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Autore: panssj17    10/07/2015    2 recensioni
Dal testo: "Ti guardo rivestirsi in fretta nella penombra. La luce della luna, che filtra attraverso le tende della finestra della mia camera da letto, ti illumina il corpo statuario ancora seminudo. A rompere il silenzio surreale che si è impossessato della stanza, solo il tintinnio dei tuoi tre pendagli all’orecchio sinistro."
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Roronoa Zoro
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: PWP
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PREMESSA: Buonasera gente! Sono nuova sul fandom e so che potrebbero esserci delle incongruenze con la storia originale, ma purtroppo sono innamorata di Zoro ma non altrettanto di una delle protagoniste femminile dell'anime/manga, quindi ho deciso di modificare un po' la sua storia e introdurre un nuovo ipotetico personaggio femminile, spero vi piaccia. Fatemi sapere ;)



 
 
Ti guardo rivestirsi in fretta nella penombra. La luce della luna, che filtra attraverso le tende della finestra della mia camera da letto, ti illumina il corpo statuario ancora seminudo. A rompere il silenzio surreale che si è impossessato della stanza, solo il tintinnio dei tuoi tre pendagli all’orecchio sinistro.
L’amore che provo per te è un amore malato. Uno di quegli amori che ti strazia, che ti dilania, che ti consuma, ma senza il quale non riesci neppure a respirare.
Taciturno, introverso e riservato, puoi apparire a volte freddo e distaccato, ma chi ti conosce davvero, come me, sa realmente che ragazzo di buon cuore, dotato di una profonda lealtà e generosità, tu possa essere.
Ti conosco da tutta la vita. Siamo praticamente cresciuti insieme noi due. Da sempre sei stato il mio porto sicuro. La mia ancora di salvezza. Il mio rifugio contro ogni male del mondo.   
Ricordo il giorno in cui mi dicesti di voler partire come se fosse ieri. Ricordo che il cuore mi fece male come se un pugnale mi fosse stato conficcato in pieno petto. Ti odiai. Ti odiai come non avevo mai fatto in vita mia. Come potevi lasciarmi? Come potevi abbandonarmi così? Senza neppure un minimo di preavviso.
Avevo pianto tanto quella notte. Avevo pianto come una dannata. Avevo pianto fino a non avere più lacrime. Ma poi avevo compreso. Avevo compreso che per te, il desiderio di partire, di lasciare il nostro villaggio, era più forte di qualsiasi altra cosa ed io, da diciannovenne innamorata qual’ero all’epoca, non avevo potuto fare altro che accettarlo e assecondarti. Solo partendo avresti potuto realizzare il tuo sogno. Solo partendo saresti stato felice. Solo diventando il miglior spadaccino al mondo la tua vita avrebbe avuto uno senso, sarebbe stata completa.
- Ehi... – immersa nei miei ricordi non mi sono neppure accorta della tua ritrovata vicinanza: - va tutto bene? – mi domandi appoggiando la tua lingua umida e calda sulla guancia per raccogliere una lacrima sfuggita al mio controllo: - perché stai piangendo adesso? – mi interrogi lievemente preoccupato appoggiando una mano sul mio viso.
Non ti rispondo. Mi limito a chiudere gli occhi e ad inspirare profondamente. Voglio solo inebriarmi con il tuo profumo. Con il tuo profumo che sa di alcool e di uomo. Che sa così, dannatamente, di uomo.
- Mi manchi… - confesso finalmente alzando i miei occhi e incatenandoli al tuo unico occhio sano.
- Ma se non sono ancora andato via… - constati regalandomi uno dei tuoi rarissimi, ma altrettanto meravigliosi, sorrisi, sfiorandomi le labbra con le tue.
- Lo so… - sussurro sospirando: - ma tra poco andrai via… Di nuovo... Ed io… io… - le parole mi muoiono in gola, ormai sopraffatta dai singhiozzi del pianto. Un pianto di disperazione.
Ti sento appoggiare una mano dietro la mia schiena ancora nuda e attirarmi in un abbraccio. Un abbraccio pieno d’amore e di disperazione. Gli stessi sentimenti che provo anche io in quel momento.
- E tu te la caverai… - mormori al mio orecchio accarezzando la mia chioma: - te la caverai come hai fatto in questi anni…  
- E se non dovessi tornare? – domando sollevando nuovamente il viso per ammirarti.
- Tornerò. Tornerò come ho sempre fatto. – mi rispondi senza un briciolo di esitazione. Sciogli il nostro abbraccio e ti alzi dal letto. Ti vedo sfilare nuovamente la canottiera blu e i pantaloni con i quali sei arrivato. Ti vedo slegare la bandana che tieni sempre legata al braccio sinistro e gettarla a terra.
- Che stai facendo? – chiedo confusa.
Questa volta sei tu a non rispondermi. Senza staccare lo sguardo dal mio, ti riavvicini al letto, sollevi il lenzuolo e ti sdrai accanto a me.
- Non vado via. – affermi attirandomi in un nuovo abbraccio: - stanotte voglio stare con te.
- E gli altri? – interrogo sollevando il capo dal tuo forte petto per poterti osservare meglio.
- A nessuno verrà in mente di partire senza di me. – esclami senza esitare: - una notte sulla terra ferma non potrà certo farci del male. Gli altri capiranno.
Sono le ultime parole che ci rivolgiamo.
Le ultime parole prima che tu mi faccia nuovamente tua.
Prima di amarci un’altra volta.
Prima che il tuo sogno ti porti via ancora da me.
Prima che il mare ti porti via da me, ancora una volta.

 
   
 
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