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Autore: Emy Potter    09/07/2015    2 recensioni
"Alice Liddell è una donna intelligente con una natura curiosa, lingua tagliente e un modo diretto di affrontare le cose. Quando divenne uno spirito, all'età di diciannove anni, si ritirò nel suo paese delle meraviglie con le intenzioni di non ritornare. Più di un secolo dopo, lei è stata scelta per diventare il prossimo guardiano, ma nemmeno il suo amico d'infanzia Calmoniglio può cancellare ciò che il mondo le ha fatto."
Questa è la traduzione di una famosa fanfiction inglese che io ho adorato tantissimo. Spero vi piaccia.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bunnymund, I Cinque Guardiani, Jack Frost, Nuovo personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: Il Paese delle Meraviglie ora
 
Centotrentanove anni fa, Alice Liddell aveva diciannove anni quando le persone avevano smesso di vederla, divenendo invisibile al mondo che cambiava attorno a lei. Anche dopo tutti questi anni, poteva ricordare il giorno della sua "scomparsa" con straordinaria nitidezza. Erano il tipo di cose che una persona non dimentica.
Era il giorno in cui lei affrontò l'assassino della sua famiglia, alla ferrovia di Moorgate a Londra, Inghilterra. Alice espose il dottor Angus Bumby per il mostro orribile che era veramente, la parte di lui che aveva facilmente nascosto ai suoi superiori. Oh sì, era stato davvero bravo a nascondere la sua parte malvagia, ma non poteva permettere che Alice non scoprisse la verità. Non solo per lei e alla sua famiglia, ma anche per tutto il dolore che quella bestia infida e disprezzante della vita umana aveva procurato ai bambini con le sue azione egoistiche.
Ci fu una breve indagine sulla morte di Bumby, ma finì prima di essere cominciata. Quando si trattavano degli omicidi nella parte est finale di Londra, le forze di polizia erano piuttosto apatiche, a prescindere di chi fosse coinvolto. Conclusero molto presto che lo psicologo fosse stato in piedi, troppo vicino ai binari del treno, e quando il mezzo di trasporto di avvicinò, deve avere inavvertitamente perso l'equilibrio. Hanno dichiarato che fosse "morto per disgrazia".
Alice quasi rise all'ironia.
Purtroppo la verità sull'incendio e le attività illegali del dottor Bumby scomparvero insieme ad Alice, etichettata subito come fuggiasco. Ci fu stata una piccola ricerca per lei essendo considerata una mente malata e instabile, ma non andò avanti a lungo. Tutti credettero che lei avesse lasciato la città, o stesse marcendo da qualche parte a dire cose senza senso. Solo la sua tata si era preoccupata di cercarla, e si lusingò per questo quando lo aveva scoperto, ma quando la donna ha gettato la spugna non la incolpò. Nan Sharp stava già invecchiando quando Alice scomparve, quindi non si sorprese che quando la donna invecchiò smise di cercarla.
La parte positiva, era che la Houndsditch Home per bambini problematici, fu chiusa dopo la morte del dottor Bumby e i bambini trasferiti in altri orfanotrofi.
Di tanto in tanto, Alice andava a controllare come gli orfanotrofi si prendessero cura dei bambini, sperando che potessero dar loro un aiuto concreto per vivere il resto della loro vita in pace. La verità era ancora sepolta sotto innumerevoli bugie, ma almeno Angus Bumby non avrebbe più danneggiato altri bambini. Se ne era assicurata.
Per quando riguarda Alice, anche dopo l’apparente scomparsa nel nulla, ha lentamente cominciato a diventare una leggenda locale nei pressi di Londra. Partiti da pettegolezzi su una ragazza psicopatica che vedeva e sentiva cose che non c’erano, in qualche modo diventarono qualcosa di completamente diverso: storie di una bambina curiosa che cadde in una tana di un coniglio e atterrò in un luogo magico, chiamato il Paese delle Meraviglie. Poi un giorno, molti anni dopo la sua scomparsa, un autore di nome Charles Dogson sentì una vecchia donna raccontare ad un gruppo di bambini la storia di una delle avventure della piccola Alice e fu ispirato a scriverne altre, cambiando drasticamente il vero aspetto di Alice e la sua tragica storia divenne piacevole e stravagante.
