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Autore: IceQueenJ    10/07/2015    1 recensioni
Bella e Edward si conoscono da quando erano bambini, ma un giorno Bella deve trasferirsi con in genitori in Italia. Passano gli anni e i due continuano a tenersi in contatto, questo grazie alle loro famiglie.
Tutto cambia con una visita inaspettata.
Cosa accadrà quando Edward rivedrà Bella?
Cosa accadrà quando Bella lascerà il suo ragazzo e dopo qualche mese tornerà a Forks a conoscenza di cose che non dovrebbe sapere?
E come reagirá Edward?
Riusciranno a risolvere i loro problemi?
Riusciranno a superare tutte le sfide che gli si presenteranno?
-Questa storia è stata pubblicata anche su Wattpad.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Charlie/Renèe, Emmett/Rosalie
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Salve a tutti! Eccomi tornata dopo più di un mese! Mi scuso davvero per la lunga attesa, ma, se avete letto le note a fine capitolo del capitolo precedente (scusate il gioco di parole), conoscerete già le mie ragioni.
Comunque (sempre nelle note) avevo scritto che questo (quello che state per leggere) sarebbe stato l'epilogo. Ahimè ... non è così. La mia mente ha partorito un capitolo completamente diverso da quello che avrei voluto scrivere. Le parole e gli avvenimenti si sono scritti da soli, così, dopo una lunga analisi, ho deciso di farlo diventare un capitolo e di rimandare la stesura dell'epilogo al prossimo (stavolta per davvero). Quindi ... vi romperò le scatole ancora per molto.

Vi lascio al capitolo che spero vi piaccia e spero recensiate in tanti!

 
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Capitolo 29: Le Nozze Di Christian

Los Angeles, Casa Cullen, 19 Luglio 2070
La piccola Marie sorrideva sempre, in qualunque occasione. Era un po’ come sua madre e sua nonna che, qualunque cosa accadesse, avevano sempre un sorriso rassicurante per tutti. Fu così che la trovò nonno Edward quando, quel giorno, l’andò a prendere all’asilo. Sorridente. Felice.
La bambina si strinse alle gambe del nonno e alzò la testa per salutarlo con il sorriso di chi ha combinato qualcosa e che Edward conosceva bene.
Era lo stesso di sua figlia.
“Ciao nonnino”.
“Ciao pulce. Come stai oggi? Com’è andata all’asilo? Vi siete divertiti?”.
La bambina, che era molto intelligente per la sua età, fece finta di nulla, limitandosi soltanto ad annuire e scuotere le spalle.
Edward si accigliò. ‘Strano’, pensò. ‘Di solito non fa altro che parlare fino a quando non arriviamo a casa’ e fu così che si abbassò all’altezza di sua nipote e la fissò negli occhi. Nonostante l’età, aveva ancora il fisico statuario e il fascino che avevano fatto innamorare sua moglie e che ammaliava ancora tutti quelli che incontrava, maschi o femmine che fossero.
“Allora pulce … vuoi dire al nonno cosa succede? Qualcuno ti ha presa in giro?”.
“No … no, è solo che –”, ma non riuscì a finire la frase perché qualcuno chiamò il suo amato nonno.
“Signor Cullen … signor Cullen”, urlò l’insegnante di Marie, Mrs Morrison.
Edward si alzò e fronteggiò la donna. “Salve Mrs Morrison”.
“Ecco … mi dispiace trattenerla, sono davvero rammaricata, ma ecco … la bambina oggi ha litigato con una sua compagna e … beh, sa –”, ma non riuscì a terminare, perché Marie intervenne, con un’espressione di disappunto stampata sul volto che, in un’altra occasione, avrebbe fatto ridere Edward.
“Non è vero, non è vero. Quella bambina è cattiva, dice che mamma e papà non vengono mai a prendermi a scuola perché non mi vogliono bene e, allora io oggi, visto che è l’ultimo giorno di scuola, mi sono scocciata e le ho tirato i capelli e poi è una bugia. Mamma e papà mi amano tanto tanto”.
‘Tipico di Marie’, pensò Edward. ‘Mi ricorda qualcuno’.
“Tesoro … proprio perché era una bugia, non avresti dovuto”.
“Ma nonno io … mi ha fatto arrabbiare … uffa!”, rispose, incrociando le braccia al petto, con un cipiglio sul volto.
‘Tale e quale a Bella … tale e quale’, pensò.
“Va bene, d’accordo. Ne parliamo dopo. Continui pure, Mrs Morrison”.
“Ecco … i genitori dell’altra bambina vorrebbero parlare con lei. In realtà volevano parlare con i genitori, ma so che è lei a prendere la bambina, quindi …”, Edward capì che la donna era in imbarazzo, soprattutto a causa del suo cognome. I Cullen erano molto conosciuti da quelle parti.
“Non si preoccupi, verrò a parlarci”.
La donna si rilassò, visibilmente, soprattutto perché Edward non era famoso per essere cortese con gli sconosciuti e gli disse di seguirla. Edward prese la bambina in braccio e seguì la maestra.
Una volta soli in macchina, Marie chiese al nonno se fosse arrabbiato con lei.
“No tesoro, perché dovrei esserlo? Alla fine i genitori volevano solo scusarsi per la loro bambina”.
Marie scoppiò a ridere e “Non è vero, nonno”, disse. “Avevano paura di te perché ti avevano riconosciuto”.
“Tu dici?”.
“Sì sì, nonno. Però non so perché, tu sei così dolce e buono, ma spaventi sempre gli sconosciuti”, scrollò le spalle e iniziò a guardare il paesaggio e Edward capì che la bambina non aveva più voglia di parlare.

