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Autore: Astrid lover    08/07/2015    4 recensioni
Hiccup ha diciott'anni e si ritrova assillato dal padre che gli parla costantemente dei doveri futuri di capo. In più il ragazzo è a capo dell'accademia dei draghi, che di certo non lo aiuta a rilassarsi. Ma solo una cosa gli stravolgerà completamente la vita. Un qualcosa di mai visto, un qualcosa che proviene dal profondo di un grazioso boschetto. Una creatura magica, divina riuscirà ad aiutarlo. Anzi, riuscirà a fargli capire che cos'è il vero amore. Ma purtroppo molteplici insidie ostacoleranno questo forte sentimento che con il tempo è cresciuto tra i giovani. Questa storia dimostra quanto l'amore possa essere potente, tanto da sconfiggere tutto quello che gli si pone dinanzi.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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POV. ASTRID
DUE SETTIMANE DOPO
Dischiudo i miei occhi cristallini fissando il soffitto di camera nostra. Sbuffo annoiata e scendo le scale, sperando che il sole sia in procinto di svegliarsi. Non ho chiuso occhio, sta notte, posso solo dire di essermi parzialmente riposata, ma per la giornata particolare e impegnativa di oggi penso che non sia sufficiente. Eh sì, oggi io e Hiccup ci sposiamo, finalmente è arrivato il grande giorno!!! Probabilmente non ho dormito per l’emozione ma una cosa è certa: i bambini non mi hanno dato una mano, non hanno fatto altro che muoversi e tirare calcetti ed io ne ho sofferto molto. L’aspetto positivo della questione è che ho potuto osservare Hic immerso nel mondo dei sogni… è così bello quando dorme. Guardo fuori dalla finestra e noto che il cielo, ancora abbastanza buio, sta cominciando a tingersi di arancione e rosso all’orizzonte. Osservo il mare e mi appoggio al cornicione della finestra, ascoltando questo silenzio rilassante interrotto dal rumore dell’infrangersi delle onde. Ma qualcosa attira la mia attenzione, un qualcosa che si appoggia sulla mia spalla destra.
“Hey… che ci fai già giù?” chiede Hiccup dolcemente, baciandomi una guancia.
“Stanotte non ho dormito… i bambini mi hanno dato un po’ noia e poi… ero emozionata.” Dico girandomi, catturata poi dalle sue labbra che si posano sulle mie.
“Ben, Freya…  ehi bellissimi sono papà… stanotte non avete lasciato dormire la mamma eh? Se adesso ritorna un po’ a letto riposate anche voi?” chiede prima di baciarmi il ventre. Gli accarezzo i capelli e lui mi prende in braccio, avvolto dalle mie risate, per portarmi comodamente sul soppalco. Ci infiliamo nuovamente sotto le coperte e Hiccup mi abbraccia, accarezzandomi le braccia. In questo modo riesco a prendere sonno.
Dopo tre ore ci svegliamo di nuovo e notiamo che il sole è già alto in questo bellissimo cielo azzurro che oggi ci regalerà una giornata meravigliosa. Velocemente sistemiamo le coperte e mangiamo qualcosa, poi ci vestiamo e usciamo di casa, mano nella mano, per i rituali che ci spettano.
“No… ora devo lasciarti…” bofonchia Hiccup prendendomi per i fianchi e tirandomi a sé.
“Lo so… voglio stare con te…” rispondo guardandolo negli occhi con aria dolce.
“Ci vedremo dopo all’altare per quel fatidico sì?” chiede con voce infantile. Rido e gli pizzico il naso.
“Sì amore.” Replico prendendolo per il colletto della tuta alare e coinvolgendolo in un bacio. Ci stacchiamo e Hiccup mi carezza una guancia.
“Allora a dopo.” Dice triste.
“A dopo.” Sussurro sghignazzando. Dopodiché ognuno prende la sua strada: io diretta da Valka, Testa Bruta e altre donne del seguito, lui da Stoick, Moccicoso, Tufo e Gambedipesce. Dopo un’estenuante corsa busso alla porta di casa della mamma e lei mi accoglie con un caloroso abbraccio, sorridente.
“Sei emozionata, tesoro?” mi chiede.
“Sì… tantissimo…” rispondo entrando in casa. Bruta mi viene incontro e mi sorride, dandomi una pacca sulla spalla.
“Allora, Astrid, sei felice di sposarti?” domanda lei.
“Certo!”
