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Autore: rora02L    09/07/2015    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se Regina, invece di scagliare il sortilegio che tutti noi conosciamo, avesse deciso di rovinare la vita alla figlia di Biancaneve ed il principe, togliendole il lieto fine ?Non ho copiato nessuno, anche se questa idea è già stata usata. Mi ispirerò a Il lago dei cigni, un misto tra la versione originale e quella del cartone.
Dal testo :
Una domanda le affiorò nella mente e chiese al re: “Padre … come si fa a capire quando si è innamorati ?” James sobbalzò, stupito dalla domanda. Le sorrise: “Quando si è innamorati, si pensa sempre all’altro. Si desidera passare tanto tempo con l’altra persona, rivederla e scambiarsi i propri pensieri. Si desidera la compagnia dell’altro ed il suo affetto.” Emma pensò che non avrebbe mai più potuto vedere quel bambino e sospirò: “Temo di essere innamorata, padre. Ma lui … non è un principe. L’ho incontrato mentre rubava del cibo, ma non è cattivo ! Lui … credo … di essermi innamorata di lui, padre.” Il buon re le sorrise, era contento che la figlia le avesse rivelato la verità. La rassicurò: “Bambina mia, ricordi cosa dicevo sempre a tua madre ?" La piccola annuì: “Che l’avresti sempre trovata.”
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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12. Desideri e paure.



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Merlino portò il principe ed il pirata ad una grotta in cui era nascosta da un incantesimo una porta. Era di un legno chiaro, decorata con dolciumi natalizi e stelle d’oro.
Il mago sorrise guardandola e si voltò verso gli altri due, con l’indice della mano destra puntato in alto: “Ascoltate attentamente ! Stiamo per entrare in una terra dalle leggi molto diverse dalla nostra. Per entrarvi, bisogna superare una prova, diversa per ognuno. Io, in passato, sono già stato in questa terra, dunque vi entrerò senza problemi. Se uno di voi non riuscirà a superare la prova entro un’ora, verremo tutti riportati in questa grotta e vi sarà impossibile riprovare a varcare questa porta.”
I due annuirono, nervosi ma determinati. Merlino allora continuò la sua spiegazione: “Verrete messi davanti ai vostri più grandi desideri e alle vostre più terribili paure. Se riuscirete a superare la prova, ci vedremo dall’altra parte … - aprì la porta con un gesto della mano, spalancandola – Vi auguro buona fortuna !”
Varcò la soglia senza problemi, scomparendo in una specie di lamina nera gelatinosa. I due uomini, rimasti soli, si guardarono. Neal allora prese la parola: “Insieme.”
Con tutto il coraggio che disponevano, chiusero gli occhi ed attraversarono la porta, diretti verso l’ignoto.

~

Emma sfogliava il libro ed ad ogni pagina aumentava la foga con cui lo consultava, tanto che Henry dovette chiederle di trattare meglio le pagine.
“Taci !” sbottò la bionda, inviperita, spaventando così il ragazzo. Non appena la principessa si rese conto di aver avuto una reazione esagerata, si scusò con il giovane: “S-scusa, ragazzino … a volte, io … non riesco a controllarmi ancora, perdonami. Non volevo risponderti male.”
Lui annuì, perdonandola. In fondo sapeva che non era cattiva, ma l’oscurità che si celava dentro di lei stava man mano prendendo il sopravvento, insieme alla paura di non trovare un rimedio alla sua condizione.
Nel libro, veniva raccontata proprio la sua storia, insieme ad altre: dal giorno in cui nacque al momento in cui aveva lasciato Neal e Killian nella terra di Merlino. Rivide nelle immagini del libro i volti dei due uomini e si fece malinconica: sapeva che non gli avrebbe mai più rivisti. Henry, vedendola triste, cercò di tirarle su il morale: “Forse non serve far scomparire la magia cattiva. Se riuscissimo a distribuirla in tanti, piccoli frammenti, allora non sarebbe più così pericolosa.”
Emma alzò il volto dalle pagine del libro, sorridendogli e arruffandogli i capelli: “Non è una idea così malvagia, ragazzino … il problema è che non ho idea di come fare. Insomma, credo ci voglia l’aiuto di un grande mago per riuscirci … e non è giusto che degli innocenti paghino al posto mio.”
Il ragazzo la guardò dritto negli occhi e disse serio: “Ma anche tu sei innocente. Non è giusto che nemmeno tu debba essere punita in questo modo.”
La principessa sorrise nuovamente, quel ragazzo era così gentile con lei. Ogni tanto gli chiedeva di Regina, perché le suonava strano sapere che quella strega malvagia avesse adottato un bambino senza alcuno scopo losco, ma solo per la necessità di sentirsi amata e di amare. Si disse che, se c’era possibilità di redenzione per un cuore cupo come quello della regina cattiva, forse c’era qualche speranza anche per il suo, attanagliato sempre di più dalle forze del male.
Chiuse il libro e lo consegnò ad Henry, per poi alzarsi e stiracchiare le braccia, esclamando: “Vuoi fare un giro in volo, ragazzino ?”
Henry si illuminò ed annuì più e più volte: “Sì sì, ti prego !” La bionda sorrise, ben sapendo quanto Henry si divertiva a volare. Trasformò il giovane in un cigno candido, per poi tramutarsi lei stessa in un cigno nero e volarono insieme verso il tramonto.

