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Autore: Erina91    07/07/2015    2 recensioni
La voce frizzante della bambina lo raggiunse:
-grazie di avermi salvato vecchio!- un sorrisino a furbetta guizzò sulle sue labbra.
-ehi! Mocciosa! A chi hai dato di “vecchio”?-
-perché, non lo sei?-
-ho fatto trent'anni solo pochi mesi fa.-
-beh, per me resti vecchio.- continuò con arroganza -e comunque, non mi chiamo “mocciosa”, il mio nome è Sarada.-
Sasuke decise di ignorare quella “bamboccia” impertinente e la fissò:
-allora, Sarada, come mai una mocciosa della tua età è in mezzo al bosco da sola?-
Più la fissava e più i contorni del suo volto, dei suoi occhi, l'accenno delle ciglia allungate e il taglio delle iridi attraente gli ricordavano Karin e questo non faceva altro che portare di nuovo alla luce quella notte di tempesta.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Karin, Salad, Uchiha, Sasuke, Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura, Sasuke/Karin
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Buonasera a tutti!! eccomi qua con un nuovo cap. Sarà un capitolo ricco di SK e un po' di BoruSara, spero di non essere andata troppo OOC con i PG.
Ringrazio tantissimo chi mi ha recensito! *___* e risponderò alle vostre recensioni appena posso! ;D ringrazio anche chi ha messo la mia fanfic tra preferite/seguite/ricordate. Preciso che so che il paese della Nebbia non affatto come l'ho descritto, ma ho voluto dargli un tocco tutto mio. Spero non mi dispiaccia..  Mi auguro che il cap non vi deluda!!^^
 