Così il tempo passò e i libri di “Lewis Carroll” furono pubblicati, così che tutti dimenticarono la vera Alice Liddell; la piccola, ragazza dai capelli scuri e la tragedia che passò da quando aveva otto anni. Comprensibilmente, nessuno voleva leggere la storia di una ragazza che perse la sua famiglia in un orribile incendio e impazzì a causa di esso. La sua vera vita era troppo oscura e macabra per i bambini.
Sì, faceva tremendamente male, dover vedere la vera memoria della sua famiglia dimenticata così facilmente, ma nonostante il dolore, Alice non poté fare a meno di pensare che forse era meglio per tutti.
Nel momento in cui si era voltata verso Bumby per l’ultima volta, prima di buttarlo sui binari del treno, Alice divenne invisibile al mondo reale, e per un po’, cercò di farsi vedere dalle persone – anche se era ovvio che nessuno lo avrebbe mai fatto. La ragazza era invisibile a tutta Londra e, molto probabilmente, al mondo intero. In qualche modo, però, Alice ne fu contenta. Non le piacevano molto le persone in ogni caso.
Così, senza avere la possibilità di cambiare la situazione, Alice poteva solo stare a guardare come la sua storia fosse trasformata in qualcosa di amato da molti bambini, e si rese conto che non le dispiaceva affatto. In realtà pensava che fosse stato meglio così. Quei libri le servirono a ricordare che la sua vita umana non fu del tutto inutile e che ne uscì qualcosa di buono per tutti.
Il Paese delle Meraviglie ritrovò il suo splendore, proprio come prima che l’incendio distrusse tutto.
Dopo circa dieci anni di pellegrinaggio in giro per l’Inghilterra e dall’essere invisibile a tutti, Alice tornò nel suo Paese delle Meraviglie e decise di non tornare più nel mondo reale. Non c’era più nulla per lei quindi non aveva senso rimanere in un mondo che le aveva procurato solo dolore e miseria.
E ora, si trovava qui, davanti al suo più vecchio amico e unico collegamento con il mondo esterno.
“Signor Bunnymund?” Alice sbatté le palpebre leggermente incredula. Non si aspettava una visita così presto da parte del coniglietto di pasqua. Di solito veniva più tardi nel corso dell’anno.
Il pooka si voltò rapidamente, sorpreso dal suono di voce della ragazza. Alice si trovava a circa dieci piedi di distanza, con il suo classico vestito blu. Non aveva armi con se da quello che poteva vedere, ma Bunny sapeva che poteva materializzarle dal nulla quando ne aveva più bisogno.
Non le avrebbe mai usate contro di lui però: era l’unico amico che Alice non aveva creato con la sua fervida immaginazione, il che era il motivo per cui Bunny significasse moltissimo per lei.
“Che ci fai qui?” chiese Alice incuriosita. “Una visita spontanea come questa non è da te.”
“Ho davvero bisogno di un motivo per visitare la mia piccola canaglia preferita?” chiese Bunny incrociando le braccia. “Non sembri molto felice di vedermi.”
Bunny cercò di sembrare offeso, ma entrambi sapevano che stava solo scherzando. Le uniche volte in cui Bunny era veramente arrabbiato con lei, era quando la ragazza si metteva volutamente in pericolo. In queste situazioni, il pooka sembrava più un padre furioso piuttosto che un amico deluso. Non poteva farne a meno però: Alice poteva essere molto imprudente a volte e per poco non faceva venire a Bunny un attacco di cuore ogni volta che si metteva nei guai. E comprensibile visto quello che succedeva nel Paese delle Meraviglie.
“Lo sai che sono sempre felice di rivederti” gli sorride Alice portando la mano al cuore per mostrare la sua sincerità. “Ma questa non è solo una visita di cortesia, non è così? Sei una creatura abitudinaria, signor Bunnymund. Raramente mi degni di visite prima del previsto, a meno che qualcosa non ti preoccupa.”
“Vorrei fosse solo una semplice visita, ma ho una notizia per te.” Sospirò Bunny. Aveva quasi dimenticato come intuitiva Alice potesse essere e naturalmente sospettava qualcosa, sin da quando si era presentato. Non perdeva mai dettagli del genere.
“Spero ovviamente che non sia cattiva.”
“Oh no! Certo che no” insistette Bunny non del tutto sicuro se stette dicendo la verità. “È solo una notizia…possiamo parlare da un’altra parte? Questo posto è un po’ deprimente.”