~

Killian si guardò introno, incredulo: era nella sala da ballo del re James e della regina Biancaneve. Lo avrebbe riconosciuto tra mille. Ma non era come lo aveva lasciato, ma come lo aveva visto la prima volta in cui si era intrufolato nel castello.
La musica riecheggiava soave, le dame parlottavano e ballavano con i loro cavalieri, le luci dei candelabri illuminavano la sala e tutti avevano un’aria tranquilla e felice, in special modo il re e la regina. Il pirata notò che non portava più i suoi soliti abiti, ma un completo da vero gentiluomo che gli dava un’aria distinta e regale.
“Killian, eccoti !” Si sentì chiamare da una voce che conosceva fin troppo bene e si voltò di scatto.
Vide la sua Emma vestita con uno splendido abito rosso, con i capelli raccolti e gli occhi azzurri luminosi. Si avvicinò a lei a grandi passi, per poi darle un appassionato bacio, dimenticandosi di essere in pubblico.
Appena staccò le labbra da lei, le disse in un sussurro: “Emma, sei stupenda … mi sei mancata così tanto.”
Lei arrossì ed esclamò: “Cavolo Killian, sarò stata via dieci minuti … mamma e papà hanno detto che vogliono annunciare il nostro fidanzamento allo scoccare della mezza notte e che vogliono anche un breve discorso da te.”
Gli fece un occhiolino e lo prese a braccetto, per portarlo verso il centro della pista.
Si accorse di anche di aver riacquistato la mano sinistra e ne fu entusiasta.
Quello sembrava un sogno divenuto realtà. Iniziarono a ballare, sorridendo felici. Era tutto così perfetto.
Ma dentro di sé sapeva che quella non era la realtà, ma una mera illusione. Guardò un’ultima volta i bellissimi occhi di Emma ed il suo volto sorridente.
Poi la baciò dolcemente e sussurrò tristemente: “Tutto questo non è reale.”

