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Autore: monipotty    18/01/2009    2 recensioni
Ciao a tutti voi! Questa è la prima fic che scrivo e spero che vi piaccia!! Il personaggio principale è la migliore amica di Elizabeth, Josephine: cosa succederebbe se Jo fosse innamorata del serio ma affascinante James Norrington (il mio personaggio preferito in assoluto e, naturalmente, secondo protagonista della fic)? Riuscirà a conquistarne il cuore già legato alla bella Elizabeth? Se volete scoprirlo, vi basta leggere!!! Recensite numerosi e... siate clementi!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elizabeth Swann, James Norrington, Nuovo Personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 24

“Un momento!” esclamò Norrington.“Quell’uomo! Io lo conosco! E’ lui che…” Josephine guardò dal pirata a Norrington e capì il motivo dello strano comportamento assunto da Turner in quegli istanti.

“Si, è lui; ma non fate così, ammiraglio." disse cercando di calmarlo "Quella sera lui non ha avuto colpa, non era in sé quando ha agito, non ragionava più con la sua testa. Cercate di capirlo, di perdonarlo: è difficile ma io ce l'ho fatta. Il signor Turner...” Norrington, che fino a quel momento aveva fissato il pirata, si voltò di scatto, spiacevolmente sorpreso.

“Perché l’avete chiamato signor Turner?” le domandò poi. “Non sarà mica…parente di QUEL Turner?!”  Jo abbassò lo sguardo mordendosi il labbro: non avrebbe dovuto chiamarlo per nome.

“Ehm… effettivamente si, è il padre… ma…”

“Un motivo in più per odiarlo!” sibilò l’uomo guardando con disprezzo il suo assassino. La ragazza lo guardò con occhi di rimprovero.

“Non dovete dire così!” lui la guardò sorpreso.

“Josephine, cosa dovrei pensare di lui? Ditemelo voi! Mi ha strappato dal mondo dei vivi, mi ha separato dalle uniche persone che mi erano rimaste al mondo!”

“Chi?” domandò Jo sfacciatamente: al diavolo le buone maniere, ora stava esagerando. Lui non rispose subito ma fece una pausa e riflettè guardando il vuoto: la sua espressione corrucciata si distese.

“Il governatore Swann è morto.” Gli ricordò la ragazza aggressivamente. “Beckett era un traditore come tutti i suoi ufficiali. I VOSTRI ufficiali vi hanno tradito. Chi vi sarebbe rimasto, eh? Le persone a cui voi tenevate di più vi hanno voltato le spalle!”

“Non è così.” Ribatté l’ammiraglio. “Elizabeth non mi ha tradito!”

“Non tutti i tradimenti sono una questione di onore.”  Replicò la ragazza e lui ammutolì. “Siete un testardo! Non avete ancora capito che, qualunque cosa fosse accaduta, Liz non sarebbe mai stata vostra? Siete stato talmente accecato da questo amore impossibile che non vi siete mai guardato intorno…!” si bloccò di scatto portandosi una mano alla bocca e lui la guardò negli occhi.

“Cosa vorreste dire?” le domandò. Ormai sapeva di essersi cacciata nei guai da sola, ma la scusa doveva inventarsela ugualmente: non avrebbe mai fatto una dichiarazione, a lui soprattutto! Si morse il labbro inferiore mentre l’altro la guardava cercando di cogliere il significato di quella sua affermazione.

“Solo che… che c’erano anche altre persone che vi volevano bene, m-ma voi non ve ne siete mai accorto. Ecco tutto.” Disse velocemente. Lui la scrutò a lungo: avrebbe voluto poter leggere il suo animo, capire quell’ultima frase, saper comprendere il suo sguardo, decifrare le sue parole, ma gli era impossibile: Jo non faceva trasparire nulla, il suo viso era un solido muro.

Lei distolse i suoi occhi dall’uomo e si voltò: non avrebbe retto a lungo guardandolo.

“C-cosa ne dite di fare un giro della nave?” propose tremante. James sospirò arreso.

“Volentieri, ma solo se non mi darete più del voi: ormai non serve più.” Rispose lui le porgendole il braccio. Lei rise nervosamente e si attaccò al suo braccio timidamente. Fecero il giro della nave senza parlare nè guardarsi. Poi Josephine sospirò e mormorò: “So cosa provi.”

“No, credi di saperlo ma non lo sai.” Negò l’uomo.

“Non sei l’unico che ha perso qualcuno di importante. Anche io ho perso la persona che consideravo più importante di tutta la mia vita.” Lui la guardò tristemente ma una parte di sé sembrava capire.

“Cosa è successo? Ne vuoi parlare?” le domandò lentamente. Lei gli sorrise.

