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Autore: Ery_chan    20/01/2009    5 recensioni
‘Se riuscissi per una volta ad annullare le mie inibizioni. Se pensandoti desiderassi di te ogni centimetro, se le tue labbra fossero un fuoco ardente dal quale non so stare più lontano. Mi chiameresti pazzo? Si, semplicemente un folle potrebbe essere attratto da un maschiaccio come te, eppure, ho l’impressione che questa insanità mentale cominci a piacermi davvero’ [Aggiornata il 08/02/2009]
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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What i really want

 

Scusate per l’immenso ritardo ma, oltre ad essere super impegnata con gli studi ho avuto anche poca ispirazione e ho preferito attendere piuttosto che appiopparvi un capitolo osceno.

Ringrazio come sempre tutti coloro che mi seguono, buona lettura.

 

 

Capitolo Quattordicesimo : Cina in Vista!

 

 

“Forza, sei ancora troppo lenta!” si sposta troppo velocemente, non riesco nemmeno a seguirlo nei movimenti. Mi sposto in avanti, bilanciando il peso del corpo in modo che il peso si convogli al braccio destro. Diretta, tento di colpire Ryoga all’addome, con scarso risultato ovviamente. “Accidenti” mormoro appena, mentre mi fermo, poggiando entrambe le mani sulle ginocchia. Mi segue, portandosi dinanzi a me e scuotendo appena il capo. “Non sei abbastanza concentrata, sei fiacca. Aspetta” muove qualche passo verso di me, aggirandomi e portandosi alle mie spalle. “Allora, devi piegare il gomito poco dietro la spalla e stirare completamente il muscolo in modo che si contragga” mi prende il braccio, eseguendo alla perfezione ciò che mi ha appena spiegato. Devo ammetterlo, non avrei mai pensato di trovare in lui un maestro così abile. “Ecco, ora, cerca di concentrare tutta la forza nel braccio. Ti serve solamente più concentrazione” annuisco, lasciandomi guidare mansueta.

Volgo lo sguardo appena sopra la spalla. Ci mette davvero tanto impegno. Non posso far a meno di piegare un sottile sorriso sulle labbra. Abbassa lo sguardo, notando la mia attenzione su di lui. Arrossisce di colpo spostandosi indietro e tossendo appena. Certe volte ho quasi l’impressione che Ryoga provi qualcosa nei miei confronti ma, che sciocca. Figuriamoci.

 

---

 

Così vicini. Troppo vicini. Da poche ore sento di poter sfiorare il cielo con un dito, io e lei soli. Poterle stare accanto in questo modo senza fattori di disturbo. Alias Ranma. E’ un sogno. Diamine, ho un caldo pazzesco ma non posso permettermi d’intimidirmi proprio ora, lei conta sul mio appoggio e non devo mostrarmi debole. No. Lei deve vedere quanto sono forte, quanto, stando al mio fianco possa sentirsi al sicuro. Akane, è una promessa, farò di tutto per esaudire la tua richiesta anche se ci vorranno secoli. Ahh. Sospiro, sollevando lo sguardo verso la volta. Il tramonto, non m’è mai parso tanto bello. “Ryoga?” richiami la mia attenzione e mi cogli impreparato, ridacchio nervosamente. Che stupido, smettila di perderti in stupide fantasie. “Sei stanca o vuoi continuare?” le chiedo in un sibilo contratto, non dirmi di si, è l’unico modo che ho per starti vicino. “No, assolutamente, continuiamo” ti volgi ora, tornando a guardarmi diritto negli occhi. Cos’è che riesco a scorgervi? Desiderio, grinta. Dov’è che ho già incontrato quello sguardo prima d’ora? Rimango fisso su di te, ipnotizzato quasi. Non sai quanto sei bella ai miei occhi in questo istante. “Certo” annuisco. Riprendiamo l’allenamento, mi porto in posizione di difesa e tu ti sistemi in attacco. Non riesco a smettere di guardarti. E’ … la prima volta che… riesco a mantenere lo sguardo su di te. Me ne accorgo finalmente e, d’un tratto m’irrigidisco. Solitamente sono così impacciato da preferire addirittura un muro a quegli occhi. Eppure, ora 