Gli acuti occhi verdi di Alice scansionarono rapidamente la zona attorno a loro. Le sue labbra rosate si incresparono mentre pensava e annuì con la testa. Il suo cuore ebbe una stretta per la tristezza e i sensi di colpa nel vedere lo stato della stazione ferroviaria che adorava. Si sentiva orribile per non aver ripristinato la Ferrovia dello Specchio, ma a causa del Treno Infernale (NA: Usato dal Fabbricante di Bambole per distruggere i suoi ricordi), Alice non si sentiva ancora del tutto sicura vicino ai treni, anche dopo 130 anni. E ad essere onesti non le erano mai piaciuti.
Forse la Ferrovia dello Specchio sarà il mio ultimo progetto. Sarà certamente una sfida; rifletté. Papà amava i treni…
“Sono completamente d’accordo” disse Alice a Bunny. “Andiamo.”
 
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Quando Alice tornò al Regno Rosso poco dopo aver sconfitto il Fabbricante di bambole, lo trovò deserto. Era presumibile che dopo la morte del nemico, la Regina Rossa era fuggita dal suo regno per nascondersi. Sospettava che fosse scappata soprattutto perché l’eroina del Paese delle Meraviglie aveva calpestato il suo carnefice onnipotente a morte (NA: nel videogioco, Alice mangia la torta per crescere e calpesta il boia delle Regina Rossa). La regina deve aver pensato di essere a rischio ora che il suo gigante malvagio non era più di guardia al suo Regno Rosso.
Indipendentemente dalla motivazione, Alice decise di abitare nel regno e farlo proprio.
Tutti i tentacoli scomparvero insieme alla Regina Rossa, ma il regno era ancora in rovina. Le Rovine insidiose (NA: mostri di catrame creati dal Fabbricante di Bambole) e la melma nera erano ancora nascosti nel luogo, ma Alice li eliminò subito. Gli edifici del regno erano ancora da sistemare, ma nel complesso era un posto piacevole per vivere e diventò in fretta la casa di Alice e suo quartier generale. Tolse anche le maggior parte di decorazioni rosse per sostituirle con quelle blu. Stava pensando di rinominare il regno come Regno Blu, ma non trovò il tempo di cambiare ufficialmente il nome. Non era esattamente una delle sue priorità al momento.
Gli ultimi 130 anni erano stati spesi specialmente per distruggere e spalare via la melma nera. La ricostruzione delle sezioni del Paese delle Meraviglie avvenne solo in un secondo momento. Luoghi come il Dominio del Cappellaio o il teatro Lane Dreary erano stati sistemati direttamente dai proprietari. Le formiche origami stavano facendo un buon lavoro prendendosi cura del proprio territorio, con solo un piccolo aiuto da parte di Alice e, occasionalmente, del Brucaliffo. Le formiche insistettero per imparare i modi per avere fiducia in se stessi e lei non aveva nemmeno provato a metterli in discussione. In realtà era molto orgogliosa di loro.
Bunny e Alice percorsero un lungo corridoio che portava nel vecchio labirinto del giardino. L’abito blu di Alice si era trasformato in quello regale nero e rosso appena scese dal ponte di carte.
Bunny notò i recenti miglioramenti fatti al Regno Rosso. Sembrava più un vero e proprio castello ora invece che un terra desolata, contorta e infernale.
“Questi sono nuovi?” chiese lui riferendosi ai mosaici sulle finestre che rappresentavano le carte. Erano allineati lungo il corridoio e davano alla moquette blu una luce bellissima.
Alice si voltò per guardarlo senza fermarsi di camminare. Era un po’ preoccupata della sua improvvisa visita. Normalmente sarebbe stata felice di mostrare i recenti miglioramenti al suo più vecchio – se non l’unico – amico, ma aveva una brutta sensazione che le attanagliava lo stomaco. Al momento, Alice voleva solo raggiungere il suo bellissimo giardino e non parlare delle maledette finestre che Bunny non aveva notato nell’ultima visita.
“All’incirca” dichiarò Alice tesa. “Il giardino è più avanti.”
Venti minuti dopo, i due amici erano all’interno del labirintico giardino. Le pareti delle siepi erano verdi e coperte di rose rosse e bianche, visto che ad Alice non interessava di che colore fossero i fiori. Il giardino era sicuramente molto più bello di prima, quando ogni pianta o era morta o era sul punto di esserlo.