La partenza con lei
 

I colori dell'alba illuminavano le colline attorno al villaggio della foglia e stavano accompagnando Sasuke e Karin durante il loro viaggio.
Si erano svegliati alle 5.00 di mattina, per partire, trovandosi davanti alle porte di Konoha.
Il tempo di salutarsi ed erano subito partiti, ormai era un po' che si erano allontanati dal villaggio e stavano raggiungendo il pontile, nei pressi di un porto, per salire sul traghetto che li avrebbe portati verso l'Isola del villaggio della Nebbia.
Il mare era calmo, una brezza marina trasportava un odore salamastro e il sano venticello marittimo stava facendo rilassare Karin come non le succedeva da tempo. La temperatura, pur essendo in primavera, era ideale per fare un tuffo in mare.
Karin pensò che alla fine quel viaggio, pur essendo per lavoro, poteva non essere così male.
L'unica “pecca” era la presenza di Sasuke nello suo stesso luogo, ma non era una conseguenza che poteva evitare perché così aveva deciso il suo lontano cugino. Salirono sul traghetto immediamente e si fecero trasportare dalle onde che produceva la nave al fior d'acqua in una dolce culla e in un delicato suono acquatico.
Da quando erano pariti, a parte un saluto, non si erano parlati e Karin cercava accuratamente di evitare lo sguardo di Sasuke poiché l'attrazione avrebbe potuto spingerla da lui. Fu proprio quest'ultimo a distruggere la distanza tra loro:
-come mai ti sei portata uno zaino così grande? Naruto non ti ha detto che ci davano tutto l'occorrente arrivati lì? Le temparature su quell'isola sono molto diverse di quelle di Konoha, sono calde afose e a volte secche. Non a caso è un'isola in mezzo al mare.-
-accidenti! Ti sei informato, vedo.- commentò lei, noncurante, continuando a fissare lo spazio aperto e le delicate onde che produceva il traghetto.
-ho solo chiesto informazioni in più a Naruto.- affermò.
-in ogni caso, anche se questo zaino è molto grande, non c'è tanto dentro: solo gli abiti da ninja, quelli da laboratorio, vari intimi e oggetti da bagno.-
-capisco. Dì un po', gli slip che hai portato sono di un eccentrico pizzo?- ghignò fissando la tasca davanti da dove calavano degli slip neri di pizzo, poiché la cerniera era stata lasciata distrattamente aperta. Karin, a quella domanda, si girò di scatto verso Sasuke:
-che razza di domanda è mai questa?- esplose arrossendo, -si vede che non sai cosa dire.-
-ho solo notato che questa mattina hai messo il tuo intimo di fretta, dato che sta calando dalla tasca davanti del tuo zaino.
Non so come possa non essere cascato mentre raggiungevamo il porto.-
Karin, a quel punto, inizò a tastare la tasca davanti, cercando di scoprire se lui la stava prendendo in giro oppure stava veramente perdendo oggetti dallo zaino. Infatti, toccando, si accorse che gli slip di pizzo stavano davvero fuoriuscendo dalla tasca.
Cercò di celare l'imbarazzo, togliendosi lo zaino dalle spalle per sistemare la confusione.
-grazie.- sussurrò solo, a Sasuke, dopo aver messo in ordine.
Lui non le rispose e tornò a guardare il mare di fronte a sé.
-siamo quasi arrivati.- constatò poco dopo.
- già. E' praticamente due ore che siamo su questo battello.- disse Karin.
Il traghetto iniziò a fischiare fastidiosamente procedendo con le manovre d'attracco, prima di toccare il pontile del porto dell'Isola e calare affondo l'ancora. Il villaggio che si trovarono davanti, era lontano da ogni loro possibile immaginazione.
Non erano abituati a quel genere di “cittadine”: innanzi a loro, nei pressi del grande porto, si trovava un mercato che vendeva rare conchiglie da collezione, stand di profumi tipici, souvenir provenienti dall'oceano, oggettistica a tema marino, prodotti tipici del paese.. da salse a marmellate.
Karin adocchiò subito banchi che esponevano prodotti per la cura fisica ed emotiva, come creme per massaggi rinfrescanti, unti oli di infinite arome, erbe particolari e sconosciute, filtri di tisane curative e lenitive, thè di vario genere, diversi consmetici che andavano dal trucco di vari colori, alle medicine. Si trovavano banchi di frutta tropicale e di pescivendoli, di spezie dal profumo intenso, banchi di succosi e saporiti molluschi, appena pescati e freschi. Grandi navi da pesca, con reti da cattura immense si avvicinavano al porto in un andi e rivieni; navi dedite al commercio marittimo, costruite per fare lunghi viaggi nella vastosità dell'oceano. Oltre a quello.. in quell'unico villaggio c'era vita, continuo movimento, musica allegra e i tipici artisti di strada. La temparatura era calda, eppure piacevole e carezzevole grazie alle vicinanze del mare. Palme alte e verdi, gabbiani, ombrelli di paglia, sabbia bianca, acqua limpida e trasparente, quieta e delicata, deliziavano il meraviglioso panoroma.
