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Autore: Silviax    11/07/2015    1 recensioni
Appena assaporo la nicotina in gola tiro quasi un sospiro di sollievo, riesco per qualche istante a sentirmi più tranquilla, anche se quella tranquillità passa subito vedendo la faccia di Castiel leggermente irritata davanti al mio mutismo.
-Puoi onorarmi delle tue parole o è chiedere troppo?-
-Smettila Castiel, lasciami un po' in pace-
Non parla. Non dice un parola, mi guarda e basta. Non riesco a sostenere il suo sgardo e guardo altrove, non ho bisogno della compassione di nessuno.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Kentin, Lysandro, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 13 - COMBINA GUAI
 
Sono seduta su un freddo seggiolino grigio dell’aeroporto ad aspettare Alyson, la mia migliore amica, fino a quando non la vedo avvicinarsi piano ma sempre di più a me. Mentre la guardo arrivare mi sorprendo ancora una volta di come quella ragazza non abbia mai un capello fuori posto oppure un po’ di trucco sbavato. I suoi lunghi capelli biondi sono sempre impeccabilmente lisci mentre il suo trucco, in perfetto stato, attornia il suo dolce viso. Indossa una felpa bianca con dei leggings neri che la fanno apparire le sue gambe ancora più magre e lunghe, è sempre stata una stangona ed io mi sono sempre sentita troppo nana quando stavo di fianco a lei
Noto subito, dal movimento instancabile dei sui occhi, che non si accorge di me, poco lontana dal suo campo visino. Dopo una decina di secondi incontra il mio sguardo e vedo apparire velocemente un grosso sorriso sul suo volto. Anche se sono passate solamente due settimane dal nostro ultimo incontro i suoi occhi mi rivelano una certa nostalgia nei miei confronti e anche dal suo abbraccio, caldo e dotato una notevole pressa, capisco quanto le devo essere mancata in queste due settimane.
Eravamo abituate a stare sempre insieme e non c’era giorno in cui non ci vedevamo. Ci piaceva ogni volta fare cose diverse, perché associavamo entrambe la routine quotidiana ad un oppressante senso di noia, e noi non ci eravamo mai annoiate insieme. Sappiamo tutto l’una dell’altra e da quella calorosa mattina di fine Giugno in cui ci siamo incontrate per la prima volta non ci siamo mai più lasciate, ci sono state poche litigate tra di noi, forse si riescono a contare sulle dita di una mano. Ritenevo la nostra un’amicizia sana come poche, ormai non si riescono più a trovare adesso visto che sono tutte basate sulla superficialità delle persone, mentre la nostra basata principalmente sulla fiducia reciproca ed essa non era mai stata spezzata da nessuna delle due.
-mi sei mancata così tanto- il suo tono di voce era sempre stato troppo dolce con me ed anche oggi si rivela tale, tale da farmi rattristire in una maniera immensa. Anche se non lo voglio ammettere, mi è mancata, e non poco.
-anche tu- rispondo velocemente cercando di non far trasparire sensazioni di malinconia dal mio tono di voce –e auguri per il tuo diciottesimo compleanno-
Eh si, è il suo compleanno oggi, mi aveva sempre detto che il giorno del suo diciottesimo compleanno l’avrebbe passato con me, anche se mi fossi trovare dall’altra parte del mondo. Era una promessa che ci siamo fatte quando lei aveva solo quindici anni mentre se io ne avevo già sedici, avevo un anno in più di lei e grazie alla bocciatura a cui sono andata incontro durante le scuole medie ci aveva fatto avvicinare ancora di più essendo in classe insieme.
Quella promessa l’ha mantenuta ed infatti eccola qui, da me.
Dopo aver tartassato la mia guancia con un sacco di calorosi baci da parte sua ci stiamo dirigendo finalmente verso la casa, che da poche settimane, è diventata mia. Mi sto abituando piano piano all’idea di chiamarla casa visto che è totalmente diversa da quella che avevo precedentemente, anche se è più grande e bella di quella in cui abitavo prima in essa sono custoditi i migliori ricordi dell’infanzia e della mia successiva crescita.
Durante tutto il tragitto abbiamo ascoltato tutta la musica che passava in radio, cantando a squarciagola ogni canzone tra una chiacchiera ed l'altra fino a quando non scorgo in lontananza quella che è ormai casa mia. Con qualche semplice manovra costeggio la macchina al lato destro della strada, poi apro lentamente la portiera della macchina controllando più volte di avere la possibilità di aprirla liberamente ma sento poco dopo un rombo provenire da dietro di me, non ho nemmeno il bisogno di voltarmi per capire a chi appartiene quella moto, ormai il mio cervello riconosce automaticamente il rumore prodotto da quella cosa infernale. Prima di avere il tempo di riuscire a chiudere la portiera il rombo della moto si blocca poco distante da me
-che ragazzina cattiva, non sei andata a scuola oggi?-
Al suono di quella voce insolente stringo in automatico i pugni e prendo un profondo respiro cercando di controllare tutti gli insulti che mi rigirano nella testa in questo momento, Alyson mi guarda con uno sguardo alquanto preoccupato ma con uno sbrigativo cenno con la testa le dico di stare tranquilla. Scendo dalla macchina il più velocemente possibile e mi dirigo verso quella testa rossa bacata, non mi aveva rivolto la parola per tutta la settimana tranne che per farmi miserevoli battutine scadenti e questa volta è la goccia che fa traboccare il vaso.
-nemmeno tu sei a scuola eppure non mi impiccio dei fatti tuoi- so che sto per esplodere ma non mi importa –dopo aver fatto tutto il sabato sera ad ignorarmi completamente ed avermi lanciato stupide battutine per tutta la settimana hai ancora voglia di parlarmi? Beh io no, quindi gradirei se te ne andassi-
Non ricevo risposta se non per un ennesimo sorrisino stupido stampato sulla sua faccia che prenderei volentieri a schiaffi. Da quando ha scoperto che Debrah è mia cugina non fa che trattarmi male o non considerarmi, non che mi interessi più di tanto di lui ma sembra come se volesse riversare tutta la sua rabbia repressa contro di lei su di me.
Dopo svariati secondi senza risposta opto per girare i tacchi ed andare a chiudere la portiera della macchina e sento Castiel allontanarsi velocemente fino a non sentirlo più. Invito Alyson a scendere e ad entrare in casa mentre le do volentieri una mano ad aiutarla a prendere le cose che si era portata dietro.
 
