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Autore: lexismoak    09/07/2015    2 recensioni
3x23. È la mattina successiva all’attacco biologico di Starling, prima che Oliver e Felicity partano per il loro viaggio on the road. Dopo aver passato la notte insieme, Oliver si risveglia trovando conforto fra le braccia di Felicity dopo un incubo particolare. Traduzione, seguito di “Come home with me”.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Olicity on the road trip'
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La luce del sole filtrò nella camera di Felicity attraverso un piccolo varco tra le tende, facendo si che Oliver si coprisse automaticamente gli occhi con la mano. Si girò su un fianco, sentendo il sole sulla sua schiena nuda, e anche adesso, si crogiolò del fatto che Felicity fosse poggiata al suo petto. Poteva sentire il bacio morbido del respiro di lei sulla propria pelle, il più piccolo cambiamento del suo corpo mentre si muoveva durante il sonno, mentre era aggrovigliata a lui, ribadendo come quello non fosse un sogno. Non era più una fantasia lontana e tortuosa che aveva tenuto nella sua mente per mesi. In quel momento, quella situazione era reale. Lei era reale.
Lei era lì, con lui, e Oliver pensò che era meglio mantenere quella cosa. La presenza di lei accanto a lui, anche se era addormentata, era abbastanza per aiutarlo ad allontanare il sogno da cui era appena emerso, e strinse la sua presa su Felicity; non riuscì a trattenersi dal premere un bacio sulla fronte di lei. Immediatamente, però, si sentì male quando lei cominciò ad agitarsi al tocco delle sue labbra. Lui guardò le sue palpebre che cominciarono a tremolare, una mano che ancora toccava i suoi capelli.
Felicity sbadigliò “Buongiorno” disse, sorridendo assonnata, con gli occhi semiaperti mentre con la mano accarezzava la guancia di lui.
“Scusa” lui disse. “Non volevo svegliarti”
“Va tutto bene” Felicity inclinò la testa di lato, guardandolo calorosamente “stavo avendo un bel sogno”.
Oliver provò a sorridere, sperando che il malessere generato dal suo incubo non fosse visibile sul suo volto. “Davvero? Che succedeva?”
“Beh, dopo che sostanzialmente tu mi hai chiesto di correre via con te di fronte a tutti – inclusi i nostri ex – noi torniamo nel mio appartamento e facciamo sesso nel ripiano della mia cucina perché tu non sapevi dove fosse la mia camera.”
Scuotendo la testa, lui non poté fare a meno di ridacchiare. Gli era mancato questo – gli era mancata lei, tantissimo. “era un sogno vivido?” lui chiese con leggerezza, e le sue parole fecero si che il sorriso di lei diventasse più grande.
“Mmm” lei mormorò, facendo scorrere il pollice giù verso la mascella di lui, e lui chiuse gli occhi al suo tocco.
“Molto. In effetti, se non ne sapessi di più, direi che potrebbe essere realmente accaduto.”
Un secondo dopo, lui sentì le labbra di lei sulle proprie. Oliver accolse con favore la distrazione del suo bacio, ma, comunque, la sua mente ancora una volta stava rievocando le immagini del suo sogno. Anche Felicity sembrò accorgersi di questo, perché quando si staccò dalle labbra di lui, il suo sorriso era svanito un po’.
“Stai bene?”
Passarono alcuni secondi buoni prima che lui rispose. “Si”.
“Hai dei ripensamenti?” chiese Felicity, e il suo tono era accuratamente leggero, il sorriso era ancora fisso sulle sue labbra come se quella fosse una domanda senza alcuna importanza, ma gli occhi dicevano il contrario. “Non che potrei biasimarti se tu li hai – voglio dire, eravamo entrambi privi di sonno e stanchi e ti hanno sparato diverse volte e io in qualche modo sono stata capace di fare qualcosa di ancora più spaventoso di saltare da un aeroplano quando ho indossato il costume di ATOM, perciò posso capirti se tu – “
“Felicity” Oliver la interruppe “credimi, volevo dire quello che ho detto. Ti amo, e io ancora voglio … correre via con te.”si chinò, facendo scorrere la sua mano lungo il polso di lei fino a raggiungere la sua mano, e lei la strinse in risposta, rilasciando un lungo respiro, che probabilmente non sapeva neanche di star trattenendo, per il sollievo.
“Bene” lei disse, “perché non sono sicura di cosa potrei fare se ti lasciassi andare di nuovo”.
“Questo non accadrà” lui le assicurò, chinandosi per baciare il suo naso, e il peso che aveva sul cuore si alleggerì un po’ quando lei rise al suo gesto. E poi, anche se non fu certo del motivo, decise di aprirsi con lei e dirle del sogno. “Io … ho avuto un brutto sogno, in realtà”.
“A proposito di cosa?” lei sembrò preoccupata, i suoi bellissimi occhi erano interessati e pieni di preoccupazione ed amore, molto di più di quello che Oliver pensava di meritare. “Oliver?”
