What
i really want
Scusate
per l’immenso
ritardo ma, oltre ad essere super impegnata con gli studi ho avuto
anche poca
ispirazione e ho preferito attendere piuttosto che appiopparvi un
capitolo
osceno.
Ringrazio
come sempre tutti
coloro che mi seguono, buona lettura.
Capitolo
Quattordicesimo : Cina in Vista!
“Forza,
sei ancora troppo lenta!” si sposta troppo
velocemente, non riesco nemmeno a seguirlo nei movimenti. Mi sposto in
avanti,
bilanciando il peso del corpo in modo che il peso si convogli al
braccio
destro. Diretta, tento di colpire Ryoga all’addome, con
scarso risultato
ovviamente. “Accidenti” mormoro appena, mentre mi
fermo, poggiando entrambe le
mani sulle ginocchia. Mi segue, portandosi dinanzi a me e scuotendo
appena il
capo. “Non sei abbastanza concentrata, sei fiacca.
Aspetta” muove qualche passo
verso di me, aggirandomi e portandosi alle mie spalle.
“Allora, devi piegare il
gomito poco dietro la spalla e stirare completamente il muscolo in modo
che si
contragga” mi prende il braccio, eseguendo alla perfezione
ciò che mi ha appena
spiegato. Devo ammetterlo, non avrei mai pensato di trovare in lui un
maestro
così abile. “Ecco, ora, cerca di concentrare tutta
la forza nel braccio. Ti
serve solamente più concentrazione” annuisco,
lasciandomi guidare mansueta.
Volgo
lo sguardo appena sopra la spalla. Ci mette
davvero tanto impegno. Non posso far a meno di piegare un sottile
sorriso sulle
labbra. Abbassa lo sguardo, notando la mia attenzione su di lui.
Arrossisce di
colpo spostandosi indietro e tossendo appena. Certe volte ho quasi
l’impressione che Ryoga provi qualcosa nei miei confronti ma,
che sciocca.
Figuriamoci.
---
Così
vicini. Troppo vicini. Da poche ore sento di
poter sfiorare il cielo con un dito, io e lei soli. Poterle stare
accanto in
questo modo senza fattori di disturbo. Alias Ranma. E’ un
sogno. Diamine, ho un
caldo pazzesco ma non posso permettermi d’intimidirmi proprio
ora, lei conta
sul mio appoggio e non devo mostrarmi debole. No. Lei deve vedere
quanto sono
forte, quanto, stando al mio fianco possa sentirsi al sicuro. Akane,
è una
promessa, farò di tutto per esaudire la tua richiesta
anche se ci
vorranno secoli. Ahh. Sospiro, sollevando lo sguardo verso la volta. Il
tramonto, non m’è mai parso tanto bello.
“Ryoga?” richiami la mia attenzione e
mi cogli impreparato, ridacchio nervosamente. Che stupido, smettila di
perderti
in stupide fantasie. “Sei stanca o vuoi
continuare?” le chiedo in un sibilo
contratto, non dirmi di si, è l’unico modo che ho
per starti vicino. “No,
assolutamente, continuiamo” ti volgi ora, tornando a
guardarmi diritto negli
occhi. Cos’è che riesco a scorgervi? Desiderio,
grinta. Dov’è che ho già
incontrato quello sguardo prima d’ora? Rimango fisso su di
te, ipnotizzato
quasi. Non sai quanto sei bella ai miei occhi in questo istante.
“Certo”
annuisco. Riprendiamo l’allenamento, mi porto in posizione di
difesa e tu ti
sistemi in attacco. Non riesco a smettere di guardarti. E’
… la prima volta
che… riesco a mantenere lo sguardo su di te. Me ne accorgo
finalmente e, d’un
tratto m’irrigidisco. Solitamente sono così
impacciato da preferire addirittura
un muro a quegli occhi. Eppure, ora
…
Una
fiamma. “Attaccami, forza!” t’impero
arrancando
d’un passo, tu esegui il mio comando, cominciando a sferrare
una serie
meccanica di pugni diretti al torace, poi al ventre, al volto. Li paro,
ovviamente, non sei ancora veloce per potermi sorprendere in
combattimento.
