermarci e tirare su il tettino” disse Oliver, ovviamente notando che lei stava cominciando ad avere freddo nello stesso momento in cui se ne accorse anche lei.
“No, assolutamente. Amo la vista che c’è ora.” E così, i suoi occhi andarono da Oliver all’orizzonte. Non riusciva a decidere quale dei due fosse più magnifico. Probabilmente Oliver. Il sole era sorto ogni giorno della sua vita, mentre lei non riusciva a ricordare di aver mai visto il suo vigilante meditabondo essere senza alcun peso. Ma che cosa stava dicendo, ancora?  La vista, giusto. “E fra un po’ ci saranno le stelle. Non me  le perderò. Sto bene.” Tirò la testa indietro, e quasi non vide che Oliver stava raggiungendo il cruscotto. Pochi istanti dopo sentì il calore che si diffondeva dalle prese d’aria. Sorrise a se stessa e scosse la testa. Stava più comoda con un po’ di calore. Dopo circa dieci minuti la macchina cominciò a rallentare.
“Ci stiamo fermando per la notte?” disse lei mentre Oliver svoltò verso un’uscita.
“No, solo una sosta. Non ti vorrai perdere quelle stelle?” disse con un sorriso veloce verso di lei, e Felicity avrebbe potuto giurare che il suo cuore avesse perso un battito. Sapeva che questo non sarebbe stato realmente possibile, ma quello sguardo era ancora in grado di causarle delle reazioni fisiche, decisamente.
Come la macchina entrò in un parcheggio, Felicity realizzò che era un bar. “Oh, si!” grazie al cielo Oliver era attento ai dettagli. Così lei si sporse sul cambio per dargli un bacio sulla guancia.
Senza altre parole, si tolse la cinta e scese fuori dalla macchina. Oliver la raggiunse in tempo per tenerle la porta del locale aperta, ma quello che afferrò fu solo un pezzo della manica di lei mentre già sfrecciava dentro.
“Ho capito. Va a trovare un tavolino in cui sederci.” Lei alzò il sopracciglio al suo tono di comando, ma lui rispose semplicemente alzando il sopracciglio a sua volta. Lei scosse la testa e si mosse per cercare un tavolo.
Si era seduta da pochi minuti quando una tazza fumante di caffè comparve di fronte a lei. “Il suo caffè, signorina Smoak”. Felicity alzò lo sguardo per vedere Oliver scivolare nel posto di fronte a lei. “Ho pensato che ora fosse il mio turno.”
Sorridendo, Felicity prese la tazza e incontrò gli occhi di Oliver. “Posso gestire io i turni”.
 
Come Oliver la guardò mentre lei cominciava a bere, non poté evitare di rilasciare un sospiro di soddisfazione e si rilassò sul suo posto. 
Il tavolino scelto da Felicity era in un angolo in fondo al locale e niente sembrava poter rompere la privacy del momento. In pochi secondi lei bevve quasi tutto il caffè.
“Perciò, signor ex-miliardario, come finanziamo, esattamente, questa avventura? Per la cronaca, ho avuto uno stipendio considerevole per tutto lo scorso anno. Se devo essere io a finanziare tutto, devo ammettere che potrei essere convinta a lasciarti essere il mio ‘accompagnatore’.” A quest’ultima affermazione, lei lasciò che gli occhi andassero allusivamente su e giù sul corpo di lui, scherzosamente esagerando il suo interesse.
Oliver sorrise e poggiò i gomiti sul tavolo.
“Non è una cosa che mi piacerebbe fare, ma non sto pensando di svuotare il tuo conto per finanziare la nostra gita.” Felicity bevve un sorso di caffè mentre lo guardava, chiaramente aspettando che lui proseguisse. “Thea ha ereditato tutta la fortuna di Malcolm, perciò è lei l’attuale sponsor delle nostre avventure.” Pensare da dove provenissero i soldi di Thea provocò un cambiamento nell’umore.
“Oliver”, Felicity cominciò, ponendo attentamente la tazza sul tavolo, “se tu non – “
Prima che potesse continuare, lui si mosse per zittirla. “Sono pienamente consapevole che non dovrei prendere niente che abbia il suo nome scritto sopra, ma considerando tutto quello che lui ci ha tolto, il minimo che possa fare è pagarci una tazza di caffè”.
Ma anziché sorridere, Felicity gli lanciò uno sguardo strano, come se stesse cercando di leggere meglio dentro di lui. “Che cosa c’è?”
“Sono solo stordita dal sentirti fare una battuta su Malcolm Merlyn, tutto qui”.
“Che cosa? Era così brutta?”. Oliver fece scorrere la mano sul tavolo e cominciò a toccare delicatamente la mano di lei che era poggiata sulla tazza di caffè.
“No” lei rispose, chiaramente distratta dalla scarica di elettricità che aveva scaturito il tocco di lui. Lui non voleva sopraffarla o farla impazzire, perciò cominciò a tirare indietro la sua mano. Lei bruscamente girò la sua mano e strinse le dita di lui fra le proprie. Gli occhi di Oliver guardarono quelli di lei e l’aria intorno a loro divenne più pesante. C’era calore, tensione e anche qualche traccia di incertezza che veniva da entrambi. Lui provò a pensare a cosa dire per spezzare l’intensità del momento, ma non  gli venne in mente niente. Così, rinunciando, strinse le spalle e sorrise.