~

Neal si ritrovò in un cimitero, ricolmo di lapidi e d’odore di morte. Indossava un abito nero da lutto e davanti a sé vi erano tre bare. Una era bianca, l’altra nera e l’ultima ancora rossa. Le guardò per qualche istante, chiedendosi di chi fossero. I coperchi delle tre bare si aprirono, rivelando i corpi di sua madre, sua sorella e suo padre.
Al petto reggevano con entrambe le mani una rosa dello stesso colore della rispettiva bara.
Il principe si avvicinò circospetto al corpo della sorella, vestita con un abito di piume nere. Vide il suo volto pallido e privo di vita e le accarezzò il palmo di una mano. Lo sconforto ed il dolore si impossessarono di lui ed iniziò a piangere come un bambino. Si sentiva perso, proprio come quando Regina gli aveva detto che la sua famiglia era stata distrutta.
Si inginocchiò a terra, piangendo disperatamente. “Perché piangete in questo modo, principe Neal ?”
Quelle parole lo gelarono, facendogli provare un brivido freddo di terrore. Aveva riconosciuto subito quella voce, ma non ci voleva credere.
Si costrinse a voltarsi, trovando davanti a sé la regina cattiva, vestita di tutto punto con un bellissimo abito nero ed i capelli raccolti in una lunga coda scura. La donna gli sorrise e allungò una mano verso di lui: “Rialzati, caro. Non ricordi più il piacere che provasti nello strappare il cuore di tuo madre, nel trapassare il corpo di tuo padre e nell’ammazzare tua sorella ?”
Neal sgranò gli occhi incredulo e scosse la testa, incapace di realizzare cosa stava accadendo. Regina sorrise compiaciuta e indicò le mani del moro: grondavano sangue. Il principe scoppiò in un urlo di terrore e disgusto, cercando invano di levarsi quel sangue dalle mani. Ma più ci provava, più il sangue aumentava. Iniziò ad avere il fiato corto e la testa gli girava sempre più. Regina rimaneva ferma davanti a lui e rideva malvagiamente della sua miserabile condizione.
Cadde a terra, tra il fango nero ed il sangue. In un attimo di lucidità, ricordò le parole che sua sorella gli aveva detto quando era sotto il controllo della regina cattiva.
“Zitto ! Non ho idea di cosa quella strega schifosa ti abbia fatto, ma ti farò rinsavire, dovesse costarmi la vita.”
Quelle parole lo svegliarono da quello stato d’impotenza e lo fecero rialzare.
Emma non avrebbe mollato. Nonostante tutto, mia sorella non mi ha mai abbandonato e non ha mai perso la speranza. Ora che ha bisogno di me, come potrei voltarle le spalle ?
Il suo sguardo si fece determinato e si pulì il viso con il dorso della mano. Si alzò deciso e a grandi passi si avvicinò a Regina, fino ad arrivare a pochi centimetri dal suo volto. “Non sei reale !” gridò, chiudendo gli occhi.
~
“Ehi, Neal ! Riprenditi, amico !”
Il principe aprì appena gli occhi, vedendo così la figura di Uncino davanti a lui. Il pirata gli sorrise ed esclamò: “Ci siamo, principino. Tra poco riabbraccerai i tuoi genitori. E li riporteremo da Emma.”
Neal allora aprì del tutto gli occhi: intorno a sé il paesaggio era ricoperto di bianco e si sentiva odore di zucchero a velo e liquirizia. Ridacchiò ed annuì, mentre riprendeva i sensi e cercava di rialzarsi, con l’aiuto del pirata. Merlino tossicchiò per prendere la loro attenzione: “Allora, prima di iniziare devo chiedervi una cosa che potrebbe facilitare la nostra ricerca … avete un oggetto appartenuto alla regina o al re ?”
Neal annuì ed estrasse dal fodero la spada appartenuta a suo padre. Il mago esclamò: “Ottimo ottimo !” Fece poi un gesto della mano e la valigia che il principe aveva portato si aprì. Vi ficcò dentro la testa, cercando tra le sue cose: “Dunque dunque, dove l’ho messa … ? Ah, eccola qua ... !”
Con fatica estrasse una fialetta con dentro uno strano liquido azzurro. La aprì e ne versò il contenuto sulla spada, che iniziò a fluttuare per aria. Merlino schioccò le dita e la valigia si richiuse, materializzandosi in mano a Neal: “In marcia !”
La spada iniziò a muoversi verso un bosco d’alberi di liquirizia ed i tre la seguirono. Il principe ed il pirata rimasero meravigliati da quel luogo incantato, in cui ogni cosa era fatta di zucchero e gli animali erano dei giocattoli: insetti di legno, uccellini giocattolo e tanti altri. Merlino camminava perfettamente a suo agio in quel luogo, mentre gli altri due guardavano tutto con la bocca aperta, meravigliati e sconcertati.
Arrivarono ad una stradina bianca, con confetti al posto dei sassolini soliti, che portava ad un castello bianco dalle cupole azzurre. Merlino si fermò di botto, esclamando: “Temo che avremo un problemino. La spada punta dritto verso il castello di re Topo.”
Killian rise divertito, commentando: “Re Topo ? Quale re ha un simile nome ?” Merlino roteò gli occhi, si aspettava proprio quel tipo di reazione del pirata: “Re Topo è molto potente in questo paese … e si chiama così per un motivo. O meglio, noi umani lo chiamiamo così, dato che lui è davvero un topo.” Neal e Killian sgranarono gli occhi, stupiti dalla rivelazione del mago.
In che razza di paese erano finiti, se i topi erano dei reali ?