“Fammi sapere cosa si prova… fra un po’ tocca a me.” Dice facendomi l’occhiolino. Sgrano gli occhi stupefatta.
“Anche tu ti sposi?!”
“Sì, con Moccicoso!!” esclama felice saltellando per tutta la casa. Trattengo una risata ma sorrido, contenta che lei sia soddisfatta per l’avvenimento importante. Valka mi avvolge le spalle con le sue mani e me le carezza.
“Signore, ora dobbiamo spostarci alla Bath House per il rito di purificazione.” Annuncia la castana sorridente. Tutte insieme usciamo di casa per dirigerci in sauna e, una volta arrivate, entriamo soltanto io, mamma e Testa Bruta. Queste ultime in mano tengono dei ramoscelli di betulla che andranno poi a porre sulla mia pelle. Valka si pone dinanzi a me per togliermi il kransen che avvolge delicatamente in un fazzoletto di cotone bianco.
“Tua madre avrebbe voluto tanto essere qui per questo giorno, Astrid. Questo tienilo per Freya.” Sussurra con voce molto malinconica. Annuisco e, con la sola compagnia di un asciugamano, entro in sauna. La castana e Testa Bruta sfiorano sulla mia pelle i rametti di betulla mentre io cerco, nella calura afosa della stanza, di respirare. Nel mentre Valka mi parla dei miei doveri di madre, moglie e donna di casa e di come vivere serenamente con Hic. Dopo un po’ mi avvolgo con il telo ed esco dalla sauna, accolta dalle altre donne che mi portano nei pressi di una vasca riempita di acqua gelida e profumata da olii essenziali e da petali d fiori. Guardo la mamma e le rivolgo un’occhiata preoccupata.
“Devo proprio buttarmi?”  chiedo.
“Purtroppo sì. Ti ritiriamo subito su però. Non fa benissimo ai bambini.” Mi rassicura. Guardo la vasca e deglutisco rumorosamente, lascio il telo a terra e mi butto in acqua. Trattengo un urlo: altroché gelida, si muore!! Come promesso Valka mi riprende subito su e le donne mi avvolgono prontamente con teli e coperte.  Tremando, torno a casa e accendiamo subito il camino per scaldarmi. La castana va sul soppalco e prende da un baule l’abito nuziale che mia madre aveva cucito pochi giorni dopo la mia nascita. Me lo porge e io lo guardo con un sorriso dolceamaro in volto. Il vestito è semplicemente meraviglioso: il corpetto rigido ha una scollatura a cuore dolcissima, quasi non si nota, ed è completamente ricoperto di fiorellini bianchi di tessuto. La gonna vaporosa parte dal termine del bustino e si allarga gradualmente fino ai piedi. Alcuni fiori percorrono la sottana dell’abito e creano un motivo dolce e grazioso. Nella schiena, alla base del corpetto c’è un grande fiocco bianco con alcuni cristalli che risplendono alla luce. Valka mi porge pure le scarpe, dello stesso colore del vestito: sono delle ballerine semplici.
“Valka posso… posso rimanere un po’ da sola?” le chiedo. Lei capisce e annuisce, così esce di casa insieme alle altre donne. Prendo il vestito in mano e mi siedo sul divano, contemplandolo da cima a fondo, poi sorrido e lo stringo al cuore. “Mamma… vorrei tanto averti accanto, in questo momento. Mi piacerebbe che tu fossi qui per prepararmi al matrimonio, raccontandomi magari qualche aneddoto di ciò che tu e papà avete fatto e invece… sono qui, da sola, nel salotto della casa che condivido con il mio amato fidanzato, che fra poco diventerà mio marito. Sì mamma, mi sto sposando con Hiccup, l’uomo della mia vita e l’ultimo ragazzo che voi avreste mai voluto vedere al mio fianco. Vi sbagliavate, di grosso. E mi sbagliavo anche io. Voi non sapete che uomo è diventato Hiccup, è meraviglioso, sia di aspetto che d’animo. Non potevo desiderare altro che lui… il mio Hiccup. Saresti potuta diventare nonna di due bellissimi gemelli, che fra poco nasceranno. So che ti vorrebbero accanto, tanto quanto ti vorrei io, mamma. Per non parlare di papà… quanto mi mancate, entrambi.” Mi prendo una pausa, singhiozzando e versando alcune lacrime. “Vi voglio bene, mamma e papà… spero che dal Valhalla voi possiate vedermi ed essere fieri di come sono diventata…”concludo alzandomi dal divano e dirigendomi sul soppalco. Mi tolgo coperte e teli che prima mi tenevano al caldo e mi metto l’abito, girando su me stessa davanti allo specchio per guardarmi. Prendo dallo stesso baule nel quale Valka ha preso il vestito la tiara d’argento di mia madre e me la metto sul capo, dopo essermi fatta due piccole treccioline che viaggiano intorno al mio capo e vanno a incontrarsi dietro di esso. I capelli li lascio sciolti, facendoli ricadere come una cascata di fili d’orati sulle mie spalle e sulla schiena. Mi guardo un’altra volta allo specchio, accarezzandone dopo un po’ la superficie. Esco di casa, sorprendendo le altre donne che aspettavano soltanto di assistermi in quello che in realtà ho preferito far da sola. Valka sorride e mi abbraccia commossa.
