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Autore: _fioredineve_    14/07/2015    3 recensioni
Ultimamente aveva notato alcuni particolari della Granger che per molti erano futili e, a tratti, infantili.
Ma non per lui, anzi, quei dettagli sembravano attrarlo.
Aveva notato che, quando era nervosa, tendeva ad attorcigliarsi i capelli ricci e cespugliosi intorno all'indice della mano destra, oppure se stava seduta muoveva freneticamente la gamba destra.
Quando era in imbarazzo o qualcuno le faceva un complimento tendeva ad abbassare lo sguardo e arrossire lievemente facendo mettere in risalto quelle poche lentiggini presenti sulle sue gote.
Quando era arrabbiata aveva una camminata pesante, veloce e abbastanza goffa, tendeva a sbuffare se infastidita da qualcosa.
Aveva un elenco lungo chilometri riguardante tutti i suoi particolari.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, George, Weasley, Ginny, Weasley, Hermione, Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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Undici.

Rimase fermo in quel corridoio ancora sconvolto, che aveva fatto?
Si portò le mani tra i capelli, aveva rovinato tutto solo per dar retta al suo istinto.
Lasciò un pugno sul muro al suo fianco, frustrato da quella situazione, avvertì appena il dolore alle nocche che sanguinavano tanto era forte la collera con sè stesso.
Doveva parlarne con qualcuno, solo George avrebbe capito, come sempre.

Si sentiva un emerito idiota, ci pensava ancora, perchè l'aveva baciata?
George aveva provato a distrarlo, ma ogni qualvolta la vedeva tra i corridoi o in Sala Comune o durante i pasti quei pensieri tornavano a tormentarlo.
Ora non riusciva più a parlarle come se non fosse successo niente, e lo stesso valeva per lei.
Però... quel bacio veramente lo desiderava da tanto, fin da quella sera in Sala Comune quando entrambi erano stretti in quell'abbraccio, davanti al fuoco.
Ma dannazione, ora l'aveva allontanata di nuovo, non riusciva neanche a parlarle senza provare imbarazzo e dispiacere.
L'aveva spaventata, dannata lei e il suo essere perfetta, dannato lui e la sua stupida gelosia, è colpa sua, solo sua.
Anzi, era colpa di quei maledetti sentimenti che provava e non riusciva a scacciare.
Si passò le mani tra i capelli tirandoseli appena, era stanco di quella maledetta scuola, stanco di Angelina che non faceva altro che ricordargli di essere stato espulso dalla squadra, stanco dei suoi sentimenti e stanco di Hermione.
In realtà non era stanco di lei, lui voleva anche poterle dare un'altro bacio, e poi ancora un altro, e un altro, voleva spiegarle il perchè di quella sua azione, anche se un senso preciso non ce l'aveva.
"Ti stai dannando troppo" disse George mescolando la pozione nel calderone "Corri da lei e parlale, chiarisci"
"Non posso, e poi tra tre giorni andiamo via, lei si dimenticherà tutta la questione e io la lascerò alle spalle..."
"Sai che non bisogna scappare dai proprio problemi, Freddie" più che una domanda era un'affermazione, lui non era mai scappato dai suoi problemi, ma questo era troppo grande al momento, non si era mai ritrovato niente di simile davanti e ogni sua azione sembrava inutile e fasulla. Non voleva creare altri casini.
"Devi parlarle, così tu ti metterai il cuore in pace e lei forse potrà perdonarti" Fred guardò il suo gemello "Come 'forse potrà perdonarti'?"
"Nel senso che se fossi stata in lei t'avrei mollato un ceffone e poi uno schiantesimo" George sorrise "Con questo vuoi dire?"
"Che alla fine qualcosa per te lo prova" ed ecco che George gli fa sorgere altri pensieri, confondendolo più di prima.