Una fiamma. “Attaccami, forza!” t’impero arrancando d’un passo, tu esegui il mio comando, cominciando a sferrare una serie meccanica di pugni diretti al torace, poi al ventre, al volto. Li paro, ovviamente, non sei ancora veloce per potermi sorprendere in combattimento. Però sei più … tenace. Oh, credi che io non ti abbia mai osservato? Credi che non sappia riconoscere quando anche il più piccolo dettaglio di te cambia? Mi stupisci quasi. Io che, non vedo altre che te, potessi starti accanto come vorrei … ma va bene anche così. Mi basta.

D’un tratto poi, ancora quella fiamma. “… Ranma” sgrano gli occhi, perdendo per un istante la concentrazione, riesci a colpirmi. Incasso il colpo piegandomi sulle ginocchia e premendo con le mani contro l’addome. Risollevo lo sguardo stranito. Per un attimo io … ho visto …

E’ lui quando combatte. Rimango inebetito per qualche secondo prima di risollevarmi. T’avvicini di corsa, venendo in mio soccorso. “Stai bene?” mi chiedi preoccupata. Si, non preoccuparti. Non rispondo. E’ quella stessa grinta, l’ho vista così tante volte nel suo sguardo che … è così strano paragonarti a lui. Tu sei un fiore troppo delicato, non ti merita. Perché non lo capisci?

 

...

 

Lo osservo. D’un tratto, m’è quasi parso che si fosse completamente estraniato dal combattimento. Rimango accanto a lui, accucciandomi. “Per oggi basta, devi essere stanco. Che dici, andiamo a mangiare qualcosa?” sorrido. Ce la mette davvero tutta. Ecco stupido, prendi esempio da lui. Abbasso lo sguardo, risollevandomi. No, mi ero ripromessa di non pensarci. Devo smetterla di paragonare tutto e tutti a lui e, soprattutto devo sgombrare la mente da questi sciocchi pensieri. Non sono una bambina. Non sono una mocciosa. “Beh, il mio stomaco aveva giusto cominciato a protestare” porta la mancina dietro la nuca, aprendo un ampio sorriso sulle labbra, tipico di lui. Avanza dinanzi a me, mentre di nuovo, il giorno s’addormenta giù, tuffandosi nell’oceano. Rimango immobile per un istante, disegnando con lo sguardo una linea invisibile presso l’orizzonte. Chiudo gli occhi, respirando a pieni polmoni l’aria frizzantina d’attorno. Ce la farò, devo farcela.

Sorrido, si, sicuramente riuscirò nel mio intento. M’avvicino all’altro, accorgendomi d’essere attesa “Ryoga” lo richiamo, volge di poco lo sguardo verso di me interrogativo “Grazie”. E’ arrossito di nuovo. Ah, una cosa è certa, non lo capirò mai.

 

 

“Allora? Sto aspettando” braccia incrociate al petto, batto il piede nervosamente per terra. Sentiamo questa fantomatica storia. Ecco, sembriamo quattro scemi in piedi dinanzi ad una balaustra. Mr. Scolorino che fa tanto il prezioso e io che mi sto rompendo l’anima per evitare di mandarlo all’ospedale. Senza contare l’eccezionale presenza di Miss. Cretaceo e Nipote. Ci mancavano solamente loro, bah. “Non essere frettoloso Ranma” mi rimbecca. Pure! Sento l’adrenalina salirmi in corpo. Avete presenti le teiere da the? Ecco, la mia pressione pressappoco è salita al massimo, manca il fischio poi sono pronto per essere servito in tavola. Non essere frettoloso, gne gne gne. Sono calmissimo anzi, ringrazia la tua buona stella se non faccio fare a questa nave la stessa fine del Titanic. “Mi chiedevi come faccio a sapere che nel Joketsuzoku, possono accedere solamente le donne? Ebbene, io provengo da Chí jiǔ zhàn, ed è il villaggio contrapposto a quello delle due signorine qui dinanzi.”