Felicity rispose alzando anche le proprie spalle, mordendosi il labbro e sorridendo malinconicamente. Liberò la mano dalla presa di lui e iniziò a pulire il tavolo con un tovagliolo, ovviamente per un suo tentativo di porre fine al momento.
Nel fare questo movimento, il suo braccio colpì la tazza mandandola in aria. Senza pensare, Oliver raggiunse l’altro lato del tavolo e prese la tazza al volo. Era quasi vuota, ma alcune gocce che erano rimaste si versarono sulle sue dita. Emise un sibilo al contatto prima di riportare la tazza sul tavolo.
“Oh cielo! Avresti dovuto lasciarla cadere semplicemente! Sono così maldestra! Stai bene?” afferrò la mano di lui e la avvicinò a lei per poterla vedere meglio. Ovviamente il caffè non era caldo a sufficienza da bruciare, ma Oliver decise di sfruttare quel momento al massimo. Mentre lei teneva la sua mano per esaminarla, lentamente passò il pollice contro le sue dita. Nonostante la tentazione, non aveva intenzione di lasciare che la tensione salisse ancora.
“Bene, la buona notizia è che se ho deciso di vivere di te, i miei istinti di vigilante potranno essermi utili per mantenermi.”
“Non essere ridicolo! Hai tonnellate di competenze che possono mantenerti!” Anche se il commento di Felicity era innocente, nessuno dei due poté evitare che certe sue ‘competenze’ venissero loro in mente. “Voglio dire, per esempio, competenze di gestione societaria, o … potresti insegnare tiro con l’arco?” ovviamente lei stava naufragando.
Oliver scosse la testa e si alzò dal tavolo. “O forse alcuni tipi di lezioni di autodifesa! Potrebbe essere qualcosa – “ lui aveva ancora la presa sulle sue mani, e la tirò con decisione fuori dal tavolo per interrompere il divagare di lei coprendo le sue labbra con lei proprie. Lui non aveva dimenticato che i loro ultimi baci erano stati quelli a Nanda Parbat, ed erano stati tutt’altro che rilassati.
Ma Oliver era anche convinto che i baci che si dati in passato non definivano la loro relazione. Ogni volta che le loro labbra si erano toccate prima di quel momento, anche se c’era amore, questo era avvolto dalla disperazione, paura, mancanza di speranza. Invece, quel bacio spontaneo che si stavano scambiando in quel momento, dopo aver passato alcuni minuti a sorridersi a vicenda, era quello che lui aveva sempre voluto. Un bacio con lo stesso amore dei precedenti, ma ricoperto di gioia e speranza. Un nuovo inizio, uno felice.
All’inizio Felicity si immobilizzò sotto di lui, ma pochi secondi e le sue labbra si ammorbidirono sotto quelle di lui. Si tirò indietro per un instante, quel tanto che bastava per riprendere fiato e poi si mise sulle punte, afferrò il braccio di lui come leva e si premette contro di lui. Il suo entusiasmo fece si che una scarica di desiderio attraversò il corpo di lui, e lentamente Oliver si allontanò. Appoggiò la sua fronte contro quella di lei, chiuse gli occhi e fece un respiro.
“Pronta ad andare?” chiese mentre riapriva gli occhi per guardare profondamente dentro quelli di lei.
“Si”, disse lei debolmente. Oliver avvolse il braccio dietro la sua schiena e la guidò verso l’uscita del locale. Così tornarono alla macchina.
“Hai una destinazione in mente almeno per questa notte?”. Lui riconobbe che era una domanda lecita. Lei scivolò nel lato del passeggero della macchina e lui gentilmente chiuse lo sportello dietro di lei.
Ad essere sincero non aveva idea di dove si fossero fermati o dove si stavano dirigendo, ma non gli importava. “Dimmi che ne pensi:”, rispose mentre scivolava al volante “cerchiamo di guidare per un’altra ora o due e ci godiamo la luce delle stelle. Poi ti restituirò la tua tecnologia che è chiusa nel bagagliaio e ti lascerò trovare un luogo per passare la notte”.
“Hai il mio tablet!” gli occhi di Felicity si ingrandirono. Lui sorrise. Aveva minacciato di non partire se lei non avesse lasciato le sue cose a casa, ma in realtà non era così stupido da tenere Felicity separata dai suoi dispositivi per più di un giorno o due. Lei si guardò intorno per cercare di capire il modo per aprire il cruscotto, ma lui non aveva bisogno degli scherzi di lei mentre stava guidando. “Non ci posso credere che mi hai mentito”. Allungò la mano e lo colpì a braccio.
Lui rispose con un obbligatorio “Ahia”, prima di continuare “Si, l’ho portato. Ma devi promettermi di non spendere troppo tempo su quella cosa. Voglio fare questo viaggio con te, non con te e un miliardo di persone che navigano sul mondo digitale”.
“Sei solo fortunato che voglia questa cosa abbastanza da non avere intenzione di tenerti rancore per avermi fatto pensare di essere tagliata fuori dal mondo fino a chissà quando”. Lei gli lanciò un altro sguardo arrabbiato mentre lui stava tornando sull’interstatale.
Lui la guardò tirasi dietro i capelli in una coda di cavallo e stendersi sul sedile così da poter ammirare le stelle. “Si”, mormorò lui dolcemente. “Sono molto fortunato”.
   
 
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