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Autore: galvanix    10/07/2015    5 recensioni
Un'oscura presenza rischierà di mettere in serio pericolo la vita della piccola Bra, soltanto per vendicarsi del Principe dei Saiyan.
Riuscirà Vegeta a proteggere sua figlia?
A volte l'angoscia e la paura possono essere cattive consigliere...
“Ti conviene tornare a casa in fretta Vegeta, altrimenti tua figlia rimarrà davvero male del tuo comportamento, soprattutto nel giorno del suo compleanno” concluse il saiyan voltando le spalle all’amico per andarsene.
Goku riuscì a fare soltanto due passi bloccandosi alla rivelazione dell’altro:
“Ho una strana sensazione Kakaroth, riguardo Bra e non mi piace per niente” disse Vegeta con tono angosciato.
“Di cosa stai parlando, Vegeta?” chiese seriamente Goku.
“Ho come l’impressione che qualcosa stia per accadere…”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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                                CAPITOLO SETTIMO
                               Una Dura Prova per Bra

 

      


La navicella che trasportava Arcadia, Nemesis e la piccola Bra era appena atterrata sul pianeta tanto desiderato dalla strega.
Appena messo piede sul suolo arliano, la strega fu subito accolta gioiosamente dal suo popolo composto prevalentemente da etnie diverse.
Purtroppo la sua magia non era in grado di riportare in vita la sua gente perché erano persone già decedute, così lei aveva accolto nell’arco degli anni, popolazioni che provenivano da pianeti diversi, non tanto per aiutarli, ma per formare un vero esercito.
Purtroppo il suo doloroso passato l’aveva resa davvero fredda, calcolatrice ed incurante degli altri escludendo Nemesis.
Lui l’aveva aiutata tantissimo dopo lo sterminio della sua razza, non solo emotivamente, ma anche fisicamente.
Le era stato vicino in ogni istante senza lasciarla mai sola.
Con il tempo era riuscito a rimetterla in piedi dopo l’accaduto, infatti le aveva insegnato ad usare e controllare al meglio i suoi poteri e grazie a questo era ritornata lentamente a vivere.
Non condivideva il suo modo di trattare la bambina così dolcemente, ma non poteva odiarlo.
Lui era tutto ciò che le era rimasto e non poteva rischiare di rovinare il loro rapporto, ma probabilmente sarebbe accaduto se la strega avrebbe continuato a terrorizzare la piccola.
Tuttavia non avrebbe mai potuto dimenticare la strage compiuta dai saiyan.
Aveva promesso ai suoi genitori e alla sua gente che si sarebbe vendicata di tale scempio e che sarebbe stata fatta giustizia, non importava a quale prezzo…
Il suo vissuto l’aveva resa davvero insensibile ad ogni situazione e non le interessava se a pagare sarebbe stata un’insignificante mocciosa, purché ottenesse la sua rivincita sul Principe dei Saiyan.
Lei aveva sofferto a causa sua facendole credere di amarla e rispettarla invece, alla fine, si era rivelato il suo peggior nemico.
L’aveva soltanto usata a suo piacimento ed infine l’aveva gettata via come fosse spazzatura.
Aveva giocato con i suoi sentimenti e raso al suolo, insieme al suo alleato, il suo adorato pianeta.
Lei e Nemesis erano riusciti a scappare prima di quell’immensa esplosione riuscendo a salire su di una navicella all’ultimo momento.
Quelle immagini erano ancora impresse nella sua memoria e nessuno avrebbe mai potuto cancellarle, così come il suo dolore.
Lei doveva avere la sua vendetta e ne sarebbe rimasta soddisfatta soltanto quando avrebbe visto Vegeta implorare di smettere di torturare sua figlia.
Finalmente anche il Principe dei Saiyan avrebbe conosciuto la vera disperazione.
Intanto, mentre la gente del posto festeggiava il ritorno della sovrana, la piccola Bra si sentiva ancora più smarrita e impaurita.
Quel posto non le trasmetteva molta sicurezza, forse per il suo caratteristico colore rosso.
 


