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Autore: Willows    14/07/2015    1 recensioni
E Mackenzie convinta di essere tanto diversa dalla sorella non l'ha ancora capito che in realtà sono uguali.
No, non uguali, ma speculari ecco, sono due facce di una stessa medaglia, parecchio arrugginita e malconcia, se permetti. Sono entrambe altamente distruttive, ma in maniera opposta.
Mackenzie è esplosiva, come un'eruzione, un tornado, uno tsunami, distrugge tutto ciò che tocca, tutto che che incontra, che ama. Perché questo è l'unico modo che conosce per potere sopravvivere, per poter andare avanti: prendere tutto ciò che ha davanti e distruggerlo fino a ridurlo in briciole. Solo cenere e macerie.
Mentre Ffion, beh lei è implosiva, la distruzione il caos, le avviene tutto dentro. Paradossalmente l'unico modo che conosce di sopravvivere è quello di distruggere se stessa, di annientarsi e annullarsi completamente, fino a ridursi ad un inutile cumulo di pelle, ossa e sangue.
Sono uguali, ma opposte ed è difficile dire chi delle due sia messa peggio.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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High Hopes
 
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Ffion non ride mai.
Non ride davanti ai programmi demenziali che Kenny adora, non ride alle pessime battute del padre, né ai racconti della madre. Non ha riso quando Max si è abbronzato con il segno degli occhiali da sole o quando sua madre ha sbagliato la tinta della nonna e, per una settimana, la donna è dovuta andare in giro con i capelli color violetto.
Ffion non ride, Ffion sorride.
Non è la stessa cosa e lo sa bene, ma è il meglio che riesce a fare. Sorride con i denti e con la bocca, non con il cuore, ma nessuno -a parte Kenny – nota la differenza, quindi va tutto bene.
E quando, un mercoledì pomeriggio, la signora Lynch entra nella stanza della figlia per dirle che ha segnato un appuntamento con il dottore, è con un sorriso che risponde la ragazza.
«Non ne ho bisogno mamma, sto bene» la rassicura scoprendo i denti bianchissimi per poi sistemarsi i capelli dietro l’orecchio in un gesto nervoso.
«È venerdì alle sei e mezza, ti va bene vero?» continua la signora, ignorando completamente le parole della figlia.
No, non le va bene. Non va bene venerdì alle sei e mezzo, né martedì alle quattro, né mai. Lei dal dottore non ci vuole andare.
«Mamma, ti ho detto che sto bene» insiste Ffion, perché davvero adesso sta bene. Ha trovato un suo equilibrio dopo tanto tempo e non vuole che uno stupido psicologo glielo rovini.
«Perché dovresti andare dal dottore?- domanda Kenny entrando, proprio in quel momento, nella stanza e buttandosi a pancia in su sul letto della sorella- non stai bene?»
«Oh no Kenny, sto parlando del dottore speciale per Ffion- risponde la madre con tono grave, abbassando di colpo la voce, come se fosse un grande segreto- adesso vi lascio sole, continueremo dopo il discorso»
Mackenzie aspetta che la madre sia uscita dalla stanza e abbia chiuso la porta prima di mormorare:
«Ma cos’ha contro la parola psicologo? Dottore speciale mi fa pensare ai bambini ritardati»
Ffion fa spallucce senza rispondere, nemmeno lei ha mai capito cos’abbia la madre contro gli psicologi. Crede, ma non ne è sicura, che abbia a che fare con la paura che un giorno uno di questi gli dica che Ffion è pazza, che non c’è possibilità di guarigione. Che una delle sue due identiche figlie è nata difettosa e non c’è niente da fare.
«Quasi mi stavo dimenticando, ti saluta il tuo amico» dice Kenny dopo qualche secondo di silenzio rivolgendo alla sorella un sorriso malizioso e un occhiolino.
«Di cosa stai parlando?» farfuglia Ffion a bassa voce  e arrossisce, perché sa di chi sta parlando, ma non vuole dare a Kenny nessun tipo di soddisfazione.
«Ma che bugiarda! Guarda come sei arrossita, sto parlando di Harry e lo sai» risponde Mackenzie punzecchiandole i fianchi con un dito.
«Non ha fatto altro che chiedermi di te per tutta la durata di ripetizioni» aggiunge qualche secondo dopo.