 “Quando io … sono entrato a far parte della lega, Ra’s mi ha dato questa – droga”.
Felicity sospirò. “Lo so. Nyssa ci ha detto che la usa per fare il lavaggio del cervello. Mi domando perché non ha avuto effetto su di te, in realtà”.
“Ha avuto effetto su di me. Gravemente. Mi imprigionarono in una stanza vuota da solo per giorni, incatenato al pavimento, ed è stato … Felicity, è stato letteralmente così essere rinchiuso dentro la mia stessa testa”.
Il suo volto si fece preoccupato. “Oh cielo, Oliver … “
“E poi … ho avuto delle allucinazioni, ma semplicemente sapevo che non erano vere”.
“Che cosa hai visto?” lei chiese dolcemente.
Spontaneamente, l’immagine di Diggle in ginocchio, incatenato, mentre insisteva di essere stato fatto prigioniero, tornò nella mente di Oliver.
“Ho visto Diggle” lui disse alla fine, rabbrividendo al ricordo. “Maseo me lo portato, dicendo che aveva provare ad entrare dentro Nanda Parbat per salvarmi. Ra’s dopo mi disse che avevo visto qualche tipo di … rappresentazione della mia coscienza, e immagino che la persona che .. “ si fermò, incapace di completare la frase, e Felicity si spostò un po’ contro il cuscino, mentre con il braccio circondò la vita nuda di lui.
Il tocco di lei lo calmò, rendendo più facile per lui continuare a parlare. “Ra’s disse che era mio compito risolvere il problema, e sapevo che voleva dire che avrei dovuto ucciderlo. Ma sapevo, anche, che c’era una possibilità che quello non fosse Diggle. Così dissi .. dissi che non avrei ucciso un uomo disarmato”.
“Così avresti potuto capire se era veramente John” disse Felicity annuendo. “Ha senso.”
 “Già. Era ovvio dal modo in cui lui teneva la spada che non era Diggle” Oliver continuò, “ma comunque sia, io … l’ho ucciso. Sapevo che era un test di Ra’s e che avrei guadagnato la sua fiducia facendolo, e così l’ho fatto. Ma adesso, Felicity, ogni volta che chiudo i miei occhi, tutto quello a cui riesco a pensare è … il fatto di aver ucciso quest’uomo, chiunque lui fosse, a sangue freddo.”
 “Non è stato a sangue freddo,” lei ragionò. “Tecnicamente, lui era armato”.
Oliver chiuse gli occhi, scuotendo la testa. “L’ho comunque ucciso, però. E io non so il motivo – non sembrava così male in quel momento perché pensavo di non poter continuare a vivere e quindi fare i conti con la mia coscienza sporca.”
“A causa di tutta la faccenda di te che avevi pianificato di morire.” lui capì che le spalle di lei si irrigidirono mentre diceva quelle parole.
“Già” e fu quello il momento in cui lui realizzò che gli si era formato un nodo alla gola, e le sue parole successive uscirono ancora più esitanti di quelle di prima. “E dopo realizzai di quanto avessi ferito Diggle con quello che ho fatto a Lyla – a Sara – e una parte di me si domanda se sono cattivo tanto quanto Ra’s”.
“No” disse lei fermamente. “Tu non hai niente di simile a lui. E sono felice che sia morto. Non mi interessa se dire queste cose ad alta voce mi rende una brutta persona -“
“Non c’è nulla al mondo che potrebbe renderti una brutta persona” Oliver disse automaticamente.
“E io ti amo per aver detto questo” lei rispose, con un principio di sorriso sulle labbra “ma hai bisogno di capire che io penso esattamente la stessa cosa di te.”
Ci vollero alcuni secondi per rendersi conto delle parole che si erano detti, e a giudicare dallo sguardo sul volto di lei, l’incredulità di lui era evidente.
“Dav… Davvero?”
“Hai fatto degli sbagli”disse lei spostandosi leggermente, muovendosi in modo tale che la sua gamba fosse avvolta attorno quella di lui e la testa comoda sul suo petto. “Dio solo sa che ci sono molte cose che tu avresti potuto fare diversamente. Ma so che niente di quello che tu hai fatto – niente – è stato fatto da una brutta persona. Ogni cosa l’hai fatto con buone intenzioni, per provare a salvare la città. Per salvare noi”.
“Diggle non la vede in questo modo.”
“Ha solo bisogno di tempo”, lei disse. Oliver non sembrò convinto, così aggiunse “Veramente. So che alla fine lui ti perdonerà.”
“Sai, aveva detto a Maseo di stare con Sara, fino a che lui non vi ha sentito entrare” lui disse. “Se questo può valere qualcosa”.
Quasi distrattamente, lei disegnò lenti cerchi attorno al tatuaggio della Bratva sul petto di lui. I movimenti erano lenti come le sue parole, e lui le mise una mano sulla schiena in risposta mentre lei parlò ancora.  “Non l’avevi mai detto”.