Arlia era un pianeta prevalentemente montuoso costituito maggiormente da rocce e pietre.
La temperatura era piuttosto elevata e gli unici momenti di refrigerio erano riservati alla notte.
Tuttavia Bra non si sentiva al sicuro ed inconsciamente si avvicinò a Nemesis stringendogli la gamba.
Quest’ultimo, percependo un peso, si voltò e trovò la piccola appoggiata a lui.
L’uomo, vedendola impaurita, le mise una mano sul capo e cercò di rassicurarla con lo sguardo senza farsi notare troppo dalla strega.
Intanto la donna sollecitò entrambi ad entrare nella sua amata ed immensa dimora che si presentava come un antico castello costituito da lunghi corridoi in pietra ed infinite stanze.
La bambina si trovava sempre al fianco di Nemesis e questo non sfuggì alla strega.
Lei voleva, ad ogni costo, mettere a dura prova la bambina per vendicarsi di Vegeta, ma sapeva che il suo compagno di viaggio non glielo avrebbe permesso, così decise di giocare di astuzia.
Cercò di inventare una scusa plausibile per far allontanare l’uomo in modo da avere campo libero con la piccola, così, mentre camminavano lungo il corridoio la donna esclamò con tono autoritario:

“Nemesis, ho bisogno del tuo libro di magia per consultare alcune cose…potresti andare a prenderlo?”
“Siamo appena arrivati, che fretta c’è” rispose lui titubante.
“Mi serve ora, chiaro?” urlò infuriata.
“Va bene, non c’è bisogno di alzare la voce” disse l’uomo rassegnato per poi voltarsi verso la bambina abbassandosi alla sua altezza e aggiungendo dolcemente:
“Vado a prendere quel libro e torno, va bene?”
“Voglio venire con te” proferì Bra con tono preoccupato.
“Tranquilla, ci metterò solo un attimo. Sarò super veloce”
“Ok, però non metterci tanto”
“Hai la mia parola” concluse l’uomo prima di sparire dalla loro vista, decretando così l’inaspettato destino che sarebbe toccato alla piccola.
La donna ghignò per essere riuscita nel suo intento e  approfittò del momento proficuo per intervenire.
Si voltò verso la bimba e s’inventò una scusa per attirarla nella sua trappola.
La guardò a lungo ed infine aggiunse ghignando:
“Senti mocciosa, ho a disposizione un’intera stanza dei giochi. Vorresti vederla?”
“Dici, sul serio?” domandò la piccola con tono sorpreso.
“Certo. Sono sicura che insieme potremmo divertirci, che ne pensi?” propose la strega con falsità.
“Ma se tu sei arrabbiata con me perché mi chiedi di giocare insieme?” rispose scettica la bimba.

Arcadia doveva ammettere che la mocciosa fosse davvero intelligente per avere soltanto sei anni, tuttavia decise di non soffermarsi troppo su quel particolare e di sorvolare.
In fondo era pur sempre una bambina e come tale non poteva percepire la falsità nelle parole, così le ripropose di nuovo la sua idea mettendola alle strette e sapendo che questa volta non avrebbe rifiutato.
Secondo la concezione della donna i bambini erano creature innocenti, curiose e che se istigati non si rendevano conto della pericolosità che comportavano alcune scelte.
Puntando proprio su questo la strega le chiese di nuovo:

“Peccato mocciosa…non sai cosa ti perdi”
 Dopo qualche minuto di esitazione e spinta soprattutto dalla curiosità, la bambina rispose eccitata:
“Aspetta, voglio venire con te”.
A tale risposta Arcadia sorrise ghignando senza farsi notare e fu proprio in quel momento che la bambina, inconsapevolmente, mise la sua vita nelle mani della persona più sbagliata.

Intanto, mentre Nemesis cercava il suo libro, la donna condusse la piccola in un’immensa stanza oscura.
Inizialmente Bra non si accorse di cosa la circondava per via del buio, ma una volta illuminato il posto si rese conto di aver fatto la scelta sbagliata.
La sala era una vera e propria stanza delle torture, infatti erano presenti accanto alle pareti delle catene di ferro, bastoni, corde, fruste, martelli ed al centro si trovava una corda penzolante che probabilmente serviva per legare il malcapitato a testa in giù e ricevere la sua punizione.
La strega, vedendo l’espressione sconvolta della bambina, decise di rincarare la dose chiedendole in modo sarcastico:

“Allora mocciosa, ti piace la mia stanza dei giochi?”
“A me fa paura” disse la piccola terrorizzata.
“Lo so, all’inizio incuteva timore anche a me alla tua età, ma ora sono cresciuta e non è poi così terribile” rispose sorridendo malignamente la donna.
“Ma la mia stanza dei giochi non è così.
 La mia è molto colorata e c’è tanta luce, mentre qui invece è tutto diverso”.
“Ognuno ha i suoi gusti, non ti pare?
Ora che ne dici, mocciosa, di giocare un po’ con me…” aggiunse Arcadia ghignando.
“Io non voglio giocare con te e poi sono sicura che tu mi farai del male” proferì Bra angosciata.
“Dipende tutto da te mia cara. Mi auguro che tu sappia difenderti almeno un po’ perché altrimenti ti troverai in guai piuttosto seri” concluse la strega sorridendo perfidamente e bloccando nel frattempo la porta di entrata con un incantesimo per non essere disturbata dal possibile arrivo di Nemesis.