Però sei più … tenace. Oh, credi che
io non ti abbia mai osservato? Credi che
non sappia riconoscere quando anche il più piccolo dettaglio
di te cambia? Mi
stupisci quasi. Io che, non vedo altre che te, potessi starti accanto
come
vorrei … ma va bene anche così. Mi basta.
D’un
tratto poi, ancora quella fiamma. “…
Ranma”
sgrano gli occhi, perdendo per un istante la concentrazione, riesci a
colpirmi.
Incasso il colpo piegandomi sulle ginocchia e premendo con le mani
contro
l’addome. Risollevo lo sguardo stranito. Per un attimo io
… ho visto …
E’
lui quando combatte. Rimango inebetito per qualche
secondo prima di risollevarmi. T’avvicini di corsa, venendo
in mio soccorso.
“Stai bene?” mi chiedi preoccupata. Si, non
preoccuparti. Non rispondo. E’
quella stessa grinta, l’ho vista così tante volte
nel suo sguardo che … è così
strano paragonarti a lui. Tu sei un fiore troppo delicato, non ti
merita.
Perché non lo capisci?
...
Lo
osservo. D’un tratto, m’è quasi parso
che si fosse
completamente estraniato dal combattimento. Rimango accanto a lui,
accucciandomi. “Per oggi basta, devi essere stanco. Che dici,
andiamo a
mangiare qualcosa?” sorrido. Ce la mette davvero tutta. Ecco
stupido, prendi
esempio da lui. Abbasso lo sguardo, risollevandomi. No, mi ero
ripromessa di
non pensarci. Devo smetterla di paragonare tutto e tutti a lui e,
soprattutto
devo sgombrare la mente da questi sciocchi pensieri. Non sono una
bambina. Non
sono una mocciosa. “Beh, il mio stomaco aveva giusto
cominciato a protestare”
porta la mancina dietro la nuca, aprendo un ampio sorriso sulle labbra,
tipico
di lui. Avanza dinanzi a me, mentre di nuovo, il giorno
s’addormenta giù,
tuffandosi nell’oceano. Rimango immobile per un istante,
disegnando con lo
sguardo una linea invisibile presso l’orizzonte. Chiudo gli
occhi, respirando a
pieni polmoni l’aria frizzantina d’attorno. Ce la
farò, devo farcela.
Sorrido,
si, sicuramente riuscirò nel mio intento.
M’avvicino all’altro, accorgendomi
d’essere attesa “Ryoga” lo richiamo,
volge
di poco lo sguardo verso di me interrogativo
“Grazie”. E’ arrossito di nuovo.
Ah, una cosa è certa, non lo capirò mai.
…
“Allora?
Sto aspettando” braccia incrociate al petto,
batto il piede nervosamente per terra. Sentiamo questa fantomatica
storia.
Ecco, sembriamo quattro scemi in piedi dinanzi ad una balaustra. Mr.
Scolorino
che fa tanto il prezioso e io che mi sto rompendo l’anima per
evitare di
mandarlo all’ospedale. Senza contare l’eccezionale
presenza di Miss. Cretaceo e
Nipote. Ci mancavano solamente loro, bah. “Non essere
frettoloso Ranma” mi
rimbecca. Pure! Sento l’adrenalina salirmi in corpo. Avete
presenti le teiere
da the? Ecco, la mia pressione pressappoco è salita al
massimo, manca il
fischio poi sono pronto per essere servito in tavola. Non essere
frettoloso,
gne gne gne. Sono calmissimo anzi, ringrazia la tua buona stella se non
faccio
fare a questa nave la stessa fine del Titanic. “Mi chiedevi
come faccio a
sapere che nel Joketsuzoku, possono accedere solamente le donne?
Ebbene, io
provengo da Chí
jiǔ zhàn, ed è il villaggio contrapposto a quello
delle due signorine qui
dinanzi.”
