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Autore: eliseCS    14/07/2015    2 recensioni
Sono dell'idea che valga la sacra regola: "Quello che dice la Rowling è legge". Quindi se alla fine Draco ha sposato Astoria (e non Hermione...) un motivo ci sarà...
Non ho nulla contro le Dramioni (anzi...) però ho deciso che per una volta anche Astoria ha diritto alla sua chance per conquistare il suo futuro marito.
Questa è la mia personalissima versione di come sono andate le cose :)
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[...]Quando Draco era nato uno dei primi pensieri di Lucius era stato quello di riuscire ad individuare una famiglia Purosangue che fosse abbastanza ricca, potente e importate, e che ovviamente avesse anche una figlia che sarebbe stata degna di diventare la moglie di suo figlio.
Quando, due anni più tardi, Agatha aveva dato alla luce Astoria, Lucius aveva quasi fatto i salti di gioia: quella bambina era la scelta migliore che avrebbe potuto fare. [...]
[...] ...volenti o nolenti Draco e Astoria si sarebbero sposati, onorando una volta per tutte quel contratto che era stato stipulato anni prima a loro insaputa.
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Spero di avervi incuriositi almeno un pochino
Buona lettura!!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Draco/Astoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza e il Mangiamorte'
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7 – Che brutta fregatura, i sentimenti
 
 
 
Ancora non capiva come fossero arrivati a quella situazione.
L’attimo prima stavano tranquillamente parlando del più e del meno seduti sul pavimento del salotto, i cartoni delle pizze che Draco in persona aveva eccezionalmente ordinato per la cena ormai vuoti e abbandonati sul tavolino davanti a loro, e quello successivo si era ritrovato a stringere un’Astoria in lacrime, scossa da singhiozzi che parevano non volersi più fermare.
Davvero non capiva.
Era bastato un attimo: le aveva chiesto se aveva ricevuto l’esito dell’esame per entrare al corso di Guaritore e la ragazza si era bloccata di colpo diventando seria. I suoi occhi avevano cominciato a diventare sempre più lucidi finchè alla fine non aveva realizzato che stava piangendo.
Sembrava davvero distrutta.
Sperando di non fare qualcosa di sgradito le si era avvicinato fino a stringerla in un abbraccio.
All’inizio aveva pensato che Astoria lo avrebbe allontanato subito, fu quindi con suo grande stupore che, contrariamente alle sue aspettative, la ragazza si aggrappò a lui come se fosse stato un salvagente.
“Ti va di parlarne?” domandò sottovoce quando gli sembrò che si fosse calmata un po’.
La sentì scuotere la testa contro la sua spalla.
L’attimo successivo aveva sciolto l’abbraccio fissando con insistenza il pavimento, in imbarazzo.
“Mi dispiace tanto. Io… non so cosa mi sia preso, davvero” si scusò sempre senza guardarlo in faccia. “Sarà meglio che vada, ora… Ti ho disturbato anche troppo” aggiunse poi alzandosi in piedi.
Draco la seguì a ruota.
“Tu non vai proprio da nessuna parte” cominciò sperando che non sembrasse eccessivamente una minaccia. “E poi tranquilla che non mi hai disturbato affatto… Ho una stanza per gli ospiti, ti fermi qui” disse deciso avviandosi poi verso il corridoio.
Astoria lo guardò per un attimo, indecisa.
 
Tornare a casa era fuori discussione, almeno lì sarebbe stata al sicuro.
 
Alla fine raggiunse Draco che si era fermato ad aspettarla vicino alla porta.
Si sentì in colpa: era stato gentile con lei, le aveva offerto la sua ospitalità e lei non aveva nemmeno avuto il coraggio di confessargli il perché del suo comportamento.
Ma dopotutto come poteva: si sarebbe vergognata troppo a parlargliene, ed era sicura che Draco avesse già i suoi problemi senza stare a sentire quelli di una ragazza che faceva i capricci perché non voleva sposarsi.
Passarono vicino ad una porta aperta per metà. Astoria buttò dentro lo sguardo: doveva essere lo studio di Draco.
Quello che però attirò la sua attenzione fu un bacile di pietra appoggiato sulla scrivania.
“È un pensatoio?”
Il ragazzo seguì il suo sguardo e annuì interrogativo “Sì…”
Astoria sfoderò la bacchetta e fece apparire dal nulla una fiala di vetro. Poi appoggiò la punta della bacchetta alla tempia chiudendo gli occhi per concentrarsi.
Qualche istante dopo stava porgendo a Draco la fiala, riempita con una specie di filamento argentato e impalpabile.
“Credo di doverti una spiegazione” disse semplicemente. “Solo… guardalo quando sarò già a dormire, è… imbarazzante”.
“Non mi devi nulla Astoria, se non vuoi dirmi nulla non è un problema, non sono affari miei…”
La ragazza scosse la testa: “Insisto…” disse ripetendo la stessa espressione che il ragazzo aveva usato con lei quel pomeriggio per convincerla a fermarsi.
Per un attimo sembrò quasi che il suo sorriso ironico avesse fatto capolino.
Seppur riluttante alla fine Draco si fece scivolare la fiala in tasca.
 