Nel frattempo l’uomo, una volta trovato il suo libro, uscì dalla sua stanza al piano superiore ritrovandosi nel lungo corridoio che lo avrebbe poi condotto dalla strega e dalla piccola Bra.
Durante il suo tragitto ebbe la possibilità di riflettere su quanto accaduto sino allora.
La loro partenza da Arlia e l’arrivo sul pianeta Terra, l’incontro con il Principe Vegeta al rapimento di Bra per poi far ritorno sul loro pianeta d’origine.
Si ritrovò a pensare a cosa serviva tutto questo e il vero motivo del loro attacco.
Principalmente tutto era nato per vendicare le vittime del massacro del pianeta Arlia e Kanassa da parte dei saiyan e Nemesis era d’accordo su questo punto.
Anche la sua gente era stata uccisa per mano di quei barbari e meritavano un minimo di giustizia.
Tuttavia l’uomo, ora, si sentiva quasi in colpa nel voler portare a termine il progetto ideato insieme ad Arcadia.
Quando aveva rivisto il Principe aveva notato qualcosa di diverso in lui.
Il suo sguardo era cambiato e il solito ghigno di strafottenza, superiorità che ricordava dipinto sul suo volto era come scomparso.
Probabilmente avere una famiglia doveva averlo come trasformato e cambiato profondamente.
Il suo solito aspetto duro e severo era ancora ben visibile, ma per il resto doveva ammettere che qualcosa in lui era mutato e Arcadia non lo aveva minimamente compreso.
Lei era troppo accecata dalla rabbia e dalla voglia di rivalsa per soffermarsi su questo tipo di particolari.
La strega, in passato, aveva avuto un legame più intimo con Vegeta e questo, ovviamente, era un dettaglio da non sottovalutare se non fondamentale.
Prima del loro improvviso attacco i due saiyan si erano presentati come semplici forestieri e tutta la popolazione arliana, dopo qualche esitazione, li ospitò non immaginando che quella scelta sarebbe stata la loro condanna.
Vegeta e il suo fedele alleato rimasero su quel pianeta per qualche settimana comportandosi in maniera del tutto normale, ma in realtà stavano soltanto aspettando il momento giusto per attaccare e per impossessarsi di alcune merci a loro preziose.
Era stato proprio in quel periodo che Arcadia e il Principe avevano approfondito la loro conoscenza…
Probabilmente, per il saiyan, la loro era soltanto una frequentazione senza impegno dove sfogava, sotto le lenzuola, il suo bisogno fisiologico.
Mentre, per la donna, era tutto molto diverso perché lei, all’epoca, si era veramente invaghita di lui e questo dettaglio non era sfuggito a Nemesis.
Lui le aveva suggerito di stare attenta, di non illudersi troppo, ma la strega, ovviamente, non gli diede ascolto.
Malgrado tutto, quando Arcadia comprese che il suo amore non era corrisposto si sentì presa in giro, usata e fu proprio in quel momento, prima del massacro della sua gente, che iniziò ad albergare in sé il seme della vendetta.
Fu allora che la strega decise di vendicarsi del saiyan con ogni mezzo possibile.
Tuttavia, il flusso dei suoi pensieri, fu interrotto da un grido inatteso.
L’uomo cercò di capire da dove poteva provenire e mentre si avvicinava comprese anche dove recarsi.
La stanza da dove giungeva la voce era quella riservata alle torture.
Di solito la strega la usava per punire qualcuno che aveva disobbedito oppure qualche traditore.
Erano tornati da poco tempo e lei non poteva aver trovato subito una giustificazione per infliggere una pena così severa al povero malcapitato.
Poi all’improvvisò l’uomo si fermò e nacque in lui una subdola paura… Bra era con la donna, possibile che lei possa essere arrivata a tanto?
Ne ebbe la conferma quando udì un ulteriore urlo riconoscendo all’istante la voce della bambina.
L’uomo, a quel punto, si precipitò verso tale stanza e una volta arrivato cercò di forzare la porta, ma i suoi sforzi non servirono a nulla.
Comprese che la strega aveva bloccato l’uscio con uno speciale incantesimo che poteva sciogliere soltanto la persona che lo aveva lanciato.
Così l’uomo, sapendo che non poteva fare altro, colpì violentemente la porta con i pugni e urlando disse:

