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Autore: SunlitDays    14/07/2015    1 recensioni
Raccolta di fanfiction scritte per la PJ Ship Weeks Italia indetta da campmezzosangue
Week 2 - Sally/Poseidone: Sally ha finalmente l'agognata closure dalla sua storia con Poseidone
Week 4 - Charlie/Silena: nessuno dei due è morto, ma le cose non sono rose e fiori
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charles Beckendorf, Poseidone, Quasi tutti, Sally Jackson, Silena Beauregard
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Closure
Ship: Poseidone/Sally, Paul/Sally in background
Rating: giallo
Wordcount: 961 (fdp)
NdA: scritta per la Sally/Poseidone e Sally/Paul Week della #PJShipWeeksITALIA con il prompt di M I K I: Poseidone è un rompiscatole. Dopo aver conosciuto Paul non fa altro che apparire nell'appartamento in cui Sally e Paul vivono, facendo stupide, inopportune, invadenti domande. "Ma sei sicura che quel tizio lì ti meriti?"
L'intenzione è quella di scrivere almeno una fic per ogni Week, ma ho già saltato la prima quindi non ci conto molto XD
Ho sempre pensato che Sally avesse bisogno di una closure dalla storia di Poseidone. Nel mio headcanon, in realtà, ciò avviene dopo che Percy e Annabeth cadono nel Tartaro. Ho sempre immaginato Poseidone che va da Sally per darle la triste notizia e Sally che urla: e tu perché sei qui o non da loro? Ma per ragioni di prompt, questa fic è ambientata da qualche parte tra La Battaglia del Labirinto e Lo Scontro Finale.
Il titolo della raccolta, When love is real, it finds a way”, è una citazione di Avatar — The Last Airbender, che mi ha suggerito Alexiel Mihawk, dato che io volevo usare una cosa banalissima come PJ Ship Weeks Italia LOL


«Ma sei sicura che quel tizio lì ti meriti?»

 

Durante i suoi trentacinque anni di vita, Sally Jackson aveva dato più volte prova di essere una persona dalla pazienza infinita.

Non tutti i sedicenni avrebbero rinunciato facilmente a una vita sociale per accudire un parente malato, non tutte le donne avrebbero accettato di subire gli abusi di un uomo per amore di un figlio, e non tutte le madri erano tagliate per crescere un semidio dalla spiccata abilità di mettersi nei guai.

Cavolo, a volte si chiedeva come avesse fatto a non perdere la ragione. Per quanto ne sapeva, la maggior parte dei genitori mortali che avevano messo al mondo un mezzosangue erano morti o pazzi.

Ma c’era qualcosa in un pretenzioso e insistente dio che avrebbe fatto scattare anche i nervi di un santo.

Inizialmente, e quasi si vergognava ad ammetterlo, si era sentita lusingata dalle continue attenzioni e preoccupazioni di Poseidone. In fondo, si trattava sempre di uno dei Tre Pezzi Grossi, nonché l’uomo di cui era stata innamorata da ragazza.

Dopo l’imbarazzante quindicesimo compleanno di Percy, in cui, come una ragazzina di fronte a una star del cinema, Sally aveva balbettato ed era arrossita, Poseidone aveva preso l’abitudine di presentarsi nei momenti più disparati, e ponendole domande inopportune che spesso rasentavano il ridicolo.

«Quanti anni ha?»

«Preferisce il ketchup o la maionese?»

«Che numero di piede porta?»

«È disposto a praticarti sesso orale?»

Qualche settimana dopo, Sally aveva scoperto qual era il limite della sua pazienza.

 

«Che cavolo ti importa?!» sbottò. Dentro di sé, un campanello d’allarme suonava per avvertirla di abbassare i toni, che quello lì è un dio molto potente, chissà cosa potrebbe fare se dovesse arrabbiarsi, e tuo figlio non può permettersi di perdere i suoi favori…

Una ruga al centro della fronte di Poseidone si piegò pericolosamente. «Credo sia mio diritto assicurarmi che l’uomo con cui… ti stai divertendo sia un buon esempio per mio figlio.»

Sally sbuffò. «Ah! Quindi ora sei diventato improvvisamente un padre amorevole?»