~

Emma sgranò gli occhi, terrorizzata per quello che aveva fatto: aveva appena ferito Henry.
Il ragazzo era sbucato alle sue spalle per farle uno scherzo e lei non aveva capito che si trattava di lui. Essendo l’Oscuro, aveva molti nemici e già una volta un brigante aveva deciso di attaccarla per prendersi i suoi poteri, fallendo miseramente: lo aveva trasformato in un ratto.
Ma Henry le era saltato addosso senza preavviso e lei si era voltata di scatto, colpendolo con la sua magia. Per fortuna, il corpo aveva lasciato solo un graffio sul sopracciglio destro, che gocciolava lentamente sotto lo sguardo di Emma, che aveva la bocca aperta e scuoteva il capo sconvolta. “Henry, i-io … m-mi dispiace, non volevo …”
Il ragazzino le sorrise tranquillo, avvicinandosi a lei con le braccia aperte: “Tranquilla, è solo un graffio …”
La bionda scosse la testa e con le lacrime agli occhi sbottò: “No ! Questa volta è solo un graffio … ma se ti avessi colpito ? Non posso correre questo rischio … - abbassò il capo, sconfitta- Addio, ragazzino. Questa volta sul serio.” Svanì davanti agli occhi di Henry, in un nube nera.
Si ritrovò davanti al palazzo di Tremotino, ormai abbandonato e ridotto ad un rudere.
Belle, Robin Hood ed il resto dell’allegra brigata lo avevano fatto diventare il loro covo di riserva e vi avevano lasciato gli oggetti magici del defunto, non essendo in grado di gestirli né di distruggerli. La bruna poi era molto affezionata a quel luogo e nel giardino della villa c’era ancora la tomba di Tremotino.
Emma guardò con i suoi occhi scuri la lapide che Belle aveva composto per lui: una croce con due pezzi di legno e una tazzina scheggiata davanti ad essa. “Scusami …” sussurrò la bionda davanti a quella tomba rudimentale. Le dispiaceva davvero per averlo ucciso, nonostante lui fosse divenuto malvagio di sua spontanea volontà.
Ma perché cerco di giustificarmi ? Nessuno mi ha costretto ad ucciderlo … ho deciso io di farlo, ho scelto io di puntargli il pugnale addosso. Ed ora, ne pagherò le conseguenze.
“Ferma !” Sentì una voce femminile e familiare urlarle contro e si voltò lentamente, per nulla spaventata. Vide Belle vestita come uno dei ladri della compagnia di Robin, le puntava addosso una freccia con l’arco appartenuto ad il suo amato. Il suo sguardo era fermo e cercava di identificare Emma, che intanto aveva alzato le mani in segno di resa.
La bruna, dopo un momento di smarrimento, la riconobbe ed esclamò: “Emma … sei tu ? Che cosa … che cosa ti è capitato ?” Abbassò subito l’arco e le corse incontro per abbracciarla. La principessa sgranò gli occhi.
Aveva immaginato spesso cosa sarebbe accaduto se avesse incontrato Belle: probabilmente le avrebbe detto che era una assassina e avrebbe voluto vendicare il suo amore perduto. Invece la bruna non aveva alcuna intenzione ostile verso di lei, nonostante fosse stata la sua mano a puntare il pugnale contro Tremotino.
Quando la bruna si staccò da lei, la principessa le chiese con voce tremante: “P-perché n-non tenti d-di uc-cidermi ? Ho … h-ho ammazzato io Tremotino !”
I suoi occhi tornarono in lacrime, ricordando sia cosa aveva fatto a quell’uomo sia la ferita che aveva inferto al povero Henry, l’unico ragazzino che l’aveva accettata per quello che era, senza paura né riserve.
Belle scosse la testa: “Io non sono come Regina, non cerco la vendetta. E non sarebbe nemmeno colpa tua. T-Tremotino … - disse quel nome con fatica – aveva scelto di sacrificarsi per proteggere me. La regina ormai sapeva dei nostri sentimenti e mi avrebbe usata per controllarlo. Voleva salvarmi, proteggermi. E per lui, essere l’Oscuro, era ormai un fardello troppo pesante. Il suo unico rammarico … credo sia stato di non aver trovato suo figlio Bealfire.”
La bionda sobbalzò sorpresa, non si aspettava che il suo predecessore avesse un figlio disperso. Forse era per lui che aveva fatto tutte quelle opere malvagie, per ritrovarlo. Emma si fece raccontare dall’amica cosa era accaduto nel periodo in cui si era rifugiata al lago.
La giovane le raccontò che si era unita al gruppo di Robin Hood, diventandone il capo quando il principe dei ladri era divenuto padre ed in seguito vedovo. Sua moglie Miriam era morta durante il parto, non avendo potuto avere un medico al suo capezzale.
Robin ne era rimasto devastato ed aveva deciso di dedicarsi totalmente al figlio Roland, di appena qualche mese. Aveva nominato Belle come leader sostitutivo, con grande sorpresa di tutti. Ma la ragazza si era rivelata una ottima stratega, grazie alle conoscenze che aveva accumulato negli anni con la lettura ed anche alle esperienze con Tremotino. Il loro nuovo scopo era quello di deporre Regina e nominare nuovo re il legittimo erede al trono: il principe Neal.
Emma non era più una possibile regina, dato che era divenuta l’Oscuro. La principessa era rimasta ad ascoltare il racconto in silenzio, con il capo chino e la mascella serrata. Quando la bruna finì, le chiese a denti stretti e con voce carica di rabbia: “Siete riusciti a tagliare la testa a quella serpe di Regina ?”
Belle sobbalzò a quella domanda, soprattutto perché non aveva mai visto così tanto odio negli occhi della bionda e le ricordò moltissimo ciò che accadeva a Tremotino quando perdeva il controllo e le sue pulsioni più oscure uscivano allo scoperto. Le rispose in soggezione: “No … ma noi … non vogliamo uccidere nessuno, non siamo assassini !”
Emma annuì e rispose solennemente: “Voi no. Ma io sì. E qualcuno deve fermare Regina, ad ogni costo.”
Anche se significa lasciare Henry orfano ancora una volta … ma quella donna non potrebbe mai dargli una vera famiglia. Mai. Lei sa solo distruggerle, le famiglie. E portarti via ogni cosa, per un suo semplice capriccio.
Deve essere fermata.
Mi sono già sporcata le mani, rifarlo non sarà un problema … soprattutto se si tratta di quella ... orrida donna !