-Kentin mi ha parlato del vostro incontro- dice Alyson di punto in bianco
Sento il mio viso accaldarsi all’istante e sono sicura che stia diventando sempre più rosso, mentre cerco istintivamente di far scomparire quel colore rosso dalla mia faccia ma invano. Stavo pian piano superando il discorso Kentin cercando di farlo passare nella mia testa il meno possibile, eppure almeno due volte al giorno quel pensiero torna.
-cosa ti ha detto?-
-che vi siete visti ma visto che era a conoscenza del fatto che sarei venuta qui mi ha detto di farmelo spiegare direttamente da me-
Ripensare a quella giornata mi metteva sempre il malumore addosso, l’ho raccontato solamente a Rosalya e la tristezza che avevo addosso quel giorno ad ogni singola parola che usciva dalla mia bocca me la ricorderò per sempre.
-è successo tutto così in fretta, lui è venuto qua ed ha voluto parlarmi ma io non ero molto entusiasta dell’idea e così ho cercato di evitarlo. Quando il giorno successivo ho iniziato a nutrire un certo senso di colpa nei suoi confronti mi sono fatta coraggio e sono corsa a parlargli, ricordo la tristezza nei suoi occhi mentre gli dicevo quelle parole, mentre gli dicevo che per me è stato importante ma che ora non conta più perché siamo lontani. Mi ha lasciato in quel bar da sola ma infondo penso me lo meritassi-
 
‘Lo vedo alzarsi dalla sedia e uscire in fretta e furia da questo posto ed io non ho nemmeno le forze di reagire, vorrei fermarlo e fargli capire che per me conta ancora molto, eppure so che non servirebbe a nulla. Rimango seduta su questa sedia mentre guardo la sagoma del suo corpo sparire piano piano, oramai la sedia difronte a me è straziantemente vuota e pure io mi sento vuota dentro.’
 
