Eccomi!
Non avrei mai creduto che lo scorso
capitolo sarebbe piaciuto... non ci avrei mai scommesso e invece alcuni
di voi
dicono che è il più bello... il mio consulente
marketing (mio fratello) l’aveva
detto... e io non gli ho creduto... lo promuoverò mio
manager!
Comunque
ora godetevi questo capitolo che
ha una triste sorpresa finale...
12.
Scelte
Washington
DC 12: 03 ora locale
Quartier
generale dell’NCIS
-
Ducky! Ducky!- gridò Abby entrando di
corsa nel laboratorio di quest’ultimo con McGee sotto braccio.
Pareva
parecchio agitata...
-
Che c’è Abby?- domandò il vecchio
dottore
togliendosi i guanti e buttandoli nel cestino.
-
Mi devi dare una mano! Guarda McGee... è
in questo stato da ieri...- gridò la ragazza facendo
vorticare i codini intorno
a lei.
-
Sembra che sia stato scioccato...- notò Palmer
avvicinandosi e osservando l’espressione
dell’agente.
-
Ma da cosa?- disse Abby reggendosi il
mento con due dita con aria pensosa.
-
Dovremmo fare degli esami per vedere se è
in questo stato a causa di una tossina o altro... oppure dovremmo fare
delle
ricerche sugli ultimi due giorni della vita di Tim...-
cominciò a dire Ducky
camminando su e giù per il laboratorio - oppure...-
-
Oppure potremmo chiederlo a lui...-
suggerì Palmer.
-
Potremmo in effetti...- disse il dottor
Mallard guardandolo storto come faceva quando il giovane arrivava ad
una
conclusione prima di lui.
-
Giusto... non ci avevo pensato...-
esclamò Abby battendosi il palmo della mano sulla fronte.
I
tre volsero la loro attenzione verso McGee.
-
Allora... Timothy... che cosa è successo
ieri?- domandarono tutti in contemporanea.
Il
ragazzo li guardò con uno sguardo vuoto.
-
Loro... hanno... e io...- balbettò.
-
Loro chi?- chiese Abby.
-
Loro...- continuò McGee sempre
balbettando.
-
Devi dirmi chi sono loro!- gridò
l’eccentrica scienziata afferrando Tim per il colletto e
cominciando a
scuoterlo.
-
Ferma Abby! Così gli fai male!- la bloccò
Ducky.
-
Il direttore... e Gibbs... hanno... si
sono...- farfuglio ancora più confuso e spaventato
diventando rosso.
-
Oh mio Gibbs! Solo una cosa potrebbe essere...-
esclamò Abby.
-
E cioè?- domandò Palmer.
-
Jenny e Gibbs hanno... nascosto un alieno
nell’ufficio del direttore!- disse con il fare di chi la sa
lunga la ragazza.
-
Non credo sia questo Abby...- le fece
notare il dottore anziano.
-
Perché non potrebbe essere? Se Tony
riesce a prendere una malattia estinta da secoli il direttore e Gibbs
possono
nascondere un alieno in ufficio!-
I
due medici decisero di ignorarla e di
tornare a dedicarsi a Timothy.
-
Loro si sono...-
-
Si sono...- fecero i tre incoraggiandolo
a parlare.
-
Baciati...- sussurrò il ragazzo.
Tutti
fecero un sospiro di sollievo.
-
Tutto qui? E noi che credevamo chissà
quale disgrazia!- gridarono insieme facendo per tornarsene ognuno al
proprio
lavoro.
McGee
rimase sconvolto.
-
Ma forse non avete capito! Il direttore e
Gibbs si sono baciati!!!-
Abby
gli mise una mano sulla spalla.
-
E tu ti sconvolgi per così poco?-
Tel
Aviv 18: 04 ora locale
Abitazione
di Yanir Afek
-
Hai preso tutto Anthony?- domandò Afek.
Era
sul ciglio della porta e Tony era
fuori, ormai guarito quasi del tutto.
L’uomo
aveva deciso di lasciarlo partire
perché sapeva che tanto se non glielo avesse permesso,
quello sarebbe andato
via lo stesso...
Tanto
valeva non fargli perdere tempo per
organizzare una fuga e mandarlo subito via...
-
Si...- disse Tony sorridendo sornione - avevo
solo i vestiti...-
-
Ancora non riesco a capire come hai fatto
a sopravvivere a quell’imboscata... senza armi...- e dicendo
così gli porse una
pistola.
-
Cosa?!? Tu hai una pistola?!?- domandò DiNozzo
incredulo.
-
Certo... vivo solo
con questo lupo...-
Badir
gli si strusciò contro.
-
... mi devo pur difendere no? Forza
prendila!- continuò l’israeliano.
-
No! Non posso! Non la so usare!-
-
Non mi mentire... hai dei calli nella
mano che dimostrano il contrario... e poi la ferita da proiettile
relativamente
recente che hai nella coscia dimostra che sei già stato
coinvolto in una
sparatoria... dimentichi che ero un medico?-
Tony
sorrise... lo aveva sottovalutato...