Arrivati a casa, Marie subito corse in cucina dalla nonna, sapendo che a quell’ora l’avrebbe trovata lì.
“Nonna nonna … siamo tornati. Nonna! Cos’hai cucinato per me, nonna?”.
Edward scosse la testa e mise a posto il casino combinato da sua nipote prima di andare in cucina.
“Ciao pulce … vediamo … indovina. Qual è il piatto preferito di nonno Edward?”.
“Ma nonna!”, esclamò quella piccola peste. “Il piatto preferito di nonno Edward è anche il mio piatto preferito”.
“Oh ma davvero? Ma tu guarda che coincidenza … non lo sapevo”, continuò Bella.
Edward rise alla vista della buffa espressione che fece la nipote, quando comprese che la nonna la stava solo prendendo in giro.
“Nonna!”, la sgridò Marie, mettendo le mani sui fianchi per poi arrampicarsi su una sedia e aspettare che la nonna le desse il suo piatto.
“Marie … perché non racconti alla nonna cos’hai combinato oggi? Sono sicuro che ne sarà orgogliosa”, affermò Edward ridendo per poi andare a sedersi, dopo aver salutato la moglie con un bacio.
Marie si limitò a fulminarlo con lo sguardo e ad un “Ma nonno!”.
“Su tesoro … dì tutto alla nonna, ti ascolto”.
“Oggi ho litigato con una bambina e le ho tirato i capelli, ma nonna … vuoi sapere un segreto? Quella bambina è proprio cattiva, ha anche cercato di rubarmi il fidanzatino”.
Bella iniziò a ridere e Edward si accigliò. “Fidanzatino? Non sei troppo piccola per avere il fidanzato, tu?”.
“No nonno … ho tre anni, mica uno, sono una ragazza io”.
Bella ignorò il battibecco tra i due e chiese il perché del litigio.
“Perché aveva detto che mamma e papà non mi voglio bene, per questo non possono venire a prendermi a scuola. Meno male che oggi era l’ultimo giorno di scuola. Non la vedrò per tanto tempo”, disse scrollando le spalle.
“Oh tesoro … allora in questo caso, hai fatto bene”, sorrise Bella, pensando a quanto le somigliasse sua nipote.
“Ah nonna … pensa che i genitori volessero parlare con i miei, ma visto che c’era nonno Edward, ci ha parlato lui e nonna … dovevi vedere le loro facce quando hanno visto il nonno, hanno perso tutto il colore”, sghignazzò quella piccola peste.
“Oh bene”, rispose la nonna mentre pensava che se, da una parte, sua nipote fosse identica a lei, dall’altra era identica alla madre e al nonno.
Dopo aver pranzato, Marie chiese al nonno il continuo della storia del principe e della principessa e lui, da bravo cantastorie quale era, si era seduto sul divano e aveva iniziato a raccontare.


Pov Edward

Seattle, Casa Cullen – Swan, Domenica 19 luglio 2015, ore 09:30 am
“EDWARD CULLEN! COSA DIAVOLO HAI COMBINATO ALLA MIA CUCINA?”, urlò Bella da quella che avrebbe dovuto essere la cucina del nostro appartamento. “ALLORA?”, urlò ancora, facendomi sobbalzare e comparendo accanto a me nella stanza che usavo per disegnare i miei progetti dell’università.
“Da quando sei capace di materializzarti?”.
“Non citare Harry Potter, idiota. Prima che perda del tutto la pazienza … volevi darti fuoco?”.
“No, volevo solo prepararti qualcosa per quando saresti tornata, ma credo che la situazione mi sia sfuggita di mano”, dissi mentre mi grattavo la nuca.
“Oh … ma davvero? Edward! Hai idea di quante cose abbiamo da fare per domani? Potevi dedicarti alla cucina un altro weekend. Tu e i fornelli non andate d’accordo. Cosa devo fare ancora perché tu capisca?”.
“Non è vero … ho solo qualche problema con le salse!”.
Bella alzò gli occhi al cielo e “Sì, e anche con il forno, con la cottura e vediamo … ah sì! Anche con il forno a microonde. L’altra sera ti ho chiesto dei popcorn e tu te li sei dimenticati lì dentro, per poco non siamo saltati in aria”.
“Okay … okay!”, alzai le mani in alto in segno di resa. “Concetto afferrato”.
“Bene … perché tu adesso mi aiuterai a pulire e poi verrai con me a casa di Christian”.
“Cosa? Perché?”.
“Perché domani si sposerà ed è in crisi e tu e Jazz stasera dormirete lì con lui, mentre io e Alice andremo a casa dei genitori di Jo e dormiremo lì”.
“Christian in crisi? Questa mi è nuova!”.
Bella mi diede uno scappellotto e sussurrò un “Idiota”.
Ignorai il suo commento e mi affrettai a seguirla fuori dallo studio. “Com’è andato l’addio al nubilato di Jo, ieri sera? Pensavo che saresti tornata a casa per dormire e invece …”, lasciai il discorso in sospeso e la guardai, alzando il sopracciglio.
“Sì lo so, ma alla fine siamo tornate tutte a casa di Jo e ci siamo addormentate sul divano, quindi … scusa se non ti ho avvisato”.
“Non preoccuparti, l’importante è che tu non abbia baciato un altro, altrimenti sì che avresti qualcosa da farti perdonare” e l’abbracciai, perché solo l’idea che un altro avesse potuto baciarla, mi faceva venire voglia di fare pipì intorno a lei, solo per marcare il territorio.
“Amore?”.
“Sì?”, mi rispose.
“Non sei più arrabbiata con me per la storia della cucina, vero?”.
“Non mi arrabbierò solo se mi aiuterai a pulire”.
“D’accordo … E posso tornare a dormire qui e passare la serata con te, stasera?”.
“No!”.
“Come no? Oggi è il nostro anniversario e avevo pensato ad un sacco di cose carine da fare”, ammiccai.
Bella sospirò e sciolse il nostro abbraccio. “Lo so, ma … cosa posso farci? Lo festeggeremo domani oppure non so. Mi dispiace aver distrutto i tuoi progetti, ma a volte non so chi sia peggio, se Alice o Jo. Quelle due sono matte”.
“D’accordo, non importa. Mi inventerò qualcosa per domani sera di ritorno dalle nozze”.
“Perfetto, mi fido di te e so che sarà una sorpresa, quindi non ti chiedo niente perché non me lo diresti, vero?”.
“No, non te lo direi, quindi … fai bene a fidarti”.
“Su … ora aiutami a pulire tutto il casino che hai combinato”.

