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Autore: Neon5    10/07/2015    2 recensioni
La vita ad Annabel non aveva fatto altro che mostrarle prove insormontabili, che avevano inciso profondamente e danneggiato la sua psiche e la sua salute; tuttavia il suo passato non era nient'altro che l'inizio di una serie di sfortunati eventi.
E tuttavia si ricordava ancora di due fratelli, che aveva conosciuto in un remoto passato e che in qualche modo avevano influenzato la donna che era diventata oggi.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Corazòn, Donquijote Doflamingo, Donquijote Family, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Vacanza





Ho sempre avuto la brutta abitudine di non rimettere mai a posto le mie cose dopo averle prese, e per tale motivo la mia camera sembrava più una specie di ripostiglio che una stanza da letto. Ma cosa diavolo pretendevo, ordine? Pulizia? Insomma, era pur sempre la camera da letto di un pirata o no?!
Forse il caos che mi circondava altro non era che l'espressione del disordine che mi portavo dentro, e l'unica cosa che abbelliva un po' la mia camera era quel piccolo albero bonsai poggiato sul comodino. Più lo osservavo e più le mie palpebre diventavano pesanti; quella sera, non sapevo come, ma avevo decisamente più sonno del solito. Forse ero solo un po' più tranquilla, e il fatto che la compagnia telefonica fosse riuscita, sotto minaccia, a cambiare il nostro numero in soli cinque giorni aveva decisamente alleviato parte delle mie preoccupazioni. Eh già, solo in parte, perché sapevo bene che non era una soluzione definitiva, ma almeno avrei guadagnato tempo, tempo che avrei dovuto impiegare per trovare lui e spiegargli tutto prima che fosse troppo tardi.

Stringevo il cuscino forte a me, pensavo a lui, e mentre lo facevo non cessavo neanche per un istante di maledirmi; perché ero stata così codarda quella volta? Perché non ero riuscita a dirgli chi ero veramente?
Io ero sempre stata strafottente con tutto e con tutti, con me stessa in primo luogo, non mi ero mai fatta troppi problemi a dire in faccia alle persone cosa pensavo di loro... Ma allora che cosa mi succedeva quando avevo di fronte lui, perché con lui non ci riuscivo ad essere così?!
Ma forse la risposta ce l'avevo già, ed era anche molto semplice e non aveva nulla a che vedere con il mio essere strafottente o meno: io avevo avuto paura. Paura, ma di che cosa? Di chi? Di Rocinante? Era davvero impossibile avere paura di lui, per il semplice fatto che lui era una persona magnifica, unica, ma c'era un dubbio che mi assillava, lo stesso dubbio che mi aveva bloccata quel giorno e che mi aveva impedito di dirgli la verità: cosa avrebbe pensato se gli avessi detto chi ero? Ne sarebbe stato felice o no? Cosa pensava lui di me, che ricordo gli avevo lasciato? Anche lui, così come suo fratello Doffy, credeva che io fossi malvagia? Non sapevo davvero cosa pensare; no, non avevo paura di lui, avevo decisamente paura di me stessa.

« Annabel, posso entrare? »
« Sì, entra pure Ines, la porta è aperta ». Mormorai con la testa immersa nel cuscino.
« Accidenti, che voce tenebrosa che hai! Ma s-stai bene?! » chiese, sedendosi sul letto dov'ero io e tirandomi via il lenzuolo di dosso.
« Ines, è quasi mezzanotte e io vorrei dormire, quindi se non hai nulla d'importante da dirm... ai! Che cazzo fai?! » urlai sollevandomi di colpo, « p-perché mi hai strappato un capello?! »
« Ma era tutto bianco! » replicò con aria innocente, « e poi guarda, qui ne hai anche altri due... »
« Eh no, sta' ferma ora! Giù le mani! » sbottai alzando mi scatto, « preferisco tenermi i capelli bianchi piuttosto che farmi pelare un capello alla volta! »
« Uffa quanto sei permalosa! » esclamò imbronciata, « Comunque, sono venuta qui per farti assaggiare la mia crostata di mele, e ti ho portato anche questa tisana... Ti farà bene, credimi! » concluse con un sorriso.
Quella ragazza era davvero imprevedibile, aveva la lingua lunga e la delicatezza di un elefante, ma quando voleva lei sapeva tirare fuori una dolcezza unica. Quando voleva lei.
« Hey Ines, non è che c'è qualcosa che dovresti dirmi? » chiesi, inarcando un sopracciglio e scrutandola negli occhi.
« Ehm...sì, ci sarebbe una cosa... » rispose con voce esitante, « Ce l'hai presente il sacco da boxe quello nero che c'è in palestra? Ecco, sono stata io a sfondarlo! »
« Eh eh, dovresti imparare a controllare meglio la tua forza o finirai per sfondare anche la nave, » ribattei con un sorriso, « comunque non è un problema, c'è ancora della sabbia nel magazzino se non sbaglio, si può riparare ».
« Davvero non sei arrabbiata Annabel? » chiese, afferrandomi per i polsi e guardandomi fisso con occhi speranzosi.
« No che non lo sono, hai solo sedici anni... » risposi, districandomi delicatamente dalla sua presa e poggiandole una mano sulla testa, « Sai, anch'io alla tua età facevo fatica a gestire l'Haki dell'Armatura e combinavo parecchi casini, ma sono sicura che se ti alleno ancora alla fine riuscirai a farcela. Guardami, sono qui, ho vent'anni e godo di ottima salute, per quale motivo non dovrei riuscirci con te? Un giorno magari mi raggiungerai... »
« Lo credi davvero Annabel? Ah, menomale allora! Grazie, grazie, ti voglio bene! Sei il maestro migliore che si possa mai avere! » esclamò, buttandosi fra le mie braccia e stringendomi con forza, « tu non sei solo il mio maestro, sei anche l'amica migliore che si possa mai desiderare! »
« Hey, va bene così, » dissi, cercando di scrollarmela di dosso, « non devi ringraziarmi, ciò che faccio per voi lo faccio solo perché mi piace e ho voglia di farlo, e vedo in voi un ottimo potenziale. Va' a nanna adesso, su! »
« S-sì! Buonanotte Annabel! »
« Notte, e chiudi bene la porta per favore! »

