Erano sporchi e rozzi XII
C’era
Lilich** che era piccola e profumava dei gelsi, che era innocente e
vispa e pareva voler soffiar via i crucci dei propri cari quando ancora
sbarrava gli occhi stupefatta ai lumi della notte- e v’era il
Reiks, che la ricordava tale e il suo animo si pacificava e tornava un
sussurro silente.
Gilbert stava seduto su un vecchio ceppo schiumante di schegge rovinate e ruminanti l’aria, graffiavano i pantaloni grezzi, aggiungendo ulteriore scomodità ad una posa già contorta e stretta: alzava i piccoli piedi, le gambe punzecchiate dal legno, intento ad affinare il proprio pensiero sul Reiks- accovacciato nei pressi d’un povero fiume, le mani indaffarate.
Il piccolo diavolo strinse le labbra, furono livide e bianche come gli inverni di Asgard, e quando le morse divennero di nuovo delle prepotenti braci. Aveva il volto livido di vergogna e gelosia, un’impazienza tanto fine da pizzicare gli occhi lucidi- osservò Lilich, tanto piccola da sparire fra le braccia di Vati, tanto docile da accarezzarne i capelli biondi con deboli strattoni ed era infinitamente più acerba di lui. Gilbert sapeva cacciare, tendeva l’arco e la spada come poteva farlo un piccolo fauno, traboccava coraggio –così andava dicendo- e si nutriva nervosamente d’ambizione.
Quel misero castellino* a malapena piantava i piedi a terra, era più simile ad un fantoccio di legna con le abilità dello stesso- forse più grazioso, dagli occhi verdi ed i contorni silvani; eppure, certo d’aver perso il confronto ingiustamente, il ragazzetto albino dovette andarsene furibondo, nel sentire Ariovisto cullare e nominare quel piccolo mostro “la mia bambina”.
Note:
*Il territorio del Liechtenstein, che inizialmente era inglobato nel Sacro Romano Impero Germanico (prima era sconosciuto quanto irrilevante, per questo Ariovisto conosce Lily come una neonata), acquisì il nome dal Castello reale del luogo, per l’appunto “castello di Liechtenstein”.
**Soprannome, misto fra Lily e suffisso “Liech”
Ringraziamenti:
Ho davvero molto, molto a cuore la raccolta, e non posso far altro che ringraziare chiunque continui a seguirla. Fa piacere sapere che un personaggio così poco calcolato abbia in verità buoni riscontri.
Avevo, in vero, un consiglio da chiedere: sarebbe bene, per me, iniziare a breve una long ambientata nell’antica Roma immediatamente dopo la battaglia di teutoburgo? Sarebbe un interessante excursus del rapporto fra servo-padrone, anche se temo possa non interessare affatto.
la scriverò comunque, pace all’anima mia.
Grazie a McBlebber e Tsukiakari, come sempre!