«Allora,
entriamo, minacciamo la tipa alla cassa, arraffiamo i soldi e ce la
svignamo.
Qualche domanda?» Akira aveva la freddezza di un militare mentre si
calava in
testa il passamontagna.
Jūzō si
limitò a trangugiare l'ennesima mangiata di orsetti alla gomma farciti
di
coloranti e Tsukiyama sollevò lo sguardo lascivo dal suo portacipria.
«Ah, io
avrei una domanda, Akira-san!» esclamò l'uomo con un sorriso che
tentava di
essere affascinante, ma che appariva come il ghigno di Smiley prima di
un
assassinio.
Non che
Smiley avesse una faccia.«Come mi sta il passamontagna? È abbastanza chiー»
«Qualche
domanda seria?» tagliò corto la donna aggiustandosi la pistola nei
pantaloni
con la calma di un predatore.
Tsukiyama e
Jūzō scossero il capo e lei annuì fieramente.
Si alzarono
in contemporanea, assicurandosi di non venire visti e poi uscirono dal
furgoncino a passo spedito.
Le porte
automatiche della banca si aprirono per la loro vicinanza.Akira entrò
per
prima, tallonata dagli altri due. La stanza era ampia ed arieggiata,
arredata
con qualche pianta e vecchie poltroncine in pelle mélange.
«Mani in
alto.» inveì seccamente la donna, alzando la pistola verso l'impiegata.
La ragazza
la fissò con aria mortificata, accasciandosi sulla sedia e impallidendo
visibilmente sotto gli strati del fondotinta. I clienti iniziarono a
mormorare
concitati, stringendosi alle pareti.
Akira si
avvicinò al bancone e puntò l'arma contro la tempia dell'altra,
provocando le
reazioni indignate e stupite dei presenti. Jūzō rimase accanto alla
porta per
assicurarsi che nessuno uscisse, mentre Tsukiyama balzò verso le
casseforti e,
grazie all'aiuto del suo Kagune, non gli fu difficile sventrarle e
arraffare la
refurtiva.
Una nuvola
di banconote gli volteggiò attorno mentre tentava di infilare i soldi
nel
sacchetto dell'immondizia (poco chic, a dire il vero) che si erano
portati
dietro.
«Nessuno si
muova, o sparo!» dichiarò Akira guardandosi attorno. I suoi occhi
brillarono di
fredda eccitazione.
Shū assentì
e Akira sparò un colpo al lampadario di cristallo che pendeva sopra le
loro
teste. L'oggetto roteò nell'aria e si andò ad infrangere a terra,
esplodendo in
una miriade di schegge di cristallo. I tre ladri attraversarono la
stanza
convulsamente, facendo lo slalom tra le persone in fase di shock.
Suzuya fu il
primo ad arrivare al furgoncino, mentre Akira si mise alla guida. Shū
salì dal
retro, occupandosi del bottino.
La vettura
si mise in moto con un rombo sordo, le ruote che stridevamo contro
l'asfalto
mentre zigzagavano per le strade trafficate.
Per ora, non
si vedeva nessuna auto della polizia alle loro calcagna. Bene.«Oh, très
bien!»
esclamò Shū da dietro la donna «Ma guarda cosa abbiamo qui.»
Dentro una
cassetta erano ammassati non dei soldi, ma bensì un intero album
fotografico di
foto che ritraevano un uomo sulla trentina, con i capelli candidi e gli
occhiali. Tutto intorno c'erano attaccati stickers di cuoricini.«Oooh,
io lo
conosco!» esclamò Suzuya. Non è forse...»
whatever.
stranamente,
arrivo giusta giusta con questo capitolo(?).
non so, sarà
luglio? mah.
ho una
notizia buona e una cattiva:
quella
buona: mi sono messa lo smalto (roba che solitamente non faccio neppure
sotto
minaccia di morte.
quella
cattiva: meno due alla fine :"(
ah, anche io
voglio un album di arima, comunque ♥
rie