"Hermione" l'aveva baciata, erano passati tre giorni, e lei ci pensava ancora.
"Hermione" non riusciva a non pensare alle sue labbra, ad arrossire ogni volta che riviveva la scena nella sua mente.
"Hermione" perchè l'aveva fatto? Voleva prendersi gioco di lei? Si toccò le labbra, poteva ancora sentirne la morbidezza dopo tre giorni. Sorrise. Poi si rabbuiò.
"HERMIONE" si voltò di scatto guardando male il suo amico, perchè urlava?
"Ci sento forte e chiaro Ron, smettila di urlare" il ragazzo la guardò sorpreso "Si può sapere che hai?!"
"Non ho niente, sono solo stanca" rispose a tono al ragazzo, perchè tutti le facevano quella domanda? Lei stava bene, certo non come voleva, maledetto Fred che la confondeva con quei suoi comportamenti strani e infantili.
Maledetta lei che glielo lasciava fare senza dire niente.
"Comunque riguarda Felpato, i gemelli hanno trovato un modo per farci comunicare con lui" Hermione sobbalzò "C-come?"
"Non hanno voluto dircelo" disse solamente sedendosi sulla sedia affianco alla ragazza "Hermione, so che c'è qualcosa che ti tormenta ma non riesco a capire cosa, se hai bisogno di parlare, beh, io sono qui" Hermione gli sorrise dolcemente, sentire queste cose dette da Ron le aveva fatto capire quanto sia maturato il ragazzo rispetto all'anno precedente "Grazie Ron"

"Stasera c'è l'incotro dell'ES, non ve lo dimenticate" aveva detto Hermione a dei ragazzi di Tassorosso, era vero che aveva ideato quel Galeone stregato, ma prevenire era meglio che curare.
"Sì, tranquilla" Hermione sorrise, una strana stretta allo stomaco, qualcosa non andava.
Aveva un pessimo presentimento.

"Hey Harry" Ginny si sentiva insolitamente felice, era piena di energie, più del solito. Tutti se ne erano resi conto "Hey, come mai tanta allegria?" le aveva chiesto il ragazzo sorridendo allegro, Ginny sorrise ancora di più "Ho vinto una scommessa contro Seamus, sabato a Hogsmeade mi comprerà cinque pacchetti di Aprifrizzole" Harry rise di gusto, quella ragazza era identica ai suoi fratelli maggiori, quando si trattava di cibo era capace di fare di tutto "Hey, perchè ridi?" 
"Niente, è solo che..." iniziò il ragazzo interrompendosi.
"Che?" lo esortò lei a parlare.
"Che somigli tanto ai tuoi fratelli quando si tratta di cibo" Ginny arossì, veramente appariva così sciocca davanti ai suoi occhi?
Quell'allegria che l'aveva travolta sparì in cinque secondi "Ve-veramente ti sembro così stupida?"
"I tuoi fratelli lo sembrano" disse Harry non capendo "E...io?" chiese lei quasi ingenuamente "Tu...tu sei dolce quando fai così" il ragazzo si grattò una guancia in imbarazzo, fare i complimenti non era da lui, soprattutto alle ragazze.
Con Hermione era diverso, lei era come una sorella, un pezzo di famiglia che non aveva mai avuto, con lei poteva parlare di tutto senza però riempirla di complimenti.
Ginny sorrise nuovamente, l'allegria tornò nei suoi occhi verdi, si sentiva ancora più stupida, davvero le bastava un complimento così ingenuo per farla sorridere?
Ma a lei non importava se appariva stupida, a lei il complimento era piaciuto, a lei era sempre piaciuto ricevere elogi, ma quelli fatti da Harry erano tutt'altra cosa.
"Senti, pensavo di andare nella guferia a mandare una lettera a mamma, vuoi venire con me?"
"Certo, così vedo Edvige come sta, ultimamente l'ho vista molto scocciata" i due si avviarono ridendo e scherzando verso la guferia, stavano bene.
Herry insieme a Ginny non avvertiva più il peso del mondo sulle sue spalle, insieme a lei non avvertiva più quel vuoto nel cuore, insieme a lei non avvertiva più l'oppressione dei suoi problemi, insieme a lei poteva tornare a ridere, a vivere e le era grato di ciò.

