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Autore: ElisynaUchiha    11/07/2015    1 recensioni
Questa storia è una specie di esperimento, vi avverto.
Ruoterà tutto intorno alla musica, come si può intuire dal titolo.
Ogni capitolo sarà letteralmente basato su una canzone che aiuterà a capire meglio la storia.
"Due ragazzi con un passato difficile alle prese con la sfida più grande: superare i propri limiti e le proprie paure.
Ci riusciranno?"
Genere: Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Non sembrate molto interessati deduco che come esperimento stia facendo parecchio pena haha
Vabbè purtroppo non sono la fantastica JK Rowling o lo spietato GRR Martin.
Vi lascio un nuovo capitolo:)
Buona lettura.
 

Chapter IX - What doesn’t kill you.
 
What doesn’t kill you – Kelly Clarkson
 
PLAY
 
You know the bed feels warmer
Sleeping here alone



Mi svegliai di soprassalto.
Un altro incubo.
Mi misi a sedere sul letto. Quel letto enorme e comodo.
Da quando mi ero “trasferita” da Chris mi ero accorta di quanto queste piccole comodità, un letto morbido con cuscini bianchi e profumati e coperte soffici e calde, mi fossero mancate.
Purtroppo era meglio se non mi ci riabituavo.
Ero ancora molto più che decisa a trovarmi un altro appartamento o qualcosa del genere. Non potevo rimanere qui a casa sua per sempre.
 
You know I dream in color
And do the things I want



Era passata una settimana da quell’incidente. Si, perché non avevo voluto sporgere denuncia, né avevo raccontato a nessuno la verità, anche se Chris continuava ad insistere di tanto in tanto. Purtroppo non sarebbe servito a nulla.
Non si poteva andare contro ad un uomo come mio padre. A quest’ora aveva fatto sparire qualsiasi minima traccia che potesse collegarlo anche solo lontanamente a quello che era successo. Provare a rintracciare lui o suoi scagnozzi sarebbe stata solo una perdita di tempo e soldi. Cose che non avevo.
In ogni caso stavo cercando di andare avanti, di nuovo.
Mi ero accorta che stavolta era stato più semplice della precedente. Forse perché sapevo come muovermi o forse mi ero solo rassegnata al fatto che mio padre mi odiasse.
Oh, non solo ti odia. Ha cercato di ucciderti.
Beh come si dice, ciò che non ti uccide ti fa diventare più forte, no?
Ed io ora sarei diventata più forte.
 
You think you got the best of me
Think you had the last laugh
Bet you think that everything good is gone
Think you left me broken down
Think that I'd come running back
Baby you don't know me, cause you're dead wrong



Mi alzai dal letto per affacciarmi alla finestra.
Guardare il cielo e le stelle mi rilassò.
Se speravi che dopo quella trovata sarei corsa da te spaventata a chiedere perdono, puoi anche scordartelo.
Stai cercando di farmi a pezzi, ma troverò sempre il modo di rimetterli insieme.
 
What doesn't kill you makes you stronger
Stand a little taller
Doesn't mean I'm lonely when I'm alone
What doesn't kill you makes a fire
Put that thing on lighter
Doesn't mean I'm over cause you're gone



“Hei, Penny. Ho visto le luci accese. Va tutto bene?” chiese Chris affacciandosi dalla porta.
Mi voltai, presi un respiro profondo ad occhi chiusi, poi li aprì e gli sorrisi.
“Tutto bene.”
 
Thanks to you I got a new thing started

“Beh, se hai bisogno chiamami.”
“Grazie.”
 
Thanks to you I'm not a broken hearted


Il mio cuore ne era uscito distrutto, ma lo avevo ricostruito migliorato, più forte.
 
Thanks to you I'm finally thinking bout me
 
E grazie a tutto questo avevo capito che potevo voltare pagina.
Adesso avrei pensato solo a me stessa e alla mia musica.

You know in the end the day to left was just my beginning
In the end



Mi sdraiai nuovamente a letto chiudendo gli occhi.
Sorrisi.
 
What doesn't kill you makes you stronger
Stand a little taller
Doesn't mean I'm lonely when I'm alone
What doesn't kill you makes a fire
Put that thing on lighter
Doesn't mean I'm over cause you're gone



“Sembri stare meglio stamattina.”
“Sto meglio.” Sorrisi.
“Bene, sono contento. Ti va di andare a fare un giro?”
“D’accordo.”
Era tempo che riprendessi in mano la mia vita.
 