«Non è vero, non ci credo» ribatte Ffion sdraiandosi vicino alla sorella, con lo sguardo fisso verso il soffitto e le guance, ormai, in fiamme. Sa che Mackenzie la sta solo prendendo in giro, che la sorella si diverte a vederla arrossire e farfugliare, ma non riesce a non essere imbarazzata.
« È carino, un bel ragazzo»
«Hai intenzione di provarci?» domanda Ffion senza battere un ciglio, perché Kenny dice che un ragazzo è carino solo se ci vuole provare.
«Dio Ffion, no! È troppo un bravo ragazzo per me, mi ci vedresti mai con uno come lui?» domanda Kenny con un tono di voce quasi disgustato, come se trovasse davvero assurda l’idea di stare con Harry o forse di stare insieme a qualcuno e basta.
«A dir la verità non ti vedrei con nessuno» risponde Ffion senza nemmeno pensarci, continuando a fissare il soffitto e provando una lieve sensazione di sollievo sapendo che Kenny non è interessata ad Harry.
«E con questo cosa vorresti dire?» ribatte con tono lievemente accusatorio la gemella, mettendosi a sedere per poterla guardare meglio.
«Non voglio dire niente, solo che sei sempre stata così indipendente e sarebbe strano vederti innamorata» spiega Ffion, tirandosi su e appoggiando la schiena contra la testiera del letto.
«Grazie Ffion, lo prendo come un complimento- dice stampandole un rumoroso bacio sulla guancia- comunque tranquilla stellina, che l’amore non fa per me»
E con queste ultime parole lascia la stanza, mentre Ffion non può far altro che concordare: l’amore non è adatto alle sorelle Lynch.
 
 
Liam e Mackenzie camminano fianco a fianco per la scuola, lui le sta raccontando di un film che ha visto ieri sera- oppure che vuole andare a vedere al cinema, Kenny non ne è sicura- mentre la ragazza scandaglia i corridoi alla ricerca di Zayn. Dopo esserci uscita insieme sabato notte, Kenny non l’ha più sentito –né un messaggio, né una chiamata, non l’ha nemmeno incrociato per i corridoi della scuola- fino alla sera prima, quando le ha mandato un messaggio in cui le chiedeva di incontrarsi alla quinta ora, nello sgabuzzino del terzo piano.
«Senti Liam io ho una cosa da fare, ci vediamo nel parcheggio della scuola, va bene?» domanda Kenny, interrompendo lo sproloquio del ragazzo senza nemmeno scusarsi.
«Cosa? Ma adesso abbiamo educazione fisica!» le fa notare il ragazzo, aggrottando le sopracciglia in un’espressione confusa.
«Esattamente ed è proprio per questo che ho bisogno che tu mi copra»
«E cosa dovrei dire? Che scusa mi invento?» farfuglia Liam con il panico negli occhi.
«Non lo so, dì al prof che mi è arrivato il ciclo e mi fa ma la pancia o qualcosa del genere» sbuffa esasperata, deve proprio insegnare tutto a questo ragazzo.
Liam si fa di colpo paonazzo- ma da quando la parola ciclo è ancora un tabù per i ragazzi?- e balbetta che va bene, ci penserà lui.
«Liam, sei la mia salvezza» lo ringrazia stampandogli un bacio sulla guancia bollente, prima di sparire fra i corridoi. Ci impiega dieci minuti solo per trovare l’ala est del terzo piando e una volta che è nel corridoio esatto, si aggira con sguardo sperduto, perché tutte le sue  lezioni sono al primo o secondo piano, quindi non ha la più pallida idea di dove si trovi questo fantomatico sgabuzzino.
Ad un certo punto, proprio quando ha perso la speranza e sta cercando il telefono in borsa per poter chiamare Zayn, sente una mano prenderle con forza il braccio e strattonarla dentro ad una stanza.
«Tu sì che sai come trattare una ragazza» mormora Kenny liberandosi dalla presa di Zayn e sistemandosi la camicia sgualcita. Lo sgabuzzino è piccolo e polveroso, le pareti sono completamente ricoperte di scaffali contenenti le cose più assurde: delle cartine geografiche ormai sbiadite, vecchi lavori del laboratorio di arte, prodotti per la pulizia dei pavimenti e scorte di carta igienica per almeno un anno. È piccolo e le numerose mensole rendono l’ambiente ancora più soffocante, ma è il meglio che hanno, quindi Kenny si adatta.