A Karin venne subito voglia di tuffarsi in mezzo al mare cristallino, in modo da combattere il calore che emanavano i raggi del sole trasmettendo luminosità all'acqua, facendo brillare le cunette di sabbia bianca, e le persone in se stesse.
In che posto meraviglioso li aveva mandati Naruto?
Karin non aveva mai visto tanta bellezza in vita sua. Avrebbe tanto voluto portarci Sarada.
Naruto doveva mandare per forza sua figlia, almeno una settimana, poiché quel posto sembrava perfetto per un vacanza coi fiocchi, dato il costante turismo che lo imperniava. E adesso aveva anche capito perché li aveva mandati lì: c'erano prodotti che a Konoha non avresti mai trovato perché l'aria non era favorevole e il commercio marittimo era troppo distante, poiché il mare era assai lontano dal villaggio della foglia.
Inoltre, esplorare quella misteriosa e sconosciuta zona, le avrebbe permesso di accrescere conoscenze mediche e sperimentali, vista la presenza di rari articoli. C'era davvero tutto. Era assolutamente il suo mondo ideale.
Pensò perfino che suo cugino lo avesse fatto apposta ad incaricarle una tale missione, in un posto che l'avrebbe fatta innamorare ed impressionare.
-non ho mai visto nulla di simile.- disse sinceramente Karin.
-neanche io. Non ci sono mai stato.- confessò Sasuke, guardandosi attorno con un cipiglio sorpreso.
-sbrighiamoci, dobbiamo raggiungere Choujiro per farci dire come ci ha sistemato.- aggiunse.
Karin annuì e, insieme, sorpassarono il mercato.
Gli abitanti del villaggio sembravano abituati ad avere il loro paese così popolato da “stranieri”, perché ogni volta che li osservavano sorridevano accoglienti e disponibili, pronti ad ogni evenienza, disposti a mettere in vendita i loro prodotti naturali e di qualità eccelsa.
-vuole assaggiare il nostro cacao bella signora?- propose un uomo sorridendo affabile, passando a Karin una tavoletta di cioccolato fondente.
-volentieri signore.- afferrò il pezzetto di cioccolata, ma prima che potesse assaggiarlo e gustarsi quel sapore agrodolce, Sasuke la bloccò:
-che diavolo combini? Non possiamo fermarci adesso. Avremo tutto il tempo di farlo.-
-ehi! Almeno lasciamelo assaggiare.- protestò infastidita.
Sasuke la osservò intensamente e, stupendola, portò la sua mano verso le sue labbra e mise in bocca il pezzetto di cioccolata che lei teneva in mano, leccandole anche le dita. Karin sgranò gli occhi e arrossì vistosamente.
Che diavolo gli era preso a quell'imbecille? In mezzo a tutti, poi?
Sasuke sorrise divertito davanti all'espressione scioccata di Karin e sotto le risate del signore del banco del cacao.
-ci stavi mettendo troppo a mangiarlo per i miei gusti. Non abbiamo tempo da perdere qui, dobbiamo andare a parlare con il Mizukage.-
-ehi! Bastardo! Ridammi il mio pezzetto di cioccolata. Ridammelo subito! Come ti permetti?- si sistemò gli occhiali, rabbiosa e ancora imbarazzata, mentre ripensava al gesto di Sasuke, -o sennò aspetti che ne prendo un altro. Abbi un po' di pazienza!-
-dopo. Ora no. Sbrigati.- ordinò lui trascinandola per il polso, intanto che l'uomo rideva sguaiatamente.
-eh lasciami!- esclamò lei brusca, sebbene dentro di sé sarebbe voluta restare così.
Il gesto di Sasuke di leccarle le dita in maniera così naturale, dopo averle mangiato il pezzetto di cioccolata, le era rimasto impresso e dei brividi di eccitazione la stavano assalendo, assecondati dal calore che le sue membra stavano avvertendo.
Sarebbe stata davvero dura resistergli, se per tutti e due i mesi l'approccio di Sasuke sarebbe rimasto questo.
D'altra parte, la sfida era una sfida e per ora, volente o nolente, stava stravincendo lui.
Sasuke sciolse la presa alla sua richiesta.
-e allora seguimi senza lamentarti.- concluse duramente.