“Solo se ti togli quell’insulso cappello e il parrucchino bianco.” Scherzò lei. Norrington rise, si tolse cappello e parrucchino e li appoggiò su di un barile. Josephine rise a sua volta vedendolo divertito e incantandosi ad ascoltare il suono della sua dolce risata, poi si rabbuiò; l’ammiraglio se ne accorse e continuarono a camminare in silenzio.

“Era importantissimo per me…” raccontò la ragazza rompendo il silenzio. “L’ho visto morire, davanti a me, assassinato per un’azione che, pur andando contro i suoi ideali, ha compiuto con onore e coraggio. Io l’amavo, James, e lo amo ancora adesso.” Lo guardò velocemente ma Norrington non se ne accorse.

“Mi dispiace, Josephine.” Disse semplicemente senza guardarla. Non sapeva cosa dirle: una parte di sè era sicura che si stesse riferendo a Beckett, pur non riuscendo a capire cosa intendesse per ‘assassinato per un’azione che andava contro i suoi ideali’, ma l'altra parte sperava in qualcun altro, chiunque altro escluso quell’uomo spregevole. Lei alzò le spalle.

Cominciava a fare fresco e Josephine cominciava ad avere i brividi: erano affacciati dal ponte e guardavano silenziosamente il tetro paesaggio che si presentava sotto i loro occhi; la ragazza stava facendo di tutto pur di trattenere i brividi di freddo davanti all’ammiraglio, ma lui ben presto se ne accorse. Sorridendo dolcemente, si tolse la sua giacca e gliela pose sulle spalle. Josephine lo guardò, meravigliata per la seconda volta per quel gesto inaspettato.

“Un gentiluomo farebbe questo ed altro per una fanciulla.” Disse lui per motivare il suo gesto. “Potevi dirmelo che avevi freddo…” aggiunse. Lei lo guardò e si perse nei suoi occhi verdi.

“Non lo farei mai, per una stupida questione di orgoglio.” Si giustificò lei arrossendo visibilmente. Poi tornarono a guardare fuori bordo. Ad un certo punto, una domanda cominciò a formarsi nella mente dell’ammiraglio: una domanda che si era posto parecchie volte da quel giorno dannato in cui gli era stata strappata la vita in modo così crudele. Non resistette all’impulso di dirla a voce alta.

“Mancherò a qualcuno?” domandò, più a se stesso che a Josephine. La ragazza lo guardò con un misto di dolcezza e pietà per quell’uomo tanto amato ma che non riusciva ad essere felice.

“A me sei mancato…” rispose arrossendo ancora di più. “Ma sono sicura che anche a Elizabeth mancherai, James.” aggiunse velocemente.  L'uomo scosse la testa.

“Non ne sono sicuro…mi sentivo inutile, come semplice uomo intendo, ma indispensabile con la mia carica in marina militare.” Disse tristemente l’uomo abbassando lo sguardo. “Per te era diverso…tu avevi una famiglia…” la ragazza non lo fece finire.

“Oh si, veramente diverso.” Esclamò sarcasticamente dando le spalle all’uomo. “Soprattutto con un padre che si vergognava di averti come figlia perchè non avevi intenzione di sposarti con il primo pretendente di passaggio e a causa del tuo portamento poco nobile.” Gli occhi dell’uomo si spalancarono dalla sorpresa e dall’incredulità.

“Ma come? Era così felice di vederti quando ti abbiamo riportata a casa quella sera che sei fuggita!” esclamò. Josephine lo guardò seriamente.

“Per caso qualcuno ti ha informato sul motivo per il quale sono scappata?” lui ci pensò un momento corrugando la fronte ma infine scosse la testa. “Volevo venire con voi per sapere come stava Elizabeth, quella volta che lei cadde dal parapetto, ma lui me lo impedì, dicendomi che non erano affari miei, che salvarla non era compito mio ma compito vostro. Quella stessa mattina, inoltre, mi aveva insultata, quando eravamo ancora in casa: tutto perché mi ero inciampata nel vestito mentre scendevo le scale. Mi chiese come facevo ad essere così maldestra e ad essere sua figlia.” La giovane strinse i pugni lungo i fianchi sentendo gli occhi inumidirsi mentre ricordava quegli avvenimenti: aveva tanta rabbia dentro di sé ed ora, dopo tanto tempo, poteva finalmente sfogarsi con qualcuno disposto ad ascoltarla. Avrebbe tanto voluto che fosse qualcun altro a sentire le sue noie e i suoi problemi, non James Norrington. Ma ora non ci pensava più: aveva solo bisogno di liberarsi da quei pesi che la opprimevano da tempo. “Non riuscivo a crederci nemmeno io quando l’ha detto, ma è successo ed è da quel giorno che ho parlato il meno possibile con mio padre. E lui non ha avuto mai nulla in contrario, come mia madre: lei se n'è sempre stata zitta, non ha mai cercato di rimettere le cose a posto, non mi ha mai parlato di questo.”

