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Autore: Horse_    10/07/2015    13 recensioni
Sono passati quasi sette anni dall'ultima stagione di The Vampire Diaries, precisamente la settima. Ogni attore ha intrapreso la propria via da percorrere, cercando di vivere al meglio la propria vita, così come hanno fatto Ian e Nina.
Ian si è sposato con Nikki Reed, storica attrice di Twilight, mentre di Nina si sono perse le tracce. Nina, in realtà, ha proprio voluto sparire dal mondo che l'aveva aiutata a diventare famosa e ben amata da tutti perchè si porta dietro un segreto troppo importante da proteggere. Due bambini con gli occhi azzurri come il mare da tenere al sicuro da chi non li vuole e non si è mai interessato a loro.
Le cose tra Ian e Nikki, intanto, vanno sempre peggio e sono più i giorni in cui litigano che quelli in cui sono felici.
La ripresa dell'ottava stagione porterà tanti guai e a galla cose non dette, ma forse aiuterà due persone che si amano ancora alla follia a ritrovarsi dopo tanto -troppo- tempo.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice Accola, Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Paul Wesley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                  Meeting.

Twenty-Fifth Chapter.


Pov Ian.

(Qualche ora prima!)

Non sono mai stato così nervoso in vita mia, insomma… Non è per Nikki, ma per i gemelli. Hanno già espresso di essere contrari a questa situazione e mi dispiacerebbe un sacco se non accettassero Nikki. Lei è mia moglie, loro i miei figli, e non voglio rinunciare a una delle due cose per l’altro… Non potrei mai abbandonare Nikki, ma nemmeno i miei figli. Vorrei solo che l’accettassero, non tanto come una mamma, ma più come una amica e magari più in là potrebbero anche fidarsi completamente di lei.
I bambini sembrano non essersi accorti del mio malumore e bisticciano felici sul fatto di chi potrà accarezzare prima il mio cane e se potranno farlo conoscere anche a Spike. Sorrido nel vederli così felici e eccitati per le nuove scoperte e parcheggio la macchina giù di casa. Entriamo tutti insieme nel palazzo e poi nell’ascensore e poi ci dirigiamo al sesto piano, dove abbiamo l’appartamento io e Nikki.

 

“Papà, vero che Nietzsche non morde?”- mi domanda Stefan.

“No.”- gli scompiglio i capelli ridacchiando. –“E’ il cane più buono del mondo, vi piacerà sicuramente.”

 

Non serve nemmeno che suoni visto che ho avvisato mia moglie del nostro arrivo e trovo la porta leggermente socchiusa. Non appena entriamo Nietzsche si fionda sui bambini quasi travolgendoli seguita anche dagli altri due cani. I miei figli non si fanno nessun tipo di problema e si fanno liberamente leccare e buttare giù da quei cuccioli leggermente troppo cresciuti. Non hanno mai avuto bambini in casa ed è una novità che sembra piacere anche ai gemelli visto che hanno a che fare con cani che non sono più cuccioli.

Dalla sala fa il suo ingresso Nikki che non appena si accorge di noi mi sorride leggermente imbarazzata e posso capirla perfettamente visto che non sa cosa fare: insomma per loro è una sconosciuta che non ha nessun legame con loro. Non le ho accennato niente sul fatto di quello che hanno detto su di lei l’altro giorno, quando eravamo tutti insieme sul camerino, perché mi dispiacerebbe troppo ferirla visto quello che ha passato. Le faccio segno di avvicinarsi a noi mentre i bambini sembrano non accorgersi di lei troppo impegnati con Nietzsche che sembra avere un amore spropositato per loro e continua a scodinzolare e a leccare loro la faccia facendoli così ridacchiare.


 

“Joseph? Stefan?”- li richiamo all’attenti.


 

I bambini si alzano dal pavimento e si avvicinano, seguiti da Nietzsche che continua a scodinzolare instancabile.


 

“Lei è… Nikki.”- la indico con una mano e sorrido. –“Mia moglie, la donna di cui vi avevo già parlato.”


 

Ora spero solo che non dicano niente e che in qualche modo l’accettino, sarebbe già un enorme passo avanti.

 

“Papà ci ha parlato di te.”- inizia Stefan timidamente nascondendosi dietro le mie gambe e facendo spuntare solo la testa.

“Non prenderai il posto della nostra mamma, vero?”- domanda poi Joseph titubante.


 

Ecco, come non detto. Guardo Nikki mortificato e la trovo immobile leggermente risentita per le domande e per l’accoglienza e posso capirla perfettamente. E’ come mi sentivo io preoccupato per un loro rifiuto, ma con me è andata anche troppo bene.