«Allora di cosa dovevi parlarmi?» domanda la ragazza sedendosi per terra e fissando il viso di Zayn.
Il ragazzo indossa una varsity jacket nera con le maniche in pelle e i polsini bordeaux, dei normali jeans e uno snapback messo al contrario. È bello come sempre e Kenny vorrebbe distogliere lo sguardo dal suo volto e occhi color nocciola, ma proprio non ci riesce.
Kenny deve confessare che è rimasta abbastanza sorpresa dalla richiesta del ragazzo, non credeva che Zayn fosse il tipo di persona che ti cerca. Sembra più il tipo che ama essere cercato e ama ancora di più nascondersi e scappare.
«Stiamo aspettando qualcuno, poi ti spiego tutto» risponde il ragazzo a bassa voce, facendo il misterioso come al solito.
Kenny alza gli occhi al cielo e sbuffa, poi tira fuori il telefono ed inizia a giocare ad aa rassegnatasi al fatto che dovrà aspettare ancora un po’.
Passano due minuti, due lunghi e silenziosissimi minuti, prima che la porta si apra e Niall, l’amico di Zayn, quello che ha conosciuto sabato sera, faccia il suo ingresso nel piccolo sgabuzzino.
«Ciao Zayn- saluta l’amico con un pugno sulla spalla prima di notare Kenny seduta per terra- ciao Mackenzie, non sapevo ci fossi anche tu.»
Kenny gli concede un veloce cenno con la testa prima di estrarre una sigaretta dalla borsa e domandare:
«È Niall che stavamo aspettando? Adesso ci siamo tutti?»
Si sta stufando di star seduta in quella stanza polverosa, dove non circola nemmeno un filo d’aria e ha a mala pena lo spazio per stendere le gambe. A questo punto tanto valeva andare ad educazione fisica, almeno si sarebbe divertita un po’ a prendere in giro Liam e vederlo arrossire di fronte ai propri pantaloncini sportivi che lasciano scoperte gran parte delle sue gambe bianche e magre.
«Si, ci siamo tutti» conferma Zayn appoggiandosi con la schiena ad uno scaffale, proprio di fronte alla bionda.
«Suona qualcosa se fumo una di queste?- domanda sollevando la sigaretta, per poi accenderla senza nemmeno aspettare di aver ricevuto risposta- non stare lì impalato, parla.»
Zayn sbuffa, guarda a destra e poi a sinistra, si sistema meglio il cappellino e, infine, dice:
«Ho bisogno del vostro aiuto.»
Un sorriso soddisfatto si forma sul viso di Kenny e la ragazza non può negare di provare una qualche forma di piacere e soddisfazione nel vedere che Zayn Malik, il ribelle e cattivo della scuola, abbia bisogno di lei.
Mackenzie ha vinto ancora e lo sa bene anche lui.
«Di cosa si tratta amico? Lo sai che su di me puoi sempre contare» risponde Niall e Kenny è quasi commossa di fronte a tanta fedeltà.
Zayn apre la bocca una, due, tre volte, senza che però esca nessun suono.
«C’entrano i soldi che devi al tizio di sabato sera?» domanda la ragazza con un sorriso sempre più grande, perché ormai ha capito tutto e non sta più nella pelle.
Zayn non parla, annuisce e basta.
«Warner Santini?- è di nuovo Niall a parlare e la confusione dipinta sul suo volto è palese- Zayn devi ancora dei soldi a Warner Santini? Non avevi saldato tutto mesi fa?»
«Chi è Warner Santini?» domanda Kenny altrettanto confusa.
«Avevo sistemato tutto mesi fa, ma ci sono stati problemi e ho dovuto chiedergli ancora soldi» spiega il moro con lo sguardo basso e la vergogna dipinta ovunque sul suo volto.
«Porca puttana Zayn! Perché cazzo non mi hai detto niente?» urla Niall con il viso rosso per la rabbia.
