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Autore: Vavi_14    10/07/2015    5 recensioni
Su suggerimento di alcuni lettori, tento l'impresa avviando questa raccolta.
Un connubio improbabile, se non impossibile, si scontrerà a colpi di arti ninja.
Una piccola furia bionda in balia di una fredda e oscura tempesta.
Riusciranno questi due ad uscirne indenni?
****
Spero di aver suscitato la vostra curiosità! :)
Buona lettura
[A seguito di alcune scene di combattimento il raiting è salito da verde a giallo]
Genere: Azione, Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Boruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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- Questa storia fa parte della serie 'Following a dream'
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Capitolo 50
Father and Son
 

 

 

 

Non ricordava quasi più quanto tempo era passato dalla prima volta che suo figlio lo aveva sfidato apertamente in quel modo, con le braccia incrociate al petto ed il mento alzato ad ostentare una sicurezza che ormai gli apparteneva. In quelle iridi azzurre che lui stesso gli aveva donato non c'era più alcun segno di rabbia o rimorso, solo una forte determinazione e voglia di mettersi alla prova.
«Naruto Uzumaki» furono le prime parole che udì pronunciare dalla bocca di Boruto.
Alzò un sopracciglio e si sentì strano ad essere chiamato in quel modo proprio da lui.
«Settimo Hokage di Konoha» continuò l'altro, ignorando l'espressione di perplessità che si andava delineando sul volto del padre.
Poi lo vide rilassare i muscoli facciali. «Papà...- aggiunse quindi, e assieme a quel coraggio dirompente emerse, nella sua voce, anche una sottile nota di nostalgia – ti sfido in un combattimento ad armi pari» alzò il braccio destro e chiuse la mano a pugno. «Accetti?»
Naruto si avvicinò lentamente, sul volto un'espressione divertita, fermandosi a pochi metri di distanza da lui. «Quali sono le regole?»
A quel punto vide gli angoli delle labbra di Boruto piegarsi all'insù in un ghignò che somigliava tanto – troppo – a quello di Sasuke.
«Nessuna regola» dichiarò fiero, gustandosi la reazione del padre.
Il biondo gettò uno sguardo a Sasuke, in piedi accanto ad un albero poco lontano da lì, si lasciò andare ad un sospiro silente e poi, finalmente, emise il verdetto finale.
Un pugno più grande toccò quello di Boruto. «Accetto»


«D'accordo allora – esordì l'Hokage – iniziamo» un attimo e attorno agli occhi di Naruto apparve un alone rossastro che annunciava l'attivazione della Modalità Eremitica. Prima di tutto avrebbe testato la velocità di Boruto e le sue strategie d'attacco, per poi decidere quali tecniche sarebbe stato più opportuno usare in quel combattimento. Qualche secondo di disattenzione gli costò lo svantaggio della seconda mossa; il piede del ragazzo era proprio lì, a pochi centimetri dal suo volto, e riuscì a bloccarlo con la mano poco prima che il colpo andasse a segno. Boruto però fu svelto e riuscì a liberarsi dalla presa del padre capovolgendosi all'indietro, una mossa che gli permise di arretrare e sfoderare la sua preziosissima Yawaraka-Te, con la quale si scagliò nuovamente su Naruto. La lama della katana cozzò con quella più piccola del kunai, governato dall'abile mano di un ninja che ormai considerava quelle armi alla stregua di una protesi del suo corpo.
Naruto osservò ogni singolo movimento del figlio, scrutò la calibrazione degli affondi e l'equilibrio con il quale Boruto bilanciava potenza e coordinazione. Per un attimo, mentre si apprestava a parare l'ennesimo colpo, ebbe come la sensazione di aver già affrontato quel combattimento, quasi si trattasse di un déjà vu. Poi finalmente se ne rese conto; l'eleganza e la precisione di quei fendenti diretti a mettere alle strette l'avversario, il volteggiare deciso della katana e l'avanzare sicuro dei piedi, quasi come fosse una danza, rispecchiavano in tutto e per tutto lo stile di combattimento di Sasuke.
Nello scagliare l'ultimo fendente Boruto ebbe la meglio e riuscì a colpire la mano con cui suo padre maneggiava il kunai; il taglio che si aprì sulla pelle costrinse Naruto a lasciare la presa dell'arma, ma non gli impedì di girare su se stesso per poi scagliare un calcio alla katana del figlio, che volò via atterrando sull'erba con un gran tonfo.
Il ragazzo arretrò massaggiandosi il polso, quasi sicuramente lussato.


