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Autore: KiarettaScrittrice92    13/07/2015    4 recensioni
- Buona notte fanciulla...
- Buona notte mio Angelo...
- Ladri per sempre...
- ...bianchi e liberi!
- We can...
- ...do magic!
Questa storia è molto importante per me, ci ho messo tutta me stessa a scriverla parecchio tempo fa ed ho deciso solo ora di pubblicarla qui, per questo motivo sarà strutturata in modo diverso dalle mie altre fanfiction.
Innanzi tutto sarà divisa in tre parti (ossia tre grandi storie) che ovviamente avranno un filo conduttore che le unisce come se fossero una il sequel dell'altra.
Poi per ogni capitolo metterò l'angolo dell'autore (di solito non lo faccio con le long, ma con questa ci tengo a farlo) e lo metterò ad inizio capitolo non alla fine, pregherei tutti di leggerlo (ma se non volete pazienza).
P.S. Tutto quello che leggerete qui è strettamente collegato alle trame di Gosho, ma non sempre le seguirà alla lettera. Quindi se vedete delle incongruenze sono volute apposta (soprattutto nella storia del passato di Kaito), inoltre tutti gli spoiler della saga di Bourbon non esistono.
Per concludere il raiting giallo è messo solo per un singolo capitolo, quasi alla fine della storia, ma è tranquillamente raiting verde.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Kaito & Kiaretta'
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Angolo dell'autrice:
Qualcuno di voi nelle recensioni dell'ultimo capitolo si preoccupava che mancasse poco alla fine della fic. È vero, siamo già al capitolo 61 e ammetto che non mancano moltissimi capitoli alla fine de "La rosa rossa", ma ricordatevi che qui riporto tre fanfic una consecutiva all'altra e che quindi manca ancora una saga intera dopo questa, perciò non preoccupatevi!
Il capitolo di oggi farà felici i miei pochi lettori ShinxShiho, ma non vi rivelo nulla di più. L'immagine non è granché perché essendo in verticale l'ho dovuta adattare.
Come al solito vi ringrazio degli stupendi commenti che mi lasciate.
Buona lettura ^-^

La rosa rossa



Appuntamento di venerdì

«Insomma Shin-chan stai un po’ fermo, così non riesco a sistemarti i capelli.»
«Ok scusa... ma prima o poi ne parleremo, non potrai far finta di niente per sempre.»
«Te l’ho detto, eravamo agli inizi e non potevamo mantenerlo tutto qui.»
«Ma perché non me ne avete parlato? Insomma lui sapeva tutto di me e io non sapevo neanche della sua esistenza.»
«Non lo so Shin-chan, non volevamo darti un peso inutile, tutto qui. Ma ora come ti trovi con lui?»
«Bene, è un ragazzo simpatico ed educato. Probabilmente il perfetto fratello maggiore che avrei voluto avere.» disse l’ultima frase con tono di rimprovero.
«Uffa, continuerai ancora per molto? Comunque ho finito, girati così vedo il mio capolavoro.»
Il ragazzo si voltò, i suoi capelli erano pettinati in un’acconciatura completamente diversa da quella abituale, gli occhi erano verde chiaro e portava un paio di piccoli baffi sopra le labbra.
«Perfetto, non ti riconoscerebbe neanche tua... va beh lasciamo stare...»
«Grazie mamma!» disse Shinichi, guardandosi allo specchio.
«Ma mi spieghi che devi andare a fare conciato così?»
«Niente, vado a un bar, ma non voglio che mi riconoscano tutto qui.»
«Capito, allora divertiti!»