Bunny sorrise quando vide un paio di carte zombie irrigare un gruppo di margherite di grandi dimensioni. Le creature raccapriccianti sembravano quasi ridicole, ma supponeva di doversi definire fortunato visto che non cercavano di attaccarlo come facevano solitamente quando visitava il Paese delle Meraviglie, prima che Alice gli disse che era assolutamente proibito.
Rimasero lì a ringhiare da soli, a volte spingendosi a vicenda. Alice gli disse una volta che quando tornò a ripulire il regno si era imbattuta in una grande quantità di carte, in profondità del Regno Rosso. Non essendo sotto il dittatoriale dominio della Regina Rossa, erano in realtà piuttosto passive. Mancava loro uno scopo dato che la loro ex governante li aveva abbandonati, così Alice gli permise di aiutarla con il regno. Erano come gli yeti con Nord, ad eccezione che erano dieci volte più inquietanti.
“Allora, qual è questa notizia per cui sei così criptico?” chiese Alice portando le braccia dietro la schiena.
Bunny fece un respiro profondo ed espirò dal naso, cercando un modo per dirle quello che era successo al Polo Nord. Se non gestiva la situazione con sufficiente attenzione, lei non avrebbe mai acconsentito a venire con lui. Di solito era difficile da affrontare. Lo spirito dai capelli scuri si metteva sulla difensiva quando le si parlava del ritorno al mondo esterno. Non che Bunny potesse biasimarla visto che il suo vecchio mondo la trattava come spazzatura.
“L’Uomo della Luna ha scelto un nuovo guardiano” disse Bunny cautamente testando il terreno.
“Sì, me lo avevi già detto” sorrise Alice anche se cominciava a infastidirsi.
Odiava quando Bunny provava a fingere che andava tutto bene quando era con lei. Non era stupida. Sapeva che Bunny non si comportava così con nessuno tranne che con lei. Nel suo mondo, era schietto e brutalmente onesto con gli altri e odiava il fatto che lui ritenesse di dover ammorbidire il suo atteggiamento solo perché era troppo sensibile e richiedeva un atteggiamento particolare. Alice era cresciuta. Era più che in grado di gestire i comportamenti spigolosi e rispondere agli insulti. “Quel ragazzo che combina guai ogni anno con la tua caccia alle uova. Qual era il suo nome?”
Alice si fermò accanto ad un grande rosaio e cominciò a raccoglierne le foglie secche. Il naso e le orecchie di Bunny si contrassero, infastidito al pensiero del ragazzo da capelli bianchi.
“Jack Frost” mormorò Bunny, ma non con lo stesso disgusto con cui lo avrebbe pronunciato due anni prima. “Ma quello era un paio di anni fa. Volevo dire che l’Uomo della Luna ha scelto un nuovo guardiano proprio di recente…e quando dico di recente intendo…oggi”
Alice si fermò e lentamente spostò lo sguardo verso Bunny con una rosa appassita tra le dita guantate.
“E tu ti sei precipitato tanto in fretta a dirmi questo per quale motivo?” Alice quasi sussurrò, sapendo esattamente dove stava andando a parare. Voleva che smettesse di parlare. Per una volta, non voleva sentire ciò che stava per dirle.
“Perché …l’Uomo della Luna ha scelto te, ragazzina” sospirò Bunny sconfitto nel tentativo di gestire la situazione con delicatezza. “Lui vuole che tu sia il nuovo guardiano.”
“Allora sei venuto per riportarmi indietro?” chiese Alice tentando di mantenere la calma e soffocando l’impulso di tremare dalla rabbia. “È questo che hai intenzione di fare?”
Le orecchie di Bunny di abbassarono quando notò i pugni serrati duramente mentre le spine dello stelo stavano dolorosamente nel palmo della mano. Non voleva arrabbiarsi con il suo amico, ma doveva sapere che non doveva dirle queste cose. Alice aveva sempre temuto che un giorno, qualcosa che non poteva controllare l’avrebbe costretta a lasciare il suo Paese delle Meraviglie per tornare nel mondo esterno.
E aveva la netta sensazione che quel giorno fosse finalmente arrivato.
“Ora calmati, Alice” disse dolcemente Bunny gesticolando con le zampe. Esteriormente non sembrava tanto sconvolta, ma non c’era bisogno di conoscere Alice Liddell per molto tempo per capire che poteva cambiare umore più velocemente di quanto potesse saltare, e anche in questo era dannatamente veloce.