“Sei davvero stupenda, figliola. Sono davvero felice che tu ti stia per sposare con mio figlio…” sussurra facendomi sedere per riposarmi: fra un po’ è ora di andare.

POV. HICCUP
Mio padre, mio cugino e il resto del corpo maschile dei cavalieri, mi hanno accompagnato a casa per incominciare il rito di passaggio.
“Ora, figliolo, ti consegno la spada che tuo nonno usò per tanti e tanti anni in guerra. È speciale, perché con questa uccise un drago leggendario, l’unico della sua specie. Prendi questa e usala per il tuo matrimonio.” Dice mio padre, porgendomi l’arma. La prendo in mano e la rigiro abilmente tra le dita, osservando l’elsa particolare: ha una forma strana e affascinante e ci sono tre smeraldi incastonati in parti diverse, alternati ad alcuni piccoli diamanti. Guardo mio padre deciso. Dopodiché il mio seguito mi conduce alla Bath House, nella quale poco fa è stata Astrid. Non vedo l’ora di vederla… così bella… Moccicoso mi desta dai miei pensieri, spingendomi in sauna. Tossisco, dato che un sacco di vapore mi è finito in gola. Comincio a sfregarmi la pelle e a lavarmela, quando mio padre entra nella sauna e comincia a parlarmi di come trattare Astrid e i miei figli… Dopo venti minuti usciamo dalla Bath House e ritorniamo a casa, per vestirmi a dovere.
“Hiccup, mettiti questa casacca.” Mi obbliga mio padre, dandomi in mano una maglietta verde. Lo guardo male e scuoto la testa, mostrandogli un prototipo di tuta alare bianco e con alcuni oggetti simbolici del matrimonio. “Ma così…”
“Così sarò vestito per il mio matrimonio.” Rispondo sbrigativo, prendendo l’abito e andando in bagno per indossarlo. Mi guardo allo specchio e mi metto maniacalmente apposto i capelli, sperando di piacere almeno un po’ alla mia bellissima Astrid. Esco e mi mostro a mio padre, che mi guarda contrario. “Oh… andiamo papà… la tuta alare fa impazzire Astrid!”
“Figliolo…. Ti lascio fare quello che vuoi solo perché è il tuo matrimonio… sappi che però non sono d’accordo. “ mi avverte.
“E quando mai condividi le mie stesse idee?” chiedo con un sorrisino compiaciuto sulle labbra, scendendo le scale e andando verso gli stivali neri. Me li infilo e, di corsa, salgo su Sdentato per raggiungere la spiaggia, luogo nel quale io e la mia amata abbiamo deciso di organizzare le nozze. Dopo un po’ atterosul bagnasciuga , dove rimango colpito dal meraviglioso lavoro svolto dalla mia squadra. L’altare è posto vicino all’incresparsi delle onde, sotto una tettoia bianca decorata con fiori e fiocchi azzurri e verdi. Un tappeto di un color celeste funge da navata dove Astrid camminerà fino ad arrivare a me. E i berkiani hanno già preso posto, seduti su delle panche poste ai lati del corridoio. Brutalmente emozionato, mi metto a camminare avanti e indietro all’altare, aspettando di vedere la mia dea arrivare insieme a tutta la sua bellezza. In poco tutti i posti a sedere vengono occupati e io continuo a mettermi apposto il vestito o i capelli, sperando di essere almeno presentabile. Ed è quando sento il verso di un Uncinato Mortale che mi fermo e guardo in alto, vedendo Tempestosa cavalcata da Astrid. In poco atterrano e Moccicoso la prende sottobraccio, scortandola verso di me. La squadro da testa a piedi mentre avanza lentamente e non posso fare a meno di ammirarla più innamorato che mai. Alza lo sguardo e incrocia i miei occhi, poi sorride emozionata. Ricambio il sorriso, non accorgendomi che nel frattempo è già arrivata al mio fianco. La prendo per mano e gliela carezzo, agitato.