Le accarezzo una spalla e mi scuso con lo sguardo per i bambini. 


 

“No, io…”- balbetta non trovando le parole adatte.

“Nikki non prenderà il posto di nessuno.”- dico abbassandomi alla loro altezza. –“Sono sicuro che vi troverete bene anche con lei.”


 

I bambini mi guardano titubanti e mi alzo quasi sconsolato per questo comportamento, ma poi alla fine sorridono e stringono la mano a Nikki –che ora sembra più rilassata.

Ad un occhio esterno sembrerebbe tutto passato, ma io li conosco e so perfettamente che non è così e sono preoccupato. Magari tra dieci minuti potrebbero volerle anche bene, ma se così non fosse?

Se non l’accettassero mai? Come potrei vivere due vite così separate?


 

“Stavo finendo di preparare una torta al cioccolato.”- spiega Nikki. –“Vi andrebbe di darmi una mano?”


 

I bambini si guardano un attimo negli occhi e poi sorridono felici e sorrido anche io con loro. Possiamo sempre iniziare dalle piccole cose ed ero convinto che mia moglie avrebbe trovato un modo per coinvolgerli, è sempre stata brava con i bambini ed è per questo che ne desideravo tanto uno insieme a lei.

I gemelli seguono Nikki in cucina ed io vado con loro curioso di vedere come si evolverà questo rapporto –e anche parecchio speranzoso.

Mia moglie spiega velocemente cosa bisogna fare e i miei figli la seguono attentamente, come incantati. L’aiutano a impastare il tutto, a metterci la cioccolata e a infornarla.

Alla fine c’è più cioccolata nei loro visi e nelle loro mani che nella torta, ma sembrano così felici che lascio perdere.


 

“Papà vuoi assaggiare?”- mi domanda Joseph scuotendo il cucchiaio pieno di cioccolata in aria e sporcando Stefan che lo trucida con lo sguardo.

“Non mi piace molto il cioccolato e penso che sia ora di darci una pulita e di sistemare questo disastro.”- ridacchio divertito.


 

Li accompagno in bagno e li aiuto a pulirsi la faccia e le mani, poi do loro il cambio di vestiti e li lascio cambiare in tranquillità mentre raggiungo Nikki in cucina per aiutarla a sistemare tutta la cioccolata che c’è in giro.

La trovo intenta a pulire i mestoli quando le arrivo alle spalle facendola sobbalzare.


 

“I bambini?”- mi domanda.

“Si stanno cambiando, hanno voluto fare tutto da soli. Sono grandi ormai.”- le spiego sospirando in modo malinconico.


 

Sembra capirmi al volo e mi accarezza piano un braccio. Hanno sei anni, quasi sette, e certe volte sto male al pensiero di essermi perso sei anni della loro vita. Insomma, non ho visto praticamente niente di loro: la loro nascita, il loro primo dentino, la loro prima parola, i primi gattoni, i primi passi, il loro primo giorno di asilo e tante altre cose che non potrò mai avere.

Però su una cosa potrò recuperare, ovvero il primo giorno di elementari. Prima che litigassimo, io e Nina intendo, mi aveva accennato al fatto che quest’anno andranno alle elementari e sul loro primo giorno di scuola e mi aveva detto, molto timidamente, se volevo accompagnarli anche io e avevo accettato di gran lunga ed entusiasta. Ora li accompagnerò, certo, ma vorrei anche chiarire con Nina, il problema è che ho combinato un gran casino.


 

“Lo so a cosa stai pensando.”- Nikki mi avvolge le braccia dietro al collo. –“Mi dispiace che tu ti sia perso tutto di loro.”

“Non dire così… Avrò tanti altri bei momenti da passare con loro. Sono il loro papà dopotutto.”- le spiego e in un certo senso cerco di rassicurare me stesso.

“Si, ma per colpa sua ti sei perso le cose più basilari. Se solo ti avesse avvertito…”- mormora.


 

Mi scosto leggermente da lei e la guardo negli occhi. Io sono colpevole e anche Nina lo è, però so che lei ha fatto di tutto per cercarmi e almeno qui le credo –so che posso crederle.


 

“E’ state anche colpa nostra, mia soprattutto.”- le dico e vedo che mi guarda confusa. –“Insomma… Siamo spariti per così tanto tempo che era difficile rintracciarci.”

“Lei comunque ti ha nascosto due bambini.”- rincara la dose.

“E io sono scappato.”- rispondo a tono. –“Nikki, non voglio litigare proprio ora. Godiamoci la serata, ti prego.”