'Signorine', adesso, va bene Shampoo ma la vecchia …

No aspetta. Rewind. Cosa? Immaginatevi la mia faccia e quella di Obaba divenire esattamente identiche. No, non è un bello spettacolo in effetti. “Capisco molte cose” Cologne s’intromette nuovamente nel discorso, ovviamente, ed io per l’ennesima volta rimango fuori come un cretino. Lo sguardo della vecchiaccia torna sulla nipote. Sconforto? Ragazzi, non siamo ad un funerale, su con la vita, cos’avrà mai detto di così eclatante?

“E’ lui dunque” l’amazzone più giovane annuisce, distogliendo lo sguardo. Non l’ho mai vista con quell’espressione in volto. Io stesso sollevo un sopracciglio, vale a dire che sono più confuso di prima, in poche parole, l’informazione ricevuta non ha cambiato molto la situazione. “E?” vado avanti, rompendo il silenzio creatosi.

“Questa che vedi dinanzi a te, è una delle fasi che contraddistinguono la mia maledizione” ecco, questo mi interessa. Involontariamente schiudo le labbra in un sorrisetto malizioso “Continua” ed ora, solo io e lui, di nuovo. “Perché rovinarti la sorpresa? Sono stanco, non ho voglia di continuare. Fatti spiegare da loro …” C… cos…

Rimango a bocca aperta a fissare il vuoto come un pesce lesso, nel mentre signor puzza sotto il naso si allontana lasciandomi con un palmo di naso. Brutto… brutto. Io lo … ma io ti … ma guardalo! Cioè, prima getti l’amo e poi spezzi la lenza? Maledetto.

Rivolgo la mia attenzione alle due cinesi. “Ahem … sto aspettando” sto per esplodere, dico, volete farmi venire una crisi di nervi per caso?

L'amazzone più anziana finalmente si degna di concedermi udienza. Siano lodati i Kami! Credevo di dover mandare una richiesta scritta per posta.

Poggio le spalle contro la balaustra (strano eh?) incrociando le braccia contro il petto. Dunque? Devo chiederlo in aramaico?

"Ebbene ... posso dirti che gli antenati del villaggio del quale parlava prima il cinese, erano denominati signori della guerra a causa della loro indole

bellica..." solleva l'indice, fregando il polpastrello sulla tempia. "Una leggenda narra che presso il villaggio, siano situate due sorgenti ... dove i nascituri vengono immersi dopo il travaglio della madre per essere purificati dal grembo delle donne. Una profezia narra che le sorgenti, vengono chiamate Gemelle a causa di un fatto straordinario ... pare che queste, ogni notte, eseguano uno scambio comunicante che non permette di riconoscere quale sia l'una e quale sia l'altra. Le scritture parlano di un'incisione che cita 'L'una unisce e l'altra disperde'. Non so dirti altro in merito...".

Mi osserva, rimango per un lungo istante inebetito a fissare per terra. "Una unisce ... e una disperde..." ripeto con un filo di voce. "Mukodono?*"

La vecchiaccia mi richiama, corre una pausa di silenzio dopo il suo richiamo. Rimango a testa bassa per alcuni istanti prima di rialzare lo sguardo verso le due come dire ... trasognato?

S'avessi uno specchio dinanzi sono sicuro che potrei scorgermi riflesse negli occhi miriadi di 'stelle' . Si si , proprio quelle. Vi rendete conto? Questa cosa a me ...

tutto questo mi da... mi riempie... mi ... mi...