Seattle, Casa Swan, Domenica 19 Luglio 2015, ore 11:30 pm
“Non verrà … non verrà … so che non verrà. Dio! Mi sento così patetico!”, esclamò Christian per la milionesima volta, forse.
“Ma certo che verrà. Ascolta … ho appena parlato con Alice e mi ha detto che anche lei è in panico, ma vedrai che domani andrà tutto bene e a quest’ora sarete marito e moglie, per la gioia di tutti noi”.
“Già … Jasper ha ragione”, intervenni io. “Lei ti ama e tu ami lei. Punto. Non si discute. Pensa a quando domani la vedrai entrare in chiesa con il suo bellissimo abito bianco al fianco di suo padre e ti sorriderà. Poi inizierà a camminare verso di te e –”.
“E vissero tutti felici e contenti, sì Edward. Che bella rassicurazione, davvero”, disse Emmett interrompendomi e comparendo con la piccola Scarlett tra le braccia e Thomas al seguito.
Scarlett era la nuova arrivata nella famiglia, aveva due mesi (era nata prematura e ci aveva fatto prendere un grosso spavento) ed aveva già stregato tutti, grazie alla sua somiglianza con Rosalie. Capelli biondi che quasi non si vedevano e occhi blu come il mare. E sì, lo ammetto, era la mia principessa. Alla faccia del ‘Non voglio un altro nipote’. Appena l’ho vista mi sono subito innamorato di lei e … byebye cervello!
“Tu che ci fai qui?”, chiese quindi Christian.
“Bella ha chiamato Rose perché non riuscivano a calmare Josephine e Alice le ha chiesto di mandarmi qui per vedere se sarei riuscito a calmarti, visto che questi due non ci riescono”.
“Hey … parla per te. Il mio discorso lo avrebbe calmato, lo so”, risposi, accigliandomi. “Thomas … cosa fai qui? Non dovresti essere dai nonni insieme alla sorellina?”, continuai abbassandomi all’altezza della piccola pulce.
“Sì, zio Eddy, ma papà è venuto di corsa qui e allora ci porteranno nonna Renee e nonno Charlie”.
“Dov’è il mio ometto preferito?”, urlò proprio il diretto interessato entrando nella stanza, seguito da sua moglie.
“Eccomi nonno, sono qui”, urlò Thomas correndo verso di lui e facendosi prendere in braccio.
I due iniziarono subito a scherzare tra di loro e avrei continuato a guardarli se solo Christian ed Emmett non avessero iniziato a litigare.
“No … ti dico che non si presenterà domani. Anzi … verrà e poi, quando dovrà dire ‘Sì, lo voglio’ scapperà su una moto o su un cavallo bianco” e a quell’affermazione, per poco, non iniziai a ridere come un pazzo.
“Una moto o un cavallo bianco? Sul serio Christian, sul serio? Questa l’hai pensata stanotte o ti è uscita spontanea?”, gli rispose Emmett che, invece, non si fece scrupoli e iniziò a ridere.
Al che Christian si accasciò sul divano e continuò con il suo monologo interiore.
“Oooooh! Adesso basta! Emmett smettila di fare queste battute e cerca di aiutarlo, visto che ci sei già passato. Charlie … portiamo via questi due angeli, sia mai che mi crescano deviati per i discorsi di questi due”, urlò Renee ad un certo punto prendendo Scarlett dalle braccia di Emmett.
A quelle parole non ce la feci più e iniziai a ridere, seguito subito da Jasper e beccandoci da Christian delle occhiatacce che avrebbero potuto incendiare l’intera foresta amazzonica.
Charlie e Renee andarono via e, appena la porta di casa si chiuse, mi arrivò un cuscino dritto in faccia.
“Ma che ca –”, ma fui interrotto dai lamenti di Christian, mentre Emmett se la rideva.
“Che succede?”, mi chiese Jasper tornando dalla cucina con una busta di patatine e della coca cola. “Vuoi?”, continuò.
Allungai la mano e iniziai a mangiare e gli spiegai la situazione. “Credo che Emmett ne abbia detta una delle sue”, sussurrai per non farmi sentire dai diretti interessati.
Guardai Emmett che continuava a ridere ai danni del povero Christian e, a un certo punto, si illuminò. ‘Ti prego, ti prego! Fa che non ne dica un’altra’.
Purtroppo, però, le mie preghiere non furono ascoltate, perché “Hey Chris, posso farti una domanda?”.
Lui annuì e Emmett riprese con un “Invece di essere spaventato che lei non si presenterà domani, tu sei sicuro? Insomma … sei ancora in tempo, il biglietto per le Bahamas te lo pago io” e rise.
‘Oh … ti prego’, mi passai le mani sulla faccia disperato e “EMMETT! SONO COSE DA DIRE QUESTE? POVERINO … GUARDA COME L’HAI RIDOTTO”.
“Non ascoltarlo Chris, sai che Jo verrà. Lei ti ama e tu ami lei. Vivete insieme da un anno o più e … vi amate punto. Smettila con tutte queste paranoie e pensiamo a divertirci. Le ragazze si sono divertite ieri. Facciamolo anche noi”.
“Esatto … ben detto Jazz, quindi … che si fa?”.
“Potremmo fare il gioco del non ho mai … ? Abbiamo bisogno di alcool e domande idiote e imbarazzanti”, proposi io.
“Okay … facciamolo! Vado a prendere l’alcool”.
Appena Christian uscì dalla stanza, mi arrivò un altro cuscino in faccia. “Emmett cazzo! Vuoi smetterla?”.
“No! Che domanda! Comunque bella idea, una volta tanto. Ci vuole una bella sbronza. Ricordate l’addio al celibato di Christian qualche settimana fa?”.
Jasper roteò gli occhi e “Come dimenticarlo. Alice il giorno dopo mi ha urlato contro in lingue che non sapevo nemmeno conoscesse. Quella ragazza è una sorpresa continua”.
“Vogliamo parlare di Bella? Non mi ha parlato per due giorni a causa di quella sbronza e tutto per colpa tua, Emmett”.
Christian tornò e subito iniziammo il gioco. Sembravamo quattro idioti … no … aspetta, lo siamo davvero, ma … riprendiamo.
“Su cominciamo!”.
“Non ho mai nuotato con i delfini”, disse Emmett e Christian bevve.
“Hai nuotato con i delfini? Sul serio?”, gli chiese mio fratello scioccato.
“Beh … sì, un viaggio di lavoro”.
“Non ho mai … guidato una Ferrari”, continuò Jasper.
“Hahahahah … ma dai Jazz, non ci credo”, rise Christian ed entrambi bevemmo. Una volta avevo guidato la Ferrari di Christian.
“Non ho mai … abbracciato un albero”, affermai io.
“Mai dai fratellino! Tutti da ubriachi abbiamo abbracciato un albero, come puoi non averlo fatto anche tu?”.
“Non l’ho fatto. Punto”.
Tre giri dopo e un paio di bottiglie finite e le domande iniziarono a essere cose tipo … “Non ho mai fatto uno strip – tease” e lì, a parte Jasper, bevemmo tutti.
“Ma che problemi avete tu e Alice se non fate queste cose?”, rise Christian, strascicando le parole.
Jasper rise con lui e “Non lo so … non ci ho mai pensato”.
“Non ho mai … cambiato un pannolino”. Questo era Emmett che … FERMI TUTTI! Ha due figli o sbaglio?
“Hahahahahahahahahahahahahahahah … ma dai Emmett! Hai due figli! Non ci credo! Hahahahahahahahahahahahahahahah!”.
“Non ho mai picchiato mio fratello”, dissi e poi iniziai a ridere. “Bugia … Emmett le ha sempre prese da me … Hahahahah!”.
“Non mi sono mai fotocopiato il culo in ufficio, io non lavoro quindi!”, Jasper scosse le spalle e io “Batti il cinque fratello! Sei un mito!”.
“Non ho mai baciato una persona del mio stesso sesso”, disse orgoglioso Emmett, nonostante la sbronza. Io, Jasper e Christian bevemmo.“Oh … l’avete fatto davvero? Hahahahah … aspettate che lo sappiano le vostre ragazze”, continuò Emmett diabolico.
“Non ho mai fatto sesso in un bagno pubblico”, ancora Jasper. A quelle parole mi scostai e con gli occhi fuori dalle orbite “Ma dai … io e Bella stiamo insieme da un anno e cavolo! Dai Jazz!”, aggiunsi.
Dopo aver bevuto tutti e tre, Christian se ne uscì con un “Aspetta aspetta aspetta … tu e la mia sorellina avete fatto sesso in un bagno pubblico?”. Alla mia faccia eloquente, cambiò espressione e “Oh … okay okay! Non voglio sapere niente!”.
Continuammo ancora per un po’, quando Jazz, quello più lucido tra tutti, decise che era il momento di andare a letto, anche perché erano le 4 del mattino e … niente … Buona notte!