 
****
 

Nel frattempo Sarada e Boruto si trovavano all'accademia ed erano in pausa dalle lezioni.
La prima, come al solito, era da sola e fu proprio Boruto ad avvicinarsi a lei coinvolgendo anche gli altri bambini:
-ragazzi.. che ne dite se stasera, dopo cena, andiamo a prendere un gelato?-
Tutto esultarono e approvarono la proposta del figlio di Naruto, poi si rivolse a Sarada:
-perché non vieni anche tu?- la invitò.
-come mai dovrei? Non conosco nessuno a parte te.-
Anche se rispose così, pensò che le avrebbe fatto bene andare con loro_specialmente con Boruto_poiché, nonostante fosse solo il primo giorno senza sua madre, si sentiva molto sola e avvertiva già la sua mancanza al pensiero di non vederla.
-come mai sei sempre così acida?- chiese una bambina “grassottella”, dalle carnagione scura e i capelli “rossicci”: era Chocho Akimichi.
-non ti fai mai conoscere. È per questo che ti ignoriamo.- aggiunse.
Sarada si trovò indisposta a rispondere, perché non sapeva davvero come ribattere a quella assoluta verità.
-non sono una persona molto socievole e probabilmente risulto antipatica ai vostri occhi.-
-non proprio, in realtà.- intervenne un ragazzino con i capelli scuri a forma di ananas: Shikadai Nara, il figlio del braccio dentro dell'Hokage.
-diciamo che, essendo così silenziosa ed introversa, tendi a risultare trasperente ai nostri occhi. Però non sappiamo niente di te, sul serio.- spiegò.
-Shikadai ha ragione, Sarada. Dovresti semplicemente unirti a noi in modo da farti conoscere.- proseguì sorridendo, Chocho.
Sarada portò gli occhi su Boruto che le sorrise allegro e rassicurante.
-allora, che fai? Vieni?- ripeté quest'ultimo.
-va bene. Non ho altro da fare.- accettò, poi, facendo un mezzo sorriso.
-brava!- approvò esclamando, Chocho. -facciamoci belle eh!-
-allora dopo cena ci troviamo nella “piazzetta” di Konoha.- decise Boruto.
Gli altri annuirono concordi e poi tornarono ai propri posti.
Prima che potesse farlo anche Boruto, Sarada disse:
-grazie..- sussurrò, -l'hai fatto apposta per coinvolgermi, vero? Hai colto il momento giusto per invitare tutti nell'attimo in cui erano più vicini a me.-
Boruto sorrise birchino. -mah! Chi lo sa se è così...- rispose misterioso, guardandola.
-comunque, “insalatina”, ti sta bene quella mollettina rossa tra i capelli. Ti scopre di più il viso.-
Sarada, a quel complimento, arrossì leggermente e volse lo sguardo altrove in modo da nascondere l'imbarazzo che l'aveva colta.
Si accucciò sotto le sue braccia bianco latte e celò un dolce sorriso ripensando alle parole che Boruto le aveva appena detto.
Sei davvero uno stupido, Boruto Uzumaki..” pensò mentalmente, continuando a sorridere.
Erano bastate due semplici parole da parte di quel ragazzino per sentirsi felice.
Cos'era quello strano sentimento? Come mai le batteva così forte il cuore?
Non riusciva ancora a comprenderlo bene, ma era una sensazione molto piacevole che le pizzicava al cuore con tenezza e sollievo.
Un'emozione particolare che le alzò subito il morale.
Visto che non riusciva a capire cosa provava, e non aveva amiche con cui confidarsi, decise che quella stessa sera avrebbe parlato con la madre di Boruto sperando che l'aiutasse a scoprirlo.
Tuttavia.. non aveva abiti carini da indossare quella sera per il gelato, come avrebbe fatto?
In fondo, cosa le interessava? Si sarebbe messa in abiti da ninja, ma la mollettina rossa e il lucidalabbra_i due motivi per il quale Boruto si era complimentato con lei con un sorriso_ li avrebbe indossati sicuramente, perché forse in quel modo risultava davvero più femminile.