«Chi cazzo è Warner Santini? Mi spiegate di che diavolo state parlando?» sbraita Mackenzie alzandosi di scatto per poi fissare Zayn dritto negli occhi, in attesa di una risposta.
«Warner Santini è un usuraio- è Niall a parlare con gli occhi chiusi e le mani fra i capelli- presta soldi e poi li richiede indietro con interessi altissimi.»
«E se non paghi?»
«Se non paghi ti spezza le gambe bambolina» risponde Zayn con una risata amara.
«Quanto gli devi?» domanda Kenny, sedendosi nuovamente a terra e accendendosi una seconda sigaretta.
«Millecinquecento» è la risposta sussurrata di Zayn seguita dal «porca puttana Malik» detto a denti stretti da Niall.
Kenny aspira profondamente dalla sigaretta e chiude gli occhi, analizzando per bene la situazione. Non immaginava che i soldi fossero così tanto e che la questione fosse così seria. Aveva pensato a debiti per droga, o qualche scommessa andata male, aveva pensato a due, trecento euro al massimo.
Non credeva che Zayn fosse andato ad incasinarsi con uno che, il criminale, lo fa di professione.
«Si può fare» afferma infine, dopo svariati minuti di silenzio, spegnendo la sigaretta contro la suola della scarpa.
«Ne sei sicura?» domanda Zayn animato da una nuova speranza.
«Sì, sarà più pericoloso perché dovremo farne più di una, ma è fattibile- lo rassicura Kenny sentendo una nuova eccitazione crescere in lei- basta stare attenti.»
«Okay, mi sono perso, di che diavolo state parlando?» sbuffa Niall, sfregandosi il viso con le mani.
«Sto parlando dell’unico modo che abbiamo per aiutare Zayn a trovare quei soldi: fare una rapina» risponde Kenny alzandosi dal pavimento e ripulendosi i jeans sporchi di polvere.
«Cosa? Voi siete pazzi? Per quale motivo una rapina sarebbe l’unico modo per aiutarlo? Potremmo chiamare la polizia, fare un chiosco di limonate o vendere dei cazzo di cupcake! Che cazzo di cervello avete per dire che una rapina è l’unico modo per trovare i soldi?» sbotta Niall, gesticolando come un pazzo.
«Certo adesso mi metto lì con il mio chiosco di limonate e nel giro di tre settimane raccolgo millecinquecento dollari! Niall che cazzo di cervello hai tu!? E ti devo ricordare cos’è successo l’ultima volta che qualcuno ha denunciato Santini?»
Mackenzie sa che, sotto sotto, Niall ha ragione e sa che ci sarebbero molto altri modi più logici, sicuri e legali per trovare quei soldi.
Sa che la sua soluzione è parecchio folle, stupida e illegale, ma è da troppo tempo che Kenny non fa cose del genere e non vede l’ora di riprovarci. Non vede l’ora di sentire il brivido, che accompagna la consapevolezza di star facendo qualcosa di sbagliato e l’adrenalina nelle vene per la paura di essere beccato e finire in prigione. È troppo tempo che Kenny se ne sta buona e tranquilla e adesso che ha l’occasione per cambiare le cose, non se la lascerà, di certo, sfuggire. Perché può anche mentire a Zayn e Niall e dire che lo fa solo per aiutare il moro, ma lei sa la verità.
Mackenzie, come ogni volta che fa qualcosa, non fa questa rapina per Zayn Malik, ma per sé stessa.
«Smettetela e ascoltatemi- li zittisce- una rapina è l’unica soluzione ormai, è il modo più veloce e immediato per aiutare Zayn»
«Fanculo, io me ne tiro fuori» ringhia Niall prima di uscire dallo stanzino, sbattendo la porta.
«Non preoccuparti, ci penso i a fargli cambiare idea- la rassicura Zayn- adesso dimmi tutto quello che ci serve»
«Innanzitutto dobbiamo decidere il posto, sarebbe meglio una di quelle tavole calde che si trovano lungo le autostrade, sono isolate e generalmente meno protette delle stazioni di servizio. Poi dobbiamo studiare bene il posto: ci sono telecamere o no? Che tipo di allarme hanno? Tengono un fucile sotto il bancone? E tutte queste genere di cose.»
Zayn annuisce, ascoltando ogni parola di Kenny, che ha gli occhi che brillano e le mani che tremano per l’eccitazione.