"YATTA!" sollevo la schiena d'impatto facendo sobbalzare le due cinesi, sollevo il braccio verso l'alto sorridendo a trentadue denti. "Questa cosa... mi esalta ancora di più... e se le sorgenti potessero essere simili a quelle di Jusenkyo? Non solo sconfiggerei quel dannato Scolorino ma ... potrei tornare finalmente normale..."

l'ultima parola chissà perché, comincia a risuonarmi ciclica in mente, a mo di disco inceppato.  Cologne lancia una sguardata a Shampoo, forse perplessa?

"Ragazzo mio, non volare troppo con la fantasia... vedi forse... M...ma dove sta andando?" ebbene si, non le lascio nemmeno finire il discorso. Quella mummia rovina sempre tutto e rischierebbe di farmi calare l'entusiasmo. Mai. Piego le gambe spiccando un breve salto sul cornicione della ringhiera, per ripercorrerla in tutta la sua lunghezza celermente.

"Ja ne*" sollevo la mano senza volgermi di nuovo e scompaio dalla vista delle due. Quel che m'interessa ora è ...

Mi blocco istantaneamente quando noto qualcosa avvicinarsi all'orizzonte, non troppo distante. "Quella è..." increspo le labbra in un sorriso, se non fossi un maschio oserei dire ' di commozione ' ma mi trattengo. Lasciamo le lacrime alle donnicciole!

Sollevo la mano sulla fronte per parare la luce diretta del sole che m'infastidisce la visuale. Si! E' la Cina! Finalmente ... finalmente!

Dire che sono al settimo cielo è un eufemismo. Corro lungo la ringhiera come un moccioso per raggiungere la cabina dove - sicuramente - quell'animale

di papà sarà già al nono sonno. Corro, solamente questo e ... più s'avvicina la sfida, più fremo all'idea di ...

FREEENA! Ecco appunto, bloccandomi ho lasciato praticamente un solco alle mie spalle. Sgrano gli occhi "POSSO ENTRARE NEL JOKETSUZOKU SOLAMENTE COME DONNA" me ne ero dimenticato. Dannazione, non voglio trasformarmi per tutta la durata dell'allenamento.

Ci deve essere un modo per rimanere maschio. Da Ranma-chan sono decisamente meno forte e troppo nana in ogni senso. Non per sminuire il mio fantastico corpo da ragazza ma ... Diamine! Non riuscirò mai a muovermi con la medesima velocità dello Scolorino.

Velocità. E' anche vero che con un corpo più leggero sono più veloce ma, non c'è confronto con la mia controparte maschile. Accidenti!

Le labbra, prima schiuse in un sorrisetto compiaciuto ora si stendono in una smorfia. Ci fosse qualcosa che non andasse storto!

Sospiro, cominciando a camminare avanti ed indietro sul ponte. Vediamo, ci deve essere una soluzione. Il problema è che dentro la mia testolina c'è da fare un po’ di pulizia, troppe ragnatele.  Porto l'indice sotto il mento, sollevando lo sguardo. Mhhh...

Purtroppo, nemmeno a farlo apposta un picchiettare sinistro sulla spalla interrompe uno dei miei rari momenti riflessivi. "COSA C'E'!" mi volgo

piuttosto contrariato e per la gioia delle mie povere ossa mi ritrovo Shampoo appolipata come una sanguisuga.

"S...Shampoo... staccati... " ovviamente i miei metodi di persuasione sono decisamente poco efficaci. Il mio problema sono decisamente i contatti fisici

con l'altro sesso. E' come la criptonite, divento una specie di budino e non riesco a farmi valere. Io vorrei staccarmela di dosso ... VORREI.

Ma ciò che penso io, a quanto pare, non interessa minimamente al mio corpo che si rifiuta di collaborare.

Dov'è la tavolata sulla testa, la mattonata, il pugno, la ginocchiata o qualsiasi cosa di contundente che riequilibri la situazione?