****


-mi stavo giusto chiedendo quando sareste arrivati.- gli accolse Choujiro, nel suo studio.
-grazie dell'ospitalità Mizukage.- asserì Karin, cortese.
-credo che Naruto Uzumaki vi abbia già dato tutte le informazioni di cui avevate bisogno, giusto?-
-quasi tutte, diciamo. Aspettiamo nello specifico i suoi ordini.- intervenne Sasuke.
-certamente.- sorrise il Mizukage, -dunque, per ora vi annuncio dove si trova il vostro alloggio: è in una zona vicino al porto, un'edificio ospitale ed accogliente, anche abbastanza lussuoso. Avrete una camera per uno, di fianco all'altro, il “vitto” verrà servito dal nostro servizio perché, essendo in missione, è meglio che abbiate tutto a disposizione in modo da concentrarvi per bene sul vostro incarico.
Durante i pasti, infatti, vi troverete entrambi nella stessa sala ed assieme ad altri nostri viaggiatori, ospiti e missionari.
È il nostro alloggio più grande, oltre ad essere nuovo di zecca.- descrisse.
-sì, ma come lo troviamo?- lo interruppe Karin.
-vi farò accompagnare dal mio braccio destro che adesso vi presento.-
Fece un attimo di pausa e poi lo invintò ad entrare:
-avanti.- quando l'assistente del Mizukage fece la sua entrata, sia Sasuke che Karin rimasero a bocca aperta: Suigetsu era difronte a loro e non pareva sorpreso di vederli. -Suigetsu..?- fece Karin meravigliata, -che ci fai qui?-
-pensavo non ti volessi stabilire in un posto specifico.- proruppe Sasuke.
-Suigetsu mi aveva accennato di conoscervi quando gli ho detto che avremmo avuto ospiti provenienti da Konoha.- continuò il Mizukage, -immagino che vi troverete d'accordo con lui, se i rapporti sono così confidenziali.-
-è davvero tanto che non ci vediamo, ragazzi!- esclamò Suigetsu ghignando e guardando prima Sasuke e poi Karin, -sei cambiata molto, Karin.- notò soffermandosi su di lei. L'occhiata che lanciò a Karin, non piacque molto a Sasuke: era un'occhiata troppo intensa per i suoi gusti.
-anche tu sei cambiato, Suigetsu.- constatò lei.
-che ci fai qui, Suigetsu?- domandò curioso, Sasuke.
-sono qui da ben 6 anni. Dopo aver girato diversi villaggi, sono tornato al mio paese natale e mi sono stabilito qui.
Sono originario del villaggio della Nebbia.-
-Suigetsu è uno spadaccino davvero notevole.- si intromise Choujiro. -mi aiuta molto.-
-anche tu sei uno dei nuovi sette spadaccini, non è vero Choujiro?- chiese Karin.
-sì, è vero. Per questo mi trovo d'accordo con Suigetsu.- sorrise, -dunque.. adesso lui vi accompagnerà al vostro alloggio.
Fatemi sapere cosa ne pensate. Spero che sarà di vostro gradimento.-
-gli orari dei pasti?- domandò Sasuke.
-colazione la mattina presto. Pranzo dove volete e all'ora che volete. Cena alle 19.30.-
-grazie della spiegazione.- rispose sbrigativa, Karin.
-giusto.. per procurarvi gli abiti ideali alla nostra temperatura, il mercato possiede tutto quello di cui avete bisogno.
Ve lo consiglio, perché le temperature qui sono molto flessibili, versatili e di conseguenza pericolose.- aggiunse.
-allora vi accompagno.- decretò Suigetsu, -seguitemi.-
-a più tardi Mizukage.- salutò Sasuke, seguendo Karin e Suigetsu.