"Dici sul serio?" Ginny non poteva crederci, rise tenendosi la pancia mentre Harry sorrideva, non credeva che il prescelto fosse una persona tanto ingenua.
"Dico sul serio, Zia Petunia mi rasò a zero i capelli, ero così impaurito dalle prese in giro che avrei ricevuto il giorno successivo, sogno che i capelli mi ricrescono e il giorno successivo me li ritrovo di nuovo tutti in testa" disse con voce sorpresa Harry mentre Ginny si appoggiava al muro trattenendo le risate.
"Oppure quella volta in cui andammo allo Zoo, liberai il serpente senza neanche rendermene conto, Dudley ci cadde dentro e il vetro riapparve. La faccia impaurita del suo amico e dei suoi genitori fu uno spettacolo memorabile!" Ginny tornò a ridere nuovamente, questa volta si appoggiò alla spalla di Harry che rideva insieme a lei, le loro risate si mischiarono mentre alcune civette e alcuni barbagianni stridevano scocciati da quei due.
I due ripresero fiato per poi guardarsi, erano così vicini che Ginny poteva vedere il suo riflesso negli occhiali tondi del ragazzo di fronte a lei. Gli occhi verdi di Harry erano così spenti, così vuoti, come se qualcosa gli mancasse. "Hai degli occhi bellissimi, Harry"
"Anche i tuoi sono belli, Ginny" la ragazza sorrise arrossendo "Meglio che mandi questa lettera" si allontanò prendendo la civetta che le era volata sul braccio, gli legò la lettera alla zampa e dopo averle lasciato una carezza le fece spiccare il volo, verso il tramonto.
Doveva essere bello avere delle ali e non dover usufruire di una scopa per volare, doveva essere bello poter essere liberi, liberi senza paura, liberi con una speranza, liberi di poter esternare ciò che si vuole.
Doveva essere bello poter lasciare la gabbia in cui si era prigionieri.
Doveva essere bello sentire l'aria che accarezzava le proprie ali, la delicatezza delle proprie piume.
"A che pensi?" le chiese Harry vedendola intenta ad osservare il tramonto, le sfumature che andavano dal rosso all'arancione, per poi passare al giallo, e il turchese scuro che indicava l'inizio della notte all'orizzonte "Penso che sia bello poter volare con le proprie ali"
"Sì, credo di sì" i due si sorrisero per poi scendere, l'ora di cena si avvicinava.

Harry era teso, sentiva che quella sera qualcosa sarebbe andato male, ma non voleva spostare l'esercitazione, ormai erano tutti lì.
Prese a parlare attirando l'attenzione di tutti "Questa sera riprenderemo con i Patroni, ricordate tutti l'incantesimo?" tutti annuirono, spostò lo sguardo su Ginny che gli sorrise.
Osservò uno per uno i suoi allievi, mai si sarebbe immaginato di poter addestrare questi ragazzi, mai avrebbe pensato di riuscire ad insegnargli qualcosa.
"Expecto Patronum" disse Ginny, si voltò a guardarla, uno splendido cavallo prese a correre libero per la stanza sotto lo sguardo stupito di tutti, sotto lo sguardo stupito di Ginny che aveva un sorriso che prendeva da una guancia all'altra.
"Brava Ginny" la ragazza gli sorrise.
Tornò a guardare gli altri ragazzi col sorriso sulle labbra "Harry Potter Signore" urlò una voce stridula interrompendo tutti che lo guardavano sconvolti "Signor Potter Signore, Dobby li ha visti, stanno venendo qui Signore" Harry spalancò gli occhi sconvolto, dannazione li avevano scoperti.
"Presto, uscite tutti da qui, stanno arrivando!" urlò indicando l'altra via d'uscita ai ragazzi e preparandosi a sacrificarsi per loro, sperava solo che nessuno a causa sua si cacciasse nei guai, non voleva vederli nelle mani della Umbridge.
"Io rimango qui con te" una ragazza si affiancò a lui "Ginny non..."
"Sta zitto e per una volta non prenderti da solo tutte le colpe, qui ci sono io e voglio aiutarti" gli disse la ragazza prendendogli la mano, Harry sorrise "Grazie Ginny" le urla riempirono la stanza mentre tutti i ragazzi uscivano dal retro, erano rimasti solo loro due, un esplosione fece cadere il muro davanti a loro, la squadra d'inquisizione, la Umbridge e Gazza fecero il loro ingresso "Dove sono gli altri?" chiese la donna in rosa con la bacchetta puntata verso i due.
"Chi altri?" chiese Ginny mantenendo il tono fermo.
"Che ci facevate in questa stanza?" domandò nuovamente.
"Non credo che a lei possa interessare, professoressa" rispose Harry mettendosi davanti a Ginny come a volerla proteggere.
Quella donna era pazza e ne aveva avuto dimostrazione varie volte, i segni erano rimasti sulla sua mano a forza di scrivere vi si era creato un solco bianco ben visibile anche ad occhio nudo. Gli aveva procurato l'ennesima cicatrice.
"Voi, portateli in presidenza, Gazza lei vada a cercare il resto dei fuggitivi insieme agli altri ragazzi" i due vennero portati via, Harry venne preso per il cravattino giallo-oro  rischiando quasi di essere strozzato, cercò con lo sguardo Ginny, fortunatamente era stata presa più delicatamente confronto a lui, e mentre venivano portati via capì che questa volta non l'avrebbero passata liscia, se lo sentiva.