Emma aveva preso la sua decisione e a nulla servirono i tentativi di Belle di farla rinsavire e di farle capire che quella non era la soluzione giusta. “C’è sempre un altro modo !” esclamò, ricordando quelle parole che il suo amato pronunciava spesso.
Ma Emma scosse la testa: “Non questa volta.” Le piume del suo vestito iniziarono a gonfiarsi, fino ad esplodere in un turbinio che costrinse la bruna a coprirsi il volto con le braccia. Quando le abbassò, di Emma non c’era traccia.
Si chiese quanto dovesse temere quelle parole pronunciate con tanto rancore dal nuovo Signore Oscuro. Emma era davvero capace di uccidere ancora ? Davvero la malvagità stava ormai prendendo tutto ciò che c’era di buon in lei ? E che cosa poteva fare per evitare che la principessa si perdesse per sempre nell’oscurità ?
Decise di tornare all’accampamento di Robin, i saluti a Tremotino li avrebbe fatti in un altro momento. Non c’era tempo da perdere. Chiamò a rapporto Will Scarlett, Robin Hood con Roland neonato e Little John.
Raccontò ai tre cosa aveva visto e sentito, facendogli capire che c’era una grave minaccia. Will alzò le spalle e disse non curante: “Non vedo dove sia il problema. Se l’Oscura ammazza Regina, potremo porre fine alla sua tirannia senza nemmeno sporcarci le mani, farà tutto lei. Ormai la sua anima è condannata alla tenebre, quindi … non c’è niente che possiamo fare per salvarla.” Little John annuì alle parole del giovane, con aria solenne e rassegnata, mentre Robin cullava ancora Roland e cercava di pensare lucidamente.
Belle scoppiò di rabbia e sbatté un pugno sul tavolo davanti a cui si erano radunati: “Ma non capite ?! Se l’oscurità prenderà totalmente il possesso della principessa, avremo un nemico ancora più pericoloso da fronteggiare ! Tremotino era rimasto ugualmente lucido ed una parte di lui amava ancora … - ricordò i momenti passati con lui e quella dichiarazione d’amore così sincera – io lo so bene. Ma ciò che ho visto nello sguardo di Emma … era puro odio ! I suoi occhi erano neri di malvagità ! Se non fermiamo il processo, lei si trasformerà del tutto nell’Oscura ed allora Regina ci sembrerà niente in confronto !"
Gli altri tre dovettero ammettere che un Signore Oscuro fuori controllo e così potente sarebbe stato una grave minaccia.
Will parlò per primo: “Cosa possiamo fare allora ? Qualcuno ha qualche idea … ? Io no … anche perché non ne so molto di magia.” Si grattò la nuca, a disagio. Robin esclamò rivolto verso Belle: “Forse dovremmo riportare ad Emma la sua anima gemella ! Hai detto che Tremotino sapeva ancora amare, ma solo perché c’eri tu al suo fianco. Se Killian Jones tornasse da Emma, forse lei si calmerebbe …”
L’idea non era sicura al cento per cento, ma era pur sempre meglio di niente e stare con le mani in mano non era proprio da Belle. La giovane appoggiò i palmi delle mani al legno e sospirò: “Sempre che lei voglia lasciarsi avvicinare da lui … probabilmente si è nascosta in qualche luogo che reputa sicuro, fuori dalla portata del resto delle persone. E si crede una minaccia, una assassina senza pietà e senza alcuna possibilità di redenzione … Dobbiamo trovarla.” Annuirono anche gli altri membri della compagnia, pronti ad una nuova avventura.