Naruto si allontanò a sua volta, approfittandone per riflettere su quanto era appena successo.
«Come hai acquisito una simile prontezza di riflessi?» chiese, osservando il figlio mentre tentava di fasciarsi la mano con una garza improvvisata.
A quel punto giurò di aver sentito un «Tzk» provenire dalla bocca di Sasuke e la risposta che gli fornì Boruto subito dopo non fece altro che rinforzare l'atteggiamento di superiorità del suo migliore amico.
«Non scordarti che mi sono allenato con un possessore del Rinnegan» disse infatti, mentre recuperava un ramoscello trovato lì accanto che sperava lo aiutasse a mantenere dritto il polso.
«Il Rinnegan?! - berciò Naruto, gettando un'occhiata di disapprovazione a Sasuke – vuoi dire che hai usato quel potere oculare durante gli allenamenti?! Santi Kami, ma che diavolo..?»
«Sbaglio o Boruto ha appena eguagliato la tua velocità in Modalità Eremitica?»
Quella brutta abitudine di rispondere alle domande con un altro interrogativo era una delle prerogative che più odiava di Sasuke, ma questa volta rimase con la bocca aperta senza riuscire a spiccicare parola, guadagnandosi un sorriso soddisfatto sia dall'allievo che dal maestro.
«Hai bisogno di qualche altro minuto per riprenderti, papà?» aveva esordito Boruto, incrociando le braccia.
Naruto alzò un sopracciglio, piuttosto interdetto. «Ma che sfacciataggine!» si lamentò leggermente divertito, mentre scorse Sasuke alzare le mani in segno di discolpa come per dire che, almeno per quell'aspetto del carattere di Boruto, lui non c'entrava assolutamente niente.
«Beh, se sei pronto allora...» scattò verso suo padre correndo a zig zag per evitare i kunai che questo gli lanciava e si riappropriò della katana, con la quale decise di iniziare la successiva serie di colpi. Balzò in aria per aumentare la portata del fendente, ma stavolta Naruto decise di schivare il colpo e, facendo leva sulla spalla del figlio, lo superò con un salto arrivandogli alle spalle; questa volta avrebbe cambiato strategia, anche se non era ancora del tutto convinto che suo figlio sarebbe riuscito a tenergli testa. Un'enorme scarica di energia costrinse Boruto a voltarsi di scatto e quasi sbiancò nel scorgere due enormi braccia dotate di artigli librarsi verso l'alto e governare con maestria due mini Rasen - Shuriken.
Spalancò le palpebre incredulo, ma bastò un monito di Sasuke per farlo rinsavire.
«Avanti, usa quella tecnica! Muoviti!»
Il biondo annuì nervosamente e, con l'unica mano che aveva libera, compose i sigilli necessari a generare l'Uragano, che si espanse attorno a lui ricoprendolo da cima a fondo. Con un gesto della mano sinistra lo direzionò nell'esatta traiettoria dei Rasen Shuriken e così le due tecniche, con un boato simile a quello di un tuono, cozzarono l'una con l'altra, provocando un turbine di vento che spazzò via ogni cosa si trovasse nei dintorni. Decine di alberi vennero tagliati di netto, schegge di legno volarono ovunque ferendo entrambi i combattenti.
Sasuke cercò di sfuggire alla tormenta, spostandosi dietro al suo allievo.
«Boruto!» esclamò, cercando di sovrastare il rumore del vento e di vedere attraverso i ciuffi neri che gli svolazzavano sul viso. «Devi controllarlo se vuoi avere la meglio su tuo padre!»
Il biondo afferrò saldamente il tronco di un albero per non volare via e gettò un'occhiata a quella colonna d'aria che girava vorticosamente su se stessa a pochi metri da loro. Sapeva bene che, a differenza della tecnica di Naruto, l'Uragano poteva essere manovrato dal suo utilizzatore anche dopo essere stato lanciato, modificandone sia la traiettoria che la portata.
Guardò un'ultima volta il maestro, dopodiché recuperò dalla sacca porta armi ciò che rimaneva della garza improvvisata, la girò attorno al tronco e se la legò in vita, facendo aderire la schiena all'albero. Non appena ebbe acquisito stabilità, tese entrambe le mani avanti e chiuse gli occhi, cercando di richiamare a sé il chakra del vento affinché rispondesse ai suoi comandi. Nell'attimo successivo si sentì investire da una pressione fortissima che minacciava di schiacciargli il petto, impedendogli di respirare. Urlò cercando di resistere per riprendere il controllo della tecnica e con suo grande sollievo percepì l'Uragano procedere leggermente in avanti, verso Naruto. A quel punto slegò il laccio dall'albero, liberandosi, mentre inspirava cercando di inalare quanta più aria possibile i suoi polmoni riuscissero a sopportare. Sasuke comprese che aveva intenzione di completare la tecnica e si trasferì lontano, onde evitare di rimanere coinvolto. Boruto gonfiò il petto e con un unico, potente soffio, creò una palla di fuoco di dimensioni abissali che scagliò direttamente sul turbine di vento, provocando una sonora esplosione. Si accucciò su se stesso rimanendo aggrappato all'albero, sperando che quel calore insopportabile non lo investisse in pieno. Non sapeva se quella tecnica avesse davvero avuto effetto su suo padre o meno, ma quando alzò il capo per controllare la situazione, ricevette un'immediata risposta ai suoi interrogativi.
«Accidenti a te, marmocchio» lo sentì mormorare, poco prima di scorgere il suo braccio ustionato ed una coda di chakra giallo puntare dritto verso di lui. Nell'anteporre le braccia al volto riuscì a percepire l'espressione incerta quanto preoccupata di suo padre, che non lo aveva abbandonato un attimo dall'inizio del combattimento.
Il colpo arrivò forte e deciso, scaraventandolo lontano. Si chiuse a riccio per diminuire l'impatto con i pochi tronchi rimasti in piedi, sentì le ossa scricchiolare in modo raccapricciante e decine di schegge sfiorargli la pelle.
Chiuse gli occhi, sperando che finisse il prima possibile.

