Anime & Manga > Free! - Iwatobi Swim Club
Ricorda la storia  |      
Autore: formerly_known_as_A    09/07/2015    3 recensioni
Tra le cose che mai Sousuke avrebbe pensato di sentirsi dire, questa è di sicuro la più improbabile e sbagliata.
Sbagliata, perché immediatamente suona come una bugia, come un coltello affilato che lo trapassa da parte a parte nel petto, un'ingiustizia che non credeva possibile.
Ecco, sì, è ingiusto.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Momotarou Mikoshiba, Sosuke Yamazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Note iniziali

Rimando alla fine alcune considerazioni, sappiate che però questo Sousuke è vagamente OOC e non ho idea di che generi mettere in descrizione. Buona lettura :3



Tra le cose che mai Sousuke avrebbe pensato di sentirsi dire, questa è di sicuro la più improbabile e sbagliata.

Sbagliata, perché immediatamente suona come una bugia, come un coltello affilato che lo trapassa da parte a parte nel petto, un'ingiustizia che non credeva possibile.

Ecco, sì, è ingiusto.

Pensa di chiudere gli occhi e far finta di dormire, ma è consapevole di avere gli occhi sbarrati sulla semioscurità della stanza, occhi che cercano disperatamente un appiglio in quelli di Momotarou, ancora socchiusi in quel sorriso pieno e buffo che rende tutto più crudele.

“Sai? Sono contento di non essere gay.”

Dopo cinque mesi, Sousuke onestamente pensava che non avrebbe mai sentito quella frase o derivati. Cinque mesi sono quasi la metà di un anno, abbastanza da rendersi conto che forse Momo non è gay, ma forse tende ad apprezzare gli uomini in un modo diverso da quello dei normali compagni di squadra?

“Ah.” è tutto quello che riesce a dire, l'idea di far finta di niente completamente sparita, sostituita da un'irritazione che non cerca nemmeno di nascondere, tanto lo ferisce quella frase.

Solleva il lenzuolo fino al petto e per un momento pensa di alzarsi e farla finita lì, senza scenate. Amici come prima, solo un malinteso.

Eppure...

“Soucchi?” lo chiama il kohai, allungando la mano verso la sua fronte e spostando alcune ciocche di lato. Non c'è alcuna traccia di cattiveria, nel suo viso, nessuna volontà di ferirlo, eppure scaccia la mano, rifugiandosi dietro una smorfia e corrucciando le sopracciglia.

“Che c'è?”

“Che hai contro i gay, ora?” sbotta Sousuke, incapace di controllarsi.

C'è sempre la possibilità che Momo sia quel tipo di persona che non si considera gay perché ha un ruolo attivo. Anche se pensare al suo senpai come a una ragazza necessita un grosso sforzo di immaginazione, magari è tutto lì il malinteso e in tal caso Sousuke potrebbe prendere immediatamente provvedimenti, per quanto reticente.

L'idea di rovesciarlo sulla schiena e fargli cose indicibili, sfogando tutta la rabbia che sente in corpo, per un momento lo accarezza, finendo rapidamente nel cestino dei pensieri sbagliati. Fin dall'inizio è stato riluttante, perché Momo è piccolo, minuscolo, in confronto a lui. E la realtà dei fatti è che ha paura di fargli veramente male e non riuscire a perdonarsi.

Fino a qualche minuto fa ha pensato che sarebbe successo, prima o poi, una volta raccolto il coraggio e l'esperienza necessari a renderlo un momento bello e non un totale disastro.

Il sesso tra loro è sperimentale, ancora tentennante quando si tratta di andare fino in fondo. Non che abbiano moltissime occasioni di trovarsi soli in una stanza abbastanza a lungo, comunque.

“Eh, non ho niente contro di loro, solo sono contento di non esserlo! Soprattutto sono contento che non lo sei tu!” esclama Momo, imbronciato per il rifiuto ma intenzionato a riavvicinarsi.

Lo legge nel suo atteggiamento, la mano ancora sospesa tra di loro, il corpo che si avvicina senza nemmeno nasconderne il movimento goffo. Quando finalmente lo raggiunge -un'impresa piuttosto semplice, in un letto singolo- Sousuke è troppo confuso per allontanarsi ancora.

Che cosa vuol dire questo?

Vorrebbe gridare, ora, la testa occupata da troppi pensieri, la confusione data dalle sue parole che si accavalla con tutte le paure che, passo dopo passo, era riuscito a chiudere da qualche parte, convinto di averle scacciate definitivamente.

Non è come se non ci avesse pensato prima. La probabilità che Momo si allontanasse dopo il diploma o anche prima, relegando quella relazione ad un'esperienza necessaria, un esperimento, l'ha tormentato per i primi mesi, costringendolo a soppesare ogni parola, a non spingersi troppo oltre, nonostante fosse stato Momo a confessarsi.