"Dov'è Harry?" chiese Hermione  a dei ragazzi al suo fianco correndo verso l'esterno, non vedeva il ragazzo, aveva paura fosse rimasto dentro "Dov'è Harry?!" chiese nuovamente ad altri ragazzi, ma nessuno le rispondeva.
"Ma sei idiota?! Vieni via da lì!" qualcuno l'afferrò per un braccio tirandola via, lei non poteva andarsene, lì c'era Harry!
"Lasciami, devo andare da Harry, lasciami!" urlava a voce alta "Granger smettila, Harry sa come cavarsela, ora nasconditi qui!" Hermione lo riconobbe, Fred la stava aiutando. La spinse all'interno di un'aula e chiusa la porta si guardò intorno velocemente poi l'afferrò nuovamente facendola girare e fissandola negli occhi "Stammi a sentire, ora ci mettiamo sotto quei banchi ammucchiati là dietro, qualsiasi cosa succeda tu non uscire fuori, lascia fare a me" non le restò altro da fare che annuire. Si nascose insieme al ragazzo, lo spazio era stretto e a stento riuscivano a starci entrambi.
Un rumore di passi che corrono fece sobbalzare Hermione che strinse la maglia al ragazzo "Sta calma, fidati di me" e lei ingenuamente, per l'ennesima volta, si fidò del ragazzo.
La porta si spalancò e alcuni ragazzi di Serpeverde si guardarono intorno "Qui non c'è nessuno" disse una voce femminile e acuta "Andiamocene, saranno diretti tutti verso la Sala Comune" uscirono di nuovo da quell'aula, i passi si allontanarono e Hermione tornò a respirare.
Questa volta l'avevano scampata.

