Fanfic su artisti musicali > R5 (family band)
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Autore: alinonalice    11/07/2015    3 recensioni
Tra la famiglia di Martina e quella dei Jefferson, non corrono buoni rapporti. Un giorno i Jefferson traslocano e la famiglia Lynch prenderà il loro posto. Questa volta, le cose saranno diverse, Martina troverà in loro degli amici e incontrerà il primo amore.
Ma quando tutto sembra andare per il meglio, il ritorno a casa del padre di Martina sconvolgerà la situazione. Nel momento in cui i due padri delle due famiglie si incontreranno, si rivelerà l'esistenza di un'eterna rivalità tra i due, che cercheranno di ostacolare i due "Romeo e Giulietta" della situazione.
Solo che nessuno morirà, i due innamorati troveranno una soluzione meno tragica...
Dal capitolo 1:
“È… È la cosa giusta?” chiedo.
“No, certo che no…” risponde, un attimo prima di mettere in moto “Ma è la nostra unica possibilità”
Sospiro.
“Ma se non te la senti…”
“No, hai ragione tu…” lo interrompo “Non sarà la cosa giusta per loro, ma lo è nei nostri confronti… E la colpa è solo loro, quindi perché dovremmo fare qualcosa di corretto nei loro confronti, se questo significherebbe rinunciare a ciò che è giusto dal nostro punto di vista?”
“Quindi… Vado?”
“Si, vai”
Attenzione: In questa ff gli R5 non sono famosi.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4

Mi sveglio ancora un po’ assonnata, vorrei dormire ancora, ma una volta che apro gli occhi, poi, è sempre impossibile. Sbadiglio e mi stropiccio gli occhi sbuffando. Mi sollevo, mi siedo a gambe incrociate e resto un paio di minuti con la faccia tra le mani, se mi alzassi subito mi girerebbe la testa, perderei l’equilibrio e cadrei per terra, lo so per esperienza. Per TANTE esperienze
Non appena mi alzo, vado a vedere che ore sono. Le 8:30. Meglio scendere giù a fare colazione, saranno già tutti là.
Chissà se Ross sta ancora dormendo... Mi giro e guardo fuori dalla finestra. È sdraiato a pancia sotto sul suo letto, dal quale pende un lenzuolo giallo, stritolando in un abbraccio il suo cuscino, il viso rivolto verso la finestra. Abbiamo tutti un aspetto così pacifico quando dormiamo? O è solo lui, che sembra tanto un bellissimo angelo dai capelli dorati?
Tenta di girarsi per cambiare posizione e dormire rivolto verso l’alto, ma il risultato è un tonfo per terra dall’aspetto molto doloroso. Infatti, dalla sua stanza emerge un lamento. Ed ecco che il bellissimo angelo è caduto dalla sua nuvola color giallo acceso.
Riesce ad alzarsi, appoggia una mano al fondoschiena, evidentemente è il punto dolente.

“Stai bene, Ross?” gli chiedo, con un po' di preoccupazione nella voce “Stavo andando a fare colazione, poi ti ho visto cadere…”

“Si, sto bene, più o meno… Che ci fai già in piedi?” risponde con la voce provata dal sonno e dal brusco risveglio.

“Niente, sono caduta dal letto… In senso figurato, però…”

“Ti offendi se ti mando a fanculo?”

“Nah”

“Ok... Ma vaffanculo!”

Ridiamo.

“In ogni caso, penso di preferire andare a mangiare…” dico.

“Mmh, penso che lo farò anch’io…”

“Ok, allora ci si vede”

“Ci si vede”

Scendo le scale e vado in cucina, dove, come ogni mattina, sono già tutti, tranne mia sorella, per lei è ancora troppo presto.

Possibile che sono riuscita a farmi mandare a fanculo dopo soli due giorni?

“’Giorno!” saluto, tornando lo zombie di quando ero appena sveglia.

Mentre scherzavo con Ross non stavo così…

“Allora, che mi dici di ieri sera? Era quello il ragazzo per cui hai perso la testa?” domanda mia madre, senza neanche darmi il “buongiorno”.

“Si, ok, ho cantato con Ross, è stato bello.” replico.

“Come sei sciatta, anche nel raccontare le cose positive!” mi indispettisce.

Le faccio la linguaccia.

“E comunque sappi che il vicinato si aspetta che d’ora in poi vi esibiate sempre insieme” dice mio fratello, tra un biscotto e l’altro.

“Spiritoso…” commento.

“Vedi che non scherzo…” asserisce lui “La signora Wild e la signora Kyle sono passate di qui e hanno detto testuali parole…”

“Ah”

Voglio fare colazione ma non ho idea di che mangiare. Mi secco a prendere il latte stamattina, ho voglia di cambiare.

“Mamma, non mi va il latte, voglio qualcosa di diverso!” mi lamento.

Eh si, quando sono stanca e assonnata ho proprio un caratteraccio, questo è niente in confronto a come potrei comportarmi… In ogni caso, quando ho sonno, gentilezza addio.

“Prendi uno yogurt” suggerisce lei.

“Bleah, che schifo” rispondo.

“Ti faccio un caffè?”

“No, non mi va”

“Un toast?”

“Mmh…”

“Senti, arrangiati, io ci ho provato”

Nel presente

“Quando ci fermiamo?” chiede, stanco.

“… Al prossimo albergo?” domando in risposta.

“Uff, quanto ci vuole?”

“… Sei tu alla guida, dovrei essere io a fare questa domanda…”

“Lì c’è un cartello, un’indicazione, mi pare di leggere ‘hotel’…”

“Mmh… Si, hai letto giusto…”

“Grazie al Cielo!”

