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Autore: SarahSlytherin    12/07/2015    1 recensioni
Una sera d'inverno Draco conosce una ragazza: si chiama Amelia, ha i capelli color mogano, gli occhi verde giada e un carattere difficile, costruito sulla base di grande dolore e sofferenza. E' l'inizio di tutto, di come il destino si possa incontrare proprio sulla strada per evitarlo. Nasce un legame indissolubile e complesso, eccentrico agli occhi di molti, ma attraverso il quale entrambi riusciranno a crescere, mettersi alla prova e, alla fine, carpire il meglio di un mondo all'apparenza senza speranza. E' la storia di come Amelia ha scoperto il vero significato dell'amicizia. La storia di chi ha conosciuto il sapore delle lacrime amare. Di chi, dopotutto, ha imparato ad amare.
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Il trio protagonista, Pansy Parkinson | Coppie: Blaise/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Salve a tutti, vi ringrazio per le recensioni e le visite ai capitoli. Vorrei anticiparvi un po' la trama perchè forse ancora non è ben chiaro e comprendo che possa essere un po' lenta. Comunque, descriverò in parte ciò che è successo nel sesto libro, Voldemort che assegna quel compito a Draco e una parte del settimo libro, al Malfoy Manor e durante la Grande Battaglia. Poi ovviamente l'innamoramento fra i due. Ho sentito il bisogno di aggiungere questo nuovo personaggio perchè trovo che la vita sentimentale di Draco non sia stata ben delineata durante i sette libri, poi lo troviamo nell'ultimo sposato con Astoria Greengrass, di cui nessuno ha mai sentito parlare. Perciò spero continuiate a seguirmi e che lasciate un vostro commento, anche le critiche sono sempre buon accette!
P.S: Vi anticipo che il titolo della mia storia, tratto da un libro, sarà rilevante ai fini della trama! Stay tuned e buona lettura!



L’accaduto di quella sera iniziò a circolare ben presto fra gli studenti di Hogwarts sotto forma di pettegolezzo. Amelia non gli diede tanto peso fino a quando dei ragazzi di Corvonero, tra cui Padma Patil e Michael Corner, non la raggiunsero una sera dopo la cena.
-Abbiamo sentito ciò che hai fatto, sei stata grandiosa!-
Si era congratulata con lei la ragazza indiana.
-L’hai zittito finalmente, quel bastardo!-
Aveva aggiunto il moro dai bellissimi occhi azzurri.
Aveva accettato di buon grado tutte quelle adulazioni, pur non capendo perché nessuno avesse osato prima d’ora reagire alle provocazioni del ragazzo platinato.
Dopo quel primo incontro, aveva iniziato a frequentare il ragazzo Corvonero in amicizia. In primo luogo, la sua compagnia le era parsa squisita e gradevole, conseguentemente aveva iniziato a perdersi nel mare in tempesta che era racchiuso in quegli splendidi occhi, lasciandosi cullare dalle onde mute.
L’interesse sembrava essere comune ad entrambi. Michael era una persona incantevole e arguta, un vero gentiluomo con cui condivideva le ore di studio che, più che uno sforzo, erano diventate un piacere. Era il ragazzo perfetto.
Aveva accantonato da tempo la cotta passeggera per quel fisico di bronzo che era Blaise Zabini, dopo aver scoperto che la sua amica Pansy ne era perdutamente innamorata da anni. Non che le mancasse, in fondo adesso aveva l’occasione di raccontarle le uscite con la sua nuova fiamma, confidandole quanto non le dispiacesse l’idea di andare oltre ad un semplice rapporto di amicizia.
Michael invece considerava Amelia come una ragazza molto carina e diversa. Le piaceva l’entusiasmo che ci metteva in ogni cosa, come se fosse stato l’ultimo giorno della sua vita. E in effetti, quel comportamento aveva un suo perché.
La sua infanzia non era stata proprio rose e fiori. Suo padre Arnold era un uomo alcolizzato che in passato era stato uno dei più fedeli servitori del Signore Oscuro. Covava una gran rabbia repressa che puntualmente sfogava su Amelia e, dopo la scomparsa della moglie e di Voldemort, era caduto in disgrazia. Una disgrazia psicologica che lo aveva costretto a ripercorrere, giorno per giorno, il dolore provocato dalle torture che il suo Signore gli aveva inflitto.

