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Autore: FairySweet    09/07/2015    0 recensioni
... "Perché sei ancora qui?" ma quello sguardo orgoglioso e vivace, figlio del tempo, figlio di un ricordo che custodiva gelosamente non accennava ad abbassarsi "Perché sei qui?" ma più provava a parlare con lui e più tutto diventava lontano e sfocato, lontano da loro, lontano dal mondo, lontano da ogni cosa che fino ad ora l'aveva sempre tenuta al sicuro ...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Ristori, Antonio Ceppi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                    Amore





Aveva sempre amato con ogni fibra del suo essere, con ogni briciolo di vita che il suo cuore poteva sopportare, sorrise posando una mano sul seno “Non è buffo?” domandò divertita voltandosi verso l'acqua fresca della fontana “Ho sempre usato il cuore, nella vita, nelle mie scelte, l'ho costretto a battere così forte da farmi male” “La vita non si può spiegare” “Mai?” l'altro sorrise sfiorandole il volto “Se fosse così semplice, per quale motivo siamo su questa terra?” “Per amare” “Davvero?” ribatté divertito ma lo sguardo sul volto della sorella lo costrinse a sorridere “Sei sempre stata così sorellina, sei sempre stata innamorata, della mamma, del papà, di una goccia d'acqua che scivolava lungo le vetrate di casa nostra. Non sono mai riuscito a capirti fino in fondo e ti chiedo perdono per questo” “Perché?” “Perché se ti avessi capita sarei riuscito a proteggerti” “Ma tu l'hai fatto” “Già” “Fabrizio” lo sguardo si sollevò dolcemente incontrando il volto sorridente di sua sorella “Mi hai protetto tante di quelle volte che ne ho perso il conto ormai. L'hai fatto con la mamma, con Alvise, con Antonio, e hai continuato a farlo anche con Gregorio” “Eri felice con lui vero? Perché vedi, ho passato ore a chiedermi se era l'uomo giusto per te, se fossi serena assieme a lui e non sono mai riuscito a darmi una risposta” “L'ho sposato, ho avuto due bambini meravigliosi con lui, ho avuto una vita stupenda accanto a lui. Era quello giusto” “L'hai già detto una volta” la vide tremare leggermente mentre gli occhi si concentravano sui giochi dell'acqua “Ricordi? Eravamo qui e mi hai detto: è quello giusto Fabrizio” “Perché lo era” “Amabilmente dissento sorellina” “Credo che fosse più semplice di quanto pensi. Antonio era quello giusto in quel momento della mia vita. Forse, sarebbe stato quello giusto per tutta la mia vita ma le cose non si possono programmare. Non puoi scegliere come sarà il tuo futuro, c'è Dio per quello e Dio mi ha regalato l'uomo giusto. Amavo Antonio. Lo amo ancora e credo sia perché lo associo al passato, ai miei ricordi, alla mia gioventù” fece un bel respiro tornando a cercare gli occhi del fratello “Ma amo mio marito, lo amo con tutto il mio cuore ed è questo l'amore di cui sono innamorata” ridacchiò divertita per quella frase uscita dal nulla.
Era strano, più strano di quanto immaginasse insomma, morire era davvero così? Si muoveva, parlava, respirava ma nel suo petto non c'era più quel tremore leggero.
Niente più affanni, niente fatica, niente di niente, eppure, nonostante tutto, cercava continuamente quel battito leggero che si accendeva ogni volta che suo marito la sfiorava, ogni volta che i suoi figli le sorridevano “Ti abituerai sorellina” “Cosa?” “Accadrà prima di quanto immagini. Scorderai come si respira, il rumore del tuo cuore e tutto ti sembrerà normale” “Sento solo … è strano. Sento solo silenzio” ma l'altro sorrise posando una mano su quella della sorella “Ora sento il tuo silenzio sorellina” tante volte aveva spiato la sua vita, tante volte le era rimasto accanto senza parlare, senza poterla sfiorare.
In quel viso di perla leggermente arrossato dal sole vi era rinchiuso tutto il suo passato. Nei suoi occhi, nella dolcezza delle sue labbra, nella sua voce, tutto di lei apparteneva a lui, tutto apparteneva al passato, a quei ricordi preziosi che profumavano di famiglia.
Le notti passate a spiare il cielo, i giochi nel parco, le ore trascorse sdraiati sull'erba a spiare la bellezza del tramonto e poi i capricci, i litigi, gli abbracci, gli occhi severi della madre che non riusciva mai a separarli, nemmeno per un secondo.
Sorrise seguendo con un dito i lineamenti della ragazza “Sei sempre stata così bella” “Vi assomiglio conte” “Vero” esclamò orgoglioso prendendola a braccetto “Siete pronta duchessa?” “Non credo” “Coraggio, fate un bel respiro perchè ci sono persone da salutare” seguì lo sguardo del fratello fino a quell'uomo vestito di nero che camminava lentamente lungo il sentiero.