Ma pensarci ora, dopo tutto quello che si sono detti, dopo che finalmente Sousuke ha cominciato a crederci e sperare, è un tormento che sembra volergli strappare le viscere.

Aveva ragione. Il Sousuke di cinque mesi fa aveva ragione su tutto.

Un giorno Momo metterà termine alla loro relazione, senza voltarsi indietro, verso una donna, una famiglia, una vita normale. È quello che doveva essere dall'inizio, eppure Sousuke non può fare a meno di sentirsi vuoto, pieno di dolore, sì, ma vuoto.

È solo colpa sua. L'ha presa troppo sul serio. Non si dovrebbe prendere sul serio Momotarou, perché è lo stesso ragazzino immaturo che spaventa Aiichirou con rospi giganti trovati chissà dove.

È lo stesso ragazzino immaturo che gli ha confessato di amarlo.

Sa di essere melodrammatico quando lo spinge giù dal letto. Sa di doversi dimostrare più maturo, più adulto, ma nei mesi in cui sono stati insieme, Momotarou è diventato una sicurezza, una delle poche, riguardo al futuro.

Anche a breve termine, anche considerando di potersi lasciare tra sei mesi perché hanno preso ad odiarsi, Momo era lì, ad aspettarlo, a fargli pensare di avere almeno una parte luminosa, in quel futuro.

Perché fino a questo momento Momo è stato quello, una presenza accanto che irradiava luce, energia pura che sembrava non volersi mai attenuare, contagiosa, anche.

Speranza.

Perché se qualcuno come Momo si era innamorato di qualcuno come Sousuke, quasi agli antipodi, qualcuno che non poteva offrirgli divertimento e spensieratezza, allora Sousuke poteva sperare che le cose andassero a posto, in qualche modo.

“Fuori.”

È consapevole di essere melodrammatico. Sa di essere esagerato, troppo arrabbiato e ferito per ragionare lucidamente. Probabilmente se ne pentirà di lì a poco, anche se, per un po', immagina che non si parleranno.

Non ha parole. Vorrebbe dirgli che è uno stronzo, che si sente usato, che non c'era bisogno di mentire, probabilmente al sesso senza impegni sarebbero arrivati, forse in modo più facile.

Non c'era bisogno di mentire e dirgli che è innamorato di lui.

“Che cos'ho fatto, ora?” chiede Momo, le sopracciglia aggrottate. Si appoggia al materasso, con i gomiti prima di issarsi di nuovo sul letto e mai più di adesso Sousuke vorrebbe metterlo a tacere con il sesso.

Non servirebbe a niente, se ne pentirebbe, si sentirebbe orribile, ma riempirebbe il vuoto, ora come ora.

“A te! A te cosa salta in mente!” sbotta, finalmente, mettendosi a sedere e respingendo ancora una volta la mano che lo cerca. “Io sono gay. Anche Rin e Ai lo sono! E forse tu non lo sei, ma di certo...”

Non fa in tempo a finire la frase, che subito Momo ribatte, scuotendo la testa.

“Non è vero! Rin senpai non dividerebbe Ai senpai con nessuno! E nemmeno Ai senpai farebbe mai quelle cose orribili! E non voglio pensare che te lo faresti, quindi non sei gay nemmeno tu!”

È Sousuke ad afferrarlo per i polsi, a scuoterlo, perché quella è la più grande cazzata che abbia mai sentito.

“Quelle cose orribili? Fare l'amore è una cosa orribile? Fare l'amore con me è stato orribile?” chiede, la voce che si affievolisce sul finire di quell'ultima domanda. Smette di scuoterlo, gli lascia i polsi, ma Momo è veloce a colmare la distanza, gli occhi sorpresi mentre gli sfiora le guance, la testa che nega prima che possa farlo anche la voce.

“Che cosa stai dicendo? Fare l'amore con te è bellissimo.”

La voce del ragazzo è sorprendentemente ferma e Sousuke immagina che stia arrossendo, ma non distoglie lo sguardo.

“Hai appena detto che è orribile.”

Momo scuote ancora la testa, poi si allontana solo per quanto gli è necessario per accendere la luce sul comodino ed illuminare la stanza.

Sussulta, vedendolo e Sousuke pensa a come deve apparire, affannato e furioso, gli occhi che pizzicano e si fanno a mano a mano più lucidi.

“Come potrei dirti che è orribile? Non parlavo di questo.”

La luce accesa gli da fastidio, come se dovesse interrogarlo, mettere a nudo. Credeva di aver sepolto bene tutte queste paure, eppure eccole, a pesare sul cuore come un macigno... Non impara mai, eh?

“Momo, io sono gay.”

Il ragazzo scuote la testa, prendendogli le mani e portandosele al petto.

“Non puoi esserlo.”

È esasperato, ora, nonostante la calma che il suo gesto gli trasmette, perché è una realtà estremamente semplice. Gli piacciono gli uomini, è gay. Momo è sicuramente dispiaciuto perché pensa alla moglie bellissima che non potrà avere o cose del genere, ma non può farci molto.