Circa 16 anni prima…
Dopo l’ennesimo omicidio portato a termine su ordine dell’Oscuro, Arnold aveva ricevuto una lettera dalla moglie Cara che annunciava il parto.

E’ una bambina, tesoro mio. Ha gli occhi verde giada proprio come i tuoi, dovresti vedere quanto è bella. Aspiro ad un futuro radioso e ricco per lei, sotto il regno di terrore del nostro Signore.
Cara Alkins

La sua amata aveva forse perso il senno? Come poteva pensare di continuare a vivere in quel modo con una figlia a carico? La sua parte razionale gli diceva di scappare, portando in salvo la propria famiglia. Avrebbe voluto crescere la bambina in un ambiente in cui sangue ed uccisioni non fossero all’ordine del giorno.
Così, decise di partire per un piccolo paese degli Stati Uniti per tentare di rifugiarsi, nonostante le idee contrarie della moglie.
Ma Voldemort li raggiunse presto, uccidendo con le proprie mani la madre della bambina e torturando fino alla pazzia il padre. Erano rare le volte in cui si presentava di persona, di solito lasciava che i Mangiamorte eseguissero i compiti al posto suo. Ma quel caso era particolare, degno di nota, Alkins era un traditore e meritava di essere punito direttamente dal suo padrone.