Ancora più in colpa di prima Harry tornò nella Sala Comune dei Grifondoro affiancato da Ginny che cercava di incoraggiarlo.
La ragazza gli stringeva ancora la mano, neanche per un istante si erano allotanati, lui per proteggerla, lei per fargli forza.
"E' colpa mia, solo mia" disse Harry fermandosi davanti al ritratto della Signora Grassa che dormiva beatamente incurante dei due ragazzi.
"Non è colpa tua, Harry, devi smetterla di incolparti di tutto" il ragazzo scosse la testa, perchè non capiva?
"Se i miei genitori sono morti è colpa mia, se Sirius è costretto a starsene nascosto è colpa mia, se Voldemort è tornato è colpa mia, se Cedric è morto è colpa mia, se Silente è dovuto scappare è colpa mia, sono solo un peso, capisci? Uno stupido e inutile peso! Se non ci fossi io adesso vivreste tutti meglio e..."
"Non pensarlo nemmeno, Harry! Non devi credere a ciò che dici, se i tuoi genitori sono morti è stata a causa di Voldemort!..." Harry la guardò stupito del fatto che anche lei pronunciasse il suo nome "...se Sirius è nascosto è a causa di quel ratto di Peter Minus, se Voldemort è tornato è a causa dei Mangiamorte e del Ministero, se Cedric è morto è a causa di Voldemort, se Silente è dovuto scappare è colpa del Ministero che fa di tutto pur di incastrarlo. Harry, tu sei quell'unica luce in mezzo al buio totale, sei la speranza di tutti, la tua speranza, la mia, non pensare più a queste sciocchezze, chiaro?" Ginny guardò il ragazzo, era sconvolto, sperava di non aver sbagliato a usare quel tono duro con lui, che solo in quindici anni di vita ne aveva viste quanto un uomo di sessant'anni. 
"Grazie Ginny" le sorrise e un po' si sentì rincuorato da quelle parole. Pronunciarono la parola d'ordine per poi entrare in Sala Comune dove ad attenderli c'erano tutti i membri dell'ES della casata dei Grifondoro.
La prima ad avvicinarsi e stringere il ragazzo in un abbraccio fu Hermione che lo guardò preoccupata "Cos'è successo?" chiese poi piena d'ansia, Harry prese un respiro profondo prima di parlare "Volevano arrestare Silente, fortunatamente è riuscito a scappare" Hermione annuì sentendosi in colpa quasi quanto il suo migliore amico, era colpa sua se il suo amico si era cacciato nei guai, era colpa sua se Silente era dovuto scappare, era colpa sua se erano stati scoperti.
"Hermione, non sentirti in colpa, non è colpa tua, ok?" le disse la rossa abbracciandola, la ragazza annuì nella stretta dell'amica mentre lo sguardo di Harry si addolciva nel guardare le due ragazze davanti a lui, era riuscita a capire cosa passasse per la mente di Hermione mettendo subito a tacere le sue paure, la stessa cosa che aveva fatto poco prima con lui, aveva azzerato tutte le sue paure e i suoi cattivi pensieri.

"Harry, sei sveglio?"
"Sì, Ron" rispose all'amico sussurrando, Neville, Dean e Seamus dormivano tranquilli, loro erano gli unici in quella stanza ancora svegli.
"Oggi ho parlato con Hermione" Harry non rispose annuendo lievemente con la testa pur ricordandosi che l'amico non poteva vederlo "Mi è sembrata più strana del solito, per caso c'entra Fred?" Harry non sapeva niente di quello che succedeva all'amica ultimamente, sembrava essersi allontanata, aveva creato quasi come una corazza intorno ai suoi sentimenti, però se qualcosa in lei non andava era di sicuro per colpa di Fred.
"Probabile..."
"Sai, io a lei voglio bene, ma non come tutti credono, le voglio bene come una sorella e non voglio che soffra, come non voglio che soffra Ginny, so che provi qualcosa per lei e so anche che lei in passato provava qualcosa per te..." disse il piccolo Weasley tutto d'un fiato "...ti chiedo solo una cosa, non farla mai soffrire, non mi va di perdere un amico come te" i due ridacchiarono insieme mentre Harry rifletteva sulle parole dell'amico, mai si sarebbe immaginato una dichiarazione simile da parte sua, mai si sarebbe immaginato tanta maturità.
"Ron, posso farti una domanda?" azzardò il prescelto.
"Certo"
"Beh, ecco, cosa volevi dire con 'lei in passato provava qualcosa per te'?" Ron trattenne una risata "Davvero non te ne sei accorto? Ginny fino a due anni fa moriva per te, s'imbarazzava per niente quando ti vedeva, poi grazie a Hermione ha ripreso a comportarsi normalmente" Harry arrossì, davvero non si era accorto di niente?
Si sentiva un cretino.
"Comunque se tu mai voglia provarci con lei, beh, ti do il permesso"
"Grazie Ron" i due si augurarono la buona notte per poi chiudere gli occhi.