 

Annuisce titubante e poi continua a sistemare le cose con il mio aiuto. Il forno annuncia che la torta è pronta proprio quando i gemelli arrivano completamente cambiati.


 

“Possiamo mangiare la torta?”- domanda Stefan con gli occhi che brillano.


 

Si, in questo poco tempo ho capito che Stefan ha un amore smisurato per qualsiasi cosa sia dolce, in particolar modo i biscotti e la cioccolata.


 

“Si deve prima raffreddare.”- spiega Nikki sorridendo. –“Ed inoltre tra poco è ora di mangiare.”

“Nikki ha ragione.”- intervengo. –“Per passare il tempo volete vedere il mio studio?”


 

I bambini annuiscono e mi trascinano via dalla cucina e li porto nel mio studio tappezzato da foto di tutti i tipi.

Si guardano attorno estasiati, come era successo prima con la ISF, e cominciano a guardare ogni tipo di foto che ho sulla parete discutendo animatamente di che tipo sono gli animale e varie altre cose che non riesco a capire visto che stanno parlando contemporaneamente.

Ora stanno discutendo su un Fennec e il dibattito è molto acceso.


 

“Io dico che è un gatto molto strano.”- spara Joseph indicando la foto.

“Per me è una volpe. Guarda le orecchie!”- ribatte Stefan indicando a sua volta la foto.

“Sono troppo lunghe!”- risponde Joseph.

“Ma neanche quelle del gatto sono così lunghe!”- fa notare Stefan.

“Per  me comunque è uno strano gatto.”- si impunta Joseph incrociando le braccia al petto.


 

Ridacchio divertito da questo battibecco e entrambi si voltano verso di me.


 

“Papà, chi ha ragione?”- mi domanda Stefan.


 

Joseph non ha torto, ma quello che ha ragione questa volta è Stefan. Il Fennec viene chiamato anche volpe del deserto ed è il più piccolo canide del mondo.


 

“Il Fennec è una specie di volpe, chiamata anche volpe del deserto, proprio perché vive lì.”- spiego loro e vedo Stefan sorridere trionfante mentre Joseph gli fa la linguaccia.

“Vive nel deserto quindi?”- mi domanda Joseph dimenticandosi completamente di ‘aver perso’ contro il fratello.

“Esatto.”- annuisco sorridendo. –“Si può mimetizzare nella sabbia del deserto grazie alla colorazione del suo pelo. E’ un animale molto furbo, intelligente e molto curioso. Quando si sente osservato scappa mia.”

“E’ molto veloce?”- mi domanda Stefan.

“Non troppo.”- scuoto la testa divertito. –“Si nasconde sotto terra, nelle buche che costruisce. Quello però è un gatto.”


 

Indico la foto di Moke* attaccata alla porta dello studio e i gemelli la guardano incantata. Moke, il buon vecchio, è morto circa quattro anni fa ed era un figlio per me. Ci sono rimasto malissimo per giorni e penso che mi mancherà per sempre.


 

“Chi è papà?”- mi domanda Stefan curioso.

“Lui era Moke, il mio gatto.”- sorrido loro appoggiando ad entrambi una mano sulla spalla.

Era?”- domanda dubbioso Stefan. –“Quindi è morto?”

“Purtroppo si, era molto vecchio. Ora è in cielo con gli altri gatti.”- spiego loro. –“Credo che sia ora di andare a mangiare.”


 

Mangiamo tranquillamente tutti insieme come una famiglia –io e Joseph rigorosamente con cose per celiaci– anche se noto con disappunto che i gemelli parlano praticamente solo con me per questo cerco di coinvolgere maggiormente nelle nostre conversazioni facendo in modo che anche i gemelli riescano a parlare con lei.

Non capisco perché a loro non piaccia Nikki, insomma… Entrambi li abbiamo rassicurati sul fatto che nessuno prenderà mai il posto di Nina e anche Nina stessa l’ha fatto, eppure a loro non va giù Nikki e sarà molto difficile fargliela piacere.


 

“Volete un pezzo di torta?”- domanda Nikki gentilmente ai bambini.


 

Questi annuiscono solo, anche se Stefan ha un sorriso molto più spontaneo perché quando si parla di cibo –schifezze praticamente– è sempre in prima linea, un po’ come Nina. Credo che Stefan abbia preso da lei sotto questo punto di vista. Fortunatamente ho detto a mia moglie di preparare la torta con ingredienti senza glutine così non dovrebbe esserci alcun tipo di problema perché non voglio che mio figlio stia male per una disattenzione e Nina si è raccomandata di questo.

