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Autore: chapeauchinois    10/07/2015    2 recensioni
"..si sa, gli sguardi cadono a caso fino a un certo punto. Cadono a caso fino a quando una ragazza si sveglia al mattino e per tutto il tragitto Sala Comune-Sala Grande lo cerca, per tutta la colazione, durante gli spostamenti tra le lezioni, a pranzo, a cena, in biblioteca, nel parco, nel campo di Quidditch e anche nella Foresta Proibita, non si sa mai. E cadono a caso fino a quando lui non se ne accorge e decide di ricambiare perché si sa, le rosse hanno quel qualcosa in più che alla lunga fa crollare tutti ai loro piedi."
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo, Da Epilogo alternativo
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Dal fondo del corridoio giunse la voce di Blaise a tutto volume.
“Dove cazzo è finito quell’idiota? Sto morendo di fame”, proclamò a tutto volume, incurante delle regole della biblioteca e dei coltelli che sembrava lanciare la bibliotecaria con gli occhi nella sua direzione.
“Che eleganza Blaise”, rispose Nott con un tono di voce misurato, al contrario dell’amico. “Comunque è al reparto pozioni, da questa parte”.

Draco e Ginevra percepirono il rumore di passi avvicinarsi sempre di più, ma nessuno dei due accennò a volersi spostare di una virgola, rimanendo così, in piedi l’uno davanti all’altra, a guardarsi e guardandosi intorno, stranamente a proprio agio. Di botto comparve il viso di Theodore alle spalle di Draco, e Ginny sussultò improvvisamente, incrociando gli occhi azzurri del ragazzo.

“E allora biondino del mio cuor, ti sei perso a cercare informazioni sulla Pietra di Luna ai tempi della guerra dei Goblin e Folletti, o forse hai deciso di cambiare indirizzo di studi, o forse perché no, hai deciso di diventare bibliotecario al posto della vecchia carampana, perché questo non è proprio il reparto pozioni della biblioteca, razza di troll ritardato!” proferì Blaise tutto d’un fiato, per poi circumnavigare il corpo del biondo e posare gli occhi qualche spanna più in basso, su un viso lentigginoso che lo fissava stupito.

Ginny non si capacitava di quante parole potessero uscire dalla bocca di Zabini in un così breve lasso di tempo.
“Cavolo se ne dici, Zabini”, disse la rossa tranquillamente, come se stesse parlando con le sue migliori amiche. “ma te li prepari prima i discorsi, o ti vengono spontanei?” domandò candidamente al moro, che la guardava come se fosse un’esemplare di una specie rara in via d’estinzione. Draco sbuffò, spostando gli occhi da Ginny a Blaise, scocciato e divertito dalla piega che stava prendendo l’interruzione dei suoi amici.

“è una dote naturale, sono sempre stato così bellezza”, rispose Blaise sfrontatamente, ricevendo un’occhiataccia da Draco.

“Dote? A casa mia si chiama logorrea Zabini”, proclamò solennemente la rossa, stupendo sempre di più il suo interlocutore con la sua sfrontatezza da Grifondoro. “Ma a me sta bene, anch’io parlo tanto” aggiunse poi con un sorrisone a trentadue denti che spiazzò del tutto i tre Serpeverde. Nott la guardava come se fosse malata, mentre Draco se la mangiava con gli occhi, bevendosi quel sorriso che pure non era rivolto a lui, e sentendosi improvvisamente sollevato per come due pezzi della sua vita si stessero incastrando nel modo più spontaneo possibile.

“Ah! Mi piaci rossa!” urlò Blaise, improvvisamente consapevole di cosa stesse avvenendo, lasciando di sasso sia Theodore che Draco.

“Blaise perché non la smetti?” domandò Nott, che se la stava spassando.

“Sì Blaise, perché non stai zitto e non vai a origliare qualche altra conversazione?” aggiunse Draco, sempre più a suo agio alla presenza della rossa e dei suoi amici insieme.

“Oh no, io ora devo conoscere meglio questo fiorellino di campo..” tentò Blaise, prima di venire agguantato da un biondo rassegnato a dover far terminare il suo confronto con Ginny, e da Nott, che si sentiva un verme per aver interrotto il primo momento del suo migliore amico con la ragazza di cui era innamorato da mesi. Ginny sorrideva, stupita dalla naturalezza con cui i tre Serpeverde si stavano comportando di fronte a lei, e contenta di aver visto gli occhi di Draco accesi da un calore che poche volte aveva scorto.

“Bene, io torno dalle mie compagne”, disse Ginevra, guardando nuovamente Draco negli occhi, sorridendo contenta.

“Non credere che sia finita qui, Ginevra, non lascio mai delle domande senza risposta”

La voce di Draco la raggiunse come una secchiata di acqua fresca, donandole una serenità che non credeva di poter avere stando davanti a lui.
“Ti aspetto allora”, rispose voltandosi e puntando i suoi occhi scuri in quelli grigi del biondo, che parvero sciogliersi un po’ a quella risposta.

Ginevra scomparve all’altro lato del corridoio, lasciando i tre Serpeverde soli, a metabolizzare l’accaduto.

“Beh, direi che ora si va a cena”, disse Draco, guardando i suoi amici.

“E andiamo allora!” urlò Nott, perdendo ogni contegno e cominciando a tirare pugni sulla spalla di Draco, presto seguito da Blaise che aveva le lacrime agli occhi dalle risate alla vista di Theodore, che non era mai stato esattamente un agitatore di folle.

“Sai Draco, credo che potrebbe andarti bene questa volta. Non ci avrei scommesso uno zellino su un tuo dialogo con la rossa” disse Blaise, riprendendo fiato. “E poi è forte la ragazza, se non fossimo amici ci starei già provando io” aggiunse ghignando. “Tu provaci e un giorno non ti alzerai più dal tuo letto”.

Giunsero in vista del grande portone della biblioteca e, borse in spalla, videro nel corridoio della scuola le tre ragazze Grifondoro a braccetto, che marciavano ridendo verso la Sala Grande. Draco sorrise e tirò un pugno a Blaise. Era felice. 


 
  
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