A questo punto, dovrebbe entrare in scena un'Akane piuttosto alterata, rossa in volto e furibonda che mi scaraventa dall'altra parte del globo.

Stringo il labbro inferiore tra i denti e sollevo le mani dinanzi al busto "Non è il momento ..." senz'accorgermene, sposto Shampoo con una facilità

disarmante. Lei, non tenta più di abbracciarmi, rimane solamente ad osservarmi le spalle silenziosa.

Se non c'è Akane che mi insulta ... che divertimento c'è? Forse non è il mio corpo a non reagire, è per il semplice fatto che è un'abitudine che finisca a quel modo e basta. Anche se le prendo come un somaro, è routine. Ci sono abituato.

"Io mi sforzo... cerco di piacerti in ogni modo..." comincia dietro di me, e la voce della cinesina pare bassa, differente da quella squillante. Rimango di spalle, sollevando solamente il capo e spostando l'iridi di sbieco.

"Ci provo... provo a convincermi che quella che tu ami sono io..." la tonalità del timbro le si abbassa ancora di più, sino a divenire un sottile sibilo strozzato.

Una pausa, nella quale, avverto decisamente qualcosa di strano nell'aria. Cosa sta farneticando?

"Io...io... tento...d...di...che sciocca...Mousse ha ragione...ma..." stavolta non ci sono ne se ne ma, mi volgo. Un misto di sorpresa e di ... pena?

Apro la bocca per dire qualcosa ma, non ne esce nulla. Inarco solamente le sopracciglia verso il basso. Piange. Ed è la seconda volta da quando la conosco che lo fa davanti a me.

Cerchi di sorridere, scivolando in ginocchio per abbassare il capo. Non vuoi mostrare nemmeno l'evidenza?

"S...Shampoo...n...non..." tento di dire qualcosa ma, è più difficile di quanto sembri. Per quanto riguarda queste cose la mia timidezza è epocale. Non sono capace di consolare me, figuriamoci qualcun'altro.

"Io... io... sei felice ? Ora non dovrai più sposarmi, sono promessa a Wen e ... Ranma... posso chiederti una cosa?" il mio sguardo si sposta, una sottile livrea d'imbarazzo aleggia pesante nell'aria. La si potrebbe fendere con un coltello. "Dimmi..." non ho mai affrontato un 'discorso' con Shampoo.

Il fatto è che sono sempre stato abituato a vederla come una pazza assatanata inietta pozioni. Nulla di più. Il fatto che lei mi dica in continuazione che mi ama , che vuole sposarmi e roba simile, ormai, sembrano quasi normali. Se lei dovesse davvero sposarsi, la mia quotidianità mancherebbe di una costante.

Muovo il piede in avanti ed indietro, strusciandolo per terra come se fosse l'unica cosa da fare in un momento simile.

"Tu mi odi non è così?" sollevo lo sguardo, inarcando le sopracciglia "Co...cosa dici...io non..." mi blocco, m'imbarazza terribilmente incontrarne lo sguardo.

"Io non... ti odio..." quasi inudibile, sussurrato. Beh, dire non ti odio di certo non significa che io la... insomma che... io la...

Lei sorride, od almeno, ci prova ma le lacrime non smettono di rigarle il volto. Perché ora? Perché ... questo cambiamento improvviso?

Vorrei chiederglielo davvero, perché infondo... è pur sempre Shampoo e per quanto possa essere rompiscatole ed invasiva. Lo ripeto, è ormai una costante di cui non potrei fare a meno.

Torno con lo sguardo su di lei, ci fissiamo per qualche momento. "Ma non mi ami neppure..." continua lei, diretta. E' sempre stata così, decisamente aperta. Al contrario di Akane, lei non ha mai avuto problemi a mostrare i suoi sentimenti verso di me. E' espansiva, carina, decisamente carina. Ma...

Ma cosa?