Pov Bella

Seattle, Casa Writes, Lunedì 20 Luglio 2015, ore 07:30 am
“Sveglia ragazze … sveglia! È ora di svegliarsi!”, urlò colei che riconobbi essere Alice. Non contenta, entrò nella stanza e aprì gli infissi esterni per far entrare la luce.
“Oh Alice! Chiudi il becco e torna a dormire, sono appena le sette e non dobbiamo essere pronte prima delle tre”, fu la risposta scocciata di Rose, stesa accanto a me.
“No ragazze, vi dico che dobbiamo alzarci e anche subito. Abbiamo un problema di dimensioni catastrofiche, anzi, peggio, di dimensioni cosmiche”.
Il tono preoccupato con cui lo disse mi fece spalancare immediatamente gli occhi e dovette avere lo stesso effetto anche su Rosalie, perché si mise, immediatamente, seduta.
“Che succede Alice? Jo non è mica scappata? È scappato Christian?”, chiesi allora.
“No tranquille. Gli sposi sono sani e salvi, entrambi nei loro letti e dormono ancora, ignari della catastrofe”.
Rose che, al contrario mio, aveva poca pazienza, disse “E allora parla, Alice, porca miseriaccia! Mi stai facendo innervosire!”.
“Ecco … beh … qualche minuto fa, prima che venissi a svegliarvi, Jasper mi ha mandato un messaggio in cui diceva che, quando lui ed Emmett erano andati a ritirare l’auto per il matrimonio, quelli del concessionario gli hanno detto che non c’era. Bel problema, non credete? Soprattutto perché non hanno altre macchine disponibili”.
“CHE COSA? STAI SCHERZANDO, VERO?”, sbottai, andando in panico e alzandomi dal letto. “Questo è uno scherzo, sarà sicuramente così. Edward ed io abbiamo scelto e prenotato l’auto di persona, abbiamo anche la ricevuta del pagamento dell’anticipo. Aspetta che lo sappia Christian. Ammazzerà quelli del concessionario. Meno male che il proprietario era un suo amico, non oso immaginare cosa sarebbe successo se non fosse stato così”.
Alice, tristemente, scosse la testa, e “No, purtroppo. Emm e Jazz sono alla ricerca di un’altra auto, mentre Edward tiene a bada Christian”, disse.
“Bel problema. Dove la troviamo ora un’altra Jaguar? Per giunta come quella scelta da Christian. Era una sorpresa per Jo e, adesso, per colpa di un idiota che ha scritto la data di consegna sbagliata …”, ripresi, furiosa.
“Calma ragazze, calma. Vedrai che tutto si sistemerà e il matrimonio non sarà rovinato. Ci serve solamente un piano. Su … fatemi spazio”.
Alice si stese accanto a noi e pensammo.
 
