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Autore: Fenrir_23    09/07/2015    5 recensioni
Sono trascorsi nove anni dalla fine della serie, Sesshomaru è scomparso ...
“Rin ...” Sesshomaru puntò i suoi occhi sulla ragazza che aveva davanti. Incredibile come gli umani cambiassero in fretta: quando l'aveva vista l'ultima volta, lei aveva sedici anni e ancora le fattezze di una ragazzina, ma ora i lineamenti che ricordava avevano lasciato il posto a quelli di una giovane donna.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Rin si abbandonò sul morbido lenzuolo del futon cercando di respirare lentamente. Le girava la testa tremendamente, tanto da non riuscire a reggersi in piedi. Kagome le passò uno straccio inumidito sulla fronte.
Lei socchiuse gli occhi, e si lasciò invadere dai ricordi.
 
“Sai … di cosa ho paura?” Mentre con le dita delicate seguiva i contorni della schiena pallida di Sesshomaru, illuminata solo dalla sottile luce della luna, Rin si era resa conto di aver smesso di dargli del voi. Ormai non era più necessario … non quando erano soli.
“Mh?” I capelli del demone erano scivolati verso il basso, mossi dal vento, mentre lui inclinava impercettibilmente il viso per osservare i lineamenti delicati dell’umana.
 “Di non poterti seguire per sempre …”
Sesshomaru l’aveva fissata a lungo negli occhi, in silenzio. Non era necessario che Rin aggiungesse altre spiegazioni, sapeva bene a cosa lei si riferiva … e odiava quella sensazione d’ impotenza, e l’ansia che lo invadevano ogni volta. L’aveva baciata, passando una mano sulla pelle morbida dei suoi fianchi.
“Fra un po’ di anni, quando tu sarai ancora giovane e forte … io sarò solo una vecchia incapace di starti vicino …”
Sesshomaru lo sapeva, eppure …
“Rin, non …”
Lei aveva continuato senza ascoltarlo.
“Per un demone come te, la vita di un umano è troppo breve per essere davvero importante.”
Sesshomaru aveva sospirato senza fare nulla di particolare, solo continuando a fissare la schiena di Rin.
“I demoni non dimenticano in fretta come voi sciocchi umani …” Aveva spiegato, in un sussurro.”Tu pensa solo a starmi vicina fin quando potrai.”
 
“Rin, prendi quest’erba.” La voce di Kagome riportò la ragazza alla realtà. La sacerdotessa le porse una foglia rara, di una pianta che cresceva a qualche chilometro dal villaggio. Rin la accettò senza fare troppe domande, poi i ricordi le affiorarono di nuovo alla mente.
 
“Vuoi sapere del demone Orso?” La voce dell’albero millenario, Bokuseno, aveva rimbombato nella foresta. Rin era rimasta a fissarlo, assorta … l’aveva visto per la prima volta quando era solo una bambina ma, anche ora, quelle pianta vecchia come il mondo le era sembrata enorme e immensa. Quasi minacciosa, tanto da farla avvicinare inconsapevolmente a Sesshomaru, quel poco che bastava per sfiorare il suo corpo e sentirsi al sicuro.
“è un demone potente, vecchio di duemila anni ...”
 
“Rin, RIN!”
“Cosa ti passa per la testa?”
La ragazza si riscosse, cercando di focalizzare la sua attenzione sulla persona che le era davanti. “Scusa Kagome San, io …”
Il volto della sacerdotessa si fece improvvisamente serio.
“L’erba si è colorata di giallo, Rin … tu … e Sesshomaru …”
Lei continuò a fissarla senza capire.
“Rin, tu aspetti un bambino …”
 
 
Quei pochi giorni di viaggio per raggiungere Bokuseno erano stati solo un pretesto per stare insieme.
Era una notte di luna nuova.
Rin ricordava i vestiti che scivolavano sul prato morbido, il respiro accaldato di Sesshomaru, i suoi occhi, la loro pelle che si sfiorava … lui che si sforzava di essere gentile, che la stringeva forte, dimenticandosi di quanto le sue unghie erano affilate. I loro cuori a contatto che battevano insieme, la sensazione di diventare una cosa sola. La tranquillità, il riposo condiviso …
Era trascorso un mese.
Rin ricordava tutto e non avrebbe mai potuto dimenticarlo ...
 