Arrivati all'alloggio, Suigetsu li accompagnò di fronte alle proprie camere.
-siete proprio uno accanto all'altra eh.- commentò divertito.
-non dipende da noi.- rispose gelido, Sasuke.
-penso che Karin sarà felicissima della situazione!- seguì stuzzicandola, Suigetsu.
Karin lo fulminò infastidita. -figurati.- sbottò.
-a me non dispiace.- affermò Sasuke, fissandola e facendola arrossire. -almeno quando ho bisogno di lei non devo cercarla per tutto il villaggio.-
-ehi ehi, ragazzi! Calma! Ma che vi prende? Siete strani? sembrate una coppia frustrata. State insieme?- chiese.
-chi lo sa. Non è una mia scelta.- ribatté Sasuke, continuando a guardare Karin.
-nemmeno mia.- replicò lei scrutandolo attentamente, come se volesse esplorarlo nel profondo.
Suigetsu, a quel punto, fu completamente emarginato dalla conversazione.
Quei due erano così concentrati l'uno sull'altro, tanto che lui risultò invisibile ai loro occhi.
Essere ignorato così da Karin, lo stava irritando tremendamente e non ne capiva il motivo.
Fin'ora non si era mai preoccupato di pensare perché si divertisse a stuzzicarla e a prenderla in giro, in passato, ma ora che non la vedeva da anni si era accorto che era cambiata molto e forse si era fatta più adulta, bella e femminile.
Era più composta e sembrava aver smesso di fare le moine a Sasuke e di provarci con lui tutti i momenti che si trovavano in intimità.
-di che state parlando? Vi chiedo di non ignorarmi in questo modo. Non ci vediamo da più di dieci anni, lo sapete? Esisto anch'io eh!- brontolò offeso.
-lascia perdere, Suigetsu, non capiresti come tuo solito. Ora, se non vi dispiace, entro in camera.-
Detto questo, Karin entrò nella sua stanza sbattendo la porta e lasciando Sasuke e Suigetsu da soli in mezzo a corridoio.