In tutta la mia vita non avevo mai visto un sorriso così bello come quello che ha tirato fuori Penny questa mattina.
Era come l’arcobaleno alla fine della tempesta.
Non aveva voluto raccontarmi nulla di quello che era successo e la cosa mi aveva dato un po’ noia, per il semplice motivo che non sapevo cosa fare. Capivo che lei non volesse parlarne per non riportare a galla una ferita ancora aperta di cui portava ancora i segni sotto quei vestiti, ma io dovevo sapere. Volevo che le persone che le avevano causato tutto questo soffrissero.
Eravamo in macchina che andavamo verso la spiaggia.
Era stata parecchio tempo in ospedale e poi ferma a casa, avevo deciso che volevo portarla fuori.
Una volta arrivati l’aiutai a scendere, anche se lei insisteva di poter fare da sola.
Ci sedemmo in riva al mare.
“So che non vuoi parlarne, ma io devo sapere chi è stato.” Iniziai.
“Non lo so, te l’ho detto. Erano incappucciati.”
Si vedeva lontano un miglio che stava mentendo.
“Smettila di mentire, ok? Non li hai voluti denunciare, ok. A me però lo puoi dire! Voglio solo aiutarti.”
“Non puoi, ok? Non puoi aiutarmi Chris. Prima lo capisci e prima potremmo lasciare tutto questo alle spalle.” Sbottò.
“Certo che posso! Sono una persona molto influente e sono ricco. Posso fare tutto quello che voglio e se qualcuno ti sta dando noia posso occuparmene tranquillamente senza incappare in nessun tipo di problema, fidati.”
“Non voglio che tu lo faccia. E il solo fatto che tu abbia anche pensato a commettere un atto del genere mi ripugna, sappilo. Non è giusto che voi ricchi e potenti possiate fare qualunque cosa a dispetto della gente normale, ok? E’ una cosa assurda!” si alzò e la seguii immediatamente.
“Ascolta, non c’è niente di male a voler aiutare un’amica nel momento del bisogno.”
“Beh, io non sono tua amica e non ho bisogno del tuo aiuto. Io tecnicamente lavoro per te, ricordi? Questa cosa non va affatto bene.” Disse accennando a noi due.
“Quale cosa?”
“L’uscire insieme, il parlare dei nostri problemi.”
“Perché? Non c’è niente di male. Siamo amici, va tutto bene.”
 
Non andava per niente bene.
Non potevamo essere amici, se mio padre l’avesse scoperto lui l’avrebbe pagata cara.
Lo osservai, in piedi davanti a me che mi guardava con quegli occhi infiniti e cercava di leggermi, di capirmi. Forse voleva davvero aiutarmi e, proprio per questo motivo, non avrebbe dovuto mettersi in mezzo.
Ed io iniziavo a provare qualcosa per lui.
Sarebbe finita male.
Non potevo innamorarmi di lui.
Non potevo innamorarmi in generale in questo momento, e lui è l’ultima persona al mondo che potrebbe andare bene per me.
Sono scappata da quel mondo di ricchi e potenti, non era giusto che adesso ci ricadessi per lui. Io non l’avrei permesso. Avrei voluto trovare, magari più in la, un ragazzo normale, umile, gentile. Non un ragazzo come lui.
Ma al cuore purtroppo non si comanda.
Cercavo di darmi una risvegliata da quei pensieri ricordandomi che ancora non sapevo la verità su quello che era successo a suo padre e una parte di me aveva paura di conoscerla. Avevo paura di trovarmi davanti un altro volto del mondo di mio padre. Avevo paura che Chris si rivelasse essere proprio come l’uomo che mi aveva rovinato la vita.
E dal discorso che aveva fatto prima non sembrava essere tanto diverso, ma poi quando mi guarda. Con quegli occhi, studiandomi come si farebbe con un fiore raro e delicato che ha bisogno di cure. Ero una fan dell’indipendenza femminile e tutto ciò che avevo fatto finora lo confermava, ma se era lui ad offrirsi di occuparsi di me, era diverso. A lui l’avrei lasciato fare.
E questo forse era quello che mi spaventava più di tutto.
Il fatto che fossi scappata da mio padre per guadagnare la mia indipendenza e che fossi disposta a metterla nelle mani di un ragazzo.
Del ragazzo.
Cazzo.
Mi morsi il labbro, ero nella merda.
 
Merda, quel labbro.
Le posai un dito sulla bocca per liberarlo dalla morsa dei denti.
Ma poi, invece che ritrarre la mano, questa si posò sulla sua guancia accarezzandola. Mi avvicinai continuando a guardarla negli occhi.
Non sapevo cosa stavo facendo, ma sapevo cosa volevo fare.
Posai le mie labbra sulle sue in una carezza.
La mia mano scese sulla sua nuca ed in un momento la tirai verso di me per approfondire quel contatto e lei si lasciò guidare rispondendo al bacio.
Fu qualcosa di indescrivibile. Di mai provato. Di donne ne avevo avute, ma mai niente era stato così…così…giusto, perfetto, armonioso. Così bello.
Mi staccai per riprendere fiato e lei si ritrasse allontanandosi.
“Forse è meglio se torniamo indietro.”
E così l’accontentai.
Senza smettere di desiderarla.
Senza smettere di anelare un nuovo contatto, così le presi la mano e lei non si oppose.
 
 
STOP
 
Next Track: We’ve got tonight.
 
Fatemi sapere se vi piace o se fa schifo haha
Un bacio,
Elise
 
 
   
 
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