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Autore: Angel of Opera    13/07/2015    1 recensioni
Evelyn, figlia di un generale inglese, si unisce agli Irish Volunteers per combattere contro la sua stessa patria per l'indipendenza irlandese insieme a Dillion, un ragazzo povero in cerca di vendetta. Prenderanno entrambi parte alla Rivolta di Pasqua ed è proprio questo che voglio narrarvi. Amore e ribellioni in un Irlanda ancora dipendente dalla Corona Britannica.
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Il Novecento
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 As home we roll, we can drink a bowl

 

23 aprile 1916

 

Sta per calare la sera su una Dublino in fermento. Una sola alba ci separa da quando gli Irlandesi prenderanno le armi contro un re straniero. Una sola notte, e quel sogno repubblicano potrà forse avverarsi.
Nella bottega di Peadair fervono gli ultimi preparativi per il giorno dopo. Egli è infatti uno dei generali di questa Rivolta; il suo compito è dirigere e incitare i ribelli. Ma McFee è più di capo per i suoi uomini. Li ha adottati tutti. Uno ad uno, li considera suoi figli. Non che non ne avesse avuti, anzi, ne aveva ricevuti ben tre, ma quel Primo Conflitto Mondiale aveva reciso le loro fragili vite. Un'assurda e ormai ingestibile guerra dilaniava l'Europa e tanti giovani ragazzi erano arruolati tra le fila degli eserciti per massacrare i loro fratelli solo per la divisa che indossavano e spesso senza nemmeno senza sapere il perché. I giovani Irlandesi non erano da meno, mandati a combattere in trincea per servire un oppressore, morti per difendere una corona che non fa altro che schiacciare una nazione stanca della sua prepotenza. Peadair non aveva avuto nemmeno il tempo di salutarli che già il funerale era stato organizzato e i corpi seppelliti. L'ultimo solo pochi mesi fa, morto ad appena vent'anni. Il dolore viene con abilità nascosto agli occhi dei suoi uomini, ma nella solitudine fa silenziosamente capolino, bagnandogli gli occhi e rigandogli il viso fino a lambire la barba bionda. Adesso, però, non è uno di quei momenti. Non durante la cena, non quando porta le reclute più timorose in un pub offrendo loro da bere per stemperare la tensione e scacciare la paura dell'indomani.