“Ancora non giustifica quello che ho fatto”.
 “Vuoi il mio consiglio?” disse Felicity. Lui annuì. “Se vuoi che John ti perdoni .. tu dovresti provare prima a perdonare te stesso.”
E improvvisamente, fu come se loro fossero tornati ancora una volta nell’ufficio di Felicity alla Palmer Technologies, con lei che gli portava il caffè e gli diceva di combattere per vivere il suo sogno, non per morire. Arrivati a quel punto, lui dovrebbe essersi abituato a lei, ma ogni volta rimaneva stupito della capacità di lei di dirgli esattamente la cosa giusta ogni volta.
“Ti amo” lui sussurrò, e la baciò sulla fronte, amando la luminosità del sorriso di lei mentre lo guardava.
“Lo so,” lei rispose allegramente, ed entrambi risero nello stesso momento. Lei si abbassò su di lui, apparentemente senza rendersi conto che i suoi seni nudi erano schiacciati contro il corpo di lui durante il movimento, mentre cercava il suo telefono, che lui capì era da qualche parte sul pavimento. Alla fine, lei lo trovò e lo raccolse, rimettendosi nella posizione in cui era prima, appoggiandosi ai cuscini con la testa poggiata alla spalla di lui. “Oh merda. Mia madre mi ha provato a chiamare tutta la notte”.
Oliver diede uno sguardo allo schermo. “diciotto chiamate perse”.
“e sette messaggi” Felicity aggiunse. “Mia madre non ha mai imparato come scrivere messaggi”.
“Probabilmente ha sentito dell’arma biologica al notiziario.”
“L’ultima volta che ha sentito di qualcosa al notiziario, ha preso un aereo” lei disse, sembrando preoccupata, e Oliver poteva già sentire il segnale di linea.
Per fortuna, uno sguardo di sollievo apparve sul volto di lei quasi immediatamente. “Pronto mamma” lei disse, e quando lui sentì la risposta stridula della madre (in quel momento capì perché Felicity parlava così veloce), si allontanò da lei un po’, permettendole un po’ di privacy se lei l’avesse voluta. Ma Felicity scosse la testa, con un vago sorriso sulle labbra, tornado verso di lui e nascondendo il viso sulla spalla di lui. “Si, scusa se non ho risposto alle tue chiamate. Sono stata un po’ … occupata la notte scorsa” lei disse, chiaramente lottando per trovare le parole giuste, e lo sguardo quasi malizioso che lei gli rivolse mentre lo diceva fece accelerare i battiti del cuore di lui.
Lui abbassò la testa per baciarle il collo, deliziandosi della risatina che scappò dalle labbra di lei mentre parlava “La polizia si è occupata di tutto, veramente. No, non ho bisogno di andare all’ospedale. Ti prometto che sto bene. Che cosa?” lei scoppiò a ridere questa volta. “Si, Oliver sa che io lo amo”.
Sentendo queste parole, lui alzò la sguardo, guardandola con aria interrogative. Per qualche ragione, non gli era mai venuto in mente che lei avrebbe potuto parlare con sua madre di lui, ma questo lo fece sorridere comunque.
 “Oh, andiamo mamma – non ti sto dicendo quello“ lei disse, e lui capì che stava cercando di suonare infastidita anche se in realtà ancora stava sorridendo. Poi Felicity alzò gli occhi al cielo, scuotendo la testa per l’esasperazione.
“Certo. Come dici tu. Pancakes? Certo. Si. Ti voglio bene anche io”.
Lei riattaccò il telefono “Non avevo capito che tu avessi detto a tua madre di … noi”.
“Non l’ho fatto” lei ammise “l’ha capito da sola. Dice che lo ha capito dal primo momento che ti ha incontrato”.
“Ma mi ha letteralmente visto per, tipo .. “
“.. dieci secondi, si, lo so. In qualche modo, lei lo ha capito”
“Beh, è decisamente perspicace” lui mormorò.
“e decisamente sopravvaluta le mie abilità di fare qualcosa per colazione che non sia il caffè” aggiunse Felicity “Anche se tu sei il benvenuto se volessi provare a fare i pancakes”
Lui sorrise. “Potrei portarteli, in realtà. Ma non ricordo l’ultima volta che ho preparato la colazione per qualcuno” lui pensò per un momento. “o se l’ho mai fatto”.
“Stai bene?” lei chiese.
“Si” lui disse, e questo volta la risposta sembrò sincera. Lui sapeva di avere ancora molta strada da fare – segreti da dire, domande a cui rispondere, peccati da confessare. Ma sapeva anche lui aveva la donna che amava al suo fianco tutto il tempo, e quello era più che sufficiente per lui. “Si. Sto bene.”


Fonte:https://www.fanfiction.net/s/11304741/1/Sunlight
   
 
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