“Finalmente ci potremo riposare un po’…”

Seguiamo le indicazioni, e dopo esserci persi un paio di volte, arriviamo di fronte a questo hotel. Sembra lussuosissimo.

“Ma i soldi ce li abbiamo per permetterci questo posto?” gli chiedo.

“Si, ne ho scroccati un bel po’ a mio fratello…” risponde.

“… Ovviamente glieli restituirai poi, vero?”

“Pff, ovvio che si…”

Mi fa ridere il modo in cui muova gli occhi in tutte le direzioni possibili.
Entriamo dentro, dopo aver preso la camera più economica possibile, che comunque è costata un bel po’ di soldi, la prima cosa che facciamo è buttarci sul letto, con la leggerezza di due macigni gettati da un dirupo altissimo.
È così morbido che ci si sprofonda dentro.
Mi avvicino a lui, accoccolandomi al suo petto. Lui mi stringe tra le sue braccia.

“So quanto tu sia stanco…” dico “Mi dispiace di non avere la patente, a quest’ora potrei darti il cambio, invece sto semplicemente seduta lì, così, a non fare niente e…”

“Shh” mi interrompe “Va tutto bene, non devi sentirti in colpa. Quando ti ho proposto di fare questa cosa, sapevo a cosa sarei andato incontro, e comunque, non è colpa tua se non sei abbastanza grande per guidare”

“Ti amo, sai sempre la cosa giusta da dire!”

Nel passato

Leggere è più stancante di quanto ricordassi… Insomma, prima mi piaceva da morire prendere i libri e iniziare a perdermi tra quelle pagine, lasciarmi trasportare dal mondo racchiuso in quelle parole stampate su della carta. Me lo ricordavo molto più magico.
Da quando sono al liceo non ho più avuto né il tempo né la voglia per cose come la lettura. E ora, come compiti per le vacanze, mi tocca leggere. La prof ci ha assegnato un sacco di roba noiosa, l’unica possibilità tra tutti questi testi che mi incuriosisce è l’opera a scelta di Shakespeare. Forse proprio perché è la sola cosa che mi sarà concesso decidere. E comunque, penso che non me la potrò godere lo stesso, perché il fatto che la lettura sia una costrizione e non una mia spontanea volontà, mi toglierà parte del piacere.
Parlando di cose più interessanti, dato che distrarmi in queste situazioni di noia infinita è una delle cose che a questo mondo più mi rendono felice, Ross si esprime in modo volgare... Buono a sapersi, perché anche io lo faccio, forse anche troppo spesso…
Oh, ma è mai possibile che ogni volta finisco sempre per parlare di me? Parliamo di Ross, della sua bellezza, di quanto è figo, della sua perfezione… Cioè, è così perfetto che non mi vengono parole per esprimere la sua perfezione… Ok, sto degenerando, la mia mente malata comincia a pensare cose che non hanno nemmeno senso. E lo conosco solo da due giorni.

“Hey Marty!” mi sento chiamare, mentre fingo di leggere.

Giro il capo, scorgo la figura di Rydel nella stanza del fratello per qualche motivo.

“Ciao Delly!” la saluto, chiudendo il libro e lasciandoci in mezzo l’indice, per non perdere la pagina.

“Che leggi di bello?” mi chiede, facendo un cenno col capo verso il mio libro.

“Insomma, di bello niente, è solo uno dei libri che mi tocca leggere durante quest’estate…”

“Scuola?”

“Scuola.”

“Capisco…”

“Tu invece che fai?”

“Non trovo il telefono e ho una mezza idea di chi possa averlo preso…”

“Da come lo dici sembra che non sia la prima volta che succede…”

“Appunto… Oh, eccolo qui! Vediamo se… Bah, lo sapevo, ha giocato a Ruzzle col mio account in modo da vincere la partita…”

Rispondo con una risata.

“Comunque, a proposito di Ross… Siete stati bravi ieri sera…”

“Grazie”

“Senti, a proposito di musica, perché non vieni da noi qualche pomeriggio, così ti facciamo sentire qualcosa”

“Con piacere, non vedo l’ora! Dimmi tu quando posso venire!”

“Anche oggi stesso”

“Ok, allora poi passo, se mia madre è d’accordo”

“Va bene, ora scappo, prima che Ross torni e mi veda qui…”

“A più tardi!”

“Ciao!”

E dunque, Rydel lascia la stanza. Che bello, ho un invito a casa Lynch!
In ogni caso, esuberanza a parte, questo libro non si può di certo leggere da solo. Magari potesse…
Vengo nuovamente distratta dal rumore di una porta che si chiude, e come prima scatto la testa, per vedere. Ross è tornato nella sua stanza, con le cuffiette attaccate al telefono nelle orecchie, si sdraia sul suo letto. E io torno al mio supplizio.

“Ti piace proprio il davanzale della finestra, eh?” chiede, togliendo uno dei due auricolari dopo essersi accorto della mia presenza.

“Si… Diciamo che è l’unica cosa che rende meno spiacevole la lettura di questa noia mortale…” sospiro.

“Oh bene”

“Tu almeno ti diverti…”

“Abbastanza… In realtà me ne sono venuto qui perché non avevo nient’altro da fare…”

“Mentre che ci sei, ti dispiacerebbe distrarmi?”

“Affatto” sorride.

****
Beh si, insomma, scherzavo l'altro giorno, mi è venuta voglia di aggiornare e quindi gne.
Dunque... Ringrazio tutti i recensori e i lettori, davvero, grazie di leggere la mia roba (?)
Comunque, vi saluto, che ho un sacco di impegni... In pratica devo arrivare a scrivere almeno altri due-tre capitoli sia per questa che per l'altra mia storia, quindi si, che casino.
Ciao a tutti!

 
   
 
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