 
 
“Io …”
L’umana riemerse dai veloci ricordi che le avevano attraversato la mente e si prese un attimo per respirare profondamente. Guardò Kagome, iniziando a percepire una sensazione opprimente che s’impadroniva del suo petto, mozzandole il fiato.
Sapeva di aver corso il rischio, ma non aveva potuto rinunciare a lui … ne quella notte né in quelle successive.
Era stata abbastanza folle da credere nella fortuna, sperando di non dover fare i conti con le conseguenze; ma ora la realtà era evidente. Lei aspettava un figlio, un bambino mezzo demone.
“ … mi … mi dispiace!”
Riuscì solo a dire, mentre abbracciava Kagome scoppiando a piangere.
 
 
 
 
Le aveva preso un altro regalo. Era un Kimono di seta pregiata, morbida al tatto, del colore pallido dei ciliegi in fiore. Sesshomaru lo teneva stretto con la mano sinistra contro il suo fianco, mentre volava alto nel cielo e, segretamente, sperava che Rin sarebbe stata contenta di quel dono. Desiderava vederla felice.
Jaken, appigliato alla morbida pelliccia del suo padrone, lo osservava silenziosamente, tenendosi per sé le  sue tante domande.
“Sesshomaru e Rin si sono innamorati!” Gli aveva urlato contro la stupida sacerdotessa compagna di quel mezzo demone di Inuyasha.” Mettitelo bene in testa, non puoi seguirli sempre.”
Jaken sospirò. Non sapeva se quella fosse davvero la verità, certo era che Sesshomaru in quell’ultimo periodo era davvero strano. Non gli parlava mai di nulla … non ricordava di essersi mai sentito così lontano da lui e incapace di comprenderlo.
Sospirò, continuando a tenersi aggrappato alla pelliccia del demone cane.
 
 
“Kagome, fuori c’è Sesshom-“
Inuyasha aveva percepito l’odore del suo fratellastro e non era minimamente intenzionato a vederlo, così aveva pensato di avvisare Rin di quella che per lei era sicuramente una lieta visita, ma  nel vederla stretta a Kagome mentre piangeva singhiozzando, le parole gli si seccarono in gola.
“C- cosa … succede?”
Chiese, cercando lo sguardo della sua compagna. Lei gli rispose con un sorriso un po’ triste, scuotendo lievemente la testa.
Inuyasha si avvicinò di qualche passo. In quegli anni in cui Rin aveva vissuto sotto il suo tetto, e nel breve periodo durante il quale avevano viaggiato insieme, con Kohaku, l’aveva presa sotto la sua protezione. Lui e Kagome erano diventati per la ragazzina orfana come un fratello e una sorella maggiori, e l’avevano sempre aiutata e consolata nei momenti difficili.
Si avvicinò, posando una mano sulla spalla della ragazza.
“Odio vedere le persone tristi.” Si disse, mentre continuava ad osservarla, senza riuscire a fare nulla che potesse calmarla. Cos’era accaduto di così brutto per lei? Forse c’entrava Sesshomaru, quel dannato.
“è arrivato.” Mormorò, camminando a grandi passi verso la porta.
Rin lo fermò prima che potesse andarsene.
“Non … voglio vederlo…” disse in un soffio, mentre tentava di asciugarsi gli occhi.
Inuyasha annuì appena, poi scomparve.
“ … Rin, se non te la senti esistono anche … modi per … non far nascere il bambino.”
Kagome pronunciò quelle parole a bassa voce. Non voleva suggerire a Rin di non dare alla luce quel figlio, semplicemente desiderava che lei fosse al corrente delle possibilità che aveva. Ma non si stupì quando la vide scuotere la testa con decisione.
“Il bambino lo terrò.” Affermò la ragazza, determinata, mentre s’imponeva di smetterla di piangere.  Si sentiva così stupida e debole …
“è solo che …”
“Temi che Sesshomaru non lo voglia? Perché sai che lui disprezza i mezzi demoni.”
“…”
Kagome passò un panno pulito sul viso di Rin.
“Te l’avrò detto mille volte, lui è molto cambiato.” Si sistemò un ciuffo di capelli, mentre lasciava andare la ragazza e la guardava con un sorriso. “E poi … rinnegare quel bambino significherebbe rinnegare te, e non credo che lo farai mai.”
Rin non ne era molto convinta, ma cercò di farsi forza quando sentì la voce di Sesshomaru che stava già litigando con Inuyasha.
“Fammi entrare, stupido mezzo demone.”
“Devo parlargli.” Si disse, imponendosi di essere forte mentre, dopo aver fatto un cenno a Kagome, si avviava verso l’entrata della casa.
Sesshomaru era lì fuori, bellissimo come sempre. Stringeva fra le mani un Kimono da donna … Rin, nonostante tutto, si scoprì a sorridere teneramente … quello era sicuramente un altro regalo per lei. Incrociò il suo sguardo e abbassò la testa, incapace di guardarlo negli occhi.
Inuyasha si fece da parte, mentre lei si costringeva ad avvicinarsi di più al demone che amava. Percepì le lacrime che minacciavano di nuovo di avere la meglio, ma si rifiutò di piangere.
Alzò la testa, incrociando gli occhi d’oro a cui era tanto affezionata.
“Sesshomaru Sama … vi devo parlare.”
 