“È così, non è vero?!” sbottò Alice. “Beh, puoi scordartelo, io non me ne vado. Informa il tuo Uomo della Luna di scegliere di trovaro un modo per qualcun altro a fare il suo lavoro!”
“Alice, non funziona così” scosse la testa Bunny. La situazione stava peggiorando. “E non è solo il mio Uomo della Luna, ma è responsabile di tutte le nostre esistenze: la mia, di Nord, di Tooth, si Sandy, di Jack e anche della tua.”
Alice scosse la testa ostinatamente mentre cominciavano a risuonargli nelle orecchie orribili parole. Non stava più ascoltando Bunny. Quella stupida filastrocca aveva iniziato di nuovo a risuonargli in testa, eliminando tutti gli altri suoni. Quella stupida filastrocca che i bambini dell’orfanotrofio recitavano come una maledetta canzoncina!
Il treno sta arrivando con i suoi lucidi carri, con sedili comodi e ruote di stelle. Calmatevi piccolini, non abbiate paura, L’Uomo della luna è l’ingegnere. (NA: questa è la versione in inglese che dovevo tenere fedele perché quella in italiano non parlava dell’Uomo della Luna).
Alice cercò di mandar via i ricordi dolorosi, ricordando come avesse abbattuto il laboratorio del Fabbricante di Bambole subito dopo essere tornata nel Paese delle Meraviglie, come si fermò a guardare in lontananza la struttura abbandonata che si schiantò al suolo e bruciò incontrollabilmente, finché non ci fu altro che una montagna di marcio legno bruciato.
Ogni volta che Bunny parlava dell’Uomo della Luna, Alice pensava subito al Fabbricante di Bambole, non alla potente entità che sorvegliava e guidava i bambini.
“Alice, ti prego di tornare indietro con me” la implorò Bunny. “Almeno incontra Nord e gli altri guardiani.”
Alice scosse di nuovo la testa bruscamente prima di voltarsi di spalle, come se questo potesse farlo scomparire. “No! Assolutamente no! Mi rifiuto di tornare in quel mondo malvagio!”
Bunny allungò la zampa per toccarle la spalla, giusto per darle conforto, ma si fermò quando sentì un brivido passargli lungo la schiena a causa di diversi improvvisi paia di occhi su di lui. Le sue orecchie si drizzarono in stato di allerta quando si guardò intorno per vedere le guardie di carte che lo fissavano in qualche modo con le orbite vuote, con un aspetto tutt’altro che felice. Non erano creature molto intelligenti, visto che erano dei cadaveri rianimati, ma vedevano chiaramente che il forestiero stava sconvolgendo la loro “regina”.
Bunny si sentì a disagio, mentre la sua zampa si allungò lentamente verso il boomerang, nel caso in cui le creature decisero di attaccarlo. Alice si voltò quando notò l’improvvisa tensione che stava crescendo e fece un respiro profondo per calmarsi. Alzò le mani guantate verso le guardia far loro cenno di rimanere tranquilli.
Al suo segnale, ringhiarono cupamente tra di loro, per poi tornare a curarsi del giardino-labirinto, a volte gettando occhiatacce al coniglietto di Pasqua.
“Bunny” sospirò Alice lasciando perdere le formalità. “Ci deve essere un errore: i Guardiani proteggono e danno gioia ai bambini. Io non portò felicità, e non proteggo certamente nessuno.”
“Cosa significa che non porti gioia ai bambini? E i tuoi libri?”
“Quelli non sono i miei libri. Almeno non del tutto” sostenne. Odiava quando parlavano di Alice nel Paese delle Meraviglie. “E poi è tutto quello che sono, libri”
“Alice, l’Uomo della Luna non sceglie qualcuno a caso per essere un guardiano” cercò di spiegarle Bunny avendo la necessità di farle capire. “Ogni guardiano ha qualcosa di speciale dentro di loro, qualcosa che li rende tali. Ora, io non mento: non idea del perché l’Uomo della Luna ti abbia scelto, ma questo è molto importante Alice. Ho bisogno che torni con me. Sai che non ti chiederei mai di farlo a meno che non fosse una cosa seria.”
Alice si guardava gli stivali mentre raggiungeva lentamente il gazebo vicino. Incrociò le braccia e appoggiò alla ringhiera della piccola struttura, ignorando il Pooka che l’aveva seguita.