 
Aveva augurato la buona notte ad Astoria e si era chiuso nello studio, ma non aveva aperto subito il ricordo: la ragazza aveva detto che era imbarazzante, e lui non voleva certo immischiarsi in qualcosa di così privato.
Ovviamente dopo qualche attimo di battaglia interiore la sua curiosità ebbe la meglio: avrebbe guardato quel ricordo solo per andare a dirne quattro a chi avesse osato ridurre Astoria in quello stato.
Svuotò il contenuto della fiala di vetro nel pensatoio, seguendolo subito dopo.
 
 
Quando ne uscì era senza parole, era sconvolto.
Quello che aveva appena visto non era imbarazzante, era… non aveva neanche parole per esprimerlo.
Vedere Donovan Greengrass trattare così la figlia era stato come ricevere un pugno allo stomaco.
Se quella era l’aria che tirava a casa di Astoria si stupiva che la ragazza fosse riuscita a tenersi tutto dentro fino a quel momento.
Era forte, non c’era dubbio, ma tutti hanno un limite.
Il stomaco si contorse ulteriormente mentre ripensava al bel discorsetto che il padre le aveva fatto: la tua opinione non interessa a nessuno…
Che cosa crudele da dire, per lui l’opinione di Astoria contava eccome, molto probabilmente era proprio l’unica di cui teneva conto.
 
Improvvisamente stanco dopo quello che aveva visto Draco lasciò lo studio e raggiunse la sua camera.
Si buttò sul letto senza neanche spogliarsi fissando assorto il tetto del baldacchino che si trovava sopra la sua testa.
 
E così anche Astoria era rimasta incastrata in un matrimonio combinato…
Pensò con amarezza.
Non potè fare a meno di chiedersi chi fosse il fortunato.
 
Non tu
 
Di nuovo quella vocina.
Davvero fastidioso.
Ovvio che non era lui, lui era già… prenotato.
Sbattè un pugno sul materasso, arrabbiato.
 
Che brutta fregatura che erano, i sentimenti.
Fino a qualche anno prima era fiero di non provarne, di esserne immune, deridendo chiunque fosse abbastanza stolto da dichiarare di fare qualcosa per amicizia, per amore…
Probabilmente a quell’epoca avrebbe sposato qualunque ragazza Lucius gli avesse messo sotto il naso senza batter ciglio.
Ma non era più così, lui era cambiato.
Quando meno se lo aspettava anche lui aveva finalmente provato qualcosa, e ora che l’aveva fatto non riusciva più a tornare indietro.
Era diventato uno si quegli stolti anche lui.
 
E ovviamente la cosa peggiorava drasticamente se il sentimento in questione era l’amore.
 
Lui amava Astoria?
 
Che aveva bisogno di lei era certo: era stata la luce inaspettata che era riuscita a scacciare il buio che c’era intorno a lui, era stata il suo salvagente, la sua guida.
In poche settimane di conoscenza aveva fatto miracoli.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, per renderla felice e per non vederla più piangere come quella sera.
Ma era proprio quello il punto: questo era quello che provava lui, ma lei?
Si poteva ugualmente parlare di amore se lei non provava le stesse cose per lui?
E con quel pensiero arrivò anche una nuova consapevolezza: non c’è amore senza paura.
 
Paura di perdere la persona che ami, di vederla soffrire, di farla soffrire.
Paura di non essere ricambiato.
 
Quel pensiero lo fece raggelare.
Se anche nessuno dei due fosse già stato legato ad un contratto matrimoniale Astoria non avrebbe mai potuto ricambiare.
Il buio che lei aveva illuminato non era intorno a lui, era dentro di lui: ne portava il segno marchiato a fuoco sul braccio sinistro, niente e nessuno avrebbe potuto cancellarlo.
Chi mai avrebbe potuto amare uno come lui?
 
Potter e quel vecchio pazzo di Silente avevano ragione nel dire che l’amore era la forza più potente di tutte, ed era proprio quella forza che adesso lo stava lentamente ma inesorabilmente distruggendo dentro.
 
 
Con quei pensieri che gli frullavano in testa –pensieri di cui, se fosse stato lucido, si sarebbe sicuramente meravigliato- Draco scivolò in un sonno agitato.
 