 
 
 
“Rin, questo regalo è per te.”
Mentre passeggiavano sul prato morbido, vicini, Sesshomaru porse alla sua donna umana il Kimono che le aveva portato in dono. Avrebbe voluto vederla sorridere ma, quando notò che lei si stava sforzando di farlo, una strana sensazione simile alla tristezza s’impossessò di lui, facendolo sentire inquieto e nervoso. Possibile che una semplice umana avesse il potere di trasformarlo, rendendolo così … debole e sentimentale?
gli occhi lucidi e il viso arrossato di Rin non gli erano sfuggiti, e non aveva intenzione di lasciar passare inosservata la cosa. Lui voleva sapere.
“Cosa è successo?”
Le domandò senza troppi giri di parole, afferrandola per un polso. Rin cercò di evitare il suo sguardo, ma era impossibile mentirgli. Il suo modo di guardarla la costringeva sempre a dire la verità … anche la sensibilità con il quale lui si accorgeva di ogni suo minimo cambiamento d’umore, aveva qualcosa di tremendamente dolce.
Rin si aggrappò alla stoffa del Kimono del demone, cercando di trovare il coraggio per parlare. Per un attimo pensò di non dirglielo, ma si sentì in colpa. E poi non aveva senso rimandare. Appoggiò la fronte contro il suo petto, percependo la soffice pelliccia che gli avvolgeva la spalla sinistra che le solleticava una guancia.
“Sesshomaru, io … aspetto un figlio …”
Silenzio. Ma Rin sapeva che lui non era rimasto impassibile, l’aveva capito dal movimento impercettibile del suo corpo.
“Un bambino mezzo demone …” Precisò Rin. “ Tuo figlio.”
L’umana si strinse a Sesshomaru come per paura che lui potesse sfuggirle, bagnando il suo Kimono bianco di lacrime. Il vestito che il demone le aveva portato in dono, le scivolò a terra.
 Nella sua vita, Sesshomaru non si era mai stupito di nulla. Aveva iniziato a farlo solo dopo aver conosciuto Rin … ma quella notizia, l’aveva colpito nel profondo come non gli era mai successo; non sapeva bene che pensare. Per i demoni, i figli erano cosa rara e certamente voluta, sicuramente non potevano capitare per sbaglio e così facilmente … come accadeva per gli umani.
Un figlio mezzo demone, un figlio mezzo demone. Quelle parole gli rimbombavano in testa. Un figlio suo … e di Rin.
Non sapeva che pensarne, ma di una cosa era sicuro, non sopportava di vedere la sua umana così triste. Le baciò la fronte, anche se le parole per rassicurarla non riusciva  trovarle, sperava di compensare con i gesti del corpo.
“Un figlio mezzo demone …
Improvvisamente sentì il prepotente bisogno di stare solo.
Si scostò da Rin,continuando a guardarla.
“Padre …”
La baciò sulle labbra delicatamente, prima di sparire nel cielo colmo di nuvole.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Questa volta ho riaggiornato in tempi decisamente più rapidi J grazie a tutti per i commenti, fatemi sapere che ne pensate!
   
 
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