Seattle, Casa Writes, Lunedì 20 Luglio 2015, ore 11:00 am
“Come procede il piano ‘Distraiamo Jo?’, Bells?”, mi sussurrò Alice all’orecchio, facendomi sobbalzare.
“Porca vacca, Alice. Bussare prima di entrare, no? Comunque tutto bene. Jo è rilassata e sembra che non abbia notato il nostro nervosismo. Voi? Siete riuscite a trovare un’altra auto dello stesso colore scelto da Christian?".
“No, ce ne sono di tutti i colori, ma il colore nero metallizzato sembra scomparso”.
“Sarà perché è quello più utilizzato?”.
“Può darsi”.
“Ho appena parlato con Edward e mi ha detto che Christian sta iniziando a innervosirsi. Gli chiede di continuo dove sono finiti Emmett e Jasper con l’auto”.
“Oh mamma! Speriamo riesca a tenerlo a bada ancora per un po’. Emmett e Jasper si sono addirittura separati. Cercare un auto a Seattle è peggio che cercare un ago in un pagliaio”, sospirò Alice affranta.
“Alice … Alice, vieni a finire di prepararti, poi tocca a Bella. Su, vieni. Meno male che il matrimonio è alle 04:00 pm”, disse qualcuno al di là della porta, probabilmente la make – up artist o la parrucchiera.
“Sì arrivo. A dopo!”.
Mi appoggiai allo schienale della sedia e osservai la stanza degli ospiti, che per l’occasione era stata trasformata in una vera e propria sala trucco e parrucco. Avrebbe sicuramente potuto fare invidia a una delle sale di un’agenzia di moda.
“Hey, a che pensi?”, mi chiese Katy, la parrucchiera di Jo.
“Oh … a nulla. Aspettavo che finiste di fare lo shampoo. Non vedo l’ora di vedere come la preparerai. Probabilmente sono più in ansia io che lei”, risi.
“Oh beh … Jo mi ha dato carta bianca, quindi … le farò i capelli senza uno specchio davanti. Sarà meravigliosa, vedrai”, mi rispose, facendomi un occhiolino.
“Eccomi!”, esclamò proprio la diretta interessata sedendosi sulla sedia e lasciandosi maneggiare dalla sua hair stylist.
Quasi un’ora dopo, entrò Alice che, salutando Jo e facendole i complimenti per l’acconciatura, mi trascinò all’esterno della stanza e “L’HANNO TROVATA! L’HANNO TROVATA!”, urlò nel mio orecchio, iniziando a saltellare a destra e a manca.
“Non urlare, Jo potrebbe sentirti. Sai che è un segugio peggio di te”, la sgridai, sentendo sciogliersi tutta la tensione accumulata fino a quel momento.
“Sì sì, hai ragione. Comunque, l’hanno trovata. Non sei felice? Pensa che è lo stesso e identico modello di quella che avevate scelto voi, stesso colore e stessa tappezzeria in pelle negli interni. Ho una sola parola. I – D – E – N – T – I – C – A!!!”.
“Awww … che bello, che bello”, saltellai anch’io per un po’, poi “Okay … fin troppo entusiasmo. Ora basta. Posso tornare dentro o devo andare a prepararmi?”.
“No no, devi andare a prepararti. Io vado a indossare il vestito e poi vado ad aiutare la madre e il fratello di Jo. Rosalie è andata a Forks ad aiutare Esme e Renee a tenere a bada i suoi pargoletti”. Si voltò ed entrò nella stanza in cui avevamo dormito, mentre io mi diressi nell’altro bagno di casa Writes. “Ah Bells, quasi dimenticavo”, mi richiamò, “Tra circa un’ora arriva Edward. Sei la sorella dello sposo e in più anche la testimone, devi andare a casa sua per le foto, verrò anch’io. Poi andrei direttamente sul luogo della cerimonia”.
“Oh … d’accordo, l’avevo dimenticato. La ricerca dell’auto aveva fatto passare tutto in secondo piano”, sospirai e mi preparai mentalmente per andare sotto le grinfie di Jane, la nostra truccatrice e parrucchiera. Ci sarà un motivo se è amica di Alice.

“Ecco fatto Bella. Abbiamo finito. Trucco leggero come piace a te e capelli raccolti. Sei perfetta. Credo che a Edward verrà un infarto quando ti vedrà”.
“Perfetto, grazie”.
Uscimmo in contemporanea dal bagno e, mentre lei andava ad aiutare Katy con Jo, io andai a vestirmi.
Entrai e restai bloccata dalla visione che avevo davanti. “Alice … sei … bellissima. I capelli lunghi ti stanno bene”.
“Dici? Non mi imbruttisce con il trucco e il resto?”.
“No tesoro, sei meravigliosa”, le sorrisi.
“D’accordo, mi fido. Anche tu stai bene. Vuoi una mano con il vestito?”, mi chiese, ricambiando il sorriso.
“Certo, ho una paura fottuta che una di queste paillettes cada e byebye vestito”.
“Tranquilla, non succederà. Credo che Edward ti chiuderà sotto chiave, però. Questo spacco è ancora più profondo di quello dell’altra festa”.
E in quel momento iniziarono a venirmi i dubbi. “Dici? Forse avrei dovuto mettere quello rosso?”.
“No tesoro, quello rosso ha una scollatura profonda. Meglio la gamba e poi dobbiamo essere in pendant con i colori”, scherzò Alice.
“Scema! Sì hai ragione. Se avessi messo quello rosso anche tu avresti dovuto averne uno di un colore simile”.
“Ecco appunto, quindi non è proprio il momento per farsi venire i dubbi e poi sono stati approvati anche dalla sposa e dal wedding planner, quindi … non hai scuse”.
Il bussare di qualcuno alla porta interruppe le nostre chiacchiere.
“Alice … Bella, siete qui? Posso entrare?”, ci chiese la madre di Jo.
“Sì certo, abbiamo appena finito di prepararci”.
La signora Writes entrò, vestita del suo tubino in pizzo e si commosse. “Oh ragazze … siete bellissime. Farete una bellissima figura. Comunque, ero venuta per dirvi che anche Jo è pronta. È arrivato anche il fotografo e vuole fare delle foto con voi due. Siete le due damigelle, in fondo. Ah … sono appena arrivati Edward e Jasper per portarvi da Christian”.
Io e Alice ci guardammo negli occhi e annuimmo, per poi uscire dalla stanza e seguire la madre della sposa.
Sentendo la porta aprirsi, Jo si voltò e “Oh ragazze … siete bellissime. Ho le damigelle più belle del mondo”. Tutto questo mentre veniva ad abbracciarci.
“Però, oggi l’attenzione è tutta per te. Sei bellissima Jo”.
“Già, hai fatto bene a tenere il tuo colore naturale. I tuoi capelli rossi risaltano sul resto”.
Jo arrossì, sorridendo imbarazzata e ci ringraziò.
In quel momento entrarono Edward e Jasper che rimasero a bocca spalancata.
“Cavolo ragazze, siete … siete … merda!”, provò a dire Edward, beccandosi una gomitata da Jasper per le brutte parole.
Risi. ‘Sempre il solito’.
“Quello che Eddy stava cercando di dire è che siete davvero, davvero bellissime. Tutte e tre. Jo … sembri una principessa. Sei perfetta, sul serio. A Christian verrà un infarto quando ti vedrà”.
“Grazie ragazzi … adesso che ne dite di scattare qualche foto? Così poi potrete andare da Christian”.