“Oggi siamo qui riuniti per celebrare il matrimonio fra mio figlio Hiccup Horrendous Haddock III e la bellissima Astrid Hofferson. Prima di cominciare… c’è qualcuno che si oppone a questo matrimonio?” esordisce mio padre, scrutando attento la folla. Nessuno. “Perfetto. Gambedipesce, porta la spada di Astrid.” Ordina a bassa voce papà. Il biondo, velocemente, corre verso Astrid e le porge l’arma. Lei la prende in mano e io estraggo quella che tengo agganciata alla vita. 
“Astrid, io ti dono questa spada appartenente ad Hiccup Horrendous Haddock II, come simbolo della famiglia e di continuità del nostro sangue.” Dico dando la spada ad Astrid.
“Hiccup… io ti dono questa spada appartenente a mio padre, rappresentante il trasferimento della potestà paterna e del compito di proteggerla.” Dichiara con voce tremante la mia amata. Afferro l’arma e guardo Astrid negli occhi, volgendole un’occhiata dolce e rassicurante. Lei sorride e Moccicoso ci porta gli anelli, che contemporaneamente poniamo sulle punte acuminate delle spade. Insieme, incociamo queste ultime, protese verso il cielo. Io e Astrid guardiamo mio padre, che ci comunica con lo sguardo di procedere.
“Hiccup Horrendous Haddock III, vuoi prendere la qui presente Astrid Hofferson come tua legittima sposa?”
“Sì, lo voglio.”
“E tu Astrid, vuoi prendere Hiccup come tuo legittimo sposo?”
“Sì, con tutto il cuore.”
“Ora le promesse” annuncia papà, sorridente.
“Io, Hiccup Horrendous Haddock III prendo te, mia meravigliosa Astrid Hofferson come mia legittima sposa, per amarti e onorarti, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà. Sì, prendo te, l’amore della mia vita sin dal principio come mia compagna di vita. Non ci sono parole per descrivere quanto ti ami, Astrid. Qualsiasi cosa sarebbe troppo poco. Tu sei come un fuoco che arde da sempre dentro al mio cuore, la stella che mai cesserà di brillare. Tu sei la mia vita e poterti avere accanto a me per sempre mi rende l’uomo più felice del mondo. È cominciato tutto da un gioco. Da bambini passavamo molto tempo insieme e ho avuto la possibilità e l’onore di poterti conoscere. Eri una bimba meravigliosa… così dolce, affettuosa e assolutamente bellissima. Passati alcuni anni sei diventata una ragazza forte, coraggiosa e… troppo bella per stare con me, il figlio del capo che combinava sempre guai e aveva idee completamente diverse dal popolo nel quale viveva. Ma è venuto un giorno, più precisamente una sera, nella quale tu hai provato cosa significa volare su un drago, sentirsi libera nell’aria. E da lì sei diventata la mia migliore amica. Da una parte ero contento…. Dall’altra no.” Comincio. Lei sorride e mi poggia una mano su una guancia, accarezzandomela. Prendo un respiro e continuo il mio discorso. “Non ero contento perché sapevo che l’amore della mia vita mi vedeva solo come una amico, il suo migliore amico. Avevo troppa paura per mostrarti i miei sentimenti, pensavo che la nostra amicizia si sarebbe rovinata se solo avessi provato a dirti che sei la cosa più importante che esista per me. Ma la nostra relazione è cresciuta da sé ed ora siamo qui, riuniti in una cosa che credevo fosse possibile solo nelle mie fantasie. Ma… credo proprio che questa volta, il sogno sia diventato realtà. Ora… guardo davanti a me e vedo un angelo… sì, proprio un angelo meraviglioso. Ha dei bellissimi capelli che sembrano fili dorati, degli zaffiri pregiati negli occhi, una candida pelle morbida e profumata, delle labbra in cerca d’affetto e un’eterea voce stupenda… sì, mi sono innamorato di un angelo. Mi sono innamorato di te, Astrid. Per qualsiasi cosa io ci sarò, ti starò accanto per sostenerti nei momenti difficili, ti bacerò ogni volta che vorrai, ti abbraccerò, ti stringerò a me dolcemente. Non lascerò che nessuno mi porti via il mio angelo. E non permetterò che nessuno tocchi i miei angioletti. Sì lo so, tutti ottengono un miracolo. Il mio, si chiama Astrid Hofferson.” Concludo, togliendo l’anello destinato ad Astrid dalla spada e infilandolo delicatamente nel suo anulare destro. Mia moglie si guarda la mano e la fede, poi scoppia a piangere commossa. La abbraccio forte e le bacio un guancia, poi poso la mia fronte sulla sua. “Ehi Astrid… va tutto bene amore…” sussurro non facendomi sentire dalla folla. Lei annuisce sorridendo, asciugandosi gli occhi bagnati e arrossati dal pianto. Tossisce un po’ poi dopo sospira e mi prende le mani.