Mangiano la torta di gusto e Stefan ne chiede addirittura un’altra fetta sotto lo sguardo felice di Nikki e io mi perdo ad osservarli tutti e tre, anche se continuo a sentire questo ricorrente buco nello stomaco e non so perché. Sono felice di avere due bambini, anzi, sono euforico, ma non riesco sentire appieno questa felicità; non è per i bambini, ma per la mamma dei bambini, Nina. Mi sento tremendamente in colpa per quello che ho fatto –per tutto quello che ho fatto– e vedo perfettamente che i bambini sarebbero più felici se ci fosse anche Nina qui con noi, lei saprebbe fare qualsiasi cosa per tirare loro su il morale. E manca anche a me. Credo che mi sia sempre mancata dopotutto, ho provato a dimenticarla, forse ci ero anche riuscito, ma ora… Ora è tutto così complicato.


 

“Papà, guardiamo insieme i cartoni?”- mi domanda Stefan scendendo dalla sedia.

“Va bene, ma solo se lo scelgo io.”- gli rispondo ridacchiando.

“E va bene!”- bofonchia Stefan, ma lo vedo comunque divertito.


 

Andiamo a sederci tutti e tre in divano, mentre Nikki finisce di sistemare le ultime cose, e alla fine lascio scegliere i cartoni a loro e puntano per i Fantastici Quattro che non ricordavo nemmeno di avere. Vogliono che mi sieda in mezzo, così posso stare con tutti e due, e li accontento entrambi. Mano a mano che il cartone va avanti si stringono di più a me per arrivare a appoggiare la testa sul mio petto. Stefan sta quasi per prendere sonno, mentre Joseph è strano, troppo tranquillo.

Si tiene le mani sulla pancia e non fiata e non penso perché c’è su il cartone visto che lo sta seguendo distrattamene. Cerco di togliermi Stefan dal petto e lo sistemo meglio sul divano tentando di non svegliarlo, poi mi dedico completamente a Joseph.


 

“Tesoro, c’è qualcosa che non va?”- gli domando piano accarezzandogli la fronte.


 

E’ leggermente pallido, ma comunque non scotta.


 

“Non mi sento… Molto bene…”- mi risponde. –“Mi viene da vomitare…”


 

Mi alzo di scatto prendendolo in braccio e lo porto subito in bagno. Non appena arrivo lo metto subito per terra davanti al water e con la luce accesa posso finalmente vedere che è leggermente più pallido del solito.

Gli accarezzo piano i capelli, ma non succede nulla.


 

“Non ci riesco… Mi fa male la pancia…”- mormora ancora sofferente.


 

Sinceramente non so cosa pensare, ma non devo farmi prendere dal panico. Magari mi sono sbagliato ed ha veramente la febbre, anche se non penso che questi sintomi possano essere riconducibili a un’influenza.

Afferro il termometro dall’armadietto del bagno ed invito Joseph a sistemarsi tra le mie braccia.


 

“Misuriamo la febbre, va bene?”- gli domando dolcemente.


 

Annuisce solo mentre io gli sistemo il termometro sotto il braccio. Non è troppo caldo comunque.

Aspettiamo che il termometro faccia bip e quando lo fa lo afferro subito per controllare, ma come avevo pensato non ha nessuna traccia di febbre. Ha la temperatura corporea normale, non è troppo freddo, ma nemmeno caldo.

Non penso che sia intossicazione alimentare, perché altrimenti a quest’ora staremo male tutti e penso che non sia allergico a niente, altrimenti Nina me lo avrebbe detto. Ma lui è celiaco, come me.

Dannazione! Ho mangiato le stesse cose sue, tranne… La torta. Ha cominciato a stare male dopo aver mangiato quella stramaledettissima torta.


 

“Ti porto in ospedale, non preoccuparti.”- gli poso un bacio sulla fronte. –“Starai bene.”

“Non voglio andare dal dottore…”- si lamenta un poco.

“Stai male, amore.”- gli accarezzo una guancia. –“Non ti faranno niente, ti controlleranno solo.”

“Me lo prometti papà?”- mi domanda alzando stancamente gli occhi verso di me.

“Te lo prometto.”- gli rispondo cercando di infondergli calma, ma io non sono calmo.


 

Sono agitato. Sono preoccupato per mio figlio. Ho paura che possa succedergli qualcosa. E sono arrabbiato. Sono arrabbiato con Nikki dannazione!

Lo prendo in braccio e vado alla ricerca del suo giubbotto nel mio studio e quando lo trovo glielo infilo. Mi dirigo a grandi falcate in cucina e quando Nikki vede me preoccupato e il bambino con il giubbotto sgrana gli occhi.