Naruto e Sasuke scattarono nello stesso momento non appena si resero conto dell'effetto dell'ultimo colpo, ma il moro si fermò all'improvviso nel vedere un bagliore arancione farsi sempre più luminoso.
«Aspetta!- esclamò, indicando un punto lontano - Lui sta-»
«Che cosa dovrei aspettare, Teme?! - replicò l'altro, continuando a correre – se fosse ferito gravemente io...»
«Ti ho detto di fidarti di me, Naruto
L'urlo di Sasuke venne seguito dall'evocazione di un braccio del Susanoo che lo afferrò saldamente impedendogli di proseguire.
«Devi lasciar crescere tuo figlio! Lui può farcela anche senza di te!»
Il biondo cercò di divincolarsi. «Ma che dici?»
«Guarda tu stesso!»
Solo a quel punto Naruto si decise a seguire l'indice di Sasuke, riuscendo finalmente a scorgere quella luminescenza che sembrava rischiarare la zona circostante come fosse un sole artificiale. Vide la sagoma di Boruto delinearsi a poco a poco, mentre procedeva verso di loro con andamento sicuro. Sentì la mano del Susanoo allentare la presa, per poi dissolversi nel nulla subito dopo.
«Ce l'hai fatta davvero» fu l'unica cosa che riuscì a dire mentre contemplava quel potere enorme scaturire da ogni cellula del corpo di suo figlio. Sorrise debolmente, asciugando con il dorso della mano un piccolo segno di commozione che gli aveva solcato la guancia destra.
«Non è questo il momento per i sentimentalismi» esordì Boruto, cercando di non lasciarsi trasportare dall'emozione del momento. «Abbiamo uno scontro da concludere»
Naruto annuì, scuotendo la testa a destra e a sinistra per tornare in sé, poi rivolse lo sguardo al moro, che ricambiò l'occhiata con un ghigno soddisfatto.
«L'avevo detto a Hinata che stavi diventando scorbutico come Sasuke»

Nella serie di colpi che seguirono, Boruto fece sfoggio di tutte le mosse di taijutsu che aveva diligentemente imparato dal suo maestro, dimostrandosi così il più abile ninja della sua generazione nel combattimento corpo a corpo. Ogni destro che Naruto respingeva, bruciava come carboni ardenti, in quanto la barriera arancione che ricopriva il ragazzo aveva non solo la funzione di proteggerlo, ma anche di allontanare chiunque si fosse scagliato contro di lui, sfruttando l'enorme concentrazione di chakra per ustionare l'avversario. Boruto caricò l'ennesimo pugno, ma prima che Naruto potesse difendersi, l'alone arancione scomparve all'improvviso, proprio come era successo durante l'ultimo allenamento, e il biondo ricadde inerme tra le braccia del padre, che lo afferrò al volo per poi finire con le ginocchia a terra e adagiargli il capo sulle sue gambe.