Decidiamo di uscire a fumare una sigaretta, ne ho fumata solamente una oggi e dopo tutta la tristezza che mi è salita riparlando di Kentin si è accentuata in me una voglia di nicotina assurda.
Una volta uscite sul balcone la prima cosa che attira il mio sguardo è la chioma rossa del mio vicino fastidioso, possibile che sia già tornato e che ogni volta che esco per fumare una sigaretta in pace me lo ritrovo qui?
Nell’alzare la sua ribelle chioma rossa noto dal suo sguardo che trova subito un certo interesse alla vista di Alyson, alla fine non si può dargli torto, è una bellissima ragazza. Mentre faccio qualche passo avanti mando istintivamente gli occhi al cielo, preparandomi psicologicamente ad ogni frase che ci rivolgerà, o meglio che rivolgerà ad Alyson, visto il suo innamoramento in una decina di secondi.
-perché non mi hai mai detto di avere amiche così belle?- il suo spiccato senso dell’ironia insieme a quel pessimo sorrisetto sempre dipinto sulle sue labbra lo rendono proprio un ragazzo con la faccia da schiaffi, prima che potessi anche solo aprir bocca per replicare quelle parole vengo interrotta dalla voce di Alyson
-perché non mi hai mai detto di avere amici così belli?-
Non fece nemmeno in tempo a finire la frase che sul mio volto si dipinse uno sguardo inebetito, non riuscivo a credere alle parole che erano appena uscite dalla bocca della ragazza bionda di fianco a me.
-mi stai prendendo in giro, spero- dico con un tono a metà tra lo stupido e lo speranzoso. Spero davvero che mi sta prendendo in giro con quello che ha appena detto ma il cenno contrariato del suo capo mi fa rimanere alquanto delusa –poi amico, chiamalo vicino di casa fastidioso-
Appena terminata la mia frase vedo Castiel presentarsi ad Alyson in modo del tutto naturale iniziando a istaurare tra loro una conversazione simile a quella di amici di lunga data. Rimango paralizzata a vedere tutto ciò, Alyson non poteva ritenere Castiel un bel ragazzo, anche se infondo Castiel un bel ragazzo lo era veramente e con quell’aria da duro avrebbe decisamente colpito un sacco di ragazze ma io non mi faccio abbindolare da lui così spudoratamente anzi non mi faccio abbindolare da lui in nessun modo.
Appena noto che la sigaretta della mia migliore amica era quasi finita la guardo implorante chiedendole un favore, dovevo assolutamente parlare con Castiel dopo quella lunga settimana trascorsa ad ignorarlo, dovevo assolutamente capire perché mi stava trattando in quel modo.
-Alyson, potresti entrare per favore?-
Il cenno del capo della ragazza fa intendere che lo prende come un si, dirigendosi poco dopo all’interno della casa. Appena sento il rumore della finestra che si chiude dietro le spalle di Alyson mi dirigo silenziosamente verso Castiel che stava imitando il medesimo gesto di Alyson
-non scappare, devo parlarti-
Il corpo del ragazzo di volta di scatto mentre sul suo volto si dipinge un’aria stranita cercando di capire il motivo per cui l’ho fermato
-volevo chiederti perché l’altra sera ti sei comportato così. Insomma eri stato così gentile con me poco prima e poi l’unica cosa che hai saputo fare è stata arrabbiarti e prendermi a parole, come tutto il resto della settimana in effetti-
Il suo sguardo rimane lo stesso dall’inizio alla fine della frase, l’unica cosa che è cambiata nel suo sguardo è un leggero aggrottamento delle sopracciglia del rosso
-ero solamente un po’ stressato quel giorno-
-lo so che non è vero, non dirmi le stronzate- rispondo con aria apparentemente calma mentre lo sguardo del rosso muta nuovamente in uno sguardo leggermente accigliato ma allo stesso tempo imbarazzato, come se non volesse dirmi la verità su tutta quella storia –allora perché hai continuato tutta la settimana? È una settimana che sei stressato? Casualmente da quando abbiamo parlato di mia cugina?-
Le mie domande vengono interrotte dallo squillo insistente del cellulare che tengo nella tasca destra dei jeans, è Rosalya che mi chiede se anche stasera andavamo in quel locale di settimana scorsa. Cerco di liquidarla velocemente dicendole che con me c’è anche Alyson e non possiamo muoverci, ma la sua testardaggine mi fa perdere il controllo accettando, a mio malgrado, di andarci e portare con me anche Alyson.
Mentre riattacco velocemente la chiamata con Rosa il rosso mi guarda ancora con un’aria strana, come se non avesse avuto tempo di metabolizzare un’altra risposta stupida alla mie incessanti domande.
Non ho neanche il tempo di riaprire bocca che Castiel ha già alzato i tacchi e sta per rientrarsene in casa, lasciandomi lì da sola al freddo, incalzandomi solo una frase poco carina nei confronti di Alyson
-stasera mi divertirò con la tua amica-
 
