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Autore: ElisynaUchiha    09/07/2015    1 recensioni
Questa storia è una specie di esperimento, vi avverto.
Ruoterà tutto intorno alla musica, come si può intuire dal titolo.
Ogni capitolo sarà letteralmente basato su una canzone che aiuterà a capire meglio la storia.
"Due ragazzi con un passato difficile alle prese con la sfida più grande: superare i propri limiti e le proprie paure.
Ci riusciranno?"
Genere: Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Rieccomi:)
Buona lettura <3
 
Chapter VIII – Please don’t stop the rain.
 
Please don’t stop the rain – James Morrison
 
PLAY
 
Ero seduto nel mio ufficio che riflettevo.
Il nome sul cellulare era quello del Senatore Anderson, un uomo molto importante, cosa c’entrava con Penny? Perché lui la stava cercando?
Perché ero arrivato alla conclusione che qualcuno avesse messo di proposito il cellulare in tasca della ragazza e questo doveva avere a che fare anche con il fatto che lei non ne volesse uno suo personale. Perché ha paura di essere rintracciata.
Ma da chi? Dal Senatore? E perché? Cosa poteva mai aver fatto una ragazza come lei per essersi inimicata un uomo così importante?
Domande, domande, domande.
Qualsiasi cosa avesse fatto io l’avrei protetta.
Questo pensiero s’insinuò nella mia mente con una velocità e una leggerezza disarmanti.
Però per poterla aiutare dovevo sapere cosa stava succedendo.
Era evidente che lei non era una ragazza di strada qualsiasi, questo mi era stato chiaro fin da subito. Fin da quando lei è salita sulla mia macchina senza avere nessun tipo di reazione al lusso che potevo permettermi. Insomma, una ragazza povera e malandata avrebbe sgranato gli occhi e iniziato a osservare ogni particolare della macchina con stupore e riverenza. Lei no, non aveva avuto nessuna reazione. Come se tutto ciò fosse normale, come se ci fosse abituata.
Poi lo squillo del mio cellulare mi distrasse.
“Pronto?”
 
“Pronto?”
“Chris…” mi staccai un attimo dal telefono per cercare di calmare il respiro.
“Penny? Sei tu? Va tutto bene? Hai una voce strana.”
Mi schiarii la gola sperando che non capisse che stavo piangendo.
“Si, sto bene.”
“Hai preso un cellulare?”
“No, sono ad un telefono pubblico.”
“Dove sei? Sei sicura di stare bene?”
“Sisi. Lasciami parlare, per favore.” Presi un altro respiro profondo e cercai di cacciare indietro il singhiozzo che stava per nascere. “Non possiamo vederci questa settimana e forse neanche la prossima. Sono fuori città con la mia famiglia, siamo andati a trovare dei parenti. Ti faccio sapere quando torno, ok?”
“Ok. Sei sicura di stare bene?”
“Si, certo. Beh, ci sentiamo.”
Riagganciai il telefono che si trovava davanti all’edificio dove abitavo e rientrai nel mio appartamento. Chiusi la porta dietro di me e scivolai per terra lasciando che i singhiozzi si facessero più forti fino a togliermi il respiro.
Mi portai le mani davanti al volto, le lacrime libere di scendere mi stavano bagnando tutta la maglietta, lasciano dietro di loro scie rosse.
Me la tolsi con rabbia buttandola direttamente nella spazzatura. Non sarei comunque riuscita a levare tutto quel sangue.
Andai in bagno e, facendomi coraggio, mi guardai allo specchio.
Le gambe mi cedettero alla vista e precipitai per terra sbattendo le ginocchia. Aprì l’anta del mobiletto, presi del disinfettante e delle garze e incominciai a pulire quell’orrore.
Non fu un lavoro ben fatto a causa del forte tremore delle mie mani, delle lacrime che continuavano a scendere e dei singhiozzi che continuavano a farmi agitare.
A un certo punto mi arresi e, presa dalla rabbia, buttai tutto sul muro di fronte ed uscì diretta verso la cucina.
La casa era tutta a soqquadro per cui, dopo aver preso una buona quantità di ghiaccio e mi sedetti per terra, rannicchiandomi in un angolo della stanza, cercando di alleviare il dolore alla testa.
 