Dopo l’accaduto, Arnold non aveva più trovato pace con se stesso e incolparsi non era più abbastanza. Amelia crebbe in un ambiente ostile ed avverso e, dopotutto, era stata lei il motivo per cui suo padre aveva deciso di fuggire. Era lei la ragione per cui la sua amata era stata assassinata. Le ripeteva costantemente quanto la detestasse e quanto avesse rimpianto il giorno del suo concepimento, per poi pentirsene subito dopo. Conosceva la malvagità delle sue azioni, ma non poteva evitarle e finiva per affogare il suo dispiacere in litri e litri di alcool, tanto che Amelia si stupiva potesse essere ancora vivo.
***
I Malfoy erano famosi per essere una famiglia fiera ed orgogliosa, che non si faceva molti problemi a portare rancore a vita. Per esempio, Malfoy Junior da qualche giorno stava architettando un modo per farla pagare a quell’ingenua della Alkins. Aveva pensato di aggiungere al suo rituale bicchiere di succo di zucca qualche goccia di bevanda balbettante, in modo che iniziasse a pensarci due volte prima di aprire ancora quella boccaccia. Ma l’idea era stata scartata, perché troppo banale e poco d’effetto. Serviva qualcosa che potesse umiliarla nel profondo.
-Pansy, mi serve il tuo aiuto.-
Dopo aver attirato la sua attenzione ed essersi premurato che Zabini non fosse nei paraggi, iniziò a parlare.
-Ho bisogno che tu mi dica qualcosa su Amelia, qualcosa che se le si dovesse ritorcere contro la farebbe stare male.-
La ragazza le rivolse un profondo sguardo rammaricato, inarcando il sopracciglio destro.
-No, scusa ma è una mia amica.-
Draco comprese che per convincere Pansy a rivelargli qualcosa avrebbe dovuto far apparire ai suoi occhi l’amica una persona falsa e approfittatrice. Poi, una lampadina gli si accese.
-Non credere che lei si comporti da amica quanto te. Lo sapevi che ci ha provato con Blaise?
L’amica spalancò gli occhi turbata ed affranta, mentre Draco ghignava sprezzante. Aveva colto nel segno.
-Quella sporca doppia faccia!-
Il suo colorito divenne livido e gli occhi si iniettarono di sangue. Stringeva i pugni, mentre la sua mente stava elaborando la peggiore delle vendette.
-Ma non ti preoccupare, anche io ci tengo a fargliela pagare!-
Pansy stava trattenendo il suo istinto omicida.
-Stai tranquilla, ho solo bisogno della tua collaborazione.-
Con voce melliflua riuscì a convincere la compagna che, in un impeto di rabbia, gli riferì ogni più piccolo segreto dell’ex amica.
***
Quel giorno Amelia condivideva il banco dell’aula Incantesimi con nientemeno che Michael Corner. Prendeva appunti, distraendosi di tanto in tanto per ammirare il suo quasi ragazzo. Si, quasi ragazzo perché non c’era stato un fidanzamento ufficiale ma, esattamente due sere prima, l’aveva portata a guardare le stelle sulla torre di Astronomia. Lì le aveva racchiuso le mani fra le sue e, guardandola con affetto, aveva fatto la sua dichiarazione d’amore.
-Amelia, voglio che tu sappia che mi trovo benissimo con te, condividiamo le stesse opinioni, gli stessi interessi.. siamo così simili, forse troppo!-
Avevano riso all’unisono, ennesima confutazione che fossero dotati dello stesso senso dell’umorismo.
-Per me è lo stesso.-
I suoi occhi verde giada avevano incontrati quelli di lui, azzurri come l’oceano. Michael aveva avvicinato il viso a quello di Amelia, unendo le labbra in un bacio casto ed innocente. Tutto con lui era casto, quasi come se fossero stati solo due amici.
Una voce la fece rinsavire, era il professore che annunciava il termine della lezione.
-Per giovedì voglio che mi studiate tutti gli incantesimi presenti alla pagina 90 del vostro libro, prestate particolare attenzione all’incanto “Furnunculus” con il quale ci eserciteremo presto. Potete andare!-
Concluse il piccolo Vitious, sparendo dietro la cattedra, intento a sistemare i propri libri. Mentre anche gli altri studenti si accingevano ad uscire dall’aula, Draco Malfoy si parò davanti a Corner e ad Amelia.
-I due piccioncini!-
Esclamò con un ghigno.
-A giudicare dagli sguardi sdolcinati che vi scambiate ad ogni ora del giorno, sembrerebbe proprio che formiate una coppia perfetta!-
-Hai qualche problema Malfoy?-
Gli si avvicinò il Corvonero con lo scopo di intimorirlo. Quando Draco Malfoy faceva quelle apparizioni, non era mai un segno positivo.
-No Corner, non sono di certo io quello con problemi! Piuttosto la tua fidanzatina..-
Draco guardò la sua compagna di casa e a quello scambio di occhiate Amelia trasalì.
-Ha una chiara cotta per il mio amico Blaise e ti sta usando solo per farlo ingelosire, senza risultati, ovviamente..-
Michael serrò la mascella e si volse in direzione della sua quasi ragazza per chiederle spiegazioni.
-Cosa sta dicendo Amelia?-
-Io, non, io.. si è inventato tutto! Te lo giuro!-
Le labbra del Corvonero erano contratte in un’espressione di ribrezzo.
-Non voglio ulteriori scuse, dopo tutto quello che ti ho detto! Volevo chiederti di essere la mia ragazza!-
La sua voce era strozzata, come se stesse cercando di trattenere le lacrime. Raccolse di fretta i propri libri e si gettò fuori dall’aula con piccoli singhiozzi, lasciandosi dietro di sé una decina di studenti a guardarlo stupiti. Nessuno si sarebbe aspettato una reazione del genere, nemmeno Draco. Il suo obiettivo era quello di ferire la ragazza che lo aveva fatto apparire debole agli occhi di tutti. Invece lei era lì, immobile e insensibile, con i suoi occhi fissi nei suoi, che sembravano lasciar trasparire riconoscenza, piuttosto che angoscia.
-Ancora voi due!-
Apparve loro di fronte il piccolo professore, affaticato per lo sforzo di essersi erto fra tutti gli alunni che lo sovrastavano in altezza.
 