-
Ok... mi hai scoperto... la so usare...
ma non la posso prendere... tu come farai a difenderti?-
-
Ne vado a comprare un’altra... semplice
no?-
DiNozzo
non era ancora convinto.
Yanir
Afek gli mise in mano la pistola.
-
Servirà di più a te...-
Il
ragazzo lo ringraziò con lo sguardo e la
infilò nei pantaloni.
-
Ok... credo sia giunto il momento di
separaci...-
-
Si...- disse Afek accarezzando Badir che
piagnucolava quasi sapesse che Tony stava per andarsene.
Lui
si abbassò e gli fece il solletico
sotto il collo.
-
Sei sicuro di non voler partire domani
mattina?- gli domandò dall’alto il vecchio.
-
Se viaggio di notte arriverò di
mattina...- rispose l’agente dell’NCIS senza alzare
lo sguardo.
-
Sei sicuro di non volere un passaggio?-
continuò speranzoso l’ex medico.
DiNozzo
si alzò e lo guardò sorridendo.
-
No... voglio fare la strada a piedi...-
-
Contento te...-
-
Allora arrivederci...- disse Tony
stringendogli la mano.
Poi
si voltò e cominciò a percorrere il
sentiero tra gli aranci.
-
Sento che ci rincontreremo! L’hitraot
!- gli gridò
dietro l’uomo.
Badir
ululò.
Tony
fece un cenno con la mano e continuò a
camminare.
“Anche
io... amico...”
Tel
Aviv 19:05 ora locale
Autostrada
- Ancora non ci credo che se ne è
andato...- sussurrò Tony
ancora incredulo rivolto a Ziva.
Erano seduti sulla sua macchina e stavano guardando
il
tramonto bevendo una cioccolata calda...
Avevano posteggiato sul molo...
- Neanche io...-
- Mi ha lasciato il comando senza dire una
parola... senza dirmi
cosa si aspetta che io faccia...-
Erano appena usciti dall’NCIS e Gibbs
aveva appena comunicato
a tutti che sarebbe andato in pensione...
Aveva lasciato le sue cose in mano a DiNozzo e poi
era
scomparso in Messico...
Sorseggiarono la cioccolata.
- Forse sa che sai già cosa fare...-
disse Ziva
- Non è vero! Io sono confuso... non so
cosa devo fare e
quello che invece devo fare... in questo momento so solo che ho una
voglia
matta di prenderlo a cazzotti...- fece il ragazzo stringendo il pugno
fino a
far sbiancare le nocche...
Ziva notò il suo nervosismo...
- Calmati DiNozzo... e concentrati su cose positive
come il
tramonto... penserai domani a cosa fare... penserai domani a cosa non
fare... ma
oggi c’è solo il tramonto...-
Tony lo osservo per un lungo minuto, rapito dalla
sua bellezza
e dai suoi colori...
- E’ bello vero?-
- Già... ma dovresti vedere quello che
c’è in Israele... è
ancora più bello...-
Lui la guardò curioso.
- Dici sul serio?-
Lei si voltò e i loro sguardi si
incontrarono...
- Si... è il più bel tramonto
del mondo...- rispose lei
sorridendo dolcemente al ricordo.
Lui tornò a fissare il sole che ormai
era quasi scomparso...
- Un giorno voglio visitare il tuo paese...- disse,
ma dopo un
paio di secondi aggiunse - con te magari...-
Lei sorrise.
- Mi piace come idea...-
- Allora è deciso...- disse Tony felice
buttando il bicchiere
di cioccolata calda in una secchio della spazzatura là
vicino con un canestro
quasi perfetto.
- E magari visto che ci siamo andiamo anche in
Messico a fare
una visitina a Gibbs...- fece Ziva ridendo.
Tony si unì alla risata della ragazza....
- Così magari mi spiega cosa vuole che
io faccia!-
-
Ziva...- la chiamò Sara.
Erano
dentro una macchina nera che il
Mossad aveva messo a sua disposizione.
Lei
non la ascoltò neanche...
Era
troppo arrabbiata e confusa...
Cercò
istintivamente il ciondolo di Tony...
ma non lo trovò.
Lo
aveva lasciato a casa...
Faceva
parte del passato ormai!
E
lei, seppur a malincuore, doveva
abituarsi all’idea che non lo avrebbe più
rivisto...
-
Ziva...- la chiamò di nuovo Sara.
-
Uhm?-
-
Che hai? Non ti senti bene?- le domandò
notando le sue occhiaie e la sua espressione infelice.
Tentò
di fare un sorriso per rassicurarla.
-
No... non ho niente... tranquilla...-
-
Beh... stiamo andando a trovare nostro
padre in segreto... e tu sembri appena uscita dalla tomba... penso che
ci sia
qualcosa che non va...-
Ziva
si raddrizzò e le passò una mano tra i
capelli.