Gli occhi del dio lampeggiarono. «Ti avverto, Sally...»

«Dove sei stato per tutti questi anni, eh?» strillò lei, e la rabbia era così intensa che si chiese fugacemente da quanto tempo covasse tutto questo rancore. «Dov’eri quando il peggiore degli uomini viveva sotto lo stesso tetto di tuo figlio? Dov’eri quando tuo figlio si sentiva inadeguato, quando era nei guai, o in pericolo, quando desiderava solo l’abbraccio di suo padre?» Improvvisamente si sentì solo svuotata. Quando continuò, la sua voce era bassa e stanca. «Dov’eri quando mi sentivo sola e terrorizzata?»

«Sally… »

Lei alzò una mano per fermarlo. «Lo so. Non te ne ho mai fatto una colpa. Conosco le regole. Ma perché adesso, Poseidone? Perché proprio ora che sono felice?»

Lui distolse lo sguardo e adesso sembrava solo un uomo di mezza età. «Per tutti questi anni vi ho guardato da lontano. Ho osservato i progressi di Percy, tutte le vostre difficoltà. Quando mi era possibile vi mandavo un piccolo aiuto. Probabilmente non te ne sei mai accorta.»

«Quel biglietto vincente della lotteria trovato per caso proprio quando eravamo sotto sfratto e disperati, per esempio?»

Poseidone sembrava sorpreso. «So che non era molto, ma non potevo rischiare che i miei fratelli vi notassero.»

«Lo so. E so che non è l’unica cosa che hai fatto per noi. È solo che… non sono arrabbiata con te, Poseidone, davvero, è solo che a volte mi sentivo così sola.» La voce improvvisamente le mancò e dovette voltarsi dall’altra parte per non fargli vedere le lacrime. Era come se anni di solitudine e frustrazione si fossero concentrati tutti in un solo istante. Per quanta forza Sally potesse vantare di avere, anche lei aveva avuto i suoi momenti di debolezza, in cui la disperazione era troppo forte e la tentazione di portare Percy al Campo Mezzosangue in anticipo quasi insormontabile.

Sentì la leggera pressione della mano del dio sulla spalla. «Quando vi ho visti, lì, seduti vicini intorno al tavolo, con due dei miei figli felici e sorridenti davanti a una torta… Beh, spesso noi dei siamo un po’ troppo possessivi e territoriali.»

Lei sorrise e si voltò. «Non devi preoccuparti, sai? Per Percy sarai sempre tu suo padre, e per me… beh, sei il padre di mio figlio, il mio primo amore, il mio primo...» arrossì.

Poseidone rise e gioviali rughe si arricciarono intorno ai suoi occhi luminosi. «Amante?» suggerì.

«E,» continuò lei puntandogli un dito contro. «Io e Paul non ci stiamo solo divertendo

Lui fece un inchino galante. «Chiedo umilmente perdono per averlo insinuato.» Poi sorrise con dolcezza e le accarezzò il mento con un dito. «Tu sei una regina tra i mortali, Sally Jackson. Non smetterò mai di ammirarti da lontano.»

«Non adularmi, dio del mare. Non sono più una diciottenne influenzabile, sai?»

«No, sei una donna ora, la più forte, la mia maestosa, la più bella.»

Il suo viso era pericolosamente vicino e, per un istante, Sally temette di non avere la prontezza di spirito di allontanarsi, ma lui si limitò a lasciarle un lento e dolce bacio sulla fronte.

«Credo che abbia approfittato anche troppo della tua ospitalità. Sarà meglio che vada.» Si allontanò di un paio di passi, poi si voltò e aggiunse: «Ah! Quando lo Stoccafisso troverà il coraggio di farti quella domanda, fammi un favore e tienilo un po’ sulle spine.»

«Quale domanda?» Ma Poseidone era già sparito in una nuvola di aria salmastra.

Si lasciò cadere all'indietro sul divano. Si sentiva svuotata ma stranamente serena. Si rese conto che aveva avuto bisogno di quella discussione, di una chiusura che mettesse la parola fine a quella che era stata prima una fantastica storia d'amore e poi un dramma.

Quando Paul le avrebbe fatto la famosa domanda, lei avrebbe saputo cosa rispondere.

   
 
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