"I...io..." non so davvero cosa risponderle. Non sono bravo in queste cose, lo ripeterò sino alla nausea. Porto l'avambraccio dietro la nuca, aprendo un sorrisino mal riuscito sulle labbra.

Ti sollevi, muovendo pochi passi verso di me. Deglutisco. C...che vuole fare ora? Che tutta questa messa in scena sia stata architettata per confondermi?

Poggi le mani sulle mie spalle, sollevandoti sulle punte dei piedi. "C...che...Sha...Sha...Sha..." accidenti! Possibile che non sappia dire altro che questo?

Serro le palpebre aspettandomi chissà che ... invece, t'avvicini con le labbra al lobo dell'orecchio "Sai? ... Vorrei che provassi almeno la metà dei sentimenti

che provi per Lei...". Sbarro gli occhi, rimanendo in silenzio. Cosa dovrei fare? Shampoo che mi dice 'seriamente' una cosa simile non è cosa usuale.

Anzi.

"S...scusa lei chi?" della serie, facciamo il finto tonto. Qua sanno tutti cose che io non so. Sollevo un sopracciglio, spostandomi di un passo indietro.

Mi guardi, sorridi e poi incroci le braccia quasi offesa.

"Sono cinese ma non stupida. Per me non ti butterai mai giù da venti piani solamente per salvarmi,  non mi farai mai da scudo col corpo per proteggermi ...

non chiamerai mai il mio nome come fai col suo ... " abbassi lo sguardo ma, non ti seguo.

 "Eh?"  mi butto giù da venti piani? Sollevo lo sguardo. Io non mi sono mai gettato da un palazzo.

Va bene, sono ottuso . Eppure davvero non riesco a capire cosa intenda.

Mi guardi perplessa, non capendo se io ti stia prendendo per i fondelli o sia così scemo di natura.

"Baka" m'osserva assai torva, mentre le lacrime, finalmente le hanno abbandonato il volto. Il pronunciare quella parola, scatta in me una specie di riflesso condizionato, non sono abituato a sentirla uscire dalle sue labbra "Kawaikun...e..." lascio scappare un sottile 'gh' dalle labbra dopo quella stupida affermazione. No! Non volevo dirle questo, se c'è una cosa che non è Shampoo è proprio quella.

"Visto? ... Akane...Akane...sempre e solo Akane..." cosa diavolo sta farneticando? Cosa c'entra Akane. Io non stavo affatto pensando a lei, anzi, sarebbe un'eresia anche solamente farlo lontanamente. Tsk, figuriamoci.

Sollevo un sopracciglio, incrociando le braccia al petto smargiasso. "Cosa c'entra ora quel maschiaccio? Non diciamo fesserie...i..."

Dannazione.

Sgrano nuovamente gli occhi, questa volta perché le sue labbra si sono posate sulle mie ed io, nemmeno me ne sono accorto.

Rimango qualche istante immobile, con le braccia lunghe sui fianchi.

Perché questo?

Non ... non mi va...

Le sue labbra premono chiedendo una risposta che non arriva.

Non voglio farlo...

Le sue braccia s'avvolgono attorno al mio collo.

 

Serro le palpebre. Tutto ciò che riesco a formulare in testa sono solamente pensieri sconnessi, schegge che richiamano un'unica immagine. Un altro bacio.

Non come questo, quello che io ho... quello che... quello...quello...

" NO! " ringhio spostandomi indietro, sollevo la destra sulle labbra. Rimanendo ad osservarla confuso.

Non capisco, perché diamine ho urlato in questo modo? Bastava scansarsi no? Che mi è preso? Accidenti!

"Questa era la conferma di ciò che pensavo... prima, non avevi mai reagito così. Ad un mio abbraccio o a qualsiasi altra cosa... non mi hai mai rifiutata di tua sponte... Mi ero già arresa a quest'idea... il fatto è che, volevo farlo da così tanto tempo... ma non è stato come l'avevo immaginato. Posso anche mettermi l'animo in pace adesso... sappi però che, non mi arrenderò nello sperare di riaverti per me. Questo è poco ma sicuro..."