'Signorine',
adesso,
va bene
Shampoo ma la vecchia …
No
aspetta.
Rewind. Cosa? Immaginatevi la mia faccia e quella di Obaba divenire
esattamente
identiche. No, non è un bello spettacolo in effetti.
“Capisco molte cose”
Cologne s’intromette nuovamente nel discorso, ovviamente, ed
io per l’ennesima
volta rimango fuori come un cretino. Lo sguardo della vecchiaccia torna
sulla
nipote. Sconforto? Ragazzi, non siamo ad un funerale, su con la vita,
cos’avrà
mai detto di così eclatante?
“E’
lui dunque”
l’amazzone più giovane annuisce, distogliendo lo
sguardo. Non l’ho mai vista
con quell’espressione in volto. Io stesso sollevo un
sopracciglio, vale a dire
che sono più confuso di prima, in poche parole,
l’informazione ricevuta non ha
cambiato molto la situazione. “E?” vado avanti,
rompendo il silenzio creatosi.
“Questa
che vedi
dinanzi a te, è una delle fasi che contraddistinguono la mia
maledizione” ecco,
questo mi interessa. Involontariamente schiudo le labbra in un
sorrisetto
malizioso “Continua” ed ora, solo io e lui, di
nuovo. “Perché rovinarti la
sorpresa? Sono stanco, non ho voglia di continuare. Fatti spiegare da
loro …”
C… cos…
Rimango
a bocca
aperta a fissare il vuoto come un pesce lesso, nel mentre signor puzza
sotto il
naso si allontana lasciandomi con un palmo di naso. Brutto…
brutto. Io lo … ma
io ti … ma guardalo! Cioè, prima getti
l’amo e poi spezzi la lenza? Maledetto.
Rivolgo
la mia
attenzione alle due cinesi. “Ahem … sto
aspettando” sto per esplodere, dico,
volete farmi venire una crisi di nervi per caso?
L'amazzone
più
anziana finalmente si degna di concedermi udienza. Siano lodati i Kami!
Credevo
di dover mandare una richiesta scritta per posta.
Poggio
le spalle
contro la balaustra (strano eh?) incrociando le braccia contro il
petto.
Dunque? Devo chiederlo in aramaico?
"Ebbene
...
posso dirti che gli antenati del villaggio del quale parlava prima il
cinese,
erano denominati signori della guerra a causa della loro indole
bellica..."
solleva l'indice, fregando il polpastrello sulla tempia. "Una leggenda
narra che presso il villaggio, siano situate due sorgenti ... dove i
nascituri
vengono immersi dopo il travaglio della madre per essere purificati dal
grembo
delle donne. Una profezia narra che le sorgenti, vengono chiamate
Gemelle a
causa di un fatto straordinario ... pare che queste, ogni notte,
eseguano uno
scambio comunicante che non permette di riconoscere quale sia l'una e
quale sia
l'altra. Le scritture parlano di un'incisione che cita 'L'una unisce e
l'altra
disperde'. Non so dirti altro in merito...".
Mi
osserva,
rimango per un lungo istante inebetito a fissare per terra. "Una unisce
... e una disperde..." ripeto con un filo di voce. "Mukodono?*"
La
vecchiaccia
mi richiama, corre una pausa di silenzio dopo il suo richiamo. Rimango
a testa
bassa per alcuni istanti prima di rialzare lo sguardo verso le due come
dire
... trasognato?
S'avessi
uno
specchio dinanzi sono sicuro che potrei scorgermi riflesse negli occhi
miriadi
di 'stelle' . Si si , proprio quelle. Vi rendete conto? Questa cosa a
me ...
tutto
questo mi
da... mi riempie... mi ... mi...
"YATTA!"
sollevo la schiena d'impatto facendo sobbalzare le due cinesi, sollevo
il
braccio verso l'alto sorridendo a trentadue denti. "Questa cosa... mi
esalta ancora di più... e se le sorgenti potessero essere
simili a quelle di
Jusenkyo? Non solo sconfiggerei quel dannato Scolorino ma ... potrei
tornare
finalmente normale..."
l'ultima
parola
chissà perché, comincia a risuonarmi ciclica in
mente, a mo di disco
inceppato. Cologne
lancia una sguardata
a Shampoo, forse perplessa?