"Buongiorno" aveva un sonno tremendo, quella sera non aveva dormito, e per di più era tenuta sotto stretto controllo da parte di alcuni ragazzi di Serpeverde, da quando la Umbridge la sera prima li aveva beccati nella Stanza delle Necessità.
"Giorno" rispose il fratello portandosi una forchettata piena di uova strapazzate alla bocca, Ginny si servì con ciò che le piaceva di più e iniziò a mangiare.
La mattina, diversamente da Ron e George, preferiva ingerire qualcosa di dolce, in grado di tenerla sveglia e carica per il resto della giornata.
"Buongiorno" a passo strascicato Harry gli si sedette accanto "Buongiorno" disse nuovamente Ginny guardandolo.
Si vedeva che quella mattina aveva fatto tardi: i capelli corvini erano sparati in ogni direzione, più in disordine rispetto alle altre volte, le occhiaie facevano a pugni sotto gli occhi verdi del ragazzo e gli occhiali erano messi male. Ginny lo fece girare e glieli aggiustò, lui le porse un sorriso e lei arrossendo ricambiò.
Si sentiva di nuovo come la Ginny di due anni prima, quella che scappava solo nel vederlo nella sua stessa stanza. Però le piaceva quella sensazione, si sentiva una bambina alle prime armi con un sentimento simile.
"Ginny, ieri ho dato a Harry il permesso di provarci con te" disse Ron ingoiando un boccone, la ragazza arrossì violentemente diventando un'unica cosa con i suoi capelli, Harry arrossì e con dei colpi di tosse cercò di mascherare l'imbarazzo "Ronald!" disse Hermione sedendosi al suo fianco e trattenendo una risata.
"Che ho fatto?" Hermione li indicò e Ron rise di gusto, bastava così poco per metterli in imbarazzo?
"Comunque, Harry, non scherzavo" disse poi tornando al suo piatto lasciando sorpresa Ginny.
Da come ricordava Ron non era mai stato un tipo molto sensibile, anzi, in tutta la famiglia Weasley la sensibilità non esisteva, tutti i suoi fratelli - lei compresa - non erano capaci di tenere la bocca chiusa, se pensavano a una cosa dovevano dirla, se volevano una cosa l'ottenevano a costo di andare contro tutto e tutti.
Solo che lei e Ron erano più timidi rispetto agli altri.
Harry prese coraggio e guardò la ragazza, in fondo che c'era di male a chiederle un appuntamento?
Non sarebbero neanche usciti dal castello visto che di gite a Hogsmeade non se ne facevano di più, la causa? Nuovo decreto emanato dalla Umbridge.
I ragazzi dovevano essere più dediti allo studio e, di conseguenza, il divertimento doveva essere messo da parte.
"Ginny, senti, ti va di fare un giro, oggi?" la ragazza annuì e sorrise "Allora ci vediamo fuori la Sala Grande dopo le lezioni, ti va bene?"
"Sì, perfetto, a dopo" disse prendendo le sue cose e uscendo da quella sala affollata, la prima cosa che vide appena uscita fu un Malfoy terribilmente gonfio e impaurito.
"Maledetti Weasley, aspettiate che..." iniziò Draco indicandoli con le dita a salsicciotto.
"...mio padre lo venga a sapere" continuò Fred sbuffando "Dovresti cambiare repertorio, sai?" continuò George ammirandosi le unghie mangiucchiate in alcuni punti "Ormai sei ripetitivo" continuò Fred poggiandogli una mano sulla spalla.
"E poi, cosa avremmo fatto noi?" continuò George, Ginny stanca di stare a guardare il siparietto messo su da quei tre andò a lezione.

"Weasley e Weasley, se vi becco le frustate a testa in giù non ve le leva nessuno" George era nascosto dietro a una colonna poco distante da Fred, guardava Gazza con sguardo divertito, avevano fatto un bel po' di casino con quei fuochi d'artificio in quel corridoio, tanto da rovinare qualche parete e quadro , ora il caro e vecchio custode era costretto a rimettere tutto in ordine.
Avevano deciso di combinare quanti più scherzi possibili in quei tre giorni essendo gli ultimi a Hogwarts, in un modo o nell'altro volevano lasciare il segno, il segno di un inizio di ribellione nei confronti di un dittatore in rosa.
Fece segno al fratello di avviarsi mentre lui rimaneva ancora fermo dietro alla colonna, Gazza non era riuscito a beccarli neanche stavolta. Fred passò attraverso il passaggio segreto alle sue spalle, e lo stesso fece George poco dopo.
"Ora tocca alla Umbridge" disse sorridendo perfidamente al gemello, per lei avevano grandi idee da mettere in atto e nessuno li avrebbe fermati.

