<<
Pance, mi stai stritolando! >> << Vuoi essere o no la più invidiata
della serata? >> << Devo rispondere? >> << Dah, io ci rinuncio! >> siamo nella mia vecchia
stanza, mancano solo poche ore al ballo. Merlino come sono nervosa! Mi tremano
le mani e sudo freddo all’idea di questa serata! << Uffa, Pancy! Io non voglio venire! >> piagnucolo in maniere infantile per l’ennesima volta. << Spiacente
dolcezza! >> mi sbraita contro Pancy fermando
un secondo il lavoro sapiente della sua bacchetta che le acconcia i capelli
<< Non dopo che ho perso la bellezza di due ore della mia vita per
acconciarti i capelli! >>. Mi guardo allo specchio mordendomi le lebbra rosse di lucidalabbra e non mi riconosco: una
giovane donna mi guarda dallo specchio, con lunghi capelli castani agitati da
morbide onde; il viso illuminato dal trucco sapiente, gli occhi sottolineati
dalle ciglia scure di mascara, la labbra rosse e piene ed il corpo
fasciato dall’ elegante abito rosso ornato da rose di stoffa. Non posso
essere io quella! È assolutamente troppo! << Non posso essere io quella…
non… >> << La vuoi smettere! >> sbotta di nuovo Pancy allacciando la fascia del suo abito rosa << Lo
so che non è proprio il tuo stile Milly, ma arrenditi all’atroce realtà! Le tue
sono solo PARANOIE! Arrenditi! Anche tu sei bella, punto e basta! Forza, prendi
stola e borsetta che andiamo! >> << Ok… arrivo… >> borbotto io scontenta facendo per inforcare gli occhiali ma vengo
freddata << Che credi di fare con quei cosi? >> mi ferma infatti Pancy cominciando a
scavare nel suo beauty case, << Non so Pan, forse metterli! Ti ricordo
che sono miope e senza rischio di finire contro qualcuno! >> <<
Magari siamo fortunati e finisci diritta diritta
addosso a Blaise >> borbotta prima di lanciarmi un pacchetto di lenti a
contatto usa e getta e minacciarmi << Metti queste e poche storie!
>> costringendomi a fare come mi dice.
<<
Pancy… >> ricomincio io titubante seguendola
lungo il corridoio che esce nella sala comune << sei sicura che non avrò
problemi? Insomma, sono… >> << Tacchi da
Busso
o non busso? Dannazione, non so che fare! Beh, tecnicamente la stanza è ancora
la mia no… forse dovrei entrare e basta… magari chiedere di Draco… che razza di
modi… mollare anche lui, così di punto in bianco… magari, ecco…do solo una
sbirciatina… apro appena la porta e avrei fatto meglio ad evitare: Blaise è di
spalle alla porta e ha indosso una camicia bianca e dei pantaloni di taglio
classico neri. Dio se gli sta bene! Sembra un uomo, non il tardo adolescente
che è! Sta litigando con la cravatta nera quando mi decido a fare i primi passi
all’interno. Quando mi vede attraverso il riflesso si volta a guardarmi, e
anche io non posso fare a meno di fissarlo, restando imbambolata come
un’idiota, anche se non mi interessa più di tanto. Sfuggo il
suo sguardo scorrendo la stanza e vedo il carnet che ero andata a cercare, così
lo prendo e mugugnando appena uno << … scusami… >> spero di
andarmene, ma lui mi ferma sulla porta dicendo << Aspetta… >>
Rimaniamo
in silenzio, senza guardarci. La porta è lì, di fronte a me, ma sento come un
peso sullo stomaco che mi costringe a restare dove sono. Passano secondi
pesanti come piombo, prima che si decida a prendere il mio polso e girarmi. Non
so da dove mi venga fuori questa cosa, ma vedendo il polso nella sua grande
mano, sembra così piccolo e fragile, anche se so benissimo che è tutta
un’illusione, sono sempre stata forte. Però mi rendo conto che adesso non lo sono
affatto, sento solo un’enorme paura che mi stringe il cuore. << … Mi
dispiace per come mi sono comportato. Sono stato solo uno sciocco a pensare…
>> comincia a dire, ma io non voglio sentirlo, perché sono sicura che sta per dire che questi tre mesi sono stati solo una presa
in giro, uno scherzo stupido. Ma io non voglio ascoltare, perché per quanta
sofferenza mi abbia dato, ho avuto anche la gioia di avere dei ricordi su di
noi, e non voglio rinnegarli. Per questo scoppio e comincio a piangere, perché sono
stanca di stringere i denti. E alla faccia del lavoro di Pancy
e di tutte le chiacchiere fatte fin ora, mi ritrovo con lunghi rivoli scuri di
mascara sulle guancie a fare cenno di no con la testa. E non rifletto molto
quando apro bocca e parlo chiaro, tirando fuori tutto il veleno che ho in
corpo, ma anche il più dolce dei mieli << Basta… ok, ho capito, non c’è
bisogno che vai oltre. Mi chiedo solo se non era più facile dirle la verità
dall’inizio, infondo tu e Daphne siete la coppia del
secolo…inutile girarci intorno… e in realtà la stupida solo sono io… è che
avevo così tanta paura di stare male… e l’occasione era così buona…stupida io a
non rendermi conto che la verità è la cosa migliore in certi casi…beh, ti
auguro buona fortuna…per il resto, passerà. Anche se adesso non mi resta che
starmene a guardarti felice. Infondo è anche questo l’amore…. E devo farlo
perché… sono innamorata di te. >> e non ci penso
molto a mollarlo lì con la bocca aperta e gli occhi sconvolti e ad andarmene,
devo convincere Pancy che restare al castello è la
cosa giusta da fare.