Lo sguardo perso da qualche parte oltre il silenzio, gli occhi ancora arrossati e le labbra strette nel tentativo folle di ricacciare indietro le lacrime perché stringeva per mano due giovani cuori che non meritavano altro dolore.
Fece un bel respiro aggrappandosi al braccio di Fabrizio e senza aggiungere una parola seguì suo marito.




C'era freddo, più freddo di quanto sembrasse ma forse, quel brivido leggero che sentiva era solo impressione e niente di più.
Strinse più forte le manine dei figli mentre sua moglie scompariva lentamente sotto terra, inghiottita dal buio, dal freddo.
Le aveva promesso di tornare in tempo, le aveva promesso che sarebbe stato al suo fianco ma quegli occhi tanto belli che gli avevano sorriso, si erano chiusi per sempre impedendogli perfino di respirare.
Aveva lasciato i suoi affari a metà perché restare separato da lei per due ore appena gli erano sembrate un'eternità ma lei non era più vita.
Si era addormetata sfinita da quella malattia maledetta e non si era più svegliata, se ne era andata incurante di lui, del suo dolore, delle sue lacrime ma a cos'era servito? Ricordava l'esatta sequenza di quei minuti.
Le urla, il pianto violento, le braccia strette attorno a lei e le labbra così vicino alle sue da poterle quasi sfiorare.
Aveva passato minuti lunghi come ore intere così, abbracciato a lei, incatenato a quel letto con la speranza di vederla sorridere di nuovo ma non era servito a niente.
L'aveva lasciato da solo, solo nelle lacrime, solo assieme al dolore. Sentì suo figlio sospirare, stringere più forte la sua mano quando una manciata di terra cadde sulla bara candida di sua madre.
Erano così piccoli, così indifesi, come si sarebbe preso cura di loro?  Riusciva a malapena a respirare, come poteva fare altro? Forse sarebbe passato, forse, fingere che non fosse reale l'avrebbe aiutato.
Smettila di darti colpe amore mio. Non è colpa tua, non è colpa di nessuno” ma si bloccò qualche secondo socchiudendo gli occhi “Secondo te può sentirmi?” “Certo che ti sente. Magari non subito, magari le tue parole sembreranno solo vento ma prima o poi, il suo cuore le tradurrà in frasi e dolcezza” “E se non …” “Smettila di essere razionale, non è razionalità che ti serve ora. Dimentica ogni cosa sorellina, ci siete solo tu e lui, parlagli” si voltò di nuovo verso il marito sospirando.
Come si parla a qualcuno che non può sentire? Come si parla ad un cuore? Sfiorò con una mano il volto di Gregorio sorridendo “Era vero sai? Sei quello giusto. Sei l'uomo perfetto e molte volte mi sono chiesta cosa sarebbe accaduto se ti avessi incontrato anni fa. Forse, avremmo avuto più tempo per noi, altri figli o una vita diversa. Mi hai salvato amore mio, mi hai preso per mano e sollevato da terra. Ho imparato ad amare di nuovo, ho imparato a respirare assieme a te dimenticandomi del passato, delle paure, di quell'amore che mi è sempre bruciato nel petto e che appartiene ad un altro. Ho dimenticato ogni cosa assieme a te. Il regalo immenso che mi hai fatto quando mi hai chiesto in sposa? Non credo nemmeno che tu sappia che gioia immensa è stata per me. Mi sono data completamente a te amore mio e tu mi hai regalato un mondo sereno, al sicuro da ogni cosa. Hai amato mia figlia come se fosse tua e mi hai regalato due angeli stupendi” abbassò lo sguardo incontrando il volto triste di suo figlio.
Si inginocchiò davanti a lui posando un bacio leggero sulla sua fronte “Tuo padre ti aiuterà a diventare un uomo stupendo . Sono orgogliosa di te, lo sarò sempre e voglio che tu abbia una vita meravigliosa Edoardo. Una vita come lo è stata la mia perché anche le delusioni ti aiutano a diventare grande. Oh certo, all'inizio farà male, ti sentirai solo ma ricorda piccolo mio, che la tua mamma è sempre accanto a te. Che ti voglio bene e che sei la mia vita. Sei stato il mio dono speciale, il riscatto di una vita passata a vivere nei ricordi e ora, ora sei qui davanti a me con quel faccino triste e credimi, vorrei cambiare le cose ma non posso farlo, nessuno può farlo” Fabrizio sorrise avvicinandosi di un passo a lei “Ti somiglia lo sai?” “Trovi? Io credo che somigli a suo padre” “Ma ha il tuo modo di vedere il mondo” si mosse leggermente di lato avvicinandosi a Ludovica.
Così piccola, così fragile e confusa, con quegli occhioni stanchi che cercavano continuamente la mamma, la sua mamma e che non capiva come mai suo padre fosse così triste, perché tutte quelle persone attorno a loro piangevano.