-tu non entri, Sasuke?- domandò Suigetsu, vedendolo fissare la porta dove era entrata Karin.
-ora entro.- rispose con indifferenza.
-senti.. possiamo parlare?- chiese lo spadaccino, -non capisco cosa stia succedendo.-
-d'accordo, ma una cosa di giorno.- puntualizzò lui.
Si spostarono verso la terrazza del piano, che dava sul mare e Sasuke si appoggiò sulla ringhiera per godersi l'aria marina più che poteva.
-non vi eravate separati quando l'abbiamo deciso tutti?- cominciò Suigetsu.
-non ci siamo separati con lei, dopo abbiamo continuato a viaggiere insieme per un anno.-
-capisco. Ma siete strani da quando vi ho visto.- proseguì perplesso, - o meglio.. tu sei strano con lei.-
-già. Può darsi.- concordò sinceramente, continuando a guardare davanti.
-è successo qualcosa tra voi?-
-non sono cose che ti riguardano.- rispose schietto, lui.
-non dire idiozie, Sasuke, ci stai provando esplicitamente con lei.- continuò aspro l'altro.
-anche se fosse, lei ha un altro.-
Suigetsu, dopo quell'affermazione, scoppiò quasi a ridere: non era possibile che Karin avesse un altro, abbandonando la sua ossessione per Sasuke così facilmente. Anche lui sapeva che non aveva mai smesso di amarlo, almeno finché lui si ricordava.
Karin era così fissata con Sasuke che non riusciva a credere che lo avesse dimenticato.
-ha un altro? Che stupidaggine!- ridacchiò infatti, -è sempre stata cotta di te, tanto da esserne ossessionata.
Non scherzare, Sasuke, è impossibile che abbia un altro.-
Sasuke lo fissò glaciale. -mi domando perché ne sto parlando con te.-
-me lo chiedo anch'io.- convenne Suigetsu, divertito. -forse perché credi che sappia qualcosa?-
-forse. O forse perché sei sempre tra i piedi.-
-comunque, non so nulla di quest'altro. Non vedo Karin da quando abbiamo deciso di separci come Team Taka.
Di sicuro ne sai più te, dato che siete in missione insieme.-
-non so davvero niente. Ho provato a scoprirlo, ma l'unica cosa che so è che ha una figlia di nome Sarada.
Le ho chiesto chi sia il padre della ragazzina, ma lei non me l'ha detto.-
-Karin ha una figlia?? Scherzi?!- dalla reazione scioccata di Suigetsu, Sasuke comprese che lo spadaccino ne sapeva meno di lui.
-non sai un tubo, Suigetsu. Sei completamente inutile.-
-non potresti essere tu il padre della ragazzina?- suppose tranquillo lo spadaccino.
Non potresti essere tu il padre della ragazzina?” qualla domanda gli aveva appena messo_senza volerlo_la pulce nell'orecchio e gli stava risuonando nella testa in modo estenuante e spasmodico.
Sarada aveva dieci anni. Il padre era sparito. Aveva i suoi stessi colori di occhi e capelli.
Lui e Karin avevano fatto l'amore dieci anni fa. Lui sentiva di avere una certa e assurda affinità con quella bambina.
Un attaccamento affettivo alquanto ignoto, poteva definirlo. Erano solo coincidenze quelle?
Rimase in silenzio, pensieroso ed agitato. Suigetsu rispettò il suo silenzio rimanendo vicino a lui.
Non può essere, Sasuke, smettila di pensare cose strane!” si ripeté mentalmente.
Karin gli aveva detto che il padre di Sarada se n'era andato quando lei era nata, però lui era ancora lì.
Non poteva essere il padre della ragazzina. Perché Karin avrebbe dovuto nasconderglielo?
Per lo stesso motivo per cui quella notte se n'era andata” disse una voce del suo subconscio.
No, non poteva essere decisamente sua figlia. Karin non poteva averglielo tenuto nascosto per così tanti anni, che motivo avrebbe avuto?
-dai Sasuke! La mia era solo una stupida supposizione. Non angustiarti solo per una frase.- tentò Suigetsu, interrompendo i suoi pensieri confusi.
-e poi, dai, non è possibile che ti sei portato a letto Karin.- cercò di sdrammatizzare, benché da una parte l'aveva sempre pensato che ci fosse qualcosa tra quei due. Li aveva visti interagire parecchio quando erano al covo di Orochimaru, di certo c'era un empatia particolare.
Sasuke, dopo quella battuta per sciogliere la tensione, si girò verso Suigetsu e lo incenerì facendolo rabbrividire.
“Ok, allora erano andati a letto insieme.” Quell'occhiata spaventosa era una conferma alla sua domanda, ma lo spadaccino non si sorprese affatto davanti a quella scoperta. Però, allo stesso tempo, la sua supposizione su Sasuke padre della figlia di Karin era diventata possibile.
Non voleva sapere come Sasuke si sentisse, in seguito alla sua “pulce nell'orecchio”, avrebbe finito per essere ammazzato atrocemente da uno sguardo minaccioso di Sasuke e voleva evitare di seppellire precocemente.
-Sasuke..?- provò a richiamarlo, ma bastorono le sue iridi furiose a metterlo a tacere.
-non rompermi le scatole.- lo zittì immediatamente, dandogli le spalle.
Non era sicuramente figlia sua” continuava a ripetersi, “non poteva davvero essere”.
In ogni caso, doveva scoprire chi fosse l'uomo con cui Karin era andata a letto.
Poteva essere l'unica cosa che gli avrebbe confermato che lui non era il padre.
Nel frattempo che pensava, vide uscire il soggetto dei suoi pensieri dalla camera accanto alla sua.
Si scambiarono un'occhiata sfuggevole ma intensa, poi Karin s'incamminò lungo il corridoio.
-dove stai andando?- la richiamò Sasuke, prima che si allontanasse.
Chi era il padre di Sarada?” però la sua mente continuava a vagare sempre sugli stessi dubbi.
-a comprare costumi e qualche abito estivo. Sto morendo di caldo.- rispose schiva.
-vengo con te. Anch'io ne ho bisogno.- si autoinvitò lui.
Non poteva essere lui il padre. Impossibile. Assurdo.” ecco che la “pulce” ritornava.
-come vuoi.- accettò Karin, -però non devi scocciarmi se voglio fermarmi ai banchi.-
-d'accordo. Vorrà dire che, se lo farai, andrò per conto mio.-
Karin perché non dici di chi è figlia?” sempre più desideroso di risposte, stava diventando un chiodo fisso. Un'ossessione insopportabile.
Le ciocche scarlatte ondeggiavano a ritmo dei suoi passi, candide e profumate: si era fatta sicuramente una doccia entrata in camera e quel profumo di mandorla lo stava invadendo. Istintivamente portò una mano suoi ciuffi di Karin, toccandoli e sentendoli soffici e levigati.
-che stai facendo?- chiese lei, lasciandosi vezzeggiare dal suo pregiato tocco.
Era tutto il giorno che Sasuke cercava un contatto con lei, che fosse con gli occhi, con le labbra, con le battute, con le mani.. ogni volta Karin provava a resistere, ma in quel momento non ne aveva voglia e neanche la forza. Stava miseramente cedendo al suo timbro impeccabile.
Si bloccarono in mezzo al corridoio con lui che teneva ancora i suoi capelli tra le mani e la studiava penetrante, per scendere poi verso la sua guancia in una rude carezza. -mandorla eh.- notò subito, ghignando e ispirando il suo profumo.
-l'hai preso a uno dei banchi senza che me ne accorgessi?- domandò proseguendo a fissarla.
-non dire cavolate. Se la sola volta che mi sono fermata ti sei indispettito. L'ho trovato in camera. È uno dei loro saponi tradizionali.-
-è troppo intenso. Non mi piace.- decretò lui mentendo.
La verità era che le stava da dio, ma così avrebbe attirato l'attenzione di tutti e lui non l'avrebbe sopportato.
-affari tuoi.- ribatté lei, -se ti dà così fastidio non venire con me.-
-sciacquati.- ordinò lui brusco. -fa caldo, non avresti bisogno di asciugarti i capelli dopo.-
-non ho voglia di sciacquarmi di nuovo i capelli solo perché non ti aggrado.- tuonò.
Stupida! È perché mi aggradi troppo che voglio che ti sciacqui!” si rispose Sasuke, vergognandosi dei suoi pensieri sdolcinati.
Quella donna lo avrebbe fatto impazzire.
-fai come vuoi, ma stammi alla larga. Mi infastidisce la mandorla.- ribadì lui.
-nessuno ti ha chiesto di starmi vicino e soprattutto di accompagnarmi.- sbuffò lei.
-perfetto. Allora siamo d'accordo.- concluse, togliendo la mano dal suo volto.
Come sospettava, non riusciva più a controllarsi quando si trovava accanto Karin e ormai non riusciva nemmeno a fare più caso ai suoi gesti irrazionali, la sfiorava e basta, quando e come voleva.  Sarebbe stato inutile continuare a resisterle, tanto non ci riusciva purtroppo.