Mangiai la crostata di mele e tornai ad accucciarmi sotto le coperte, quella notte faceva decisamente freddo. Il vento ululava da dietro la finestra, e sentivo i rami delle piante che tenevamo sul ponte sbattere contro il vetro senza sosta.
Stavo per addormentarmi, quando all'improvviso il lumacofono iniziò a squillare; chi diavolo era a quell'orario? Avevamo cambiato numero da poco, e l'unico a cui lo avevo dato era Garp. Ma possibile che fosse davvero lui?
Mi alzai dal letto e timidamente mi avvicinai al comodino su quale stava poggiato il lumacofono. Non sapevo se rispondere o meno, e sinceramente quella telefonata improvvisa mi aveva turbata, speravo che smettesse di squillare presto, ma visto che non lo faceva mi presi di coraggio e alzai la cornetta.
« Pronto? » chiesi timidamente.
Silenzio. Non era un buon segno. Quella situazione non mi piaceva per niente, e più il tempo passava e più sentivo il cuore arrivarmi in gola.
« Senti, chiunque tu sia... io non ho tempo da perdere, credo che tu abbia sbagliato numero... » dissi, mentre tremante mi accingevo ad abbassare la cornetta.
« E invece io credo proprio di non aver sbagliato ».
No, non poteva essere vero, non poteva essere davvero lui. In quel momento fui pervasa da una forte ansia, ed ero così talmente agitata che non sapevo neanche cosa dire, non ero più in grado neanche di pensare lucidamente; no, non poteva essere vero, forse era solo un sogno, solo un bruttissimo sogno!
« Annabel, va tutto bene? Perché non rispondi, sei sorpresa? Non dovresti esserlo, ormai dovresti saperlo bene che se io voglio qualcosa non desisto tanto facilmente... »
No, non stavo sognando, quello era davvero lui... Cosa dovevo fare? Dovevo riattaccare, riattaccare e continuare a scappare? No, ero stufa di scappare, e stavolta volevo proprio dirgliene quattro anch'io.
« Sono sorpresa e disgustata, » replicai con tono sprezzante, « Sì che lo so, purtroppo ti conosco bene, so che pur di raggiungere i tuoi obiettivi non ti fai il benché minimo scrupolo... Dimmi, quanta gente hai dovuto corrompere o ammazzare per ottenere questo numero? »
« Non importano i mezzi, conta solo il risultato, mia cara Annabel... Cosa stavi facendo? Visto l'orario presumo che tu sia a letto fra le coperte... Ti ricordi dei vecchi tempi, Annabel, quando dormivamo insieme noi tre e tu ti stringevi forte a me? Ti sentivo tremare per il freddo e io ti riscaldavo... »
« No! » urlai, « Ho dimenticato tutto nel preciso istante in cui hai premuto quel maledetto grilletto! Hai ammazzato anche il tuo stesso padre, tu sei malato! Non voglio avere più niente a che fare con te, niente! Mi dispiace del tempo che ho trascorso con te, credimi, ma ho rimosso tutto dalla mia mente! »
« Annabel dai, non fare così... So che per te è difficile accettare quello che ho fatto, perché tu amavi tuo padre, ma nel mio caso era diverso! Mio padre era solo un traditore che ha condotto la sua stessa famiglia alla rovina! Annabel... in fondo in fondo io e te siamo uguali, abbiamo gli stessi obiettivi! Noi vogliamo che loro paghino per tutto quello che ci hanno fatto! »
« Loro chi? Il mondo intero?! Tu vuoi davvero distruggere il mondo intero! Doffy, tu stai delirando! » urlai esasperata.
« No Annabel, voglio solo riprendermi ciò che è mio, e tu sei una di queste cose... Non riesco a smettere di pensarti, e l'unica cosa che desidero è stringerti forte fra le mie braccia come allora... »
Cosa? Con quale coraggio lui si permetteva di dirmi una cosa simile? Lui era solo un maledettissimo mostro, lui non aveva un cuore, lui non poteva provare dei veri sentimenti! Ero amareggiata, disgustata.
« No... Adesso tu devi smetterla... Devi smetterla, hai capito?! Smettila di prendermi in giro, smettila di perseguitarmi! Smettila, cazzo! » replicai urlando, « Cosa c'è, le tue concubine non ti scaldano il letto abbastanza e così vuoi reclutare anche me?! »
« Cosa c'è Annabel, sei gelosa? » ribatté con tono ironico, « Ho avuto moltissime donne non posso negarlo, ma nessuna donna è come te, nessuna... Io voglio solo te, perché tu fai parte della mia famiglia, ho dei progetti molto importanti per te! »
« Io? Gelosa di uno come te?! Va' al diavolo, e sai cos'altro ti dico? Me ne sbatto di te e dei tuoi progetti che ti sei prefissato per me senza il mio consenso! Tu pensi solo a te stesso, non te ne fotte niente del prossimo! Non mi farò usare da te, hai capito?! Non lo farò mai! »
« Sei una donna difficile, molto difficile, mi piaci quando fai così... Eppure sai cosa ti dico? Sarai tu a tornare da me, e lo farai molto presto! Metterai da parte l'orgoglio e tornerai da me, Annabel! »
« Cosa vorresti dire? » chiesi in preda al panico, « Cos'hai in mente? »
« Lo capirai a tempo dovuto, adesso buonanotte mia cara, dormi bene ».
« Cosa? Che significa? Pronto? Pronto?! Vaffanculo, ha riattaccato! » urlai, lanciando violentemente la cornetta sul pavimento. Che diavolo aveva in mente quel bastardo, perché mi aveva detto quelle cose? Cosa voleva da me?!
Forse aveva ragione lui, era inutile scappare, e la sua mente malata gli faceva credere che io gli appartenevo; qualunque cosa avesse in mente mi terrorizzava, non riuscivo neanche ad immaginare cosa volesse da me.
Mi buttai di nuovo sul letto, tornai ad abbracciare il cuscino e stavolta scoppiai in lacrime; erano lacrime di rabbia le mie, quella situazione mi stava portando sull'orlo di una crisi di nervi.