Si erano tutti affezionati alla giovane brunetta e la ragazza aveva da subito dimostrato di essere degna del ruolo di leader sostitutivo, consultandosi ugualmente con Robin, ma lasciandolo da parte nel momento dell’azione. Seguirono così la ragazza dentro il castello di Tremotino, dove ancora era nascosto lo specchio dai poteri magici. Belle sapeva che era l’unico modo con cui avrebbero potuto scoprire dove si nascondeva Emma, ma aveva molta paura ad usarlo.
Aveva assistito alla scena in cui Uncino e la principessa stavano per essere risucchiati dentro lo specchio e non voleva assolutamente fare la loro stessa fine. Così istruì i suoi amici affinché, in caso di bisogno, intervenissero. “Non guardate mai dentro lo specchio, chiaro ?” raccomandò loro, prima di togliere il telo blu che copriva il vetro magico.  Belle fece un respiro profondo, chiuse gli occhi e si concentrò su Emma. Li riaprì piano, un po’ timorosa, ma vide che nello specchio era apparsa una nube scura, che vorticava vertiginosamente, finché non rimase che l’immagine di Emma.
Era nella residenza estiva della sua famiglia e guardava l’arredamento impolverato e dimenticato con un velo di malinconia nello sguardo cupo. La principessa aveva deciso di recarsi lì perché sperava di non venir trovata da nessuno e anche perché quel luogo era pieno di bei ricordi estivi. Ricordava quando da piccola si allenava con la spada e l’arco, seguita dai suoi genitori. Ed anche quando giocava con Neal ai cavalieri o con l’aquilone. Aveva avuto una infanzia dura per certi aspetti, ma felice. Perché si sentiva davvero amata dalla sua famiglia. Guardò poi un ritratto che ritraeva i quattro reali, insieme e sorridenti.
Un moto di rabbia e tristezza si impadronì di lei, tanto che lanciò contro una finestra lì vicina una palla infuocata, deviando il colpo per non distruggere quel così bel dipinto. Si accasciò sul pavimento e pianse. Quello spettacolo fu più che eloquente per Belle, che sapeva cosa significava essere strappati via dalla propria famiglia e dalla vita che si aveva. Solo che la sua permanenza con Tremotino non era  nemmeno paragonabile allo stato in cui era Emma. Raccontò ai suoi uomini ciò che aveva visto, raggruppando un ristretto numero di persone per andare da Emma ed aiutarla, mentre un altro gruppo ancora sarebbe rimasto nei pressi del palazzo di Tremotino, aspettando il ritorno di Uncino.
Belle e Will partirono, lasciando l’accampamento alle cure di Little John, Fra Tac e Robin. Non potevano rischiare che il processo avanzasse prima del ritorno del pirata. Potrebbe già essere tardi …



Angolo autrice:
Mmh ... forse anche questo cpaitolo è un po' breve, ma mi serve da introduzione al prossimo.
Vi è piaciuto ? Io ho trovato bella la parte in cui il principe Neal affronta il suo passato e le sue più profonde paure.
Per chi ancora non lo ha letto, Merlino, Neal e Killian sono nel mondo de Lo Schiaccianoci, altro balletto famosissimo insieme a Il lago dei cigni.
Cosa accadrà nel prossimo capitolo ? Cosa farà Emma ? Tenterà davvero di uccidere Regina o Belle riuscirà a convincerla d non farlo ?
Riusciranno Killian, Merlino e Neal a liberare Bianca e James ?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo !
Per critiche, consigli, chiarimenti ed altro ... io sono qua ed una recensione in più non mi dispiacerebbe XD
A presto !
La vostra Rora-chan

 
  
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