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Autore: lexismoak    11/07/2015    2 recensioni
Dopo una giornata di lavoro, Roy torna nel suo appartamento, ma prima di entrare, si accorge che qualcuno è entrato in casa sua: sono Oliver e Felicity, che dopo essere passati a fare visita a Barry e Donna, sono riusciti a rintracciare anche lui. Seguito di Happy Ending e Made with Love. Traduzione.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen, Roy Harper
Note: Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Ultimo capitolo di questa serie. Anche questa era stata già tradotta precedentemente da un'altra ragazza, quindi qualcuno può già conoscerla. Comunque, buona lettura!

Qualcuno era nel suo appartamento.
Roy osservò la scia di luce che proveniva da sotto la porta principale chiusa a chiave. Ricordava di aver spento la luce prima di uscire per andare al lavoro quella mattina – lo faceva sempre. Fare il meccanico non fruttava molto, soprattutto per un ragazzo di ventiquattro anni che lavorava sotto falso nome senza alcuna referenza, e comunque, lui non voleva accumulare le bollette della luce. Ciò significava che qualcuno era entrato nel suo appartamento e in quel momento lo stava ancora aspettando lì dentro, forse. Roy si tolse la giacca a la lasciò cadere sul pavimento del corridoio insieme al borsone – sarebbe stato più facile muoversi senza che quelle cose lo rallentassero. Aprì la porta in modo silenzioso, con i sensi in allerta. L’adrenalina scorreva nel suo corpo come succedeva sempre quando era ancora Arsenal; era pronto ad affrontare qualsiasi cosa – ladri, gang, assassini.
Due membri del vecchio Team Arrow, seduti al tavolo traballante della cucina che bevevano caffè nelle uniche due tazze che teneva nel suo appartamento, non erano proprio contemplati.
“Storia divertente …”, disse Felicity mentre si appoggiava allo schienale della sedia. Bevve un sorso dalla sua tazza e lanciò a Roy uno sguardo assassino. “… Quando io ed Oliver ci siamo messi in viaggio, abbiamo deciso di chiamarti per sapere dove fossi e magari passare a trovarti per un po’, ma abbiamo scoperto che avevi disconnesso il cellulare.”
Roy si rilassò, abbandonando la sua posizione di partenza, leggermente deluso di non doverle dare si santa ragione a qualcuno. Lavorare come meccanico proprio non gli dava la stessa soddisfazione di quando era Arsenal.
“Come avete fatto a trovarmi?” chiese loro. Il tavolo della cucina aveva solo due sedie, entrambe occupate, per cui si appoggiò al bancone, “l’intero scopo di disconnettere il telefono era scomparire dalla carte geografica”.
Oliver indicò Felicity, che sospirò in modo drammatico “Quando capirete che non ci si può nascondere da me?”
Era ancora un po’ strano per Roy, anche dopo un anno con il team, che ci fossero persone che lo avrebbero cercato se lui fosse scomparso.  Quando aveva lasciato la casa di suo padre quando aveva quindici anni, Roy Harper Sr. non lo aveva mai cercato. Quando aveva lasciato i suoi amici criminale per Thea, nessuno di loro si era più fatto sentire. Ma Oliver, Dig, Felicity, Thea, loro lo avrebbero cercato. E chiaramente, Felicity lo avrebbe sempre trovato.
“Perché hai disconnesso il telefono?” domandò Oliver.
Roy si strinse le spalle “Dopo che Thea è venuta a trovarmi … lei parlava di scappare insieme. Quella non è il tipo di vita che voglio per lei. Non è il tipo di vita che lei merita. Non lo so. Non volevo darle quella opzione.”
Dal notiziario aveva saputo dell’attacco biologico a Starling City, e aveva visto un video di Thea tutta vestita di rosso. “Lei è … ?” Roy non era sicuro di cosa volesse sapere. Se Thea stava bene, se era felice, se era al sicuro, se finalmente aveva smesso di scappare.
Alzò lo sguardo per trovare Oliver che lo guardava, con un espressione calma e comprensiva sul volto “Sta bene” disse “telefona una volta ogni due giorni per informarci su quello che succede. Lei, Laurel e Dig stanno lavorando bene insieme.”
Non riuscì a trattenere un sospiro di sollievo “Va bene”. Thea stava bene. Era quasi doloroso quasi quanto lui desiderava stare con lei, ma non rimpianto neanche una volta la sua scelta di salvare Oliver.
Inoltre, come Oliver aveva detto, Thea aveva Dig, Laurel e … non suo fratello. “Perché voi due non siete a Starling City?” disse aggrottando la fronte, ripensandoci. “Ho per caso sentito parlare di un viaggio?”