“Perfetto ragazzi … fermi così! Fantastici. Sembrate dei modelli. Abbiamo finito, potete andare”, disse il fotografo. “Devo scattare qualche altra foto, ma solo a Jo, voi siete liberi”.
A quelle parole, sospirammo, rilassandoci e, dopo aver salutato tutti, salimmo nella Volvo di Edward, tutti diretti a Casa Swan.
“Quando arriva Emmett con l’auto? La guiderà lui, giusto?”, chiese Alice.
“Sì”, le rispose Jazz, “è andato a prendere Rosalie, i bambini e i tuoi genitori a Forks, poi lui e Rose verranno qua e prenderanno Jo”.
“Mamma mia! Sono già stanca e il matrimonio vero e proprio ancora non è iniziato. Non voglio sentir parlare di matrimoni per almeno 5 anni”, sospirai.
Alice concordò con me ed io non potei fare a meno di notare l’occhiata torva che Edward mi lanciò. Scrollai le spalle e mi appuntai mentalmente di parlargliene più tardi. Non vorrei avesse pensato chissà cosa. Non mi riferivo a noi, o altro. Era solo un modo di dire.
Arrivati a casa di Christian, chiusi in un cassetto della mente il discorso sul matrimonio e scesi di corsa dall’auto per entrare in casa, ignorando le urla di Edward, Jasper e Alice che mi dicevano di non correre con quei tacchi alti.
A me, però, non importava. Volevo vedere Christian e volevo farlo subito. Avevo una brutta sensazione.


Pov Edward

Scossi la testa. ‘Sempre la solita. Sempre la solita’.
“Certo che Bella è sempre la solita testarda, eh? Non ci ha proprio ascoltati”, sussurrò Jasper.
Io annuii. “Già … che vuoi farci. Quando si mette in testa qualcosa, non si riesce proprio a farle cambiare idea”.
“Mi ricorda qualcuno”, intervenne Alice sarcastica.
“Ah – Ah – Ah … simpatica come la sveglia alle 5 del mattino. E comunque … io non sono così testardo”.
“Questo lo dici tu. Chiedi a Jasper, se proprio vuoi saperlo”.
“Va bene, va bene, mi arrendo. Sei snervante, piuttosto … entriamo. Il tempo vola!”.
E così ci incamminammo lungo il viale di Casa Swan, adornato, per l’occasione, da un intricato intreccio di peonie e gigli bianchi. I fiori preferiti, rispettivamente, di Jo e Christian. Una volta entrati, sentimmo delle voci provenire dal salotto e fu lì che mi diressi, accompagnato da Jasper e Alice.
“Che cosa stai dicendo, Christian?”.
“La verità. Zio, dovevo dirvelo, non sarei riuscito a tenerlo dentro ancora per molto. Neanche Jo lo sa. Ho pensato che fosse giusto che lo sapessi prima tu e poi tutti gli altri”.
Cosa? Cosa cavolo sta succedendo?
Guardai Alice e Jasper che avevano le mie stesse espressioni e ripresi ad ascoltare. Notai Bella stringere la mano di sua madre e guardare fisso Christian, mentre ascoltava ciò che diceva.
“Stamattina ho ricevuto una chiamata e me l’hanno confermato”.
Charlie sbiancò e allentò il nodo della cravatta. “Non è possibile … cioè … t – tu stai dicendo che i tuoi genitori non … non sono stati uccisi da un pirata della strada ma da … m – mia sorella?”.
Charlie barcollò e Christian si precipitò ad aiutarlo, mentre Bella usciva dalla stanza, probabilmente diretta in cucina per prendere dell’acqua.
Nello stesso istante, io mi pietrificai.
“Credo sia il caso di uscire allo scoperto o andare fuori. Non possiamo continuare a spiarli così”, sussurrò Alice, facendomi sobbalzare. Ero così concentrato nel cercare di capire cosa stesse succedendo che non mi ero nemmeno accorto che Alice si era avvicinata.
“S – sì, sì, hai ragione. Entriamo”, risposi balbettando, ma la mia mente era ancora proiettata a quelle parole. Sorella … telefonata … mattina.
Charlie aveva una sorella? Pensavo che il padre di Christian fosse l’unico fratello che aveva. Ma, a quanto pareva, la famiglia Swan aveva dei fantasmi nell’armadio … fantasmi vivi, ad essere precisi.
Ripassai tutta la mattinata nella mia testa, cercando di capire quando Christian avesse ricevuto quella telefonata, ma non ricordai un istante in cui avesse utilizzato il cellulare in mia presenza. Probabilmente aveva ricevuto quella telefonata mentre era nella sua stanza per vestirsi. In quel caso, non l’avevo accompagnato. Non pensavo avesse bisogno di aiuto.
Ripensandoci, però, da quando era uscito da lì, il suo umore era cambiato ed era diventato molto più taciturno. Aveva addirittura smesso di chiedere quando sarebbero arrivati Emmett e Jazz con l’auto.
“Edward mi stai ascoltando? Hai sentito cos’ho detto?”.
Mi riscossi dai miei pensieri e “No, scusa. Stavo … stavo pensando, sì”.
“Entriamo, forse sarebbe il caso …”, ma s’interruppe, voltandosi.
Io e Jasper annuimmo e iniziammo a camminare nella loro direzione. Quando ci videro entrare, si voltarono tutti e quattro, zittendosi.
“Che succede? Charlie sta male?”, chiesi.
“No … stiamo discutendo di una cosa importante per la nostra famiglia”, rispose Bella.
Tutti annuimmo e Alice disse “Allora usciamo, insomma …”, ma fu interrotta da Christian. “No ragazzi, non importa. Potete ascoltare senza problemi”.
“Come l’hai scoperto?”, chiese Charlie ignorandoci.
“Un paio di anni fa, circa, ho assunto un investigatore privato. Volevo guardare in faccia il colpevole, così l’ho fatto. Un mese fa, circa, l’investigatore mi chiama dicendomi di essere ad un punto di svolta. Una settimana fa, invece, dai vecchi filmati delle telecamere di quella zona, lui e i suoi collaboratori hanno individuato il volto di una donna. Il modello dell’auto coincide con quello che alcuni testimoni hanno visto. Dopo una serie di correzioni al video, hanno chiarito il volto della donna e l’hanno cercato nei database delle persone ricercate e degli scomparsi. Coincide con quello di tua sorella, Charlie. Zia Mary”.
“Ma … non è possibile, voglio dire, Mary è morta in un incendio qualche anno prima della nascita di Bella. Se è sopravvissuta come dici, perché non si è fatta viva con noi?”.
“Probabilmente aveva risentimento verso te e papà, non lo so. È strana questa situazione. L’investigatore mi ha detto che ha aspettato a lungo, prima di comunicarmi una notizia del genere e sinceramente non riesco a capire nemmeno io. Mi ha chiesto di fargli sapere cosa voglio fare ed è per questo che, nonostante sia il giorno del mio matrimonio, ho deciso di parlarne. Mi dispiace, zio Charlie”.
Charlie lo abbracciò e dandogli un paio di pacche sulle spalle “Tranquillo, posso immaginare quanto sia stato difficile per te. In fondo, eri molto legato a Mary”, gli disse. “Adesso, non preoccuparti e non pensarci più. Abbiamo un matrimonio da fare”, continuò, poi, dopo aver sciolto l’abbraccio.
Bella venne ad abbracciarmi, cercando conforto, potei capirlo perfettamente dal suo sguardo.
“Tutto okay?”, sussurrai in modo che potesse sentirmi solo lei e abbassando lo sguardo su di lei.
“Sì, sono solo un po’ scossa. Non sapevo di avere una zia”.
“Sta tranquilla, andrà tutto bene. Adesso … me lo fai un sorriso? Devi andare a fare delle foto con Christian. Io e Jazz le abbiamo già fatte”.
“Sì, vado. A dopo!”, disse sciogliendo l’abbraccio e voltandosi in direzione di Christian. Proprio quando stavo per distogliere lo sguardo, si voltò di nuovo e “Ah Edward?”.
“Sì?”.
“Buon anniversario, ti amo!”, mi disse sorridendo.
“Buon anniversario anche a te, amore!”, le risposi con un sorriso.