Quando finalmente arriviamo davanti al locale troviamo Rosalya, Lysandro e Leigh ad aspettarci fuori. Infreddolite e con le giacche tirate su fino al collo ci dirigiamo verso di loro che ci aspettano tutti con un caloroso sorriso sul volto.
Più ci avviciniamo a loro più noto una chiazza azzurra aggirarsi in mezzo a loro e solamente quando arrivo più vicino capisco che è proprio Alexy, vederlo mi mette sempre addosso una strana allegria. Da quando l’ho incontrato per la prima volta a scuola mi è subito sembrato un tipo un po’ bizzarro e conoscendolo meglio ho scoperto che è proprio così.
-ciao a tutti ragazzi, lei è Alyson- incalzo con una voce solare nonostante i meno due gradi che ci sono in questa buia serata di fine Novembre –oggi è il suo compleanno ed ho deciso per forze maggiori di portarla qui- si, il mio riferimento era proprio rivolto a Rosalya che in tutta risposta sfodera un sorriso smagliante.
Dopo qualche chiacchierata iniziale noto solo ora che Castiel non è ancora arrivato, dentro di me spero che non si presenti affatto, soprattutto dopo le parole che mi ha detto l’ultima volta che ci siamo parlati. Poco prima della decisione da parte di tutti di entrare Rosalya si avvicina piano a me portandomi via con una scusa banale.
Ci allontaniamo giusto un po’ dai nostri amici per evitare che sentano le parole che sta per dirmi Rosalya con una faccia leggermente preoccupata, che non fa nient’altro che preoccupare anche me
-Crystal io ho imparato a conoscerti in queste due settimane e mi hai anche raccontato di come lei ti faccia sentire in tutti i sensi la sua migliore eppure quella ragazza ha qualcosa che non mi convince- le parole crude di Rosalya risuonavano nella mia testa come pugnalate al cuore
-dici così solamente perché non la conosci-
-me ne hai parlato tanto ed ho capito che ti ha fatto sempre stare male-
-non è lei a farmi stare male, sono le persone che le stanno intorno-
 
Il nostro è sempre stato un rapporto sincero, eppure io per certi versi Alyson non la sopportavo. Odiavo quando tutte le persone nuove che conoscevamo, indifferentemente dal sesso, davano le proprie attenzioni solo a lei mentre a me mi rivolgevano la parola solamente una volta ogni tanto. Era come se di fianco a lei diventassi invisibile e la cosa mi faceva sempre stare male, lei era alta, bella, con gli occhi azzurri e i capelli biondi, il classico stereotipo di ragazza figa. I ragazzi le riservavano le migliori attenzioni, mentre le ragazze preferivano sempre stare sempre con lei. Non mi è mai piaciuto ricevere troppe attenzioni, mi sono sempre sentita a disagio eppure ero gelosa di tutte le attenzioni che riservavano a lei, a distanza di anni non ho ancora capito se ero gelosa delle attenzioni che lei riceveva da tutti quando la sua migliore amica ero solo io oppure se lo ero perché mi sarebbe piaciuto ricevere le stesse.
Nonostante le piacessero le mille attenzioni riservatele preferiva parlare solamente con me delle sue cose più intime, aveva un carattere molto riservato infatti non parlava quasi con nessuno delle sue questioni personali. Con me è sempre stata molto dolce, mi voleva un sacco di bene e reputava che fossi solo io in grado di capirla.
Uno dei suoi difetti peggiore è il non sapersi dare un contegno quando beve, anche solo con un sorso di alcool perde completamente la testa dopo una decina di minuti. Una volta abbiamo anche litigato per questo, perché aveva bevuto troppo e voleva baciare Kentin ad ogni costo, me lo ricordo come se fosse ieri.
 