 
 
 
Era in quella che aveva tutta l’aria di essere una chiesa.
Riccamente addobbata.
A nozze.
Lui si trovava esattamente a metà strada tra l’ingresso e l’altare.
Notò con stupore che la sposa era già lì: indossava un candido vestito dalle fattezze principesche e il viso era completamente nascosto dal velo.
C’era un solo modo per scoprire a chi appartenesse quel viso celato con tanta cura.
Con qualche falcata veloce raggiunse la ragazza e gli si fermò di fronte: anche da così vicino era impossibile distinguere le sue fattezze.
Quasi con timore sollevò il velo fino a farlo ricadere sulle spalle della ragazza, rimanendo poi a bocca aperta.
Si sarebbe aspettato tutto, ma non quello che si trovò davanti: la ragazza era senza volto.
Niente occhi, niente naso, niente bocca… solo rosea pelle.
Si guardò freneticamente intorno cercando qualcuno che avesse potuto spiegargli cosa diavolo stava succedendo, e il suo sguardo fu catturato dall’apparizione dei suoi genitori: Lucius e Narcissa, seduti in prima fila, lo stavano guardando entusiasti, incitandolo a gesti a fare qualcosa.
Draco non capì finchè le parole: lo sposo può baciare la sposa non risuonarono nell’aria, pronunciate distintamente da una voce decisa e autoritaria fuori campo.
La sua incertezza si tramutò in terrore: quella cosa gli si stava avvicinando pericolosamente dopo averlo afferrato saldamente per le maniche della giacca.
Era incredibilmente forte, e il volto piatto e vuoto si avvicinava sempre di più.
Il ragazzo chiuse gli occhi sperando che il contatto che sarebbe seguito durasse il meno possibile.
Con sua grande sorpresa quelle che si posarono su di lui erano indiscutibilmente delle labbra, fresche e morbide.
Aprì gli occhi interrompendo il bacio, facendo un passo indietro.
La ragazza non era più senza volto, anzi, aveva un viso più che conosciuto, viso che rispondeva ad un nome che lui conosceva fin troppo bene.
Fra tutte, proprio lei doveva sognare di sposare?
“Astoria…?” sussurrò a mezza voce, incredulo.
 
E la magia si ruppe.
 
Al suono del suo nome la ragazza sbarrò gli occhi guardandolo con terrore, come se avesse realizzato solo in quel momento chi si trovava davanti.
Draco fece un passo verso di lei, ma lei indietreggiò mettendo le mani avanti, come per difendersi.
“Non mi toccare, mostro!” gli urlò mentre si allontanava ulteriormente, la voce intrisa di paura e disprezzo, quando lui cercò di prenderle una mano.
A quelle parole Draco rimase spiazzato: Astoria non gli aveva mai parlato a quel modo, era l’unica che non gli aveva mai fatto pesare quello che aveva fatto, l’unica in grado addirittura di scherzare sul suo Marchio Nero senza farlo sentire in colpa.
Ed era proprio il Marchio che la ragazza stava osservando inorridita.
Senza sapere come il ragazzo si era improvvisamente ritrovato a torso nudo, il tatuaggio bene in mostra che spiccava sulla pelle diafana del suo avambraccio sinistro.
Il serpente si muoveva sinuoso mentre usciva dalla bocca del teschio che pareva stesse ghignando beffardo, prendendosi gioco di lui.
Come se non bastasse aveva anche cominciato a bruciare proprio come quando lui era ancora vivo e chiamava i Mangiamorte a raccolta.
All’improvviso, ad una fitta più acuta delle altre, si accompagnarono dei profondi solchi che lasciarono dietro di sé una scia di sangue, come se qualcuno gli avesse piantato le unghie nella pelle per cercare di tirare via a forza il Marchio.
 
Ormai della chiesa non c’era più traccia, come anche dei suoi genitori e di Astoria.
Draco era da solo, circondando dal buio, incapace di fare alcunché se non urlare mentre precipitava nel vuoto che lo stava risucchiando.















Salve a tutti!
Sono finalmente tornata, e con me ecco il nuovo capitolo!
A me personalmente non convince molto, ma l'avevo scritto abbastanza di getto, motivo per cui alla fine non sono riuscita a modificarlo più di tanto. Se non altro spero che a voi piaccia :)
Come sempre ringrazio chi segue/preferisce/ricorda la storia, e chi trova un attimo per dire cosa ne pensa: grazie!
Avviso già che siccome molto probabilmente martedì prossimo sarò via di nuovo, ci sono buone possibilità che decida di pubblicare il capitolo 8 in anticipo, diciamo sabato o domenica... O in alternativa giovedì/venerdì quando sarò tornata. Magari fatemi sapere quale delle due opzioni preferite.
Un saluto, buona giornata a tutti
E.

 
   
 
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