"Ragazzo
mio, non volare troppo con la fantasia... vedi forse... M...ma dove sta
andando?" ebbene si, non le lascio nemmeno finire il discorso. Quella
mummia rovina sempre tutto e rischierebbe di farmi calare l'entusiasmo.
Mai.
Piego le gambe spiccando un breve salto sul cornicione della ringhiera,
per
ripercorrerla in tutta la sua lunghezza celermente.
"Ja
ne*" sollevo la mano senza volgermi di nuovo e scompaio dalla vista
delle
due. Quel che m'interessa ora è ...
Mi
blocco
istantaneamente quando noto qualcosa avvicinarsi all'orizzonte, non
troppo
distante. "Quella è..." increspo le labbra in un sorriso, se
non
fossi un maschio oserei dire ' di commozione ' ma mi trattengo.
Lasciamo le
lacrime alle donnicciole!
Sollevo
la mano
sulla fronte per parare la luce diretta del sole che m'infastidisce la
visuale.
Si! E' la Cina! Finalmente ... finalmente!
Dire
che sono al
settimo cielo è un eufemismo. Corro lungo la ringhiera come
un moccioso per
raggiungere la cabina dove - sicuramente - quell'animale
di
papà sarà già
al nono sonno. Corro, solamente questo e ... più s'avvicina
la sfida, più fremo
all'idea di ...
FREEENA!
Ecco
appunto, bloccandomi ho lasciato praticamente un solco alle mie spalle.
Sgrano
gli occhi "POSSO ENTRARE NEL JOKETSUZOKU SOLAMENTE COME DONNA" me ne
ero dimenticato. Dannazione, non voglio trasformarmi per tutta la
durata
dell'allenamento.
Ci
deve essere
un modo per rimanere maschio. Da Ranma-chan sono decisamente meno forte
e
troppo nana in ogni senso. Non per sminuire il mio fantastico corpo da
ragazza
ma ... Diamine! Non riuscirò mai a muovermi con la medesima
velocità dello
Scolorino.
Velocità.
E'
anche vero
che con un corpo più leggero sono più veloce ma,
non c'è confronto con la mia
controparte maschile. Accidenti!
Le
labbra, prima
schiuse in un sorrisetto compiaciuto ora si stendono in una smorfia. Ci
fosse
qualcosa che non andasse storto!
Sospiro,
cominciando a camminare avanti ed indietro sul ponte. Vediamo, ci deve
essere
una soluzione. Il problema è che dentro la mia testolina
c'è da fare un po’ di
pulizia, troppe ragnatele. Porto
l'indice sotto il mento, sollevando lo sguardo. Mhhh...
Purtroppo,
nemmeno a farlo apposta un picchiettare sinistro sulla spalla
interrompe uno
dei miei rari momenti riflessivi. "COSA C'E'!" mi volgo
piuttosto
contrariato e per la gioia delle mie povere ossa mi ritrovo Shampoo
appolipata
come una sanguisuga.
"S...Shampoo...
staccati... " ovviamente i miei metodi di persuasione sono decisamente
poco efficaci. Il mio problema sono decisamente i contatti fisici
con
l'altro
sesso. E' come la criptonite, divento una specie di budino e non riesco
a farmi
valere. Io vorrei staccarmela di dosso ... VORREI.
Ma
ciò che penso
io, a quanto pare, non interessa minimamente al mio corpo che si
rifiuta di
collaborare.
Dov'è
la tavolata
sulla testa, la mattonata, il pugno, la ginocchiata o qualsiasi cosa di
contundente che riequilibri la situazione?
A
questo punto,
dovrebbe entrare in scena un'Akane piuttosto alterata, rossa in volto e
furibonda che mi scaraventa dall'altra parte del globo.