 
****


Sarada si presentò davanti a Boruto in un vestitino azzurro, molto primaverile, con il lucidalabbra e la molletta che avevano colpito il suo compagno di accademia. Quando Boruto la vide arrivare rimase colpito da quanto fosse carina, fine e femminile.
A Sarada parve di vederlo arrossire, ma poi quel rossore fu mascherato dai suoi soliti caldi sorrisi.
Alla ragazzina parve di vederlo arrossire, ma poi quel rossore fu mascherato dai soliti sorrisi radiosi e caldi che le regalava.
-stai bene, Sarada. Sei davvero carina.- le disse distogliendo subito lo sguardo da lei.
Lei apprezzò molto quei complimenti e si imbarazzò. -grazie..- fiatò.
Il vestito glielo aveva prestato Sakura spiegandole che era suo quando aveva la sua età e che l'aveva conservato perché era uno dei suoi preferiti.
Dopo che aveva conversato con Sakura, aveva capito la ragione di alcuni suoi atteggiamenti e sensazioni che aveva quando si trovava nelle vicinanze di Boruto: si era presa una cotta per lui.

Poco prima..
Sarada prese da parte Sakura e le elencò tutte le sensazioni ed emozioni che provava in presenza di Boruto.
Era l'unica con cui ne poteva parlare in quel momento, visto che sua madre non c'era.

-Sakura-san perché mi sento così quando sono con Boruto?- domandò impacciata, a fine spiegazione.
Sakura sorrise gentilmente e le accarezzò dolcemente una guancia.
-non devi preoccuparti di quello che provi, Sarada, è una sensazione normale quando ci piace qualcuno. Capita a tutti prima o poi.- la rassicurò.
Sarada rimase stupita da qualla risposta inaspettata. -dici che mi piace Boruto?-
-questo lo devi capire meglio te, Sarada, io posso solo accennarti a tali sensazioni e dirti che sono normali. Ma chi deve capirlo sei tu, piccola.-
-ok, grazie mille Sakura-san.- sorrise. Sakura l'abbracciò teneramente e poi, quando si staccò, andò verso il suo armandio rovistando dentro.
-ecco tesoro! Perché per stasera non ti metti questo?- la incoraggiò facendole un'occhiolino. -non sai ancora cosa metterti, vero?-

-che cos'è? Davvero posso? Non è tuo?-
-certo che puoi. Appartiene a me, ma non mi sta più.
Lo portavano quando avevo la tua età.- le raccontò Sakura. -penso che faccia al caso tuo.-
-ok, allora provo a metterlo. Grazie.- sorrise nuovamente.
E' così aveva capito che probabilmente si era presa una cotta per Boruto.
Proprio per questo motivo, non vedeva l'ora di indossare quel vestitino.



Presente..
-ragazzi!- li richiamò Sakura seguita da Naruto, -fate i bravi! E non fate tardi! vi aspetto sveglia finché non tornate.-
-non preoccuparti, mamma.- alzò il pollice Boruto, -così tu e papà potete “spupazzarmi” quando volete.-
-Boruto!!!- urlò Sakura fuoriosa ed imbarazzata, -non sono cose che si dicono queste! maleducato!-
Sia Naruto che Boruto scoppiarono a ridere e, Sarada, contagiata dal buonumore si unì alle risate.
-voi due! Siete sempre i soliti sfacciati!- continuò a rimproverarli, Sakura, facendo un nocchino ad entrambi che, doloranti, si massaggiarono la testa. -ok, scusaci Sakura-chan.- farfugliò Naruto.
Che famiglia pazza” pensò sorridendo, Sarada, osservando quel comico quadretto.
In seguito.. lei e Boruto raggiunsero gli altri alla “piazzetta” di Konoha, per il gelato.


Chocho si congratulò con lei per il vestito:
-stai davvero bene, Sarada.- sorrise paffuta.
Sarada non rispose, ma la ringraziò mentalmente con un accennato sorriso.
-andiamo ragazzi?- propose Shikadai.
E il gruppetto di ragazzini si diresse verso la gelateria.
Magari, in compagnia, avrebbe sentito meno la mancanza di sua madre. Almeno ci sperava.


Intanto, a casa Uzumaki..
-Sakura-chan..- iniziò Naruto, -Boruto ha ragione! Che ne dici se ci “spupazziamo” un po'?-
Lei lo guardò maliziosa e si avvicinò verso suo marito.
-mi sembra un'ottima idea caro baka di un marito.- ridacchiò, abbracciandolo.
L'ingombrante pancione a dividerli, ma allo stesso tempo ad unirli di più.
-questa piccola dovrebbe sbrigarsi a nascere o sennò così, per abbracciarti, devo fare i salti mortali.- commentò lui, baciando con passione sua moglie. -ma per baciarmi, no, giusto?- giocò lei, portando un dito sulle sue labbra fini.
-esatto.- sorrise Naruto. -vieni qui che ti prendo!- esclamò alzando da terra Sakura, come una principessa, e adagiandola sul letto con delicatezza.
-sei troppo pesante Sakura-chan.-
-sai com'è, idiota, sono al settimo mese di gravidanza.- replicò lei, fintamente offesa.
Naruto scoppiò a ridere.
-hai ragione. Ma sei bella lo stesso!- e tornò a baciarla con desiderio, ricambiato.
Senza i bambini si potevano dare alla pazza gioia.

 

 
  
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