“Ho avuto una ragazza alle medie, ma la nostra era più un'amicizia con un paio di baci che altro. Mi piacciono gli uomini, mi piaci te e le ragazze proprio non mi interessano, quindi sono esattamente la definizione di gay.” tenta di spiegare, anche se Momo scuote ancora la testa, prima di appoggiarla alle sue dita.

“Lo so che ti piacciono solo i ragazzi, ma tu non vuoi fare le feste con i gay e dividermi con loro e... fare cosacce a turno.” borbotta l'ultima frase e sarebbe una visione adorabile, se Sousuke non fosse appena passato dalla tristezza alla confusione più totale.

“Cosa?”

“I... I gay sono quelli che si vestono tutti di pelle e fanno cosacce tutti insieme e non si innamorano mai.” gli confessa, dispiaciuto. “Tu... No, mettiamo Ai senpai e Rin senpai... Loro si amano proprio tanto, no? E non darebbero nemmeno un bacio ad altri. Io... Non so te. Se... Se mi dici che sei gay ok... Io, io non voglio dividerti con gli altri! Ma se vuoi farlo io...”

“Momo.”

Gli tira una testata giocosa, mettendolo a tacere. È sollevato, inorridito da ciò che ha appena sentito, ma sollevato dal fatto che Momo è solo un cretino che chissà che cos'ha letto, ma non pensa davvero che sia orribile, quello che fanno.

“Sei il più grande idiota che abbia mai calpestato il suolo della Terra.” borbotta, liberando le mani per avvolgerlo e portarlo di nuovo sul materasso. Fa un bozzolo di lenzuola e coperte per contrastare la sua fuga ben poco disperata e se lo tiene vicino, incastrando la sua testa sotto al mento.

“Soucchi!” bofonchia Momo, le labbra premute contro il suo sterno. Sembra anche lui sollevato, tanto che lo sente sorridere contro la sua pelle.

“Taci. Domani parleremo dei gay e della tua testa piena di pigne.”

“Soucchi non ho le pigne...” protesta debolmente Momo, mettendosi comodo.

Aspetta che il battito torni normale, che il ragazzo si rilassi tra le sue braccia, prima di sbuffare, il sollievo che lo ammorbidisce da una posizione rigida in cui non credeva di essere bloccato.

Ha creduto davvero, stupidamente, che potesse finire tutto in un momento. Senza il tempo di spiegarsi, senza nemmeno il tempo di salutarsi come si deve, uno strappo violento senza possibilità di riparazione.

Lo stringe un po' più stretto, posando la guancia sulla sua testa ed è sorpreso quando lo sente ricambiare.

“Buonanotte, Soucchi. Mi piaci davvero davvero davvero tanto tantissimo.” mormora Momo, con voce assonnata.

Sousuke sorride.

Non pensa che sarà poi troppo difficile,domani, spiegargli come stanno davvero le cose.



Angolo autrice

Che io pubblichi qualcosa di nuovo dopo così poco tempo è quasi miracoloso, ma svegliarmi alle quattro del mattino per il caldo mi ha ispirata, pare.

Come dicevo, temo sempre di risultare parecchio OOC quando mi metto seriamente a parlare di sentimenti con Sousuke. Mi piace l'idea che sia qualcuno di estremamente romantico, nel senso più puro del termine. È sicuramente più “pratico” di Rin, non esprime apertamente questo romanticismo e probabilmente ritiene un po' stupida questa sua parte della personalità, ma non ci si distrugge una spalla per poter nuotare ancora con un amico solo perché fa bello.

L'idea di fondo di questa storia era quasi comica (che razza di yaoi legge la sorellina di Momo punto jpg) ma mi piaceva l'idea di trattarla a rovescio, senza esporla subito e passando prima dalle conseguenze, quindi “i gay fanno le cosacce brutte > meno male che non sono gay” è diventato “meno male che non sono gay > i gay fanno roba di gruppo” (perché Momo è convinto che questo sia un fatto appurato e noto) stravolgendo completamente la tipologia di storia e facendola diventare immediatamente molto seria, con il vantaggio di poter contare su una risoluzione molto rapida, senza spiegoni.

Nonostante questo ancora qualcosa non mi convince... ma è un esperimento, quindi mi piaceva l'idea di condividerlo con voi.

Non ho idea di chi si sia fermato a leggere duecento e passa parole di pare mentali sulla scrittura, ma, ehy, uovo alla coque.

No, ok, questo era per vedere quanti avessero letto davvero XD

Ne approfitto per ringraziare tutti quanti per le recensioni, a volte non rispondo per mesi, ma le leggo tutte e mi aiutano veramente nei momenti in cui non riesco a scrivere nemmeno “era una notte buia e tempestosa”. <3

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Free! - Iwatobi Swim Club / Vai alla pagina dell'autore: formerly_known_as_A