                                                                                       ✣ ✣ ✣


Il mattino seguente mi risvegliai sul pavimento, non avevo fatto altro che rigirarmi fra le lenzuola per tutta la notte e alla fine, esausta, mi ero addormentata nelle prime ore del mattino. Mi sentivo davvero uno straccio, altro che sonno ristoratore. Mi alzai a fatica, e barcollante mi diressi verso il comodino, afferrai lo specchio e mi guardai; avevo le occhiaie e i capelli arruffati, non avevo un bell'aspetto.
Scesi al piano di sotto, attraversai il corridoio e giunsi in cucina, dove tutti erano seduti a fare colazione. Facevano un baccano terribile, possibile che non riuscissero a mandare giù due bocconi senza schiamazzare in quel modo assordante?!
« Hey Annabel, va tutto bene? » chiese Christa, alzandosi dal suo posto e scrutandomi negli occhi con uno sguardo preoccupato.
« A meraviglia, » replicai a voce bassa, « piuttosto... dove ci troviamo? »
« Siamo diretti verso l'isola di Vulcania... Sai, le ragazze non vedono l'ora di andare a fare shopping, e con tutti i soldi che abbiamo adesso possiamo permettercelo! » disse sorridendo.
« Sì Annabel! » aggiunse Ines raggiante di felicità, « Sai, voglio comprare un sacco di cose! Voglio rifarmi il guardaroba, e stavolta non devo neanche preoccuparmi per il prezzo! Su questo volantino che ho trovato sull'arcipelago Sato ci sono dei trattamenti di bellezza fantastici! Voglio provare quel trattamento per i capelli che c'è in questa pagina, dicono che faccia scomparire le doppie punte! »
« Tsk, ma davvero tu credi che una banalissima maschera per capelli ti faccia sparire quelle orrende doppie punte che ti ritrovi? Sei davvero ingenua, » replicò Miriam con tono derisorio, « quelli fregano solo i soldi alle babbee come te! Lo sanno tutti che le doppie punte si tagliano! »
« Io non mi taglierò mai i capelli, » ribatté Ines infuriata, « e poi chi sarebbe la babbea? Tu l'altra volta hai lavato il mio vestito di seta con l'acqua bollente! Lo sanno tutti che la seta si lava con l'acqua fredda! Me lo hai rovinato, ed è tutta colpa tua! »
« Tu non mi avevi detto che era di seta! Mi avevi detto che era di cotone! »
« No, io ti avevo detto che era l'altro di cotone, quello nero! Ma tu sei sempre distratta e non ascolti mai! »
« Distratta io?! Tu sei... »
« Adesso bastaaa! » urlai, sbattendo entrami i pugni sul tavolo, « E che cazzo! Ma quanti anni avete voi due, quattro o cinque? E poi cos'è questa storia?! Stiamo davvero andando in una fottuta spa?! Ma non abbiamo neanche cambiato l'oro in denaro, come diavolo volete andarci a fare compere?! » chiesi infuriata, « Abbiamo alle costole un casino di nemici che vogliono farci fuori e noi andiamo a rilassarci e fare shopping in una fottutissima spa! Christa, per la miseria, ti sei rincoglionita anche tu?! »
« E dai Annabel, cosa sarà mai prendersi un po' di riposo una volta tanto, ci farà bene, soprattutto a te, credimi! Si vede che sei stressata! »
