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Autore: epouvantail    11/07/2015    5 recensioni
Sentì un sussurro alle sue spalle.
Sembrava una voce umana.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nemo era un uomo sulla cinquantina, di corporatura robusta e con la passione per la pesca, e proprio grazie alle sue braccia massicce che riesce a prendere anche pesci di grosse dimensioni. Aveva i capelli corti e brizzolati, e il volto ossuto era contornato da una folta barba a chiazze rosse e bianche; si vestiva sempre allo stesso modo: una camicia a quadri rossa e blu, dei jeans scoloriti e un vecchio cappello da pescatore.
Aveva ereditato la passione per il mare e per i pesci da suo padre: andavano spesso in riva al mare, anche durante le stagioni invernali, per cercare granchi, e talvolta si spingevano oltre le boe con un piccolo natante in cerca di conchiglie.
Era innamorato del mare, e questa sua passione lo spingeva a passare anche giorni su una barca a mollo in acqua.
Ormai conosceva tutti i segreti del litorale marino della sua città, ed un giorno decise di spingersi più lontano del solito, incurante dei pericoli che presentava la immensa e profonda distesa blu.
Nemo continuava a remare, e continuò a farlo anche quando la costa era scomparsa dietro l'orizzonte.
Il sole stava calando, e diede uno sguardo allo specchio d'acqua sottostante: non riusciva a distinguere il fondo.
Ma non staccò le mani dai remi, e non smise di vogare fin quando il sole non scomparve per far largo ad una tiepida e ventilata notte.
Era stanco ed affamato, ma decise di provare a prendere qualche pesce prima di mangiare.
Prese la canna da pesca e, dopo aver messo l'esca all'amo, la tirò in mare, sperando che qualcosa abboccasse.
Passò un'ora senza alcun segno di vita.
Stava per arrendersi, quando sentì un sussurro alle sue spalle.
Sembrava una voce umana.
Il cuore gli balzò in gola, mozzandogli il respiro per un breve attimo di tempo.
Non vide nulla.
Inspirò a lungo. I polmoni gli si riempirono d'aria, e il naso fu inebriato dall'odore amarognolo di salsedine, facendolo viaggiare un attimo con la fantasia.
Ma durò poco.
Fu riportato alla realtà quando sentì qualcosa che tirava la canna. Qualcosa aveva abboccato.
Si alzò di scatto sulle gambe e tirò la canna con tutte le forze che aveva in corpo. Ma non riuscì a fare abbastanza forza.
Pensò che si trattasse di un pesce molto grosso.
Di colpo una grande forza spinse la canna al punto di far quasi cadere Nemo in mare. Era troppo forte e, per quanto si prodigasse a far emergere quel pesce, non aveva abbastanza energie per potercela fare.
Esausto, mollò la presa, e l'oggetto scomparve in acqua.
Si mise a sedere sull'imbarcazione, cercando di riposarsi, quando si rese conto che la barca si stava muovendo, come se qualcosa la risucchiasse.
Sì rialzò di scatto cercando di capire cosa fosse.
Non trovando spiegazioni, prese i remi e li immerse in acqua.
Fu un attimo, e qualcosa glieli strappò di mano.
Sentì una sonora risata provenire dall'acqua, mentre la barca continuava ad avanzare.
Nemo cercò di riorganizzare i pensieri e di trovare una spiegazione a quanto stesse accadendo, mentre il suono della risata aumentava di decibel.
Era disorientato. In tutti quegli anni non aveva mai assistito ad un evento del genere. Si sentì fragile e smarrito, lì, in mezzo a quella distesa blu scura, mentre quelle voci che ridevano lo stavano portando lentamente all'esasperazione.
Si sporse fino ad affacciarsi sull'acqua, con la Luna che si rispecchiava sull'acqua.
Notò qualcosa.
Avvicinò lo sguardo all'acqua.
Cercò di mettere a fuoco l'immagine che gli si presentò davanti agli occhi.
Ma non fece in tempo.
Una mano lo afferrò per il viso e lo trascinò sott'acqua.
Non riusciva a respirare.
Fu tutto così veloce che quasi non se ne rese conto.
Si ritrovò completamente sommerso in breve tempo.
Si liberò dalla presa della mano, e provò a risalire in superficie, ma venne afferrato per la caviglia.
Scalciò sull'arto che gli serrava la caviglia e lo trascinava a fondo, ma niente: non voleva staccarsi.
Appena giunse sul fondo, si ritrovò circondato.
Erano persone.
Mancavano loro alcuni pezzi di carne, e quella che c'era era completamente rugosa per via dell'acqua. Avevano tutti quanti divise da marinai, come se fossero naufragati in quelle zone. Nemo non aveva mai sentito parlare di naufragi recenti, quindi dovevano essere lì sotto da molti anni. Nutrendosi dei poveri sventurati che capitavano in quelle acque.
Fece fatica a distinguerli per via dell'oscurità, mentre l'acqua salmastra gli irritava gli occhi.
Nemo si sentiva come incatenato da quegli occhi morti che continuavano a fissarlo con un ghigno, mentre sentiva che alcuni di loro recitavano uno strano mantra in una lingua che non aveva mai sentito, ed in breve tempo tutti quanti si unirono in quel grottesco coro.
Per poi smetterla.
Ci fu un attimo di silenzio.
E si levò una risata sadica, mentre le creature si gettarono addosso al corpo inerme del pescatore, che provava comunque a divincolarsi dalla montagna di cadaveri che lentamente lo stavano sopprimendo.
La gelida e fredda risata gli riempì la testa, mentre una mano spinse le dita dentro le sue orbite oculari, cavandogli gli occhi.
Gridò, ma l'acqua si fece largo nella sua bocca, entrando nei polmoni e soffocandolo, mentre i "dispersi" affondavano i loro denti marci e sporchi dentro la sua carne, lasciando di lui soltanto dei miseri resti.
Per poi rimettersi a ridere sadicamente.
   
 
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