Prima di lasciarvi alla lettura vi ringrazio a tutti voi che seguite questa fic con tutto il cuore (utenti o no di efp).
Un ringraziamento speciale per chi mi ha messo tra i preferiti (ed è un onore per me farne parte ) e per quelli che un piccolo commento lo hanno lasciato.
Che dirvi BUONA LETTURA ^_^
6°CAPITOLO
Sembrava che il
tempo si fosse fermato, come se quella rivelazione avesse congelato tutto ciò
che li circondava e quei volti impietriti da quegli avvenimenti che nessuno si
sarebbe mai immaginato; solo Yuri che aveva interpretato il comportamento del
ragazzo attraverso la sua professione che l’ha portata ad assistere casi del
genere, persone che subivano violenze ed molte di esse senza reagire
e come medico ha sempre cercato di
essere in qualcun modo utile per aiutarli non solo nel guarirli fisicamente ma
anche nell’animo, nel profondo suo cuore aveva sperato che quel ragazzo così
meraviglioso non fosse a conoscenza di questo tipo di dolore.
Yuri strinse ancor più forte quel
ragazzo al suo petto per trasmettergli quel calore che da tempo quella dolce
creature aveva bisogno e l’affetto che lei provava per lui e posò il suo sguardo
sulla figura del figlio che aveva gli occhi colmi di dolore e di rabbia. Si,
anche di rabbia perché ora capiva tante cose; capiva che tutte quelle volte che
il rossino si presentava a scuola con ferite, lividi e gli veniva chiesto come
se li era procurate lui per eludere ai chiarimenti che venivano posti rispondeva
lapidario che aveva fatto a botte con qualche teppista e dalle tribune lui aveva
sempre notato che il resto dell’armata (solo in qualche sporadica occasione) non
avevano alcun tipo di contusione, ma nessuno faceva caso a ciò, poiché, per
tutti Hana era un teppista; invece la realtà era differente; il piccolo rossino
era vero che faceva ogni tanto a botte con i teppisti, ma solo quando li vedeva
far del male a qualcuno e lui per via del suo carattere buono e altruista
interveniva per aiutarli e qualche volta capitava che uno di quei gruppetti di
delinquenti lo cercava per vendetta. Ora, gli era tutto chiaro, ogni volta che
vedeva che solo lui aveva quelle lesioni voleva dire che a causarle era
quell’uomo ed era addolorato di ciò di non averlo intuito prima, proprio lui che
si considerava un ottimo osservatore non aveva capito nulla, sarà stato per via
del carattere allegro, per la forze di carattere che possedeva e il l’ottimismo
che l’altro mostrava che aveva
contribuito a non fargli vedere ciò che era evidente e quel disegno aveva
dissipato ogni dubbio a riguardo.
Lentamente si
avvicinò a suo amato che tremante si trovava tra le braccia di sua madre e
dolcemente gli posò una mano su quella zazzera rossa e delicatamente lo
accarezzava, gli doleva ancora di più il cuore per tutte le volete che anche lui
era la causa di quelle ferite non solo fisiche ma anche quelle provocate al suo
cuore.
- Rukwa sei
tu? Ma cosa succede e come mai Hana è in quelle condizioni? –
domanda una
voce stridula che appartiene alla babui… ehm sorella del capitano, Haruko Akagi,
che era in compagnia della manager Ayako, Kogure e Mitsui, il gruppetto aveva
dopo essersi incontrati per caso nel centro aveva deciso di andare tutti insieme
a mangiare qualcosa al ristorante
The flavors of the world
“I sapori del mondo”, (in pratica dove
lavora Hana).
- HANA, HANAAA –
Urla un Mito a corto di fiato per la corsa, arrivando insieme ad altri due
uomini mori di bell’aspetto, il primo era alto e molto magro dagli occhi scuri e
il secondo altezza media e occhi grigi.
Il ragazzo raggiunge il suo amico senza osservarsi intorno, in quel momento
esisteva solo il suo amico/fratello ferito che si stava pian piano ripetendo,
mentre i due uomini dopo essersi assicurati che Hana fosse in buone mani si
avvicinarono a Soichiro che teneva ancora immobilizzato l’uomo.
- Noto che sei di nuovo ubriaco Yamato e posso solo immaginare cosa volevi da
tuo figlio!–
Esclama il moro più basso, guardandolo
con odio per come aveva ridotto il nipote. Erano anni che cercava di aiutare il
cognato, che dopo il primo anno dalla morte della moglie, non che la sua adorata
sorellina, aveva iniziato a bere dal dolore. Dopo un’ anno che ha cercato di
essere comunque un buon padre il dolore per la perdita della moglie lo aveva
schiacciato ed iniziò a bere, le prime volte che tornava a casa fracido di
alcolici urlava solo al bambino, ma dopo un po’ iniziò ad alzare le mani e la
madre per evitare che il nipote venisse seriamente ferito lo portò via nella sua
villetta e iniziò con il marito a prendesi cura di un bambino sette anni che si
credeva la causa del male del padre ed in vani furono
i tentativi dei due di aiutare il figlio e ricostruire il legame tra lui e il
nipotino.
