Fanfic su artisti musicali > R5 (family band)
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Autore: alinonalice    09/07/2015    4 recensioni
Tra la famiglia di Martina e quella dei Jefferson, non corrono buoni rapporti. Un giorno i Jefferson traslocano e la famiglia Lynch prenderà il loro posto. Questa volta, le cose saranno diverse, Martina troverà in loro degli amici e incontrerà il primo amore.
Ma quando tutto sembra andare per il meglio, il ritorno a casa del padre di Martina sconvolgerà la situazione. Nel momento in cui i due padri delle due famiglie si incontreranno, si rivelerà l'esistenza di un'eterna rivalità tra i due, che cercheranno di ostacolare i due "Romeo e Giulietta" della situazione.
Solo che nessuno morirà, i due innamorati troveranno una soluzione meno tragica...
Dal capitolo 1:
“È… È la cosa giusta?” chiedo.
“No, certo che no…” risponde, un attimo prima di mettere in moto “Ma è la nostra unica possibilità”
Sospiro.
“Ma se non te la senti…”
“No, hai ragione tu…” lo interrompo “Non sarà la cosa giusta per loro, ma lo è nei nostri confronti… E la colpa è solo loro, quindi perché dovremmo fare qualcosa di corretto nei loro confronti, se questo significherebbe rinunciare a ciò che è giusto dal nostro punto di vista?”
“Quindi… Vado?”
“Si, vai”
Attenzione: In questa ff gli R5 non sono famosi.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3
Nel passato
“Mi sono davvero divertita, grazie di tutto!” saluto, una volta alla porta.
Purtroppo, si è fatta ora di tornare a casa…
“Grazie a te!” replica Stormie.
Poi, a mano a mano, saluto anche i ragazzi e Mark. Ho come il presentimento che i saluti saranno sempre un operazione un po’ lunga…
Mi dirigo verso casa mia, suono il campanello e mia madre viene ad aprire. So che appena questa porta si richiuderà alle mie spalle, mi toccherà un interrogatorio sui nuovi vicini. Scommetto che la prima domanda sarà…
“Non sono antipatici come i Jefferson, vero?” domanda, prevedibilmente, mia madre.
“No, mamma, questi sono adorabili!” rispondo.
“Sentiamo, ce n’è già uno a cui fai una corte spudorata, come per Nicholas Richardson?” dice mio fratello, atteggiandosi da sbruffone.
Si appoggia allo stipite della porta della cucina con un sopracciglio alzato e un sorriso da deficiente stampato in viso.
“La volete smettere di alludere continuamente a Nick?!” sbotto.
Sono strani questi due, si leggono nel pensiero per farmi uscire dai gangheri o cosa?
“Nicholas Richardson, Nicholas Richardson, Nicholas Richardson!” giunge saltellando la mia sorellina dal soggiorno, attraversandomi la strada e scomparendo in cucina, per poi fare il percorso inverso, continuando a ripetere il nome della mia cotta di due anni fa come una cantilena fastidiosa e dispettosa.
“Che stress!” sbuffo esasperata.
“Non hai ancora risposto alla domanda…” riprende mio fratello, con la stessa espressione di prima.
“Se ci stai ancora, finisce che ci resti per sempre con la faccia da ebete!” ribatto.
“Brava, brava, cerca di aggirare ancora…” continua a provocarmi lui.
È incredibile come certe volte la mia famiglia riesca ad assumere comportamenti così irritanti e insopportabili.
“Si!” rispondo stanca “Cioè, no… Cioè, c’è un tipo che mi piace più degli altri, ma non gli sto facendo una ‘corte spudorata’, come per… Voi sapete chi!”
“Manco fosse Voldemort!” commenta mio fratello.
Bah, meglio lasciar perdere… Solo un bambinetto antipatico, è solo un bambinetto antipatico!
“E chi è il nuovo ‘Nicholas Richardson’?” chiede mia sorella, dando enfasi al nome.
“Se proprio volete saperlo, si chiama Ross Lynch!” dico, cercando di rimanere calma.
“Ok” risponde mia sorella “Ross Lynch, Ross Lynch, Ross Lynch!” ricomincia a fare la cantilena di prima correndo avanti e indietro, coinvolgendo mio fratello, che ovviamente non ha cambiato la sua espressione facciale da quando si è piazzato davanti alla cucina.
“UFFA!” grido “PIANTATELA!”
Quella stupida bambina sparisce all’improvviso.
“Ross Lynch!” esclama un’ultima volta, sbucando da non so dove.