Provavo un forte dolore alla testa nel ripensare alla sua voce.
Qualcosa non andava e adesso era ancora più evidente.
Lei non stava bene, ed io dovevo fare qualcosa.
Ma cosa?
Digitai un numero sul cellulare.
“Ciao, sono Chris. Come va bello? Senti, dovresti farmi un favour. Mi potresti rintracciare un numero? Si, è di un telefono pubblico. Ok, si te lo mando. Grazie mille.”
Dopo mezz’ora ero davanti al luogo dal quale lei mi aveva chiamato.
Era un quartiere molto inquietante e sporco. Che ci faceva lei li? Osservai gli edifici e decisi di entrare in quello di fronte per cercare informazioni, quando una vecchia signora uscì dalla porta.
“Salve, signora. Ha per caso visto da queste parti una ragazza con i capelli scuri, gli occhi chiari, alta più o meno così e…”
“Oh, ma tu stai parlando di Penny.”
“Si, esatto! La conosce?”
“Abita nell’appartamento vicino al mio, il numero 14.”
“Grazie mille. Buona giornata.”
“A lei, giovanotto. Meno male che la stai andando a trovare. Stamattina deve esserle successo qualcosa di molto spiacevole.”
“Che cosa?” mi bloccai.
“Ho sentito le urla di alcuni uomini e dei rumori forti, come se stessero rompendo qualcosa, e poi la ragazzina che piangeva. Povera, piccola. Chissà cosa le è successo.” Scosse la testa.
“Non si preoccupi, adesso ci penso io.” Risposi sicuro e mi avviai verso l’appartamento numero 14.
Una volta arrivato incominciai a bussare.
“Penny!”
 
“Penny!!”
Una voce ovattata mi giungeva lontana e mi invogliava ad aprire gli occhi, ma le palpebre erano troppo pesanti.
 
I dont know where I crossed the line
Was it something that I said or didnt say this time?



Perché non rispondeva?
Ce l’aveva forse con me?
Ma che vado a pensare.
E se stesse male?
Ricominciai a bussare più forte.
 
And I dont know if its me or you
But I can see the skies are changing
No longer shades of blue

 
Perché non rispondeva?
 
Il mio corpo non rispondeva ai miei comandi.
Sentivo delle voci tutto intorno a me e delle mani che mi sfioravano.
Aprì gli occhi, ma fui costretta a richiuderli a causa della forte luce che proveniva dalla stanza. Stanza che sicuramente non era la mia.
Dov’ero?
Mio padre aveva mandato qualcuno a prendermi per finire il lavoro?
Immediatamente il panico s’impossessò della mia mente e cercai di pensare ad un modo per scappare, di andarmene, ma non riuscivo a muovermi bene, come se mi avessero drogato.
Oddio, mi avevano drogato.
“Stai tranquilla.” Una voce dolce e calma accompagnò una mano fresca che si posò sulla mia guancia.
Misi a fuoco ciò che avevo davanti e vidi una donna con un bellissimo sorriso con un camice bianco e una certellina in mano.
“Dove sono?”
“Sei in ospedale. Il tuo fidanzato ti ha portato qui qualche ora fa priva di conoscenza. Come ti senti?” mi chiese gentile.
Il mio ragazzo?
“Sto…bene, credo. Mi sento un pò intontita e mi fa male la testa.”
“E’ normale. Ti abbiamo somministrato degli antidolorifici parecchio forti e la ferita sulla testa ti ha fatto perdere molto sangue.”
“Adesso ti faccio portare qualcosa da mangiare, hai bisogno di recuperare le energia.” Disse, sempre sorridendo, mentre scriveva sulla cartellina.
“Il tuo ragazzo vorrebbe entrare. Vuoi vederlo?”
Confusa, e un pò preoccupata, decisi di svelare l’identità di questa persona che si spacciava per il mio fidanzato e quindi annuii.
“D’accordo. Quando ti sentirai meglio verrà a parlarti una dottoressa un po’ speciale per parlare di quello che è successo e avviseremo la polizia.”
“No!!” scattai in avanti procurandomi una fitta dolorosa alla testa e facendo tornare indietro la donna per aiutare a stendermi di nuovo.
“Non ti devi più preoccupare. Chiunque ti abbia fatto questo deve essere denunciato. Tu verrai protetta.”
Mi mancava il respiro.
“Non pensarci adesso, devi riposarti e riprenderti.” Sorrise nuovamente prima di lasciare la stanza.
Immediatamente, un’altra figura prese il suo posto sulla porta.
Una figura più definita, più alta e robusta.
Una figura che stavo imparando a riconoscere molto bene.
Sgranai gli occhi.
“Penny! Oddio, stai bene!” si precipitò al mio capezzale osservandomi dalla testa ai piedi, come per accertarsi che io fossi veramente li.
“Chris. Che ci fai qui?”
“Ti ho trovato in casa tua, svenuta. Mi hai fatto preoccupare a morte! Dimmi chi è stato. Io lo uccido. Chiunque abbia osato toccarti deve morire!”
“No! Ti prego. Dimentica questa storia.”
“Sei matta! Come posso dimenticare?! Non ho mai avuto così tanta paura come in quel momento quando ti ho vista riversa a terra in una pozza di sangue! Se non fossi arrivato, saresti morta! Penny, tu saresti morta! Ti rendi conto?”
Era furibondo. Sembrava preso dal panico e la cosa mi fece un pò piacere. Il fatto che si preoccupasse così tanto per me.
Ma non avrebbe dovuto farlo, o sarebbe finito male pure lui.
Per il momento, però, avrei fatto finta di nulla e mi sarei goduta le sue premure.
 