Ma negli ultimi tempi dopo la morte della nonna del ragazzo, già in passato
quelle rare volte che lo incontrava ed era ubriaco gli si avvicinava e lo
picchiava, adesso invece gli incontri non finivano solo che il giovane le
prendeva, ma gli sfilava anche i soldi dal portafoglio.
- E beh a te che importa Eichi, che il mio caro cognatino è preoccupato che il
nipotino si è fatto la bua !?! –
Gli disse con disprezzo e rabbia.
- Il male che tu gli stai procurando, GUARDATI!!! Quanto in basso sei caduto
amico mio, rubi i soldi di tuo figlio –
Gli disse quello più alto con sguardo addolorato e prendendo il portafoglio del
rossino.
- Mio caro amico Kayoko, per me quel mostro lì è solo un peso, non è niente e mi
sto solo pretendendo solo quello che mi spetta come padre . –
Dice con ancora più cattiveria.
- MITO, per te sono Mito, il mio amico è morto insieme alla moglie tempo fa,
quello che vedo qui e me lo hai dato tu come conferma è un uomo privo di anima –
furente gli avevo detto.
- Sei tu il mostro, hai perso una moglie ma era una madre, il dolore non è stato
solo il tuo anche lui ha sofferto
molto e ancor di più vedendosi rifiutato dall’unico genitore che gli era
rimasto, e tu vieni a parlare in questo modo – disse fuori di se Eichi
- Hai perso una moglie, ma avevi ancora il frutto del vostro amore, tuo
figlio,una creatura che aveva bisogno di voi per superare il dolore per la
perdita di un genitore, di una guida di un punto di riferimento e allo stesso
tempo era il vostro sole, perché un figlio ti da sempre la forza necessaria per
dare il meglio di noi stessi solo per essere guardati con quegli occhi sognanti
il loro eroe personale, aveva bisogno di un sostegno per crescere e imparare a
vivere ed essere sicuro che qualsiasi scelta lui prenda può avere il sostegno di
un padre che per lui è un pilastro una certezza, che anche se mette un piede in
una fossa ci siano le vostre mani a tenerlo saldo, quando ogni giorno ti alzi e
lo guardi vedi tutto il tempo che condividete, le risate, le carezze ciò che gli
hai insegnato e quello che lui ha insegnato a te. Si! Anche i figli ti insegnano
tante cose, ciò che da adulti noi vediamo con difficoltà loro la vedono i modo
molto semplice e con quella semplicità insieme alla loro ingenuità ti fanno
vedere la vita su un’altra prospettiva. – questo fiume di parole e sentimenti
erano state pronunciate da Soichiro che fissava con amore e orgoglio la moglie e
i propri figli.
- Lui ha lo stesso colore dei suoi capelli, la sua dolcezza, il suo carattere,
ogni giorno vedevo lei e il dolore aumentava e non riuscivo più a gestirlo, ogni
giorno mi alzavo pensando che io non potevo essere come lei e che non potevo
prendere il suo posto… - parole dette con dolore da Yamato, mentre scendevano
senza sosta le lacrime che da tempo non riusciva a versare.
- Ma ho la tua fisonomia, ho i tuoi occhi, ho il tuo sorriso, la tua forza e
vivacità, ho preso da entrambi e non avrei mai voluto che tu sostituissi la
mamma, volevo il mio solido papà forte che dopo una dura giornata di lavoro e
gli impegni tornava a casa e mi
abbracciavo, che mi lodava per i buoni risultati o mi riprendeva per le mie
marachelle e poi riderne insieme, lei era quella che mi coccolava, mi svegliava
con i baci, quella che condivideva con me tutto il suo tempo e mi preparava i
miei dolci o piatti preferiti ed insieme li preparavamo per il tuo ritorno,
colei che mi aiutava a prepararti le sorprese e mi guardava dolcemente, ma
alcune di queste cose anche tu me li
donavi ogni giorno in quelle poche ore che eri disponibile per me, di certo non
preparavi biscotti con me, ma l’amore, le coccole, le sorprese, le marachelle
che facevano disperare la mamma e poi farla sorridere con noi, ogni piccolo
gesto che mi donavi con amore erano importanti, per questo mi sentivo triste e
amareggiato, perché non riuscivo più a farti sorridere, metre prima ogni gesto,
anche solo lo strofinio delle piccole manine, strette a pugnetto, agli occhi
appena mi svegliavo ti faceva sorridere, poi tutto era diventato difficile e
allora mi impegnavo tanto in tutto solo per vederti sorridere come un tempo –
sentimenti che venivano finalmente detti dal piccolo Hana che abbracciato in
quel momento alla sua Volpetta osservavano il padre ancora con affetto
nonostante tutto il male.
Il gruppetto di amici che avevano assistito al dialogo, non avevano parlato e
cercato di fare qualcosa per quanto erano rimasti sconvolti per ciò che avevano
appreso sul compagno di squadra.
Continua -_^
Piccola nota:
Il titolo del ristorante lo tradotto con il traduttore:
I sapori del mondo - The flavors of the world
In giapponese lo ha tradotto così :
Non so se è giusto, ma è ciò che ha tradotto