«Abbiamo bisogno di Niall, quindi ti conviene riuscire a convincerlo, perché due devono entrare mentre uno sta fuori a fare da palo» conclude sospirando.
«Non preoccuparti, ci penso io» la rassicura nuovamente Zayn.
«Tu e Niall dovrete occuparvi della scelta de posto e scoprire quante più informazioni possibili, poi riporterete tutto a me e io mi occuperò del piano. Chiaro?» domanda determinata come non mai. Da una parte vorrebbe essere lei a scegliere e osservare il locale, ma sa che non riuscirebbe ad uscire così spesso di casa senza farsi scoprire da Max.
«Va bene, appena ho tutte le informazioni necessarie te lo farò sapere- concorda il moro- ah e Kenzie?»
«Dimmi Zayn» risponde la bionda, gustandosi già il grazie del ragazzo.
E Zayn sembra proprio sul punto di ringraziarla, ma all’ultimo cambia idea e domanda:
«Come fai a essere così sicura su quest’idea della rapina? Come fai a sapere cosa bisogna fare come ci si debba organizzare?»
«Facile, perché non è la prima volta che la faccio» risponde con un sorrisetto arrogante  per poi uscire dallo sgabuzzino.
Sta camminando tra i corridoi quando sente una voce che, autoritaria, dice:
«Bene, bene cosa abbiamo qua? Una studentessa che salta una lezione?»
Mackenzie si gira, vagamente sorpresa per essere stata beccata, e si trova davanti una signora sulla quarantina. Indossa degli scarponcini da trekking, un vestito marroncino che assomiglia molto ad una sacco di juta, un golfino nero e fra i capelli ha un piccolo fiocco violetto. Nel complesso sembra un misto fra un’attivista di Greenpeace e una professoressa di religione.
«Avrei educazione fisica ma non stavo molto bene, sa il ciclo, quindi ho preferito rimanere in bagno e aspettare la fine dell’ora per andare a casa» mente immediatamente Kenny e la signora sembra quasi crederci, ma  Zayn sceglie proprio quel momento per uscire dallo sgabuzzino, accompagnato da un forte odore di fumo.
La bocca della signora si spalanca in un’espressione scioccata, fissa prima Zayn, poi Kenny, poi di nuovo Zayn e infine Kenny.
«Lei signor Malik può andare, mentre i e la signorina…?»
«Lynch»
«Io e la signorina Lynch abbiamo quattro chiacchiere da fare, magari nell’ufficio del preside»
Mackenzie sbuffa e fulmina con lo sguardo Zayn, perché, ovviamente, il ragazzo doveva farla franca, mentre lei, con la testa alta e un‘espressione scocciata, si trova costretta a seguire la paladina dei diritti degli animali nell’ufficio del preside.
 


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Ciao a tutte!
Scusate ancora per il ritardo con cui posto questo capitolo, ma sono stata presa con l’orale, che ho dato mercoledì scorso e non ho proprio avuto tempo per scrivere.
Finalmente siamo entrati nel vivo della storia e non vedo l’ora di andare avanti e scrivere i prossimi capitoli. Inizialmente abbiamo un piccolo momento fra Mackenzie e Ffion, che comunque dura poco, ma serve per farci capire meglio il rapporto che c’è fra le due gemelle.
La maggior parte del capitolo ruota intorno alla fantomatica rapina che Kenny vuole organizzare, secondo voi riusciranno a portarla a termine? O si fermeranno ancora prima di iniziare? In questo capitolo inoltre spiego il motivo per cui Kenny abbia proposto la rapina: non per aiutare Zayn, ma solo e unicamente per sé stessa. La vede come un modo per dare un po’ di eccitazione alla sua vita monotona. Infine scopriamo che Kenny ha già fatto una rapina, secondo voi dove, quando e con chi?
Grazie mille per aver letto, purtroppo temo che anche il prossimo capitolo giungerà in ritardo perché lunedì parto e sto via dieci giorni. Sarò senza computer e internet temo, inoltre essendo la vacanza di maturità scrivere sarà l’ultima cosa a cui penserò. Proverò a pubblicare un altro capitolo prima di partire, ma non assicuro nulla.
Alessandra

 
 
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