“Se nemmeno tu riesci a capire perché lui ha scelto me, allora cos’è che mi rende tanto speciale?” chiese lei mentre guardava qualcosa lontano.
Bunny riuscì a malapena a trattenere una risata per la sorpresa. Lo stupiva come ogni volta lei non vedesse quanto straordinaria fosse davvero. Lei riusciva a vedere la bellezza e la meraviglia in tante cose, ma per qualche motivo, quando si guardava, non vedeva mai qualcosa di utile.
“Mi stai prendendo in giro? Guardati intorno ragazza!” esclamò Bunny indicando il mondo che li circondava allargando le braccia. “Guarda tutto questo! Lo hai creato con la tua pura immaginazione e mi chiedi cosa ti rende tanto speciale?”
Alice non disse nulla, ma Bunny avrebbe scommesso che le sue parole stessero facendo effetto. Rise e scosse la testa. Alice poteva essere una persona molto dolce, ma se usciva il suo lato cattivo, poteva essere il tuo peggior incubo. E seppur avesse più di un centinaio di anni, poteva fare i capricci come un bambino, quasi come un certo spirito dell’inverno che Bunny conosceva.
La mente di Bunny cominciò ad avvisarlo che si stava facendo tardi al Polo Nord, così decise di lasciare stare la prudenza e sperare di non fare un casino.
“Ascolta” cominciò con delicatezza. “Vieni con me al Polo per incontrare gli altri guardiani. Dobbiamo solo andare lì e io ti seguirò sempre e se non ti piace allora…ti riporterò qui. Promesso.”
“Pensavo che non potevo dire di no sull’essere il nuovo guardiano” sorrise dolcemente Alice.
“Beh, questo non è del tutto vero” rise Bunny timidamente grattandosi la nuca. “Nessuno può costringerti a fare il giuramento per diventare un guardiano…ma avremmo la vita più facile se potremmo.”
“E se succede qualcosa di brutto mentre siamo lassù?”
Bunny portò le zampe sulle sue spalle e la voltò verso di lui in modo da poterla guardare negli occhi. Alice batté appena le palpebre vedendo lo guardo verde e profondo del Pooka pieno di promesse e determinazione.
“Io non lascerò che nulla ti faccia del male” giurò. “Mai più.”
Gli occhi verdi di Alice si ammorbidirono e la sua mano si avvicinò affettuosamente al muso del Pooka, che rispose appoggiandosi ad essa. I ricordi di quelle felici domeniche di Pasqua, quando era solo una bambina innocente, inondarono la sua mente.
Naturalmente seguirono quelli brutti uno dietro l’altro, come facevano sempre.
“L’incendio è avvenuto in inverno, lontano dalla Pasqua. Non avresti potuto sapere cosa stesse succedendo e venire in nostro aiuto abbastanza in fretta per cui cambiasse qualcosa.” Sussurrò Alice. “Non è stata colpa tua.”
“Nemmeno tua.”
Prima che le lacrime potessero sfuggirle, Alice strinse le braccia intorno al petto di Bunny e affondò il viso nella sua morbida pelliccia grigia e bianca. Bunny sorrise e ricambiò l’abbraccio. Anche prima di diventare uno spirito, Alice raramente dava dimostrazioni di affetto a chiunque, ma il coniglietto di Pasqua era speciale.
“Allora, che ne dici ragazzina?” Chiese Bunny con un sorrisetto. “Sei pronta a conoscere il gruppo più pazzo di sempre?”
 
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NOTA AUTRICE: Rieccomi con il terzo capitolo!  In questo capitolo, Alice può sembrare dolce e calma, ma è tutt’altro: si comporta così solo quando è con Bunny. Tra due capitoli ci sarà un bel litigio in cui si vedrà una piccola parte “cattiva” di Alice, mentre in altri…darà il meglio di se.
Ringrazio L0g1c1ta, Sweetchicca e YLU_20 per le recensioni. Sono triste e felice perché oggi, la storia in inglese è ufficialmente terminata, dopo 33 capitoli!...e ora cosa faccio? Vabbè, mi dedicherò a scrivere piuttosto che a leggere Winter Wonderland.
Link storia originale:  https://www.fanfiction.net/s/8753693/3/Winter-Wonderland .
Recensite in tanti, sia qui che nella storia originale! Kisses, Emy.
 
 
   
 
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