 «  Caolàn! Come sta tuo padre? Porta da bere a questi uomini e unisciti a noi! » Ordina sorridendo rivolto al ragazzetto smilzo dietro il bancone.
Evelyn e Dillion, appena entrati nel locale, si guardano intorno per ambientarsi in mezzo a vecchi tavoli in legno, pareti in mattoni scoperti e un pavimento di assi scricchiolanti. È un ambiente povero, ma viene arricchito da alcune stampe e, soprattutto, dalle bottiglie di alcolici di mediocre qualità. Whiskey, prevalentemente. Se non fosse per il gruppo appena entrato, gli avventori sarebbero davvero pochi. Giusto una coppia di vecchi seduti in fondo al locale intenti in una partita di poker e qualche ubriacone appollaiato sui primi sgabelli davanti al bancone. I ragazzi immediatamente riempiono le sedie attorno ai tavoli, scaldando l'atmosfera con le loro voci.
Appena ogni soldato ha ricevuto un bicchiere pieno, McFee sale su un tavolo per attirare l'attenzione di tutti i presenti. Un breve discorso, parole d'incoraggiamento cariche di libertà e rancore ma velate da una lieve tristezza. In alto i calici, nessuno ha paura! Paura e fiducia nel domani non possono coesistere, non in gioventù, non quando la morte sembra così lontana.
Guardateli, cari lettori, ascoltate quelle risate sincere, quelle parole, sedetevi con loro, se vi aggrada, e ubriacatevi. Ubriacatevi sia di vita che di alcool. Prendete un boccale di stout, la birra tipica irlandese, fatene seguire un altro e un altro ancora, proprio come sta facendo Dillion in questo momento. Parla, scherza, ride di battute pessime o volgari, solo ogni tanto se ne sente qualcuna buona. Giovani nel pieno della vita in un pub: quante scene assomigliano a questa? Sicuramente il lettore ne avrà già incontrata qualcuna, in pittura o letteratura, e in ognuna di queste non manca mai quell'individuo che, vuoi per timidezza o per malvagità, se ne resta in disparte. Questa volta, ad un occhio poco accorto sembra non presente, ma un osservatore più attento avrà già notato quel ragazzo dal nasino raffinato e l'uniforme troppo larga che, seduto in un angolo da solo, osserva la scena bevendo lentamente dal suo bicchiere, quasi come se non volesse mandare giù il liquido scuro. Come avrete intuito, si tratta di Evelyn. Perché tanto silenzio? Semplice, la sua voce sottile da soprano la tradirebbe. Potrebbe fingere di essere più giovane di quel che in realtà è, potrebbe dire di essere un ragazzo nel periodo prima che la voce diventi più grave, ma se lo facesse poi non potrebbe imbracciare le armi e combattere. Peadair non lo permetterebbe e lei lo sa bene. Evelyn e Dillion sono infatti gli unici a conoscere così bene il dolore profondo che lo affligge, gli unici di cu si fidi ancora, tanto da scegliere la ragazza come braccio destro (nonostante egli sia all'oscuro della sua reale identità). Ma torniamo a noi. Il nostro Dillion ha forse alzato un po' troppo il gomito e canta a squarciagola note stonate che insultano gli Inglesi ed elogiano l'indipendenza. Non è certo l'unico ad essere un poco brillo, anzi, almeno la metà delle persone in quel pub gli fa compagnia e si unisce ai suoi motivetti improvvisati. Ormai, la Luna ha fatto la sua comparsa in cielo e Peadair decide di riportare a casa i suoi uomini. La maggior parte lo segue, anche se qualcuno preferisce spendere gli ultimi averi in altro alcool, sicuro di morire il giorno dopo.  Evelyn e Dillion chiudono il gruppo, la sobria sostenendo l'ubriaco. Non che sia una cosa particolarmente facile per la ragazza, gracile come un fiore di ciliegio. Non che Dillion sia particolarmente robusto, semplicemente la ragazza è più leggera; gli inciampi e le cadute, così, sono molto frequenti. L'ultima, nella via della bottega dove passeranno la notte. Dillion cade rovinosamente a terra e la ragazza lo segue, trovandosi quasi addosso a lui.
« Sei bella, Evelyn. Sei bella come l'Irlanda senza inglesi. Quei bastardi. A parte te. Tu sei l'unica buona inglese che conosca, » Biascica il ragazzo mentre Evelyn rotolo di lato e si mette seduta di fianco a lui. Se ne sta in silenzio, ammirando il Plenilunio.
« Siamo due stelle anche noi, vero? Le persona assomigliano alle stelle. Brillano, sono tante e cadono. Siamo due stelle anche noi! Domani brilleremo più delle altre. Mi chiameranno Brillion! » Riprende, alzando e abbassando il volume della voce. E' visibilmente ubriaco e in più si sta facendo davvero tardi. Forse sarebbe meglio rientrare e mettersi a dormire. La ragazza è quella che si alza per prima, subito dopo avergli risposto che sì, anche loro sono stelle e sì, sicuramente passerà alla storia come Brillion Keefe. Entrando, vengono accolti dal silenzio dei dormienti. Un invito a sdraiarsi sulle uniche due brandine rimaste libere? Viene interpretato così dai due giovani.
« Dillion... Dillion! Dormiresti con me? Potrebbe essere l'ultima volta... E non importa se qui in mezzo io sono James Flynn per tutti questi uomini. »
 « Vieni qui. Però promettimi che ci sposeremo, quando l'Irlanda sarà libera! »
« Tutto quello che vuoi, mio amato ubriaco » Ridacchia andando a coricarsi affianco a lui, passandogli la mano sul fianco e poi salendo, accarezzandogli la guancia con una barba giovanile a pungerle le dita. Dillion sbuffa in risposta, e dopo qualche secondo è già addormentato.

Sarà una notte agitata per entrambi, piena di incubi tragici, morte e distruzione. Forse un presagio per la Rivolta? Lo scopriremo presto. Insieme.

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Boom baby! Rieccomi! Il soggiorno a Londra mi ha dato così tanta ispirazione che ho dovuto subito scrivere del pub. Ringraziate il Museum of Docklands se avete tutta questa scena. Comunque sia, penso che prima di pubblicare il prossimo capitolo ci sarà una lunga pausa perché necessito più informazioni dettagliate sulla Rivolta. 

A presto,

- Angel

P.S. Questo titolo viene da ''The Rare Auld Mountain Dew''.

   
 
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