 

“Ian, cos’è successo?”- mi domanda. –“Il bambino sta male?”


 

Mi mordo la lingua per non urlare e con una mano afferro la scatola di farina, quella usata per la torta –visto che la cioccolata sono sicuro che sia senza glutine. Do una letta ai vari ingredienti e da nessuna parte c’è scritto senza glutine. Anzi… In basso, a destra, c’è scritto alimento contenente glutine e ora vorrei solo strozzarla.

Gliel’ho ripetuto milioni di volte che lui è celiaco, come me.


 

“Questo c’è!”- sbatto la scatola della farina sul ripiano ringhiando. –“Te l’ho ripetuto milioni di volte che lui è celiaco, come me. Se gli succedesse qualcosa, io… Lo porto in ospedale, chiamo mia madre che venga a prendere Stefan.”

“Ian, mi dispiace, io ero convinta… Non sono stata attenta…”- mi dice mortificata.


 

Non le rispondo nemmeno perché preoccupato come sono ora potrei commettere una strage. Scendo velocemente le scale con Joseph in braccio che ogni tanto si lamenta per il mal di pancia e lo metto in macchina, nel sedile davanti.

Che razza di padre sono? Che razza di padre permetterebbe al proprio figlio di mangiare qualcosa che non può? Soprattutto io… Io che sono celiaco come lui.

 

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*Moke è il gatto di Ian, attualmente. So che non è troppo giovane, anzi, è parecchio vecchio, quindi non avrebbe retto nella storia visto il salto temporale di sette anni. Mi dispiace, ma devo essere il più realista possibile :/
Così come non c'è qui Lynx, il gatto di Nina.

Buon fine settimana a tutte ed eccomi qui come promesso dopo soli quattro giorni e spero vivamente di mantenere il ritmo xD
Oggi molto probabilmente non avrei avuto il tempo di postarvi il capitolo, quindi l'ho fatto adesso di prima mattina perchè per me ancora lo è. In più sto tentando di capire come funziona il Mac e penso che ci metterò una vita ad imparare T.T
Finalmente avete capito cos'è successo a Joseph, anche se molte di voi l'avevano già intuito, ma non ho potuto spoilerare niente, mi dispiace. Voglio premettere una cosa così non sembrerò così tanto cattiva: è stata una svista di entrambi e seppur Nikki non mi vada molto a genio non è stato assolutamente voluto, non se n'è accorta e doveva prestare più attenzione quindi no, non ha voluto avvelenare assolutamente il bambino anche se questa situazione le pesa un po'.
Ma andiamo per gradi intanto! Come vi ho già detto qui non c'è Moke, perchè non corrisponderebbero gli anni, ma c'è il cane di Ian dal nome difficilissimo da scrivere e da pronunciare, dannato lui e il suo amore per Nietzsche (oddio, forse l'ho scritto giusto senza guardare ahahahahah), e sembra già adorare i gemelli e ovviamente anche i bambini la amano già. I bambini non trovano Nikki molto simpatica e penso che questo si sia capito, ma la poveretta cerca in ogni modo di rendersi simpatica e in un primo momento ce la fa, ma poi crolla tutto. 
Penso che il comportamento dei gemelli sia normale, insomma hanno vissuto sei anni, quasi sette, solo con la loro mamma che adorano sopra ogni cosa, poi scoprono che hanno un papà e sono felicissimi, ma vederlo con un'altra donna che non sia Nina li ha mandati in confusione e comunque non si fidano di lei e sappiamo come sono i bambini: se a loro non piace una persona non piace. Penso che questo non sia un comportamento egoista da parte loro, solo realista, non so se mi spiego :)
In sintesi adorano più il cane che Nikki xD
Mi è piaciuto scrivere la parte dei gemelli tutti pieni di cioccolata (lo so per esperienza, fidatevi. Ho due nipoti gemelli ed ogni volta che dobbiamo preparare qualcosa alla fine sono sporchi dalla testa fino ai piedi xD) e lui che li sistema e li porta a vedere il suo studio. Vi giro che li adoro insieme tutti e tre *___*
Niente, non ho nient'altro da dire, a parte il fatto che nel prossimo capitolo torneremo dal punto in cui Nina ha scoperto che Joseph sta male e vedremo lei e Ian prendersi cura del bambino per un po'.
Mi scuso per non aver risposto alla recensioni, non ne ho avuto il tempo, ma adesso con calma mi metto a rispondere a tutte e sappiate che le ho lette tutte e apprezzate tantissimo <3
Grazie ancora, alla prossima C:


 

  
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