Oliver e Felicity si guardarono a vicenda, sdolcinati come sempre. Era quasi peggio degli occhi dolci e dell’amoreggiamento costante dell’estate precedente, che era stato quasi insopportabile per lui da vedere ogni volta. Roy aveva suggerito di chiuderli insieme in uno sgabuzzino fino a che non fossero riusciti a sfogare i loro bollenti spiriti, ma sfortunatamente Dig aveva bocciato l’idea.
“Ci siamo presi una pausa da Starling” disse Oliver, riuscendo finalmente a togliere gli occhi da Felicity “Ci siamo fermati a trovare Barry e la madre di Felicity. Non siamo sicuri di quale sia la nostra prossima meta.”
Sembrava come se l’armadio non fosse più necessario, dopotutto. Vergogna. Sarebbe stato esilarante. “Non siamo sicuri” ripeté Roy, mentre sorrideva. “È un viaggio sulla strada non pianificato. Adorabile. Vi siete già baciati sotto la pioggia?”
Felicity non riuscì a guardarlo negli occhi.
“Oh mio dio, l’avete fatto!” Roy rise incredulo. “Potete voi due fare altri cliché?”
“Penso che abbiamo superato i cliché con tutta la storia del vigilante mascherato”. Oliver disse seccamente.
“Come vuoi” Roy disse poco convinto “Sono contento di aver lasciato la città prima di tutto questo, però. Non fraintendetemi, sono davvero felice per voi, ma non so se sarei mai riuscito a vedere voi due darvi da fare nel covo.”
Oliver si chinò per baciare Felicity sulle labbra, con  la mano che le circondava il viso. Gli occhi di lei si chiusero lentamente mentre restituiva il bacio, con la bocca ancora curvata dal sorriso, e Roy riusciva praticamente a vedere tutto l’amore che emanavano entrambi. Era adorabile e affettuoso e disgustosamente dolce.
“È questo quello che si prova nel vedere i proprio genitori baciarsi?” Roy domandò, coprendosi gli occhi. “Per favore basta. Fermatevi subito”.
Oliver e Felicity riuscirono a staccare le loro labbra, non prima che Oliver le sorridesse in modo dolce e felice, più felice di quando Roy lo avesse mai visto, e Felicity lo guardasse con tutto l’amore del mondo. In qualche modo, quello scambio di sguardi era quasi più intimo del bacio, e Roy distolse lo sguardo, a disagio, sentendosi come se si fosse intromesso in qualcosa.
Un rumore proveniente dal tavolo della cucina gli fece riportare l’attenzione verso i suoi amici. Felicity aveva poggiato un altro cellulare non rintracciabile.
“Se disconnetti anche questo, Roy Harper, torneremo” avvertì Felicity, probabilmente cercando di apparire minacciosa, ma in realtà riuscì solamente a rendersi più adorabile; come un piccolo cucciolo che ringhiava.
“Va bene” lui rispose solenne, mettendosi il cellulare in tasca. I due si alzarono e Roy accettò un abbraccio prima da Felicity e poi da Oliver. “Ehi, se avrete mai bisogno di un appoggio ogni volta che voi due piccioncini tornerete in città … ”
“Ti chiameremo” finì Oliver.
Roy Harper non era mai stato considerato come il tipo di persona che fa qualcosa per se stesso. Era un bambino del Glades, che sarebbe dovuto diventare un criminale o morire all’età di venticinque anni. Sua madre era morta quando aveva otto anni; lasciò la casa di suo padre sette anni dopo. Ai suoi amici, se poteva considerarli tali, piaceva solo perché era bravo a combattere. Roy si era rassegnato da quando era piccolo all’idea che le fredde barre di Iron Heights o una tomba vuota fossero nel suo immediato futuro, e che non ci sarebbe mai stato nessuno a piangerlo.
E poi aveva rubato una borsa a Thea Queen, e poi trovò Arrow e poi Oliver Queen gli diede un vestito di pelle rossa, un arco e uno scopo.
Così, per la prima volta nella sua vita, Roy aveva una famiglia, persone che veramente gli volevano bene. Non era mai stato più contento che nelle settimane prima del suo arresto come Arrow, quando tutto poteva essere stato terribile ma almeno aveva Thea, Oliver, Felicity e Diggle. Aveva persone a cui rivolgersi se le cose andavano male, persone che sapeva ci sarebbero sempre state per lui. E questa volta, anche quando lui era partito, loro erano rimasti.
“Grazie” disse Roy “per essere passati. Quando Thea chiamerà, ditele … “ che le mancava? Che la amava? “Ditele che sapevo che il rosso era il suo colore”.
Oliver annuì “Lo faremo”, promise. Prese la mano di Felicity e le sorrise, e i due uscirono dall’appartamento di Roy, chiudendo la porta dietro di loro.
Roy rimase a fissare la porta per un momento, e poi scosse la testa, cercando di togliersi tutti i piccoli rimpianti che gli avevano fatto quasi desiderare di tornare indietro. Roy aveva la sua nuova vita come Jason, e anche Oliver e Felicity avevano una nuova vita davanti. Sperava che tutti loro potessero ottenere il proprio lieto fine.
 
   
 
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