“Arcadia, aprì immediatamente questa porta…subito!”
“Vattene Nemesis, non ti riguarda” rispose lei con tono autorevole.
“Si, mi riguarda invece. Te la stai prendendo con lei perché sai che non può difendersi. Sei una codarda” proferì lui arrabbiato.
La donna, ferita dalle parole dell’amico perché veritiere, urlò:
“Falla finita!” scagliando ancora una volta, con il suo potere, la piccola contro la parete.
La bambina urlò dal dolore cadendo infine a terra.
Era ormai senza forze ricoperta di sangue e lividi in ogni parte del corpo.
L’uomo, sentendola urlare nuovamente, supplicò la strega di farla finita, ma non ci fu modo di farle cambiare idea.
Così si accostò alla porta appoggiandosi con la schiena e scivolando lentamente contro di essa per poi trovarsi seduto sul pavimento.
Lui si sentì tremendamente in colpa per averla lasciata sola con Arcadia e in lacrime sussurrò:
“Mi dispiace piccola per non aver mantenuto la parola data, perdonami…
Dannazione, devi esserci un modo per aprire questa maledetta porta. Perché il ciondolo che la bambina porta al collo non la difende come dovrebbe? Eppure, ricordo che quella collana aveva il potere di proteggere la persona che la indossava”.

All’improvviso Nemesis ebbe come una sorta di flash back. All’epoca Arcadia, in qualche modo, rubò quel medaglione a Vegeta.
Alla fine lui riuscì a riprenderlo, ma per il tempo che l’aveva avuto al collo, l’aveva difesa da ogni tipo di attacco nemico.
Ricordò, che per attivarlo c’era bisogno di parecchia energia.
Giunse alla conclusione che la collana non aveva svolto il suo compito, probabilmente perché era da anni che non veniva usato e come ogni oggetto magico aveva bisogno di ricevere un po’ di carica.  
Si alzò in piedi e cercò di far reagire la bambina anche perché era l’unico modo che aveva per salvarla da quella drammatica situazione.
Colpì violentemente la porta con un pugno per farsi udire dalla piccola ed infine urlò:

“Bra, mi senti? Sono io, Nemesis. Devi reagire, hai capito?”
La bimba, dopo l’ennesimo colpo ricevuto al viso, si ritrovò di nuovo accasciata al pavimento stordita.
Non aveva più neanche la forza di tenere gli occhi aperti anche per via del sangue che le colava dal viso, ma riuscì tuttavia a sentire la voce del suo amico e flebilmente sussurrò:
“Nemesis”.
“Avanti piccola, devi resistere perché il tuo papà sta arrivando” le disse per cercare di non farla mollare.
“Smettila Nemesis” s’intromise duramente la strega.
Ma l’uomo non la ascoltò e continuò a dialogare con la bambina proferendo con tono deciso:
“Avanti piccola, io so che puoi farcela. Dimostrami che sei figlia del Principe dei Saiyan”.
“Non può essere figlia di quel assassino. Non è riuscita neanche ad evitare degli attacchi elementari.
È solo una perdente, come il padre del resto” replicò la donna ghignando malignamente.
Bra, udendo tali parole, venne invasa da una rabbia incontenibile che non riuscì a controllare e inaspettatamente venne circondata da un alone dorato.
All’improvviso anche la sua collana si illuminò per via della forte scarica di energia che la bimba aveva in sé.
La piccola si alzò in piedi e con gran voce urlò:
“Bastaaaaa!!!! Non osare mai più dire quelle cose” colpendo velocemente la strega con un pugno allo stomaco.

