Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: Conodioeamore    10/07/2015    1 recensioni
Neide è una ragazza di sedici anni che, a causa della partenza improvvisa del padre per Londra, si è dovuta trasferire temporaneamente nella residenza dei Mogedius, suoi lontani cugini.
In questa immensa e sontuosa villa fa la conoscenza dei cinque affascinanti fratelli, dallo sguardo magnetico.
Il riservato e impenetrabile Shaun, il severo Rhys, il perverso e sfacciato Redgrave, il pragmatico Steven e il bellissimo e possessivo Asher.
I cinque giovani rimangono subito stupiti e affascinati dalla personalità e dal carattere di Neide. La ragazza presto troverà un vecchio diario scritto dalla madre e verrà a conoscenza di un segreto che le stravolgerà completamente la vita...
© (Copyright 2015 by Martina Carlucci)
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mi prendo tutto ciò che vedo. È prerogativa di un sovrano, torturare chi ha catturato. Una corsa senza sosta fino ad un vicolo cieco. Cadi finché non potrai più sprofondare ulteriormente, e piangi... NEIDE Mi trovo nella casa dei Mogedius, più precisamente nel loro giardino. Improvvisamente compaiono sette bambini che vanno dai quattro ai dieci anni. Tra di essi c'è una bambina con i capelli castani, lunghi quasi fino alle caviglie. Stanno giocando a rincorrersi. Ad un certo punto la bambina inciampa e si fa male al ginocchio. Uno dei bambini le va incontro. Ha i capelli rossi e gli occhi verde chiaro. «Asher? Cosa le hai fatto?» gli domanda una voce femminile. «È caduta da sola.» La donna ha lunghi capelli rossi e occhi verde scuro. È bellissima. Da uno schiaffo al bambino. «Non dire bugie. Sai cosa succede ai bambini che non dicono la verità!» «Finiscono sul fondo del lago» balbetta il bambino. Oddio... Una donna con i capelli biondi e gli occhi azzurri viene verso di loro. «Amelia, smettila. Ti ha detto che non è stato lui a farla cadere.» È mia madre. «MAMMA!» urlo, svegliandomi di colpo. La prima cosa che vedono i miei occhi è il baldacchino di un letto. Mi metto seduta a sedere. Il letto è di diverse tonalità di rosa e viola. Il mio primo istinto è portarmi le mani alla gola. Mi rassicuro molto, nel sentire che non ci sono segni di morsi. «Meno male, non sono stata morsa» dico, tirando un sospiro di sollievo. Mi accorgo che ho addosso una camicia da notte in seta rosa, la mia preferita. Quella con le maniche corte e pompose, che mi arriva fino alle ginocchia. «Non mi ricordo di essermi cambiata...» bofonchio. Le immagini dei sei ragazzi mi appaiono nella mente. Chi è stato di loro sei a infilarmela addosso? Papà, sbrigati a tornare da Londra... Vorrei piangere ma non posso. Altrimenti mi mostrerei debole ai loro occhi. Anche se lo sono, rispetto a me loro sono le reincarnazioni di Superman. «Piangere non ti servirà a niente, Sgualdrinella» esorta una voce familiare. Alzo lo sguardo e vedo Redgrave seduto sul mio letto. Sussulto. «E cosa ti fa credere che piangerò?» Il ragazzo abbozza un sorriso malizioso. «Sei sexy in vestaglia. Stai cercando di sedurmi... Sgualdrinella?» Redgrave si avvicina verso di me a gattoni. Che cosa vuole? «V-veramente...» «Non toccare senza permesso ciò che mi appartiene!» interviene Asher, dando una spinta alla spalla del fratello. «Asher, non essere così rude» si lamenta Redgrave. «Taci,» ribatte secco. «Lei è mia.» «Smettetela entrambi» dico di botto. «Ragazzi, farete tardi» s'intromette una quarta voce. Alziamo tutti e tre lo sguardo. Rhys è in piedi sulla porta. Asher fa la faccia seccata. «Tsk. Ancora tu, Rhys.» «Proprio quando mi stavo divertendo...» si lamenta Redgrave. «Forza, sbrigati a cambiarti» mi ordina Rhys. «Cambiarmi?» domando spaesata. Dove mi devono portare? «Stiamo andando da qualche parte?» «Non è ovvio? Andrai a scuola» mi risponde. «A scuola? A quest'ora tarda del giorno?» Saranno su per giù le sette e mezza di sera. «Manchi proprio di perspicacia. Bisogna spiegarti tutto per filo e per segno?» domanda retorico. Visto che inizia a darmi sui nervi il modo in cui mi parla e il fatto che mi guardi dall'alto verso il basso mi fa incazzare. Gli rispondo: «Sì, perché non ho intenzione di andare a scuola nel bel mezzo delle vacanze di primavera.» Le avevo iniziate ieri, e questo qui vuole già riportarmi a scuola? Ma in cervello gli si è annacquato, con tutto quel sangue che ha bevuto. «Non m'importa. Finché risiederai nella dimora dei Mogedius ti abituerai al nostro stile di vita.» «Ma...» «Se hai qualche problema, sei libera di andartene quando vuoi.» «Mi avete detto che se provo a scappare, sono morta» dico tra me. «Hai detto qualcosa?» mi domanda Rhys. «N-no.» «Allora sbrigati ad indossare l'uniforme scolastica che vedi sul letto.» Quando rialzo lo sguardo sono già spariti. Scendo dal letto. «Potrei sfruttare questo momento per tornare nella stanza dove ho trovato il diario e la foto» dico tra me. Vado ad aprire la porta per scendere. Metto la testa fuori per controllare che non ci sia nessuno. «Ciao» esorta una voce. Davanti ai miei occhi c'è Asher, con la sua posa da cattivo ragazzo. «Non ti sei ancora cambiata? Sarei felice di aiutarti.» «C-ce la faccio da sola» balbetto. Rientro nella camera e richiudo la porta. Mi affretto ad indossare la divisa. È dello stesso colore di quella che hanno i ragazzi. È blu con i bordi della giacca bianchi. Indosso la camicia bianca e la gonna a vita alta. Poi il panciotto blu notte con bottoni bianchi ed infine la giacca. C'è anche un fiocco rosso che si attacca al collo della camicetta con i bottoncini. Infilo gli stivali neri con cui sono venuta, devo ammettere che stanno bene con la divisa. Anche perché non mi metterei mai quelle orrende scarpe marroni che Rhys mi ha portato insieme alla divisa. Solo per due motivi: primo perché sono orrende, e secondo perché non hanno nemmeno mezzo centimetro di tacco. Prendo la spazzola da dentro la valigia. Mi vado a guardare allo specchio per sistemarmi i capelli. Dovrei decidermi di tagliarli prima o poi, sono troppo lunghi. Mi arrivano fino al coccige e sono troppo scomodi quando li devo asciugare. Porto i capelli lunghi da quando ne ho memoria. Di solito è sempre stata mia mamma ad asciugarmeli o a pettinarli. Mi ricordo che passavamo ore ed ore a spazzolarli. Mentre lo faceva mi rilassavo. Dopo la sua morte papà lo ha fatto al posto suo, anche se non è bravo quanto la mamma. Cavolo, ora che lui non c'è chi me li spazzolerà? Non posso fare a meno di notare che il mio colore di capelli, stona su questa divisa. Ci andrebbero dei capelli biondi oppure neri, non castano chiaro. Mi sbrigo a farmi una coda alta ed esco dalla porta.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: Conodioeamore