Stringo
il
labbro inferiore tra i denti e sollevo le mani dinanzi al busto "Non
è il
momento ..." senz'accorgermene, sposto Shampoo con una
facilità
disarmante.
Lei,
non tenta più di abbracciarmi, rimane solamente ad
osservarmi le spalle
silenziosa.
Se
non c'è Akane
che mi insulta ... che divertimento c'è? Forse non
è il mio corpo a non
reagire, è per il semplice fatto che è
un'abitudine che finisca a quel modo e
basta. Anche se le prendo come un somaro, è routine. Ci sono
abituato.
"Io
mi
sforzo... cerco di piacerti in ogni modo..." comincia dietro di me, e
la
voce della cinesina pare bassa, differente da quella squillante.
Rimango di
spalle, sollevando solamente il capo e spostando l'iridi di sbieco.
"Ci
provo... provo a convincermi che quella che tu ami sono io..." la
tonalità
del timbro le si abbassa ancora di più, sino a divenire un
sottile sibilo
strozzato.
Una
pausa, nella
quale, avverto decisamente qualcosa di strano nell'aria. Cosa sta
farneticando?
"Io...io...
tento...d...di...che sciocca...Mousse ha ragione...ma..." stavolta non
ci
sono ne se ne ma, mi volgo. Un misto di sorpresa e di ... pena?
Apro
la bocca
per dire qualcosa ma, non ne esce nulla. Inarco solamente le
sopracciglia verso
il basso. Piange. Ed è la seconda volta da quando la conosco
che lo fa davanti
a me.
Cerchi
di
sorridere, scivolando in ginocchio per abbassare il capo. Non vuoi
mostrare
nemmeno l'evidenza?
"S...Shampoo...n...non..."
tento di dire qualcosa ma, è più difficile di
quanto sembri. Per quanto
riguarda queste cose la mia timidezza è epocale. Non sono
capace di consolare
me, figuriamoci qualcun'altro.
"Io...
io... sei felice ? Ora non dovrai più sposarmi, sono
promessa a Wen e ...
Ranma... posso chiederti una cosa?" il mio sguardo si sposta, una
sottile
livrea d'imbarazzo aleggia pesante nell'aria. La si potrebbe fendere
con un
coltello. "Dimmi..." non ho mai affrontato un 'discorso' con Shampoo.
Il
fatto è che
sono sempre stato abituato a vederla come una pazza assatanata inietta
pozioni.
Nulla di più. Il fatto che lei mi dica in continuazione che
mi ama , che vuole
sposarmi e roba simile, ormai, sembrano quasi normali. Se lei dovesse
davvero
sposarsi, la mia quotidianità mancherebbe di una costante.
Muovo
il piede
in avanti ed indietro, strusciandolo per terra come se fosse l'unica
cosa da
fare in un momento simile.
"Tu
mi odi
non è così?" sollevo lo sguardo, inarcando le
sopracciglia "Co...cosa
dici...io non..." mi blocco, m'imbarazza terribilmente incontrarne lo
sguardo.
"Io
non...
ti odio..." quasi inudibile, sussurrato. Beh, dire non ti odio di certo
non significa che io la... insomma che... io la...
Lei
sorride, od
almeno, ci prova ma le lacrime non smettono di rigarle il volto.
Perché ora? Perché
... questo cambiamento improvviso?
Vorrei
chiederglielo davvero, perché infondo... è pur
sempre Shampoo e per quanto
possa essere rompiscatole ed invasiva. Lo ripeto, è ormai
una costante di cui
non potrei fare a meno.
Torno
con lo
sguardo su di lei, ci fissiamo per qualche momento. "Ma non mi ami
neppure..." continua lei, diretta. E' sempre stata così,
decisamente
aperta. Al contrario di Akane, lei non ha mai avuto problemi a mostrare
i suoi
sentimenti verso di me. E' espansiva, carina, decisamente carina. Ma...
Ma
cosa?
"I...io..."
non so davvero cosa risponderle. Non sono bravo in queste cose, lo
ripeterò
sino alla nausea. Porto l'avambraccio dietro la nuca, aprendo un
sorrisino mal
riuscito sulle labbra.