“Io, Astrid Hofferson, prendo te, mio dolcissimo Hiccup come mio sposo, per amarti e onorari, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà… prendo proprio te, Hic. Tu che hai aiutato un cuore di ghiaccio a sciogliersi, l’hai istruito con pazienza ad amare, ed ora batte solo per te. Ho aspettato così tanto che avvenisse un miracolo. Quando ero piccola mio zio mi diceva di essere forte, di tenere duro e non versare lacrime. Mi diceva di lasciar riempire la mia anima di potenza e annegare le paure che avevo. Perché una guerriera non ha timore di nulla. Ho attraversato le tenebre fin quando non sei arrivato tu e da allora c’erano solo bei momenti. E sebbene io avessi tutto il mondo, io stavo soltanto aspettando te. Dove c’era il buio adesso c’è luce, dove c’era dolore adesso c’è gioia, dove avevo debolezza ho trovato la mia forza. Tutto… negli occhi verde foresta di un ragazzo… il mio. Il mio punto di riferimento, il mio eroe, la mia vita… Hiccup. Tu hai fatto davvero tanto per me, Hic… ora lasciami ricambiare il favore. Sarò la tua nuvola su nel cielo, sarò la tua spalla quando piangerai, sentirò la tua voce quando mi chiamerai… sì, sarò il tuo angelo. Quando tutta la speranza se ne andrà… io sarò lì, accanto a te, per sempre… Non importa quanto sarai lontano, io ti starò vicino. Non fa differenza chi tu sia, perché io ti amo, così come sei. Tu sei Hiccup, l’amore della mia vita.  Dici sempre di non essere perfetto e non alla mia altezza ma… ti sbagli, davvero Hic, credimi. Non mi hai mai lasciata cadere, sei stato la mia forza quando ero debole, la mia voce quando non riuscivo a parlare e i miei occhi quando non riuscivo a vedere. Sei stato l’unico capace di vedere la parte migliore di me, quella dolce e affettuosa, che sa amare. Abbiamo passato tanti momenti difficili, insieme, che solo io e te sappiamo. E ti devo ringraziare davvero tantissimo per avermi sollevata, anche se io ero sul punto di lasciare andare tutto, mi hai dato fiducia perché ci credevi. Se io sono tutto quella che vedi ora, è perché tu mi ami. Quindi grazie per darmi amore.”  Dice sorridendo e mettendomi l’anello al dito.
“E con questo giuramento dinanzi agli dei, loro vi accolgono come una coppia unita per tutta la vita, finché morte non vi separi. E quindi vi dichiaro marito e moglie. Hic, ora puoi baciare la sposa.” Annuncia mio padre felice. Mi giro verso Astrid che rivolge un sorriso solare, poi appoggio le mie mani sui suoi fianchi e la tiro a me, baciandola amorevolmente avvolti da uno scroscio di applausi. Una volta separati Astrid mi salta addosso, coprendomi il viso di baci.
“Sì sì sì!!!!! Hic sono tua moglie, sono tua moglie!!!!” grida stringendomi a sé. Rido divertito, rimettendola poi a terra gentilmente per la corsa della sposa. Io, Moccicoso, Gambe e Tufo ci sfidiamo in un’estenuante corsa fino alla grande sala con Astrid, Bruta e mia madre. Papà da il via e io cerco di correre il più lento possibile per stare al passo con Astrid che adesso, con la gravidanza, è un po’ più lenta. Comunque sia arrivo prima di lei al portone che sbarro con la spada. Lei mi raggiunge con il fiatone e la prendo per mano.
“Tutto bene tesoro?” chiedo preoccupato, prima di varcare la soglia.
“Sì, non ti preoccupare.” Risponde tra un respiro e l’altro. Insieme varchiamo la soglia e all’interno della Grande Sala troviamo tutta Berk in festa. Mio padre ci raggiunge e posa le mani sulle nostre spalle.