 

L’uomo era seduto al bancone, nel suo solito posto, stava sorseggiando una Vodka con menta quando, la vide. Era vestita proprio come l’ultima volta che l’aveva incontrata. Un po’ di cocktail gli andò di traverso, sinceramente non aveva mai visto una donna più attraente di quella. Questa volta però era accompagnata, a fianco a lei camminava un uomo, era vestito in modo molto semplice con dei pantaloni neri e una camicia bianca. Di fianco alla bella donna sfigurava, ma quando si avvicinarono vide i lineamenti del viso e capì che non era per niente un brutto uomo.
«Ehi ciao, – salutò lui simpatizzando – vedo che sta sera hai una bella compagnia.» disse facendo un cenno all’uomo che aveva girato lo sguardo appena sentito parlare.
«Sì, lui è Kashine ed è il mio compagno.» disse la donna sorridente, poi si sedette e l’altro fece lo stesso di fianco a lei. Poco dopo arrivò la barista castana che voleva prendere le ordinazioni.
«Io prendo uno Sherry e lui un Mojito.» disse la donna per entrambi.
«Ti piace proprio lo Sherry...» fece l’uomo quando la donna dietro il bancone si fu allontanata.
«Diciamo che ho un legame molto profondo con questo alcolico.» disse lei sorridendo, mentre il compagno stava fissando uno dei due baristi, con una mano appoggiata sotto il mento e l’altra che tamburellava sul bancone.
«Il tuo amico è molto taciturno.» constatò l’uomo.
«Sì... non è mai stato di molte parole.»
Poco dopo arrivò l’altro barista che diede loro i due bicchieri e guardò in modo molto strano il compagno della donna. L’uomo se ne accorse, ma fece finta di niente e lo chiamò.
«Ehi Koriko, come te la passi?» chiese con un enorme sorriso.
«Non male vecchio mio.» rispose lui sciacquando un bicchiere.
A quelle parole l’uomo entrato con la donna si alzò e si diresse verso il bagno degli uomini, stringendo convulsamente il tovagliolo di carta, del suo cocktail, in mano. Arrivato al bagno aprì di nuovo il tovagliolo e lesse il messaggio che vi era riportato in una calligrafia precisa ed elegante.

Stasera alberi.
Ci organizziamo il prima possibile...
Non fare cavolate.

Dopo che finì di leggerlo, lo buttò nello scarico e tirò l’acqua.
Tornò poco dopo e finì con calma il suo Mojito, dopodiché salutò l’uomo e assieme alla sua compagnia uscirono dal locale, mente questi rimase lì, immobile, era assurdo, come aveva fatto a non notarli? Sicuramente anche quel suo tratto era molto attraente, era certo che non si sarebbe dimenticato facilmente quegli occhi color dello smeraldo.

 