Le intimo di tornarsene nella nicchia oscura dalla quale è strisciata fuori, fulminandola con lo sguardo. 
Ed è proprio stupida, lo fa davvero, non capisce che è una cosa simbolica, come dire ‘vai a quel pese’: mica stai dicendo a quella persona di andarsene in un altro paese…
Bah, non vedo l’ora di cenare e andarmene a stare nella mia stanza per conto mio …
“Ragazzi, è pronto, basta litigare!” ci chiama la mamma.
“Arriviamo!” rispondiamo in coro noi tre.
Vado a sedermi al tavolo della cucina e prima di cominciare a magiare, aspetto che tutti prendano posto. Non so se ci fanno caso, ma io ho questa piccola accortezza, se non siamo tutti a tavola, non tocco cibo.
“Quindi… Questi vicini?” chiede mia mamma.
“Come dicevo prima, sono molto simpatici, molto amichevoli e vorrebbero conoscere anche tutti voi…” rispondo.
“… Poi?” continua mamma.
“Sono una coppia sposata e i loro cinque figli, quattro maschi e una femmina…” dico.
“E… Questo Ross?” domanda.
“Ecco, sapevo dove saresti andata a parare…” dico “Niente, mamma, sono tutti carini, ma lui ha… Un certo non so che… Qualcosa che… Mi attira particolarmente…”
Mamma ha smesso di mangiare, sorride come non l’ho mai vista fare prima.
“… Mamma?” faccio.
“Tu… Tu non le hai viste le stelline che ti si sono accese negli occhi mentre parlavi di lui…” spiega.
“… Dici… Dici davvero?” domando incredula, sorridendo senza volerlo.
“Tesoro, mi sa che ti stai innamorando!” sospira mamma.
“C-cosa?! I-io?! Amore?!” balbetto imbarazzata.
Risponde con un risolino.
Amore? Non lo conosco nemmeno, come può essere amore? Io… Cioè… Non lo so… Uffa, non ci bastavano le varie preoccupazioni adolescenziali, adesso ci si deve mettere in mezzo anche l’amore?
“Avevi ragione, ieri…” dice.
“Che intendi?”
“Non ha niente a che vedere con Nick… C’è un abisso di differenza!”
Dopo cena, decido di andare a letto subito, ho voglia di sdraiarmi e riflettere sulla faccenda.
Vado nel bagno collegato alla mia camera, indosso il mio pigiama, che essendo estate, è costituito da top e culottes, e lavo i denti. Torno nella mia stanza, verso il mio letto a una piazza e mezza, mi lascio cadere sul materasso, facendo stropicciare le lenzuola che prima erano in perfetto ordine. Prendo un respiro profondo con gli occhi chiusi. Mi serve a svuotare la mente, a prepararmi a riflettere o a rilassarmi.
La seconda cosa che faccio è sedermi sul davanzale della finestra e guardare fuori. Che strano, non ero più abituata da tempo a vedere della luce effondersi dalla finestra di fronte alla mia. Né tantomeno persone muoversi all’interno della stanza. È Ross. Quindi, le nostre camere sono l’una di fronte all’altra…
Si sta togliendo la maglietta. Ora i pantaloni. Uh, sembra proprio che dovrò assistere a uno striptease ogni sera… 
Bah, stupido cervello che pensa cose a sproposito!
In ogni caso, la presenza di Ross e l’assenza di quasi tutti i suoi vestiti non mi distoglierà dal fare ciò che faccio ogni sera per rilassarmi: cantare. Ma non so cosa cantare, tutte le sere lo stesso dilemma.
La mia scelta, alla fine, cade su ‘A Te’. 
Anche se sono nata negli Stati Uniti, ho pur sempre origini italiane, quindi conosco alcune canzoni italiane belle, come questa.
Non appena comincio a canticchiare, Ross alza gli occhi, sorpreso, e sorride. Faccio finta di niente, continuo a lanciargli un paio di occhiate ogni tanto.
“Complimenti, hai una bellissima voce! Capisco perché ti piaccia cantare…” dice lui quando, a un certo punto, mi fermo, appoggiandosi al suo davanzale con i gomiti.
Wow, ok, stiamo parlando, mi ha fatto un complimento. Perché mi sento così? Un sacco di persone si sono complimentate con me per la mia voce, ma non mi hanno mai fatto questo effetto. Neanche Nick…
“Grazie…” rispondo.