Ti
sollevi,
muovendo pochi passi verso di me. Deglutisco. C...che vuole fare ora?
Che tutta
questa messa in scena sia stata architettata per confondermi?
Poggi
le mani
sulle mie spalle, sollevandoti sulle punte dei piedi.
"C...che...Sha...Sha...Sha..." accidenti! Possibile che non sappia
dire altro che questo?
Serro
le
palpebre aspettandomi chissà che ... invece, t'avvicini con
le labbra al lobo
dell'orecchio "Sai? ... Vorrei che provassi almeno la metà
dei sentimenti
che
provi per
Lei...". Sbarro gli occhi, rimanendo in silenzio. Cosa dovrei fare?
Shampoo che mi dice 'seriamente' una cosa simile non è cosa
usuale.
Anzi.
"S...scusa
lei chi?" della serie, facciamo il finto tonto. Qua sanno tutti cose
che
io non so. Sollevo un sopracciglio, spostandomi di un passo indietro.
Mi
guardi,
sorridi e poi incroci le braccia quasi offesa.
"Sono
cinese ma non stupida. Per me non ti butterai mai giù da
venti piani solamente
per salvarmi, non
mi farai mai da scudo
col corpo per proteggermi ...
non
chiamerai
mai il mio nome come fai col suo ... " abbassi lo sguardo ma, non ti
seguo.
"Eh?"
mi butto giù da venti piani? Sollevo lo
sguardo. Io non mi sono mai gettato da un palazzo.
Va
bene, sono
ottuso . Eppure davvero non riesco a capire cosa intenda.
Mi
guardi
perplessa, non capendo se io ti stia prendendo per i fondelli o sia
così scemo
di natura.
"Baka"
m'osserva assai torva, mentre le lacrime, finalmente le hanno
abbandonato il
volto. Il pronunciare quella parola, scatta in me una specie di
riflesso
condizionato, non sono abituato a sentirla uscire dalle sue labbra
"Kawaikun...e..." lascio scappare un sottile 'gh' dalle labbra dopo
quella stupida affermazione. No! Non volevo dirle questo, se
c'è una cosa che
non è Shampoo è proprio quella.
"Visto?
...
Akane...Akane...sempre e solo Akane..." cosa diavolo sta farneticando?
Cosa c'entra Akane. Io non stavo affatto pensando a lei, anzi, sarebbe
un'eresia
anche solamente farlo lontanamente. Tsk, figuriamoci.
Sollevo
un
sopracciglio, incrociando le braccia al petto smargiasso. "Cosa c'entra
ora quel maschiaccio? Non diciamo fesserie...i..."
Dannazione.
Sgrano
nuovamente gli occhi, questa volta perché le sue labbra si
sono posate sulle
mie ed io, nemmeno me ne sono accorto.
Rimango
qualche
istante immobile, con le braccia lunghe sui fianchi.
Perché
questo?
Non
... non mi
va...
Le
sue labbra
premono chiedendo una risposta che non arriva.
Non
voglio
farlo...
Le
sue braccia
s'avvolgono attorno al mio collo.
Serro
le
palpebre. Tutto ciò che riesco a formulare in testa sono
solamente pensieri
sconnessi, schegge che richiamano un'unica immagine. Un altro bacio.
Non
come questo,
quello che io ho... quello che... quello...quello...
"
NO!
" ringhio spostandomi indietro, sollevo la destra sulle labbra.
Rimanendo
ad osservarla confuso.
Non
capisco, perché
diamine ho urlato in questo modo? Bastava scansarsi no? Che mi
è preso?
Accidenti!
"Questa
era
la conferma di ciò che pensavo... prima, non avevi mai
reagito così. Ad un mio
abbraccio o a qualsiasi altra cosa... non mi hai mai rifiutata di tua
sponte...
Mi ero già arresa a quest'idea... il fatto è che,
volevo farlo da così tanto
tempo... ma non è stato come l'avevo immaginato. Posso anche
mettermi l'animo
in pace adesso... sappi però che, non mi
arrenderò nello sperare di riaverti
per me. Questo è poco ma sicuro..."