Come potevo fare finta di nulla davanti a quello che era successo?
Il mio cuore si era fermato davanti alla sua figura martoriata sul pavimento. Chi aveva osato farle una cosa del genere? Lo avrei trovato e gliel’avrei fatta pagare, ma per ora avrei dovuto concentrarmi su di lei. Fare in modo che si riprendesse, che stesse bene. Che fosse di nuovo felice.
Si, volevo vederla felice. Sempre.

I dont know which way its gonna go
If its going to be a rainy day
Theres nothing we can do to make it change
We can pray for sunny weather
But that wont stop the rain


Presi un respiro profondo per calmarmi e la guardai deciso.
“Ti prometto che mi occuperò io di te da adesso.”
Lei mi lanciò uno sguardo confuso.
“Però tu dovrai raccontarmi cos’è successo.”
Lei chiuse gli occhi, come per schermarsi.
E i miei pensieri si accesero, pregandola di non privarmi della vista dei suoi occhi e della sua anima limpida che spuntava attraverso di essi.
Bussarono alla porta ed un poliziotto fece il suo ingresso nella stanza.
“Salve, sono l’agente Cooper, Matthew Cooper. Lei è la signorina che è stata portata qui dell’appartamento sulla 27esima?”
“Si.”
“Appartamento 14?”
“Si, vivo li. Perché?”
“L’appartamento ha preso fuoco. Purtroppo non siamo riusciti a salvare niente delle sue cose, mi dispiace.”
Lei chiuse nuovamente gli occhi, portandosi una mano alla testa.
 
You’re feeling like you’ve got no place to run


“Grazie mille, agente. Può lasciarci adesso.”
Il poliziotto borbottò un saluto e andò via chiudendo la porta.
Mi girai verso di lei che adesso aveva entrambe le mani sul viso, ma non sembrava stesse piangendo.
Sembrava solo che si volesse nascondere al mondo.
Non nasconderti a me.
“Verrai a stare da me, non ti preoccupare.”
 
I can be your shelter 'til its done

“Cosa? No, io non posso…”
“Non voglio sentire storie. Vivo in una casa enorme con un sacco di stanze per cui non ci sono problemi.”
Gli occhi le si inondarono di lacrime.
“Grazie.” Sospirò, prima di lasciarle uscire.
L’abbracciai e la strinsi a me più forte che potevo senza farle male, lasciando che si sfogasse.
 
We can make this last forever
So please dont stop the rain

Let it fall, let it fall, let it fall
Please dont stop the rain
Let it fall, let it fall, let it fall
Please dont stop the rain


Non sapevo cosa avrei fatto ora.
E mi vergognavo per essere scoppiata a piangere tra le braccia di un semi-sconosciuto.
Ma era stato fin troppo semplice fidarsi di lui e delle sue parole.
Speravo di non pentirmene.
Tutto questo era solo l’inizio di una guerra ed io non volevo coinvolgerlo.
Starò da lui qualche giorno, il tempo di risistemarmi e trovarmi un nuovo posto in cui stare e basta. Avrei approfittato della sua gentilezza, solo un po’, solo questa volta.
 
You see life is a crazy thing
There will be good times and there will be bad times
And everything in between
And I dont know which ways its gonna go



La strinsi più forte, promettendo a me stesso che non avrei lasciato che le succedesse più niente del genere.
Ero un uomo potente, avrei eliminato qualsiasi tipo di minaccia alla sua persona alla radice e l’avrei protetta con ogni mezzo.
Non avrei avuto scrupoli, non quando si trattava di lei.
 
Oh, we’re a little closer now
In finding what lifes all about
Yeah, I know you just can’t stand it
When things don’t go your way
But we’ve got no control over what happens anyway

 
Avrei voluto accorgermene prima, arrivare prima, salvarla.
Odiavo non avere la situazione sotto controllo e, anche se sapevo benissimo che non avrei potuto essere a conoscenza di ciò che le stava succedendo prima di quella chiamata, una parte di me si rimproverava di non aver indagato e di non aver preteso una risposta a tutte quelle domande.
Ma ora le risposte le avrei pretese eccome.
Non avrei più permesso che le succedesse qualcosa.

If its going to be a rainy day
Theres nothing we can do to make it change
We can pray for sunny weather
But that wont stop the rain

Feeling like youve got no place to run
I can be your shelter 'til its done
We can make this last forever
So please dont stop the rain

Let it fall, let it fall, let it fall
Please dont stop the rain
Let it fall, let it fall, let it fall
Please dont stop the rain

 
STOP
 

Next Track: What doesn’t kill you.
 
Che ne pensate;)?
Un bacio,
Elise
   
 
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