Quando, finalmente, oserei dire, la sessione di foto finì, uscimmo tutti, diretti al luogo in cui si sarebbe svolta la funzione. Una bellissima villa che affacciava sul Puget Sound, affittata dagli sposi solo per la celebrazione del matrimonio. Per il banchetto, invece, ci saremmo spostati direttamente sul golfo di Seattle.
Essendo Bella la testimone di Christian, la mia bellissima Volvo era quella che trasportava lo sposo e solo dopo, Christian sarebbe salito nell’auto che aveva scelto.
‘Magari una volta tornati dal viaggio di nozze gli racconteremo cos’abbiamo passato per trovare quella maledetta macchina’, disse la mia vocina.
Non potei fare altro che essere d’accordo con lei.
Una volta sceso dall’auto, feci il giro della macchina per aiutare la mia ragazza a scendere dall’auto e finalmente, in teoria, potei ammirarla in tutta la sua bellezza. Le porsi la mano e l’aiutai.
“Sei bellissima”, le dissi.
Perché era vero … perché non sapevo cosa dirle … perché altre parole sarebbero stare superflue.
Indossava un vestito lungo e aderente che fasciava tutto il suo corpo e metteva in mostra tutte le sue forme. Il colore era così particolare che non sapevo se definirlo blu o violetto, oppure … un mix di entrambi e in più, era pieno di paillettes. In vita aveva una cintura nera cui aveva abbinato dei semplici decolté neri e sulla gamba sinistra aveva un profondo spacco che evocava in me strani, ma … oh, piacevoli pensieri. Per non parlare degli occhi e dei capelli. Gli occhi, così come il vestito avevano delle strane sfumature, ma, rendevano il suo sguardo color cioccolato ancora più intenso di prima. I capelli, invece, erano raccolti e uniti da numerose trecce che creavano uno chignon e che le davano un’aria più adulta. Avevo solo una parola per descriverla. P – E – R – F – E – T – T – A.
Accorgendosi della mia radiografia, ridacchiò e si avvicinò per sussurrarmi all’orecchio qualcosa. “Finita la radiografia? Qual è il verdetto?”.
Sorrisi e guardandola negli occhi le risposi. “Perfetta amore, sei davvero perfetta”.
“Grazie. Anche tu stai bene, sai?”.
“Lo so, modestamente!”, esclamai ridendo e dandomi arie. “Su entriamo. Probabilmente ci stanno aspettando” e detto questo le presi la mano ed entrai con lei.
“Wow”, sussurrammo entrambi all’unisono. “Christian e Jo hanno davvero gusto, vero?”.
Bella annuì. “A quanto pare”.
A quel punto ad interromperci ci fu il wedding planner che abbracciò Bella come se non si vedessero da mesi invece che da un giorno e “Oh Bella … tesoro … tu es merveilleux. Avevo ragione. Questo colore con la tua carnagione sposa così bene e guarda i capelli e il trucco … Magnifique”.
Bella rise deliziata ed io non potei fare a meno di sbuffare e alzare gli occhi al cielo.
Se non fosse gay, probabilmente l’avrei già ucciso. Lui e il suo francese del cavolo.
Pff! Lo odio! Però … devo ammettere che sa il fatto suo.
‘Eh già Edward, vero?’, intervenne qualcuno nella mia testa.
‘Sta zitta tu. Lasciami in pace’.
“Oh Josh … grazie! Sono contenta che ti piaccia. Stamattina ho avuto dei dubbi, che per fortuna Alice ha subito risolto”.
“Bene. Perché oggi le donne della famiglia Cullen – Swan sono tutte stupende. Siete davvero meravigliose”. A quel punto, visto che mi stavo bellamente ignorando, tossii. “Oh … Edward! Stai bene anche tu, sai? Siete una coppia meravigliosa”.
“Grazie, Josh. Devo …”, ma non riuscii a finire perché urlò “ALICE TESORO … ASPETTAMI CARA!” e scomparve così com’era apparso.
“Ma qual è il suo problema?”, chiesi a Bella.
“Hahahahah … non ne ho la più pallida idea e non credo che l’essere gay fino al midollo c’entri qualcosa con il suo carattere esuberante”.
Risi e scossi la testa. “Hai ragione, tesoro”.
“Ragazzi … ragazzi … ai vostri posti. Edward tu vai vicino all’altare, da Christian. Bella tu vieni con me. E’ arrivata la sposa. Su … muovetevi! Ah Edward, cerca di calmare Christian, non vorrei che si sposasse tutto sudato”.
“Certo Renee, tranquilla. Vado subito!”.
Mi voltai giusto il tempo di guardare Bella scomparire tra la folla e poi mi diressi verso Christian, che non faceva altro che camminare avanti e indietro, sotto le occhiate divertite di Jasper, Charlie e Carlisle.
“Hey Chris … calmati. Jo è arrivata. Visto? Non ti ha abbandonato”.
“Non ancora”, mi rispose ovviamente lui.
“Tranquillo, davvero. Sta per entrare. Fai un respiro profondo e rilassato. E’ bellissima”.
Proprio in quel momento, iniziò la marcia nuziale e tutti si voltarono verso l’entrata, mentre Christian si rilassò visibilmente. Charlie, Carlisle e Jasper presero posto dietro di noi, accanto a Emmett e Rosalie che aveva la piccola Scarlett tra le braccia.
Il primo a entrare fu Thomas che, con un sorriso a trentadue denti, portava il cuscinetto con le fedi. Mi venne da ridere perché, proprio in quel momento, mi passarono davanti agli occhi i giorni in cui Bella e Alice gli avevano dato il compito di portare le fedi e gli avevano insegnato a comportarsi come un vero principino e Thomas, invece, avrebbe voluto solo correre in giro, perché “Zia è estate. Ho voglia di giocare, non di fare il soldatino”.
Dietro Thomas, c’era Alice, splendida nel suo vestito blu notte, lungo fino ai piedi. Non riuscivo ancora a credere che si fosse fatta crescere i capelli solo per questo giorno. Probabilmente, tempo due giorni e sarebbe di nuovo andata dal parrucchiere per farseli tagliare.
Dietro di lei, la mia Bella che sorrise appena incontrò il mio sguardo.
Infine Jo che, stretta al braccio di suo padre e bellissima nel suo abito bianco, dispensava sorrisi a tutti. L’abito era semplice e metteva in risalto la bellezza particolare di Jo. Si intrecciava dietro al collo con una collana di brillanti e diamanti, aveva un piccolo scollo a V sul davanti e una spilla di diamanti sul ventre. Per il resto era semplice e bianco e scendeva mettendo in risalto le sue curve e alla fine, aveva un piccolo strascico. I capelli erano sciolti e ondulati sulle spalle. Sembrava un vero angelo e, evidentemente, lo stesso pensiero dovette farlo Christian, perché sospirò estasiato alla sua vista.
Distolsi lo sguardo dalla sposa, solo quando Bella apparve accanto a me e strinse la mia mano.
“Sei bellissima”, le sussurrai all’orecchio, mentre lei si girava a guardarmi.
“Me l’hai già detto, ma grazie … anche tu”, mi disse a voce così bassa che se non fossi stato accanto a lei, non l’avrei sentita. “Adesso fa silenzio, inizia la cerimonia”.
Scossi la testa e annuii. Sia mai che si arrabbi perché parlo.
Per tutta la durata della cerimonia, Bella non smise di sorridere neanche un attimo. Era, evidentemente felice che Christian si sposasse. Quando fu il momento dello scambio delle fedi, mi strinse la mano così forte che pensai stesse male, invece, cercava di trattenere le lacrime per l’emozione.
“Non posso crederci. Stai piangendo!”, la presi in giro.
“No idiota, ecco … mi è entrato un moscerino negli occhi”.
“Sì sì, certo”. Misi le mani in tasca per prendere il pacchetto di fazzolettini e glie ne porsi uno. “Ecco a te, Miss non sto piangendo mi è entrato un moscerino negli occhi Swan”.
In compenso, mi arrivò una gomitata dritta nello stomaco. In altra occasione, mi sarei piegato in due dal dolore e, come minimo, mi sarei buttato a terra, ma non potevo. ‘Ho una dignità da difendere’.
Tornando serio, proprio nel momento in cui Christian sussurrava la sua promessa, mi sporsi verso Bella e “Sai che un giorno, tra qualche anno, ci saremo noi su quell’altare al posto loro?” sussurrai.
Si voltò verso di me e “Non vedo l’ora” mi disse.
Quando il prete li dichiarò marito e moglie e i due si baciarono, non potei fare a meno di attirarla a me e stringerla fino quasi a farla soffocare. Con la coda dell’occhio mi accorsi di quanto amore c’era nell’aria.
Potei vedere Alice, accoccolata sulla spalla di Jasper, che sorrideva adorante.
Rosalie, con la piccola Scarlett tra le braccia, che sorrideva emozionata, Thomas che non stava fermo un attimo ed Emmett che li guardava con un sorriso a trentadue denti.
Charlie che stringeva una Renee piangente, ma felice.
I miei genitori che si guardavano negli occhi e che comunicavano senza parlare.
Il fratello di Jo e sua moglie che si baciavano.
C’era tutto questo e tanto altro ancora nell’aria.
C’erano Christian e Jo che si baciavano e poi c’eravamo noi … abbracciati e felici.
C’era amore.