“Tu canti tutte le sere? Perché ieri sera non ho sentito la tua voce…”
“Di solito canto sempre, ieri sera non l’ho fatto non so perché. Evidentemente, non ci ho pensato…”
“Mmh… Aspetta lì…” dice , con l’aria di chi ha appena avuto una grande idea.
Che starà macchinando?
Lo vedo tornare quasi subito con un chitarra in mano. Si siede sul davanzale, nel senso opposto al mio, in modo da poterci guardare in faccia con più facilità, immagino.
Comincia a pizzicare le corde del suo strumento, riconosco la melodia di ‘A Thousand Years’.
“Dai, so che la conosci…” mi invita a cantare, quando l’introduzione è quasi finita.
Ok, se proprio ci tiene, io dal canto mio non posso che essere contenta che lui mi abbia offerto questa occasione.
Gli rispondo con un sorriso, cominciando a cantare subito dopo. A differenza di prima, alzo di più la voce.
Man mano che la canzone va avanti, lo vedo sorridere. Mi sembra di avergli fatto una buona impressione, lui ne ha fatta una buona a me, si prospetta come minimo una bella amicizia.
Nel vicinato, più precisamente nelle case dei più curiosi e di quelli che ogni sera assistono alle mie performance, si affaccia qualche persona. Certo, effettivamente non sono abituati a sentire l’accompagnamento della chitarra, vogliono vederci più chiaro.
In pratica escono in più di quanto pensassi. A quanto pare, ho un pubblico più consistente rispetto alle mie aspettative.
Quando Ross finisce la sua parte, cantiamo il ritornello insieme.
Nel frattempo la gente si è anche piazzata fuori addirittura con le sedie. E i più golosi si sono presi qualcosa da sgranocchiare mentre fanno da spettatori. In primis, Rocky. 
Anche i Lynch sono usciti fuori, così come la mia famiglia.
Quando finiamo, ci sorridiamo, poi prestiamo attenzione agli applausi che vengono da sotto e ringraziamo.
Pian piano le persone rientrano nelle rispettive case. Non sarebbe male “esibirci” così ogni sera, mi sono divertita…
Comunque, siamo rimasti di nuovo soli.
“Insomma, siamo un successo!” scherza lui, adagiando la chitarra a terra, nella sua stanza.
“Sembra proprio di si!” concordo.
Dopo qualche risata, rimaniamo un po’ in silenzio, guardando le stelle.
“Sai, si sta proprio bene qui, seduti sul davanzale della finestra…” dice, attirando la mia attenzione su di sé.
“Già…Proprio per questo mi metto qui tutte le sere. Solo che sono sempre stata sola, anche quando c’erano i vecchi vicini…”
“Beh, ora ci sono io a copiarti e farti compagnia”
“Si, e per fortuna, mi ero stancata di starmene qui senza nessuno…”
Ci sorridiamo, poi torniamo in silenzio.
“Da quanto tempo è partito tuo padre?” mi domanda a un certo punto.
“Non molto, il giorno prima che voi arrivaste… Eppure già mi manca… Ti avverto già ora, io sono una persona molto emotiva” rispondo.
“Capito”
Nel presente
“Che succede?” mi domanda, vedendo che ho smesso di consumare il mio panino del McDonald’s “Qualcosa non va?”
“No, tutto apposto” cerco di tranquillizzarlo e non farlo preoccupare per me.
“Già ti mancano, vero?” sospira, lasciando intendere che per lui è lo stesso.
Purtroppo ha ragione. Ho già nostalgia, e anche lui ne ha.
“Si, è così… A te?” rispondo.
Annuisce, un po’ sconfortato. 
Mi chiedo se prendere questa scelta così drastica per davvero ci porterà a ottenere dei risultati…
“Però… Si tratta di una cosa che vale la pena fare” dico “Alla fine, non sarà per sempre…”
“Infatti, penso anche che cederanno in fretta”
Nel passato
“Buonanotte, Marty!” mi saluta.
“Buonanotte, Ross!” ricambio.
Scendo dal davanzale, rimetto i piedi per terra, torno verso il mio letto. Mi giro un’ultima volta, prima di sdraiarmi e prepararmi a dormire. Non so, ho come la sensazione che sentirò la mancanza di Ross stanotte. Che la mamma avesse ragione?
****
Dunque si, come dicevo, mi innamoro sempre di Ross ups. Oh e non fate caso alla mia perversione...
Si insomma, grazie lettori, se vi va di recensire, fatelo perchè mi rendereste molto molto felice e... basta, ciao, oggi ho già aggiornato due volte, in più scrivo fanfiction su commissione per le mie amiche e scordatevi di me per un po'!!
   
 
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