“Come fai ad esserne tanto sicura?” le domandò l’ammiraglio.

“Mio padre non mi ha mai cercata e mia madre non lo ha mai spinto a farlo. Anche solo per stare un po’ in mia compagnia o chiacchierare qualche istante o per cercare di chiarirsi. Io e lui siamo uguali: orgogliosi fino in fondo e ognuno aspettava le scuse dell’altro. E poi è accaduto altre volte e altre volte mi sono ritrovata sola, senza appoggio. Ma io, sinceramente,” gli chiese voltandosi a guardarlo “di cosa mi sarei dovuta scusare?” non era una domanda diretta, era piuttosto una domanda fatta a se stessa ad alta voce. Ma Norrington si sentì in dovere di risponderle.

“Forse una parte di colpa l’avevi anche tu. Gli hai detto qualcosa in particolare?” domandò. La ragazza ci pensò passandosi una mano fra i capelli: ricordò il giorno della promozione del commodoro, l’ordine che suo padre le aveva rivolto di stare insieme alla madre, le urla…La mano che aveva fra i capelli cadde pesantemente.

“Si.” Ammise tristemente. “Gli avevo urlato che lo odiavo quel giorno, un impeto di rabbia.” Guardò colui che stava ascoltando i suoi sfoghi quasi implorandolo di rimproverarla per aver detto quella frase orribile a suo padre, ma l’uomo non parlò: sorrideva per, nonostante tutto, Josephine poté vedere nei suoi occhi un velo di tristezza.

“Ma non l’avrei mai detto se non fosse accaduto tutto quello! Io... non lo penso veramente!” tentò di giustificarsi. James le posò una mano sulla spalla.

“Non devi giustificarti con me, ma con tuo padre. Fra dieci anni va’ da lui e digli tutto ciò che hai detto a me. Vedrai che capirà.” Le consigliò. Lei sorrise.

“Dieci anni sono tanti…” commentò guardando altrove. Poi volse lo sguardo sull'uomo e gli sorrise. “Mancherai a tutti, James. Fidati.” Gli disse. “Tu sei sempre stato buono e per Elizabeth e me, un buon…amico. Sono contanta di rivederti.” Gli riconsegnò la giacca, si voltò e cominciò a dirigersi verso la sua cabina.

“Josephine!” la chiamò l’uomo. Lei si voltò a guardarlo. “Grazie.” Disse semplicemente. Lei sorrise timidamente poi si avviò verso la scala che portava sotto coperta.  





Ciao a tutti quanti!! Finalmente aggungo un altro capitolo dopo che, molto elegantemente, Giulia mi ha chiesto di aggiornare stamattina... NICE!!! Entonces, spero che vada tutto bene lì da voi e che non vi stiano tartassando più del dovuto: da parte mia, sto lentamente collassando ç_ç
Ora è tempo dei ringraziamenti, come ben sapete; un grazie a tutti coloro che leggono senza recensire (come Giulietta, vero?? :P) e a coloro che hanno recensito:

QueenLilly: se la tua calabresità esce fuori solo con la parola infame, non farla proprio venire fuori... sii veneta, ciò!! In effetti sì, la cosa del neonato è nuova: li modifico sempre un pochino i capitoli prima di pubblicarli, o aggiungo o tolgo... ma più che altro aggiungo! Però qualcun altro doveva aggiornare durante le vacanze... VERO??? allora, vedi di: 1-aggiornare 2-inviarmi i disegni che hai fatto fino ad ora 3-farmi sapere se ti ricordi che mi avevi detto di avere intenzione di scrivere una storia con Jamie e Jo 4-lo spagnolo sembra che tu lo sappia perlomeno scrivere perchè la grammatica è corretta 5-boh!!!! In every case, salutami Curzio e aggiorna e prometto che, un giorno o l'altro, prima o poi, ti telefono... non appena avrò un momento libre... bacio!!!

LadyElizabeth: mi dispiace che il tuo infortunio persista, forza e coraggio... intanto, però, tiro un sospiro di sollievo perchè non devo scappare :D Per quanto riguarda la storia, non so ancora bene come fare: ho tante altre cose da scrivere, ma magari lo faccio in una nuova storia, una continuazione... chi lo sa, vedremo!

Lollapop: Bella lì, un commento lungo! Tra te e QueenLilly non so chi sia meglio XD Scherzo! In compenso, però, non sapevo che i capitoli avessero questo effetto su chi li leggeva... mi fa piacere, forse un po' meno a chi cade, però :P Abbi pazienza, James magari riuscirà a dire qualcosa di più a Jo ma, sai com'è fatto: è di poche parole... e poi Will poteva non entrare in scena? Povero caro, non lo nomino mai... (moooooolto sarcastica)

Ecco fatto, stavolta è stata lunga. Beueno, al prossimo capitolo allora! Adiòs a todos!!!
Monipotty


  
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