-
Senti... non ti preoccupare! Va tutto bene...-
Proprio
in quel momento si senti il rumore
del motore di una grossa auto scura che stava andando incontro alla
loro.
C’era
un uomo in cima...
E
aveva un lancia granate...
-
Sicura che vada tutto bene?!?- le domandò
spaventata Sara.
-
Salta fuori dalla macchina!- gridò Ziva.
La
ragazza non se lo fece ripetere due
volte...
Aprirono
gli sportelli con foga e si
gettarono fuori, rotolando sul duro asfalto...
Non
appena furono fuori dalla macchina
quest’ultima esplose con un enorme boato.
Tel
Aviv 19:09 ora locale
Autostrada
Tony
era a un centinaio di metri da lì quando
sentì il boato.
Immediatamente
si precipitò verso il luogo
da cui proveniva l’esplosione...
E
fu così che vide Ziva e una ragazza di
circa sedici anni rotolare sull’asfalto fino a raggiungere il
ciglio della
strada, mentre la macchina a dieci metri da loro era avvolta dalle
fiamme e un
fuoristrada nero con sopra un uomo incombeva su di loro...
“Ziva...”
pensò.
Poi
fece tutto automaticamente, si avvicinò
anche lui al ciglio della strada, mentre Ziva e la sua compagna
cercavano di
rialzarsi, e tirò fuori la pistola di Afek.
Non
perse tempo: sparò subito all’uomo
sopra il tetto.
Poi,
neanche lui sapeva come, riuscì a
colpire anche il guidatore facendo sbandare il fuoristrada che
andò a sbattere
contro la macchina di Ziva in fiamme.
Continuò
a correre verso le ragazze più
forte che poteva.
Ma
scorse con la coda dell’occhio una cosa
che non gli piacque...
All’ultimo
minuto due passeggeri del
fuoristrada erano riusciti a uscire, ed erano pericolosamente armati
anche
loro.
Tony
guardò preoccupato verso Ziva, stava
aiutando l’altra ragazza a rimettersi in piedi...
E
i due malviventi miravano verso di lei...
Gli
pareva persino di riconoscerne uno...
Dove
l’aveva già visto?
Decise
che non era quello il momento di
pensarci...
Corse
disperato in quella direzione con la
pistola ben stretta in mano...
Tel
Aviv 19:10 ora locale
Autostrada
-
Forza alzati! Non c’è tempo!-
Ziva
stava aiutando Sara ad alzarsi quando il
proiettile le sfiorò la guancia...
Un
altro le sfiorò il braccio, stavolta penetrando
più in profondità...
Non
pensò neanche...
Il
suo istinto da agente del Mossad lo fece
al posto suo...
Scattò
immediatamente verso il sentiero
scosceso, ripido e roccioso che c’era su un lato della strada
e si nascose
dietro un masso abbastanza grande da coprirla.
-
Ziva...-
-
Sara forza vieni anche tu al riparo...
muoviti!-
La
sorella tentò di farlo...
Ma
non fu abbastanza veloce...
Fu
colpita in pieno e si afflosciò per
terra...
-
Sara!- gridò Ziva sconvolta e con gli
occhi pieni di lacrime...
Nella
sua mente ripercorse i ricordi di Tali
che esplodeva e di Ari che moriva per mano sua...
Fece
per correre verso di lei ma due
braccia forti la afferrarono e la strinsero, impedendole di andare
incontro ad
una morte certa.
Tel
Aviv 19:11 ora locale
Autostrada
Tony
aveva assistito alla scena con il
cuore in gola, e non appena quei due avevano sparato alla ragazza che
Ziva
aveva chiamato Sara, e cercarono di uccidere anche lei, lui non
esitò ad
afferrarla rimetterla al sicuro nel suo nascondiglio facendole scudo
col suo
corpo...
Continuò
a sparare a sparare verso quei due
beccandosi però un colpo di striscio al fianco...
Ignorò
il dolore e continuò a sparare con i
pochi colpi che gli rimanevano fino a quando non sentì
più nulla...
Il
silenzio regnava incontrastato in quel
luogo di morte e dolore...
Tony
si girò verso Ziva...
Erano
giorni che cercava disperatamente di
rivederla, per poter parlare... per poter chiarire... per poter
chiudere quella
pagina... o magari di riaprirla...
Ma
non aveva certo immaginato che si
sarebbero rivisti in una situazione del genere...
Vederla
così indifesa e ferita... lo faceva
rendere conto che lei aveva bisogno di lui e che lui non poteva
abbandonarla...
non in quel momento almeno...
Non
doveva andare così...
-
Ziva... stai bene?-
Tutto
quello che rispose Ziva con il viso
rigato dalle lacrime e abbracciandolo forte fu:
-
Sara...-
*
L’hitraot
vuol dire addio
*
Povera Sara... non picchiatemi!
* Ragazzi il prossimo
è il famoso capitolo
13...