La donna, colta di sorpresa, non riuscì ad evitare il colpo e si piegò in due per il dolore.
Nel frattempo il ciondolo, grazie all’energia sprigionata dalla bambina, riacquistò il suo potere originale riuscendo inaspettatamente a rompere l’incantesimo lanciato dalla strega e sbloccando la porta.
A quel punto Nemesis ebbe la possibilità di entrare all’interno della stanza e osservare da vicino la trasformazione in saiyan della piccola Bra.
Fece giusto in tempo a vederla circondata dal prestigioso oro perché la trasformazione si interruppe e a quel punto Bra ritornò alla stadio normale accasciandosi sfinita sul pavimento.
La strega rimase stupita di tale reazione da parte della bimba e di ciò che era stata capace di fare.
Non lo credeva possibile.
Tuttavia cercò di riprendersi in fretta e fargliela pagare per l’affronto subito.
La donna si rialzò velocemente in piedi e allungando un braccio per lanciare il suo attacco, urlò:

“Me la pagherai, mocciosa” ma fu prontamente bloccata per un braccio dall’uomo che, con tono furioso, le disse:
“Basta Arcadia hai già fatto abbastanza, non ti pare? Guarda come l’hai ridotta, respira a fatica”.
“Pensi che questo possa importarmi?”
“Dovrebbe. Sai che Vegeta sta arrivando, vero? Cosa pensi che farà quando vedrà come hai ridotto sua figlia” aggiunse lui seriamente.
“Capirà che non scherzavo” replicò lei ghignando.
“Forse tu non ti rendi conto in che guaio ti sei infilata, però presto lo capirai, ma a tue spese” la rimproverò l’uomo avvicinandosi alla bambina e prendendola delicatamente in braccio.
“Che vuoi dire?” chiese lei scettica.
“Voglio dire che io non ti aiuterò se ti troverai in difficoltà quando affronterai il Principe. Non dovevi toccare questa bambina per vendicarti di lui.
La trovo davvero una mossa squallida e meschina.
Da te non me lo sarei mai aspettato” proferì lui deluso.
“Non farmi la predica” obiettò la strega seccata.
“Credimi non è una predica. Sono i fatti che parlano da sé” aggiunse Nemesis amareggiato per il suo comportamento.
Quest’ultimo fece per andarsene, ma prima di varcare l’uscio le suggerì:
“In bocca al lupo per lo scontro con Vegeta…ne avrai tanto bisogno”.

Dopo tali parole, lui lasciò la stanza abbandonando la donna ai suoi pensieri.
Camminando Nemesis si ritrovò nel corridoio con l’obiettivo di recarsi nella sua camera per prendersi cura della bambina.
Era ridotta parecchio male, infatti aveva lividi e ferite dappertutto.
Arcadia aveva avuto davvero la mano pesante e si chiedeva ancora come aveva potuto ridurla in quello stato.
Era davvero in gravi condizioni e probabilmente il fatto di essersi trasformata l’aveva sicuramente indebolita, dopo aver consumato gran parte della sua energia.
Lui, purtroppo, non era dotato di poteri guaritori, quindi poteva soltanto limitarsi a prendersi cura di lei come meglio poteva.
Sperava soltanto che non fosse già troppo tardi per lei…
Mentre la teneva tra le braccia la strinse delicatamente ancora più a sé e le sussurrò dolcemente:
“Sei la degna figlia del Principe dei Saiyan.
Non mollare piccola”.

Nel frattempo anche la navicella della Capsule Corporation era atterrata sul pianeta Arlia e tutti si prepararono per apprestarsi ad uscire, ma nel momento in cui Vegeta scese gli scalini del mezzo avvertì una dolorosa fitta al cuore mai provata prima.
Bulma, accorgendosi della sofferenza del compagno, si avvicinò a lui sorreggendolo e le chiese preoccupata:

“Tesoro, ti senti male?”
L’uomo, appena messo piede sul pianeta, si era accorto di un improvviso innalzamento dell’aura della figlia per poi indebolirsi rapidamente, forse troppo.
Questo lo fece tremare, per la prima volta, di paura.
Si voltò e guardò la scienziata negli occhi per poi aggiungere soltanto una parola:
“Bra”.
Fu proprio in quell’istante che Bulma comprese, purtroppo, ogni cosa.

 


                                                                                                                                                          CONTINUA…

 

 

 

 

ANGOLO DELL’AUTRICE

Ciao a tutti!
Come avrete potuto leggere la piccola Bra, dopo lo scontro con Arcadia, versa in condizioni gravi, tuttavia è riuscita a trasformarsi in super saiyan anche se solo per alcuni minuti.
Intanto Vegeta e gli altri sono atterrati sul pianeta.
Chissà come reagirà il Principe quando vedrà la propria figlia in fin di vita…
Detto questo ne approfitto per ringraziare, come sempre, tutti i lettori che seguono la mia storia, non solo chi recensisce, ma anche coloro che si limitano a leggere.
GRAZIE a tutti e a presto!
Un Abbraccio

GALVANIX

  
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