« Sai cosa mi farebbe bene? No, non lo sai, nessuno di voi lo sa! » dissi, mentre uscivo dalla cucina infuriata.
« Annabel, ma non fai neanche colazione? » chiese Ines con la bocca piena, « tieni almeno questo! » disse, lanciandomi un toast con prosciutto e olive, che io afferrai al volo.
« Ecco, tu sì che ci hai azzeccato, è il mio preferito... Okay, andiamo a Vulcania, non mi sembra che mi avete lasciato altra scelta, però... vi do tre giorni, tre giorni e non di più. Tre giorni per comprare tutto ciò che volete e provare tutte le cazzate che ci sono scritte in quella rivista, va bene? Vi bastano? »
« Sì, sì! » Urlarono le ragazze tutte insieme.
« Eh?! Tre giorni?! Ma sono troppi! Ehm... e io c-cosa faccio? » chiese Jeff balbettando, « mica sono una femmina io! Non m'interessano i trucchi, i vestiti o i massaggi per le rughe! Che diavolo dovrò fare per tre giorni interi?! »
« Dovrai tenere il becco chiuso, credi di poterci riuscire o ti viene difficile? D'altronde sei stato tu a voler venire con delle “femmine” o sbaglio? » Replicai con tono tagliente.
« Jeff, amore mio, mi aiuterai a portare le borse, vero? Voglio comprare tantissime cose ora che siamo diventati ricchi sfondati! » Esclamò Isabel, buttandosi fra le braccia di Jeff.
« Sentito, sembra che avrai mooolto da fare nei prossimi giorni, non rischierai di annoiarti! Auguri sfigato! » dissi ridacchiando.
Presi un paio di toast e mi avviai sul ponte, volevo stare un po' da sola per poter riflettere. Forse dopotutto Christa aveva ragione, quella piccola “vacanza”, se così si poteva definire, forse mi avrebbe fatto bene, e forse chissà, magari sarebbe stata l'ultima che avrei trascorso con loro. Odiavo pensare a questa eventualità.


Sbarcammo su Vulcania nel pomeriggio; un'isola tranquilla, soleggiata, con gente che schiamazzava e ballava a ritmo di odiose musiche caraibiche. Dai, dovevo sopravvivere in quel posto “solo” per tre giorni, ce l'avrei fatta a resistere?
Sì forse, occorreva solo trovare degli ottimi tappi per le orecchie e una postazione all'ombra, dove né i raggi solari e né gli sguardi indiscreti potessero scalfire la corazza che mi ero imposta di portare.



 


Salve lettori, o forse dovrei dirvi buonanotte visto l'orario ihih... :D
Non mi faccio viva da parecchio tempo lo so, e mi scuso per questo, ma sto lavorando su un paio di progetti dove la mia presenza è indispensabile, e quindi vi chiedo ri-perdono...
Voglio portarla avanti questa storia, ho in mente tutto fino alla fine, e poi scrivere mi piace, ma purtroppo (?) sono davvero tante le cose che mi piacciono fare e quindi... e quindi ho poco tempo :)
Grazie per le recensioni che mi avete lasciato, vi risponderò, e grazie anche a tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite e/o seguite ;)

 

  
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