I
tacchi mi stanno uccidendo.
La
musica è una noia mortale.
Ho
la faccia deformata da un sorriso talmente falso da sembrare una paresi
facciale.
L’ho
già detto che i tacchi mi stanno uccidendo?
In
meno di tre ore ho scoperto di avere come migliore amica un mulo, ho detto al
ragazzo che amo che può fare quello che vuole e pare che la zecca bionda che si
è portato mi ha preso in parola, e che il tipo con cui sono venuta a questo
stupido ballo è una piovra! Non so come sia stato possibile, ma per un tacito
accordo, per tutta la sera io e Blaise non siamo mai stati allo stesso tavolo,
anche se non ho fatto altro che spiarlo per tutta la sera. Pancy
dice che ho fatto bene a dirgli tutto e che l’idiota è lui se non ha preso al
volo l’occasione, e che non dovevo sprecarci neanche una lacrima. Mi ha
trascinato qui e mi ha fatto ballare praticamente con tutta la sala, eccetto
Blaise contro cui ha ringhiato per tutta la sera.
Prima che le note dell’ennesimo valzer si spengano, lascio la mano del mio
cavaliere e vado sulla terrazza della sala in cerca di ossigeno. Fa un freddo
cane qui fuori, il cielo ormai è grigio e carico di neve, manca poco alla prima
nevicata dell’anno. Mi stringo le braccia al petto ma lo so che non serve a molto,
ma non voglio tornare dentro a prendere lo scialle. Ed è mentre mi sto perdendo
di nuovo nei miei pensieri tristi che mi viene messa una giacca sulle spalle
mentre due mani calde mi accarezzano le braccia. Non mi ci vuole molto a capire
che è lui, mi è bastato sentire il suo profumo muschiato nell’aria e mentre il
cuore comincia infido a battermi forte e a sperare, il mio orgoglio ferito
ritorna alla carica: dannazione, non sono la povera principessina che aspetta
sul bastione! È per questo che mi scosto rabbiosa e faccio cadere la giacca
scura a terra mentre mi giro a guardarlo. << Che diavolo vuoi ancora, Zabini! >> lo aggredisco << Non ti sei
divertito abbastanza per stasera? Mi pare che avevamo chiarito che… >> ma
lui mi blocca sbottando << Dannazione Bullstrode,
vuoi chiudere quella boccaccia una dannata volta! Razza di femmina testarda e
ostinata! Ma giusto di te dovevo innamorarmi! >> lui ha detto tutto di un
fiato e quando finisce trattiene il respiro. Anche io sono senza fiato, mentre
cerco di dare un senso a tutto quello che ha detto. Non riesco a crederci, e devo
avere proprio una faccia sconvolta se lui mi accarezza il viso e mi sussurra
vicino all’orecchio << Non mento, e ti prometto che non ti farò mai
soffrire. Non mi era mai successo, MAI di amare qualcuno come amo te. Farò qualsiasi
cosa, per vederti felice… >> e forse altre cose, ma non ha più
importanza, perché le sue parole danno coraggio al mio cuore, e le paure vanno
a farsi benedire, perché gli avvolgo le braccia intorno al collo, e lo zittisco
con il mio primo vero bacio d’amore.
<<
AH, come sono CARINI! >> disse Pancy
trattenendo a stento la gioia. Un po’ sgangherato, ma il suo piano perfetto era
andato in porto! Erano anni che pensava che quei due testoni erano
perfetti insieme! << Mah, se lo dici tu Parkinson… >>
Borbottò un meno entusiasta Michael Corner sistemandosi la cravatta. Per quanto
ci provasse, non riusciva proprio ad andargli a genio quel tipo << …Comunque
non sono così sicuro che sia la persona giusta per Milly. E se le fa male? O la
fa soffrire o peggio… >> ma la ragazza non lo fece finire << Ah,
vedi di chiudere il becco, uccellaccio del malaugurio! Come se Milly non fosse
già abbastanza paranoica di suo! Fortunatamente, adesso dovrebbe essere finita!
>> << Tse, finita Parkinson? Ma se è
appena cominciata! Sai quante altre gatte da pelare ci rifileranno quei due!
>> << Beh, conoscendoli, devo ammettere che hai ragione. Adesso andiamo,
meglio lasciarli da soli e poi ho una cosetta da fare… >> concluse
ghignando sinistramente, cosa che non piacque per niente all’altro ragazzo che sospettoso chiese << Perché, che devi fare? >>
per sentirsi dire un innocente e per niente credibile << Oh sai Corner,
qualcuno dovrà pur dire alla cara Daphne la bella
notizia! >>
OH
mio Dio!!!!!
Non
ci credo che ho finito!!!
È stranissimo
ma credo proprio che si possa dire chiusa qui. Il finale magari a qualcuno
sarebbe piaciuto diverso, ma ho preferito farlo schietto e diretto anche perché
sarebbe stato troppo pesante.
Ringrazio
tutte le persone che hanno letto, commentato e seguito la fiction. Spero di
avervi divertito (o comunque di non avervi annoiato troppo) e vi ringrazio
ancora per tutto quello che mi avete dato. Alla prossima volta. CIAO!!!!!!!!