Sorridi. Io non muovo un singolo arto finché non mi volgi le spalle, prima d'allontanarti ti fermi, per voltarti ad osservarmi ancora.

"Però...almeno per questo viaggio...puoi restarmi ancora... accanto? ...q...quing...wu...xi...(*)" lo sussurri così piano che, quasi stento ad udire le tue parole. E... anche se non capisco cosa dici nell'ultima frase, guardandoti tremare le spalle... io...

"Si" non esce altro, solamente questo. Muovo pochi passi aggirandola. Solamente per ribaltare le posizioni e trovarmi ora di spalle rispetto a lei. Mi fermo.

"Gomen ne" ci credete che non ho la più pallida idea del perché le abbia chiesto scusa? Di che? Bah... se non capisco me stesso, figuriamoci farlo con gli altri. Ci rinuncio.

 

ECCO DOV'ERI! SIAMO ARRIVATI!

 

Alzo lo sguardo, ritrovandomi davanti un cartello di papà. L'osservo torvo, incrociando le braccia al petto. "Scommetto che tu passavi qui per caso" gli rifilo un'occhiataccia.

 

CERTO! TRANQUILLO, NON PARLERO' AD AKANE DELLA TUA SCAPPATELLA.

 

Sca...scappatella? La mancina si solleva vibrando in un pugno chiuso. M...mi stava spiando? Abbasso il capo, prendendo un lungo respiro.

"Dannato vecchio io ti..." sono pronto, anzi prontissimo a colpirlo in pieno volto quando solleva celere un altro cartello per pararsi.

 

FIGLIOLO ASPETTA! CAPISCO BENISSIMO I TUOI ISTINTI. VUOI QUALCHE MINUTO PER ... EH EH EH

 

Sbarro gli occhi, spalancando la bocca. P...per chi mi ha preso? Arrossisco passando oltre. "Panda depravato" sussurro, senza risparmiargli

una bella gomitata in pieno stomaco. In tutta risposta però, ricevo una legnata in faccia da un altro di quella sua strana, insulsa, segnaletica personale. Quest'ultima botta mi piega indietro con la schiena, facendo in modo ch'io legga in prima visione :

 

SEI GAY?

 

"...C...co...cosa...NO CHE NON LO SONO RAZZA DI IMBECILLE" e questa volta nulla gli risparmia un bel volo diretto verso il porto di Quindao.

Spiegatemi chi, qualsiasi persona della terra che abbia un padre del genere. Scuoto il capo, trattenendomi dal mettere le mani addosso anche ai pochi passanti che s'apprestano a raggiungere il ponte centrale per l'attracco.

 

"R...Ranma... scusami ma, c'era davvero bisogno di colpirlo a quel modo?" abbasso lo sguardo, ritrovandomi dinanzi lo Scolorino in versione 'anima pia' che mi guarda perplesso.

Chi sarebbe dell'altra sponda poi?

Un pensiero celere che m'attraversa la mente per pochi istanti.

Prendo Mastro Lindo per il braccio trascinandolo verso

l'uscita.

"Non dire fesserie e muoviamoci, devo ammazzarti di botte..." ed esce come un 'docile' gorgoglio gutturale. Ne ho piene le scatole di questa bagnarola. Ne ho piene le scatole di tutto.

Voglio solo concentrarmi sugli allenamenti ora. Null'altro.

"Mi fai paura così ... " guaisce. Dei, lo preferisco quand'è pieno

di sé, sembra tutto tranne che un uomo.

Nemmeno rispondo, a questo punto, l'unica direzione da prendere è una sola.

Joketsuzoku.

 

 

Vocabolario :

 

(*) Ja ne = Ci vediamo

(*) Mukodono = ‘futuro marito’ in giapponese

(*) quing wu xi = ti prego amore mio

 

 

  
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