«Mi dispiace, ho cercato di convincerlo, ma è stato irremovibile, non ho voluto insistere se no si sarebbe insospettito.» disse il ragazzo un po’ deluso.
«Non ti preoccupare, quando esci mi racconti tutto in qualche modo, inoltre è un’occasione per stare un po’ con la tua Alice oltre che durante il lavoro, con tutti questi complotti sei stato con lei poco e niente. O sbaglio?» rispose tranquillo il ragazzo più piccolo.
«Vero, ultimamente la sto trascurando... Beh, allora ci vediamo domani mattina e ti racconto tutto, ok?»
«Perfetto, a domani.»
Il ragazzo più grande uscì dalla stanza e iniziò a percorrere il lungo corridoio, arrivando fino alla sua estremità dove c’era la solita porta bianca. La aprì ed entrò, c’era ancora poca gente, ma Alice era già seduta e gli aveva tenuto il posto, si sedette di fianco a lei e la salutò con un bacio.
«Come stai?» chiese il ragazzo.
«Bene, piuttosto come stai te. Ultimamente ti vedo sempre stravolto e impegnato, forse il capo non ti doveva dare in affidamento la Stella Alpina.»
«No, non è quello... insomma il ragazzino è bravo e poi sono stato io a propormi per aiutarlo. Il fatto è che ho tante missioni e invece vorrei stare un po’ più di tempo con te.» a quelle parole lei sorrise e lo baciò di nuovo.
La sala pian piano si riempì, finché finalmente non arrivò il capo seguito da altri quattro uomini. Al contrario del capo che indossava il suo solito elegante vestito bianco acceso, i quattro uomini erano tutti e quattro vestiti di verde e al posto del fiore, come gli altri membri, sopra il taschino indossavano una spilla, ognuna con un albero diverso.
Quando tutti e cinque si sedettero calò il totale silenzio.
«Bene, – attaccò il capo come suo solito – bisogna fare un resoconto della situazione, purtroppo le cose ci stanno sfuggendo di mano. L’Angelo Bianco tiene sotto controllo molti dei nostri obbiettivi e ultimamente si è dato molto da fare. Proprio qualche giorno fa la nostra Pervinca, che lavorava per noi in Italia, è venuta qui con una missione ben precisa, uccidere o meglio ancora catturare, il nostro Girasole, che era venuto qui a trovare i suoi amici. Purtroppo il suo piano è fallito miseramente ed è stata arrestata e siamo già certi che dietro a questo fallimento c’è il gruppo dell’Angelo Bianco, che comprende anche la nostra Rosa Rossa. Ora come la maggior parte di voi sa, la Rosa Rossa è uno dei nostri possibili strumenti, per creare l’aiutante del nostro protettore, l’Angelo Nero. Da qualche settimana però, avevamo scoperto, grazie alla nostra Pervinca, che anche il Girasole aveva il DNA adatto a questo compito, per questo la sua missione si era trasformata in una cattura e non in un’uccisione.»
L’uomo fece una pausa molto lunga, per lasciare il tempo ai membri e ai saggi di riflettere su ciò che era appena stato detto.
Koriko aveva entrambe le mani sotto il tavolo, la destra teneva quella di Alice, mentre la sinistra era stretta a pugno, le nocche bianche, stava stringendo così forte che per un attimo gli sembrò di sentire le unghie trafiggere la carne del palmo, così allentò la presa.
«Ora chiedo a tutti voi di fare molta attenzione, so che avete molte missioni che vi ho dato e che dovete portare a termine e dovete assolutamente dare la priorità ad esse. Ma chiunque avvisti uno di questi – disse tirando fuori dieci foto – ha l’obbligo di catturarlo e se oppone troppa resistenza avete anche il permesso di ucciderlo, ma preferirei comunque averli vivi.»
A quelle parole Koriko si trattenne dallo sgranare gli occhi. Erano in trappola. Completamente fottuti. Guardava una per una le foto di quelli che erano diventati i suoi compagni e capiva sempre di più la gravità di quella situazione. 
Poi, all’improvviso, qualcosa attirò la sua attenzione. Un viso, ritratto in una delle dieci foto, quella persona il giorno in cui avevano salvato Kiaretta non c’era, era arrivato dopo, anche dopo che i poliziotti avevano portato via Giada, perciò nemmeno lei aveva potuto riferire in qualche modo il suo nome. Allora com’era possibile che ci fosse anche la sua fotografia tra quelle.
Dopo qualche altro resoconto la riunione si concluse ed ognuno tornò alla sua camera per poter finalmente dormire.
«Come ti senti?» chiese Alice mentre i due percorrevano le scale che portavano al primo piano.
«Bene, perché?» chiese Koriko, che stava ancora pensando a ciò che era stato detto alla riunione.
«Beh insomma, uno dei dieci ricercati era Shinichi, pensavo che tu fossi…»
«Lo dovresti essere anche tu, a meno che la tua amicizia con Ran non era falsa come quella della recita che abbiamo montato per imbrogliare mio fratello. – disse infuriato lui, poi fece un lungo respiro – Scusami, è vero sono un po’ nervoso, ho bisogno di riposarmi, ci vediamo domani mattina.» la baciò velocemente ed entrò nella sua camera, per poi sdraiarsi sul letto, mentre diecimila pensieri gli attraversavano la testa.
Non si poteva più andare avanti in quel modo, ormai erano agli sgoccioli, non potevano continuare a nascondersi. Forse era ora di organizzare un attacco, forse era ora di passare all’azione. Si addormentò con questi pensieri, in un sonno tutt’altro che tranquillo.

  
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