«Boruto!» una voce acuta e ansimante giunse alle sue orecchie e ben presto riconobbe la sagoma di Sarada, mentre correva superando Sasuke per andare ad aiutare l'ex compagno di squadra. Si chinò accanto a Naruto e, senza dire una parola, tirò su le maniche della maglia per iniziare a ripristinare l'energia nel corpo del ragazzo.
«Sarada-chan – sussurrò il biondo, osservando la meticolosità con la quale si accingeva a compiere l'operazione – da quanto tempo sei qui?»
Lei rispose senza distogliere l'attenzione da quello che stava facendo. «Dall'inizio, Settimo»
Poi il suo cuore sobbalzò, udendo quel timbro così familiare che un poco temeva ma che, allo stesso tempo, aveva imparato a fronteggiare.
«Ti avevo detto di restare a casa»
Sasuke aveva parlato con tono freddo, impassibile, attendendo che sua figlia gli fornisse una ragione valida per non infuriarsi.
«E io ti avevo detto che sarei venuta lo stesso» replicò lei facendosi coraggio, continuando però ad  eludere lo sguardo del padre.
Il moro evitò di rimproverarle la sfacciataggine della risposta e preferì avere chiarimenti in merito alla dinamica della situazione. «Mi sembrava di essere stato abbastanza chiaro ieri sera. Dov'era Sakura quando tu-»
«Mamma mi ha dato il permesso di venire» lo interruppe Sarada. «Ha detto che...-inspirò a fondo, prima di continuare – ha detto che forse ti saresti arrabbiato, ma che poi avresti capito»
Naruto alzò un sopracciglio, preferendo non inserirsi nel merito della conversazione.
«Ecco, ho finito» aggiunse poi, disattivando il chakra medico. «Sarà meglio che lo portiate in ospedale per dei controlli. In ogni caso ha solo bisogno di recuperare le forze» concluse, lanciando un'ultima occhiata al petto di Boruto, che lentamente cominciava ad alzarsi ed abbassarsi in modo regolare.
Naruto annuì e le sorrise. «Ti ringrazio Sarada-chan. Un giorno diventerai un ninja medico eccezionale, proprio come tua madre»
Lei rispose ricambiando il sorriso ed arrossendo un poco, per poi avvicinarsi al padre ed alzarsi sulle punte in modo da parlargli senza farsi sentire.
«Andiamo a casa papà. L'Hokage vorrà rimanere da solo con suo figlio. Parlerai dopo con Boruto»
Sasuke si sentì afferrare un polso e le riservò un'occhiata non del tutto convinta, ancora alterato per la disubbidienza di poco prima. Poi però guardò Naruto e lo vide annuire lievemente con il capo, per poi tornare a rivolgere tutte le sue attenzioni a Boruto.
«D'accordo» concesse, seguendo la figlia sulla via del ritorno.

 