-Perché non sei triste?-
Chiese Draco con la massima serietà, come se domandare a qualcuno perchè non è felice fosse la cosa più normale del mondo. Dopo la scenata di Corner, Amelia era uscita dall’Aula, fredda e distaccata, decisa ad andare a studiare e portarsi avanti con i compiti che Vitious le aveva appena assegnato.
-Dovresti essere disperata!-
Continuava ad ignorarlo, camminando a passo sicuro in direzione della biblioteca al terzo piano.
-Hai intenzione di rispondere?!-
-No-
Si voltò, pronunciando impetuosamente quell’unica sillaba. Draco boccheggiò, non si era mai trovato a gestire situazioni del genere. Lei era una ragazza e, in quanto tale, sarebbe dovuta correre via piangendo come una fontana. E invece no, non aveva fatto una piega, e quel suo cambiamento di programma l’aveva veramente irritato. Amelia tornò noncurante sui propri passi.
-Non osare darmi le spalle, sudicia!-
La raggiunse aumentando il passo e, posandole una mano sulla spalla, la strattonò, deciso ad avere la sua considerazione. Quando riuscì a farla voltare, si accorse di quanto i loro visi fossero effettivamente vicinissimi. Riusciva perfino a scorgere le impercettibili lentiggini sul suo naso. Malfoy avvertì un tonfo al cuore nel vederle abbattere le proprie difese. La vicinanza era stata capace di fargli capire che quell’atteggiamento, in apparenza duro e forte, era soltanto una maschera. Ed era dannatamente brava a nascondere i propri sentimenti. Ma gli occhi verde giada celavano una luce dolente, distinguibile soltanto perché a separarli erano pochi centimetri.
Amelia si scostò dalla presa e, quando fu abbastanza lontana, rivide formarsi sul suo volto la falsa durezza che la contraddistingueva.   
***
Quel pomeriggio il cielo era cupo e minacciava una nuova bufera di neve, la loro gita fuori dal castello era stata quasi annullata a causa del tempo troppo nuvoloso per permettere una passeggiata all'aperto. A Hogsmeade il terreno era ricoperto di neve e gli alberi spogli, i cui rami scheletrici si tendevano al cielo freddo in un silenzioso grido, erano incoronati da fiocchi di neve e merletti di ghiaccio. Fra le tante casette anonime e ricoperte di un bianco irreale, riconobbe subito la libreria e vi entrò di fretta per proteggersi dal freddo.
Scorse fra gli scaffali, leggendo e analizzando attentamente ogni singolo titolo, quando trovo ciò che cercava, il libro che da tanto tempo desiderava. Si diresse poi verso il bancone, con i suoi 20 galeoni in tasca.
-Sono 30 galeoni.-
Disse il commesso trasandato dai capelli brizzolati.
-Come? Oh, io pensavo.. ne ho solamente 20.-
Ammise amareggiata, rigirando fra le mani le monete d’oro nella speranza che potessero moltiplicarsi, anche se sapeva benissimo che fosse proibito dal Ministero della Magia.
-Mi dispiace ragazzina, non lo puoi comprare...-
-Lo pago io.-
Una voce proveniente da dietro lasciò stupiti sia il commesso che Amelia.
-Tenga.-
Draco porse 30 galeoni, ritirando personalmente il libro e invitando la ragazza ad uscire dal negozio.
-Che c'è, non mi ringrazi?-
Ghignò compiaciuto nel notare la sua espressione confusa.
-Io non.. non dovevi, perchè l'hai fatto?-
-Pensavo di dovermi far perdonare, sono stato un po' sgarbato con te.-
Riconobbe, tentando di nascondere i sensi di colpa che lo avevano attanagliato dopo quel fatidico giorno. Quella sensazione nuova alla base dello stomaco era stata per lui un vero tarlo da sopportare e doveva trovare un rimedio.
-Quindi mi stai porgendo le tue scuse, Malfoy?-
Domandò, sempre più allibita.
-No, ti sbagli, ti ho comprato un libro e non ho mai accennato alla parola "Scusa".-
-Però sei stato gentile..-
-Lo vuoi o no questo stupido libro?-
Amelia capì di essersi spinta troppo oltre con quell'affermazione.
-Oh, si lo voglio.-
Draco glielo porse senza ulteriori spiegazioni e lei lo strinse fra le mani.
-Allora ci vediamo al Dormitorio.-
La congedò e, mentre lui si allontanava in direzione del castello, guardò un'ultima volta il libro studiandone le rifiniture della copertina.





   
 
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