Los Angeles, Casa Cullen, 19 luglio 2070
“Che bello, nonno. Anche il matrimonio del principe e della principessa fu così bello?”.
“Certo, tesoro”.
“E nonno … quando me lo racconti?”.
“Presto tesoro, presto”.
“D’accordo, allora io vado a fare un pisolino con la nonna. A dopo, nonno”.
Edward sorrise e pensò che sì, anche il matrimonio del principe e della principessa fu bello, ma beh … era un’altra storia.

VESTITI DEL MATRIMONIO & AUTO (Cliccate sulle foto per ingrandirle)
 
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NOTE DELL'AUTRICE: Per vedere le foto dei vestiti del matrimonio più grandi dovete cliccarci sopra. Ho provato a metterle delle dimensioni originali, ma rovinano l'ordine della pagina. Per Christian e Jo, ho scelto come attori, Emma Stone e Jamie Dornan (avevo dimenticato di pubblicare le loro foto nei capitoli precedenti e ne ho approfittato ora). L'auto scelta da Christian è una Jaguar XFR Sport 2015.

Piaciuta la parte dei ragazzi? Se pensate sia troppo ridicola, beh ... mi sono ispirata ai miei amici maschi che sono così da sobri, quindi potete immaginare cosa combinano quando alzano un pò il gomito (meno male che io non bevo, altrimenti mi perderei le loro scenette comiche) e quindi ... esiste di peggio rispetto a quello che combinano questi quattro nella storia. Probabilmente se mai leggeranno la mia storia farò meglio a chiudermi in un bunker, comunque ... non so perchè l'ho inserita, forse perchè quando ho scritto quel pezzo era lunedì e la sera prima quei quattro idioti si erano fatti il bagno con una bottiglietta d'acqua (la mia) che per giunta era quasi finita. Comunque ... sicuramente le mie vicende non vi interessano, quindi ...

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che recensiate. Inoltre, se trovate degli errori (o orrori) ortografici, scrivetemelo, sono molto pignola con queste cose.

Al prossimo capitolo che sarà l'epilogo!

Ally <3 <3
   
 
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