“Allora neo-sposini? Ora Hic deve conficcare la nuova spada in questa colonna qui.” Spiega papà toccando un’enorme pilastro decorato. Strabuzzo gli occhi e deglutisco. Sono sicuro che la lama non affonderà nemmeno di un centimetro nel legno e questo sarebbe un cattivo campanello di allarme per la nostra vita futura. Prendo la spada e la rigiro fra le mani, avvolto dal silenzio pressante di tutto il popolo che aspetta ansioso di vedere che futuro ci spetterà. Con tutta la forza che possiedo cerco di trafiggere la colonna e senza guardare se la spada si è conficcata o è caduta rovinosamente a terra, chiudo gli occhi. Li dischiudo dopo un po’ sentendo applausi e urla felici da parte del popolo, notando che la lama è completamente passata dall’altra parte del pilastro. Astrid mi abbraccia forte e mi bacia e mio padre mi da una pacca sulla spalla.
“Avrete un futuro meraviglioso! E ora… diamo inizio alla festa!!!” annuncia a gran voce papà, ridendo compiaciuto e osservando il popolo intento in brindisi con boccali colmi di idromele o a mangiare qualsiasi bendidio presente sulle tavole. Io e Astrid ci prendiamo per mano e prendiamo posto insieme agli altri cavalieri.

POV. ASTRID
La giornata passa velocemente tra canti, balli, vichinghi che si ingozzano di carne di yak o che si strafogano di idromele. E quando il sole è già tramontato, comincio a sentirmi male. Metto una mano sulla pancia e cerco di accarezzarla per darmi sollievo ma niente.
“Hic…” sussurro. Lui si volta verso di me e mi sorride, accarezzandomi una guancia.
“Dimmi amore.”
“Sto… sto male. Possiamo andare a casa?” chiedo facendo alcune smorfie doloranti. Lui annuisce subito e si congeda con i cavalieri poi, di corsa, usciamo dalla Grande Sala e saliamo in sella a Sdentato. Intreccio le mani sulla sua pancia e appoggio la testa sulla sua schiena, mentre lui pone una mano sulle mie, toccando la fede matrimoniale. Dopo un po’ atterriamo davanti alla nostra casa e vi entriamo.
“Cos’hai Astrid?” mi chiede lui preoccupato, facendomi stendere sul divano e accendendo il camino.
“Credo che fra un po’ rimetterò e mi fa molto male la pancia…” mugolo. Hic si china su di me e mi lascia un dolce bacio sulle labbra, poi una carezza sulla guancia sinistra.
“Vado a farti qualcosa di caldo, allora.” Sussurra con voce tenera.
“No… non preoccuparti. Preferisco averti accanto.” Dico fermandolo. Lui sorride e si siede vicino a me, intrecciando una mano con la mia.
“Mia moglie…” esordisce dopo un po’ ridendo. “Ma davvero sei mia moglie?”
“Sì, davvero. Perché, non va bene?”
“No!! Altroché!! È che non mi sembra vero… è così bello… troppo surreale.” Spiega con aria sognante.
“Questo è un esempio che i sogni diventano realtà e che nulla è impossibile.” Rispondo accarezzando la mano che è legata alla mia.
“Ti amo, Astrid.” Sussurra guardandomi. Sorrido e con la mano libera gli faccio cenno di avvicinarsi a me. Lui esegue e io gli lascio un lungo bacio colmo d’amore. Dopo qualche minuto chiudo gli occhi e sento Hiccup prendermi in braccio e portarmi a letto. Mi toglie il vestito nuziale e mi mette la camicia da notte, poi anche lui si cambia e mi raggiunge sotto le coperte, abbracciandomi dolcemente e mettendo una mano sulla pancia, come a voler proteggere me e i nostri bambini.
“Buonanotte, amori miei.” Sussurra lasciandomi un bacio sul collo e una carezza sul ventre.

ANGOLO AUTORE
Eccoci qua! Hic e Astrid si sono sposati, finalmente!!!!! Allora, c’è un avviso. Nei capitoli successivi ci saranno svariati salti nel tempo. Ma ad esempio uno ogni capitolo. Credo. Non ho ancora le idee chiarissime ma penso che sarà così, anche perché… contate qualche capitolo e la storia termina. Quindi spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi ringrazio tanto per leggere e recensire il mio racconto.
Un bacio grande
Astrid

   
 
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