Naruto corse fino
a casa Hyuga, suonò il campanello e dietro la porta apparve serio il padre di
Hinata.
- C’è sua figlia?-
-Dovrebbe essere
in camera sua. Perché?-
-Le devo parlare.
Posso entrare?-
-Basta che fai
presto e che non ti avvicini a mia figlia! Dovete stare come minimo a mezzo
metro di distanza. Sono stato chiaro?-
Naruto annuì ed entrò
nella residenza di Hinata. Era molto illuminata e le tendine variopinte poste
davanti ad ogni finestra rendevano la casa un gioco di colore e di sfumature.
Vista da fuori sembrava una banale casa a tre piani ma dentro era tutto un
labirinto di scale, stanze, porte e Naruto, rimasto solo all’ingresso ( il
padre di Hinata non gradiva ne la sua presenza ne la sua compagnia) si sentiva
spaesato come se avesse perso l’orientamento. Dopo mezz’ora di girovagare per
la casa sentì un buon profumo che lo portò fino alla cucina dove bolliva la
zuppa di cipolla. Fu allora che Naruto capì come doveva orientarsi in quella
casa-labirinto: doveva semplicemente seguire il naso.
Cercò di ricordare
il profumo di Hinata ma nonostante si sforzasse molto non riusciva a
ricordarselo. Seguendo il naso si ritrovò dapprima nello studio del padrone di
casa che puzzava di vecchio, di sigari e di calzini sporchi; poi nel salotto
che odorava di cenere e di cognac; in seguito si ritrovò nella stanza della
sorella minore di Hinata che sapeva di burro cacao alla fragola e pastelli
temperati. Quello strano gioco di odori e di profumi cominciava a divertire
Naruto che percepì il profumo di bucato fresco, di bagnoschiuma alla vaniglia e
di rose rosse, capì all’istante che quella era la camera di Hinata.
Una volta entrato
Naruto notò che sulla scrivania di Hinata c’era una busta con una lettera,
incuriosito la tirò fuori e lesse: si trattava di una poesia… per lui.
La poesia diceva:
“Tante lettere scritte con amore
Tante che parlano di te che sei il mio
amore.
Sono giorni che vivo io paradiso
Perché sul tuo viso brilla un dolce sorriso.
Non voglio perdere ciò che il tuo sguardo
può provocare.
Queste parole per dirti in maniera mia
Che ti amo alla follia.
Naruto tu sei la mia poesia.”
Naruto rimase
sconcertato, sapeva del sentimento che la ragazza provava per lui ma non
immaginava minimamente che fosse così profondo.
Immerso in quel
pensiero non si accorse che l’autrice di quella magnifica poesia che aveva
scavato a fondo nell’animo di Naruto si trovasse dietro di lui, appena uscita
dalla doccia. La ragazza spaventata per avere uno sconosciuto in camera urlò
talmente forte che fece volare via gli uccelli che si erano posati sul tetto.
Naruto spaventato
a sua volta si girò di scatto urlando a squarcia gola. Si trovarono a urlare
l’uno in faccia all’altra. Il padre di Hinata insospettito dalle urla della
figlia si precipitò di sopra e la trovò sul letto.
-Che hai da
urlare?-
-Niente è che non
avevo visto le scarpe e ci sono inciampata dentro.-
-Sicura? Posso
stare tranquillo?-
-Si papà-
Naruto si era
appeso al soffitto, Hinata gli aveva infilato un calzino in bocca in modo che
non potesse urlare.
-Cosa ci facevi in
camera mia a frugare tra le mie cose?- la voce di Hinata era più minacciosa che
mai
-Niente è che i
volevo parlare tuo padre mi ha detto che
eri in casa e allora ti stavo cercando quando…-
-Quando?-
-Quando sei
arrivata tu e mi hai spaventato.-
-Io spaventato te?
Se mai è me che mai spaventato! E poi che ficcanasavi tra le mie carte?-
-Ecco… io … mi era
caduto una cosa sul tavolo e l’ho riprese tutto qua!-
-Ti sarei grata se
ora uscissi grazie –
-Ma ti devo
parlare!-
-Non ora!- Hinata
sbatte forte la porta della sua stanza in faccia a Naruto che rimase di pietra
“Forse era meglio quando era timida e impacciata!” pensò andandosene.
Ok ora sto seriamente
pensando di smettere di scrivere se non commentate!
Brutti
scansafatiche cosa vi costa scrivere 4 parole?
A presto! (sempre
se commentate)
Genio95