‘-dai perfavore, solo un bacetto posso darglielo?-
La mia pazienza si sta per esaurire. Era circa mezzora che Alyson voleva dare un bacio a Kentin e la cosa mi stava facendo sorgere una grande irritazione dentro, nessuno doveva toccarlo.
-te lo dico per l’ultima volta: NO!- aggiungo, disperata, per l’ennesima volta –Prova a ripetermelo e non mi farò molti scrupoli a tirarti un pugno dritto sul naso-
-dai, solo uno-
-ho detto di no, basta!- urlo talmente forte che è come se le mie corde vocali scoppiassero da un momento all’altro, non ce la facevo più a sentirla piagnucolare e volere baci dal mio ragazzo
-va bene, però se mi fai dare un bacino poi sto zitta-
Alla fine della pronuncia di quella frase inizio a sentire una strana sensazione dentro, la rabbia mi sale ed io non riesco più a controllarla, sento gli occhi chiusi in due fessure e in men che non si dica mi ritrovo a sfoderare un pugno sulla sua faccia di cui non conoscevo neanche la potenza prima’
 
Tuttavia si stava ripetendo la stessa situazione di qualche anno fa ed anche se Lysandro o Castiel non sono miei fidanzati sono comunque miei amici, ad eccezione del bulletto dai capelli rossi ovviamente. Ma nonostante questo solo il pensiero che si avvicina ad uno di loro mi fa crescere un pericoloso senso di fastidio dentro perché Alyson è rimasta tutta la sera attaccata come una cozza a Lysandro e Castiel, mentre il primo non gli da corda per nulla il secondo la sta assecondando in una maniera incredibile, tanto che ora si stavano pure abbracciando in mezzo a tutto.
Mi alzo dal divanetto in pelle blu in cui ero seduta fino a due secondi fa dirigendomi verso i loro due corpi soffusi dalle luci del locale con una velocità tale che Rosalya, che era sempre stata dietro di me, riusciva a starmi dietro con fatica, riuscendo però ad afferrarmi un braccio con una forza bruta solamente quando sono distante pochi metri da loro. Mentre la guardo negli occhi colgo subito dentro quelle fantastiche iridi color miele tutta la tristezza che sta provando per me in questo momento
-te l’avevo detto che sarebbe successo qualcosa-
Alyson vedendomi arrivare pensa bene di avanzare un po’ verso di me lasciando in disparte Castiel. Dopo aver compiuto qualche metro appena è a pochi centimetri da me quasi fatica a trattenere il fiato pur di non tirarle dietro parole che si rivelerebbero solamente insulti, mi limito solamente a guardarla negli occhi e dirle parole affondate nella rabbia –non dovevi venire qui, mi stai rovinando ancora una volta la vita.-

 
***
Angolo autore: Buonasera:) Eccoci con un altro capitolo, come avrete notato questo è leggermente più lungo rispetto ai soliti e penso che anche i prossimi avranno questa lunghezza. Volevo dirvi che probabilmente questo sarà l'unico capitolo che metterò a Luglio, visto che tra qualche giorno parto. Se nella settimana che viene avrò tempo per arrivare a scrivere una buona parte del capitolo successivo penso di riuscire a pubblicarlo negli ultimi giorni di Luglio, ma non vi assicuro nulla:)
Bhe, non so che aggiungere, buonaserata:)
   
 
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