Le avevano semplicemente raccontato la storia di una principessa che si era addormentata per sempre, così, la sua mamma come quella principessa aveva chiuso gli occhi dimenticandosi come ci si sveglia “Non preoccuparti farfallina, quando sarai grande capirai ogni cosa. Forse per te è meglio così, tutto questo dolore ti viene risparmiato, almeno in parte ma spero che ricordi quanto ti ho amato bambina mia e quanto ti amo. Ora è tutto confuso, tutto difficile e lo sarà ancora per qualche tempo ma vedrai che tuo padre troverà di nuovo il sorriso e giocherà assieme a te proprio come ha sempre fatto e ti racconterà di noi, di me e di quanto mi somigli. Perché è così sai? Mi somigli così tanto, e tuo padre sarà contento di questo perché mi rivedrà in te ma tu sei una piccola personcina diversa da me ed è giusto così” seguì con un dito i lineamenti di sua figlia trattenendo qualche secondo il respiro quando i suoi occhi si posarono sul suo volto.
Era uno specchio. Lo specchio del suo cuore, della sua anima che d'improvviso si affacciava al mondo “Non può vederti” “Ma lei sta … è così …” “No Anna. Non è permesso, non può vederti” si morse leggermente le labbra rialzandosi.
Sentiva il bisogno violento di piangere, di urlare e maledire il cielo per quella distanza imposta che faceva un male atroce ma dai suoi occhi non scendeva nessuna lacrima, le sue labbra erano immobili, capaci solo di dire addio e niente di più “Ciao bambina mia” sussurrò mentre gli occhi di Emilia si chiudevano qualche secondo cercando di allontanare quell'immagine dal cuore “Sai quanto sono orgogliosa di te? Non credo nemmeno che tu possa immaginarlo. Sei diventata una donna stupenda, non fare i miei errori, non vivere un'amore che non ti appartiene. Scegli con il cuore, non importa dove esso ti porti, seguilo e basta e vedrai che andrà tutto bene” le sfiorò il volto sorridendo“Non lasciare che tuo padre si rifugi nel buio dei pensieri. Non permettergli niente del genere. Costringilo a vivere Emilia perché è una persona talmente bella, che privare il mondo del suo sorriso è un insulto alla vita stessa. Prenditi cura di lui come di un fiore prezioso, tieni al sicuro i tuoi fratelli dal passato, da me, da questo silenzio violento che scalderà i loro cuori ma ricorda che ognuno di voi ha il proprio carattere, la propria vita e dovete viverla come più vi piace. Evita che tuo padre riveda troppo di me in loro perché altrimenti regalerà loro una vita identica alla mia e non è giusto, né per lui né per voi” “Anna” si voltò leggemente incontrando lo sguardo del fratello “Ora dobbiamo andare” “Di già?” “Credimi sorellina, ti donerei la vita se mi fosse concesso, reclamerei la tua morte per me e ti lascerei qui a vivere, ad invecchiare assieme a tuo marito e ai tuoi figli ma non posso” “Lo so” mormorò tremante stringendo la mano attorno al polso del marito “Staranno bene. Gregorio si prenderà buona cura di loro e poi c'è Emilia” ridacchiò avvicinandosi alla nipote “La mia bellissima damina” “Ce la faranno vero? Staranno bene?” “Con il tempo staranno bene. Staranno bene Anna” ma lo sguardo confuso sul volto della sorella lo costrinse a continuare “Hanno bisogno di tempo. Hanno perso la mamma, Gregorio ha perso l'amore della sua vita, devi dargli tempo di dirti addio perché ora non è pronto a lasciarti andare e non lo sei nemmeno tu. Ora è tutto complicato, ti senti persa e vuota ma è giusto così, devi imparare a vivere nella solitudine per permettere al calore dei ricordi di scaldarti il cuore, anche un cuore che ormai è solo polvere”  tese una mano verso di lei sospirando "Sentirai i loro pensieri, vedrai i loro sorrisi ogni volta che ne hai voglia e vivrai la loro vita. Sarai con Emilia quando si sposerà, sarai lì quando Edoardo incontrerà l'amore e quando Ludovica scoprirà la dolcezza dell'essere madre. Nessuno dice che sarà semplice ma sarà così bello da convincerti a dimenticare il dolore e la paura che provi adesso" la vide sospirare, chiudere gli occhi mentre la mano scivolava via da suo marito.
Per la prima volta nella vita si sentiva sola, allontanata dal calore e dalla sicurezza, sospesa in qualcosa che non riusciva a controllare ma la mano di suo fratello era un'ancora sicura.
Le dita si intrecciarono alle sue costirngendo le gambe a muovere un passo e un altro ancora “Non era qui” “Cosa?” sussurrò confusa “Lui non era qui” “Non te ne sei accorto?” “Mi prendi in giro?” ma lei sorrise continuando a cercare con lo sguardo i suoi figli “Non è mai stato bravo a dire addio. Non ha mai imparato a separarsi dall'amore. È qui Fabrizio, nascosto, lontando dal dolore dei miei figli perché questo appartiene solo a loro ma lui è qui” l'altro annuì appena sorridendo mentre lo sguardo si perdeva oltre le spalle di Gregorio, dove un uomo in ginocchio piangeva come un bambino disperato, nascosto dagli alberi, nascosto dal silenzio.


 
  
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