Sorridi.
Io non
muovo un singolo arto finché non mi volgi le spalle, prima
d'allontanarti ti
fermi, per voltarti ad osservarmi ancora.
"Però...almeno
per questo viaggio...puoi restarmi ancora... accanto? ...q...quing...wu...xi...(*)"
lo sussurri così piano che, quasi stento ad udire le tue
parole. E... anche se
non capisco cosa dici nell'ultima frase, guardandoti tremare le
spalle... io...
"Si"
non esce altro, solamente questo. Muovo pochi passi aggirandola.
Solamente per
ribaltare le posizioni e trovarmi ora di spalle rispetto a lei. Mi
fermo.
"Gomen
ne" ci credete che non ho la più pallida idea del
perché le abbia chiesto
scusa? Di che? Bah... se non capisco me stesso, figuriamoci farlo con
gli
altri. Ci rinuncio.
ECCO
DOV'ERI!
SIAMO ARRIVATI!
Alzo
lo sguardo,
ritrovandomi davanti un cartello di papà. L'osservo torvo,
incrociando le
braccia al petto. "Scommetto che tu passavi qui per caso" gli rifilo
un'occhiataccia.
CERTO!
TRANQUILLO, NON PARLERO' AD AKANE DELLA TUA SCAPPATELLA.
Sca...scappatella?
La mancina si solleva vibrando in un pugno chiuso. M...mi stava
spiando?
Abbasso il capo, prendendo un lungo respiro.
"Dannato
vecchio io ti..." sono pronto, anzi prontissimo a colpirlo in pieno
volto
quando solleva celere un altro cartello per pararsi.
FIGLIOLO
ASPETTA! CAPISCO BENISSIMO I TUOI ISTINTI. VUOI QUALCHE MINUTO PER ...
EH EH EH
Sbarro
gli
occhi, spalancando la bocca. P...per chi mi ha preso? Arrossisco
passando
oltre. "Panda depravato" sussurro, senza risparmiargli
una
bella
gomitata in pieno stomaco. In tutta risposta però, ricevo
una legnata in faccia
da un altro di quella sua strana, insulsa, segnaletica personale.
Quest'ultima
botta mi piega indietro con la schiena, facendo in modo ch'io legga in
prima
visione :
SEI
GAY?
"...C...co...cosa...NO
CHE NON LO SONO RAZZA DI IMBECILLE" e questa volta nulla gli risparmia
un
bel volo diretto verso il porto di Quindao.
Spiegatemi
chi,
qualsiasi persona della terra che abbia un padre del genere. Scuoto il
capo,
trattenendomi dal mettere le mani addosso anche ai pochi passanti che
s'apprestano a raggiungere il ponte centrale per l'attracco.
"R...Ranma...
scusami ma, c'era davvero bisogno di colpirlo a quel modo?" abbasso lo
sguardo, ritrovandomi dinanzi lo Scolorino in versione 'anima pia' che
mi
guarda perplesso.
Chi
sarebbe
dell'altra sponda poi?
Un
pensiero
celere che m'attraversa la mente per pochi istanti.
Prendo
Mastro
Lindo per il braccio trascinandolo verso
l'uscita.
"Non
dire
fesserie e muoviamoci, devo ammazzarti di botte..." ed esce come un
'docile' gorgoglio gutturale. Ne ho piene le scatole di questa
bagnarola. Ne ho
piene le scatole di tutto.
Voglio
solo
concentrarmi sugli allenamenti ora. Null'altro.
"Mi
fai
paura così ... " guaisce. Dei, lo preferisco
quand'è pieno
di
sé, sembra
tutto tranne che un uomo.
Nemmeno
rispondo, a questo punto, l'unica direzione da prendere è
una sola.
Joketsuzoku.
Vocabolario
:
(*)
Ja ne = Ci
vediamo
(*)
Mukodono = ‘futuro
marito’ in giapponese
(*)
quing wu xi
= ti prego amore mio