Le lezioni erano finite, Harry aveva lasciato l'aula di corsa abbandonando i libri in Sala Comune, il tempo di darsi una sistemata allo specchio e poi giù di corsa per le scale con come unica destinazione l'ingrasso della Sala Grande.
Felice che la ragazza ancora non era arrivata di poggiò al muro per riprendere fiato. Dopo circa dieci minuti di attesa - che a Harry erano sembrate ore - la ragazza arrivò di corsa "Scusa il ritardo" disse riprendendo fiato "Tranquilla, sono appena arrivato" piccola bugia, del tutto innocente.
"Andiamo?"
"Sì" e i due si avviarono all'esterno del castello diretti verso il Lago Nero.

Erano seduti in riva al Lago, il silenzio era padrone del posto, nessuno dei due parlava osservandone la superficie  piatta.
Un leggero soffio di vento scompigliò i capelli di entrambi, erano giunti quasi a metà Marzo e l'aria era leggermente più tiepida, non come nei mesi di aprile e giugno, ma era possibile uscire senza mantello dal castello.
"Ronald è un idiota" disse d'un tratto Ginny facendo accigliare Harry "Perchè?" Ginny rise spostandosi una ciocca di capelli dal viso portandola dietro a un orecchio "E' capace di mettere in imbarazzo chiunque, anche se non se ne rende conto" Harry rise, insieme alla ragazza, però un po' era felice che l'amico avesse detto quelle parole, gli aveva evitato una gran fatica nel chiedergli un appuntamento, se così si poteva definire quello.
Da lì iniziarono a parlare di tutto e di più, Harry parlò dell'affetto che lo univa a Sirius mentre Ginny parlò della sua famiglia.
Piano a piano la sera arrivò, con gran dispiacere da parte dei due "Dovremmo tornare dentro, tra poco si cena"
"Sì" rispose Ginny alzandosi e pulendo la gonna dai residui di erba. Harry prese uno stelo d'erba e lo trasfigurò in un piccolo fiore dal colore candido come la carnagione della ragazza per poi porgerglielo "Almeno un ricordo te lo devo" gli disse innocentemente facendo sorridere di cuore la ragazza.
Tornarono in tempo per la cena e prima di attraversare le porte per la Sala Grande Ginny lasciò un bacio innocente sulla guancia del bambino sopravvissuto facendolo sorridere.
Quella giornata, per entrambi, era stata perfetta.



Buonaseraaaaaaaaaaaaa!
So che non è orario per pubblicare, ma davvero non sapevo tra quanto sarei riuscita a pubblicarvi il seguito, questa settimana sarà abbastanza piena per me: domani devo andare a fare delle compere e giovedì devo andare dal tatuatore e, sti cazzi, non ho tempo per respirare aiutando pure mia madre in casa.
Fortunatamente sono riuscita a concludere questa schifezza in tempo per questa sera.
E' la peggior cosa che abbia mai scritto in diciotto anni di vita, e di cose ne ho scritte parecchie eh.
L'ho dedicato quasi del tutto a Harry e Ginny avendoli snobbati per un po'
Ho cambiato del tutto una vicenda presente nel libro, modellandola a modo mio per renderla più mia, spero che ciò non vi dispiaccia.
Ho aggiunto solo alcuni dei tanti scherzi che i gemelli faranno in questi 'tre giorni' prima di partire, e da quanto avete visto non ho parlato molto della coppia principale della storia.
Sono infame, lo so, ma alla fine mi amate per questo, no?
Ora vado a mettere giù una bozza per il continuo, so già cosa fare.
Vi lascio riposare in pace, sperando non abbiate incubi a causa di questo obrobrio, a preso!

Vera.
   
 
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