*
 

Quando Boruto aprì gli occhi, la prima cosa che vide furono le iridi azzurre di suo padre che lo osservavano dall'alto e percepì una carezza tra i ciuffi biondi impregnati di sudore. Sentiva la testa pesare come un macigno, i muscoli del corpo di nuovo intorpiditi gli impedivano di muoversi. Chiuse le palpebre in una smorfia di dolore.
«Cinque minuti» biascicò, sentendo la gola bruciare. «Sono riuscito a mantenere la barriera per cinque minuti»
Naruto sorrise appena. «Sei un'incosciente. Tu e quell'idiota del tuo maestro»
«Dov'è il sensei?» chiese l'altro, accorgendosi che Sasuke non si trovava nei dintorni.
«È andato a casa assieme a Sarada. Ci raggiungerà in ospedale»
«Sarada è stata qui?» domandò Boruto, tossendo a causa di un innalzamento del tono di voce.
Il padre annuì, poggiandogli una mano sulla spalla. «Ti ha reso di nuovo cosciente – spiegò, aiutandolo a mettersi seduto – e lo ha fatto in brevissimo tempo»
«È la migliore nelle arti mediche» ammise il ragazzo, sorridendo appena.
Naruto non si lasciò sfuggire quell'espressione beata sul volto del figlio, ma preferì rimandare la conversazione ad un momento più opportuno. Boruto rimase in silenzio per un po', ascoltando i rumori che provenivano dalla foresta ed osservando la coltre di fumo salire sempre più in alto nel cielo.
«Non sono riuscito a batterti» sussurrò tristemente, lasciando che la brezza serale gli rinfrescasse la pelle.
Naruto lasciò una mano a sorreggere la schiena del figlio, mentre con l'altra gli girò lentamente il volto in modo che lo guardasse dritto negli occhi.
«Conoscevi l'esito di questo combattimento, Boruto. Sapevi come sarebbe finita, eppure non hai rinunciato, hai investito tutto te stesso senza mai smettere di credere nelle tue possibilità. È stata questa la tua più grande conquista ed è ora che tu sia fiero dei tuoi risultati. Esattamente come lo sono io»
Nelle sopracciglia corrugate il ragazzo lesse l'estrema serietà del padre nel pronunciare quelle parole, ma nel luccichio che gli attraversava le iridi comprese quanta gioia provasse nell'avere finalmente indietro non soltanto suo figlio, ma un abilissimo ninja dal potenziale talento.
«Un giorno, prima o poi, tu e io ci scontreremo di nuovo, Boruto» dichiarò il biondo, guardando lontano, verso l'orizzonte. «E forse quel giorno dovrò iniziare a temere per la mia stessa vita» confessò massaggiandosi la nuca e provocando una breve risata da parte di suo figlio, una risata che gli scaldò il cuore. Si avvicinò a lui per aiutarlo a mettersi in piedi, ma il ragazzo sfruttò quella vicinanza per stringergli le braccia al collo come non faceva da molto tempo.
Naruto si bloccò all'istante, dapprima sorpreso per quel gesto, per poi ricambiare con la stessa foga l'abbraccio del figlio.
«Ti voglio bene, Boruto» sussurrò al suo orecchio, senza riuscire a smettere di sorridere.
Il più piccolo dei due si strinse nelle spalle, chiudendo gli occhi. «Anche io, papà»

 






















****

Buon pomeriggio a tutti miei cari!
Dopo secoli(?) di assenza a causa della maledetta sessione estiva eccomi qua con il fatidico capitolo! Vi dirò la verità, non sono sicura di aver dato davvero il meglio di me questa volta, forse perchè ero in ansia per via delle aspettative che nutrivate nei miei confronti. A peggiorare le cose ci si è messa la sfiga nera che come sempre mi perseguita. Pensate che ieri sera avevo finalmente ultimato la stesura del capitolo, dopo due giorni in cui ci lavoravo su, e per uno stupido errore dettato dalla stanchezza me lo sono ritrovato cancellato per intero, puff, sparito. Non sto qui a spiegarvi com'è successo, la verità è che sono un'idiota super sbadata, ecco tutto. Potete immaginare la crisi isterica che ne è seguita, avrei voluto scoppiare a piangere ma ho evitato dato che era l'una di notte. Così mi sono messa a riscriverlo da capo, per poi finirlo questa mattina. Non so se a voi è mai successo, ma ho come l'impressione che questo sia venuto come una brutta copia del primo. Quando lo scrivevo non riuscivo a provare le stesse sensazioni, è stato davvero demotivante. Ma forse si tratta solo di una mia impressione e spero vivamente che a voi arrivi tutto ciò che ho voluto comunicare.
Altra cosa, se riesco ad attenermi alla scaletta, il prossimo capitolo sarà il penultimo e consisterà in una breve flash che vi darà qualche indizio sulla fine della storia.
Fatemi sapere come vi è sembrato, vi ringrazio per la pazienza con la quale sopportate i miei scleri e per l'entusiasmo che dimostrate nelle vostre splendide recensioni. Senza di voi, e intendo chiunque abbia letto ed apprezzato questa storia, indipendentemente dal lasciare il proprio pensiero, non sarei mai arrivata a questo punto. Mi riservo al capitolo finale per ringraziarvi come si deve, anche perché oggi devo ancora sbollire l'incavolatura per il capitolo e finirei per sparare solo cavolate. XD

Un bacio e a presto!


Vavi

  
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